L’ultima ora
Giornalino dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII
Besana in Brianza
NUMERO 2 - LUGLIO/AGOSTO 2015
Progetto curato e realizzato dal gruppo del laboratorio di giornalismo classi seconde
Referente prof. Michele Negri
REDAZIONE
Galban Ionela Giorgiana, Respini Marco, Bianzale Rossella, Carioti Denise, Colombo Tommaso,
Mondonico Filippo, Origgi Chiara, Vener Leonardo, Buè Gabriele, Lombardi Fabio, Longoni Jordi,
Puddu Marta, Scaccabarozzi Andrea, Halder Anurag Justin, Lauriola Giorgio, Radaelli Jacopo, Zanni Jacopo, Zoia Martino
L’ULTIMA ORA
VITA DELLA SCUOLA
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Una buona scuola e…
una buona preside
“È una bella scuola che funziona bene, con
un’utenza buona e una grande collaborazione tra
tutte le parti”. Ecco il pensiero della nuova Dirigente, Dottoressa Elisabetta Biraghi, da quest’anno preside
dell’Istituto Comprensivo Giovanni XIII, sulla nostra scuola.
Prima di ricevere l’incarico di
dirigente, ha lavorato per 31
anni alle scuole medie di Nova
Milanese come insegnante di
educazione fisica, che secondo
lei è il lavoro più bello del
mondo.
Per diventare preside, ha partecipato ad un concorso, nel quale
è risultata una dei vincitori.
“Il 28 agosto sono stata informata tramite una
mail di essere stata scelta, ed il 1° settembre sono
arrivata qui a Besana”, ci racconta.
“All’inizio mi sono sentita come in un frullatore,
senza sapere bene cosa fare , ma è stata ed è una
sfida interessante”.
Con queste parole la nostra preside ha sintetizzato l’inizio della sua nuova esperienza scolastica,
diversa, ma comunque bella, alla precedente.
Un’altra cosa molto positiva della nostra scuola
secondo la nuova dirigente scolastica, sono i progetti che vengono realizzati, che ha definito di
alta qualità.
“La giornata dell’accoglienza, ad esempio, l’ho
trovata bellissima, come il progetto di sartoria per
le classi terze e il progetto con le ragazze finlandesi”, ha detto.
Ha apprezzato molto anche il CCRR, consiglio
comunale dei ragazzi e delle ragazze, che ha voluto fin da subito sostenere e valorizzare.
“Credo che il CCRR abbia avuto molte proposte
interessanti, di cui il sindaco e gli altri membri,
sono venuti più volte a parlarmi”.
Alla nostra domanda: “Si faranno gite oltre i confini nazionali o si rimarrà sempre all’interno del
territorio italiano?”, la dirigente ci
ha risposto che questo argomento
non dipende da lei ma dai consigli
di classe.
Però ci ha detto che sarebbe meglio rimanere in Italia per ridurre i
costi e quindi per non mettere in
difficoltà le famiglie.
“Vorrei fare in modo che le classi
siano delle cabine di apprendimento con le “isole” di banchi
dove i ragazzi sperimentino di
piu’” ci ha anche detto.
La dottoressa Elisabetta Biraghi ha tre figlie, che
frequentano rispettivamente la quarta superiore,
la seconda superiore e la seconda media; a causa
dei suoi impegni scolastici, nell’ultimo anno
hanno dovuto diventare molto autonome.
Le abbiamo chiesto: “C’è però qualcosa che non
le piace della nostra scuola?”
“Ovviamente, niente e nessuno è perfetto e si
può sempre migliorare, ma una cosa negativissima è il mio ufficio: è troppo isolato e freddo, ne
vorrei uno sul corridoio”.
Ci ha accolto con molta simpatia e disponibilità, ci
ha messo a nostro agio: è una persona davvero in
gamba.
Marta Puddu, Giorgio Lauriola,
Filippo Mondonico
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CONCORSO CDD PER LA SCUOLA PRIMARIA:
LA VITTORIA DELLA DIVERSITA’
Tra le esperienze più significative vissute quest’anno a scuola, c’è stata la partecipazione al Progetto CDD – SIGNIFICATIVE EMOZIONI NELL’INCONTRO.
Abbiamo preso parte alla giornata sportiva, ai laboratori sensoriali, alla cena al buio, agli incontri con i ragazzi del
CDD e con altri esperti.
