Ministero dell’economia e delle finanze
Scuola superiore dell’economia e delle finanze
Percorso seminariale di alta formazione
"Lo stato di attuazione della riforma del federalismo fiscale“
I sistemi perequativi di Regioni ed Enti locali
Alberto Zanardi
Università di Bologna
Commissione tecnica paritetica per l’attuazione
del federalismo fiscale
Roma, 24 giugno 2013
Struttura della discussione
La redistribuzione territoriale in Italia: una valutazione
Modelli di trasferimenti perequativi per gli enti territoriali
La riforma del sistema di perequazione degli enti
territoriali in Italia
• nella Costituzione
• nella legge delega del federalismo fiscale
• nei decreti legislativi
• nell’attuazione concreta
La redistribuzione interregionale: una valutazione
Residui fiscali pro-capite - Pubblica amministrazione 2002-05, euro correnti)
2002
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino A.A.
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
-1474
4144
-4558
1314
-2446
-513
1170
-2956
-1165
999
-705
-311
471
1849
1655
1370
2623
3363
2597
3031
2003
-1546
3474
-5379
1314
-3213
386
1105
-3644
-1158
1689
-832
-246
404
1538
1471
1724
2428
2959
2324
2562
2004
-1167
4092
-4247
1825
-2288
-692
770
-2504
-1020
1215
-567
-1227
410
2441
1437
1630
2018
2916
2484
2846
2005
-927
3564
-3769
1866
-2218
-28
744
-2317
-934
1309
-462
-1505
515
2704
1511
1703
2503
3001
2561
3057
Fonte: ns elaborazioni sui CPT
Residui fiscali = spesa pubblica (al netto dei trasferimenti erogati e degli interessi
passivi) – entrate pubbliche (al netto dei trasferimenti ricevuti)
La redistribuzione interregionale: una valutazione
Fiscal residua (General government)
per-capita % deviation from avg value
470 a 590
310 a 470
180 a 310
-60 a 180
-620 a -60
(3)
(4)
(4)
(5)
(4)
La richiesta della Lega nord di trattenere almeno il 75% del
prelievo localizzato nei territori: quanto è lontana dalla realtà?
Spese-entrate/entrate (pubblica amministrazione al netto della spesa per interessi)
Val D'Aosta
Lombardia
2006
2005
2004
2003
2002
2001
Piemonte
media 2001-2006
-17.7%
-15.3%
-16.1%
-14.7%
-13.0%
-16.5%
31.4%
23.6%
17.0%
16.7%
20.6%
19.1%
-37.3%
-32.5%
-36.1%
-31.2%
-29.1%
-35.3%
2.6%
1.2%
0.4%
2.8%
3.0%
0.8%
-28.6%
-23.9%
-28.3%
-22.7%
-20.0%
-26.9%
-7.0%
-8.7%
-1.2%
-11.4%
0.6%
-9.5%
6.2%
4.4%
3.8%
0.4%
5.6%
-0.5%
Emilia Romagna
-27.1%
-24.1%
-27.3%
-22.3%
-19.0%
-27.0%
Toscana
-15.1%
-13.6%
-13.3%
-13.8%
-13.5%
-14.7%
Umbria
0.8%
4.0%
10.0%
4.9%
9.0%
0.7%
Marche
-10.8%
-11.0%
-11.6%
-11.1%
-10.8%
-15.0%
Lazio
-1.7%
-7.0%
-7.0%
-12.6%
-11.5%
-12.7%
Abruzzo
-5.3%
-0.1%
0.1%
-1.6%
3.9%
3.8%
Molise
20.9%
16.1%
12.0%
16.3%
21.3%
21.6%
Campania
15.0%
17.0%
15.1%
13.4%
14.1%
11.2%
Puglia
14.6%
11.8%
18.0%
14.6%
19.7%
15.1%
Basilicata
30.6%
30.1%
25.3%
15.6%
28.7%
24.9%
Calabria
43.1%
43.4%
35.9%
30.9%
36.8%
29.7%
Sicilia
30.6%
31.3%
27.2%
25.6%
28.0%
29.4%
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V. G.
