•AUXO_24x34 28-11-2008 10:10 Pagina 2 auXologico NEWS PERIODICO DI INFORMAZIONE SANITARIA A CURA DELL’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO - ANNO 1 - N1 www.auxologico.it Cinquant’anni rappresentano per un Ente, come l’Istituto Auxologico Italiano, un arco di crescita e sviluppo che comprende le fasi di avviamento, ampliamento, consolidamento ed espansione. Oggi l’Istituto Auxologico Italiano è un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) che pone la ricerca al centro della propria attività collocando l’assistenza, che deve mirare all’eccellenza, in un ruolo derivante dalla ricerca stessa. N el 1972 l’Istituto Auxologico Italiano ha ottenuto il riconoscimento di istituto di ricovero e cura a carattere scientifico preceduto, tra gli Istituti privati, soltanto dalla Fondazione “Clinica del Lavoro” di Pavia, per i risultati della ricerca conseguiti e per la sperimentazione e la cura del nanismo ipofisario nei bambini. Una patologia allora non curabile, che, grazie alle ricerche e sperimentazioni dell’Istituto Auxologico, è stata poi completamente debellata. nologia pediatrica, focalizzando l’impegno di ricerca sull’ormone della crescita e sull’obesità. Questo ruolo pionieristico, basato sulla ricerca e sulla clinica, ha rappresentato un modello di sfida che ha caratterizzato l’attività di ricerca degli anni successivi. Sul versante endocrino-metabolico, invece, è stata affrontata, con maggior impegno di medici e con nuovi strumenti tecnologici di ricerca, la realtà complessa dell’obesità grave e delle sue complicanze. Una sfida di cui l’Istituto Auxologico Italiano si è fatto promotore tra i primi, divenendo centro di riferimento per l’obesità in Italia. La ricerca dell’Istituto Auxologico Italiano ha avuto come oggetto prevalente – in sintonia con il primo articolo dello Statuto – lo sviluppo umano con riferimento all’intero arco temporale della vita, mettendo perciò a fuoco le diverse peculiarità dei disturbi e delle patologie che possono manifestarsi nelle varie stagioni dell’esistenza umana. Semplificando, si potrebbe dire che l’Istituto Auxologico Italiano è partito nel 1958 da ricerche sull’infanzia e sull’adolescenza in una lettura prevalentemente pediatrica, in particolare di endocri- E’ uscito il libro Istituto Auxologico Italiano 1958-2008. 50 anni di ricerca e cura del Prof. Sergio Zaninelli. Il volume ricostruisce la storia dell’Istituto e illustra i contributi che esso ha dato nei settori della conoscenza scientifica e in quella dell’assistenza sanitaria. L’interesse scientifico sull’obesità e le complicanze cliniche ad essa associate ha successivamente orientato le ricerche dell’Auxologico anche all’età più matura, attraverso lo studio di patologie socialmente rilevanti quali, in primo luogo, le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari (quali scompenso cardiaco, infarto, ictus). L’impegno dell’Auxologico in questi settori è testimoniato anche dalla pubblicazione del Rapporto sull’obesità in Italia, giunto ormai alla sua sesta edizione, e del Rapporto sull’ictus in Italia. In anni recenti l’Istituto Auxologico Italiano ha esteso gli interessi clinico-scientifici al settore delle neuroscienze e delle patologie autoimmuni sia a livello di ricerca genetica e molecolare, sia come intervento clinico e riabilitativo che comprende anche un approccio integrato alle patologie dell’invecchiamento. La ricerca medica presso l’Istituto Auxologico italiano è al primo posto. Il rigore che la caratterizza e la speranza che ne alimenta la tenacia, si traduce nel finalizzare le scelte strategiche dell’Auxologico verso la qualità e la specializzazione, in altre parole verso l’eccellenza. L’integrazione tra ricerca e cura dell’ammalato consente di produrre così risultati, conoscenze, tecnologie, protocolli diagnostici e terapeutici all’avanguardia, finalizzati al costante miglioramento della salute della persona, da trasferire come modelli al Servizio Sanitario Nazionale. Attualmente l’attività di ricerca dell’Istituto Auxologico Italiano