Imparare e riflettere è stato bello ma, soprattutto … ci siamo emozionati !
Quando abbiamo cominciato a lavorare per il concorso abbiamo ripensato a queste idee:
- gli amici disabili ci aiutano a rallentare per guardare il mondo con calma; se corriamo troppo, non vediamo gesti e
non ascoltiamo parole importanti per la nostra vita;
- nelle persone, ci sono diversi tipi di andature e di velocità che fanno bello il mondo; conoscendoci bene, ci arricchiamo reciprocamente.
Così dopo aver progettato, disegnato, scritto, votato e scelto INSIEME le idee che ci piacevano di più, abbiamo inviato alla cooperativa Solaris:

4 proposte di LOGO

un testo poetico in rima “IL RACCONTO DI UN INCONTRO” per ripercorrere tutte le tappe degli incontri vissuti con loro quest’anno

la versione rap della nostra poesia

un libro-dono con le nostre riflessioni e le foto degli incontri.
Dice la maestra Rosaria Beretta:
Da quando alla scuola è stato fatto l’intelligente e luminoso regalo educativo di “AL DI LÀ DELLE BARRIERE” io e
i miei alunni siamo felici perché, arrivati in classe IV, investiamo nel progetto sul tema della disabilità le nostre
migliori energie.
Anche quest’anno abbiamo partecipato alla giornata
sportiva, ai laboratori sensoriali, alla cena al buio anche
con i genitori, agli incontri con gli ospiti del CDD di Villa
Raverio e, come per magia, le riflessioni si fanno profonde, ricche di sentimento e di grande emozione: partono dritte dal cuore !
Rivedo con commozione amici diversamente abili e tanti
bambini compiaciuti di giocare insieme mentre, mano
nella mano, si scambiano sorrisi e gesti di fiducia.
Sono contenta perché imparo, mi emoziono, penso,
sogno … e vedo i miei alunni che sperimentano una
scuola “viva”: imparano dagli incontri e dalle testimonianze (per ampliare il progetto abbiamo incontrato
anche: la religiosa down suor Cristina, don Cesare
Perego direttore del “CDD-Opera don Guanella”, dott.
Carlo Riva direttore dell’Associazione “L’abilità”), cominciano a superare stereotipi e preconcetti, attivano nuove
risorse, dimostrano di saper riflettere affinando sentimenti di tenerezza, di dolcezza, di affetto e di delicatezza.
Questo progetto è valore aggiunto per la nostra scuola !
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Sopra un’immagine dei bambini dei IV A con i ragazzi del CDD, a lato un disegno fatto
dagli alunni di IV A e una loro foto durante un’attività svolta con i ragazzi del CDD
La nostra esperienza in rima
Un anno speciale abbiamo vissuto
perché nuovi amici abbiamo conosciuto:
Nello stesso mese altre due forti esperienze
hanno accresciuto le nostre conoscenze:
amici affettuosi, amici speciali
che ci hanno regalato magici occhiali
vivere al buio per Claudia è normale
mettersi nei suoi panni per noi è stato speciale !
Emilio che fa fatica ma non si arrende:
ognuno ci entusiasma e, piacevolmente, ci sorprende.
per guardare il mondo con gli occhi del cuore
per vivere belle emozioni d’amore.
Camminare con “i sensi” in una stanza molto
oscura,
ci ha chiesto coraggio e fiducia sicura;
Il 31 marzo è stato un gran piacere
visitare il CDD villese che di attività è un bel
cantiere:
Sono Nicolas, Fabio, Alberto, Marcello
Emilio, Pasquale, Martina … ognuno è un ricordo bello!
e anche cenare senza vedere
ha rischiato di farci rovesciare il bicchiere.
relax, stimolazioni , massaggi ai nostri amici
fanno bene
e nei laboratori … ogni meraviglia avviene !
Con loro e con Elena, Paola, Francesca,
ha riflettuto e gioito tutta la scolaresca.
In classe riflessioni e lavori sono continuati,
così i nostri sentimenti si sono rinnovati.
Ma ecco le tappe della nostra avventura
che abbiamo condiviso con impegno e bravura.
Finalmente a marzo ci siamo ritrovati
e in altre 4 tappe ci siamo concentrati.
