UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA
FACOLTÀ DI INGEGNERIA
ORDINE DEGLI INGEGNERI
DELLA PROVINCIA DI PARMA
CORSO PREPARATORIO AGLI ESAMI DI STATO
ETICA E PRATICA PROFESSIONALE DELL’INGEGNERE




Norme civilistiche e penali relative all’esercizio della professione
Esercizio professionale individuale ed associato – Società di ingegneria
Incarichi professionali – Disciplinari di incarico
Obblighi tributari – Trattamento previdenziale
I PARTE

Norme civilistiche e penali relative all’esercizio della
professione
NORME CIVILISTICHE E PENALI
L’ingegnere ha a suo carico:
1.
2.
RESPONSABILITA’ CIVILI
RESPONSABILITA’ PENALI
Il suo operato deve sempre essere svolto con
1. Diligenza
2. Prudenza
3. Perizia
(Codice Civile artt.1228 – 2049 – 2232)
NORME CIVILISTICHE E PENALI
Il suo impegno è volto non solo all’interesse del
committente ma al salvaguardia dell’intera comunità
Sentenza della Cass. Pen. 2 luglio 1987:
“ai fini della responsabilità di reato colposo a nulla rileva che la
qualifica di direttore dei lavori sia stata assunta nell’interesse del
committente in quanto, sotto il profilo penalistico interessa che
l’agente abbia influito con la propria attività sul corso dei lavori
del manufatto, sicché possa ravvisarsi la sussistenza del nesso di
causalità tra quella attività e l’evento concretatosi in sinistro”.
NORME CIVILISTICHE
Si può distinguere la responsabilità civile dell’ingegnere in:
Contrattuale:
1. Si configura generalmente nel rapporto fra professionista e
committente
2. Prevede un accordo scritto che determini il tipo, i tempi e le
caratteristiche della prestazione dovuta
3. E’ sancita dall’art. 1218 C.C.:
“Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta
è tenuto al risarcimento del danno se non prova che
l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da
impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non
imputabile “
NORME CIVILISTICHE
Extracontrattuale:
1. Si configura generalmente nel rapporto fra professionista e
terze parti (altri professionisti, collettività)
2. E’ sancita dall’art. 2043 C.C.:
“Qualunque fatto doloso, o colposo, che cagiona ad altri un
danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a
risarcire il danno “
N.B. In entrambi i casi l’imputazione di responsabilità
presuppone, come ovvio, che possa essere dimostrato un
nesso di causa ed effetto fra danno occorso e prestazione del
professionista.
NORME CIVILISTICHE
Responsabilità contrattuale
Si possono ancora fare delle distinzioni:
Venir meno dei principi di diligenza, prudenza o perizia
(artt. 1228 – 2049 – 2232 C.C.)
1. Il professionista è tenuto a rispondere per fatti derivanti
dall’opera di ausiliari e sostituti;
2. Assume solo le responsabilità circoscritte ad atti ad egli
riferibili
3. Importanza della chiarezza, soprattutto in fase di definizione
di incarico
4. Obbligo di dissociarsi da atti di interferenza o ingerenza da
parte di altre figure (committente, altri professionisti…)
NORME CIVILISTICHE
Concetto di dolo o colpa grave
L’art. 2236 C.C. cita:
“Se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di
speciale difficoltà, il prestatore d'opera non risponde dei danni, se
non in caso di dolo o di colpa grave. “
Cosa si intende per “speciale difficoltà” ?