Liguria
22.4%
28.2%
20.7%
20.9%
24.4%
11.2%
Italia
-11.3%
-9.4%
-11.4%
-10.2%
-7.6%
-12.6%
RSO
-15.2%
-13.0%
-15.0%
-13.6%
-11.3%
-16.2%
RSS
17.1%
17.2%
16.0%
13.6%
17.9%
13.4%
Sardegna
-15.6%
21.4%
-33.6%
1.8%
-25.1%
-6.2%
3.3%
-24.5%
-14.0%
4.9%
-11.7%
-8.7%
0.1%
18.0%
14.3%
15.6%
25.9%
36.6%
28.7%
21.3%
-10.4%
-14.1%
15.9%
La redistribuzione interregionale: le entrate
La distribuzione territoriale delle entrate pro-capite
•
•
•
•
Dipende essenzialmente dal reddito (e dal livello di
accertamento delle imposte)
Il reddito procapite nel Sud è circa il 75% di quello
del Centro-Nord
Il reddito procapite della Regione più ricca (la
Lombardia) è circa due volte quello della più
povera (Calabria)
Situazione invariata negli ultimi 30 anni.
Convergenza fino alla prima metà anni ’70, poi
stop, poi crescita maggiore Sud 96-00, minore
dopo
La redistribuzione interregionale: le spese
La distribuzione territoriale delle spese pro-capite
•
•
•
La spesa complessiva è distribuita in modo quasi
uniforme sul territorio
Spesa per interessi passivi e pensioni più
concentrata al Nord; spesa per personale pubblico
più concentrata al Sud (numero di dipendenti
pubblici/1000 abitanti AC: Sud 39,1 Nord 26,8)
Altre differenze strutturali:
o la dimensione: le regioni più piccole spendono di più
di quelle grandi
o la caratteristica istituzionale delle Regioni: RSS
spendono di più delle RSO
Alcuni concetti chiave: dalla “redistribuzione
territoriale” alla “perequazione degli enti decentrati”
Strumenti
Il bilancio pubblico redistribuisce tra territori attraverso:
1) la redistribuzione “implicita” realizzata dalle entrate/spese
(al netto dei trasferimenti) dello Stato e degli enti previdenziali
2) la redistribuzione “esplicita” realizzata dai sistemi di
trasferimenti perequativi a favore degli (oppure tra) enti
decentrati (sia verticali sia orizzontali)
Criteri
Il bilancio pubblico redistribuisce tra territori secondo:
1) programmi di entrata e di spesa che fanno riferimento a
caratteristiche rilevanti di individui/imprese (es: imposte
personali e societarie, spesa per sanità, istruzione) => la
redistribuzione territoriale dipende dalla distribuzione di qusti
soggetti tra territori
2) programmi di spesa che fanno riferimento ai territori (spese
infrastrutturali, trasferimenti perequativi, imposte reali?)
Qui attenzione sui sistemi di trasferimenti perequativi a favore
degli (oppure tra) enti decentrati
Trasferimenti intergovernativi
In tutti i modelli di decentramento sono presenti
trasferimenti di risorse dal centro alla periferia (parziale
eccezione: Italia post-riforma costituzionale 2001)
I trasferimenti fiscali intergovernativi finanziano le spese
dei governi sub-centrali in misura diversa:
o per circa il 60% nei paesi in ritardo di sviluppo e nelle
economie di transizione
o per circa il 40% nei paesi OCSE
•
•
•
Quali motivazioni per i trasferimenti?
Quali tipologie?
Quali sono i loro effetti economici e distributivi?
