Corso di CB & F Elementi del Nuovo Accordo di Basilea (B2) Basilea II Si tratta della recente revisione del complesso di norme regolamentari internazionali che dal 1988 sono imposte alle banche dalle rispettive Autorità di Vigilanza riguardano il patrimonio netto la composizione e la dimensione minima il patrimonio netto così determinato assume la denominazione di patrimonio di vigilanza Basilea II Ci limitiamo a considerare soltanto un sotto-insieme dell’Accordo: il rischio di credito, la sua quantificazione e le regole per mettere al riparo le banche dall’esposizione a questa tipologia di rischio Basilea II Sono previsti requisiti di capitale anche a fronte di altri rischi: rischio di mercato: il requisito patrimoniale è volto a fronteggiare le perdite che possono derivare dall’operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci rischio operativo: è il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Quadro di sintesi dei requisiti patrimoniali di un grande Gruppo bancario italiano I requisiti patrimoniali a dicembre 2010 erano pari a 26.573 milioni, di cui 23.134 generati dai rischi di credito e di controparte (che generano anche deduzioni patrimoniali per 1.188 milioni riferibili all’eccedenza della perdita attesa sulle rettifiche di valore), 1.231 dai rischi di mercato, 2.174 dai rischi operativi e 34 da altri elementi di calcolo Requisiti patrimoniali e coefficienti di vigilanza del Gruppo Pinco Pallino 5 I requisiti rappresentano l’8% dell’attivo ponderato, pari complessivamente a 332.158 milioni 5 Requisiti patrimoniali e coefficienti di vigilanza del Gruppo Pinco Pallino IL PROBLEMA B2 ha rivoluzionato le “regole del gioco” della concessione del credito introducendo un maggiore rigore metodologico nella valutazione (attribuzione del rating) e nel pricing accentuando il criterio meritocratico nella selezione (le garanzie assumono un ruolo correttamente accessorio) … B2 ha introdotto le premesse per un salto di qualità Tradizionalmente, le banche: guardavano più alle garanzie che alle concrete prospettive delle imprese preferivano parcellizzare il credito in un quadro di pluriaffidamenti (logica assicurativa) Facevano il prezzo in una logica commerciale più che sul rischio penalizzavano le PMI: le piccole dimensioni determinavano - di per sé - tassi di interessi più elevati si verificava una sorta di “appiattimento verso il basso” senza distinguere troppo tra imprese piccole e sane ed imprese piccole con squilibri finanziari LE DOMANDE Quali prospettive fanno pensare ad un salto di qualità nel rapporto con le banche ? Cosa fare per prendere il vento dalla parte giusta ? LE PROSPETTIVE 1) le banche si sono avviate verso un salto di qualità - culturale e professionale - nella valutazione del rischio di credito e nel pricing del credito (rating = vantaggio competitivo) 2) Basilea 2 segue le best practices del sistema bancario internazionale impone a chi è più indietro di adeguarsi offre INCENTIVI a muoversi in questa direzione (B2 = acceleratore di comportamenti virtuosi) 3) il salto di qualità è legato ad un approfondimento della conoscenza reciproca tra banche e imprese ed a comportamenti pro-attivi di entrambe le parti per cogliere i vantaggi di B2 (da interessi contrapposti a interessi convergenti) Basilea II Con un esempio si capisce bene l’importanza di ricorrere all’utilizzo dei rating: Si considerino due banche che hanno clienti omogenei per dimensione e settore di attività Banca A non elabora un rating dei clienti e applica a tutti il 6% sui prestiti Banca B distingue invece le imprese sulla base del rischio applicando tassi del 5,5%, 6% e 6,5% Cosa può succedere ? Basilea II I clienti migliori passeranno dalla banca A alla banca B I clienti peggiori si sposteranno dalla banca B alla banca A In seguito, la banca A si renderà conto che una remunerazione del 6% è insufficiente a coprire le perdite generate dai clienti peggiori Aumentando il tasso di interesse accentuerà ulteriormente il processo che è