ASSOCIAZIONE CULTURALE AMICI PER LA STORIA
Quaderno di Storia
Vigodarzere 2 giugno 2014
A cura di Giulio Cesaro
1 - Richiesta di attestato di benemerenza per i nostri
concittadini geom. prof. Domenico Silvestri e per il perito
agrario Gino Pinato.
Documentazione.
2 - Domanda di intitolazione della Biblioteca di Vigodarzere
all'illustre concittadino Barone Achille De Zigno (è sepolto
nella chiesetta della Certosa di Vigodarzere).
Documentazione dall'Archivio Antico del Centro Culturale
S. Gaetano Padova.
3 - Dal libro di Tersite - L'Eremo del Monte Rua di Concetto
Marchesi.
ASSSOCIAZIONE CULTURALE AMICI PER LA STORIA VIGODARZERE
-
Per il Prof. Francesco Vezzaro
Sindaco del Comune di Vigodarzere
-
Per la Dottoressa lisa Zanovello
Assessore alla Cultura
del Comune di Vigodarzere
OGGETTO: Richiesta di un Attestato di riconoscimento per i cittadini di
Vigodarzere Geom. e Prof. Scuole Medie Domenico Silvestri (1926) e Perito
Agrario Gino Pinato (1932).
Negli anni del primo dopoguerra i soprassegnati istituirono un corso
serale triennale di disegno meccanico che si svolse nella villa Trevisan a
Saletto (già municipio di Vigodarzere) a quel tempo adibita a scuola
elementare.
I corsi professionali prepararono numerosi giovani di Vigodarzere e dei
paesi limitrofi ad inserirsi nel mondo del lavoro come operai qualificati o
imprenditori.
Domenico Silvestri e Gino Pinato impiegarono il
tempo e la loro
professionalità a titolo gratuito, vero esempio di volontariato civile in quel
duro periodo di ricostruzione che molto contribuì all'inserimento dei giovani
al mondo del lavoro.
Dato il rilevante esempio civico di questo fatto è interesse
del!' Amministrazione Comunale riconoscere pubblicamente l'opera svolta dai
nostri concittadini come esempio per la nuova generazione.
Già nel 2012 consegnai la medesima documentazione alla Dottoressa
Lisa Zanovello senza avere avuto risposta in merito.
Distinti saluti.
Giulio Cesaro
Presidente Associazione Culturale
Amici per la Storia.
Vigodarzere, 19. 05. 2014
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Allegati: n.12 documenti.
ASSOCIAZIONE CULTURALE AMICI PER LA STORIA VIA VITIORIO VENETO 17/A 35010 VIGODARZERE
Comune di VIGODARZERE
Provincia Padova
UFFICIO PROTOCOLLO
RICEVUTA DI PROTOCOLLAZIONE
Numero:
5141
Protocollato il:
19/05/2014
Oggetto:
RICHIESTA ATTESTATO DI RICONOSCIMENTO PER CITTADINI
DOMENICO SILVESTRI E GINO PINATO
Classificazione:
Promozione e sostegno delle istituzioni di istruzione e dell / Categoria:? Classe:3
Sottoclasse:O Fascicolo:-
Da:
CESARO GIULIO
Indirizzo:
VIA V. VENETO, 1?/A-35010-VIGODARZERE
A:
Alle ore:
SETTORE AFFARI GENERALI SERVIZI
11.38.33
VIGODARZERE
I protocollo
Li :
19/05/2014
I due cittadini di Vigodarzere proposti per un attestato di benemerenza.
Da s. il geom. prof. Domenico Silvestri e il perito agrario Gino Pinato.
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dì 50 m/Ili}1
Egregio
Sindaco di VigOdarzere
Dott. FRANCESCO VEZZARO
Comune di Vigodarzere (Pd)
~ Comune di ~1godarzei ·(. \
Gentile
21 MAG. 2013
\
Assessore alla Cultura
"'--A-R-R- ' V-Q-"j
Dott.ssa LISA ZANOVELlO
Comune di Vigodarzere (Pd)
Vigodarzere, 27 maggio 2013
Oggetto: PROPOSTA DIINTITOLAZIONE DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI VIGODARZERE
Egregio Dott. Vezzaro e gentile Dott.ssa Zanovello,
le associazioni del Comune di Vigodarzere "Amici per la storia", "Uniti per l'Ambiente" e il
"Comitato
spontaneo
per
la
salvaguardia
del
territorio
di
Vigodarzere"
in
occasione
dell'inaugurazione della nuova sede della biblioteca comunale di Vigodarzere presso la barchessa di
Villa Zusto, organizzata per la festa della Repubblica del 2 giugno p.V., invita l'Amministrazione ad
intitolare la biblioteca comunale alla memoria del Barone Achille De Zigno (Padova, 14 gennaio
1813-Padova, 15 gennaio 1892).
Le motivazioni della richiesta sono da individuare nella singolare figura del barone che è stato
stimato botanico, geologo e paleontologo di fama europea e che ha ricoperto, a partire dalla metà
del XIXI\ secolo, diversi incarichi diplomatici e politico-amministrativi dapprima in qualità di Podestà
della città di Padova (1846-1856) e successivamente come deputato della Congregazione Centrale e
componente del Consiglio dell'Impero Austriaco in rappresentanza delle provincie venete. Dal 1872
al 1885 fu Sindaco del Comune di Vigodarzere: durante il suo incarico si adoperò a favore di nuove
opere pubbliche quali le costruzioni di due grandi fabbricati per le scuole maschili e femminili e di
più di 20 chilometri di strade comunali che si trovavano in precarie condizioni . Adottò infine misure
igieniche e sanitarie per fronteggiare le epidemie di colera e vaiolo che colpirono la comunità locale.