1.Problemi o prestazioni che esulano dalle conoscenze e
metodologie correntemente acquisite e utilizzate
2.Prestazioni urgenti che non permettano il giusto
approfondimento concettuale o di indagine
NORME CIVILISTICHE
Concetto di dolo o colpa grave
Il professionista in questi casi deve sempre:
1. Rendere edotto il committente delle difficoltà sopravvenute e
del rischio che pertanto lo stesso committente si assume
rendendosi quanto meno corresponsabile di eventuali
problemi in sede civile
2. Accertarsi che sia dimostrabile l’esistenza e il rilievo di
problemi tecnici di particolare difficoltà
NORME CIVILISTICHE
Responsabilità contrattuale
Inadempienza contrattuale (nei tempi o nei modi)
Art. 1218 C.C.:
“Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è
tenuto al risarcimento del danno se non prova che
l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità
della prestazione derivante da causa a lui non imputabile“
NORME CIVILISTICHE
Responsabilità contrattuale
Inadempienza contrattuale (nei tempi o nei modi)
Di conseguenza ex art. 2237 C.C.:
“Il cliente può recedere dal contratto, rimborsando al prestatore
d'opera le spese sostenute e pagando il compenso per l'opera
svolta. Il prestatore d'opera può recedere dal contratto per giusta
causa. In tal caso egli ha diritto al rimborso delle spese fatte e al
compenso per l'opera svolta, da determinarsi con riguardo al
risultato utile che ne sia derivato al cliente. Il recesso del
prestatore d'opera deve essere esercitato in modo da evitare
pregiudizio al cliente”
NORME CIVILISTICHE
Responsabilità extracontrattuale
Art. 2043 C.C.:
“Qualunque fatto doloso, o colposo, che cagiona ad altri un danno
ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il
danno “
Ciononostante sebbene impropriamente è ancora valido l’art. 2236
C.C. precedentemente esposto:
L’articolo a rigori è applicabile solo nell’esistenza di rapporti
contrattuali fra le parti.
La giurisprudenza ne ha esteso il significato anche per le
responsabilità di tipo extracontrattuale (Cass. Civile – 17 Marzo
1981 n. 1544) :
NORME CIVILISTICHE
Responsabilità extracontrattuale
“l’art. 2236 del Codice Civile, sebbene collocato nell’ambito del
contratto d‘opera professionale è applicabile, oltre che nel campo
contrattuale, anche in quello extracontrattuale in quanto prevede
un limite di responsabilità per la prestazione di attività in genere,
sia che essa si svolga su base di un contratto sia che venga
riguardata al di fuori di un rapporto contrattuale vero e proprio”
Distinzione dunque anche in sede extracontrattuale di mancanza
di perizia per particolari difficoltà tecniche (attenuante) e mancata
diligenza o prudenza (completamente a carico del professionista)
NORME CIVILISTICHE
Responsabilità extracontrattuale
In sede extracontrattuale è poi piu’ complesso ricostruire il
rapporto fra mansioni effettivamente svolte dal progettista e causa
effettiva del danno.
Inoltre non è quasi mai pensabile che l’ingegnere si accolli l’intera
responsabilità per dati o elementi imprecisi o erronei fornitegli da
terze parti
Infine possono essere corresponsabili anche le altre figure ad
esempio:
1.Il direttore lavori che ha il dovere di verificare il progetto che gli
viene sottoposto.
2.L’appaltatore che concorre nelle decisioni di ordine esecutivo a
meno che non sia un mero esecutore di ordini (nudus ministri)
NORME PENALI
Per semplicità di trattazione seguiremo il seguente schema:
1. Responsabilità dirette, ovvero:
1. Opera del professionista che cagioni “disastro”
2. Partecipazione al progetto di un opera che per sua
colpa rovini
2. Responsabilità indirette, ovvero:
1. Lesioni colpose
2. Omicidio colposo
3. Illecito o truffa
3. Responsabilità di tipo penale non contemplate dal C.P.
NORME PENALI
Responsabilità diretta
Concetto di “disastro” (art. 449 C.P.):
“Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste nel secondo comma
dell'articolo 423-bis , cagiona per colpa un incendio o un altro
disastro preveduto dal capo primo di questo titolo, è punito con la
reclusione da uno a cinque anni. La pena è raddoppiata se si
tratta di disastro ferroviario o di naufragio o di sommersione di
una nave adibita a trasporto di persone o di caduta di un
aeromobile adibito a trasporto di persone”
NORME PENALI
Responsabilità diretta
Concetto di “rovina” (art. 676 C.P.):
“Chiunque ha avuto parte nel progetto o nei lavori concernenti un
edificio o un'altra costruzione, che poi, per sua colpa, rovini, è
punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire
trecentomila a un milione ottocentomila. Se dal fatto è derivato
pericolo alle persone, la pena è dell'arresto fino a sei mesi ovvero
dell'ammenda non inferiore a lire seicentomila ”
NORME PENALI
Responsabilità diretta
Concetto di “colpa grave” (Corte Costituzionale 28/11/73 n.166.):
“Nei confronti del professionista, ferma la prudenza la diligenza,
per quanto attiene alla “perizia”, solo la colpa grave ( e cioè
quella derivante a errore inescusabile, da ignoranza dei principi
elementari attinenti all’esercizio di una determinate attività
professionale, o propria di una data specializzazione) rileva ai
fini della responsabilità penale”
NORME PENALI
Responsabilità indiretta
Lesioni colpose (C.P. art. 590):
“Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è
punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire
seicentomila. Se la lesione è grave la pena è […]. Se i fatti di cui
al precedente capoverso sono commessi con violazione delle
norme sulla disciplina della circolazione stradale […]. Nel caso
di lesioni di più persone si applica la pena che dovrebbe
infliggersi per la più grave delle violazioni commesse, aumentata
fino al triplo[…]. Il delitto è punibile a querela della persona
offesa, salvo nei casi previsti nel primo e secondo capoverso,
limitatamente ai fatti commessi con violazione delle norme per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative all'igiene del
lavoro o che abbiano determinato una malattia professionale. “
NORME PENALI
Responsabilità indiretta
Omicidio colposo (C.P. art. 589):
“Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito
con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso
con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione
stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
la pena è della reclusione da uno a cinque anni. Nel caso di
morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di
lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe
infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata
fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni dodici . “
NORME PENALI
Responsabilità indiretta
Truffa (C.P. art. 640):
“Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore,
procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è
punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da
lire centomila a due milioni. La pena è della reclusione da uno a
cinque anni e della multa da lire seicentomila a tre milioni: 1) se
il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico
o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare “
NORME PENALI
Responsabilità indiretta
Truffa (C.P. art. 640):
Il professionista che avvalli provvedimenti o procedure
formalmente corrette ma sostanzialmente illecite, non
necessariamente per godere di un utile (se non portare a
compimento l’opera da lui progettata) ma ad esempio favorendo
tramite soluzioni di compromesso fra stazione appaltante e
impresa esecutrice la risoluzione pacifica del contratto, si rende
dunque colpevole di truffa ai danni dello stato o di privati. (da sei
mesi a cinque anni di detenzione)
NORME PENALI
Responsabilità di tipo penale non contemplate dal C.P
1.
2.
3.
4.
Violazioni della normativa antisismica (Legge 2 febbraio
1974 n. 64 art. 20)
Violazioni della normativa urbanistico-edilizia Legge 28
febbraio 1985 n.47artt. 6 e 20
Legge n. 1086/71 (artt. 13, 15 e 16) riguardante la direzione
dei lavori e il collaudo di opere a struttura metallica o in
cemento armato.
Altre…
CONCLUSIONI
Per concludere invitiamo ancora tutti i presenti a riflettere sul
ruolo sociale a cui la professione che hanno scelto li chiama:
L’ingegnere (libero professionista o dipendente) deve cercare
indubbiamente di assecondare le esigenze del committente (o
della ditta per la quale lavora) a patto però che ciò non sia
pregiudizievole per la tutela e la salvaguardia della collettività.
Ciò non è affermato solamente in termini deontologici ma anche
in termini di diritto Civile e Penale. Ricordiamo la sentenza della
Cass. Pen. 2/7/87:
”ai fini della responsabilità di reato colposo a nulla rileva che la
qualifica di direttore dei lavori sia stata assunta nell’interesse del
committente in quanto, sotto il profilo penalistico interessa che
l’agente abbia influito con la propria attività sul corso dei lavori
del manufatto, sicché possa ravvisarsi la sussistenza del nesso di
causalità tra quella attività e l’evento concretatosi in sinistro”.
II PARTE

Esercizio professionale individuale ed associato – Società
di ingegneria

Incarichi professionali – Disciplinari di incarico

Obblighi tributari – Trattamento previdenziale
ESERCIZIO PROFESSIONALE
ESERCIZIO PROFESSIONALE
L'esercizio professionale dell’ingegnere viene riconosciuto dal
punto di vista legislativo dalla legge 1395 del 1923 con la quale
fra l’altro vengono istituiti gli Ordini professionali.
Il successivo regolamento del 1925 prescrive poi che per
l’esercizio della professione sia indispensabile il superamento di
un esame statale di abilitazione.