Il 29 settembre, era lunedì,
a scuola con Elena ciascuno capì,
Sperimentare le difficoltà che si possono incontrare
è stata un’occasione preziosa da provare:
ascoltando la storia di Paola e Pippo,
che la disabilità non è un triste inghippo:
siamo tutti diversi, ma siamo tutti persone
con grandi qualità a cui fare attenzione
Nicolas grintoso, forte e sorridente;
In cucina, in falegnameria e con l’arteterapia
c’è chi viene aiutato e chi lavora in autonomia.
Per concludere l’avventura avevamo tante domande:
a tutte Paola, Elena e Francesca hanno risposto
con competenza grande.
scrivere con la testa, se le mani non puoi usare,
o con la sedia a rotelle le barriere superare.
Era l’8 aprile ma continuiamo a ricordare
l’importanza di un’esperienza davvero eccezionale
I nostri amici ci insegnano a rallentare
per avere il tempo, con calma, di guardare …
che per un intero anno ci ha stimolato
facendoci incontrare chi non ha mai mollato:
ognuno di noi ha il proprio modo di essere
da conoscere e apprezzare per creare benessere. perché, se corriamo troppo in fretta,
rischiamo di non vedere chi ci aspetta !
Alla Giornata Sportiva abbiamo partecipato
e tante persone abbiamo incontrato:
La conoscenza, invece, permette di apprezzare
le belle caratteristiche che ciascuno ha da regalare:
mercoledì 8 ottobre con grande energia
abbiamo giocato e ricevuto allegria.
Marcello saggio di mente e di cuore,
AL DI LÀ DELLE BARRIERE ciascuno si è lanciato, Pasquale avvolgente con il suo allegro umore;
10 anni di corsa insieme abbiamo festeggiato:
Martina silenziosa, curata ed elegante,
Alberto vivace e tanto esuberante;
nel tempo la condivisione è cresciuta
tra le scuole e i Centri l’amicizia si è compiuta.
Fabio sereno, tranquillo e prudente,
amici speciali che nella loro vita
vivono ogni giorno qualche salita.
Ogni vita, però è un capolavoro
da aiutare e ammirare come un tesoro,
perché tutti quanti siamo importanti,
parlarci e capirci sono occasioni emozionanti !
Grazie amici del CDD conserveremo sempre nel
cuore
il ricordo di questo incontro con tanto amore!
Alunni della 4^ A di Villa Raverio
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La scuola saluta tre prof “storici”
Con la fine dell’anno, si è conclusa l’esperienza di insegnamento per tre docenti storici delle
medie besanesi. Abbiamo scambiato con loro qualche battute per farci raccontare come
hanno vissuto questo momento importante e condividere i ricordi più belli della loro
esperienza professionale
PROF. TONA
Iniziamo con il professor Maurizio Tona, che ha allenato
e guidato in palestra (e nella vita) almeno due generazioni di ragazzi.
Perché ha scelto questa professione?
Perché mi piaceva il mondo dell’ educazione, in particolare quella sportiva. La mia esperienza di ragazzo è stata
fatta presso i Salesiani dove ho studiato fino al liceo, lì
mi hanno trasmesso la cultura dello sport e del gioco e
soprattutto il valore di farlo insieme agli altri. Dopo il
liceo ho fatto l’ISEF che oggi si chiama scienze motorie e
quindi fare l’insegnante è stato il naturale sbocco di questo percorso.
Come si comportavano i ragazzi di una volta rispetto a
quelli di oggi?
I ragazzi ai cui ho insegnato si comportavano esattamente come si comportano i ragazzi di oggi. Perché ho sempre insegnato a ragazzi della stessa fascia d’età, cioè i
preadolescenti. Tendenzialmente, i ragazzi in questa fascia di età sono sempre uguali interiormente , sono cambiati gli stimoli esterni e le esperienze a cui sono sottoposti, perché la società è cambiata rispetto a 40 anni fa e
gli interessi si sono diversificati. Quando insegnavo ai
vostri genitori non c’erano i telefoni cellulari , i computer. Era un mondo che camminava, adesso corre.
Come trovava la scuola all’ inizio?
Come ho detto prima non ci sono grandi differenze, insegno sempre a ragazzi della stessa età e quindi trovo che i
ragazzi di oggi abbiano lo stesso entusiasmo, gli stessi
limiti e le stesse criticità, ma anche la stessa forza e voglia di giocare dei ragazzi a cui ho insegnato prima di voi.
