L’INVERNAMENTO DEGLI ALVEARI Modalità e buone pratiche PAOLO FONTANA Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico PREPARAZIONE ALL’INVERNAMENTO Quando finiscono le grandi fioriture, quelle che forniscono la produzione per l’apicoltore, per le api inizia in pratica l’autunno. Da questo momento la loro attività sarà volta a rafforzare la colonia e a prepararsi all’inverno. L’apicoltore deve assecondare e favorire questo processo. Questa è anche la stagione in cui l’apicoltore incrementa il numero delle sue colonie. È fondamentale non ridurre il proprio impegno verso le api, perché è questo il momento critico, in cui le api devo armoniosamente iniziare a predisporre le scorte dell’alveare e a produrre la covata che nel corso di alcuni mesi dovrà portare alla formazione della colonia svernante, formata da api invernali. SE VOGLIAMO API SANE DOBBIAMO CONTROLLARE LA VARROA. CONTROLLO DELLA VARROA STRATEGIE ATTUALI TECNICHE APISTICHE RESISTENZA DELL’APE STRATEGIA IN SVILUPPO PRODOTTI ACARICIDI NEMICI NATURALI DELLA VARROA? STRATEGIE FUTURE? TECNICHE APISTICHE PER IL CONTROLLO DELLA VARROA • Telaino trappola di covata maschile • Blocco della Covata • Eliminazione della covata opercolata • Tecnica del Pacco d’api UTILI SOLO PER CONTROLLO VARROA UTILI ANCHE PER LA MOLTIPLICAZIONE DELLE COLONIE Di queste tecniche parleremo nell’ambito della trattazione della Varroasi in una delle prossime lezioni SONO DUE TECNICHE MOLTO EFFICACI E SEMPLICI CHE STANNO DANDO I MIGLIORI RISULTATI IN TUTTA ITALIA ED ANCHE IN TRENTINO Le tecniche apistiche sono fondamentali ma non si può fare a meno di utilizzare prodotti ad azione acaricida. Questi prodotti, come le tecniche, verranno considerati nell’ambito della trattazione della Varroasi in una delle prossime lezioni Qui serve solo precisare che la strategia da adottare dovrebbe essere scelta sulla base di dati oggettivi sulla consistenza della popolazione di Varroa presente negli alveari. Risulta quindi importante sapere con buona approssimazione quanta Varroa c’è. Fondamentale è non usare ogni anno lo stesso prodotto. Un trattamento estivo ed uno autunnale possono in certe annate non bastare, quindi non bisogna mai allentare la presa e monitorare spesso il grado di infestazione. QUANDO INIZIARE LA LOTTA ALLA VARROA La Varroa è il più grave problema dell’apicoltura contemporanea. Si devono adottare tutte le strategie possibili per combattere questo parassita. Normalmente la lotta alla Varroa ha inizio dopo l’ultimo raccolto. Generalmente ciò avviene alle basse quote a fine giugno e più in alto ad inizio luglio. In alcune annate ed in alcuni apiari questo momento può essere già troppo tardi. Occorre quindi monitorare il grado di infestazione anche durante il raccolto. Oltre all’uso di prodotti naturali o di sintesi si devono adottare tecniche apistiche idonee (blocco di covata, eliminazione covata, etc…) QUANDO INTERVENIRE TRATTAMENTO PRIMAVERILE: Recenti ricerche canadesi dimostrano che fino a marzo il 75% della Varroa non entra nella covata. In questa fase potrebbe risultare utile fare un trattamento se si ha il dubbio che il trattamento invernale sia stato non del tutto efficace. Potrebbe bastare un acido ossalico gocciolato o un intervento più prolungato con APIVAR. Le metodiche e l’efficacia dei trattamenti primaverili sono però da verificare e mettere a punto. Un trattamento primaverile dovrebbe essere fatto entro marzo. TRATTAMENTO ESTIVO: Il trattamento estivo è considerato un trattamento tampone, che consenta cioè alle colonie di sopravvivere e di produrre api sane fino all’intervento invernale. L’efficacia del trattamento estivo può essere ottimale solo se abbinato ad una delle tecniche apistiche. Il trattamento estivo deve iniziare prima possibile e comunque non oltre la metà di luglio. TRATTAMENTO INVERNALE: è il trattamento di pulizia e ha la massima efficacia se effettuato in assenza di covata. Occorre quindi attendere il più possibile (se il grado di infestazione lo permette) o