Motivazioni dei trasferimenti intergovernativi
1) Finanziamento dell’attività generale dell’ente locale
• integrare le entrate tributarie per il livello di governo locale
nel suo complesso allo scopo di garantire il finanziamento dei
compiti istituzionali degli enti territoriali (colmare il vertical
fiscal imbalance)
• finanziare le spese di investimento in presenza di vincoli
all’indebitamento per gli enti locali
2) Finalità perequative
• ridurre le differenze nelle entrate tributarie pro-capite tra enti
locali di uno stesso livello (colmare gli horizontal fiscal
imbalances)
• garantire risorse sufficienti a finanziarie la fornitura di
standard minimi di servizi su tutto il territorio nazionale (a
partire da differenze territoriali nelle capacità fiscali e nei costi
di produzione)
3) Compensazione delle esternalità, effetti di traboccamento,
concorrenza fiscale
Trasferimenti intergovernativi: classificazione
•
Determinazione dell’ammontare
Discrezionali – automatici
•
Utilizzazione
Vincolati – non vincolati
•
Criteri di distribuzione
Oggettivi – discrezionali
Perequativi – non-perequativi
Incentivanti lo sforzo fiscale locale - non-incentivanti lo sforzo
fiscale locale
Senza % di cofinanziamento locale (non matching) – con % di
cofinanziamento locale (matching)
• Soggetti coinvolti
Verticali (dal governo centrale) - orizzontali (tra governi locali)
Sistemi di trasferimenti perequativi:
fonti di disuguaglianza tra gli enti locali
CATEGORIA
FONTE
A
Differenze dovute alle distribuzione delle
risorse naturali
Differenze nelle risorse tassabili e nelle basi
imponibili a disposizione delle giurisdizioni
locali
B
Differenze nei fabbisogni standard procapite
C
Differenze nei costi dei fattori produttivi
dovute alla struttura dell’economia locale
D
Differenze nelle economie di scala della
fornitura
E
Differenze di costo dovute all’efficienza
degli amministratori locali
Differenze nelle preferenze locali
F
Differenze nelle preferenze locali circa il mix
di entrate (imposte, tariffe)
La perequazione dovrebbe ridurre le differenze in A, B, C e in alcuni casi D
Trasferimenti perequativi: modelli di perequazione (1)
• Trasferimenti legati alla spesa storica:
TRi,t = TRi,t-1
• Trasferimenti in somma fissa pro-capite (proporzionali alla
popolazione):
TRi =k Pi
Pi = popolazione locale
• Trasferimenti perequativi del fabbisogno standard:
TRi =(gsi - ti yi )Pi
gsi = fabbisogno standard di spesa pro-capite fissato dal governo
centrale nell’ente i
ti = aliquota locale
yi = base imponibile locale pro-capite nell’ente i (standardizzata al lordo
di evasione e agevolazioni)
Trasferimenti = differenza tra fabbisogno standard e gettito effettivo
non c’è incentivo allo sforzo fiscale autonomo: -ti  +Tri
Trasferimenti perequativi: modelli di perequazione (2)
• Trasferimenti perequativi del fabbisogno standard e
incentivanti lo sforzo fiscale (Italia: spese Lep/fondamentali
di regioni e enti locali):
TRi =(gsi - yi )Pi
 = aliquota standard fissata a livello centrale
Se l’ente decide ti<   ha meno risorse a disposizione, per cui non
c’è incentivo a ridurre l’aliquota; se decide ti >   l’ente può usare
come vuole le risorse eccedenti quelle necessarie per garantire gsi
• Trasferimenti perequativi della capacità fiscale (Canada;
Italia: spese non-Lep/non fondamentali di regioni e enti
locali):
TRi =( y - yi )Pi
y = base imponibile locale media pro-capite nel totale degli enti
I trasferimenti eliminano le differenze tra enti dei gettiti locali
(all’aliquota standard) dovute a differenze nelle basi imponibili procapite
Trasferimenti perequativi: modelli di perequazione (3)
• Trasferimenti perequativi del potenziale:
TRi = ti (y - yi )Pi
Incentivi più forti allo sforzo fiscale degli enti locali: i trasferimenti
eguagliano le dotazioni di risorse complessive (proprie e trasferite)
agli enti che decidano di attuare il medesimo sforzo fiscale:
Ai = Ti + TRi = ti y Pi
Il punto di partenza: la perequazione dei
trasferimenti a favore dei Comuni (2010)
Fonte: Di Liddo (2013)
La perequazione degli enti territoriali nella
riforma del federalismo fiscale
Costituzione art. 119
La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza
vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale
per abitante (comma 3) => Perequazione delle capacità
fiscali
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti
consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e
alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro
attribuite (comma 4) => Perequazione dei fabbisogni
standard
Ambiguità nei meccanismi di perequazione territoriali
(fabbisogni? capacità fiscale? perequazione completa o
incompleta?)