Quale e stato il momento più bello della sua carriera di
insegnante?
È difficile stabilire un momento più bello, o un momento
più brutto. Ogni momento va vissuto. Io ho cercato di
vivere ogni attimo sempre con molta intensità, al massi-
mo. Di anno in anno ci sono stati momenti dove c’era
tanta gioia e entusiasmo e altri momenti dove non è arrivato ciò che ci si aspettava.
Come mai non ha scelto la carriera dell’atleta?
La carriera dell’atleta mi sarebbe piaciuta. Ho provato
tante discipline diverse, ma non sono mai stato un atleta
perché 50 anni fa i miei genitori e l’ambiente di allora
non offrivano tutte le opportunità che vengono date
oggi a voi giovani
Un commento , un ricordo
Giocare. Giocate sempre ragazzi, per tutta la vita. Ricordate che non si gioca più perché si invecchia, ma si invecchia perché non si gioca più.
Il gioco è una cosa bellissima. È difficile saper giocare e
divertirsi. Forse la cosa più difficile che esiste, perché c’è
sempre il rischio, soprattutto per i ragazzi che fanno
sport a livello agonistico, di anteporre al gioco il risultato. Ecco allora che non ci si diverte più. Per cui il mio invito è, soprattutto alla vostra età:
giocate, giocate e ancora giocate.
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PROF.SSA GHIGGI
contatto con la famiglia passando dei bei momenti
con i suoi nipotini e come hobby pensa di fare un
Dall’intervista alla prof. Ghiggi escono fuori delle
corso di ceramica.
novità che nessuno sapeva prima di adesso :
Facendo l’insegnante non ha mai avuto il tempo per
La carissima prof, a 24 anni, decise di lavorare cose stessa,quindi adesso che andrà in pensione vorme un’insegnante di arte per migliorare le capacità rebbe vistare tanti musei artistici: insomma le cose
degli alunni; dopo aver lavorato per 37 anni, è arri- che adora e non ha potuto fare durante questi anni
vata nella scuola Aldo Moro a Besana.
lavorativi.
Nei suoi anni di lavoro nelle tante classi ha notato
Jonela Galban, Gabriele Buè, Justin Halder,
molti alunni con talenti davvero notevoli; è stata
Marco Respini
sempre molto precisa a insegnare ai suoi alunni le
tecniche dell’arte con ottimi risultati.
Alla fine del suo cammino lavorativo la nostra artista ha deciso di chiedere la pensione per stare a
PROF. GATTI
Infatti, il prof, dopo essersi laureato, ha iniziato la
sua esperienza di insegnante in diverse scuole, giun“Ho scelto di fare questo lavoro perché mi interesgendo, per finire, a quella di Besana in Brianza, dove
savano le materie, in particolare matematica e
scienze”, ci ha raccontato il prof Gatti, insegnante di negli ultimi anni ha guidato tra i “misteri” della matematica e delle scienze i ragazzi del corso A.
matematica e scienze alle scuole medie.
In realtà all’inizio aveva un’idea diversa, perché ha
frequentato il Liceo Classico, ma poi ha scoperto la
sua passione e si è laureato in scienze biologiche.
“Sono ormai circa 40 anni che insegno, ma non ho
notato grandi cambiamenti nei ragazzi, più nella
scuola stessa”, ha continuato poi.
La scuola si fa bella: quest’estate lavori in corso per rendere
la struttura più accogliente, efficiente e anche più sicura
Durante questo period estivo le
nostre scuole subiranno un intervento di rinnovo e manutenzione
molto importante. Per scoprire
qualcosa in più abbiamo chiesto al
prof. Cazzaniga, che è anche il sindaco di Besana, di raccontarci meglio che cosa succederà.
sivamente per migliorare la nostra
scuola.
Oltre ai lavori per il rinforzo della
struttura interna, si cambieranno le
lampade, mettendo i led, per risparmiare energia e soldi alla scuola.
Poi si interverrà per la sicurezza.