Si ribadisce infine che ai sensi dell'art. 2229 C.C. in base alla
determinazione della Legge 25.04.1938 n. 897 la professione di
ingegnere può essere esercitata soltanto dagli iscritti all'Albo
professionale. La mancanza di iscrizione, come dispone l'art. 2231
C.C., addirittura non da azione per il pagamento del compenso,
circostanza questa che vale anche nel caso di difetto di
competenza.
ESERCIZIO PROFESSIONALE
ESERCIZIO PROFESSIONALE IN FORMA INDIVIDUALE
L'esercizio professionale in forma individuale è certamente, anche
per gli ingegneri, il più antico e tuttora il più diffuso. E'
regolamentato giuridicamente dagli artt. 2229 - 2238 del Codice
Civile, dalla normativa di tutela del titolo e di governo della
categoria precedentemente esposta ed è sottoposto a precise
direttive etiche contenute nei codici deontologici.
Art. 2229 Esercizio delle professioni intellettuali:
La legge determina le professioni intellettuali per l'esercizio delle
quali è necessaria l'iscrizione in appositi albi o elenchi.
L'accertamento dei requisiti per l'iscrizione negli albi o negli
elenchi, la tenuta dei medesimi e il potere disciplinare sugli iscritti
sono demandati alle associazioni professionali sotto la vigilanza
dello Stato, salvo che la legge disponga diversamente.
ESERCIZIO PROFESSIONALE
ESERCIZIO PROFESSIONALE IN FORMA INDIVIDUALE
L'esecuzione dell'incarico, ai sensi dell'art. 2232 C.C. deve essere
condotto personalmente seppur con l'aiuto di sostituti ed ausiliari
e con la collaborazione di altri professionisti ove consentito.
II Professionista ha diritto, come afferma l'art. 2233 C.C., al
compenso convenuto o a quello determinato secondo le tariffe e
gli usi: per gli ingegneri (e gli architetti) è in vigore la legge
02.03.1949 n. 143 che costituisce la tariffa professionale peraltro
attualmente obbligatoria come minimi (salvo la facoltà di sconto
del 20% per gli Enti Pubblici)
Come tutti gli altri professionisti l'ingegnere è tenuto al segreto
professionale in forza del rapporto che lo lega al Committente
ESERCIZIO PROFESSIONALE
ESERCIZIO PROFESSIONALE IN FORMA INDIVIDUALE
L'art. 2237 C.C. dispone che il Committente può recedere dal
contratto rimborsando al professionista le spese sostenute e
pagando il compenso per l'opera svolta. Per contro il
professionista può recedere dal contratto solo per giusta causa.
L'esercizio professionale individuale può essere svolto, come ora
frequentemente accade, nell'ambito di studi plurinominali intesi
solo alla suddivisione delle spese sempre più rilevanti. Talora
nell'ambito di tali studi plurinominali, come pure nell'ambito di
studi associati, si costituiscono società di servizi aventi il compito
di gestire la struttura organizzativa complessiva suddividendo le
spese conseguenti pro quota tra i professionisti partecipanti
ESERCIZIO PROFESSIONALE
ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI PROFESSIONISTI
La progettazione e la successiva esecuzione di grandi opere nel
campo dell'ingegneria civile ed industriale richiedono la
costituzione di gruppi di professionisti specializzati in differenti
settori ai quali viene affidato congiuntamente un singolo incarico
specie nell'ambito delle opere pubbliche. Si sono così venute a
costituire specie negli ultimi anni, associazioni temporanee di
professionisti, peraltro non regolamentate, costituite spesso per
iniziativa degli stessi professionisti e talora della Committenza
specie pubblica.
ESERCIZIO PROFESSIONALE
ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI PROFESSIONISTI
Tali associazioni temporanee, sorte anche a seguito del divieto di
costituzione di società tra professionisti secondo il disposto ora
abrogato della legge n. 1815/1939, comportano rilevanti problemi
di convivenza specie sotto il profilo economico appena attenuati
dalla presenza di un capo gruppo coordinatore per il quale è
previsto un adeguato specifico maggior compenso (solitamente il
20% del compenso globale).
E' evidente che per le associazioni temporanee di professionisti
valgono le norme esposte per l'esercizio individuale.
