PARROCCHIA S. GIACOMO MAGGIORE - MESSINA
QUESTO GIORNO E’
SANTO
Catechesi sul terzo
comandamento
Santificare
Nella Bibbia, i verbi ebraico ‫(קדׁש‬qâdash) e
greco ἁγιάζω (hagiazō), si applicano a persone,
occasioni ed oggetti "messe a parte",
"riservate", sottratte all'uso comune e dedicate
a Dio.
diacono Giovanni Maimone
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RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE
Santificare è un termine biblico che
significa
'mettere
da
parte',
consacrare per il Signore. E’ in questo
senso che in Esodo 20,8 si dice di
“santificare il sabato” cioè renderlo
sacro a Dio. E' in questo senso che
noi “santifichiamo” la domenica,
Dies Domini.
diacono Giovanni Maimone
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RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE
Il terzo comandamento del Decalogo ricorda
la santità del sabato: "Il settimo giorno vi
sarà riposo assoluto, sacro al Signore" (Es
31,15).
CCC
• Questo comandamento viene motivato in
due testi biblici e in maniera diversa:
diacono Giovanni Maimone
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Il giorno di sabato
1
-Il libro dell’Esodo
ricorda che ogni uomo,
anche lo schiavo e lo
straniero, sono immagini
di Dio e quindi è
opportuno che riposino in
giorno di sabato. Come il
Creatore si riposò il
settimo giorno, così deve
fare l’uomo. Il Signore ha
benedetto il giorno di
sabato e lo ha dichiarato
santo.
Il giorno di sabato
La Scrittura fa memoria della creazione:
«Ricordati del giorno di sabato per
santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni
tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in
onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun
lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il
tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo
bestiame, né il forestiero che dimora presso
di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il
cielo e la terra e quanto è in essi, ma si è
riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha
benedetto il giorno di sabato e lo ha
dichiarato sacro».
(Es 20,8-11)
diacono Giovanni Maimone
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Il gioioso riposo del creatore
Il riposo divino del settimo giorno non allude a
un Dio inoperoso, ma sottolinea la pienezza della
realizzazione compiuta e quasi esprime la sosta
di Dio di fronte all'opera «molto buona» (Gn 1,
31) uscita dalle sue mani, per volgere ad essa
uno sguardo colmo di gioioso compiacimento:
uno sguardo contemplativo , che non mira più a
nuove realizzazioni, ma piuttosto a godere la
bellezza di quanto è stato compiuto; uno sguardo
portato su tutte le cose, ma in modo particolare
sull'uomo, vertice della creazione.
DD 11
diacono Giovanni Maimone
7
2.
Il giorno di sabato
La Scrittura rivela nel giorno
del Signore anche un memoriale
della liberazione di Israele dalla
schiavitù d'Egitto: "Ricordati che
sei stato schiavo nel paese
d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti
ha fatto uscire di là con mano
potente e braccio teso; perciò il
Signore tuo Dio ti ordina di
osservare il giorno di sabato" (Dt
5,15).
diacono Giovanni Maimone
8
Il giorno di sabato
Dio ha affidato a Israele il sabato perché lo
rispetti in segno dell'alleanza perenne [Cf Es
31,16]. Il sabato è per il Signore, santamente
riservato alla lode di Dio, della sua opera
creatrice e delle sue azioni salvifiche in favore
di Israele.
CCC 2171
diacono Giovanni Maimone
9
Il giorno di sabato
Il giorno di sabato era per il popolo d’Israele
il giorno consacrato al Signore: giorno di
assoluto riposo per dedicarsi esclusivamente
al culto di Dio, con la lettura dei testi sacri e
la preghiera.
diacono Giovanni Maimone
10
Il giorno di sabato
Israele rispettava il giorno del sabato come
un giorno santo; gli ebrei non vi svolgevano
alcuna attività.