si sviluppa negli ambiti auxoendocrino-metabolici, in quelli cardiovascolari, delle neuroscienze e della riabilitazione intensiva di alta specialità. Di tutte queste sfide e relativi risultati – tanto nella ricerca che nella clinica – cercheremo di tenere informate tutte le persone vicine, per un motivo o per l’altro, all’Istituto Auxologico Italiano, anche attraverso questa nuova pubblicazione. I NUMERI DELL’AUXOLOGICO 50 anni di ricerca e cura 10 sedi in Lombardia e Piemonte 24 850 laboratori di ricerca mila pazienti ogni anno 3,5 milioni di prestazioni sanitarie ogni anno 2.000 collaboratori 200 pubblicazioni scientifiche ogni anno •AUXO_24x34 28-11-2008 10:10 Pagina 3 ATTIVITÀ CLINICA Il polo di neuro-riabilitazione dell’Ospedale San Luca in via Mercalli A cura del Prof. Luigi Tesio Direttore dell’Unità Clinica e Laboratorio di Ricerche di Riabilitazione Neuromotoria, Istituto Auxologico Italiano. Ordinario di Medicina Riabilitativa presso l’Università degli Studi di Milano. c Attenzione alla scelta e alla formazione del personale L’ insieme delle procedure volte al recupero fisico di chi ha acquisito una disabilità a causa di una malattia del sistema nervoso - cervello, midollo spinale, nervi - o muscolare, viene chiamata neuro-riabilitazione. Si tratta di una disciplina specifica che ha nel medico Fisiatra, specialista in medicina fisica e riabilitativa, la figura di riferimento per tutta l'équipe tecnica multiprofessionale che comprende figure diverse: fisioterapisti, logopedisti, infermieri in unità di riabilitazione, terapisti occupazionali ed altre ancora. Può divenire un paziente neuro riabilitativo, per esempio, chi è reduce da ictus cerebrale e sofferente di emiparesi, così come una persona reduce da un intervento neurochirurgico cerebrale o midollare, oppure chi soffre di sclerosi multipla. In concreto si tratta di programmi riabilitativi che si impegnano a riportare le funzioni originali a livello di locomozione, comunicazione, autosufficienza nel controllo sfinterico, utilizzo degli arti superiori, attenendosi a obiettivi raggiungibili a livello personale, tenuto conto anche delle condizioni iniziali, del contesto, del tipo di lavoro. Il programma, condiviso con l’equipe, adattato al singolo paziente e modificato nel tempo in base al recupero che si osserva, può essere svolto con ricovero ospedaliero, in ambulatorio o a domicilio. Tra i temi di punta in ambito neuroriabilitativo a livello di ricerca si possono citare l’analisi del movimento e in particolare dell’equilibrio e della locomozione, la sperimenta- CAPIRE GLI STRUMENTI DIAGNOSTICI Tomografia Computerizzata (TAC) A cura del dott. Sergio Delpiano, Responsabile del servizio di Diagnostica per Immagini, Istituto Auxologico Italiano. a tomografia computerizzata, più semplicemnte chiamata TAC, è un esame diagnostico per immagini, che impiega un’apparecchiatura a base di raggi X per riprodurre al computer “sezioni” e ricostruzioni tridimensionali della regione corporea indagata. Da qui il nome tomografia, che significa, per l’appunto, “immagine in sezione”. È un esame prescritto per chiarire dubbi diagnostici di una certa importanza, quando indagini più semplici come la radiografia o l’ecografia non hanno potuto fornire una risposta chiara. Rispetto alla radiografia tradizionale, la TAC ha il vantaggio di evidenziare anche minime differenze tra i tessuti di un organo e quindi di vedere strutture altrimenti non identificabili. L Consente di fare diagnosi precise su patologie del sistema nervoso, di organi addominali, torace, e dell’apparato muscolo scheletrico. Il suo principale utilizzo è quello dello studio dei tumori, in particolare quelli di piccole dimensioni o localizzati in posizioni difficilmente raggiungibili con altre tecniche diagnostiche. Talvolta può essere richiesto l’uso di un mezzo di contrasto, ovvero un liquido che viene iniettato prima di sottoporsi all’esame, per ottenere una maggiore chiarezza di alcune particolari strutture. L’esame si svolge in modo molto semplice: il paziente