MARIA DI GESU’ CROCIFISSO CARMELITANA Testo scritto da suor Maria Rosaria. Dal sito : http://www.carmelitanescalzeparma.it foto ed elaborazione Presentazione Maria Rosa Negri IMMAGINE Dal sito vetrata Palestinese, cristiana, carmelitana La petite arabe. Così la chiamavano le consorelle dei monasteri in cui visse: sia per il suo aspetto fisico un poco infantile, sia per la sua amabile semplicità, e specialmente per la sua innata umiltà; caratteristiche queste che convissero con una serie di esperienze mistiche straordinarie tra le più mirabili della storia cattolica (René Schwob). Una figlia della Galilea Chi era questa giovane monaca che conosceva il francese a malapena e trovò il coraggio di scrivere al Papa, che si commuoveva davanti agli spettacoli della natura ed ebbe la visione dei tre regni dell’aldilà?Maria (in arabo Mariam) nacque in Galilea nel 1846 da una famiglia cristiana: i genitori, provati dalla morte dei loro dodici figli, chiesero alla Vergine la grazia di una bambina. Andiamo a piedi a Betlemme – propose il padre - per sollecitare la grazia, promettendo, se ci esaudirà, che la chiameremo Maria e che offriremo a Dio una quantità di cera uguale al peso che avrà all’età di tre anni. Un’esperienza che segnò la sua vita Ha cinque anni quando un episodio segna la sua vita e ne anticipa i contenuti: piccolezza e sublimità, tenerezza e sofferenza, semplicità e profondità. Ha ricevuto in dono una gabbia di uccellini e ne è felicissima. Un giorno decide di lavarli. La conseguenza è prevedibile: le bestiole muoiono e alla desolata bambina non resta che seppellire i suoi piccoli amici. Mentre si accinge a farlo, una voce risuona chiara nel suo cuore: Tutto passa così! Se vuoi darmi il tuo cuore, io resterò sempre con te! Maria accoglie l’invito. Vi resterà fedele per sempre. Come le antiche martiri Quando ha tredici anni, lo zio – che l’aveva accolta dopo la morte dei genitori – la promette in sposa a un parente. Maria, che non ha mai dimenticato quel misterioso invito della sua infanzia, ne è angosciata. Per sottrarsi a questo matrimonio deve opporsi non solo a tutto il parentado, ma anche alle convenzioni sociali del tempo e persino ai consigli del confessore, che considerava testardaggine la sua fedeltà.Volendo allora mettersi in contatto con il fratello minore Paolo, si rivolge a una famiglia turca, che sembra dimostrarle benevolenza e comprensione. Ma quando viene invitata a farsi musulmana, dichiara con energia di essere figlia della Chiesa cattolica. Come tutta risposta, riceve un colpo di scimitarra alla gola. Creduta morta, viene abbandonata in un luogo solitario, nel cuore della notte. Qui l’attende una nuova, straordinaria avventura. Una misteriosa suora vestita d’azzurro – che la giovane in seguito identificherà con la Madonna - la cura e l’aiuta a riprendersi progressivamente. Un desiderio realizzato: diventa Suor Maria Dopo peripezie e disavventure da fare invidia alle più fantasiose novelle orientali, la diciannovenne Maria approda a Marsiglia, dove realizza il suo desiderio di sempre: farsi religiosa. Viene accolta tra le Figlie di San Giuseppe: ma i fenomeni straordinari che punteggiano le sue giornate (dalle estasi alle visioni, dalla levitazione alle stigmate) non sono visti di buon occhio da alcune suore, che li ritengono inutili – se non disdicevoli – alla vita religiosa. Cosi Maria viene allontanata, malgrado la benevolenza della maggior parte della comunità. Trova accoglienza nel Carmelo di Pau, dove conquista i cuori con il candore della sua semplicità e la prontezza della sua obbedienza, e anche con il suo francese pittoresco e simpaticamente sgrammaticato. Nel 1870 la ventiquattrenne Suor Maria con altre monache viene inviata in India a fondare un nuovo Carmelo. Ma nella nuova destinazione troverà sofferenze su sofferenze. Alle prove interiori tremende (il demonio le insinuerà i pensieri più angosciosi e cercherà invano di gettarla nella disperazione) si aggiungerà l’incomprensione della nuova priora e del vescovo locale, tanto più dolorosa quanto più Suor Maria è abituata a vedere nella volontà dei superiori la volontà stessa di Gesù. Ancora una volta il pomo della discordia è costituito dai suoi carismi straordinari. ...ancora contraddizioni e sofferenze Ritorno in Terra Santa La piccola araba viene rispedita a Pau, dove è ben felice di tornare. Ma il Signore le chiede un nuovo distacco: nel 1875 con un piccolo gruppo di consorelle parte alla volta della Terra Santa. Scopo del viaggio, la fondazione di un Carmelo a Betlemme. Rivedere la sua terra è una grande gioia e una grande emozione: ma il lavoro incalza! Suor Maria come sempre fa sposare a meraviglia l’ordinario e lo straordinario. Da un lato si rimbocca le maniche e – come dice lei stessa - si immerge nella calce e nella sabbia per accelerare i lavori di costruzione, dall’altro raccoglie le indicazioni che Gesù le mostra in visione e sulla base di queste indicazioni disegna il monastero stesso: una bella costruzione circolare, funzionale e di ottimo gusto, ben inserita nel paesaggio palestinese Una missione nella Chiesa Contemporaneamente si delinea quello che sarà il suo carisma specifico nella Chiesa: far conoscere lo Spirito Santo, e farlo conoscere proprio in quel XIX secolo in cui si parla di Satana più di quanto si parli di questo mirabile «Dio sconosciuto». E dello Spirito Santo Suor Maria appare un capolavoro: la piccola figlia della Galilea, che gli fu straordinariamente devota fin dall’infanzia, è la dimostrazione vivente di come proprio Lui sia l’artista incomparabile che modella e cesella i santi. Sospinta da un’ispirazione interiore non può fare a meno di scrivere al Papa - lei, così umile e schiva – per comunicargli i segreti che bruciano nel suo cuore : nel giugno 1877 fa pervenire a Pio IX un messaggio per indurlo a promuovere una più profonda devozione allo Spirito Santo. Ormai Suor Maria ha più di trent’anni. La sua intensissima vita è agli sgoccioli. Le visioni apocalittiche che il Signore le concede si alternano a episodi di deliziosa semplicità, come i suoi teneri colloqui con gli animali più svariati, che l’ascoltano e le obbediscono in modo stupefacente. Il dono dei miracoli, che possiede in abbondanza, non la esenta certo dalle fatiche: lavanderia, cucina, giardino, cantiere, marmellate, conserve... Suor Maria è sempre pronta a scomodarsi per fare un piacere.E proprio nel fare un piacere incappa nell’incidente che la condurrà alla morte. Mentre porta agli operai del cantiere due pesanti secchi di acqua fresca, inciampa e cade, fratturandosi un braccio. A nulla valgono le pronte cure: dalla ferita si sviluppa una cancrena dolorosissima che in capo a quattro giorni mette fine alla sua avventura terrena.Muore serenamente nel suo trentatreesimo anno. E muore proprio nella città dove i genitori l’avevano chiesta in dono al cielo. Ed ora il cielo se la riprende.