all’origine dell’innalzamento. LE PROSPETTIVE Crescita professionale nella misurazione del rischio e B2 possono mitigare le sopra indicate ragioni di insoddisfazione: rendendo conveniente un rapporto collaborativo e ad alta intensità di informazione spingendo anche le imprese minori a sviluppare professionalità in campo finanziario rendendo più conveniente la concentrazione del lavoro con una banca principale rompendo l’equivalenza piccola dimensione = alto rischio = alti tassi di interesse attribuendo alle garanzie un valore specifico e ben identificabile, separato dalla valutazione della probabilità di insolvenza LE DOMANDE Cosa propone il nuovo Accordo di Basilea (B2) ? Quali conseguenze determina per le banche ? Come incide sui rapporti banca – impresa ? Cosa devono fare le imprese ? Il Comitato di Basilea Costituito dai rappresentanti delle Banche centrali del G10; opera dal 1974 presso la BRI Obiettivo: definire norme regolamentari per assicurare buon funzionamento e stabilità del sistema creditizio Norme recepite dalle Autorità di Vigilanza di oltre 100 Paesi Il patrimonio delle banche Come per ogni impresa, anche per le banche il Patrimonio Netto è una tutela per i creditori Nel caso delle imprese non finanziarie il codice civile stabilisce un importo minimo del patrimonio uguale per tutte le società Il patrimonio delle banche La normativa per le banche è più restrittiva: Si vogliono tutelare i depositanti Pericolo di crisi sistemiche (reazioni a catena) Si vuole giungere ad una normativa omogenea fra Paesi (per evitare concorrenza “scorretta”) Stato Patrimoniale delle aziende di credito L’obiettivo delle autorità di vigilanza è garantire la stabilità delle banche a tutela dei depositanti IMPIEGHI RACCOLTA Il valore degli impieghi è a rischio PATRIMONIO DI VIGILANZA Funzione di “cuscinetto” a protezione della solvibilità Stato Patrimoniale delle aziende di credito RACCOLTA 100 90 IMPIEGHI MP 10 Stato Patrimoniale delle aziende di credito Perdita di valore economico degli impieghi RACCOLTA 85 85 5 0 10 IMPIEGHI 15 MP MP pari a 10 non erano sufficienti Stato Patrimoniale delle aziende di credito Perdita di valore economico degli impieghi RACCOLTA 85 85 5 0 10 IMPIEGHI 15 MP MP pari a 10 non erano sufficienti Stato Patrimoniale delle aziende di credito RACCOLTA IMPIEGHI MP La convenienza economica spinge a minimizzare i MP Stato Patrimoniale delle aziende di credito RACCOLTA IMPIEGHI La convenienza economica spinge a minimizzare i MP MP Stato Patrimoniale delle aziende di credito RACCOLTA IMPIEGHI La convenienza economica spinge a minimizzare i MP MP ROE = UN / MP Stato Patrimoniale delle aziende di credito RACCOLTA Le autorità monetarie impongono una dotazione di capitale adeguata ai rischi IMPIEGHI PATRIMONIO Stato Patrimoniale delle aziende di credito RACCOLTA Le autorità monetarie impongono una dotazione di capitale adeguata ai rischi IMPIEGHI PATRIMONIO di VIGILANZA PATRIMONIO Basilea II Le nuove regole impongono di dimensionare il patrimonio in funzione dei rischi specifici degli attivi di bilancio A maggiori rischi occorre far fronte con più elevati requisiti di capitale Basilea II La banca che cerca guadagni più elevati da impieghi più rischiosi dovrà dotarsi di capitale netto più elevato La banca che vuole crescere deve aumentare il capitale La dotazione del capitale (risorsa scarsa e costosa) definisce gli spazi operativi e la possibilità di crescita delle banche Accordo Basilea 1 (1988 - 2008) In base all’Accordo del 1988 i mezzi patrimoniali delle banche devono essere almeno pari all’ 8% degli impieghi Le voci dell’attivo non devono essere valutate al loro valore nominale, ma in base ai rischi presunti degli impieghi L’attivo viene quindi diviso in diverse categorie Per ogni categoria esiste un fattore di ponderazione Le categorie sono determinate per tipologia di strumento, grado di liquidità, natura e rischio del destinatario, Paese di appartenenza Accordo Basilea 1 (1988 - 2008) Ogni CATEGORIA DI IMPIEGO