si sdraia sul lettino mobile, rilassandosi il più possibile per cercare di ridurre al minimo i movimenti. zione di tecnologie innovative, l’integrazione fra ricerche su disabilità motorie e cognitive. E’ ampiamente dimostrato che le procedure di esercizio, eseguite in contesti medico-sanitari adeguati, sono efficaci nel ridurre il grado di disabilità e nel prevenirne l’aggravamento. Gli studi di efficacia sono molto difficili in questo campo poiché si utilizzano tecniche terapeutiche comportamentali –intrinsecamente dotate di una componente soggettiva- e di regola non sono possibili quegli accorgimenti di metodo che facilitano la ricerca biologica, per questo motivo le tecniche riabilitative sono ancora piuttosto variabili da sede a sede. La ricerca in riabilitazione sta facendo grandi passi in avanti, tuttavia, e si confida in ulteriori successi nel corso dei prossimi anni. L’Istituto Auxologico da molti anni si occupa di riabilitazione neuromotoria sia a livello clinico sia con programmi di ricerca, nelle sue Unità Operative in Piemonte a Piancavallo-Verbania e a Milano, nel Polo di Neuroriabilitazione in via Mercalli. L’Istituto è divenuto un punto di eccellenza in ambito neuroriabilitativo e questa posizione è stata raggiunta con l’attenzione alla scelta e alla formazione del personale, e grazie alla condivisione dei modelli gestionali tra componente amministrativa e sanitaria. L’attenzione all’innovazione tecnologica e nella cura, insieme con l’apertura a collaborazioni internazionali, contribuiscono a creare i presupposti per offrire al paziente neurologico le migliori cure riabilitative. La Sindrome Metabolica A cura del prof. Antonio Liuzzi Direttore dell'UO di Medicina Interna dell'Ospedale San Giuseppe, Istituto Auxologico Italiano di Piancavallo (VB). I n un recente Convegno organizzato dall’Istituto Auxologico, tenutosi a Verbania - Villa Caramora - si è parlato di sindrome metabolica. Un’intera giornata che ha visto figure e specializzazioni mediche diverse, dalla cardiologia all’endocrinologia, confrontarsi su una tematica emergente. Non vi è una definizione univoca per identificare pazienti con questa sindrome, ma in linea di massima si può affermare che un paziente è portatore di sindrome metabolica se sono presenti almeno tre di questi parametri: obesità centrale definita con la circonferenza vita; glicemia superiore ai 110 mg/dl; colesterolo HDL ridotto (o trattamento con statine); trigliceridi sopra i 150 mg/dl; ipertensione arteriosa (o trattamento anti ipertensivo). Dal Congresso sono emerse diverse problematiche che derivano dalla variabilità dei parametri proposti per identificare la sindrome metabolica. Infatti vi è molta discussione tra i medici sulla definizione di questa sindrome. Quello che è certo che non vi è attualmente una terapia unica per affrontare la cosiddetta Sindrome Metabolica e che ognuno dei fattori (l’obesità, l’ipertensione, la dislipidemia e iperglicemia) va curato separatamente. Intanto la ricerca in questo campo prosegue, visto la sempre maggiore diffusione nella popolazione dei parametri compresi nella definizione della malattia. •AUXO_24x34 28-11-2008 10:10 Pagina 4 ATTIVITÀ DI RICERCA Medicina e ricerca sul tetto del mondo n 46 – tra medici-ricercatori, neuropsicologi, bioingegneri e alpinisti – hanno partecipato alla Missione HighCare (HIGH altitude CArdiovascular REsearch), una spedizione di ricerca scientifica e medica sull’Everest, promossa dall’Istituto Auxologico Italiano, in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca. La spedizione della durata di due mesi, è partita da Kathmandu, capitale del Nepal, e proseguita poi verso il campo base dell’Everest dal lato Nepalese, all’altezza di 5400 m, con proseguimento della raccolta dati negli alpinisti sino ai campi 1 e 2 dell’Everest, a quote tra i 6100 e 6700 m s.l.m. Scopo della missione è stato capire come la carenza di ossigeno possa innescare tutta un serie di processi fisiopatologici all’origine di malattie cardiovascolari come infarto e ictus, oppure