LIBIA IERI E OGGI
A un secolo dall’avventura coloniale italiana
A un anno dalla fine del regime di Gheddafi
S. Donà di Piave
24 novembre 2012
La colonizzazione della Libia
Immediatamente dopo la conquista della Libia
vengono organizzate tre importanti missioni
tecniche per esaminare le possibilità agricole
della Tripolitania.
I rapporti sono cauti sulla possibilità di aprire la
colonizzazione agli speculatori stranieri.
Viene suggerito l’affitto a coloni italiani.
Nel 1914 inizia ad essere attuato su piccola scala
un piano di colonizzazione nei pressi di Tripoli,
poi subito interrotto dallo scoppio della Grande
Guerra.
Un totale di 40 lotti, per una superficie di circa
1.250 ettari.
La colonizzazione della Libia
Alla fine del conflitto vengono assegnati
altri 1.250 ettari, ma il progetto subisce
una sospensione a causa dell’instabile
situazione militare.
Questi terreni vengono assegnati non a
famiglie
contadine
provenienti
dall’Italia, ma a persone già residenti a
Tripoli e che già hanno un’altra
professione.
La colonizzazione della Tripolitania
operata da Giuseppe Volpi
Nel 1922 inizia il primo vero piano
organico di colonizzazione demografica
della Tripolitania.
Viene creato un demanio pubblico
incamerando tutte le terre incolte e
confiscando le terre ai “ribelli”.
In questo modo il demanio pubblico
ammonta a circa 68.000 ettari, una
superficie quasi 20 volte superiore a
quella accatastata nei dieci anni
precedenti.
La colonizzazione della Tripolitania
Il progetto di Volpi è basato sul modello francese
in Tunisia, caratterizzato dall’intervento di
capitali privati.
Terra a buon mercato concessa dallo Stato per
essere valorizzata e poi frazionata in piccole
aziende unifamiliari.
L’agricoltura è quindi controllata da grandi
concessioni la cui dimensione media raggiunge
gli 86 ettari.
Siamo ancora lontani dalla creazione della
piccola proprietà per contadini senza terra.
La colonizzazione della Tripolitania
A partire dal 1928 il nuovo governatore Emilio
De Bono corregge il tiro e la colonizzazione
inizia ad essere finanziata grazie a contributi
statali.
Nel 1930 viene avviato un piano per trasferire
500 famiglie italiane in 5 anni: i coloni
sarebbero entrati in possesso della terra dopo
30 anni di lavoro.
L’obiettivo demografico viene mancato: dopo 5
anni la colonia conta solo 299 famiglie
contadine (1.794 persone).
Molti sono i rimpatri a causa delle dure
condizioni di vita.
La colonizzazione della Cirenaica
Ancora peggiore la situazione della
Cirenaica, dove la sovranità è più
nominale che effettiva.
All’inizio degli anni ‘30 solo il 15% della
terra
potenzialmente
agricola
è
utilizzata e la popolazione rurale italiana
ammonta ad appena 429 persone.
La colonizzazione della Libia
Nel 1937, dopo 15 anni dal piano Volpi, i risultati
della colonizzazione italiana sono modesti.
La popolazione agricola ammonta a quasi 12.500
persone.
Le fattorie sono 840, ma nemmeno la metà sono
di proprietà privata.
Prevale la grande proprietà, le fattori di piccola
dimensione sono il 37% del totale.
La colonizzazione della Libia
Il piano Balbo
La vera svolta avviene con il governatore Italo
Balbo (1934-1940).
Vengono potenziati gli strumenti istituzionali
esistenti, favorita la lottizzazione dei terreni da
parte di compagnie colonizzatrici, concesse
terre gratuitamente e sostenute da un
contributo del governo pari al 30% dei costi.
Con un piano del 1938, l’obiettivo è portare, a un
ritmo di 20.000 persone l’anno, la popolazione
agricola italiana nella colonia a 500.000 unità
entro l’inizio degli anni ’50.
La colonizzazione della Libia
Le premesse per il primo trasferimento
Vengono ampliati sette villaggi già esistenti.
Vengono creati dal nulla quattro nuovi villaggi,
due nei pressi di Tripoli e due nei pressi di
Misurata, oltra a quattro centri rurali, tre vicino
a Bengasi e uno vicino a Derna.
Complessivamente i poderi sono 1.091.
Nell’ottobre del 1938 avviene il primo grande
trasferimento di coloni: 1775 famiglie, 14.600
persone.
Il Veneto fornisce il 57% dei coloni.
Il 1938 è un punto di svolta della colonizzazione
demografica della Libia: in un solo anno arrivano
un numero di famiglie pari a quello degli otto
anni precedenti.
La seconda ondata del 1939
All’inizio del 1939 la Libia diventa a tutti gli
effetti una “regione italiana” con le quattro
province di Tripoli, Misurata, Bengasi e Derna.
Arrivano 1.358 famiglie, circa 12.000 coloni.
L’origine regionale non muta: i veneti sono il
62%, seguiti da siciliani e abruzzesi.
Le richieste nel 1939, data la mancanza di
lavoro, sono circa 40.000: la maggior parte non
possono essere neanche esaminate.
I criteri di selezione, in questa fase, sono meno
rigidi. A volte sono dettati dall’affidabilità
politica, ma spesso è vero anche il contrario.
La colonizzazione della Libia
L’epilogo
Nel triennio successivo sono previsti nuovi
trasferimenti e la costituzione di 1.830 nuovi
poderi.
Lo scoppio della guerra interrompe il piano di
colonizzazione.
La Cirenaica diventa teatro di guerra e la
popolazione colonica viene evacuata (circa
30.000 persone).
Meno colpita la Tripolitania che all’inizio della
guerra contava circa 40.000 persone tra coloni
e concessionari e nel 1945 appena 15.000.
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Giuseppe Mazzini