Allegand.o a tale riguardo la documentazione delle cariche politiche, amministrative e accademiche
ricoperte dal barone conservata presso la Biblioteca Civica di Padova esprimiamo l'auspicio che la
presente richiesta possa trovare favorevole accoglimento da parte di codesta Amministrazione.
Cordiali saluti,
le associazioni:
Amici per la storia c/o Cesaro Giulio 049/8871140
Uniti per l'Ambiente c/o Gobbo Silvano 049/701963
~~
~<::::?é ~~
Comitato spontaneo per la salvaguardia del territorio di Vigodarze re c/o Sotl'Vi ~~33/4530456
O
ACHILLE DE ZIGNO, GENTILUOMO DI NASCITA, DI ABITUDINI, DI
SENTIMENTI E DI MODI
Barone Achille De Zigno
(Per gentile concessione dell'Istituto di Paleontologia e Mineralogia dell'Università di
Padova)
38
BIBLIOTECA CIVICA
DI PADOVA ::
8 . P.
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42
1605
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BARONE ACHILLE DE ZIGNO
Caricbe Ammlnlstrattve.
l )-(;l;J, Mrrnbro della Commissiono di Pu),hlìcil B<lneiìcenza.
18:j8. ARRrssore Municipa/e del/a R. Citta di Padova.
COIJ('I~rrflalo ([uattro v(llte dul'ò in carita otto anni.
/8 [G. PorlesU.t dclla R. Cii tà di Padova.
J';ornina Sovra na 8U terna del Consiglio.
»111'0 iII carica, per riconferma, dieci anni, durante i quali, fece cOlllpi<:!re l'il/ulJJinrlzioue a Gas estendendola a tuila la Città, come pure la rele d81le
sll':'Hle inlerne, dci selciati c marciapiedi; organizzò il corpo d,'i Civici Poml'i!' l'i , e Ile ri ('ol'n ì l'arsenale con 8 Pom pc perf~zi6nate. Fondò il Ci vico
Museo, oitcn8ndo, dal Sovrano di allora, il dono di tll tU i q uadl'i delle corporazioni soppresse al tempo Napoleollico. Ampliò la Biblioteca e l'Archivio civico antico. Fece eseguire su documenti ;autentici l'elenco di tutti i
l'ollesta di Padova dal 1200 in poi coi relativi stemmi, fece eseguire gli
stemmi a colori di tutte le famiglie nobili di Padova. Fece costruire la spie ndi,la Hardern. a Porta Codalunga colla ampia strada ed i viali che conducono
alla F(~rTovia. Curò il pagarllento di tutti i debiti che aveva il Comune.
l ~ lÌ". Dopo la rioccupnzione Austriaca fece fuggire il patriotta e letterato Conte Carlo
Lr<,ni di cui !)['a slato ordinato l'arresto dal Generale d'Aspre e con (liplorllal.iea accortezza cd energia ottennr, che nessuno fosse moleBtato pei
faUi dd 1848, che nessuna tassa di Guerra fosse imposta alla Città e che
fosse annullata la multa di Cjllaran(a mila fiorini inflitta alla Città dal fandgerato Generale lIaynau.
I R~,(j, Per ([\leste sue prestazioni o per la sna abnegazione e solerzia dimostrata du.
l'ante due invasioni del Cholern, il Consiglio Comunale, volenclo dirnostrargli la propria riconoscenza, lo eless!', a grande maggioranza di l'oli, Deplllato della Congregazione Centrale Voneta.
Duranle i dicci aOBi che coprì questa carica, tutte le sue relazioni e propost8
otLcllflero sempre la maggioranza elei voti.
I R00, Le Depl1tazioni Provinciali e la Centrale lo elessero a Deputalo rapprrsentanle le Provincie Venete prrsso il Consiglio dell'Impero in Vienna.
Durante la (!Ila/c carica ottenne l'allargamento delle attribuzioni (101/:1, Congregazione CentralI', il tog/imento di un' imposta indebitament.e pa:;ata dalle
Provincie Vonete, e la }'cs,Lituzione alle stesse Provincie di cin(lllecrntomila
liurini, che furono anche riscossi Cil incns$aLi clalla Congregazione Centrai!'.
' E• Illall Il cII!,, ' 'ind aco di Vigo d arZl1ro, cRteso ComunI'
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I lento a lu~te Jo IDlsure 'glanle ,
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ariche e rappresentanze scIentIfiche.
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'Ilgretario dell a Sezione di 11ineralorria, Oeolo. ' .
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SCienzIa ti che el be. lu ogo . IO Padova.
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1fH3, Vi cepresidente della stessa Sezione al Co ngresso che ebbe lu ogo In Lu~ca ..
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t t" l ~ R Accademia di Padova al Congresso degli Selen·
l '15, 10 m )ro rappresen an "' '' .
zi ati tenutosi in apoli ,
I HHì, . grctario dolla Sezio ne <Ii CJoologia e Mineralogia al Congresso ch' ebbe luogo
in Gonova.
J 817, Vi ccpresidente dell a s~essa sezione a l Congresso di Venezi a ,
I ~'j '1. Membro del Congresso Botanico di F irenze.
Nomina to membro della Gi uria dell ' Esposizion e Orticola Ji Firenze.
1, 70, Presidente d l H. Istituto Ve neto di Scienze, Lettere ed Arti .
1 ~7f), Prcsidente tlella R. Accademia di Scicnze e Lettere di Padova.
gruppo al Con g resso Geografico in·
188 1, MClabro d' onore e Vieepresi dente del
ternazionale di Venezia.
J 88 1. Vicel' residen~e per l' Itali a al Congresso Geologico internazionale di Bologna .
1882, l' t'cRid ente d J Circolo Filologico di l ado va.
l 85, Presidente della Società Geologica Italiana.
188" , Vi cel'rcsidcote rappresentante l' Italia al Congresso Geologi co internazionale di
Berl ino.
18 5, Nom in ato da S. Maestà membro del R. C~ mitato Geologico del Regno.