di capitale (imprese, mutui ipotecari, banche, titoli pubblici, ecc.) comporta un diverso grado di rischio presunto il rischio viene quantificato forfettariamente con un peso sul nominale e deve essere coperto da un’adeguata dotazione di Mezzi Propri (“capitale di vigilanza”) pari all’ 8% dell’attivo ponderato I coefficienti di ponderazione di B1 categorie di impieghi 0% Governi, banche centrali, ecc. 20% Enti pubblici, banche, ecc. 50% Crediti ipotecari su immobili residenziali 100% Imprese Accordo Basilea 1 (1988 - 2008) Tipologia degli impieghi e relativi coefficienti di ponderazione in B1 0% 20% 50% 100% 200% Cassa e valori assimilati Crediti verso banche multilaterali di sviluppo Mutui residenziali con garanzia reale e leasing su immobili Crediti verso imprese private Partecipazioni in imprese non finanziarie in perdita negli ultimi due esercizi Crediti verso banche centrali dei paesi OCSE Titoli di stato emessi da governi dei paesi OCSE Crediti verso banche dei paesi OCSE Partecipazioni in imprese private Crediti verso enti del settore pubblico Crediti verso banche e governi di paesi non OCSE Accordo Basilea 1 (1988 - 2008) IMPORTO NOM.LE x PESO = IMPORTO A RISCHIO x 8% = REQUISITO DI CAPITALE Accordo Basilea 1 (1988 - 2008) Esempio: prestito di 1000 (non garantito) ad impresa privata: 1.000 x 100% x 8% = 80 euro indipendentemente dal reale rischio della specifica impresa che riceve il prestito Esempio: mutuo ipotecario di 1000: 1.000 x 50% x 8% = 40 euro Si riconosce un minor rischio di perdita Stato Patrimoniale delle aziende di credito IMPIEGHI RACCOLTA VINCOLO GESTIONALE PATRIMONIO DI VIGILANZA > 8% dell’attivo ponderato CRITICITA’ DELL’ACCORDO DEL 1988 • medesima ponderazione per ogni prestito ad imprese • non considera la vita residua delle esposizioni (problema del downgrading) • non considera la diversificazione del portafoglio I passi in avanti Negli anni successivi al 1988 si è evidenziato che portafogli di prestiti poco rischiosi erano “tassati ingiustamente” dai requisiti richiesti e soprattutto che … ….le banche potevano aumentare le componenti rischiose per ottenere rendimenti più elevati il risultato poteva essere l’opposto di quello desiderato: invece di accrescere il capitale in funzione dei rischi, potevano crescere i rischi dato il capitale Inoltre, negli anni ’90 sono stati fatti notevoli passi in avanti da parte delle banche nella misurazione dei rischi creditizi Basilea II Giugno 2004: pubblicato il documento International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards. A Revised Framework Con la sottoscrizione del documento da parte dei Governatori delle banche centrali del Gruppo dei 10 è iniziato l’iter procedurale L’ITER NORMATIVO Nuovo Accordo COMITATO DI BASILEA CONSIGLIO EUROPEO Applicazione 2008 BANCHE Direttiva STATI MEMBRI Legge / regolamentazione nazionale Testo definitivo giugno 2004 28 settembre 2005 Basilea II Il nuovo Accordo vuole superare i limiti di Basilea 1 Come ? Differenziando i requisiti di capitale in proporzione al rischio di ogni singolo credito Cambia la determinazione dei coefficienti di ponderazione Basilea II I coefficienti non sono più fissi e predeterminati, ma …. … quantificati caso per caso con algoritmi complessi sulla base di alcune variabili di input relativi allo stato di salute dell’impresa rating (PD) inerenti la forma tecnica del prestito (EAD) riguardanti le garanzie (LGD) Il nuovo accordo Basilea 2 Innovazione: misurazione puntuale del rischio attraverso diverse variabili tra cui il RATING Obiettivo: accantonare quote di capitale in proporzione al rischio di ogni singolo credito Basilea II Cos’è il rating ? Qual è il suo scopo ? Si tratta di un punteggio/voto attribuito all’impresa Esprimere un giudizio sintetico sul grado di affidabilità / sulla capacità di rimborso del prestito / sulla probabilità di default La metodologia del rating rappresenta un’evoluzione nella gestione del rischio di credito a prescindere da B2 Evoluzione dell’analisi