Verrà effettuato un rinforzamento
Ci può raccontare un po` dei lavori dei pilastri, sia esterni che interni,
che si svolgeranno?'
che servira' moltissimo a evitare
Innanzitutto ci tengo a dire che il
che
governo finanzieràgli interventi.
l' edificio crolli a causa di scosse
Infatti ha lasciato un badget di circa sismiche troppo violente.
euro 800 mila euro da usare esclu- Farete qualcosa perché tutte le
classi possano avere le lim?
Se dovessero avanzare dei soldi
questi verrebbero spesi per
comperare le lim alle classi 5^ elementare e 3^ medie in quanto
queste ne hanno più bisogno.
Quindi appuntamento a Settembre
in una scuola più sicura e rinnovata!!!
Jonela Galban e Rossella Bianzale
(con la collaborazione di Giada
Melone)
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PER SORRIDERE UN PO’...
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Il lato segreto dei prof
Ciao ragazzi. Vi è piaciuta la prima uscita della nostra rubrica sui “segreti” dei prof? Se la vostra
risposta è si, non potete rinunciare a leggere la… seconda puntata. Se ad esempio vi dicessimo
che la prof Ferrari aveva 7 in condotta? O che il prof Gatti copiava se non sapeva le cose? Oppure che la prof Faccenda ha scritto qualche poesia? Questi sono solo alcuni dei segreti, se continuerete a leggere scoprirete scoop ancora più straordinari.
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più il bacio accademico.
PROF CAZZANIGA:
Oh sindaco … cosa combinava a suo papà! Quando il prof Cazzaniga prendeva una nota a scuola la faceva
sempre firmare a suo papà, perché essendo panettiere dormiva durante il giorno e la nota veniva firmata
sul giaciglio del letto quando era ancora mezzo addormentato e quindi firmava senza leggere e quindi senza sgridata oppure al massimo una lieve ramanzina
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Corsa campestre:
finali provinciali
Immagini di un anno di sport
L’attività sportiva scolastica ha come percorso istituzionale quello dei
Giochi Sportivi Studenteschi che,
iniziando dalle attività sportive di
classe, prevede dopo la fase
d’istituto le manifestazioni provinciali, regionale e nazionale.
Da qualche anno, purtroppo, le attività sportive scolastiche sono diminuite perché sempre meno scuole
aderiscono ai Giochi Sportivi Studenteschi.
Il nostro istituto, perciò, pur avendo aderito a più discipline sportive,
quest’anno ha potuto partecipare
solo a pochi tornei.
La prima attività sportiva che ha
visto gareggiare i nostri alunni è
stata Finale d’istituto di Corsa Campestre che si è svolta a Besana in
Brianza nel parco di Villa Filippini;
giornata fredda ma ideale per questo tipo di gara.
Tra gli sport di squadra la nostra
scuola aveva aderito, sia con le ragazze che con i ragazzi, alla Pallacanestro, alla Pallavolo e alla Pallamano. Abbiamo potuto partecipare
solo al torneo di Pallavolo perché
nelle altre due discipline non
c’erano altre squadre iscritte.
Nel torneo di Volley titolo provinciale per la squadra Maschile e
quarto posto per le ragazze.
Nell’Orienteering si è gareggiato a
Milano nel Parco delle Cave. Anche
in questo sport gli alunni della nostra scuola si sono particolarmente
distinti. Le ragazze si sono classificate in terza, quarta e quinta posizione; i ragazzi, invece, hanno conquistato il podio quasi completamente classificandosi al primo, secondo, terzo e sesto posto.
Nell’atletica leggera in pista la manifestazione si è svolta a Giussano
“Stadio Borgonovo”. Anche in questa disciplina i nostri compagni han-
no ottenuto tanti piazzamenti e sei
podi.
Nella parte finale dell’anno tutte le
classi si sono cimentate nelle sfide
di pallavolo 4 contro 4 della neonata manifestazione “Scuola &
Volley”.
L’ultima attività, che ha anche concluso l’anno scolastico, è stata la
Giornata Sportiva. La manifestazione si è svolta l’8 giugno al Centro
Sportivo Comunale di Besana in
Brianza. Sotto un sole cocente i ragazzi si sono sfidati in un Triathlon
di atletica che prevedeva, velocità,
salto in lungo, lancio del vortex;
gran finale con le staffette 4x100
per squadre di classe.
In questa pagina e nella prossima
una carrellata di immagini di tutti
gli eventi sportivi dell’anno.