Pill volte nominato dal R, Mini stro della PuLblica istruzion e a far partc delle
'ammissioni esaminatri ci pella lib era docenza in Botanica Mineralocria, Zoo·
logia, Geologia o Paleontologia.
,"
3:
Pubblicazioni.
1833 . Plantoo Cryptoryam
. p
p
.
In rovo atavma observ atre , in 8.° P adova.
2 . I ~5, Su~le l'1~ero~e d~Il'Ehernberg intorllO gli infusori, in 80, con l tav., Venezia.
3, l 30. SUI va l splrah dello piante • 1'11 8 .° Venezla
.
4, l L30. Sui corpi .organici delle infuf;ioni, in 8.° Padova.
5· 1841. li} torl'enl di sedimento del Trivi giano, in 8,0 con
l tav. Padovll.
l.
.
o
00
6, 1842. III' le krrain lcr tinires dn Trevi 'n n et dl1 Padouan , in ,. P ari,
18-1 2. :::1"0 li I titllti di Denencenza c 1110"bi P ii della iltà di Padova, in .• Padova .
I •
S. I ~ 12. Alli \'crbali della sezione di ~ iueralogi:t , Geologia o Geografi a rlel Con'~re so
legli cienziati che ebbo luogo in P adol'll, in 4.° Padova.
,
0 . Dci progl'cs'i della Geologia prima del secolo XIX, in
° Padova.
9, I:-\J"
all'ar0a bi:tnca dei monti Euganei , in -l,o con l
I u. 1~ l :l. ... opra due fossili della
t :l l, 1':)(10\':t.
1111' .\nnuario geografic0 del o, A. R annuzzi, in 8,° Padova.
11. 1 ' l,).
llI' le
om te N. da Rio, in ti.o Pari,
l 2. l -I J. l'otice nl'cr<llogiq ue
13· l ' 46. ul terreno crctaceo dcll'Italia 'cttp.ntl'Ìonale, in 4 .° con l ta\',
q, l 46, D6couverle du terrain neòcomien cbn les Alpe' VeLitien n , in .1.0 l'ar is.
15, 18Hi. lilla non promi 'cuilà dei fo ili fra il Biancone e la calcarea ammooitica .
.
° l~ 3(IQva.
In
1.,,;.
6. 1816. ul m:trmo di Fontanafredda nei monti E uganei, in E.o " cnezia.
l i . 184 G. Sulle impronte circolari d Il:t cnlclIl'ca dci monti Eug:tnei, in 1.0 Geno\'a:
18. 1846, Fossili ncoco miani del Biancone, in 4.° Gel101'II,
19· 184G. Alti \'crbali della sezione (li :'I ineralo ,~ ia e Geologia del ongresso di t; ~ ·
.
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nO\':1, 111
...
20 . I 17,
ui terrl' ni giuresi c crel:1cei (IcI \ 'e neto, 'ongresso di V'nezi:t.
21. 1',17. Eslt'nsi one del Trias nel Venelo, n Ila \ ':tl lIg:tna c nel bacino di Trento,
Cong l'e,so di Venezia .
:2:2 • 104.7.
III tel'l'eni socond:tri
tt"l'zi:tl'i cl monti Euganei, Congl'cs o di \' npzi:l.
23· l 8-17. Sili' le terl':\Ìns l'l'(·t:lcés t!es Alpe \"ntiienne, in 8,° P3ri',
2.j. • l ' ;)0.
oup d' mil lI\' Ics lel'rain
Il'a tifìè3 d('s ,\.Ip _ Venitenncs, in 4.° con l
ta v. Vien n('.
4)
(",; I)_o
Di'coul'cl'te d' 1111 nou\' :tll Mpot cl' PIante ct dc' Pois'ons l'o il()~ , in 8.°
-'"). 18Pari .
,- ) . Oli thc ~tl'atifì II 1'0(']( 01' th Yrnil ia n Alp , in 8 .° London.
2 6. I ~,):...
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ii I' In Floro j ll rnssiquo I R t)tzo dnns l "
"elle Com uni, in -I ." Vi nn c.
- / ' 1LI-"
28 . 1853. Ili tCI'I'rni gilll':lS ici Mlle Alpi Von t c ' lilla Flol'a eh contengono, in
S." P:1(IOl'a.
29 , 18;);3 . " ull(' Ji ad :le (' l'llS ili d Il' lloli t.E' , in 8." 1'n(ll) \'a .
:~o . 11-\;) t. Vc'gNn ll .
('o . si i ' cl l' oolith dò 1:\ V,' II til', in '.0 1':\ r i~ t 1.011,11'<'$.
31. I D.), " ull OSSo f().~ ili di l'in oct''l'ont t.1'OV:l to iII Italia , in , 0 1':\(ltll'a .
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. un es t II sitllll' geo " l'nfÌ':'I, iII -I ." ì \'lIt'li n,
, , 18 ;)7.
n sU l'li sili (li Pi'sci t.1'0 ali li
ncto, in S.· Pndovn.
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:)·1. .1 ~;k .
35 · 1 ~)f\. Sul tCI'I'l'IIO en rbll nii'ùl"'I ,1,,1 \'C1'1<' t <1, in 'o l' nClla.
3 6 . 18,18. ~1I 11 :\ l'n l(,o l1t oh'lgia .loll n Sl\l'.l cg n:\ , in il ." V(' II('zi:1.
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J t) . 181ill, \l ,'It"I' .l. (l :l! t III1 e\L\1I l'nrh.'I] ,//ll'i$ 1111(1 Thìll"l"ldia, in ·t .') \\' i,'II.
-I". 18<3 1. ~1I 11 :\ '·llstilll l. l'lIll) g"ùl,)gÌt':\ ,!c,i n'\'lI'Iti Eugnll<'i, iII ti." 1':),1,'11:'1.
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tavole, R oma .