ESERCIZIO PROFESSIONALE
ESERCIZIO PROFESSIONALE IN FORMA ASSOCIATA
II superamento dell'esercizio professionale in forma individuale in
atto anche in Italia e nei paesi mediterranei seppur in misura
molto inferiore agli altri Paesi, e la precarietà dell'associazione
temporanea ha comportato, specie negli ultimi anni, un notevole
sviluppo dell'esercizio in forma associata sommariamente previsto
dall'art. 1 della già citata legge n. 1815/1939.
Tale esercizio associato, peraltro non specificamente normato, è
stato agevolato dalla più recente legislazione tributaria che l'ha
esplicitamente previsto e riconosciuto.
Lo studio associato per poter sorgere ed esprimersi nel rispetto
delle leggi vigenti svolgendo attività che ne giustificano la
costituzione e le finalità, deve autoregolamentarsi nelle forme di
quello che si può definire un contratto atipico, affine con il
contratto di società semplice.
ESERCIZIO PROFESSIONALE
ESERCIZIO PROFESSIONALE IN FORMA ASSOCIATA
Si devono sottolineare al riguardo due circostanze fondamentali:
1.Deve essere rispettato il concetto di personalità di esecuzione
dell'opera
2.Deve esistere il vincolo della esclusiva attività dei professionisti
associati attraverso la struttura dello studio associato.
Si osserva infine che l'esercizio associato della professione
comporta la conseguenza che i compensi dovuti dal Committente
verranno corrisposti allo studio associato in base alla tariffa della
categoria di appartenenza del professionista o dei professionisti
personalmente officiati dal Committente.
Tra i problemi rilevanti dello studio associato si rileva quello
relativo al conferimento delle quote di partecipazione da parte dei
soci e del riparto delle spese e degli utili.
ESERCIZIO PROFESSIONALE
LE SOCIETÀ DI INGEGNERIA
I limiti dello studio associato specie nella progettazione e nella
esecuzione di opere notevoli e complesse hanno determinato il
sorgere di società di ingegneria nonostante il divieto della legge n.
1815/1939. Negli anni passati, a far tempo dalla fine della seconda
guerra mondiale, la progressiva affermazione delle società di
ingegneria, particolarmente nel settore degli incarichi pubblici, ha
dato luogo ad una prolungata e rigida azione di opposizione da
parte degli Ordini e dei Consigli Nazionali degli Ingegneri e degli
Architetti. Da qualche tempo tale opposizione si è notevolmente
attenuata con l'affermazione di precise, specifiche condizioni per
la costituzione e l'attività delle Società di ingegneria nel senso
precipuo che debbono essere governate e prevalentemente
costituite da professionisti e che debba essere esclusa la
realizzazione delle opere progettate.
ESERCIZIO PROFESSIONALE
LE SOCIETÀ DI INGEGNERIA
In merito alla situazione attuale delle società di ingegneria si
segnala:
• l'eliminazione, avvenuta in base all'art. 24 della legge n.
266/1997, del divieto di costituzione di società professionali,
divieto già previsto dalla legge n. 1815/1939;
•la previsione dell'art. 17 della legge n. 109/1994 e n. 216/1995
come recentemente modificato dalla cosiddetta "Merloni ter" di
affidamento da parie di Enti Pubblici di progettazione, direzione
lavori ed altro a società di ingegneria in forma di società di
capitali i cui requisiti dovranno essere specificati nel regolamento
di attuazione. Nel frattempo il comma 7 dell'art. 17 fissa alcune
norme provvisorie;
ESERCIZIO PROFESSIONALE
LE SOCIETÀ DI INGEGNERIA
• la situazione per quanto riguarda gli incarichi a committenza
privata risulta ancora vaga e non meglio specificata; a causa del
buco normativo nei riguardi dei rapporti fra società di ingegneria e
committenza non pubblica, la giurisprudenza e abbastanza
concorde nel proporre un atteggiamento tollerante nelle
controversie che possono insorgere in questi casi.
• la previsione nell'ambito della futura legge quadro sulle
professioni (o di un suo stralcio) di una specifica, completa e
definitiva regolamentazione delle società professionali per lo
svolgimento di incarichi tecnici sia privati che pubblici.