utilizzare magari prodotti a lento rilascio come l’APIVAR. Api-Bioxal® TRATTAMENTO PRIMAVERILE, ESTIVO E AUTUNNALE Eseguire il trattamento in assenza di melario Principi attivi: 88,6 g Acido Ossalico Biidrato su 100 g tot. Pregi Facilità d’impiego Efficacia No resistenza Non tossico Non inquinante Difetti Efficacia dipendente dal grado di umidità Precauzioni: Trattamenti ripetuti possono danneggiare le api Modo di utilizzo di Api-Bioxal® Gocciolamento: Sciogliere il contenuto della confezione nel quantitativo di sciroppo indicato nella confezione (acqua e saccarosio in rapporto 1:1, preparato come in tabella. Versare 5 cc di prodotto per ogni telaino abitato, versandolo negli spazi tra i telaini o trasversalmente ad essi. Api-Bioxal Totale sciroppo Zucchero acqua Busta 35 g 0,5 l 308,6 g 308,6 ml Busta 175 g 2,5 l 1543,2 g 1543,2 ml Busta 350 g 5,0 l 3086,4 g 3086,4 ml Sublimazione: Versare 2,3 g di Api-Bioxal nell’apparecchio sublimatore rispettando le indicazioni del produttore. Dopo ogni utilizzo raffreddare e ripulire l’apparecchio da ogni eventuale residuo. BISOGNA SEMPRE TENER PRESENTE CHE: • Oltre al danno diretto la Varroa trasmette e favorisce lo sviluppo di virosi. • Si deve sempre monitorare il grado di infestazione nelle colonie. • Le tecniche apistiche contro la Varroa sono indispensabili. • Per i trattamenti bisogna utilizzare solo prodotti consentiti. • Bisogna utilizzare i prodotti secondo le esatte modalità d’uso. • Non bisogna mai sacrificare la salute delle colonie per un po’ di miele in più. • La Varroa è un problema da tenere sempre presente durante tutta la stagione apistica. LA TECNICA DELLA RIMOZIONE DELLA COVATA PERMETTE ALL’APICOLTORE DI RAGGIUNGERE ALLO STESSO TEMPO DIVERSI OBBIETTIVI: •Controllo molto efficace e semplice della Varroa nel trattamento estivo. •Costituzione di nuove colonie. •Produzione di nuove regine. •Rinnovamento dei telaini nelle colonie originarie. •Riduzione dell’affollamento dell’alveare dopo la rimozione dei melari. •Riduzione dei fenomeni di saccheggio estivo. •Sincronizzazione degli interventi. RIMOZIONE DELLA COVATA Abbinata alla rimozione dei melari questa tecnica permette di evitare l’affollamento nelle colonie, spesso causa scatenante di varie patologie. Si ha un’ottima pulizia dalla Varroa nelle colonie originarie e poi nei nuovi nuclei. Si ha un buon ricambio di telaini con riduzione delle malattie nell’alveare. Si producono nuove regine che se valide possono essere usate per sostituire quelle vecchie nelle colonie originarie. Posso aumentare il numero di colonie, ma riunendo i nuclei, dopo il trattamento alle colonie originarie, posso mantenere costante la consistenza dell’apiario. Riduco gli interventi e ne massimizzo l’efficacia. RIMOZIONE DELLA COVATA: GIORNO 1 La prima operazione da svolgere è l’individuazione della regina. Se non la troviamo ma abbiamo la sicurezza che ci sia (presenza di uova in piedi, api tranquille, no celle reali..) possiamo prelevare ugualmente i telaini di covata, in tal caso però tutte le api dovranno essere sbattute nell’arnia. Con i telaini di covata prelevati si costituiscono dei nuclei (con 5-6 telaini) di cui almeno 2-3 coperti di api e meglio se ottenuti mescolando telaini di vari alveari. È fondamentale eliminare eventuali celle reali già presenti. In questo modo si ottengono nuclei più bilanciati per api ma anche per Varroa. Ogni nucleo deve avere anche larve giovani o uova e api giovani per l’allevamento della nuova regina. I telaini con uova e larve giovani vanno posti al centro. Verificare e bilanciare anche la presenza di scorte nei telaini di covata. RIMOZIONE DELLA COVATA: GIORNO 1 Quando si prelevano i telaini di covata dalla colonia vanno tolti i telaini con prevalente covata opercolata. Nei telaini con piccole rose di covata opercolata o con cellette di covata opercolata isolate, queste vanno distrutte con la leva o la forchettina disoprecolatrice, lasciando la covata aperta nell’arnia. Questo è fondamentale per evitare