I G . olla dislriLoziooe geografica e ~ologica delle CQorfere fo~ ili, in 4.0 Padoya .
'- g. DescrizioM di uoa nuova specie di Coccodrillo fir 'le, in 4,° coo 2 av. &ma.
3. Verlebrati mesozoici del Veoeto, in 4 .Q Padova .
3. O sa d'uccello del terreoo eoceoo del Veronese, io . 0 P adova .
,A. Sopra due Pesci noovi della famialia dei Balistioi, i n 4," con 2 taT•• - al"lli .
5. Sopra uno scheletro fossi La d' MyliobatesJ in 4 ," con l taL Yeoezia.
6 . BioJrafia. del P rof. Gastaldi, io 4 .° • ' apoli .
7. uelques observatioos su r les Sirèn iens fossi es, in
" c~n l taL Paru.
. 7 . . ' DC/ve a giunw aUa ittioraona deU' epoca eoceoa n 4;" Ve ezia roo l
Tavola in (oL
69. 1 .
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irénien fOi;siles de l' l talie, in .0 P ans.
pra il cranio di un irenio sooperto a Bra in P iemonte, in 4 ." evo ;:,
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Antracoterio noovo sco~rto a ~loo lev jale, io 4," con l tav. Yenezia.
u~e condizioni geologiche ed idrogra fiche del baciOQ a.: nifero di Doe
V iUe, io , 0 coo 2 tavole. Padova .
9. Che onii dei terreni terziari del Veoeto, 1D 4.0 coo 2 tavo e. ·cnez·a .
Opere.
l . CalalOl>o ragionato dei P _ '
,, .
2. Annotazioni Paleontol . ~I , sslli del )Iooti Balca e Pos aie, in ." Yenezia l-O";.!.
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3. Flora r. - 'li fC/rmalio:
~ ;:: 4,° con 20 tavole. Yenezia l 69· 1 9 .
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l. BI'bl')(I gr~ pb'le GeoIoglqu
Ycnilienn es, in
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logne ] '80_
Doni fa tti ai Reg i Musei.
l. AI Gabinetto di Geologia della R. Università di Padova.
l. O sa fossili di E lefa nte e di Rin oceronte pro venie nti da l " a l d'Arn o.
2. Modello di g ra ndezza natura le del F dsil1o t hel'iulII Fùres-ti tIel Ca pellini.
3. Mod ello del cran io dell' Ha li thel'iu1II l'erone11se scoperto da llo Zigno.
-1.
id.
dello S rJltalodon Ca/uUo i
id.
id.
5.
Id.
del Clocody lus Arduini
id .
id.
II. AI R. Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze.
I . Collezione scelta di pia nte fossil i nu ove scoperte dallo Zigno nel terreno giurese
delle Alpi ' ·e neto-Tiroles i.
2. :\loclell o di grandezza na turale del cranio di R alitllerium Veronense Zigno.
3.
Iù.
dello SqualodQn Ca/ !~ lloi Zigno .
4.
id.
del CI'ococlylus A l'ditini Zigno .
III. AI R. Museo Geologico e Paleontologico della R. Università di Bologna.
I. Tulte le pul>b li cazioni dello Zigno.
2. Collezione di pi ante fo ssili nu or e ciel terrcno gi urese ciel Veneto e Trentin a.
3. Morlello di g ra nùezza naturale dell' IIalitherùt lll Y CI'o1lell se Zigno.
4.
id
deli o S'l /talo doll CatnUoi Zigno.
5.
id. del Crocod1llus Ardltùli Zigno .
Allo slesso ruseo, in occasi one del Congre so geologico internazionale te nuLO, i
a Bologn a nel sellem bl'e I 8 1, rega lò :
G. Un l>usto in gesso di gra ndezza nat ura le del celebre Giaml>altista Brocchi.
7. Una collezi onc d' iltioliti di M. Bolcn, di specie rari ssi me, in esemplari di grandi
dim ensioni c di si ngolare con ervazi one, che destarono ]' ammirazio ne dei
paleonlologi co nvenu ti a qu el congresso e furono timati del \'ulore di oltre
a L. 6000.
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ACCADEMIE
Italia.
Socio nazionale della R. Accademia dei Lincei.
Uno dei
della oc. Italiana delle cienze.
Membro effettivo e già Presidente del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti.
ocio ordinario e già Presidente della R. Accademia di Scienze e Lettere di Padova.
ocio ordinario non residente della R. Accademia di cienze Fisiche e lIatematicbe
di Napoli.
,'ocio onorario della Accademia Fisico- Iedico-Statis tica di Milano.
Socio corrispondente della R. Accademia delle Scienze di Torino.
Socio corrispondente del R. Istituto delle Scienze di Bologna.
ocio onorario del!' Accademia di Agricoltura di Verona.
Socio onorario dell' Accademia olimpica di Vicenza e degli Atenei di Treviso, Bassano,
Udine, Siena, Pistoia, Arezzo, ecc.
fXL
Francia.
Membro della Società Geologica di Francia.
Socio dell' Accademia delle Scienze di Cherburgo.
Germania.
Socio della Accademia Imperiale L eopoldino-Carolina Natul'aJ Guriosol'um.
Della Società Geologica e Mineralogica di Jena.
Dell' Accademia delle Scienze di A ugllsta.
Della Società di Storia Naturale di Dresda .
Della Società di Storia Naturale del Meklemburg.
Della R . Sccietà Botanica di Ratisbona.
Membro del R. Istituto Geologico dell' Impero austro · llngarico.
Russia.
Membro dell' Imperiale Società dei Naturalisti di Mo ca.
Inghilterra.
Membro corrispondente estero della Società Geologica di L ondra .
Portog'allo.
Socio della Reale Accademia delle Scienze di LisLona.