del rischio di credito Dal naso dell’analista (con molta soggettività e poca oggettività) … ... al trattamento delle informazioni su basi scientifiche … … ai sistemi di rating interno ... ... al calcolo puntuale del prezzo del rischio Rating Con riferimento ai soggetti che, in base all’Accordo, possono emettere rating si distinguono: Rating esterni Emessi da società specializzate o “autorizzate” Vi ricorrono le banche che scelgono l’approccio Standard dell’Accordo Rating interni Prodotti dalle stesse banche Vi ricorrono le banche che sono autorizzate ad utilizzare uno dei due approcci IRB previsti dall’Accordo RISCHIO DI CREDITO - OPZIONI REGOLAMENTARI Flessibilità Benefici crescenti IRB Advanced IRB Foundation Standard Complessità realizzativa e costi crescenti Metodo standard Non si discosta molto dall’attuale Vi sono ancora classi di impiego e coefficienti predefiniti I coefficienti variano però in funzione del giudizio attribuito da una società di rating Il collegamento tra rating e coefficienti è stabilito dall’Autorità di Vigilanza Metodo standard • In luogo di un solo coefficiente di ponderazione del rischio (100%), sono previsti coefficienti diversi a seconda del tipo di prenditore e del rating del medesimo (se presente). I crediti sono ponderati in base alla valutazione espressa da agenzie esterne di rating: da: a: AAA AA- A+ A- BBB BB- Inferiore a BB- Unrated pesi: 20% 50% 100% 150% 100% In linea con il precedente accordo Metodo standard Esempio: Prestito di 1000 a un’impresa AA Con Basilea II = accantonamento di (1000 x 20% x 8%) =16 A fronte degli attuali 80 (1000 x 100% x 8%) Metodo standard E per le imprese che non hanno rating ? Il coefficiente rimane al 100% E’ previsto il 75% per le piccole imprese che richiedano prestiti di importo inferiore ad 1 milione e per le persone fisiche Metodo standard In presenza di garanzie i requisiti si riducono: Garanzie personali : si assume il coefficiente del garante e non del garantito (devono però avere determinati requisiti soggettivi e oggettivi) Garanzie reali : si assume il coefficiente della garanzia e non del garantito Metodi basati sui rating interni (IRB) Anche i metodi IRB determinano coefficienti di ponderazione diversi a seconda del tipo di prenditore e del suo specifico rating Tuttavia • la stima del rating è gestita direttamente dalle banche • le metodologie di calcolo sono sviluppate internamente e validate dall’autorità nazionale di vigilanza Metodi basati sui rating interni (IRB) L’evoluzione consiste nel quantificare puntualmente i rischi creditizi assunti dalle banche sia sotto il profilo della probabilità della perdita (PD) sia sotto il profilo della dimensione attesa della stessa (EAD) sia sotto il profilo della perdita in caso di default (LGD) Non riguarda solo le imprese in difficoltà: anche ad un’impresa solvibile può essere attribuita una probabilità di insolvenza Metodi basati sui rating interni (IRB) La probabilità della perdita può essere stimata in termini di frequenza con cui i debitori di una certa classe potranno andare in default (anche temporaneo) entro un determinato orizzonte temporale Default che si desume dai seguenti eventi: Criterio soggettivo: la banca ritiene improbabile che il debitore onori per intero i suoi debiti Criterio oggettivo: il debitore è moroso da oltre 180 gg Non si tratta di identificare chi andrà in default, ma di collocare gli affidati in classi di pericolosità Metodi basati sui rating interni (IRB) In Basilea II il rischio di insolvenza è identificato quantitativamente dalla perdita che la banca potrebbe subire al verificarsi dell’inadempimento La dimensione della perdita può essere ricondotta alle seguenti variabili: PD – EAD – LGD - M Le componenti principali del rischio di credito (Probability of Default) È la probabilità che una controparte vada in default. L’intervallo temporale di validità considerato dall’Autorità di Vigilanza è di 12 mesi. Più bassa è la PD, più elevata è la classe di rating. (Loss Given