Perequazione sui fabbisogni standard e perequazione
sulla capacità fiscale: un esempio numerico
Confronto tra perequazione sui fabbisogni (verticale) e perequazione sulle capacità fiscali (orizzontale)
perequazione sui fabbisogni verticale
fabbisogno procapite
Regione 1
Regione 2
Regione 3
Somma Regioni
100
200
300
base imponibile
imposta
regionale
2000
3000
1000
aliquota
equilibrio
0.05
0.07
0.30
0.05
gettito standard
imposta
regionale
100
150
50
trasferimenti
risorse totali
0
50
250
100
200
300
differenza
rispetto
fabbisogni
0
0
0
perequazione sulla capacità fiscale orizzontale
fabbisogno procapite
Regione 1
Regione 2
Regione 3
Somma Regioni
Media Regioni
100
200
300
600
base imponibile
imposta
regionale
2000
3000
1000
6000
aliquota
equilibrio
0.10
gettito standard
imposta
regionale
200
300
100
600
200
trasferimenti
risorse totali
0
-100
100
200
200
200
differenza
rispetto
fabbisogni
-100
0
100
La perequazione degli enti territoriali nella riforma
del federalismo fiscale
La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009):
Sistemi di finanziamento/perequazione differenziati a
seconda delle materie
In particolare: tutela dei livelli essenziali delle prestazioni e
delle funzioni fondamentali degli Enti locali
Regioni
1) perequazione sui fabbisogni standard integrale e
verticale per le spese regionali relative ai livelli essenziali
delle prestazioni (circa il 75% dell’attuale spesa corrente
delle Regioni)
2) perequazione sulla capacità fiscali incompleta
(verticale o orizzontale?) per le spese regionali con
portata equitativa minore (spese “autonome”) (circa il 25%
dell’attuale spesa corrente delle Regioni)
La perequazione degli enti territoriali nella riforma
del federalismo fiscale
Comuni
1) funzioni fondamentali → tutela finanziaria forte:
perequazione integrale dei fabbisogni standard in ogni
Comune
2) funzioni non fondamentali → tutela finanziaria più
debole: equalizzazione (soltanto parziale) delle differenza
di capacità fiscale tra Comuni sui tributi attribuiti a quelle
funzioni
La perequazione degli enti territoriali nella riforma
del federalismo fiscale
Coordinamento regionale sulla finanza locale
(federalismo “a cascata”)
Perequazione verticale da parte della Regione mediante un
fondo alimentato dal bilancio dello Stato
Possibilità per le Regioni, sulla base di intese con gli enti locali,
di ripartire tra i Comuni inclusi nel proprio territorio il totale
delle risorse assegnate dallo Stato quale fondo perequativo dei
Comuni secondo criteri (valutazioni della spesa standardizzata,
delle entrate standardizzate) diversi da quelli adottati dallo
Stato
La legge delega sul federalismo fiscale (L.