PUdllVU, !ljt!\I
Tlp . dci SCmi ull.l'Io
l'
<
Rua
Un colle di 423 metri, fra gli Euganei; ma dalla vetta
l'occhio spazia in una vastità come di sommo valico al~
pino, fra l~ due pianure: quella che si perde verso Ferrara, e l'aItt~ che da Ven,eziagiunge ai mOl1ti Berici e
alla gràndèr,eortina delle p:realpi~ Il1l' almattinò,
se le nebbie
,
non fano{)Ostàcolp', si vetleàl(Nfffite la larga striscia
lucente della laguna. Di faccia, la dma del 'venda, la più
alta degli E'-1ganei, mostra agli eremiti di Rua le nere
rovine del convento Olivetano. Chi guarda di giù, nelle
giornate piovose, ha un senso di altezza remota; e il fabbricato dell'eremo sulla sua base di castagni e di ròven,
dentro una ç~tchja dì antichi pini e di cipressi, resta invisibile ftaJ~ nubi e le nebbie." .
S-çJi que»~ ~çima nelI'anpo . 133;~;;d!le frati . del cenobio
di san Mattla: di Murano, Gi6v~mni da Verona e Antonio
da Albignasego, vivevano religiosamente nel piccolo ro·
mitaggio ché nove anni prima Ildebrando vescoVO di Padova aveva donato ai Camaldolesi di Murano con l'oratorio dell' Afumnziata. Segui p~e§to l'abbandono e· la
rovina per circa due secoli, fino all'anno 1537 in culla
congregazione eremitica di .M()nte. Corona, in memoria
e onore d~~ ve1\erabile Paolo Gig,~1i4i1Ìmi, suo fond~to;t:e)
m~d~~; ~rGlatl)o dal Sessa €ont1;~;~Q~a~ ,aria1zat~.
dane fotidam~ta l'eremo di E,ua copçessb da qUe.l cU
~
1
156
'[
Murano. Comincia quindi la sua flodda vita. Le grandi
-{amiglie venete degli Obizzi, dei Cornaro, dei Contarini
. lo arricchiscono di sacre reliquie e di fabbricati: e là mo~
riva ed aveva sepoltura nel 1586 Filippo Mocenigo arci~
vescovo e ptim~te di Cipro. Nel 1810 la legge napoleoàka , sopprimeva i monasteri; anche l'eremo di Rua fu
soppresso e spogliato: e, sei anni dopo, un atto di consegna ne dichiarava opportuna la demolizione. Ma esso
doveva risorgere per la tenacia del camaldolese Emilia~
no, cioè don Giuseppe Neri di Bologna, il quale nel
1863, con gli aiuti del conte Silvestto Camerini e di MaJiianna di Savoia moglie di FerdinaFldo di Austria, ricomperava e restaurava quei ruderi boscosi che nel 1850 il
demanio austriaco aveva venduto per dodicimila svanziche· al padovano Antonio Faccanoni.
L'eremo col bosco, i campi, l'orto e i fabbricati è
circondato da ,un muro, sÌ che il portone ne è l'unico ingresso; di là nessuno può usCire senza licenza del Priore
che ne tiene le chiavi insieme col fratello portinaio: e
pU:ò usdrne solo per gravi ragioni di obberuenza, di carità o di necessità. Le celle, distanti dieci metri l'una
dall'altra, sOnO anch'esse ricinte di un muro che le rende nell'interno inacessibili allo sguardo altrui: tra loto
è la terra del piccolo orto e un più vasto lembo di cielo:
E perché la solitudine sia perfetta è tenuta lontana ~gn:
familiarità con le persone che restano nel. mond~, eli 1.a
dal muro che circonda questi romiti i quali alla, dl~entl­
canza del mondo hanno chiesto la pace del! amma de
.
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gran e
aspettano in perpetua segregaZIOne «1 prem o
d'
dei cieli». Non che devano interan:ente e. per f~~la 1~
.
.
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. detIl.......a
rlvederh l me
rnentlcare l çongluptl
. .u> . ' l unponga
•
.. e 1;101'1 rIve
no che sia possibile, quando una neceSSita
~ . perehe~
Il Vita'
salva caritate. Grande ventura, questa> ne
,a
,
157
l'
i parenti. di ~olito s?no i tr~smettitori affettuosi e abbondevoli del proprI malanru: e rarissime volte attraverso le parentele scorre una limpida vena di gioia senza
turbamento. 4nche quella tremenda strada che apre a
ciascuno le patte della nostra dimora a gettarvi, se vuole, da ogni lontal;lanza e con pochissima spesa) l'inquietu.
dine e il malumore: anche quella tremenda strada che è
da ultimo per{;orsa dal fattorino postale, è resa meno
pericolosa dalla regola monastica: la quale vuole che il
Priore abbia conoscenza di ogni lettera che giunga o
Che parta. Così al veleno della busta chiusa, all'insidia
del morso epistolare che comincìa. cO'n la bava dolciastr~
del consueto complimçnto, oppone un riparo e un rimedio, il padtelriote,
quale sa .già=di che: si tratta; e
spesso il male dicette lettel;e consiste in quella specie
di colloquio segreto a due, nel fatto che non possiamo
leggerle ad alta voce al primo che ci capita, a cui non
importa nulla delle' cose nostre.
