L’ultima ora Giornalino dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII Besana in Brianza NUMERO 2 - LUGLIO/AGOSTO 2015 Progetto curato e realizzato dal gruppo del laboratorio di giornalismo classi seconde Referente prof. Michele Negri REDAZIONE Galban Ionela Giorgiana, Respini Marco, Bianzale Rossella, Carioti Denise, Colombo Tommaso, Mondonico Filippo, Origgi Chiara, Vener Leonardo, Buè Gabriele, Lombardi Fabio, Longoni Jordi, Puddu Marta, Scaccabarozzi Andrea, Halder Anurag Justin, Lauriola Giorgio, Radaelli Jacopo, Zanni Jacopo, Zoia Martino L’ULTIMA ORA VITA DELLA SCUOLA PAG. 2 Una buona scuola e… una buona preside “È una bella scuola che funziona bene, con un’utenza buona e una grande collaborazione tra tutte le parti”. Ecco il pensiero della nuova Dirigente, Dottoressa Elisabetta Biraghi, da quest’anno preside dell’Istituto Comprensivo Giovanni XIII, sulla nostra scuola. Prima di ricevere l’incarico di dirigente, ha lavorato per 31 anni alle scuole medie di Nova Milanese come insegnante di educazione fisica, che secondo lei è il lavoro più bello del mondo. Per diventare preside, ha partecipato ad un concorso, nel quale è risultata una dei vincitori. “Il 28 agosto sono stata informata tramite una mail di essere stata scelta, ed il 1° settembre sono arrivata qui a Besana”, ci racconta. “All’inizio mi sono sentita come in un frullatore, senza sapere bene cosa fare , ma è stata ed è una sfida interessante”. Con queste parole la nostra preside ha sintetizzato l’inizio della sua nuova esperienza scolastica, diversa, ma comunque bella, alla precedente. Un’altra cosa molto positiva della nostra scuola secondo la nuova dirigente scolastica, sono i progetti che vengono realizzati, che ha definito di alta qualità. “La giornata dell’accoglienza, ad esempio, l’ho trovata bellissima, come il progetto di sartoria per le classi terze e il progetto con le ragazze finlandesi”, ha detto. Ha apprezzato molto anche il CCRR, consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, che ha voluto fin da subito sostenere e valorizzare. “Credo che il CCRR abbia avuto molte proposte interessanti, di cui il sindaco e gli altri membri, sono venuti più volte a parlarmi”. Alla nostra domanda: “Si faranno gite oltre i confini nazionali o si rimarrà sempre all’interno del territorio italiano?”, la dirigente ci ha risposto che questo argomento non dipende da lei ma dai consigli di classe. Però ci ha detto che sarebbe meglio rimanere in Italia per ridurre i costi e quindi per non mettere in difficoltà le famiglie. “Vorrei fare in modo che le classi siano delle cabine di apprendimento con le “isole” di banchi dove i ragazzi sperimentino di piu’” ci ha anche detto. La dottoressa Elisabetta Biraghi ha tre figlie, che frequentano rispettivamente la quarta superiore, la seconda superiore e la seconda media; a causa dei suoi impegni scolastici, nell’ultimo anno hanno dovuto diventare molto autonome. Le abbiamo chiesto: “C’è però qualcosa che non le piace della nostra scuola?” “Ovviamente, niente e nessuno è perfetto e si può sempre migliorare, ma una cosa negativissima è il mio ufficio: è troppo isolato e freddo, ne vorrei uno sul corridoio”. Ci ha accolto con molta simpatia e disponibilità, ci ha messo a nostro agio: è una persona davvero in gamba. Marta Puddu, Giorgio Lauriola, Filippo Mondonico L’ULTIMA ORA VITA DELLA SCUOLA PAG. 4 CONCORSO CDD PER LA SCUOLA PRIMARIA: LA VITTORIA DELLA DIVERSITA’ Tra le esperienze più significative vissute quest’anno a scuola, c’è stata la partecipazione al Progetto CDD – SIGNIFICATIVE EMOZIONI NELL’INCONTRO. Abbiamo preso parte alla giornata sportiva, ai laboratori sensoriali, alla cena al buio, agli incontri con i ragazzi del CDD e con altri esperti. Imparare e riflettere è stato bello ma, soprattutto … ci siamo emozionati ! Quando abbiamo cominciato a lavorare per il concorso abbiamo ripensato a queste idee: - gli amici disabili ci aiutano a rallentare per guardare il mondo con calma; se corriamo troppo, non vediamo gesti e non ascoltiamo parole importanti per la nostra vita; - nelle persone, ci sono diversi tipi di andature