42/2009): finanziamento e perequazione delle RSO
Soppressione di tutti i trasferimenti statali alle Regioni
diretti al finanziamento sia delle spese relative alle funzioni
essenziali sia di quelle relative alle funzioni autonome
Per le spese relative alle funzioni regionali LEP:
• determinazione secondo i fabbisogni standard di ciascuna
Regione risultati dai LEP valorizzati agli associati costi
standard di fornitura con superamento della spesa
storica
• finanziamento mediante il gettito, valutato ad aliquota e
base imponibile uniformi, di tributi propri regionali derivati
(tra cui, in una fase transitoria, l’IRAP), dell’addizionale
regionale all’IRPEF, della compartecipazione regionale
all’IVA, nonché con quote specifiche del fondo
perequativo in modo tale da garantire il finanziamento
integrale in ciascuna Regione
La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009):
finanziamento e perequazione delle RSO
Le aliquote dei tributi e delle compartecipazioni determinate al
livello minimo sufficiente ad assicurare il pieno
finanziamento del fabbisogno corrispondente ai livelli
essenziali delle prestazioni in una Regione
Nelle Regioni dove il gettito tributario a tali aliquote è
insufficiente a garantire il finanziamento dei LEP intervengono
i trasferimenti perequativi
La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009):
finanziamento e perequazione delle RSO
Per le spese relative alle funzioni autonome la legge delega
prevede che i trasferimenti statali ora diretti al finanziamento di
tali spese siano sostituiti dal gettito derivante dall’aliquota
media di equilibrio dell’addizionale regionale all’IRPEF
L’aliquota dell’addizionale deve essere stabilita al livello
sufficiente ad assicurare al complesso delle Regioni un
ammontare di risorse tali da pareggiare esattamente l’importo
complessivo dei trasferimenti soppressi
Il modello della capacità fiscale richiederebbe in realtà la
perequazione di tutti i tributi destinati al finanziamento delle
spese autonome e non solo dell’addizionale all’IRPEF
La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009):
finanziamento e perequazione delle RSO
Il fondo perequativo (indicato come verticale) è composto di
due parti:
• la prima destinata a finanziare la perequazione verticale al
fabbisogno in relazione alle funzioni essenziali
• la seconda destinata a realizzare la perequazione della
capacità fiscale in relazione alle funzioni autonome
Per la parte relativa alla perequazione al fabbisogno, il fondo è
alimentato dal gettito prodotto da una compartecipazione al
gettito IVA
Per la parte relativa alla perequazione della capacità fiscale
sembra che la legge delega preveda un sistema di perequazione
orizzontale: le Regioni che hanno un gettito pro-capite da
addizionale IRPEF superiore alla media non ricevono risorse dal
fondo (ma trasferiscono risorse al fondo?) mentre quelle che sono
sotto la media ricevono dal fondo
La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009):
finanziamento e perequazione dei Comuni
Anche per i Comuni (come per gli altri Enti locali) la legge delega
prevede la soppressione degli attuali trasferimenti statali e
regionali e la loro fiscalizzazione
Le spese relative alle funzioni fondamentali vengono finanziate in
modo da garantirne il finanziamento integrale in base al
fabbisogno standard mediante tributi propri, compartecipazioni
al gettito di tributi erariali e regionali, addizionali a tali tributi
(prioritariamente la compartecipazione all’IVA, la compartecipazione
all’IRPEF, l’imposizione immobiliare, con esclusione della tassazione
patrimoniale sull’unita` immobiliare adibita ad abitazione principale) e
trasferimenti dal fondo perequativo
Le spese relative alle funzioni diverse da quelle fondamentali sono
finanziate con il gettito dei tributi propri, con compartecipazioni al
gettito di tributi (presumibilmente erariali o regionali) e con il fondo
perequativo basato sulla capacità fiscale per abitante
La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009):
finanziamento e perequazione dei Comuni
I trasferimenti perequativi a favore delle spese
corrispondenti sia alle funzioni fondamentali sia alle funzioni
non fondamentali provengono da un fondo istituito nel
bilancio delle Regioni, a sua volta alimentato dal bilancio
dello Stato attraverso la fiscalità generale
(almeno verosimilmente per la componente di perequazione sui
fabbisogni perché per quella sulla capacità fiscale si dovrebbe
logicamente identificare uno specifico tributo da sottoporre ad
equalizzazione)
La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009):
finanziamento e perequazione dei Comuni
Per le spese relative alle funzioni fondamentali la dimensione del fondo è
determinata in misura uguale alla differenza tra il totale dei fabbisogni
standard per le medesime funzioni e il totale delle entrate
standardizzate di applicazione generale
La ripartizione del fondo perequativo tra i singoli Comuni avviene in base
a:
1) un indicatore di fabbisogno finanziario calcolato come differenza
tra il valore standardizzato della spesa corrente al netto degli interessi
e il valore standardizzato del gettito dei tributi ed entrate proprie di
applicazione generale
2) indicatori di fabbisogno di infrastrutture
Si combinano nella standardizzazione delle funzioni fondamentali sia le
spese correnti che in conto capitale (con un’unica funzione di stima?
separata?)