L'agire di Dio è modello dell'agire umano. Se
Dio nel settimo giorno "si è riposato" (Es
31,17), anche l'uomo deve "far riposo“. Il
sabato sospende le attività quotidiane e
concede una tregua.
diacono Giovanni Maimone
11
Il giorno di sabato
Gesù fece capire come deve essere vissuto il
giorno del riposo. Infatti il Vangelo riferisce
numerose occasioni nelle quali Gesù è accusato
di violare la legge del sabato. Egli così
rispondeva
a
chi
lo
accusava:
“Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo
per il sabato”,
facendo capire che l’uomo non deve diventare
schiavo della legge del sabato che prescriveva di
non svolgere alcuna attività: è proprio il
contrario, la festa è stata inventata da Dio per
rendere l’uomo più libero. Perciò, continuava
Gesù, “è lecito il giorno di sabato fare il bene
anziché il male, salvare una vita… anziché
toglierla”.
diacono Giovanni Maimone
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«Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò»
(Gn 2, 3)
Il precetto del sabato, che nella prima Alleanza
prepara la domenica della nuova ed eterna
Alleanza, si radica dunque nella profondità del
disegno di Dio. Proprio per questo esso non è
collocato
accanto
ad
ordinamenti
semplicemente cultuali, come è il caso di tanti
altri precetti, ma all'interno del Decalogo, le
«dieci parole» che delineano i pilastri della vita
morale, inscritta universalmente nel cuore
dell'uomo.
DIES DOMINI 13
diacono Giovanni Maimone
13
«Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò»
(Gn 2, 3)
Cogliendo questo comandamento nell'orizzonte
delle strutture fondamentali dell'etica, Israele e
poi la Chiesa mostrano di non considerarlo una
semplice disposizione di disciplina religiosa
comunitaria, ma un'espressione qualificante e
irrinunciabile del rapporto con Dio annunciato e
proposto dalla rivelazione biblica. È in questa
prospettiva che tale precetto va anche oggi
riscoperto da parte dei cristiani. Se esso ha pure
una naturale convergenza con il bisogno umano
del riposo, è tuttavia alla fede che bisogna far
capo per coglierne il senso profondo, e non
rischiare di banalizzarlo e tradirlo.
DD 13
diacono Giovanni Maimone
14
« Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò »
(Gn 2, 3)
Il giorno del riposo è dunque tale
innanzitutto perché è il giorno
«benedetto» da Dio e da lui
«santificato», ossia separato dagli
altri giorni per essere, tra tutti, il
«giorno del Signore».
DD 14
diacono Giovanni Maimone
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Domenica, giorno del Signore
La domenica è il giorno della Risurrezione, della
nuova creazione.
Gesù è risorto dai morti "il primo giorno della
settimana" (Mt 28,1; Mc 16,2; Lc 24,1; 2174 Gv
20,1 ). In quanto "primo giorno", il giorno della
Risurrezione di Cristo richiama la prima
creazione. In quanto "ottavo giorno", che segue
il sabato, [Cf Mc 16,1; Mt 28,1 ] esso significa la
nuova creazione inaugurata con la Risurrezione
di Cristo. E' diventato, per i cristiani, il primo di
tutti i giorni, la prima di tutte le feste, il giorno
del Signore , la "domenica"
diacono Giovanni Maimone
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Domenica, giorno del Signore
Ci raduniamo tutti insieme nel
giorno del sole, poiché questo è il
primo giorno nel quale Dio,
trasformate le tenebre e la materia,
creò il mondo; sempre in questo
giorno Gesù Cristo, il nostro
Salvatore, risuscitò dai morti [San
Giustino, Apologiae, 1, 67].
diacono Giovanni Maimone
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Domenica, giorno del Signore
La domenica porta a compimento, nella
Pasqua di Cristo, la verità spirituale del
sabato ebraico ed annuncia il riposo eterno
dell'uomo in Dio. Infatti, il culto della legge
preparava il Mistero di Cristo, e ciò che vi si
compiva prefigurava qualche aspetto relativo
a Cristo: [Cf 1Cor 10,11 ]
I cristiani vivono rivolti alla nuova speranza,
non più guardando al sabato, ma vivendo
secondo la domenica, giorno in cui è sorta la
nostra vita, per la grazia del Signore e per la
sua morte [Sant'Ignazio di Antiochia,].
diacono Giovanni Maimone
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Domenica, giorno del Signore
La celebrazione della
domenica attua la
prescrizione
morale
naturalmente iscritta
nel cuore dell'uomo "di
rendere a Dio un culto
esteriore,
visibile,
pubblico e regolare nel
ricordo
della
sua
benevolenza universale
verso gli uomini" [San
Tommaso d'Aquino].
diacono Giovanni Maimone
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La Pasqua settimanale
«Noi
celebriamo
la
domenica a causa della
venerabile risurrezione del
nostro Signore Gesù Cristo,
non soltanto a Pasqua, ma
anche
a
ogni
ciclo
settimanale»,
Papa
Innocenzo I, (inizi del V°
secolo) testimoniando una
prassi ormai consolidata,
che
era
andata
sviluppandosi a partire già
dai primi anni successivi
alla
risurrezione
del
Signore.
diacono Giovanni Maimone
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La Pasqua settimanale
• San Basilio parla della
« santa domenica,
onorata dalla
risurrezione del
Signore, primizia di
tutti gli altri giorni».