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Finali pallavolo provinciali
Giornata
sportiva
8 giugno
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Natura fa rima con avventura
I ragazzi della 1^ E hanno raccontato in modo un po’ “diverso” dal solito, con un esercizio di
scrittura collettiva guidato dalla prof. Bonfanti, la loro gita-avventura al Parco del Curone
Qui sopra due immagini dell’uscita: la capanna nei pressi dello
stagno e l’ammasso di girini
che ha catturato l’attenzione dei ragazzi
Una massa nera e silenziosa giaceva sui bordi dello stagno.
Questo è il particolare che attirò subito la nostra attenzione.
Con la curiosità dei bambini, ci avvicinammo per scoprire la
natura di quell’enorme grumo apparentemente senza forma.
Le migliaia di palline nere si agitavano come le api
nell’alveare.
Ma, ad occhio attento, non poteva sfuggire che si trattava
dei piccoli di rana. Era fatica riuscire a seguire i loro movimenti impazziti.
I girini erano migliaia e migliaia, Sembravano una massa caotica, ma il disordine era solo un’illusione. La saggezza della
natura, ancora una volta, ci sorprese perché ogni girino sapeva dove andare per non scontrarsi con un altro esemplare.
E’ come se ognuno fosse mappato in modo da non perdere il
senso dell’orientamento. Noi eravamo lì ad ammirarli stupiti:
non riuscivamo a distogliere lo sguardo da quei minuscoli
esseri viventi, tanto piccoli quanto straordinari.
Scrutando nell’acqua, potevamo vedere bene la loro forma
affusolata che ricordava le gocce di acqua. Dopo vari tentativi, riuscimmo a prenderne uno: era viscido e non emanava
nessun odore.
Distogliemmo l’attenzione dai girini per osservare l’ambiente
circostante.
Lo stagno era una pozza d’acqua grande tanto quanto una
piscina per bambini: l’acqua era torbida, ma non eccessivamente, come ce la saremmo aspettata.
Verso il bordo ombroso erano ben visibili delle pianticelle:
non sapremmo dire a che famiglia appartenessero; erano
alte un paio di centimetri, affioravano appena, ma non passavano inosservate perché avevano un colore acceso ed erano gli unici esemplari di piante nei pressi dello stagno. La
guida ci fece notare che, sotto di esse, c’era un letto di uova
che sembrava marmellata, tanto era viscido e gelatinoso.
Siccome non pioveva da molto, i bordi dello stagno si erano
prosciugati e avevano lasciato spazio a una fastidiosa poltiglia che avrebbe attirato l’attenzione di qualsiasi bambino.
A circa dieci metri dallo stagno c’era una piccola legnaia, da
cui prende il nome lo stagno, detto appunto “lo stagno della
legnaia”. Di fianco al deposito, era stata posizionata una passerella per consentire il transito da un bordo all’altro.
Per accedere all’area dello stagno, occorreva superare una
piccola prova, una sorta di staccionata a forma di “s” come
quelle che troviamo all’aeroporto o al cinema. Tale costruzione serviva ad impedire l’accesso a motocicli e a bici, perché l’area è protetta.
Gli alunni della 1^ E
Il commento degli alunni
Questa esperienza mi è piaciuta molto perché, in compagnia della mia classe, ho visto un parco naturale, che prende nome da un paese e da un ruscello. Ho avuto la possibilità di coltivare l’anima perché la classe è come se fosse la tua famiglia, una “comunità” di amici che studiano, giocano insieme e si aiutano a vicenda, e ammirare la natura, fondamentale
per tutto, anche per le costruzioni, che sembrano “in vita” solo grazie all’ opera dell’uomo.
Emma
Da questa esperienza ho capito che la natura ci sorprende anche con piccoli esseri viventi e piccoli gesti.
Mi è rimasto impresso il movimento veloce e scattante dei piccoli girini che guizzavano qua e là. Mi sembra ancora di
sentire quei rumori che, ancora adesso, mi stupiscono perché non creavano confusione, anzi mi rilassavano.
Eva
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LETTURE PER L’ESTATE
PAG. 11
Piccoli scrittori… da brivido!
Pubblichiamo per tutti i lettori due racconti horror scritti dai ragazzi di prima che hanno
partecipato al laboratorio di scrittura creativa, tenuto dalla professoressa Rossella Lovero
Primo racconto:
La bambola posseduta
Notando la mia faccia sconvolta,il suo sorriso si trasformò
in un ghigno malefico.
