Mercoledì Cateriniani 2009
La spiritualità apostolica di Paolo in Caterina da Siena
Il testo delle conferenze è quello fornito dai rispettivi relatori
Per visualizzare la relazione cliccare sul titolo delle singole conferenze.
CONFERENZA DEL 4 FEBBRAIO 2009
“Acordatevi” con Paolo: una sintonia spirituale nel vissuto di Caterina
Fr. Bernardino Prella, o.p.
CONFERENZA DEL 11 FEBBRAIO 2009
“Paolo nell'iconografia cateriniana”
prof. Diega Giunta
CONFERENZA DEL 4 MARZO 2009
La Bibbia per il popolo: traduzioni e predicazione nel Trecento in Italia
fr. Luciano Cinelli, o.p.
CONFERENZA DEL 11 MARZO 2009
Grazia e libertà: la conversione come esperienza nel quotidiano
fr. Gianni Festa, o.p.
CONFERENZA DEL 18 MARZO 2009
Gesù Cristo al centro della vita
fr. José Maria Viejo Viejo, o.p.
CONFERENZA DEL 1 APRILE 2009
La carità in Paolo e Caterina
fr. Alberto Viganò, o.p.
CONFERENZA DEL 22 APRILE 2009
Le frontiere della missione
Prof. Luigina Migneco
Centro Internazionale di Studi Cateriniani
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CONFERENZA DEL 4 FEBBRAIO 2009
“Acordatevi” con Paolo: una sintonia spirituale
nel vissuto di Caterina
La relazione che ha dato inizio al ciclo dei Mercoledì Cateriniani 2009
è stata tenuta da fra Bernardino Prella op, teologo domenicano,
Presidente del CHERTA (Centre des Hautes Études et de Recherches
sur Thomas d'Aquin, Roma) e Socio del Maestro dell’Ordine per
l’Italia e Malta.
Partendo da un attento censimento e contestualizzazione delle
numerosissime citazioni esplicite e implicite che Caterina fa
di Paolo e dall’affettuosa ammirazione con cui ella lo
menziona, il relatore ha illustrato la densità dell’esortazione –
che la Senese per tre volte ripete nelle sue lettere – ad “acordarsi” con l’Apostolo, cioè a
mettersi in sintonia di “cuore” con lui: una realtà possibile, pur a distanza di secoli, perché
radicata nel Cuore di Cristo.
Paolo e Caterina, con esperienze di vita diverse, hanno
entrambi percepito il proprio esistere in relazione profonda e
vitale con il Crocifisso.
Delle esperienze mistiche di Paolo Caterina penetra e rivive,
con intuizioni personali, le dinamiche trinitarie, e di lui ella
coglie,
spesso
attraverso
una
lettura
illuminata
dall’insegnamento di san Tommaso d’Aquino, i grandi temi teologici della giustizia e
misericordia e della gratuità dell’amore come “modo di esistere”, quali si attingono dalla
croce di Cristo. Al di là di un’enfatizzazione del dolore che
lungo la storia ha talora alterato il genuino significato della
Redenzione, la riaffermazione dell’adesione amorosa di
Cristo al progetto del Padre per la salvezza del mondo ci
sollecita a un modo di essere – prima che a un fare –per cui
Cristo possa effettivamente vivere in ognuno di noi e nella
Chiesa intera, per raggiungere ogni figlio di Dio e offrirgli la
salvezza.
Fr. Bernardino Prella, o.p.
Centro Internazionale di Studi Cateriniani
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CONFERENZA DEL 11 FEBBRAIO 2009
“Paolo nell'iconografia cateriniana”
Con l’intervento della prof. Diega Giunta, Presidente del
Centro Internazionale di Studi Cateriniani, si è svolta la
seconda conferenza del ciclo dei “Mercoledì Cateriniani
2009”, che, come da Programma, è stata l’ultima per il
mese di febbraio. Gli incontri riprenderanno nel prossimo
mese di marzo con altre tre conferenze e proseguiranno in
aprile e in maggio come da calendario.