• Sant'Agostino chiama
la domenica
«sacramento della
Pasqua».
diacono Giovanni Maimone
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Il giorno del dono dello Spirito
Giorno di luce, la domenica potrebbe dirsi
anche, in riferimento allo Spirito Santo,
giorno del «fuoco». La luce di Cristo, infatti,
è intimamente connessa col «fuoco» dello
Spirito, e ambedue le immagini indicano il
senso della domenica cristiana. Apparendo
agli Apostoli la sera di Pasqua, Gesù alitò su
di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A
chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a
chi non li rimetterete, resteranno non
rimessi» (Gv 20, 22-23). L'effusione dello
Spirito fu il grande dono del Risorto ai suoi
discepoli la domenica di Pasqua.
diacono Giovanni Maimone
DD 2822
Il giorno del dono dello Spirito
Era ancora domenica, quando,
cinquanta
giorni
dopo
la
risurrezione, lo Spirito scese con
potenza, come «vento gagliardo»
e «fuoco» (At 2, 23) sugli Apostoli
riuniti con Maria. La Pentecoste
non è solo evento originario, ma
mistero
che
anima
permanentemente la Chiesa.
diacono Giovanni Maimone
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L'assemblea eucaristica
La vita ecclesiale ha nell'Eucaristia non
solo
una
particolare
intensità
espressiva, ma in certo senso il suo
luogo «sorgivo». L'Eucaristia nutre e
plasma la Chiesa: «Poiché c'è un solo
pane, noi, pur essendo molti, siamo un
corpo solo: tutti infatti partecipiamo
dell'unico pane» (1 Cor 10, 17). Per tale
suo rapporto vitale con il sacramento
del Corpo e del Sangue del Signore, il
mistero della Chiesa è in modo
supremo annunciato, gustato e vissuto
nell'Eucaristia.
DD
diacono Giovanni Maimone
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DOMENICA: INCONTRO CON IL RISORTO
Nell'assemblea domenicale, come del resto in
ogni Celebrazione eucaristica, l'incontro col
Risorto avviene mediante la partecipazione alla
duplice mensa della Parola e del Pane di vita. La
prima continua a dare quell'intelligenza della
storia della salvezza e, in particolare, del mistero
pasquale che lo stesso Gesù risorto procurò ai
discepoli: è lui che parla, presente com'è nella
sua parola «quando nella Chiesa si legge la Sacra
Scrittura». Nella seconda si attua la reale,
sostanziale e duratura presenza del Signore
risorto attraverso il memoriale della sua
passione e della sua risurrezione, e viene offerto
quel pane di vita che è pegno della gloria futura.
diacono Giovanni Maimone
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L'Eucaristia domenicale
La celebrazione domenicale del Giorno e
dell'Eucaristia del Signore sta al centro della
vita della Chiesa. "Il giorno di domenica in cui
si celebra il Mistero pasquale, per la
tradizione apostolica, deve essere osservato
in tutta la Chiesa come il primordiale giorno
festivo di precetto" [Codice di Diritto
Canonico, 1246, 1].
diacono Giovanni Maimone
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L'Eucaristia domenicale
"Ugualmente devono essere osservati i giorni
del Natale del Signore nostro Gesù Cristo,
dell'Epifania, dell'Ascensione e del santissimo
Corpo e Sangue di Cristo, della Santa Madre
di Dio Maria, della sua Immacolata
Concezione e Assunzione, di san Giuseppe,
dei santi Apostoli Pietro e Paolo, e infine di
tutti i Santi" [Codice di Diritto Canonico,
1246, 1].
diacono Giovanni Maimone
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L'Eucaristia domenicale
Ogni domenica, in ogni parrocchia, il
popolo cristiano è radunato da Cristo
per
celebrare
l’Eucaristia,
in
obbedienza al suo mandato: «Fate
questo in memoria di me» (Lc 22,19).
Nell’Eucaristia Cristo morto e risorto
è presente in mezzo al suo popolo.
