18Gay.1+2
16-09-2009
13:18
Pagina 58
...alfindellalicenza,io tocco!
Guido Gay
La Salerno-Reggio Calabria del Nord. Sabato 1° agosto, giorno di massimo esodo, il
famoso passante di Mestre sosteneva l’esame di maturità. È andata come a Napoleone a Waterloo: una disfatta. A partire da venerdì notte i primi consistenti rallentamenti; alle 9 del mattino seguente la situazione
era già drammatica; alle 13 un’unica colonna in parte dirottata nel primo pomeriggio. Per un’ora sulla tangenziale macchine ferme, pic-nic, partite di calcetto improvvisate, sole a perpendicolo, asfalto bollente, qualche barbecue (si pensa che le
bistecche di carne si arrostissero con il solo sole), acqua distribuita dalla Protezione civile ma insufficiente (solo 6.000
bottiglie), gente disperata, bambini piangenti, gruppetti di arrabbiati che imprecano, persone colte da malore.
Il passante non ha aree di servizio o di sosta. Pare che, su
progetto, gli ambientalisti si siano opposti alla loro costruzione. Bravi, questi ambientalisti! Speriamo che ve ne sia stato qualcuno in quell’inferno altrimenti ce li manderei obbligatoriamente con bambini e anziani a bordo, in una giornata come quella del 1° agosto, augurando loro non di morire
in coda, ma certo di bucare una gomma e doverla cambiare
o di rimanere senza benzina.
Ma dopo il passante l’inferno non era finito: alla barriera di Villabona le tre corsie del passante e le due della tangenziale confluiscono nella A4 Venezia-Trieste che di corsie ne ha solo due.
Anche qui: si tratta di un’altra ingegnosa trappola di costruttori e progettisti insigni o ancora c’entrano gli ambientalisti?
Insomma: il passante non ha superato l’esame, è stato un macello. Unica nota positiva: anche noi del Nord abbiamo una nostra Salerno-Reggio Calabria, non siamo secondi a nessuno! E
persino più problematica: non potevamo, al Nord, non superare il Sud! E, per farlo, ci siamo anche avvalsi di ambientalisti! Il tutto a un costo di appena 986,4 milioni di euro!
Laghi lombardi miracolati. Le loro acque, si sa, sono
fortemente inquinate – lo confermano i test del 2009 – e, per
ovviare al grave inconveniente, occorrerebbero complesse
opere di miglioramento di fogne e depuratori. Ma i politici
“depurano” meglio e a costo zero. Approfittando dell’interregno fra due diverse normative (la vecchia 470/82 e la nuova 207/08) la giunta regionale ha cambiato il tipo di batteri
fecali analizzati scegliendone uno che ha limiti ammessi
quattro volte superiori ai precedenti e usandolo per la valutazione di inizio stagione, sulla base di un’elaborazione sta58 䡵 DIRIGENTE 9|2009
tistica stilata su campioni raccolti nell’arco di tre, quattro anni. Ecco il miracolo: acque dichiarate pericolosamente non
balneabili trasformate in “acque eccellenti”.
D’altronde, si sa, i lombardi hanno il fisico robusto e nuotano contenti ovunque. Certo, in quelle boccate d’acqua che un
nuotatore non può evitare di ingoiare ci sono batteri fecali
in quantità intollerabile (nelle altre regioni, in condizioni
analoghe, si vieta di entrare in acqua per evitare infezioni).
Ma la Regione dice che l’acqua è pulita e quindi è pulita. Dispiace piuttosto per i batteri fecali che, nei laghi lombardi
sono costretti a rifare due volte la stessa strada (feci, acqua
del lago, apparato digerente umano, feci, acqua). Che lavoro
e quanto usurante!
C’è palpazione e palpazione. La Cassazione non teme
di coprirsi di ridicolo, vuole essere conciliante e bonaria, non
sospettosa e persecutoria. Già in passato aveva fatto sorridere mezzo mondo col sentenziare che va assolto l’autore di uno
stupro se la vittima indossa i jeans (come dire che è difficile
sfilare i jeans alla vittima se questa non collabora). O quando sentenzia che vanno assolti i rasta in possesso di quantità
smodate di stupefacenti.
Più recentemente la Suprema Corte ha battuto se stessa. Pronunciandosi con raffinata eleganza, dichiara che la palpazione del gluteo di una collega – nei luoghi di lavoro – è ammessa se dietro questo gesto non vi sia alcuna intenzione libidinosa. Un gesto innocente come una pacca sulle spalle o
una carezza su un braccio. C’è reato soltanto se la “pacca” (o
la carezza) sui glutei è accompagnata da ebbrezza sessuale
(Stefania Rossini su L’Espresso n. 31 del 6/8/09). E come si
misura l’assenza o la presenza di ebbrezza sessuale, vale a dire di libidine del possibile maniaco? Sciami di ingegneri (perché trascurare i sessuologi, gli psicologi e qualche esperto celodurista della lega?) si metteranno subito al lavoro per inventare simil-etilometri con i quali testare il gesto e misurare l’eventuale dose di libidine. Quindi negli uffici, a uomini
che “staccano” pochi minuti dal loro pesante lavoro per andare alle macchinette del caffè sarà concesso esercitarsi con
la manina sul fondoschiena delle colleghe mentre parlano disinvoltamente fra loro di calcio, di politica o dei figli (e quindi ben lontani dall’essere in preda a impulsi libidinosi).
Grazie, Cassazione, hai saputo trasformare presunti atti molesti in innocui passatempi. E in altri contesti come ce la caviamo (ascensori, autobus, sottotavoli, strade buie ecc) ? Con
la stessa ironica benevolenza ammiccante, credo. È lo spirito dei tempi, è l’innovazione del galateo sessuale che alcuni
mesi or sono fece pronunciare a un’importante autorità di
Governo – rivolta a una piacente assessora delle Pari opportunità del Trentino – la frase “posso palpare un po’ la signora?” e giù, tutti a palpeggiare, evviva!
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