e di velocità che fanno bello il mondo; conoscendoci bene, ci arricchiamo reciprocamente. Così dopo aver progettato, disegnato, scritto, votato e scelto INSIEME le idee che ci piacevano di più, abbiamo inviato alla cooperativa Solaris: 4 proposte di LOGO un testo poetico in rima “IL RACCONTO DI UN INCONTRO” per ripercorrere tutte le tappe degli incontri vissuti con loro quest’anno la versione rap della nostra poesia un libro-dono con le nostre riflessioni e le foto degli incontri. Dice la maestra Rosaria Beretta: Da quando alla scuola è stato fatto l’intelligente e luminoso regalo educativo di “AL DI LÀ DELLE BARRIERE” io e i miei alunni siamo felici perché, arrivati in classe IV, investiamo nel progetto sul tema della disabilità le nostre migliori energie. Anche quest’anno abbiamo partecipato alla giornata sportiva, ai laboratori sensoriali, alla cena al buio anche con i genitori, agli incontri con gli ospiti del CDD di Villa Raverio e, come per magia, le riflessioni si fanno profonde, ricche di sentimento e di grande emozione: partono dritte dal cuore ! Rivedo con commozione amici diversamente abili e tanti bambini compiaciuti di giocare insieme mentre, mano nella mano, si scambiano sorrisi e gesti di fiducia. Sono contenta perché imparo, mi emoziono, penso, sogno … e vedo i miei alunni che sperimentano una scuola “viva”: imparano dagli incontri e dalle testimonianze (per ampliare il progetto abbiamo incontrato anche: la religiosa down suor Cristina, don Cesare Perego direttore del “CDD-Opera don Guanella”, dott. Carlo Riva direttore dell’Associazione “L’abilità”), cominciano a superare stereotipi e preconcetti, attivano nuove risorse, dimostrano di saper riflettere affinando sentimenti di tenerezza, di dolcezza, di affetto e di delicatezza. Questo progetto è valore aggiunto per la nostra scuola ! L’ULTIMA ORA VITA DELLA SCUOLA PAG. 3 Sopra un’immagine dei bambini dei IV A con i ragazzi del CDD, a lato un disegno fatto dagli alunni di IV A e una loro foto durante un’attività svolta con i ragazzi del CDD La nostra esperienza in rima Un anno speciale abbiamo vissuto perché nuovi amici abbiamo conosciuto: Nello stesso mese altre due forti esperienze hanno accresciuto le nostre conoscenze: amici affettuosi, amici speciali che ci hanno regalato magici occhiali vivere al buio per Claudia è normale mettersi nei suoi panni per noi è stato speciale ! Emilio che fa fatica ma non si arrende: ognuno ci entusiasma e, piacevolmente, ci sorprende. per guardare il mondo con gli occhi del cuore per vivere belle emozioni d’amore. Camminare con “i sensi” in una stanza molto oscura, ci ha chiesto coraggio e fiducia sicura; Il 31 marzo è stato un gran piacere visitare il CDD villese che di attività è un bel cantiere: Sono Nicolas, Fabio, Alberto, Marcello Emilio, Pasquale, Martina … ognuno è un ricordo bello! e anche cenare senza vedere ha rischiato di farci rovesciare il bicchiere. relax, stimolazioni , massaggi ai nostri amici fanno bene e nei laboratori … ogni meraviglia avviene ! Con loro e con Elena, Paola, Francesca, ha riflettuto e gioito tutta la scolaresca. In classe riflessioni e lavori sono continuati, così i nostri sentimenti si sono rinnovati. Ma ecco le tappe della nostra avventura che abbiamo condiviso con impegno e bravura. Finalmente a marzo ci siamo ritrovati e in altre 4 tappe ci siamo concentrati. Il 29 settembre, era lunedì, a scuola con Elena ciascuno capì, Sperimentare le difficoltà che si possono incontrare è stata un’occasione preziosa da provare: ascoltando la storia di Paola e Pippo, che la disabilità non è un triste inghippo: siamo tutti diversi, ma siamo tutti persone con grandi qualità a cui fare attenzione Nicolas grintoso, forte e sorridente; In cucina, in falegnameria e con l’arteterapia c’è chi viene aiutato e chi lavora in autonomia. Per concludere l’avventura avevamo tante domande: a tutte Paola, Elena e Francesca hanno risposto con competenza grande. scrivere con la testa, se le mani non puoi usare, o con la sedia a rotelle le barriere superare. Era l’8 aprile ma continuiamo a ricordare l’importanza di un’esperienza davvero