Per le spese relative alle funzioni diverse da quelle fondamentali, il
fondo perequativo per i Comuni è tale da ridurre le differenze tra le
capacità fiscali. Si dovrebbe tener conto, per gli enti con popolazione al
di sotto di una soglia, della dimensione demografica (in relazione inversa
alla dimensione stessa) e della loro partecipazione a forme associative
La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009):
finanziamento e perequazione dei Comuni
La legge delega detta inoltre delle regole per determinare in via
provvisoria la ripartizione tra funzioni fondamentali e non
Il testo della delega richiama in realtà due distinti criteri
1) il primo prevede che, date le spese dei Comuni, l’80% vada
considerato in via forfetaria come relativo alle funzioni
fondamentali, il restante 20% come relativo a quelle non
fondamentali
2) il secondo fa invece riferimento ad uno specifico elenco di
funzioni da considerarsi in via transitoria come fondamentali:
2a) funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura
complessiva del 70% delle spese come certificate dall’ultimo conto del bilancio
disponibile;
2b) funzioni di polizia locale
2c) funzioni di istruzione pubblica, compresi i servizi per gli asili nido e quelli di
assistenza scolastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica
2d) funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti
2e) funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, fatta
eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di
edilizia nonché per il servizio idrico integrato
2f) funzioni del settore sociale
La perequazione della spesa in conto capitale
Quadro generale piuttosto confuso
Regioni: apparentemente nessuna distinzione nel
finanziamento/perequazione tra spesa corrente e spesa in
conto capitale (sia per spese Lep sia per spese autonome)
Quindi:
–
saranno definiti dei fabbisogni standard anche per la spesa in
conto capitale relativa alla spesa Lep
–
i trasferimenti in conto capitale per la spesa autonoma verranno
sostituiti da trasferimenti basati sulla capacità fiscale
(eccezione: trasporto pubblico locale)
Enti locali: ripartizione del fondo perequativo relativo alle
prestazioni fondamentali per la parte relativa alla spesa in
conto capitale in base a indicatori di fabbisogno di
infrastrutture (senza indicazione sulle specifiche modalità di
calcolo)
La perequazione della spesa in conto capitale
Punti critici:
• Quale coordinamento tra 1) determinazione dei
fabbisogni standard in conto capitale per Regioni
(spese Lep) e per Enti locali (funzioni fondamentali) e 2)
perequazione infrastrutturale?
Una possibile razionalizzazione:
1) copertura ammortamenti
2) riduzione dei gap infrastrutturali tra territori
• Coordinamento necessario tra transizione ai fabbisogni
standard sulla spesa corrente e la riduzione dei gap
infrastrutturali attraverso la perequazione
infrastrutturale.