associati ad un frequente fenomeno come le apnee notturne che tanta parte hanno poi, nuovamente, nel determinare problemi a carico del cuore. Ma la carenza di ossigeno a livello cellulare caratterizza anche malattie legate a disfunzioni metaboliche come l’obesità, la piaga sociale che sta investendo gran parte del mondo industrializzato e non, tanto da essere indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “globesità”. All’ossigeno, del resto, sono legate tutte le nostre funzioni vitali: dopo pochi minuti di assenza di ossigeno, il nostro cervello muore. Ecco perché risulta così importante indagare tutti i coinvolgimenti, anche neurologici, di una ridotta disponibilità di ossigeno ed il suo effetto sulla fisiologia nell’arco delle 24 ore. Questo è stato fatto nelle giornate molto impegnative, sia sul piano fisico che mentale, che i 46 hanno dovuto affrontare nella salita verso la cima dell’Everest, ma anche durante il sonno, grazie alle sofisticate apparecchiature trasportabili utilizzate. Nonostante le numerosissime difficoltà di tipo tecnico, logistico, meteorologico e organizzativo, durante la missione si è riusciti a raccogliere più del 95% dei dati programmati. Dati sul comportamento della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e della loro I variabilità, dati sulle alterazioni respiratorie durante il sonno e sulle modificazioni della funzione cardiaca e dell’elasticità delle grandi arterie alle varie altezze raggiunte. Sono state studiate le possibili modificazioni della regolazione nervosa dell’apparato cardiovascolare in alta quota, indagando anche le possibili modificazioni della reattività neuropsicologica a quote progressivamente crescenti. I ricercatori hanno inoltre raccolto campioni di sangue per studiare le modificazioni del metabolismo, dei parametri infiammatori, della produzione di proteine su base genetica e della regolazione delle cellule del sangue stesso in condizioni di ipossia acuta e cronica, grazie a sofisticatissimi sistemi per la conservazione del sangue a – 80° mediante azoto liquido. Infine, sono stati studiati gli effetti di manovre farmacologiche e non farmacologiche per contrastare le conseguenze dell’ipossia. Gli stessi dati sono stati raccolti anche in un gruppo di Sherpa che vivono e lavorano in quelle condizioni, per confrontarli con quelli dei ricercatori. Ora l’analisi e la discussione di questi dati saranno proposti alle principali riviste mediche internazionali. A cura del Prof. Gianfranco Parati, Primario di cardiologia presso l’Istituto Auxologico di Milano, docente di Medicina Interna all’Università di Milano Bicocca e ricercatore capo del Progetto HighCare 2008. Il Centro di ricerca e cura dell’invecchiamento dell’Istituto Auxologico Italiano A cura della prof.ssa Daniela Mari, Direttore dell’Unità Operativa di Medicina Generale ad Indirizzo Geriatrico dell’Ospedale San Luca e del Laboratorio sperimentale di ricerche sull’invecchiamento, Istituto Auxologico Italiano. ttivo ormai da più di un anno, il nuovo Centro di ricerca e cura dell’invecchiamento dell’Istituto Auxologico Italiano, situato vicino alla Fiera MilanoCity, è una importante struttura all’avanguardia nello studio dei meccanismi e delle malattie legate all’invecchiamento e nella cura delle persone anziane. Il Centro, che mette a disposizione dell’anziano conoscenze e competenze sanitarie di eccellenza per migliorarne la qualità di vita, è nato da un progetto clinico-scientifico dell’Istituto Auxologico Italiano con l’obiettivo di affrontare in modo completo tutti i problemi legati alla terza età, dalla precoce diagnosi preventiva, al ricovero ospedaliero specifico per l’anziano, sino alla lunga degenza di elevato contenuto sanitario. Fondamentale è l’attività di ricerca, poiché solo attraverso la conoscenza continua si possono garantire i massimi benefici per i pazienti. In particolare i campi di studio sviluppati sono: le basi genetiche della longevità, che indagano le caratteristiche di un largo numero di figli settantenni di centenari;analisi