Default) È una stima percentuale della perdita in caso di default. Il valore di questo indicatore è fortemente correlato alla natura del finanziamento ed alle garanzie. Le componenti principali del rischio di credito (Exposure At Default) (Maturity) Si riferisce alla possibile È l’importo dell’esposizione perdita per l’evoluzione del che la banca si troverà ad merito di credito di una avere nei confronti di un impresa cui sia stato attribuito determinato cliente nel un certo rating e concesso un momento in cui si prestito a tasso fisso non verificherà il default. rinegoziabile. Metodi basati sui rating interni (IRB) Le 4 variabili sono i parametri fondamentali per la misurazione del capitale da accantonare a fronte della composizione e della dimensione dei portafogli prestiti Con il metodo base : le banche stimano in autonomia solo la PD; gli altri valori sono dati dall’autorità di vigilanza Con il metodo avanzato: le banche stimano le 4 variabili (con metodi approvati dall’autorità di vigilanza) Metodi basati sui rating interni (IRB) Anche nel metodo base esistono strumenti di mitigazione del rischio: Le garanzie personali comportano la sostituzione del rating del garantito con quelle del garante (agendo quindi su PD) Le garanzie reali modificano invece la LGD esiste un griglia di LGD con valori differenti a seconda della garanzia che assiste si parte dal 45% per prestiti non garantiti Metodi basati sui rating interni (IRB) Anche nel metodo avanzato esistono strumenti di mitigazione del rischio Nel caso delle garanzie reali saranno le stesse banche ad identificare la griglia di LGD da associare alle varie operazioni e garanzie Metodi basati sui rating interni (IRB) Per quanto riguarda EAD si dovrà tenere conto non solo dell’erogato, ma anche di una quota dei margini disponibili Nell’approccio base il margine disponibile viene considerato in termini fissi per il 75% del suo importo e sommato all’importo utilizzato Metodi basati sui rating interni (IRB) Per quanto riguarda M la maturità di ogni prestito deve essere calcolata come media ponderata dei tempi previsti di ogni pagamento Nell’approccio base la vita residua è considerata fissa a 2,5 anni Metodi basati sui rating interni (IRB) Il calcolo dei requisiti patrimoniali è Semplice nell’approccio standard: si applica l’aliquota dell’8% agli attivi ponderati sulla base dei coefficienti predeterminati Complessa nell’approccio IRB: i valori delle quattro variabili devono essere inseriti in funzioni di ponderazione il cui risultato è il capitale da accantonare Le funzioni di ponderazione sono diverse a seconda dei mutuatari -> diverse categorie -> diversi algoritmi Il calcolo dei requisiti patrimoniali nei due metodi RWA Metodo Standard EAD x PD Coefficiente di ponderazione x Esposizione x LGD x M +/- Granularity x 8% = = Requisito Patrimoniale Requisito Patrimoniale X 12,5% = RWA Le componenti della perdita attesa Metodo IRB accantonamento a C.EC: Le componenti della perdita inattesa Metodi basati sui rating interni (IRB) Ogni categoria presenta poi, al suo interno una suddivisione per classi di merito (rating) Ogni impresa viene quindi inserita in una categoria e poi le viene assegnato un rating corrispondente alla classe di rischio in cui è inserita Ad ogni classe di rating corrisponde una PD Basilea 2 - PMI e Retail Il documento pubblicato nel gennaio 2001 non prevedeva un trattamento delle PMI differenziato rispetto al portafoglio CORPORATE Mediamente le PMI prese singolarmente sono caratterizzate da una PD più elevata. Questa proposta avrebbe comportato: rischio di innalzamento dei tassi per le PMI effetti asimmetrici sulle economie europee (particolarmente esposte Italia e Germania) Basilea 2 - PMI e Retail Proposta del terzo documento dell’aprile 2003 Le imprese con fatturato tra 5 e 50 milioni di Euro sono soggette a requisiti patrimoniali inferiori (fino al 20% a seconda delle dimensioni) rispetto alle grandi imprese Alle PMI con esposizioni verso la singola Banca