eccezionale I nostri amici ci insegnano a rallentare per avere il tempo, con calma, di guardare … che per un intero anno ci ha stimolato facendoci incontrare chi non ha mai mollato: ognuno di noi ha il proprio modo di essere da conoscere e apprezzare per creare benessere. perché, se corriamo troppo in fretta, rischiamo di non vedere chi ci aspetta ! Alla Giornata Sportiva abbiamo partecipato e tante persone abbiamo incontrato: La conoscenza, invece, permette di apprezzare le belle caratteristiche che ciascuno ha da regalare: mercoledì 8 ottobre con grande energia abbiamo giocato e ricevuto allegria. Marcello saggio di mente e di cuore, AL DI LÀ DELLE BARRIERE ciascuno si è lanciato, Pasquale avvolgente con il suo allegro umore; 10 anni di corsa insieme abbiamo festeggiato: Martina silenziosa, curata ed elegante, Alberto vivace e tanto esuberante; nel tempo la condivisione è cresciuta tra le scuole e i Centri l’amicizia si è compiuta. Fabio sereno, tranquillo e prudente, amici speciali che nella loro vita vivono ogni giorno qualche salita. Ogni vita, però è un capolavoro da aiutare e ammirare come un tesoro, perché tutti quanti siamo importanti, parlarci e capirci sono occasioni emozionanti ! Grazie amici del CDD conserveremo sempre nel cuore il ricordo di questo incontro con tanto amore! Alunni della 4^ A di Villa Raverio L’ULTIMA ORA VITA DELLA SCUOLA PAG. 5 La scuola saluta tre prof “storici” Con la fine dell’anno, si è conclusa l’esperienza di insegnamento per tre docenti storici delle medie besanesi. Abbiamo scambiato con loro qualche battute per farci raccontare come hanno vissuto questo momento importante e condividere i ricordi più belli della loro esperienza professionale PROF. TONA Iniziamo con il professor Maurizio Tona, che ha allenato e guidato in palestra (e nella vita) almeno due generazioni di ragazzi. Perché ha scelto questa professione? Perché mi piaceva il mondo dell’ educazione, in particolare quella sportiva. La mia esperienza di ragazzo è stata fatta presso i Salesiani dove ho studiato fino al liceo, lì mi hanno trasmesso la cultura dello sport e del gioco e soprattutto il valore di farlo insieme agli altri. Dopo il liceo ho fatto l’ISEF che oggi si chiama scienze motorie e quindi fare l’insegnante è stato il naturale sbocco di questo percorso. Come si comportavano i ragazzi di una volta rispetto a quelli di oggi? I ragazzi ai cui ho insegnato si comportavano esattamente come si comportano i ragazzi di oggi. Perché ho sempre insegnato a ragazzi della stessa fascia d’età, cioè i preadolescenti. Tendenzialmente, i ragazzi in questa fascia di età sono sempre uguali interiormente , sono cambiati gli stimoli esterni e le esperienze a cui sono sottoposti, perché la società è cambiata rispetto a 40 anni fa e gli interessi si sono diversificati. Quando insegnavo ai vostri genitori non c’erano i telefoni cellulari , i computer. Era un mondo che camminava, adesso corre. Come trovava la scuola all’ inizio? Come ho detto prima non ci sono grandi differenze, insegno sempre a ragazzi della stessa età e quindi trovo che i ragazzi di oggi abbiano lo stesso entusiasmo, gli stessi limiti e le stesse criticità, ma anche la stessa forza e voglia di giocare dei ragazzi a cui ho insegnato prima di voi. Quale e stato il momento più bello della sua carriera di insegnante? È difficile stabilire un momento più bello, o un momento più brutto. Ogni momento va vissuto. Io ho cercato di vivere ogni attimo sempre con molta intensità, al massi- mo. Di anno in anno ci sono stati momenti dove c’era tanta gioia e entusiasmo e altri momenti dove non è arrivato ciò che ci si aspettava. Come mai non ha scelto la carriera dell’atleta? La carriera dell’atleta mi sarebbe piaciuta. Ho provato tante discipline diverse, ma non sono mai stato un atleta perché 50 anni fa i miei genitori e l’ambiente di allora non offrivano tutte le opportunità che vengono date oggi a voi giovani Un commento , un ricordo Giocare. Giocate sempre ragazzi, per tutta la vita. Ricordate che non si gioca più perché si invecchia, ma si invecchia perché non si gioca più. Il gioco è una cosa