Nella cella il frate è sicuro di es:;ere solo, isolato nella
comunità, eremita nel cenobio: questa è la felice trovata
del mona<;o ltomualdo quando al principio del sec?lo
undicesÌìno i~nestava sul trqJ:lco~lledettlno il candIdo
ramo del nuovQ ordine di CamaldoU. Ògnimattina, men~
tre batte . i1 tòcco di « Prima », ìl camaldolese ripete il
versetto del Salmo: Pone Domine custodiaf!1 ori meo
«poni, o Signore, una custodia alla mia bocca ... »: e
dovrebbe essere questa la prima e magari unica invocazione giornaliera di tutto il genere. umano, impotente a
ottenere da sé fa grazia di tanto dono. La regola benedettina, dtte~a ai t:eligiosi di ·~c()mupità cenobitica,
raècollumd~,fton,p::e$criye il sUen~.9~ e etelina ai discepoli di elire~oloq1;1anto basta e .~,. più a lungo e
ascoltate come .51 conviene a discepoli. l.-a eostituziòne c.a-
n
158
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.-ldol
è più esplicita
l e rigorosa: del silenzio essa f a
ese • • ~___ 1
. . bene spItlruru.e asso uto, una condizione capitale dell
eremitica. « La taciturnità è sacrosanta pur che a
.' deIIa retta ragione hl quale, n
on
_ ~ 1• litnlt1
ci indica
il
.wa
.~~,tl.l
--tìm'p? del patiate e del tac~re» (cap. ~). Taluni luoghi,
' . chiesa, U suo vesubolo, 11 sacrariO, 11 capitolo, il refettorio, i sentieri tra le celle, la piazza davanti alla chiesa. e' davanti alla porta dell'eremo non ammettono che il
silenzio. In quei luoghi non si parla; e nel tempo assegnato agli uffici sacri e ai riposi, presso l. chiesa e pei
sentieri che conducono alle celle, deve cessate ogni rumore di opere ulnane. Perpetuità di labbra mute? Tace·
nmno sempre quei hati? No: qualche parola porranno
rivolgere all'ospite, all'amico, all'operaio che lavora Dd
convento, quando intervenga una «giusta causa> e il
padre superiore consenta.
Così va bene:
1. parola
. ,
. 'go sentire
Due volte
alla
t t .possono 1. f ratt,'
come una necessita o come uno ' sva
e
il
settimana nell'inverno e tre ne es il e 1
dell'er .
"
e 1entro e mura
in certe ote, passeggiare lnsiem
.a
l
plano
senza scoppi di l'i-mo e parlare tra loro,: ,par are . 1 oche e sensate, si csa , con umiltà e gravIta,
conbpalO
e p 't· paucis «l'uo.
's ittttetesct
.
saptens ver
t
h t'laro1e >~ ed. to
è scrl.tt~
come è scritto:
.
con pace r
ma di
mo savio 51 fa conosce~e
7). Quando S1. tI1. I
nella Regola benedett1!1a (capj;jllota si dà agIt a1 • •
Y
.. anche dopo non lunga "' rar~ e sommesso: "n'
assu,
.
versare piU
llmpr~sSlon
.
. e d1 unraconoc •
. la f 0la infermerIa,
O
pressIone che, duo dePI COllvento son? 'terO la biblioteca.
c bbrica
cltJ11.' benedettulo.
.
Tra 1, 1.a
. t1a la dispen: a, ildell'ordine
, la cucr ~econda chIesa dio e della lettura un
res
Latetia
biblioteca: a""•• fatto dello SOldi cosden>" unO IDO'
Satl BenedettO aUò'iosa1 un
DiO. ,BenedettO,
. di vitil re t:I. di elevarsl li
abItO . :Jjsacrars) e
.
-15.9.'
niej;l'l di CO
,L .
dove~e
Cas~
Ip
....,
I
siodoro) Colombano sono i tre fari che nel medio evo
rischiarano quant-o resta ancora della civiltà di Roma. La
regola benedettina è precisa (cap. 48): «La oziosità è la
nemica dell'anima: perciò, a tempo, i fratelli si devono
occupare ora ,l'leI lavoro manuale ora :pella lettura ... Du.
rante laquat~s'ma prendano ad uno itaduoo i codici della
biblioteca, e li' leggano ordinatamet,lte, per ìntero. Uno
o due anziani: .abbiano Pincarico di andare in giro per il
monastero -nelle ore destìnate alla lettura, e vedano se
non ci sia per caso qualche frate accidioso che si dia
all'ozio e alle. chiacchiere: inutile a sé e molesto agli aitrio E se per mala sorte ci sia, abbia .subito riprensione ».
Otiositas inimica est animae: massima sacrosanta per
quantì vlv0t,l9 insieme. Ma per .l'eremita non dovrebpe
essere così; egli deve avere distfilttQ la oziosità che è la
malattia dell'anima inoperosa e svogliatà. Il cenobita sente il mondo lungo il corridoio del cenobio, dietro la sua
porta; l'eremita non lo sente più: e se lo sente, nella
smania del corpo) nella voglia della chiacchiera, nel piacere della neghittosità disobbediente, non gli resta che
scappate. «Non passi giorno in cg:imeZz'ora almeno non
sia dedicata alla sacra lettura»: così la costituzione 194
di CamaldblL.B aggiung~; «pét ttqppa. av;idità di letttlra non siano tl,;ascu'tati i doveri del religioso ». I libri
siano conta.u : la istruzione cristiana il testo delle Costituzioni) e altri tre libri. Il Priore potrà cohsentire di più.
Ma in verità tre basterebbero: tre bori possono contenere le più belle e le più grandi voci del mondo, quando
siano bene scelti; e sarebbe da domandare se i capolavori della rivelazione poetica o scientifica siano veramente
più di tre.· U~'altta cosa la Costitl;],ZlPne camaldolese nel·
la sua bre~it~ f\on considerò 7 fotse ·J?e:l'CQuto 'rispetto
della Regola benedettina: non con&iderò la soverchta
i!f .. ,
d."
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I
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lettura. siccome ,fonte
~rg~g1io e di presunzione: ché
a, pochI lo studIO las~la l abIto naturale della misura e
a nessuno lo mette d1 suo.
'
Mezz'ora almeno per lo studio; un'ora almeno per il
lavoro ~~~ale. Al. camaldolese la pratica rituale spezza
la contlnUlta del riposo, dello studio, del lavoro. Egli
nori può dormite né pensate né faticare lungamente:
non dispone per sé che di intervalli lunghi quanto sono
lunghi i silenzi del suo campanile. Il novizio camaldolese non si annoia; tutt'al più si stanca, patisce e torna
nel mondo, alle stanchezze e ai patimenti del mondo che
sono tanti e troppo improvvisi per essere annunziati dai
tòcchi di una campana.