La sostenibilità del meccanismo dei fabbisogni standard si
regge criticamente sul fatto che le posizioni di partenza tra
le varie Regioni e tra i vari Enti locali in termini di dotazioni
infrastrutturali pubbliche siano sufficientemente omogenee
Il decreto legislativo sulla finanza comunale
Tre blocchi fondamentali della riforma:
Il primo quasi realizzato (ma da coordinare con
innovazioni da interventi emergenziali):
• il sistema dei tributi comunali
Il secondo avviato:
• la determinazione dei fabbisogni standard per le funzioni
di spesa comunali
Il terzo ancora tutto da affrontare:
• il sistema perequativo dei Comuni e il ruolo di
coordinamento della Regione nella finanza
comunale
Il decreto legislativo sulla finanza comunale
Insufficiente elaborazione del sistema perequativo a regime dei
Comuni
• “Fondo sperimentale di riequilibrio” temporaneo, molto rigido,
limitato alla perequazione delle risorse corrispondenti all’Imu e
agli ex-trasferimenti
• Accanto ai fabbisogni standard è necessario determinare le
capacità fiscali standard dei singoli comuni
• Manca l’assegnazione dei tributi alle due componenti della
perequazione: funzioni standard (fabbisogni) e non (capacità
fiscale)
• Manca la regolamentazione della componente “a capacità
fiscale”
• Manca la regolamentazione del ruolo di coordinamento della
Regione nella finanza comunale
• Manca il coordinamento tra il fondo perequativo statale e il
fondo perequativo regionale per il finanziamento dei comuni
• Manca una regolamentazione della fase di transizione dei
sistemi di finanziamento/perequazioni degli enti locali
=>
rimangono indeterminati almeno nel medio periodo, al di là
della definizione dei fabbisogni standard, gli effetti di
redistribuzione territoriale della riforma
Il decreto sulla fiscalità regionale e provinciale e
sui fabbisogni standard in sanità
Contenuti fondamentali
1. Determinazione del sistema tributario delle regioni
2. Disegno del meccanismo perequativo regionale
3. Determinazione dei fabbisogni standard in sanità
4. Determinazione del sistema tributario delle province
Il decreto sulla fiscalità regionale e provinciale
e sui fabbisogni standard in sanità
Sistema perequativo regionale
Il decreto aggiunge poco a quanto detto nella legge
delega in termini di principi generali
Il decreto sulla fiscalità regionale e provinciale
e sui fabbisogni standard in sanità
Attribuzione (dal 2014) dei tributi regionali al finanziamento delle
funzioni Lep (perequazione sui fabbisogni standard) e delle funzioni
non-Lep (perequazione sulle capacità fiscali)
Al finanziamento delle funzioni Lep:
•
•
•
•
compartecipazione Iva (nella sua prima componente di aliquota)
addizionale Irpef (all’aliquota base e a base imponibile uniforme)
Irap (all’aliquota base e a base imponibile uniforme)
entrate proprie (sanitarie?)
Al finanziamento delle funzioni non-Lep:
•
•
•
“quote” dell’addizionale regionale Irpef
altri tributi propri derivati delle Rso e presumibilmente non già utilizzati per il
finanziamento delle funzioni Lep
nuovi tributi propri che la regione decida di istituire su presupposti non già
assoggettati all’imposizione statale
Attribuzione soltanto “figurativa”, senza vincoli di destinazione
Il decreto sulla fiscalità regionale e provinciale
e sui fabbisogni standard in sanità
Per la perequazione delle funzioni Lep:
trasferimenti verticali finanziati mediante la compartecipazione Iva
(seconda componente)
Per la perequazione delle funzioni non-Lep:
trasferimenti orizzontali erogati dalle regioni con “quota” dell’addizionale
Irpef sopra la media pro-capite a favore delle regioni sotto la media procapite
Il decreto sulla fiscalità regionale e provinciale
e sui fabbisogni standard in sanità
Criticità
Per la perequazione delle funzioni Lep:
• come viene regolata la perequazione sulle altre funzioni Lep non
sanità (assistenza sociale, istruzione, trasporti per la parte in conto
capitale)? Necessità di fissare i Lep per dare un riferimento alla
determinazione dell’ammontare complessivo di risorse da destinare al
finanziamento di queste funzioni; necessità di determinare un
meccanismo di riparto dei fondi nazionali tra regioni sulla linea di
quanto stabilito per la sanità attraverso l’individuazione di indicatori di
bisogno rilevanti
• se, come previsto, il fondo perequativo delle regioni verrà attivato nel
2014 cosa succederà da qui a quella data? I trasferimenti statali alle
regioni sono “fiscalizzati” dal 2012 con l’addizione Irpef: come
perequare questa addizionale? Inoltre, la “fiscalizzazione” configura un
sistema perequativo orizzontale che è incoerente con quello verticale
a regione dal 2014
Il decreto sulla fiscalità regionale e provinciale
e sui fabbisogni standard in sanità
Criticità
Per la perequazione delle funzioni non-Lep
• di quanto dovrebbero ridursi le differenze delle capacità fiscali tra
Regioni?