L’iconografia cateriniana, viva di una storia plurisecolare e
ricca di una vasta gamma di soggetti, registra la figura
dell’apostolo Paolo, e con una presenza pressoché
continua, in due eventi nodali dell’esperienza
mistica ed esistenziale di Caterina da Siena,
Francesco Vanni – Pietre de Jode, Prima visione. Istituto
nella prima visione e nello sposalizio mistico.
Nazionale per la Grafica. Gabinetto delle stampe, Roma,
Alla ricchezza figurativa di questi due
Vita, mors, geta et miracula (…) B. Catherinae Senensis,
soggetti fa riscontro l’esiguità numerica di un
tav. II, Siena, Matteo Florimi, 1597
terzo appartenente alla tematica delle estesi
e visioni e che, nello specifico, è identificabile come Caterina salmodiante con Cristo
alla presenza della Madonna e di Santi e Sante, tra i quali è riconoscibile s. Paolo.
Premesso che ogni raffigurazione artistica è di per sé e a suo modo un documento, e
data per scontata l’analisi estetico-formale, l’oratrice si accosta alle opere d’arte via
presentate con un approccio iconografico-iconologico nell’intento di dimostrare
l’equipollenza di contenuto tra quanto in nuce è preannunciato nella Prima
Scuola
franco-fiamminga,
visione (Cristo si mostra a Caterina sul tetto
Sposalizio mistico, Gand,
della chiesa di S. Domenico in abiti pontificali Beghinaggio Minore, convento,
e in compagnia dei santi Pietro, Paolo e sec., XVII (1613 dat.)
Giovanni
evangelista) e
la
chiamatamissione che Caterina da Siena attuerà nella sua breve
parabola esistenziale nella e a vantaggio della Chiesa
universale.
Altra equivalenza, individuata e dimostrata, è stata colta tra
l’evento dello Sposalizio mistico e il mandato apostolico
(ovvero lo svolgimento della chiamata-missione), che il
Cristo assegna a Caterina nell’atto di celebrare le nozze
mistiche con lei alla presenza della Madonna e alcuni Santi,
Un momento della conferenza della prof. Diega Giunta
tra i quali l’Apostolo della genti. Nella seconda parte della
formula nuziale, con la quale la sposa a Sé nella fede, il Signore in questi termini manda Caterina
ad operare nel mondo:
Da qui in avanti, o figliuola, agisci virilmente e senza alcuna titubanza in tutto quello che, per
disposizione della mia provvidenza, ti sarà messo davanti. Armata come sei della fortezza della
fede, vincerai felicemente tutti i tuoi nemici (Raimondo da Capua, Legenda Maior, § 115).
prof. Diega Giunta
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CONFERENZA DEL 4 MARZO 2009
La Bibbia per il popolo: traduzioni e predicazione
nel Trecento in Italia
Dopo una panoramica sulla predicazione degli Ordini mendicanti e domenicana in particolare,
verranno illustrati i volgarizzamenti della Sacra Scrittura a cavallo fra XIII e XIV secolo, sulla scia
delle ultime acquisizioni storiografiche, per approdare al problema dell’utilizzo della Sacra Scrittura
nei testi cateriniani.
In particolare, si prenderanno in considerazione le lettere indirizzare ai religiosi, cercando di
individuare il metodo di citazione del testo sacro adottato dalla Santa di Fontebranda. Verranno
evidenziate, cioè, le eventuali soluzioni di continuità tra la versione della Vulgata e le citazioni
cateriniane, mettendo in rilievo l’originalità di Caterina da Siena, “esegeta della Bibbia”, profonda
conoscitrice del Corpus paulinum, al quale attinge abbondantemente, in un contesto, quale fu il XIV
secolo, caratterizzato da un sensibile calo di commenti biblici, ultimo esito della Scolastica, ma anche
conseguenza della profonda crisi del Papato tardo-trecentesco.
fra Luciano Cinelli OP
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CONFERENZA DEL 11 MARZO 2009
Grazia e libertà: la conversione come esperienza
nel quotidiano
Il contributo mette al confronto due personaggi distanti per età,
genere, cultura e intenti.