la soppressione della regina da parte delle operaie rimaste. LA SOSTITUZIONE DEI TELAINI PRELEVATI DEVE ESSERE PROPORZIONATA ALLA POPOLOSITÀ DELLA COLONIA, TENENDO PRESENTE IL NUMERO DI MELARI. Ad esempio, ad una colonia con tre melari e 7 telaini di covata rimossi possono essere forniti anche 6-7 telaini (4-5 con foglio cereo ed il resto costruiti). RIMOZIONE DELLA COVATA: GIORNO 1 SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA TELAINO CON FOGLIO CEREO ESCLUDIREGINA APISCAMPO DIAFRAMMA RIMOZIONE DELLA COVATA: GIORNO 1 I NUCLEI COSÌ OTTENUTI VANNO ALLONTANATI IN UN APIARIO ISOLATO, PERCHÉ SARANNO TRATTATI CONTRO LA VARROA SOLO DOPO ALCUNE SETTIMANE RIMOZIONE DELLA COVATA: GIORNO 2 SCORTE-TELAINO MELARIO APISCAMPO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINO CON FOGLIO CEREO RIMOZIONE DEI MELARI, DELL’APISCAMPO E TRATTAMENTO CON ACIDO OSSALICO GOCCIOLATO RIMOZIONE DELLA COVATA Nei giorni successivi al trattamento con Ossalico si dovrà controllare la caduta di Varroa e verificare la ripresa della deposizione da parte dell’ape regina. Al fine di facilitare la costruzione dei fogli cerei è opportuno nutrire le colonie in questa fase. I nuclei prodotti con la covata, specialmente se forniti di qualche scorta, non vanno nutriti, infatti hanno pochissima covata da allevare. Tenderanno ad accumulare scorte fino alla fecondazione della regina. IL TRATTAMENTO AI NUCLEI VA FATTO NON PRIMA DI 24 GIORNI DALLA LORO COSTITUZIONE E PRIMA DELL’OPERCOLATURA DELLA NUOVA COVATA DELLA REGINA DI SOSTITUZIONE. Quattro giorni dopo la costituzione dei nuclei sarebbe opportuno fare un controllo delle celle reali prodotte. Le celle che risultassero già chiuse in tale controllo devono essere eliminate, lasciando invece quelle in sviluppo. Questo perché le celle chiuse in fretta sono partite da larve già di 3 giorni e non danno in genere buone regine. In questo controllo si possono inoltre fornire celle ai nuclei che non le hanno prodotte spostando un telaino con celle da nuclei dove queste sono state prodotte su più di un favo. RIMOZIONE DELLA COVATA Nei nuclei costituiti con la covata asportata, si possono inserire delle regine selezionate anche autoprodotte. Si possono inserire delle celle reali mature dopo aver distrutto quelle prodotte nei nuclei, avendo l’accortezza di inserirle non prima del 12° giorno dalla costituzione dei nuclei. Il traslarvo deve essere fatto lo stesso giorno della formazione dei nuclei. Più facile è la sostituzione delle regine già fecondate con altre selezionate o autoprodotte. In questo caso si sopprime la regina non desiderata, la si pone sopra i telaini esterni e si inserisce la gabbietta con la nuova regina fecondata. La regina da sostituire può anche essere mantenuta in vita per una settimana, per sicurezza, tenendola dentro una gabbietta con le accompagnatrici. RIMOZIONE DELLA COVATA I nuclei che per diversi motivi non si sono fatti una regina o la cui regina è andata persa nei voli di fecondazione, vanno trattati comunque con ossalico e poi devono essere sciolti, distribuendo i loro telaini ai nuclei vicini (dopo averli travasati in arnie). Bisogna essere certi però che non ci siano vergini. Per questo motivo conviene disporre i nuclei a distanza tale da permettere sempre il loro travaso in arnie senza spostamenti. Dopo le prime settimane di deposizione delle nuove regine posso valutarne il valore, scegliendo quelle da conservare e quelle da sopprimere. IN QUESTO MODO POSSO USARE LE NUOVE REGINE PER SOSTITUIRE LE REGINE DELLE COLONIE ORIGINARIE ED I TELAINI PER RINFORZARE I NUCLEI RIMASTI O LE ALTRE COLONIE. RIMOZIONE DELLA COVATA: un esempio concreto Apiario originario costituto al 10 luglio da 25 alveari e 5 nuclei. Sono stati rimossi 137 telaini di covata. Sono stati costituiti 23 nuclei (tutti da 6 e uno da 5 telaini). Tutti e 23 i nuclei hanno prodotto una regina ma solo 18 l’hanno portata a fecondazione. Tutti sono stati trattati con ossalico dopo 25 giorni. Nei 5 nuclei orfani è stato inserito