La solitudine e il silenzio sono due novità senza fine,
come due inesauribili attese fuori delle consuetudini
umane e non si possono ritrovare che fra questi eremiti,
contemplatori s~nza ricerca e fedeli senza dubbi, salvo
quelli che derivano dalla loro fragilità di uomini: gente
oramai rara, attratta da tma disciplina che p~ò sodisfar~
qualunque altezza di spirito perché ha un Slg~~re. ~nD1potente e il;wisibile e nella ' umiltà assicura
la continua conferma del proprio va1or~. Taluol a~ano
. l' . 1 ,'[ cchl<l accusa d 19naripetere Goht.t o ouesti dso ltarI
. ' e d'·
f 'd' a USveilI :t11ml
e1 uggIa
v1a; e S1 ostìnano a ve ere, el.F
a . . e coraggio
scbi in questi che sono tra 1 Plul.coraggl01:\;merità del
sa
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non e. . so1.tanto 1"'lmpet o dell'as lWre ligenza
della pro. 1
trotto la serena neg
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pria conse;t:V'azione: la costante lSp
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senza desiderio di morte.
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quel portone chiuso dietro cui uomini di varia et' .
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eremItI maturi o mvecchiati ' conducono
.
una eSistenza dove la donna non entra più: dov'essa'
se mai, una memoria o un'ombra o una impalpabile te~~
t:u:ione .. Ci ,sono :e donne che possono entrare senza pericolo dI scomunIca: queUe delle !?Ompe ufliciali~ quelle
note e tlVeIslte, senza IIl1stetl e senza avventure, che non
possono nascondersi nell !ombra e tendere l'agguato della bellezza. Entrano iure, di diritto" le sovrane degli Stati cattolici riconosciuti dalla Chiesa di Roma; e altre,
apostolico indulto, per concessione pontificia: grandi signore benefattrici delle comunità conventuali; ma anch'esse, le regine e le dame, devono contentarsi della
pompa:d.eUa visita vuota che fa ,vedere poco e non fa
sentir niente.: In novitiatum 110n liceteas introducere neque in cellas' jtatrum: non pbssono entrare laddove nel
silenzio l'anima del novizio si ritenta e si dibatte tra la
preghiera e le ansietà prima di lasciare un mondo che
non ha perduto tutti i suoi echi; non possono entrare
nella cella degli eremiti dove la esitazione è finita, la rinuncia è compiuta, ma non per questo è finita la· battaglia'dell~aniwa. In qllelle solitridiPl" non è ammessa ]a
regina n~ '.ama benefica epriti1egiata~ ma soltanto
nella çellaPrlore praesente tamen alio Eremita, « alla presenza di: un altro eremita ». Giusta regola. Così la
donna, in una cerchia di uomini vivi, resta come la visitatrice di un museo. Con la licenza del Padre Maggiore,
«da concedersi solo per grave motivo », si potrà anche
somministrate alle donne la refezione nella foresteria
« purché nessuno degli eremiti si açcostì commensale ad
esse ». E noQ.. basta. Salvo caso di .estreniia necessità, .lugubre ca$P...t "per 'nessun pretestbgÌi èremiti pottarolO
ascoltate qmfessioni di donne, di qualsiasi età, né farsi
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162
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loto direttori spirituali. Ma dunque sono considerate come appestate, le donne? No: questo stupendo fiore della carne non può considerarsi né temersi come contagio
eli peste. All'uomo che ha rinunciato ai beni del mondo
questi non dovrebbero più far male; e la donna è, tra
beni del mondp, il più desiderato, ·il più squisito e an~
che il più vano, se si considera come bene apportatore di
gioia. Non dunque per timore di ricadere nel peccato
l'eremita sta lontano dalla donna, ma per non assumere
cure vane. L'eremita è un religioso solido: il suo mondo è quasi tutto nella sua cella dov'egli aspetta il giorno
della emigrazione à Dio. Non è folle ostinazione né conclusione di un dramma passionale: è cosa molto meno
complicata, se anche assai più difficile a conseguire. Dal
momento in cui uno crede che «la sua vita non è di questo mondo» e lo crede con chiarezza e semplicità, da
allora quella' casa di eremita posta in alto, sulla co~na
deserta, è davvero un vestibolo di pace dove la preghIera
fa lieve l'attesa. Tutto sta nel credere in una c~rt~ m~­
niera a quelle parole. Ho detto cosl, perché Cl SldPlluo
.
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aver cura e e
credere in altre mamere c e consen anole donne e acCOanime femminili e sedere a mensa con.
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glierle nella benignità di un eommereld~ spldir~t~io: si
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Il prete, sotto cettl fig . 1,d eIla sua Chies a e delle case
deve occcupa1:e d egli a1tari e . d'
predicare, istruire,
dei suoi fedeli; deve leggere, ,s~ 1.&e'susdtare e calmare
snidare il peccato, comporre,! sSl ~e la verità e la bon~
gli scrupoli, dimostrare cont1Du~:~e11te in mezzo agli
tà del Signore 1 procedere con -11e turbolenze per pIar in mezZO !U
1 mInor
errori per conf 011d.e r ale
1,
nlgerlo
al bene o a11 l' '~
per Vv
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cade , in mezzO
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sta
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es. e, dun. Il acca e g
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male: buttarSI ne a s solo 11elI' aD ima altruI.
ma sua per guatdare
163
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que il faccendiere di Dio, L'eremita è il solitario di D' .
