In Basilicata il fenomeno calanchivo interessa il 30% del territorio regionale e caratterizza l’aspro paesaggio dell’area sud-orientale, compresa fra le valli del Sauro, l’Agri ed il Basento. I calanchi sono definiti come “forme digitate di erosione veloce”, si originano in terreni prevalentemente argillosi nei quali le acque superficiali scavano solchi che man mano diventano vallate separate da creste. Sono esposti verso sud perché sono il frutto dell’azione combinata del sole e dell’acqua piovana. Il sole essicca lo strato argilloso superficiale e determina la formazione di un reticolo di fessure all’interno delle quali l’acqua piovana circola erodendola. I calanchi assumono forme molto diversificate I FRONTI CALANCHIVI Sono caratterizzati da una forma concava e segnati da innumerevoli rivoli. LE BIANCANE Sono piccoli rilievi tondeggianti, che prendono il nome dalla presenza in estate di una patina bianca che ne riveste la superficie. I CALANCHI MAMMELLONARI Sono piccoli rilievi tondeggianti posti uno sopra l’altro. I FOSSI CALANCHIVI Sono posti uno accanto all’altro e divisi da sottili crinali. I CALANCHI A LAMA DI COLTELLO Sono calanchi scavati dalle acque piovane e risultano a forma di lama di coltello. Al parco regionale dei calanchi vi fanno parte tutti i comuni compresi tra le valli del Sauro, dell’Agri e del Basento la cui comprende i comuni di: ALIANO, MONTALBANO JONICO, CRACO, TURSI ecc ecc nella provincia di Matera. ARMENTO, CORLETO PERTICARA, GALLICCHIO, GUARDIA PERTICARA, MISSANELLO, S. ARCANGELO ecc ecc nella provincia di Potenza. È il paese descritto come Gagliano in “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi. Alto circa 500 metri è in zona di argille e calanchi e non lo si vede finchè non si è arrivati dalla strada Val d’Agri, verso una deviazione indicata. “A sinistra del Timbone (un monticciolo di terra tutto incavi e sporgenze) per un tratto lunghissimo, fino a laggiù in fondo, verso l’Agri, dove il terreno si spianava in un luogo detto il PANTANO era un seguirsi digradante di monticelli, di buche, di comi di erosioni rigate all’acqua di grotte naturali, di piogge, fossi e collinette d’argilla uniformemente bianca, …” Il parco realizzato per onorare la memoria di CARLO LEVI, è ricchissimo di luoghi, oggetti, eventi che ci fanno ripercorrere i passi del suo esilio degli anni ’30. Nel paese è possibile visitare LA CASA RESTAURATA DOVE ABITÓ CARLO LEVI, e compiere un giro tra i calanchi e i resti degli insediamenti della Magna Grecia. Scritto tra il Natale del 1943 ed il Luglio del 1944 ”CRISTO SI È FERMATO AD EBOLI” prende spunto da una vicenda autobiografica dell’autore, confinato in Lucania per le sue coraggiose antifasciste. Il libro, dunque, è il risultato di quell’esperienza di vita che ha cambiato radicalmente il suo modo di vedere e sentire le cose, soprattutto nel difficile momento storico che l’Italia si vede costretta a vivere. I valori umani con cui l’AUTORE è entrato in contatto nei paesi di GRASSANO e GAGLIANO (in realtà il paese si chiama ALIANO), situato nel cuore del sud in provincia di Matera, “gli aprono gli occhi su un mondo tanto diverso dal suo quanto più vero e più legato all’essenza stessa della vita”. D’Estate i calanchi appaiono privi di copertura.La vegetazione è composta da Sparto steppico (lygeum spartum) e Canforata di Montpellier (Camphorosma monospeliace). Con l’aumento di contenuto salino si ha la prevalenza della Sueda fruticosa. La Macchia mediterranea è molto diffusa nel territorio con dominanza di Lentisco (Pistacia lentiscus). Sono presenti aree nude lungo il versante esposte a sud. Sparto steppico Canforata di Montpellier Lentisco I versanti a nord ospitano Roverella (Quercus pubescens) e radure di Ginestre (Spartum junceum). Roverella Ginestre I versanti del fiume Agri e del torrente Sauro sono ricoperti invece da una folta Macchia Mediterranea in cui predomina il Leccio (Quercus ilex), l’Arniello (Fraxinus ornus), il Carpino nelle sue varietà, il Corbezzolo, il Ginepro, il Lauro e gruppi arbustati di lentisco, cornioli, bianocospini e ginestre. Leccio Carpino Corbezzolo A valle non si possono non si possono non citare le rilevanti piantagioni di ulivi soprattutto del genere maiatico. Tutto il territorio è l’ambiente ideale per la crescita di molte piante OFFICINALI tipo la CARNILA (acaulis), la BARDANA (arctium lappa), la MENTA (silvestris), la MAGGIORANA (origanum majorana), la PULEGIO (pulegium), l’ORIGANO (origanum vulgare) il TIMO (timus vulgaris), LIQUIRIZIA (glicyrrhiza globra), l’ORTICA (urtica dioica). Timo Pulegio Origano Bardana Menta Ortica Oltre ai più comuni RICCIO, VOLPE, FAINA, DONNOLA, LEPRE e varie specie di MUSTELIDI, spicca la rara presenza della LONTRA lungo il corso dell’Agri, del TASSO e del CINGHIALE. Troviamo una popolazione diversificata di UCCELLI che vanno dai PASSERACEI ai RAPACI diurni e notturni tra cui spiccano numerose colonie di NIBBI, GHEPPI e POIANE con la presenza di piccole colonie di FALCO. Di grande rilievo è la presenza dell’AQUILA di SERPENTI, mentre tra i rapaci notturni sono da indicare GUFI, CIVETTE, BARBAGIANNI e ASSIOLI. Negli anfatti argillosi è facile trovare due specie di VIPERE, vipera aspis e vipera berus il cosiddetto “guardapassi”. Sono diffusissime le diverse varietà di serpenti dalle BISCIE nei torrenti ai vari CORUBER al serpente CERVONE. Il ROSPO comune e le diverse specie di rana sono presenti nelle zone ricche di acqua: nei ristagni e nelle pozze è possibile rinvenire ULULONE dal ventre giallo e la RAGANELLA e molte volte si può ammirare la bellezza di piccole SALAMANDRE. Salamandre Barbagianni Volpe Cinghiale Biscia Donnola Faina Falco Lepre Riccio Tasso Raganella