bellissima. È difficile saper giocare e divertirsi. Forse la cosa più difficile che esiste, perché c’è sempre il rischio, soprattutto per i ragazzi che fanno sport a livello agonistico, di anteporre al gioco il risultato. Ecco allora che non ci si diverte più. Per cui il mio invito è, soprattutto alla vostra età: giocate, giocate e ancora giocate. L’ULTIMA ORA VITA DELLA SCUOLA PAG. 6 PROF.SSA GHIGGI contatto con la famiglia passando dei bei momenti con i suoi nipotini e come hobby pensa di fare un Dall’intervista alla prof. Ghiggi escono fuori delle corso di ceramica. novità che nessuno sapeva prima di adesso : Facendo l’insegnante non ha mai avuto il tempo per La carissima prof, a 24 anni, decise di lavorare cose stessa,quindi adesso che andrà in pensione vorme un’insegnante di arte per migliorare le capacità rebbe vistare tanti musei artistici: insomma le cose degli alunni; dopo aver lavorato per 37 anni, è arri- che adora e non ha potuto fare durante questi anni vata nella scuola Aldo Moro a Besana. lavorativi. Nei suoi anni di lavoro nelle tante classi ha notato Jonela Galban, Gabriele Buè, Justin Halder, molti alunni con talenti davvero notevoli; è stata Marco Respini sempre molto precisa a insegnare ai suoi alunni le tecniche dell’arte con ottimi risultati. Alla fine del suo cammino lavorativo la nostra artista ha deciso di chiedere la pensione per stare a PROF. GATTI Infatti, il prof, dopo essersi laureato, ha iniziato la sua esperienza di insegnante in diverse scuole, giun“Ho scelto di fare questo lavoro perché mi interesgendo, per finire, a quella di Besana in Brianza, dove savano le materie, in particolare matematica e scienze”, ci ha raccontato il prof Gatti, insegnante di negli ultimi anni ha guidato tra i “misteri” della matematica e delle scienze i ragazzi del corso A. matematica e scienze alle scuole medie. In realtà all’inizio aveva un’idea diversa, perché ha frequentato il Liceo Classico, ma poi ha scoperto la sua passione e si è laureato in scienze biologiche. “Sono ormai circa 40 anni che insegno, ma non ho notato grandi cambiamenti nei ragazzi, più nella scuola stessa”, ha continuato poi. La scuola si fa bella: quest’estate lavori in corso per rendere la struttura più accogliente, efficiente e anche più sicura Durante questo period estivo le nostre scuole subiranno un intervento di rinnovo e manutenzione molto importante. Per scoprire qualcosa in più abbiamo chiesto al prof. Cazzaniga, che è anche il sindaco di Besana, di raccontarci meglio che cosa succederà. sivamente per migliorare la nostra scuola. Oltre ai lavori per il rinforzo della struttura interna, si cambieranno le lampade, mettendo i led, per risparmiare energia e soldi alla scuola. Poi si interverrà per la sicurezza. Verrà effettuato un rinforzamento Ci può raccontare un po` dei lavori dei pilastri, sia esterni che interni, che si svolgeranno?' che servira' moltissimo a evitare Innanzitutto ci tengo a dire che il che governo finanzieràgli interventi. l' edificio crolli a causa di scosse Infatti ha lasciato un badget di circa sismiche troppo violente. euro 800 mila euro da usare esclu- Farete qualcosa perché tutte le classi possano avere le lim? Se dovessero avanzare dei soldi questi verrebbero spesi per comperare le lim alle classi 5^ elementare e 3^ medie in quanto queste ne hanno più bisogno. Quindi appuntamento a Settembre in una scuola più sicura e rinnovata!!! Jonela Galban e Rossella Bianzale (con la collaborazione di Giada Melone) L’ULTIMA ORA PER SORRIDERE UN PO’... PAG. 7 Il lato segreto dei prof Ciao ragazzi. Vi è piaciuta la prima uscita della nostra rubrica sui “segreti” dei prof? Se la vostra risposta è si, non potete rinunciare a leggere la… seconda puntata. Se ad esempio vi dicessimo che la prof Ferrari aveva 7 in condotta? O che il prof Gatti copiava se non sapeva le cose? Oppure che la prof Faccenda ha scritto qualche poesia? Questi sono solo alcuni dei segreti, se continuerete a leggere scoprirete scoop ancora più straordinari. ica a, l’un s s e t : I n LL f di de lla pro na stu REDAE a u F d a O r a s R e P daelli ha pre o una rof. Re da