di metilazione del DNA; valutazione mediante farmacogenomica di dose-efficacia della terapia anticoagulante orale (TAO) nell’ anziano; fattori di rischio genetici e non nelle malattie cerebrovascolari dell’anziano; l’influenza dell’obesità e dello stato metabolico sull’invecchiamento e le malattie età-correlate. Il Centro di ricerca dell’invecchiamento ha una superficie di 30.000 mq, nel quale collaborano ricercatori genetisti e molecolari, medici di varie specialità, docenti universitari ed i loro allievi in specializzazione, impegnati ad accrescere le conoscenze sull’invecchiamento e migliorare le condizioni e la qualità della vita della popolazione anziana. Presso il Centro sono operative una Divisione di Medicina generale ad indirizzo geriatrico, in convenzione con l’Università degli Studi di Milano, ed una Divisione di Medicina Riabilitativa. Le strumentazioni diagnostiche sono all’avanguardia e comprendono la Risonanza Magnetica Nucleare di alto campo, la radiologia digitale e diagnostica ultrasonografica di ultima generazione. All’interno del Centro si trova anche una moderna Residenza Sanitaria per Anziani (RSA) connotata dall’alto contenuto sanitario dei servizi erogati. A •AUXO_24x34 28-11-2008 10:10 Pagina 1 Ampliamento dell’Istituto Scientifico Ospedale San Luca istituto Auxologico Italiano ha fatto la scelta di potenziare le proprie dotazioni strutturali e tecnologiche per essere sempre più competitivo, con i propri ricercatori e medici, nelle sfide che la ricerca biomedica e la cura del malato sottopongono ogni giorno. Sono in corso i lavori per l’ampliamento dell’Istituto Scientifico Ospedale San Luca a Milano (si veda la rappresentazione nella foto del plastico qui sopra), che si estenderà dalla Via Spagnoletto, lungo via Magnasco, fino a Piazzale Brescia. Troveranno spazio, negli oltre 10.000 mq, nuovi Laboratori sperimentali di ricerca che opereranno in modo integrato con le Unità Operative di degenza, aule didattiche per lo studio e la formazione dei ricercatori e dei medici, una piastra chirurgica e nuovi spazi di degenza progettati per dare al malato il più elevato standard assistenziale. I lavori saranno ultimati per la fine del 2009. ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE Via Cadorna, 90 - Piancavallo (Oggebbio-VCO) Linea ASL e Privati 0323 514600 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE VILLA CARAMORA Corso Mameli, 199 - Verbania (VCO) Linea ASL e Privati 0323 514600 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN MICHELE Via Ariosto, 13 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA Via Spagnoletto, 3 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CENTRO DI RICERCHE E TECNOLOGIE BIOMEDICHE Via Zucchi, 18 - Cusano Milanino (MI) Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA Polo di Neuroriabilitazione Via Mercalli, 32 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CENTRO DI RICERCA E CURA DELL'INVECCHIAMENTO Via Mosè Bianchi, 90 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CENTRO DIAGNOSTICO - MEDA Corso della Resistenza, 23 - Meda (MI) Linea ASL 03627724001 Linea Privati 0362 7724000 CENTRO DIAGNOSTICO PIOLTELLO via Masaccio, 4B - Pioltello (MI) Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CASA DI CURA SAN CARLO Via Pier Lombardo, 22 - Milano Linea ASL e Privati 02 550001 L’ LA RICERCA AIUTA A CURARTI MEGLIO Dai un contributo all’attività di ricerca dell’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO: BANCA INTESASANPAOLO, Filiale 2103 Corso Vercelli, 25 - Milano IBAN: IT 35 I 03069 09448 000002661142 c/c:26611-42 CAUSALE: DONAZIONE Per donazioni e informazioni Istituto Auxologico Italiano 02-61911.2985 [email protected] LE SEDI DI RICERCA E CURA LAVORI IN CORSO PRENOTAZIONI ON LINE: [email protected] AUXOLOGICO NEWS - NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE SANITARIA Istituto Auxologico Italiano. Via Ariosto, 13 – 20145 Milano. Direttore Responsabile: Giovanni Ancarani. In attesa di Iscrizione al Tribunale di Milano. Contatti: [email protected]