«ITALIA DELLA PICCOLA
IMPRESA»
I DISTRETTI INDUSTRIALI
COSA SONO I DISTRETTI
INDUSTRIALI?
INTENDIAMO PER
<<DISTRETTO INDUSTRIALE>>
QUEL TERRITORIO
IN CUI SONO LOCALIZZATE MOLTE IMPRESE
DI PICCOLE DIMENSIONI,
CIASCUNA DELLE QUALI SI SPECIALIZZA IN
UNA PARTICOLARE FASE O NELLA
PRODUZIONE DI UN PARTICOLARE
COMPONENTE DEL PROCESSO
PRODUTTIVO.
Solo un numero ridotto di aziende ha però
rapporti diretti con il mercato finale.
I DISTRETTI INDUSTRIALI
RAPPRESENTANO UN
MODELLO DI
ORGANIZZAZIONE
PRODUTTIVA SUL QUALE
L’ITALIA HA COSTRUITO
GRAN PARTE DEL SUO
SUCCESSO ECONOMICO.
IL DISTRETTO INDUSTRIALE
È UN MODELLO ORGANIZZATIVO SU CUI L’ITALIA HA
COSTRUITO BUONA PARTE DELLA SUA
COMPETITIVITÀ SUI MERCATI INTERNAZIONALI.
I DISTRETTI INDUSTRIALI
HANNO CONSENTITO DI CONIUGARE CULTURE
LOCALI E VANTAGGIO COMPETITIVO IN SETTORI
CHE MOLTI ECONOMISTI CONSIDERAVANO
INESORABILMENTE IN DECLINO. HA PERMESSO DI
TRAGHETTARE UN PATRIMONIO DI SAPERI,
DI SPECIALIZZAZIONI ECCELLENTI ARTIGIANALI
SEDIMENTATI NELLE NOSTRE REGIONI
QUALI SONO
LE CARATTERISTICHE
DEI
DISTRETTI INDUSTRIALI?
FATTORI DELLO SVILUPPO DEI DISTRETTI INDUSTRIALI IN
ITALIA
Oltre alla rete di piccoli e medi centri nei quali vi sono tradizioni
artigianali e commerciali diffuse,
fattore importante
È COSTITUITO DALLA PRESENZA IN QUESTE AREE DI
TRADIZIONI E ISTITUZIONI POLITICHE LOCALI LEGATE AL
MOVIMENTO CATTOLICO
e
A QUELLO SOCIALISTA E COMUNISTA.
Queste hanno contribuito a rafforzare un
TESSUTO FIDUCIARIO
molto importante per lo sviluppo della piccola impresa, hanno
influenzato le relazioni industriali e l’attività dei governi locali.
LA CAPACITÀ DI COOPERAZIONE
e
LA DISPONIBILITÀ DI UN TESSUTO
FIDUCIARIO
SONO RISORSE FONDAMENTALI.
SONO IN GENERE INFLUENZATE DA
IDENTITÀ LOCALI DISTINTE CHE SI
RIPRODUCONO NEL TEMPO.
IN ALCUNI CASI ESSE POSSONO AVERE UNA
MATRICE RELIGIOSA, IN ALTRE POLITICA, IN
ALTRE ANCORA DI TIPO ETNICO.
TIPOLOGIA DI DISTRETTI INDUSTRIALI
QUANDO
NASCONO
I DISTRETTI INDUSTRIALI?
GLI ANNI SESSANTA E SETTANTA
DEL XX SECOLO SONO
CARATTERIZZATI DALLA CRISI DEL
MODELLO PRODUTTIVO FORDISTA
E
DA UN DECLINO CHE TALUNI
GIUDICANO IRREVERSIBILE DELLA
GRANDE IMPRESA INDUSTRIALE A
STRUTTURA GERARCHICOFUNZIONALE.
SI SCOPRE, D’ALTRA PARTE, CHE IN CERTE
REGIONI ITALIANE, DEFINIBILI
COMPLESSIVAMENTE COME
«ITALIA DELLA PICCOLA IMPRESA»,
SISTEMI DI PICCOLE IMPRESE DANNO PROVA DI
STRAORDINARIO DINAMISMO (L'OCCUPAZIONE
TIENE, L'INNOVAZIONE È FREQUENTE,
L'ESPORTAZIONE AUMENTA).
BEN PRESTO SI SCOPRIRÀ ANCHE CHE LA
COLLOCAZIONE DI QUESTI SISTEMI D'IMPRESE
NON È CASUALE, E CHE ESSI SONO RADICATI IN
SISTEMI TERRITORIALI SOCIALMENTE
PECULIARI.