Nell’Eucaristia
e
mediante
l’Eucaristia lo genera e rigenera
incessantemente: «La Celebrazione
eucaristica è al centro del processo di
crescita della Chiesa»
diacono Giovanni Maimone
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L'Eucaristia domenicale
Culmine dell’iniziazione cristiana, l’Eucaristia è
alimento della vita ecclesiale e sorgente della
missione. In essa la comunità riconosce Cristo
Salvatore dell’uomo e del mondo. Giovanni Paolo II
ha scritto: «Dalla perpetuazione nell’Eucaristia del
sacrificio della Croce e dalla comunione col corpo e
con il sangue di Cristo la Chiesa trae la necessaria
forza spirituale per compiere la sua missione. Così
l’Eucaristia si pone come fonte e insieme come
culmine di tutta l’evangelizzazione, poiché il suo fine
è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col
Padre e con lo Spirito Santo». Le nostre parrocchie
non si stanchino di ribadire a ogni cristiano il
dovere-bisogno della fedeltà alla Messa domenicale
e festiva e di vivere cristianamente la domenica e le
feste.
diacono Giovanni Maimone
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La Parrocchia
"La parrocchia è una determinata comunità di fedeli
che viene costituita stabilmente nell'ambito di una
Chiesa particolare e la cui cura pastorale è affidata,
sotto l'autorità del vescovo diocesano, ad un parroco
quale suo proprio pastore" [Codice di Diritto
Canonico, 515, 1].
E' il luogo in cui tutti i fedeli possono essere convocati
per la celebrazione domenicale dell'Eucaristia. La
parrocchia inizia il popolo cristiano all'espressione
ordinaria della vita liturgica, lo raduna in questa
celebrazione; insegna la dottrina salvifica di Cristo;
pratica la carità del Signore in opere buone e fraterne:
diacono Giovanni Maimone
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L'Eucaristia domenicale
Tu non puoi pregare in casa
come in chiesa, dove c'è il
popolo di Dio raccolto, dove
il grido è elevato a Dio con
un cuore solo. Là c'è
qualcosa di più, l'unisono
degli spiriti, l'accordo delle
anime, il legame della carità,
le preghiere dei sacerdoti
[San Giovanni Crisostomo].
diacono Giovanni Maimone
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Giorno di grazia
• giorno del Signore, della sua Pasqua per la
salvezza del mondo, di cui l’Eucaristia è
memoriale, origine della missione;
• giorno della Chiesa, esperienza viva di
comunione condivisa tra tutti i suoi membri,
irradiata su quanti vivono nel territorio
parrocchiale;
• giorno dell’uomo, in cui la dimensione della festa
svela il senso del tempo e apre il mondo alla
speranza.
diacono Giovanni Maimone
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IL PRECETTO DOMENICALE
Essendo l'Eucaristia il vero cuore della domenica,
si comprende perché, fin dai primi secoli, i Pastori
non abbiano cessato di ricordare ai loro fedeli la
necessità di partecipare all'assemblea liturgica. «
Lasciate tutto nel giorno del Signore — dichiara
per esempio il trattato del III° secolo intitolato
Didascalia degli Apostoli — e correte con diligenza
alla vostra assemblea, perché è la vostra lode
verso Dio. Altrimenti, quale scusa avranno presso
Dio quelli che non si riuniscono nel giorno del
Signore per ascoltare la parola di vita e nutrirsi
dell'alimento divino che rimane eterno? ».
diacono Giovanni Maimone
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GIORNO DELLA GIOIA
la domenica, eco settimanale della prima
esperienza del Risorto, non può non portare il
segno della gioia con cui i discepoli accolsero il
Maestro: «I discepoli gioirono al vedere il
Signore» (Gv 20, 20). Si realizzava per loro, come
poi si attuerà per tutte le generazioni cristiane, la
parola detta da Gesù prima della passione: «Voi
sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in
gioia» (Gv 16, 20). Non aveva forse pregato egli
stesso perché i discepoli avessero «la pienezza
della sua gioia» (cfr Gv 17, 13)? Il carattere festoso
dell'Eucaristia domenicale esprime la gioia che
Cristo trasmette alla sua Chiesa attraverso il dono
dello Spirito. La gioia è appunto uno dei frutti
dello Spirito Santo (cfr Rm 14, 17; Gal 5, 22).
diacono Giovanni Maimone
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