Il tema della conversione viene contestualizzato in entrambe le
esperienze e le scritture, all’interno di un più ampio circolo di
pensiero, tralasciando il classico approccio critico al momento storico
della conversione personale e tentando di individuare un possibile
percorso di cammino e di sequela cristica, che i due santi hanno
espresso e riversato rispettivamente nell’Epistolario(Paolo) e
nel Dialogo della Divina Provvidenza (Caterina).
Se per il convertito sulla via di Damasco la conversione dell’uomo alla
rivelazione cristiana è situata nell’ambito di un percorso di fede, per
Caterina, nel Dialogo, l’adesione al Cristo viene riconiugata - con
punte di solare originalità - secondo lo schema classico di natura
scensionale che fonda la sua base di partenza nella secolare e gloriosa tradizione ascetica della
spiritualità monastica, rivelando, in questo modo, quello spessore conoscitivo di cui sono impregnati
gli scritti della senese.
fr. Gianni Festa, o.p.
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CONFERENZA DEL 1 APRILE 2009
La carità in Paolo e Caterina
La conoscenza intellettiva dell’amore in s. Paolo e s. Caterina da Siena
La conoscenza intellettuale è una potenza dell’anima, che permette di conoscere e contemplare i
vari oggetti nei concetti che forma, quindi anche su Dio e sull’amore. La conoscenza soprarazionale,
invece, (esperienza affettiva dell’anima) è detta propriamente mistica, in quanto l’amore s’inclina
direttamente verso la realtà del suo oggetto: Dio. Questa superconoscenza guidata dalla fede,
illumina la conoscenza naturale verso le alte vette dello spirito.
In questo senso san Paolo non disprezza la ragione umana, che
può scoprire razionalmente in modo analogico l’esistenza di Dio e
così della sua stessa benevolenza, ma comunque insufficiente per
una vera salvezza per il Vero.
S. Caterina da Siena fa intendere che l’amore necessariamente
procede dalla conoscenza: se l’occhio dell’intelletto vede bene, «la
volontà con amore ineffabile va dietro» (Lettera95a). Così, in s.
Paolo e s. Caterina, lo spirito dell’uomo è di per sé il principio del
pensiero, la sede della vita morale e religiosa, che può essere
soprannaturalizzato dall’azione dello Spirito Santo in una
conoscenza (epìgnosis aletheias) intima e misteriosa della sua
figliolanza divina.
Se la conoscenza intellettiva è stimolo per conoscere l’amore
divino, nella conoscenza affettiva la carità diviene fondamento di
conoscenza: «Per questo prego che la vostra carità vada
aumentando sempre di più in conoscenza e piena percezione»
(Fil 1, 9).
fr. Alberto Viganò, o.p.
Centro Internazionale di Studi Cateriniani
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CONFERENZA DEL 22 APRILE 2009
Le frontiere della missione
Attraverso una rilettura dell’esperienza apostolica di Paolo e di Caterina, quale emerge soprattutto
dalle rispettive lettere, appare decisivo l’incontro con il Cristo risorto, che in quanto tale si fa
contemporaneo di ognuno nel suo contesto storico. E’ lui che
comunica a Paolo e a Caterina la sua volontà e la sua passione
per la salvezza di tutti: chiama Paolo mettendosi dalla parte dei
cristiani perseguitati, chiama Caterina come Pontefice che vuole
rinnovare la Chiesa per riconciliare gli uomini con Dio. Ma ad
entrambi apre subito gli orizzonti del cuore di Dio, sospingendoli
verso i ‘lontani’, cioè i peccatori con cui essi si sentono solidali
fino in fondo e i non cristiani o non credenti verso cui essi si
sentono debitori, comunque responsabili di rendere visibile il
Vangelo attraverso la propria umanità. Le frontiere dell’apostolo
sono quindi sempre là dove Dio vuole incontrare la creatura in
cui ha impresso la propria immagine, e la croce è il segno della
dignità umana riscattata.
Prof. Luigina Migneco
Centro Internazionale di Studi Cateriniani
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