. l
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lO,
egli h a rISO uto ogm acce n a per trovarsi solo dinanz'1
al creatore, fonte unica di vita e compimehto di felicità
In questo suo tenore di esistenza la dQI:}na sarebbe a
d'incomodo, assai più che l'uomo: perché la donna è
tra le maggioripenezze ma non .t ra imìnori imbarazzi
della superfici~ felT:},;'estre.
lui
Si entra nella cella da una piccola porta lungo il sentiero erboso, e apparisce subìto l'orto quadrato e concluso dove l'eremita coltiva ciò che vuole, I novizi preferiscono i fiori, i più anziani le insalate e le cipolle, le ClÙ
foglie sode e sottili verdeggiano çç>n lievi ondula.menti.
Dall'orto si açcede a un andito al GU! fondo è attaccato
un crocifissQ con la corona di spinei' una porta a destra
conduce alla legnaia, quella a sinistl;3 m~tte nella piccola
camera dov'è il letto, uno scanno infisso alla parete, un
tavolino con lo scaffale, un piccolo armadio scavato nel
muro e due finestre per cui entrano la campagna ed il
cielo. È contigua un'altra piccola stanza destinata alla
,preghiera. In quel luogo ho compreso ~'che si possa tra, scorrere tutta una vita. Bianca la tonaca e la cella: bianco il letto, di l<';gDo, ' semplice) con. tfn. saccQue che s'incastra tutto nel margini 'laterali, con. un imbottito di pa'Z
glia liscio, mobile, pronto a livellarsi al tocco della mano:
e sul saccone una coltricella di lana e un guanciale anch'esso di paglia: 'ché il camaldolese dorme vestito. Per
l'ospite c'è anche il guanciale di lana; e ci sono le lenzuola che, conficcate bene, con cuta, ai Iati del letto,
formano un giaèiglio sodo, resistente, su cui urto può
voltarsi e rivoltarsi senza ;che faccia una grinza il lenzuolo di sottQ oYt (;ne salti via quello ,d i .sopra. Ed ho cons1derato sempre questo come Uno dei memorabili beni
i
164
--
---
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DrJve si nasce non importa. A essere gettati nella vita
ogni luogo è buono: ma a restarci poi, nella vita, coìibinciano le sofferenze. Il letto ha importanza capitale,
~ ' non è fatto solo per dormire, ma anche per cereare il sonno, per non trovarlo, per meditare, per va'e.UlLJ.~, per aspettare la luce o la salute, per pensare a
qacdJn che s'è fatto o che si farà. Nel letto non nasce
l'uomo soltanto, ma nascono e spesso crescono tutte le
male e le buone azioni degli uomini. La difficoltà dunque
censiste nel trovarne uno che sia bene congegnato, se. amdo una giusta misura. Fra i letti che la civiltà ha sostituito da millenni al covile primitivo è quello della civiltà teutonica: bellissimo a vedere: guancialoni di piuma che si riducono presto a un sottile strato sotto la testa" con due grandi corni all'estremità; una morbida e
carezzevole coltre, ingegnosamente collegata a due puliti
lenzuoli, che al primo rigirarsi casca giù, mentre i piedi
bruscamente distesi battono sulla lucida parete opposta
al capezzale. Perché i teutoni sono da tempo antico uomini forti di grande statura, ma quando si adagiano sul
letto non si sa dove mettono la testa o i piedi. Il letto
camaldolese rivela una certa origine teutonica non per
..
.
d'
.
et quelI a parete
sua plccolezzaplena 1 graZia, ma P
...
la
opposta al capezzale contrO cui durante la n~tte S1 .v~ene
.
.
do non si giaccla vestl ti semevitabilmente a urtare., quan
ald D 11 regola cacondo la prescrizione d~ san Ror::Ua o·tan~o ami pare i)1
maldolese io non vo r: e1 mUltare lie~e modificazione al
tutto armoniosa. e felice; hSO °bub~a un'apertura in fondo,
,
igliare.'' c d'e ag.uisa.
la che i piedi, se anch.
letto vorre1 cons
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l". pare
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. . nel
che sta
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Af"e taccoltx, sappl
.
. amano st ~
vuoto,
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. l'eremita: ~ncbe..il Priore, anche il
1a
Nella cella màog
165
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Anche gli eremi camaldolesi accolgono chi batt li
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1oro porta: e d e' b
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e senza gravezza la oShital'
. . di Rua. Ma sono poverI:. e non è facile1::' atteita_
det. tOmltl
dere. ~enza . soc~orsi a~ fab~ricati d.a ripa.rate, ai vigne~
da rlplanta.t;'~., al luoghI da rtmbos.cbiate, al bisogni insomma di unamcomunità che ha fatto i!~rgere tanto dstoro di
veget~ione di contro alle atide .e.sassose pendid del
Venda dove stentano a pascolare gli. armenti. La Chiesa
di Roma lascia che « i frati sJingegnino da sé »: è la frase
pontificale, questa: e corrisponde bene a una ragionevole
politica vaticana che intender far valere e mobilitare le
energie socialmente più operose degli ordini ecclesiastici
secolari, anzi che provvedere ai bisogni delle ferme comunità m'lpastiehe contemplatiy~'.. 11." .monachesimo può
giovare in époche' di seisnll e. di··~fòrme religiose; può
costituire la riserva delle coptrorttotme ortodosse e rappresentare la salda forza morale di quanto si presume
immutabile nella vita religiosa, del cattolicesimo. Ma i
tempi presenti non offrono pericoli gravi di eresie e non
fanno prevedere necessità di controriforme. E i frati, se
vogliono continuare, devono «inzegnarsi da sé» e confortare la. loro penuria con quel versetto dei Salmi che
san Ben~def;~9l1Vpq;\1~.va tra <~ gt~ ~.f~~nti ,d€lle opere buone »: Nori ~isperate.mai della ,misel'içorrua di Dio.
III!
!ti!
(Padova, 1935)
168
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1 - Richiesta di attestato di benemerenza per i nostri