INCARICHI PROFESSIONALI
Gli incarichi professionali ad ingegneri possono riguardare
prevalentemente:
• la progettazione di massima, definitiva ed esecutiva di opere
civili, di macchine o di impianti;
• la direzione lavori delle opere precitate;
• il collaudo tecnico-amministrativo e/o funzionale delle opere
stesse;
• la stima e/o la consulenza di opere d'ingegneria.
INCARICHI PROFESSIONALI
Gli incarichi possono essere affidati da Enti pubblici, per i quali
valgono norme particolari, e da Committenti privati (Società o
singoli).
Come si è esposto possono essere affidati a:
• professionisti singoli;
• professionisti associati temporaneamente;
• professionisti in associazioni professionali;
• professionisti in società di ingegneria.
INCARICHI PROFESSIONALI
L'affidamento di incarichi di progettazione da parte di Enti
pubblici è regolamentato dalle precitate leggi n. 109/1994 e n.
216/1995 come modificate dalla recente "Merloni ter":
• per importi inferiori a 100.000 €a professionisti di fiducia;
• per importi tra 100.000 €200.000 €a professionisti scelti in base ai
loro curricula previa adeguata pubblicità;
• per importi oltre 200.000 €per gara europea conformemente alla
Direttiva n. 92/50 recepita in Italia dal Decreto "Karrer" che
prevede l'affidamento in base all'offerta economicamente più
vantaggiosa, considerando in base a prefissati parametri i
curricula, l'attrezzatura, il prezzo ed il tempo.
LETTERE, DELIBERE E DISCIPLINARI D'INCARICO
Per gli Enti pubblici l'affidamento degli incarichi avviene sempre
in forma scritta per delibera.
Per il Committente privato è sempre buona cosa che sia affidato
per iscritto con lettera controfirmata corredata da contratto o
disciplinare.
Per le opere pubbliche in particolare si elabora e sottoscrive un
disciplinare di incarico. Non esiste uno schema fisso e vincolante
di disciplinare: di norma è più o meno complesso in ragione del
tipo e dell'importanza dell'incarico.
Tale disciplinare contiene varie norme particolari che possono
essere completive e interpretative della tariffa professionale
vigente.
OBBLIGHI TRIBUTARI: PARTITA I.V.A.
La normativa vigente relativa all'I.V.A. (Imposta Valore
Aggiunto), e il Testo Unico delle Imposte Redditi, prevedono che
chi esercita una libera professione come iscritto ad un Albo
specifico assuma la partita I.V.A.
Sono ammesse prestazioni professionali senza partita IVA soltanto
nel caso di una loro "occasionalità", situazione che viene a cessare
nel momento in cui insorgono comportamenti che la rendono
"abituale".
Le circostanze che determinano la "occasionalità" delle
prestazioni non sono mai state chiarite in modo definitivo, e
comunque sono collegate all'importo dei redditi provenienti
dall'attività professionale, al numero di fatture (parcelle) emesse e
al periodo di tempo per il quale detta attività risulta esercitata.
OBBLIGHI TRIBUTARI: PARTITA I.V.A.
Il possesso della partita I.V.A. implica l'assunzione di rilevanti e
ricorrenti obblighi di tipo fiscale quali:
a) l'obbligo di emissione di fatture gravate da IVA e loro
numerazione progressiva ed annotazione sugli appositi libri;
b) l'obbligo di versamenti periodici dell'imposta riscossa, entro i
termini previsti, pena pesanti sanzioni, anche per un solo giorno di
ritardo;
c) l'obbligo della dichiarazione annuale;
d) l'annotazione su appositi libri delle spese sostenute e
fiscalmente riconosciute, nonché dell'acquisto di beni inerenti
all'esercizio della professione.
TRATTAMENTO PREVIDENZIALE: INARCASSA
La legge 4 Marzo 1958, n. 179 (Istituzione e ordinamento della
Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed
architetti) comparsa su G.U. 24.3.1958, n. 72 istituisce dal punto
di vista legislativo la cassa di previdenza di ingegneri e architetti
(Inarcassa).
L’iscrizione a INARCASSA, per chi esercita la libera professione,
è obbligatoria ai sensi dell’art. 21 della legge n.6 del 3 gennaio
1981.
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