alunna l’ er rott p v a a i l d o sata riera Quand su car ta accu a a t l l s e a d r nota nrché e compagno. stata i gia pe è o o l u a o t s n o c n n te du uraelli la testa a rano p . Reda f e i o r e l riga in p i a ntro d e dell use co l parer c i c o a d e n l Seco tutte perchè a t s u i e. g ventat n i e t n me !! ero??! Sarà v PROF SEREG NI: regni non an a, la prof Se n n lu ri ’a n ve u a n ra u in Quando e aliano; allora it l’ n al co e o zi rd ra g dava d’acco da sua sorella to ia p co a h no fica di italia . o telefon Ha prele risposte. e e d n a m o no le d di italiano, Si mandava ltra verifica ’a n u In . to l brutta so un bel vo scambiato a a h a m te n u tta copia questa volta glio e la bru fo n u n co a tem e prencopia di un rla ala prof a d ri i o p r e casa p l’ha rifatta a l voto e dendo un b PRO Pagina a cura di Filippo Mondonico e Giorgio Lauriola F GA FFUR I: Qu a n do i l per f prof es av man teggiare eva 20 a giato nni e l’ e BE Italia ai r tren mon a a casa VUT o ch O ha e si t diali di u n . n rova suo Il pro va su no decis Quella s am f ed e o r a a d l cuni i arra dopo ico i suo vago b m i i av ni nari a picar mor tens ma esse mici si so si su er ti. ione ndo no m u n … il p sera una non essi a ca over scos m ha sa ch o pro e lo f Gaf nno vist minare s Lo h h o opr f a u ic an fatto ri sven li ha urt avi dell’a a i ripre no porta ati p ire. so m t rend lta a sic o subito terri eno uram in os bile bott e p n e t d e al a!!!. n on dime e e dopo ntich u erà m n po’ si è ai q u ella PROF VILLA R.: Quando la prof villa andava all’a ccademia delle belle arti er a molto timida. Però è giunto anche il mom ento di discuter e la tesina e, quando si trovav a davanti tutti gl i esaminatori si è bloccata. La sua prof di arte allora per aiutarla l’ha port ata al bar accant o alla scuola e le ha fatto bere un bicchiere di gr appa bianca con la scusa ch e fosse acqua. La cara prof Villa che era ubriaca marcia è passata però co n il 110 e lode ed in più il bacio accademico. PROF CAZZANIGA: Oh sindaco … cosa combinava a suo papà! Quando il prof Cazzaniga prendeva una nota a scuola la faceva sempre firmare a suo papà, perché essendo panettiere dormiva durante il giorno e la nota veniva firmata sul giaciglio del letto quando era ancora mezzo addormentato e quindi firmava senza leggere e quindi senza sgridata oppure al massimo una lieve ramanzina L’ULTIMA ORA VITA DELLA SCUOLA PAG. 8 Corsa campestre: finali provinciali Immagini di un anno di sport L’attività sportiva scolastica ha come percorso istituzionale quello dei Giochi Sportivi Studenteschi che, iniziando dalle attività sportive di classe, prevede dopo la fase d’istituto le manifestazioni provinciali, regionale e nazionale. Da qualche anno, purtroppo, le attività sportive scolastiche sono diminuite perché sempre meno scuole aderiscono ai Giochi Sportivi Studenteschi. Il nostro istituto, perciò, pur avendo aderito a più discipline sportive, quest’anno ha potuto partecipare solo a pochi tornei. La prima attività sportiva che ha visto gareggiare i nostri alunni è stata Finale d’istituto di Corsa Campestre che si è svolta a Besana in Brianza nel parco di Villa Filippini; giornata fredda ma ideale per questo tipo di gara. Tra gli sport di squadra la nostra scuola aveva aderito, sia con le ragazze che con i ragazzi, alla Pallacanestro, alla Pallavolo e alla Pallamano. Abbiamo potuto partecipare solo al torneo di Pallavolo perché nelle altre due discipline non c’erano altre squadre iscritte. Nel torneo di Volley titolo provinciale per la squadra Maschile e quarto posto per le ragazze. Nell’Orienteering si è gareggiato a Milano nel Parco delle Cave. Anche in questo sport gli alunni della nostra scuola si sono particolarmente distinti. Le ragazze si sono classificate in terza, quarta e quinta posizione; i ragazzi, invece, hanno conquistato il podio quasi completamente classificandosi al primo, secondo, terzo e sesto posto. Nell’atletica leggera in pista la manifestazione si è svolta a Giussano “Stadio Borgonovo”. Anche in questa disciplina i nostri compagni han- no ottenuto tanti piazzamenti