SI TRATTA DEL FENOMENO DEI DISTRETTI
INDUSTRIALI
IL DISTRETTO INDUSTRIALE È UN'ENTITÀ
SOCIO-TERRITORIALE CARATTERIZZATA
DALLA COMPRESENZA ATTIVA, IN UN'AREA
TERRITORIALE CIRCOSCRITTA,
NATURALISTICAMENTE E STORICAMENTE
DETERMINATA, DI UNA COMUNITÀ DI
PERSONE E DI UNA POPOLAZIONE DI
IMPRESE INDUSTRIALI.
SI RILEVA CHE
I VANTAGGI DELLA PRODUZIONE
SU LARGA SCALA POSSONO
ESSERE OTTENUTI DA
UN'IMPRESA DI GRANDI
DIMENSIONI MA ANCHE DA UN
SISTEMA DI PICCOLE IMPRESE,
FISICAMENTE VICINE,
SPECIALIZZATE IN DIVERSE FASI
DEL PROCESSO PRODUTTIVO.
LA PARTICOLARITÀ DEL
DISTRETTO STA NEL FATTO
CHE
IL MERCATO È RESO PIÙ
EFFICIENTE DAL
CONDIZIONAMENTO DI RAPPORTI
FONDATI
SULLA CONOSCENZA PERSONALE,
SULLA CONDIVISIONE DI VALORI,
SUL SENSO DI APPARTENENZA.
CIÒ SIGNIFICA CHE
LA PERFORMANCE ECONOMICA
DIPENDE LARGAMENTE
DA
FATTORI NON ECONOMICI,
DAL
CONTESTO ISTITUZIONALE.
II CAPITALE SOCIALE
GLI ELEMENTI NON ECONOMICI, PRIMA
CITATI, DATO VITA ALLA CONCEZIONE
DI
«CAPITALE SOCIALE»
considerato come
L'INSIEME DELLE RELAZIONI SOCIALI
DI CUI UN SOGGETTO INDIVIDUALE
(PER ESEMPIO UN IMPRENDITORE O
UN LAVORATORE) O UN SOGGETTO
COLLETTIVO (PRIVATO O PUBBLICO)
DISPONE IN UN DETERMINATO
MOMENTO.
ATTRAVERSO IL CAPITALE DI
RELAZIONI SI RENDONO
DISPONIBILI RISORSE COGNITIVE,
COME LE INFORMAZIONI, O
NORMATIVE, COME LA FIDUCIA,
CHE PERMETTONO AGLI ATTORI DI
REALIZZARE OBIETTIVI CHE NON
SAREBBERO ALTRIMENTI
RAGGIUNGIBILI, O LO SAREBBERO
A COSTI MOLTO PIÙ ALTI.
«IL PATRIMONIO FONDAMENTALE
DELLE DIVERSE ECONOMIE LOCALI
NON È DI NATURA MATERIALE,
BENSÌ DI NATURA RELAZIONALE»
SI PROPONE, QUINDI, DI DEFINIRE
LE ECONOMIE LOCALI COME
CAPITALE DI BENI RELAZIONALI.
NEGLI ANNI NOVANTA SONO STATI
RICONOSCIUTI I DISTRETTI ESISTENTI,
E SE NE SONO PROMOSSI DI NUOVI,
PUNTANDO SULLE CARATTERISTICHE PIÙ
FACILMENTE COMPRENSIBILI E MISURABILI,
COME
LA DIMENSIONE DELLE IMPRESE,
IL LORO CARATTERE MANIFATTURIERO,
LA SPECIALIZZAZIONE MERCEOLOGICA.
LA LEGGE 317 DEL 1991,
CHE DELEGA ALLE REGIONI L'INDIVIDUAZIONE DEI
DISTRETTI,
RECITA:
“SI DEFINISCONO DISTRETTI INDUSTRIALI LE AREE
TERRITORIALI LOCALI CARATTERIZZATE DA ELEVATA
CONCENTRAZIONE DI PICCOLE IMPRESE,
CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL RAPPORTO
TRA
LA PRESENZA DELLE IMPRESE E LA POPOLAZIONE
RESIDENTE
NONCHÉ
ALLA SPECIALIZZAZIONE PRODUTTIVA DELL'INSIEME
DELLE IMPRESE”.
PUNTI DI CRITICITÀ
FATTORE DI DIFFICOLTÀ DEI
DISTRETTI
È
LA SPECIALIZZAZIONE
INDUSTRIALE,
IL LORO CARATTERE
MANIFATTURIERO, CHE LI ESPONE
ALLA CONCORRENZA
INTERNAZIONALE.
LA PICCOLA DIMENSIONE DELLE
IMPRESE COMPORTA
DEBOLEZZE NON PIÙ
SOSTENIBILI,
E QUESTO NONOSTANTE
QUALCHE RIUSCITO TENTATIVO
DELLE POLITICHE LOCALI DI
PROMUOVERE FORME DI
COOPERAZIONE SISTEMICA.