Dolly disse:"Non sei contenta che la tua bambola preferita
possa parlarti?",ci pensai e in effetti ne ero abbastanza feLa luce proveniente dalla finestra mi fece aprire gli occhi.Ancora nel dormiveglia osservai la mia stanza:le pareti lice.
La mia contentezza scomparve però quando mi accorsi che
erano dipinte di un azzurrino,con appesi su di esse dei
poster del mio cantante preferito Justin Bieber;sulle men- le mancava un braccio.
sole avevo posato le mie adorate bamVidi tutto nero e dopo qualche istante percepii qualcosa
bole:Katie,Lola,Candy...e la mia preferita,Dolly.
che teneva ferme le mie mani.
Ella era fatta di porcellana,portava un vestitino lilla,dello
Iniziai ad agitarmi e a contorcermi sulla sedia oscillando
stesso colore delle scarpe;i suoi capelli erano di una seta
pericolosamente a destra e a sinistra,rischiando di cadere.
pregiata,di un colore molto simile a quello del grano.
Dolly si avvicinava pericolosamente a me borbottando qualI suoi occhi erano azzurri e splendevano come due biglie,mi cosa di incomprensibile.
era stata regalata per il mio compleanno.
Terrorizzata lanciai un urlo,ma con mia sorpresa non emisi
A risvegliarmi dai miei pensieri fu la voce di mia madre,che alcun suono.
mi diceva:"Hope,muoviti che sei in ritardo!".
Mi ricordai che Dolly era fatta di porcellana e un'idea lampò
Mi preparai,scesi le scale e,senza nemmeno fare colazinella mia testa.
one,mi incamminai in tutta velocità verso l'autobus.Presi
Dimenandomi riuscii a liberare una gamba a aspettai con
posto e senza un preciso motivo mi ritrovai nella mia
impazienza che ella si avvicinasse.
stanza.
Dopo averle tirato un calcio,la vidi cadere per terra romNotai con disapprovazione che Dolly era fuori
pendosi in mille pezzi.
posto,pensando fosse stata mia mamma a metterla sul
Di sobbalzo aprii gli occhi e realizzai di essere sul pullman.
letto,la presi con l'intenzione di rimetterla sulla mensola.
Era tutto un sogno.
Mentre l'avevo in mano ella esclamò:"Che cosa stai
facendo?",mi resi conto che non era un'allucinazione,era
stata realmente lei a parlare.
Daniele: un artista senza limiti
Negli ultimi mesi la classe 2^A, ha deciso di partecipare ad un concorso aperto a tutte le classi, che avessero al loro
interno un compagno autistico.
Il nostro compagno si chiama Daniele, e nel video che abbiamo girato si è presentato, come tutti noi davanti a una
telecamera rivolgendosi ad un ipotetico pubblico.
Questo tipo di esperienza non è nuova per Daniele,che con l’aiuto del insegnante di arte, del insegnante di sostegno e della nostra classe ha realizzato una serie di dipinti che poi ha riuniti in una “galleria telematica” che potete
tutti visitare sul sito www.iquadridelladiscordia.com, ed è proprio da questo sito il sindaco Sergio Gianni Cazzaniga
ha scelto un disegno variopinto e, con il permesso di Daniele lo ha utilizzato per gli auguri natalizi dell’ amministrazione di Besana.
L’attività artistica di Daniele non si ferma qui, infatti, recentemente, su una bancarella di un mercatino dell’ ANFAS,
una sua tela è stata venduta a 50 euro
Fabio Lombardi, Jordi Longoni
L’ULTIMA ORA
LETTURE PER L’ESTATE
Secondo racconto:
Un campeggio mostruoso!
In una calda giornata, una famiglia si reca nel bosco
per una settimana di campeggio.
Un giorno, durante un’escursione, i ragazzi si fermano
ad ammirare una rara specie di fungo, ma appena si
rigirano, vedono solamente un’immensa distesa di
alberi, e della famiglia nessuna traccia.
I due sono terrorizzati, non sanno che cosa fare, pensano che per loro non ci sia alcuna speranza.
Nella disperazione si guardano in giro, come piccoli
cuccioli che hanno perso la mamma; per loro fortuna
adocchiano un cartello con scritto: “ Campeggio 200
metri ”.