un telaino con covata giovane per dare la possibilità di fare una nuova regina. A metà agosto due nuclei orfani sono stati leggermente saccheggiati e quindi sciolti distribuendo i telaini ai nuclei vicini, nel frattempo travasati in arnie. RIMOZIONE DELLA COVATA: un esempio concreto I nuclei che avevano ottenuto una regina fecondata si sono sviluppati molto rapidamente. Di quelli inizialmente orfani solo uno è stato recuperato. Anche l’inserimento di una regina fecondata non ha dato esito negli altri. Quindi conviene sciogliere i nuclei che da subito non hanno prodotto una regina fecondata. A metà ottobre dei 23 nuclei originari la situazione è questa: 19 colonie, di cui 12 travasate in arnie e con 8-10 telaini. Dopo la fecondazione della regina i nuclei/arnie sono stati nutriti 3 volte (1 kg a colonia). RIMOZIONE DELLA COVATA: un esempio concreto Delle 30 colonie originarie nessuna ha cambiato regina (solo una colonia è sciamata dopo la rimozione: lo sciame è stato recuperato e trattato e la colonia ha sostituito la regina che si è fecondata). Anche nelle colonie in cui la regina non si era vista e tutte le api erano state sbattute non si è avuto nessun problema per la regina. Le colonie hanno costruito quasi tutti i telaini con foglio cereo forniti, quelli poco costruiti sono stati rimossi a fine agosto, iniziando il restringimento pre-invernamento. Le colonie sono tutte sane, calmissime e sono state nutrite 3 volte con 1 kg di nutrimento liquido. Nelle colonie originarie e nei nuclei costituiti con la covata non si sono registrati sintomi di alcun tipo. Non si sono registrati casi di saccheggio se non nei due nuclei orfani. LA RIMOZIONE DELLA COVATA PERMETTE DI OTTENERE UN’OTTIMA PULIZIA DALLA VARROA ED ALLO STESSO TEMPO DI PREDISPORRE LE COLONIE E L’APIARIO NEL SUO INSIEME AD UN INVERNAMENTO OTTIMALE. Infatti si ottengono: 1. Pulizia dalla Varroa 2. Rinnovamento telaini 3. Ridistribuzione scorte e bilanciamento colonie. 4. Rinnovamento regine. 5. Predisposizione di nuovi nuclei “di sicurezza”. + OK PRIMA FASE DELL’INVERNAMENTO: NUTRIZIONE ESTIVA Negli ultimi anni si registrano estati molto calde e secche. Inoltre i cambiamenti del paesaggio agrario hanno ridotto ulteriormente le possibili fonti di alimento per le api. Occorre perciò garantire alle api una adeguata alimentazione estiva, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Questo si può ottenere in tre modi: 1. Fornendo alimenti alle api (zuccherini e non solo) 2. Seminando presso gli apiari miscugli di piante nettarifere 3. Trasferendo le api in zone di montagna con molti prati fioriti INVERNAMENTO Invernare le api significa prepararle a passare l’inverno. Si deve fare in modo che le colonie siano: • Ben popolate da api sane (devono vivere almeno 5 mesi) • Con molte scorte • Alloggiate in arnie di misura adeguata • Ben isolate dalle temperature esterne, specialmente in alto • In apiari climaticamente favorevoli Perché in autunno si devono “stringere” le colonie? • Per ridurre lo spazio da riscaldare nell’arnia • Per rendere le scorte accessibili durante i mesi molto freddi RESTRINGIMENTO Se le colonie al momento dell’invernamento sono su 9-10 telaini, andranno ristrette a 6-7 telaini. Asportando all’inizio telaini di scorte e non di covata. Con la nutrizione autunnale le api riempiranno via via i telaini che non saranno usati per la covata. Colonie su 6-7 telaini a fine estate, vanno invernate in arniette da 6 telaini, meglio se strette su 5 telaini. Queste operazioni non devono essere fatte in ritardo, per dare alle api il tempo di riequilibrare gli spazi e per sistemare le scorte al meglio. Dopo il trattamento autunnale contro la Varroa le api vanno sistemate definitivamente, le soffitte vanno imbottite di materiale isolante (anche un sacco o della carta vanno bene). Si devono togliere o isolare i fondi di lamiera. RESTRINGIMENTO SCORTE COVATA-SCORTE TELAINI POCO ABITATI O POCO COSTRUITI DIAFRAMMA EVENTUALI TELAINI DI SCORTE IN ECCESSO POSSONO ESSERE