INTERVISTA A GREGORIO
D. Per alcune persone la Bibbia rappresenta un testo di difficile lettura. Come fare
per scoprire o riscoprire il valore e la ricchezza del suo contenuto?
R. Questa è proprio una bella domanda perché ci obbliga a riflettere su che cosa è la
Bibbia. La Bibbia è un libro e come tale, per scoprirlo, deve essere letto. Ma per fare
questo bisogna essere padroni del proprio tempo, bisogna imparare a prenderci del
tempo per leggere. Siamo abituati a scambiarci sms o a guardare qualsiasi cosa ci
appaia sullo schermo del nostro smartphone; ma la lettura richiede tempo e
silenzio. È importante leggere e talvolta anche rileggere. Possiamo prendere un
brano della Bibbia o del Vangelo o di una lettera di San Paolo o di un profeta e poi
leggerlo e rileggerlo più volte. I grandi Padri della Chiesa definivano questa lettura
meditazio cioè meditazione che significa leggere e rileggere in silenzio.
D. Perché leggere la Bibbia?
R. Si possono leggere tanti libri, ma la Bibbia ti fa scoprire che tu sei nato per essere
libero, per volare alto, per osare sempre di più. Perché leggere la Bibbia? Per
diventare un biblista? Un esperto di Sacre Scritture? Assolutamente no. Voglio
leggere la Bibbia per scoprire che sono chiamato a libertà, che sono libero di
scegliere tra il bene e il male, libero di andare a scuola, libero di impegnarmi, libero
di rifiutare la mia pigrizia, libero di aiutare in casa. La Bibbia è una specie di personal
trainer che mi aiuta ad allenarmi nell’arte del vivere e ad essere e a diventare un
uomo libero. Voi siete giovani non per rimanervi sempre, ma per diventare adulti e
la Bibbia è un manuale straordinario per imparare a diventare adulti. Voglio leggere
la Bibbia perché non voglio essere divorato dalla vita, ma voglio gustarla. Più leggo la
Bibbia e più imparo a non lasciarmi divorare dalle mie abitudini, dai miei vizi, da
internet o dal mio smartphone e da tutti i miei schemi mentali. Leggere la Bibbia mi
fa scoprire che sono sempre più libero se imparo ad entrare in relazione con gli altri,
con Dio, con me stesso. Mi insegna a guardarmi dentro, a chiedermi chi sono e cosa
voglio adesso dalla mia vita. Leggere la Bibbia mi insegna anche ad entrare in
relazione con il creato perché esso è un canto di lode a Dio e così riesco a guardare
la natura o un bel panorama con occhi diversi.
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D. Che tipo di relazione c’è tra Dio e l’uomo?
R. Vi racconto di un bimbo che giocava a nascondino e si era nascosto così bene che
nessuno lo aveva trovato. Finito il gioco, tutti i suoi compagni andarono via e il
bimbo, piangendo, raccontò al nonno che nessuno lo aveva trovato. Il nonno disse:
“Non sei contento? Dov’è il problema?” E il bimbo rispose: “Il problema è che
nessuno mi ha cercato”.
Nella Bibbia scopriamo che siamo cercati da Dio. Le prime parole che la Bibbia mette
in bocca a Dio sono: “Dove sei?” rivolto all’uomo. Dio è il grande cercatore e noi
siamo l’oggetto del Suo desiderio. Non siamo tanto noi a cercare Dio ma è Lui che ci
desidera e ci cerca. Dio cerca Abramo, cerca Mosè, cerca Geremia, cerca san Paolo e
pian piano ti accorgi che tu sei Abramo, sei Mosè, sei Geremia, sei san Paolo, perché
anche tu, come loro, sei chiamato ad iniziare un cammino e la tua vita diventa
straordinaria, diventa una missione. Tu scopri che non sei nato per rimanere giovane
per sempre e per vivere solo per te stesso ma sei nato per crescere, diventare adulto
e donare agli altri.
Più leggi la Bibbia e più ti accorgi che Dio ha una particolare relazione con i poveri e
anche tu sei spinto ad interrogarti sul tuo interesse per i poveri. Via Pacis ci ha
insegnato che il primo povero di cui Dio si prende cura è la nostra parte più debole,
la nostra fragilità, le cose sbagliate che facciamo, quello che non accettiamo di noi,
della nostra storia, del nostro carattere. Tutto ciò che per noi è fallimento, è
fragilità, Dio lo cerca e lo vuole trasformare in amore.
D. È stato difficile diventare biblista?
R. Sono stato molto fortunato nella mia vita perché sono stato aiutato prima di tutto
dai fondatori di Via Pacis, don Domenico, Paolo ed Eliana e in seguito da tante altre
persone che hanno avuto fiducia in me, dalla pazienza di mia moglie e da tanti amici.
Ho avuto le giuste difficoltà, ho fatto la giusta fatica, ho ricevuto tanti aiuti e così mi
sono sentito portato su ali d’aquila.
La Bibbia mi affascina: è un libro che parla alla vita, vuole coinvolgere la tua vita
concreta, la vita di ogni giorno, vuole visitare la tua casa, le tue abitudini, i tuoi
pensieri, il tuo modo di vivere ed è sempre un ripartire.
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Intervista a Gregorio Vivaldelli