SE SI GUARDA ALLA NORMATIVA E
ALLE RISORSE MESSE A DISPOSIZIONE
DALLE ISTITUZIONI EUROPEE, DAGLI
STATI NAZIONALI, E SOPRATTUTTO
DALLE REGIONI
(LE CUI COMPETENZE E RISORSE
SONO NOTEVOLMENTE CRESCIUTE IN
VARI PAESI EUROPEI),
UN INSIEME SIGNIFICATIVO DI
POLITICHE RISULTA RIVOLTO ALLO
SVILUPPO LOCALE.
DEI DISTRETTI INDUSTRIALI
SI PARLA ORMAI
PREVALENTEMENTE PER
CONSTATARNE LA CRISI, DEI
PATTI TERRITORIALI SI
DENUNCIANO GLI ASPETTI
BUROCRATICI E COLLUSIVI.
LE CAUSE DI QUESTA CRISI SONO
ASSAI COMPLESSE:
IL CARATTERE PREVALENTEMENTE
MANIFATTURIERO DEI DISTRETTI
INDUSTRIALI CLASSICI LI ESPONE IN
MANIERA PARTICOLARE ALLA
CONCORRENZA SPECIALMENTE
ASIATICA.
QUESTA CONCORRENZA COLPISCE IN
GENERALE I SISTEMI PRODUTTIVI
COSTITUITI DA IMPRESE PICCOLE E
MEDIE.
A PARTIRE DAGLI ANNI NOVANTA, ALLA SFIDA
TECNOLOGICA SONO SUBENTRATE LE SFIDE DEL
MARKETING GLOBALE E DELL'ORGANIZZAZIONE
GLOBALE DELLA PRODUZIONE, TERRENI SUI
QUALI I VANTAGGI DELLA GRANDE DIMENSIONE
DIVENTANO CRUCIALI.
RISULTANO PARTICOLARMENTE ESPOSTI
PROPRIO I SISTEMI LOCALI CHE AVEVANO
REGISTRATO FINO A POCHI ANNI PRIMA I
MAGGIORI SUCCESSI;
E QUANDO CI SONO REAZIONI OFFENSIVE ED
EFFICACI QUESTE COMPORTANO SPESSO
UN'ACCRESCIUTA IMPORTANZA DEL RUOLO DELLE
GRANDI IMPRESE.
ALCUNI PROBLEMI NASCONO
DAL FATTO CHE LA RICERCA DEL
CONSENSO, RESA MACCHINOSA
DALLA PLURALITÀ E DIVERSITÀ
DEGLI ATTORI, (camere di
commercio, fondazioni, public Utilities,
università), DIMINUISCE
L'EFFICIENZA E RALLENTA I TEMPI
DI RISPOSTA.
NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ,
MOLTI SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI
CARATTERIZZATI DALL''EMBEDDEDNESS
DELL'ECONOMIA,
DAL SUO RADICAMENTO NELLA SOCIETÀ
LOCALE,
STANNO REGGENDO ALLA COMPETIZIONE
INTERNAZIONALE.
ANCHE I DISTRETTI INDUSTRIALI,
PER MOLTI ASPETTI «SISTEMI CHIUSI
MORFOSTATICI», DIVENTANO «SISTEMI
APERTI MORFO-GENETICI», DIVENTANO
«DISTRETTI IN MOVIMENTO».
IN ITALIA ALCUNE GRANDI BANCHE,
DOPO AVER APPARENTEMENTE
DELEGATO IN UNA PRIMA FASE OGNI
COMPITO «SOCIALE» ALLE FONDAZIONI
EX BANCARIE SCORPORATE NEGLI
ANNI NOVANTA, HANNO COMINCIATO
DA QUALCHE ANNO A MOSTRARE
SEGNI DI INTERESSE PER LO SVILUPPO
LOCALE E A INTRAPRENDERE AZIONI
INNOVATIVE NEI SISTEMI TERRITORIALI
LOCALI IN CUI SONO PRESENTI.
I DISTRETTI DEVONO MANTENERE LE
CONDIZIONI FAVOREVOLI AL CONTINUO
ADEGUAMENTO DELLE RISORSE ALLE SFIDE
ESTERNE.
GLI ATTORI LOCALI DEVONO AVERE LA
CAPACITÀ DI CONTINUARE AD INTERAGIRE
EFFICACEMENTE PER TROVARE
NUOVE SOLUZIONI,
PER PRODURRE NUOVI BENI COLLETTIVI DA
CUI DIPENDE IL BENESSERE DELLA
SOCIETÀ LOCALE.
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