I due si avvicinano e iniziano a seguire quel tortuoso
sentiero che avrebbe dovuto riportarli a casa, ma così
non è, infatti, dopo qualche minuto di cammino si trovano dinnanzi a una vecchia casa di legno fatta di assi
scricchiolanti; quello non era di certo il loro campeggio, ma era pur sempre un riparo per la notte.
Aprono la porta, il suo cigolio fa loro scorrere un brivido lungo la schiena, la lugubre struttura che si presenta davanti a loro è impregnata di un pungente odore
di carne marcia.
Si addentrano nella buia casa e subito si accorgono del
loro errore: strani guizzi di luce provenienti
dall’esterno illuminano un’inquietante parete tappezzata di teste umane, rinsecchite e con gli occhi incavati.
Evitando quel terribile spettacolo, i ragazzi avanzano
su quel pavimento spettrale, che emette rumori sinistri; entrano in una stanza vuota, danno un ‘occhiata
di ispezione e … i loro volti diventano pallidi come la
neve: un enorme ammasso di carne umana si mostra
ai loro occhi, così fetida e riluttante da costringerli a
rimanerne distanti.
La stanchezza comincia a farsi sentire e i due decidono
di dormire in quella strana casupola.
La notte è terribile, ormai la casa è diventata un luogo
tenebroso e inospitale, il vento sferzante forma continui mulinelli intorno alla casa.
I ragazzi sono svegliati da strani rumori, si affacciano
alla finestra e vedono delinearsi una strana figura, che
si avvicina minacciosamente e che li fissa con i suoi
tetri occhi rossi.
Inorriditi e nel panico cercano di trovare un nascondiglio: il più grande dei due, di nome Jack, si nasconde
sotto un letto e ordina a suo fratello minore di trovarsi
un altro rifugio.
PAG. 12
Quest’ultimo è costretto ad accasciarsi per terra e a
ricoprirsi con un vecchio e puzzolente straccio.
Il malefico mostro rientra nel suo covo e sente subito
che qualcosa non va.
Si avvicina al letto e con il suo olfatto percepisce
l’odore di un piccolo di uomo.
In un brutale colpo ribalta il letto, afferra il bambino
impaurito e lo inghiotte in un solo boccone, successivamente fiuta l’aria per sentire se ci sono suoi simili,
ma il fetido odore dello straccio copre quello del fratello di Jack.
Max, questo è il suo nome, rattristato per la morte del
fratello cerca in tutti i modi di fuggire da quel tenebroso luogo, ma prima vuole fare qualcosa per vendicare
il fratello.
Il mostro nel frattempo, sazio, si è addormentato.
Max si dirige silenziosamente verso la cucina, qui afferra un coltello e, senza farsi notare ritorna nella
stanza dove il mostro si è addormentato.
Alza il coltello sopra la sua testa e con un rapido colpo
lo sgozza; ma la sua vendetta non è ancora finita: afferra la testa sanguinante della sua vittima e con attenzione la appende sulla parete insieme alle altre.
Ora il nemico è fuori gioco, ma sorge un altro problema: come tornare a casa?
Max fruga nella sua mente cercando di ricordare qualcosa di utile per il viaggio di ritorno; pensa e ripensa …
ecco che si “ accende ” una lampadina nella sua testa:
ricorda che, prima di uccidere il mostro, ha notato una
pergamena nella sua tasca.
Così Max si dirige verso il corpo privo di vita della creatura, afferra il foglio e si accorge che si tratta di una
mappa che conduce al campeggio; purtroppo, mostra
un tortuoso e insidioso percorso di ritorno, ma il ragazzo è deciso, prende uno zaino, ci mette tutto il necessario per il viaggio di ritorno: corde, coltelli, una
bussola e del cibo rubato dal frigorifero del mostro
(ovviamente solo quello commestibile per lui).
Dopo numerosi preparativi, Max, si mette in viaggio,
supera molti pericoli, fa incontri inaspettati e, dopo
tante peripezie torna al villaggio e solamente grazie a
quella mappa riesce a salvarsi, quella preziosissima
mappa che si concludeva con queste parole: “ Fanne
buon uso, Max. Da Jack”
Riva Filippo, Rinaldi Lorenzo e Marwan
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