e sei podi. Nella parte finale dell’anno tutte le classi si sono cimentate nelle sfide di pallavolo 4 contro 4 della neonata manifestazione “Scuola & Volley”. L’ultima attività, che ha anche concluso l’anno scolastico, è stata la Giornata Sportiva. La manifestazione si è svolta l’8 giugno al Centro Sportivo Comunale di Besana in Brianza. Sotto un sole cocente i ragazzi si sono sfidati in un Triathlon di atletica che prevedeva, velocità, salto in lungo, lancio del vortex; gran finale con le staffette 4x100 per squadre di classe. In questa pagina e nella prossima una carrellata di immagini di tutti gli eventi sportivi dell’anno. L’ULTIMA ORA VITA DELLA SCUOLA PAG. 9 Finali pallavolo provinciali Giornata sportiva 8 giugno L’ULTIMA ORA VITA DELLA SCUOLA PAG. 10 Natura fa rima con avventura I ragazzi della 1^ E hanno raccontato in modo un po’ “diverso” dal solito, con un esercizio di scrittura collettiva guidato dalla prof. Bonfanti, la loro gita-avventura al Parco del Curone Qui sopra due immagini dell’uscita: la capanna nei pressi dello stagno e l’ammasso di girini che ha catturato l’attenzione dei ragazzi Una massa nera e silenziosa giaceva sui bordi dello stagno. Questo è il particolare che attirò subito la nostra attenzione. Con la curiosità dei bambini, ci avvicinammo per scoprire la natura di quell’enorme grumo apparentemente senza forma. Le migliaia di palline nere si agitavano come le api nell’alveare. Ma, ad occhio attento, non poteva sfuggire che si trattava dei piccoli di rana. Era fatica riuscire a seguire i loro movimenti impazziti. I girini erano migliaia e migliaia, Sembravano una massa caotica, ma il disordine era solo un’illusione. La saggezza della natura, ancora una volta, ci sorprese perché ogni girino sapeva dove andare per non scontrarsi con un altro esemplare. E’ come se ognuno fosse mappato in modo da non perdere il senso dell’orientamento. Noi eravamo lì ad ammirarli stupiti: non riuscivamo a distogliere lo sguardo da quei minuscoli esseri viventi, tanto piccoli quanto straordinari. Scrutando nell’acqua, potevamo vedere bene la loro forma affusolata che ricordava le gocce di acqua. Dopo vari tentativi, riuscimmo a prenderne uno: era viscido e non emanava nessun odore. Distogliemmo l’attenzione dai girini per osservare l’ambiente circostante. Lo stagno era una pozza d’acqua grande tanto quanto una piscina per bambini: l’acqua era torbida, ma non eccessivamente, come ce la saremmo aspettata. Verso il bordo ombroso erano ben visibili delle pianticelle: non sapremmo dire a che famiglia appartenessero; erano alte un paio di centimetri, affioravano appena, ma non passavano inosservate perché avevano un colore acceso ed erano gli unici esemplari di piante nei pressi dello stagno. La guida ci fece notare che, sotto di esse, c’era un letto di uova che sembrava marmellata, tanto era viscido e gelatinoso. Siccome non pioveva da molto, i bordi dello stagno si erano prosciugati e avevano lasciato spazio a una fastidiosa poltiglia che avrebbe attirato l’attenzione di qualsiasi bambino. A circa dieci metri dallo stagno c’era una piccola legnaia, da cui prende il nome lo stagno, detto appunto “lo stagno della legnaia”. Di fianco al deposito, era stata posizionata una passerella per consentire il transito da un bordo all’altro. Per accedere all’area dello stagno, occorreva superare una piccola prova, una sorta di staccionata a forma di “s” come quelle che troviamo all’aeroporto o al cinema. Tale costruzione serviva ad impedire l’accesso a motocicli e a bici, perché l’area è protetta. Gli alunni della 1^ E Il commento degli alunni Questa esperienza mi è piaciuta molto perché, in compagnia della mia classe, ho visto un parco naturale, che prende nome da un paese e da un ruscello. Ho avuto la possibilità di coltivare l’anima perché la classe è come se fosse la tua famiglia, una “comunità” di amici che studiano, giocano insieme e si aiutano a vicenda, e ammirare la natura, fondamentale per tutto, anche per le costruzioni, che sembrano “in vita” solo grazie all’ opera dell’uomo. Emma Da questa esperienza ho capito che la natura ci sorprende