• perché viene perequata soltanto la “quota” dell’addizionale regionale
Irpef e non anche gli altri tributi?
• Perché includere tra i tributi dedicati al finanziamento di queste funzioni
anche i tributi propri di nuova istituzione da parte delle regioni? Difficoltà
di comparazione interregionale
Il decreto sulla fiscalità regionale e provinciale
e sui fabbisogni standard in sanità
Criticità
Per la perequazione delle funzioni non-Lep
• di quanto dovrebbero ridursi le differenze delle capacità fiscali tra
Regioni?
• perché viene perequata soltanto la “quota” dell’addizionale regionale
Irpef e non anche gli altri tributi?
• Perché includere tra i tributi dedicati al finanziamento di queste funzioni
anche i tributi propri di nuova istituzione da parte delle regioni? Difficoltà
di comparazione interregionale
Lo stato di attuazione
Perequazione regionale (che dovrebbe applicarsi dal
2013) (1)
• Manca la ricognizione dei Lep che le regioni oggi effettivamente
garantiscono e dei relativi costi nei settori diversi dalla sanità
(assistenza, istruzione, trasporti pubblici locali per la parte in
conto capitale), operazione prodromica alla determinazione dei
corrispondenti fabbisogni standard
• Manca la valutazione della capacità fiscale standard delle
regioni su Irap e addizionale Irpef
• Non è stata determinata la compartecipazione al gettito Iva da ripartire secondo il luogo effettivo di consumo – sufficiente
da un lato ad assicurare, insieme a Irap e addizionale Irpef,
l’autofinanziamento delle funzioni Lep regionali ai fabbisogni
standard in almeno una regione (quella dove il divario tra i
fabbisogni da finanziare e la capacità fiscale è minore) e,
dall’altro, ad alimentare trasferimenti perequativi a favore di
tutte le altre regioni tali da garantire anche ad esse il pieno
finanziamento dei fabbisogni standard
Lo stato di attuazione
Perequazione regionale (2)
• Manca la specificazione delle «norme di coordinamento
dinamico della finanza pubblica» che dovrebbero consentire la
convergenza tra territori sia sul piano finanziario dei costi e dei
fabbisogni standard, sia su quello dell’effettiva fornitura dei
servizi, degli «obiettivi di servizio» verso i Lep
• Manca la regolamentazione del ruolo di coordinamento della
regione sulla finanza degli enti locali
Lo stato di attuazione
Perequazione comunale (1)
• Attualmente (dopo la riforma Imu della legge di stabilità 2013)
Fondo di solidarietà comunale. Essendo alimentato direttamente da
una quota della nuova Imu di competenza comunale (e non più
dagli ex-trasferimenti erariali) è un sistema perequativo
orizzontale. E’ limitato alla perequazione delle risorse
corrispondenti all’Imu e agli ex-trasferimenti. Ripartito tra i singoli
comuni sulla base di un insieme articolato di criteri (tra cui la
compensazione degli effetti sul proprio gettito dell’intervento
sull’Imu realizzato dalla stessa legge di stabilità, i costi e i
fabbisogni standard, la dimensione demografica e territoriale, ecc.)
ancora da specificare
• Non è neppure stato avviata la determinazione del sistema
perequativo comunale a regime che a partire dal 2014, secondo la
legge delega sul federalismo fiscale, dovrebbe garantire a ciascun
ente il finanziamento integrale dei fabbisogni standard delle
funzioni fondamentali a partire dalle rispettive capacità fiscale
standardizzata
Lo stato di attuazione
Perequazione comunale (2)
• Non si è neppure dato avvio all’operazione, parallela a quella di
determinazione dei fabbisogni standard, di calcolo delle capacità
fiscali standardizzate
• Siamo al paradosso per cui tra non molto avremo a disposizione
tutti i fabbisogni standard, ma non sapremo come impiegarli
FINE
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Diapositiva 1 - Scuola Superiore di economia e finanza