inferiori a 1 milione di Euro si applicano i coefficienti di ponderazione più contenuti previsti per il retail (crediti al dettaglio) Categorie di imprese Fatturato >= 50 mln Euro < 50 e >= 5 mln Euro < 5 mln Euro esposizione <= 1 mln Euro CORPORATE PMI CORPORATE PMI RETAIL Requisiti di capitale decrescenti (effetto diversificazione) • da analisi complesse ad analisi semplificate • crescente automazione e standardizzazione dei processi Metodi basati sui rating interni (IRB) Fig.1: Requisiti patrimoniali per categoria di controparte in funzione della PD 30,00% 27,00% Requisito Patrimoniale 24,00% 21,00% 18,00% 15,00% 12,00% 10% 9,00% Requisito patrimoniale B1 fisso all’8% 6,00% 3,00% 0,00% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% Probabilità di default 14,0% 16,0% 18,0% 20,0% Calcolo della perdita Non è sufficiente il calcolo della percentuale della perdita attesa Questo è infatti l’importo della perdita più probabile, ma le cose potrebbero andare meglio o peggio Possono quindi esserci perdite “inattese”, meno probabili, ma possibili Perdita attesa e perdita inattesa valore medio della distribuzione di probabilità Calcolo della perdita La perdita attesa è un costo implicito nella concessione del prestito si tratta di un costo da considerare a conto economico e nella quantificazione del tasso attivo il costo è imputato al conto economico attraverso gli accantonamenti a riserva il capitale proprio di una banca ha invece la funzione di coprire le perdite inattese Calcolo della perdita Come calcolare le perdite inattese ? Potenzialmente queste sono uguali all’importo del prestito Si tratta di considerare una distribuzione di probabilità delle perdite e di identificare la perdita inattesa in corrispondenza di un certo “livello di confidenza” oltre il livello medio “atteso” Calcolo della perdita Dal valore della perdita massima così determinata si deve sottrarre la perdita attesa che trova copertura nel conto economico e si ottiene la perdita inattesa che deve essere coperta con patrimonio di vigilanza Da cosa dipende la perdita inattesa ? La perdita inattesa è tanto più elevata quanto più è divaricata la distribuzione delle probabilità L’ampiezza della divaricazione è legata al grado di diversificazione del portafoglio in cui è inserito il prestito Effetto diversificazione e calcolo della perdita Basilea II tiene conto della diversificazione in maniera semplificata e forfettaria anziché misurare puntualmente le correlazioni e il grado di diversificazione si assume un “effetto diversificazione” decrescente al crescere delle dimensioni aziendali Requisito di capitale Tenendo conto della funzione di ponderazione da adottare … … sulla base del valore prestabilito di correlazione … … sulla base della PD attribuibile all’impresa … … si determina la probabile perdita massima (attesa e inattesa) … … e l’ammontare di capitale da accantonare per ogni euro prestato (tenendo conto di M, EAD e LGD) 14% PD 1% x x EAD 100 EAD 100 x x LGD 0,30 LGD 0,30 = = Max.perdita Max. p. netta 4,21 _ Perdita attesa 0,30 Es. prestito di 100 € con PD =1% LGD = 30% M = 4 anni (x 1,52) Perdita max. = 14% = Perd. inattesa 3,91 x M 1,52 x Fatt. di scala 106% = Perdita attesa 0,30 + Requisito cap. 6,30 = Req.to totale 6,60 RW = 6,60 % x 12,5 = 82,5% da coprire da coprire a C.EC. con capitale RWA = 100 € x 82,5% = 82,5 Evoluzione dell’analisi del rischio di credito La banca deve effettuare una diagnosi documentata dello “stato di salute” dell’impresa sulla base di un protocollo di analisi validato dalla banca centrale la diagnosi effettuata deve essere utilizzata • per determinare il capitale di vigilanza • per determinare fidi e tassi di interesse Nuova visione del rischio di credito INCERTEZZA PRIMO ARGINE PROBABILITA’ DI INSOLVENZA SECONDO ARGINE PERDITA IN CASO DI INSOLVENZA rischio impresa rating dell’impresa (PD) Sintesi del rischio rischio operazione esposizione al momento del default (EAD) EL = PD x EAD x LGD Perdita in caso di default (LGD ) + UL