anche con piccoli esseri viventi e piccoli gesti. Mi è rimasto impresso il movimento veloce e scattante dei piccoli girini che guizzavano qua e là. Mi sembra ancora di sentire quei rumori che, ancora adesso, mi stupiscono perché non creavano confusione, anzi mi rilassavano. Eva L’ULTIMA ORA LETTURE PER L’ESTATE PAG. 11 Piccoli scrittori… da brivido! Pubblichiamo per tutti i lettori due racconti horror scritti dai ragazzi di prima che hanno partecipato al laboratorio di scrittura creativa, tenuto dalla professoressa Rossella Lovero Primo racconto: La bambola posseduta Notando la mia faccia sconvolta,il suo sorriso si trasformò in un ghigno malefico. Dolly disse:"Non sei contenta che la tua bambola preferita possa parlarti?",ci pensai e in effetti ne ero abbastanza feLa luce proveniente dalla finestra mi fece aprire gli occhi.Ancora nel dormiveglia osservai la mia stanza:le pareti lice. La mia contentezza scomparve però quando mi accorsi che erano dipinte di un azzurrino,con appesi su di esse dei poster del mio cantante preferito Justin Bieber;sulle men- le mancava un braccio. sole avevo posato le mie adorate bamVidi tutto nero e dopo qualche istante percepii qualcosa bole:Katie,Lola,Candy...e la mia preferita,Dolly. che teneva ferme le mie mani. Ella era fatta di porcellana,portava un vestitino lilla,dello Iniziai ad agitarmi e a contorcermi sulla sedia oscillando stesso colore delle scarpe;i suoi capelli erano di una seta pericolosamente a destra e a sinistra,rischiando di cadere. pregiata,di un colore molto simile a quello del grano. Dolly si avvicinava pericolosamente a me borbottando qualI suoi occhi erano azzurri e splendevano come due biglie,mi cosa di incomprensibile. era stata regalata per il mio compleanno. Terrorizzata lanciai un urlo,ma con mia sorpresa non emisi A risvegliarmi dai miei pensieri fu la voce di mia madre,che alcun suono. mi diceva:"Hope,muoviti che sei in ritardo!". Mi ricordai che Dolly era fatta di porcellana e un'idea lampò Mi preparai,scesi le scale e,senza nemmeno fare colazinella mia testa. one,mi incamminai in tutta velocità verso l'autobus.Presi Dimenandomi riuscii a liberare una gamba a aspettai con posto e senza un preciso motivo mi ritrovai nella mia impazienza che ella si avvicinasse. stanza. Dopo averle tirato un calcio,la vidi cadere per terra romNotai con disapprovazione che Dolly era fuori pendosi in mille pezzi. posto,pensando fosse stata mia mamma a metterla sul Di sobbalzo aprii gli occhi e realizzai di essere sul pullman. letto,la presi con l'intenzione di rimetterla sulla mensola. Era tutto un sogno. Mentre l'avevo in mano ella esclamò:"Che cosa stai facendo?",mi resi conto che non era un'allucinazione,era stata realmente lei a parlare. Daniele: un artista senza limiti Negli ultimi mesi la classe 2^A, ha deciso di partecipare ad un concorso aperto a tutte le classi, che avessero al loro interno un compagno autistico. Il nostro compagno si chiama Daniele, e nel video che abbiamo girato si è presentato, come tutti noi davanti a una telecamera rivolgendosi ad un ipotetico pubblico. Questo tipo di esperienza non è nuova per Daniele,che con l’aiuto del insegnante di arte, del insegnante di sostegno e della nostra classe ha realizzato una serie di dipinti che poi ha riuniti in una “galleria telematica” che potete tutti visitare sul sito www.iquadridelladiscordia.com, ed è proprio da questo sito il sindaco Sergio Gianni Cazzaniga ha scelto un disegno variopinto e, con il permesso di Daniele lo ha utilizzato per gli auguri natalizi dell’ amministrazione di Besana. L’attività artistica di Daniele non si ferma qui, infatti, recentemente, su una bancarella di un mercatino dell’ ANFAS, una sua tela è stata venduta a 50 euro Fabio Lombardi, Jordi Longoni L’ULTIMA ORA LETTURE PER L’ESTATE Secondo racconto: Un campeggio mostruoso! In una calda giornata, una famiglia si reca nel bosco per una settimana di campeggio. Un giorno, durante un’escursione, i ragazzi si fermano ad ammirare una rara specie di fungo, ma appena si rigirano, vedono solamente un’immensa distesa di alberi, e della famiglia nessuna traccia. I due sono terrorizzati, non sanno che cosa fare, pensano che per loro non ci sia alcuna speranza. Nella disperazione si guardano in giro, come piccoli cuccioli che hanno perso la mamma; per loro fortuna adocchiano un cartello con scritto: “ Campeggio 200 metri ”. I due si avvicinano e iniziano a seguire quel tortuoso sentiero che avrebbe dovuto riportarli a casa, ma così non è, infatti, dopo qualche minuto di cammino si trovano dinnanzi a una vecchia casa di legno fatta di assi scricchiolanti; quello non era di certo il loro campeggio, ma era pur sempre un riparo per la notte. Aprono la porta, il suo cigolio fa loro scorrere un brivido lungo la schiena, la lugubre struttura che si presenta davanti a loro è impregnata di un pungente odore di carne marcia. Si addentrano nella buia casa e subito si accorgono del loro errore: strani guizzi di luce provenienti dall’esterno illuminano un’inquietante parete tappezzata di teste umane, rinsecchite e con gli occhi incavati. Evitando quel terribile spettacolo, i ragazzi avanzano su quel pavimento spettrale, che emette rumori sinistri; entrano in una stanza vuota, danno un ‘occhiata di ispezione e … i loro volti diventano pallidi come la neve: un enorme ammasso di carne umana si mostra ai loro occhi, così fetida e riluttante da costringerli a rimanerne distanti. La stanchezza comincia a farsi sentire e i due decidono di dormire in quella strana casupola. La notte è terribile, ormai la casa è diventata un luogo tenebroso e inospitale, il vento sferzante forma continui mulinelli intorno alla casa. I ragazzi sono svegliati da strani rumori, si affacciano alla finestra e vedono delinearsi una strana figura, che si avvicina minacciosamente e che li fissa con i suoi tetri occhi rossi. Inorriditi e nel panico cercano di trovare un nascondiglio: il più grande dei due, di nome Jack, si nasconde sotto un letto e ordina a suo fratello minore di trovarsi un altro rifugio. PAG. 12 Quest’ultimo è costretto ad accasciarsi per terra e a ricoprirsi con un vecchio e puzzolente straccio. Il malefico mostro rientra nel suo covo e sente subito che qualcosa non va. Si avvicina al letto e con il suo olfatto percepisce l’odore di un piccolo di uomo. In un brutale colpo ribalta il letto, afferra il bambino impaurito e lo inghiotte in un solo boccone, successivamente fiuta l’aria per sentire se ci sono suoi simili, ma il fetido odore dello straccio copre quello del fratello di Jack. Max, questo è il suo nome, rattristato per la morte del fratello cerca in tutti i modi di fuggire da quel tenebroso luogo, ma prima vuole fare qualcosa per vendicare il fratello. Il mostro nel frattempo, sazio, si è addormentato. Max si dirige silenziosamente verso la cucina, qui afferra un coltello e, senza farsi notare ritorna nella stanza dove il mostro si è addormentato. Alza il coltello sopra la sua testa e con un rapido colpo lo sgozza; ma la sua vendetta non è ancora finita: afferra la testa sanguinante della sua vittima e con attenzione la appende sulla parete insieme alle altre. Ora il nemico è fuori gioco, ma sorge un altro problema: come tornare a casa? Max fruga nella sua mente cercando di ricordare qualcosa di utile per il viaggio di ritorno; pensa e ripensa … ecco che si “ accende ” una lampadina nella sua testa: ricorda che, prima di uccidere il mostro, ha notato una pergamena nella sua tasca. Così Max si dirige verso il corpo privo di vita della creatura, afferra il foglio e si accorge che si tratta di una mappa che conduce al campeggio; purtroppo, mostra un tortuoso e insidioso percorso di ritorno, ma il ragazzo è deciso, prende uno zaino, ci mette tutto il necessario per il viaggio di ritorno: corde, coltelli, una bussola e del cibo rubato dal frigorifero del mostro (ovviamente solo quello commestibile per lui). Dopo numerosi preparativi, Max, si mette in viaggio, supera molti pericoli, fa incontri inaspettati e, dopo tante peripezie torna al villaggio e solamente grazie a quella mappa riesce a salvarsi, quella preziosissima mappa che si concludeva con queste parole: “ Fanne buon uso, Max. Da Jack” Riva Filippo, Rinaldi Lorenzo e Marwan