DISTRIBUITI ALLE COLONIE CON UN DEFICIT DI SCORTE O IMMAGAZZINATI. PIEDI FREDDI E TESTA CALDA L’ARIA CALDA SALE VERSO L’ALTO, QUINDI È IMPORTANTE ISOLARE LA SOFFITTA DELL’ARNIA. ISOLANTE ISOLANTE LA LAMIERA DEL FONDO ASSORBE E DISSIPA CALORE, QUINDI MEGLIO TOGLIERLA O ISOLARLA. LE ARNIE NON DEVONO AVERE L’APERTURA IN DIREZIONE DI VENTI FREDDI. LE ARNIE DOVREBBERO ESSERE SOLLEVATE DA TERRA ALMENO 40 cm. IL CANDITO DEVE ESSERE ACCESSIBILE DAL CENTRO DEL GLOMERE QUINDI LE SOFFITTE DOVREBBERO AVERE UN FORO DECENTRATO. VERIFICARE CHE LE SCORTE NON SIANO COSTITUITE DA “MANNA”, NON UTILIZZABILE DALLE API. RICORDARSI DI RIDURRE LE PORTICINE. IN AREE MOLTO FREDDE RIEMPIRE IL VUOTO OLTRE IL DIAFRAMMA CON LASTRE DI MATERIALE ISOLANTE. NUTRIZIONE DELLE COLONIE PER L’INVERNAMENTO NUTRIZIONE ESTIVA per stimolare la produzione di covata sana (dopo il trattamento estivo contro la Varroa) con nutrimento liquido. All’inizio il nutrimento deve essere diluito (stimolante) e poi più concentrato. NUTRIMENTO LIQUIDO. NUTRIZIONE AUTUNNALE: per raggiungere un adeguato livello di scorte. Devono esserci almeno 10-20 kg di miele per colonia, a seconda che sia un nucleo su 5 telaini o una colonia su 8. Un telaino pieno di scorte pesa circa 5 kg. NUTRIMENTO LIQUIDO. CON TEMPERATURE DIURNE INFERIORI AI 13-15°C NON SI DEVONO SOMMINISTRARE ALIMENTI LIQUIDI. NUTRIZIONE INVERNALE: Nelle colonie con buone scorte, conviene iniziare l’eventuale somministrazione di candito verso fine gennaio. Le morie per fame in genere avvengono alla ripresa della deposizione di covata, che può verificarsi già in tale periodo. CANDITO Al contrario di quanto si può pensare, i consumi invernali sono minori nelle zone con inverni freddi e assenza di covata e risultano invece elevati in zone con inverni miti che permettono alle api di volare e di proseguire nell’allevamento della covata come, ad esempio, si verifica nel litorale ligure. VISITE INVERNALI In inverno conviene visitare l’apiario con una certa regolarità per: • Verificare che le arnie non siano capovolte o danneggiate da picchi od orsi ma anche topi •Auscultare l’arnia dandole un colpo secco ed accostando l’orecchio alle pareti • Osservare che, se è una giornata soleggiata, ci sia una minima attività di volo o alla porticina • Controllare che le api abbiano ancora a disposizione del candito e come lo stanno consumando CANDITO COMMERCIALE INIZIO DEL CONSUMO CANDITO CANDITO ARTIGIANALE IN BUSTA DI PLASTICA CANDITO CONSUMATO PER METà FINE DEL CONSUMO CANDITO CANDITO ARTIGIANALE IN SCATOLA PLASTICA Prima dell’invernamento e durante le visite invernali è opportuno soppesare le arnie per avere un’idea delle loro scorte. Verificare che le colonie che non consumano il candito abbiano un reale e agevole accesso a questo alimento (talvolta ci si dimentica di bucare la busta del candito o si posiziona male sopra il foro della soffitta). In colonie invernate su 7-8 telaini controllare, in giornate tiepide, controllare che le scorte non siano troppo lontane dal glomere. L’applicazione di un telo plastico trasparente (resistente alle basse temperature come quello per le serre) può facilitare le ispezioni invernali, sollevando la soffitta senza esporre le api al freddo. Questo telo plastico deve avere un foro in corrispondenza dell’apertura per il nutritore. Molti apicoltori in Austria e Germania ma anche in Alto Adige mettono sotto la soffitta un film plastico. Questo ha lo scopo di mantenere una certa umidità e temperatura ed ha un effetto sulla docilità delle api. L’apertura dell’arnia è meno traumatica e può essere parziale. In inverno poi si ha una certa visibilità della colonia. DANNI DA PICCHIO In molti paesi europei i picchi costituiscono un grave problema per l’apicoltura tanto che in certe zone sono necessarie protezioni contro questi uccelli CONTROLLO PRIMAVERILE DALLA PRIMAVERA GLI APIARI ANDREBBERO VISITATI UNA VOLTA ALLA SETTIMANA GRAZIE DELL’ATTENZIONE PAOLO FONTANA Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico