Centro Studi
Osservatorio Territorio e Aree Urbane
Politiche territoriali Newsletter n. 5/2014
a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani
Sommario:
News dai territori:
Regione Calabria:
Regione Emilia Romagna:
Regione Lombardia:
Regione Sardegna:
News nazionali:
Politiche territoriali:
Programma 6000 Campanili:
Rapporti e studi:
Eventi:
Rischio idrogeologico, in Calabria piano di interventi strutturali da 640 MLN
Dall'inizio dell'anno autorizzati 34 interventi di difesa del suolo
Ok Giunta a progetto di legge per lo stop al consumo di suolo
Entro il 21 febbraio domande per il secondo bando dell’intervento Jessica
Costruttori, Architetti e Ambientalisti: aprire i cantieri della riqualificazione
energetica e antisismica
Smart Cities, 305 mln per la ricerca industriale
Consumo di suolo, Fillea: “Recuperare l’esistente e innovare per ripartire”
Rischio idrogeologico. Più di 1000 cantieri ancora da avviare per 1,6 mld di euro
Dissesto idrogeologico. WWF lancia l'allarme: occorre intervenire con massima
urgenza
Finanziati ulteriori 59 progetti con 50 MLN
Legambiente: Dossier Abusivismo edilizio: l’Italia frana, il parlamento condona
Rigenerazione urbana sostenibile. Forum promosso da Ance, Architetti e
Legambiente
News dai territori:
Regione Calabria: Rischio idrogeologico, in Calabria piano di interventi strutturali da 640 MLN
17/02/2014. “La Regione Calabria ha in programma interventi strutturali per 640 milioni di euro per quanto riguarda il
nuovo piano di difesa da rischio idrogeologico”.
Lo ha annunciato giovedì scorso l'Assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici, Giuseppe Gentile,
spiegando che il piano è stato concepito seguendo prevalentemente la logica della “programmazione efficace” rispetto
a quella usuale del “ripristino post-evento” che si persegue in caso di danni provocati da eventi meteorici avversi.
Nell'ultimo decennio la Regione Calabria è stata sottoposta ad intensi e ripetuti fenomeni atmosferici che ne hanno
compromesso in modo significativo il già debole assetto geomorfologico del territorio. Dopo le Province di Crotone e
Catanzaro, è stato il litorale ionico reggino ad essere flagellato da una intensa perturbazione atmosferica che ha
causato frane, esondazioni e fortissime mareggiate lungo la costa. "E così - ha evidenziato l'assessore Gentile sebbene in questa occasione per fortuna non si sono registrate vittime o danni alle persone, si è ripetuto tuttavia un
copione ormai noto: abitazioni pericolanti o a rischio sgomberate, viabilità principale e secondaria compromessa,
acquedotti interrotti, gravissimi danni al patrimonio archeologico e storico-culturale con perdite di valore inestimabile.
Pertanto, come di solito avviene, si assiste puntualmente a resoconti giornalistici accompagnati da code polemiche, da
rimpalli di responsabilità e critiche che, proprio perché non basate su dati di fatto concreti, risultano essere sterili e
tutt'altro che costruttive. In questo contesto - ha proseguito Gentile -, con il Presidente Scopelliti, oltre alla conta dei
danni, stiamo cercando di focalizzare l'attenzione sulle attività di programmazione che per la prima volta in Calabria
registrano l'ambizioso obiettivo di invertire il rapporto tra spese emergenziali e spese ordinarie in prevenzione, ancora
oggi troppo sbilanciato in favore delle prime”.
Piano per la prevenzione
L'assessore ha ricordato che “dopo l'alluvione di Soverato, ad oggi, sono stati spesi per interventi strutturali post
alluvione, oltre 750 milioni di euro (a parte i fondi utilizzati per pagare i danni ai privati colpiti dalle varie calamità) a
fronte di una bassa programmazione ordinaria da parte del Ministero dell'Ambiente. A questo scopo, malgrado le
enormi difficoltà con le quali l'Autorità di Bacino si trova quotidianamente ad operare a causa di un quadro normativo
lacunoso e spesso conflittuale, che genera sovrapposizioni di competenze e criticità amministrative, si stanno
mettendo in campo programmi strutturali efficaci la cui attuazione sicuramente consentirà di ridurre il notevole gap fra
le spese impegnate in regime emergenziale rispetto a quelle utilizzate per le programmazioni ordinarie. Per questo
motivo, in prospettiva di una nuova ripartizione di risorse finalizzate alla realizzazione di interventi urgenti per la
mitigazione del rischio idrogeologico da parte del Ministero dell'Ambiente, è nata l'esigenza di predisporre un nuovo
piano di difesa idrogeologica non più basato su segnalazioni, ma su specifici progetti”.
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Ammessi 452 progetti per 640 milioni di euro
In questo contesto, l'approvazione del nuovo piano di difesa del suolo da parte del Comitato Tecnico dell'Autorità di
Bacino, presieduto dal Segretario Generale Salvatore Siviglia, è avvenuta dopo che la stessa Autorità di Bacino e il
Dipartimento diretto da Domenico Pallaria, hanno verificato i requisiti di ammissibilità di 452 proposte progettuali
pervenute dai comuni e dalle province per un importo complessivo di 640 milioni di euro. “Il Piano degli interventi
approvato – ha spiegato Gentile – interessa per il 53% il rischio da frane, il 34% riguarda interventi sui fiumi e il 13%
interessa la mitigazione del rischio da erosione costiera. Infatti, nella nuova programmazione, sono stati inseriti 10
nuovi progetti per un importo complessivo di 41 milioni di euro che si aggiungono ai 40 già finanziati e per i quali è in
corso la pubblicazione dei bandi di gara per la realizzazione delle opere. In questo contesto, riguardo la violenta
mareggiata che ha interessato il comune di Siderno, è stato già approvato un progetto di 4,5 milioni di euro che
prevede la realizzazione di opere a difesa del lungomare”.
L'assessore ha annunciato che “con il Presidente Scopelliti porteremo all'attenzione del Presidente del Consiglio dei
Ministri il Piano di Difesa del suolo approvato dell'Autorità di Bacino affinché venga finanziato anche in considerazione
del fatto che la Regione Calabria, pur trovandosi in un contesto di elevata esposizione al rischio, ha saputo redigere un
piano di interventi che non ha la sola funzione di riparare i guasti prodotti ma che ha l'ambizione di limitare
notevolmente i rischi nel prossimo futuro”.
Fonte: sito internet casa e clima
Regione Emilia Romagna: Dall'inizio dell'anno autorizzati 34 interventi di difesa del suolo
19/02/2014. Investiti oltre 2 milioni di euro per opere di contenimento frane, monitoraggio del dissesto idrogeologico e
ripristino della viabilità
Dall’inizio dell’anno ad oggi la Regione Emilia-Romagna ha autorizzato 34 interventi, per oltre 2 milioni di euro, per
opere di contenimento frane, monitoraggio del dissesto idrogeologico, verifica e interventi su argini, sponde e sezioni
idrauliche di alcuni fiumi, ripristino della viabilità.
“Si tratta sia dei lavori disposti dall’Agenzia regionale di Protezione civile per fronteggiare le conseguenze del
maltempo che ha interessato la regione da fine dicembre 2013 ad oggi, sia di quelli richiesti dai Servizi tecnici di
bacino per proseguire le opere già avviate in seguito all’ondata di maltempo della primavera scorsa”, spiega una nota
della Regione.
Questi gli interventi per provincia:
Bologna
- lavori urgenti di ripristino della sezione idraulica e spondale del fiume Reno in località Sperticano, nel comune di
Marzabotto (120 mila euro)
- lavori urgenti per il ripristino dei alcuni tratti arginali del fiume Reno in vari comuni (60 mila euro)
- lavori urgenti di ripristino della sezione idraulica e spondale del torrente Setta in località Loriano nel comune di
Marzabotto (40 mila euro)
- lavori urgenti per la messa in sicurezza del tratto spondale del torrente Santerno in località Cà del Forno nel comune
di Imola (40 mila euro)
- lavori di somma urgenza per il ripristino del corpo arginale sinistro del torrente Quaderna per la presenza di tane e
fontanazzi, in località Fiorentina nel comune di Medicina e al confine con il comune di Molinella (25 mila euro)
- ripristino della strada comunale nel comune di Castiglione dei Pepoli (21 mila euro)
- messa in sicurezza della strada comunale per Pianaccio, località campo delle Noci, nel comune di Lizzano in
Belvedere (15 mila euro);
Ferrara
- lavori urgenti di ricostruzione del pennello in pali di legno di Lido di Spina sud nel comune di Comacchio, demolito
dalle mareggiate di novembre 2013 (124 mila euro);
Modena
- ripristino, in seguito a eventi franosi, della strada comunale per Tagliole nel tratto Casa Galassini-Casa Micheletto
(200 mila euro) in comune di Pievepelago e della strada comunale Fondovalle Dolo-Ceresola Frassinoro a Montefiorino
(100 mila euro)
- pronto intervento per la costruzione di una difesa spondale in sponda destra del rio Tagliole in località Ponte Modine
nel comune di Pievepelago (70 mila euro)
- lavori urgenti di realizzazione di indagini geotecniche per la valutazione del rischio idrogeologico in località S.
Giacomo nel comune di Montese e nel capoluogo del comune di Palagano (35 mila euro)
- lavori urgenti di realizzazione di indagini geotecniche per la valutazione del rischio idrogeologico in località Le
Fontane, frazione di Montecuccoli nel comune di Pavullo nel Frignano (25 mila euro);
Parma
- lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza della scarpata a protezione della strada provinciale 19 a livello del
torrente Manubiola nel comune di Berceto (100 mila euro)
- lavori di somma urgenza per il mantenimento della rete scolante e monitoraggio relativo al movimento franoso in
località San Biagio, nel comune di Berceto, e in località Torre di Chiastre nel comune di Calestano (130 mila euro)
- completamento dei lavori di consolidamento della traversa sul torrente Taro denominata La Diga, in località Gotra nei
comuni di Albareto e Borgo val di Taro (80 mila euro)
- lavori di somma urgenza per il ripristino della rete scolante in località Il Micone nel comune di Fornovo (70 mila euro)
- lavori urgenti per il ripristino dell’officiosità idraulica del torrente Recchio nel comune di Noceto (50 mila euro)
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- costruzione di opere di difesa e risagomatura dell’alveo a protezione dell’area ecologica in sponda sinistra del
torrente Taro, in località Santa Maria del Taro, nel comune di Tornolo (50 mila euro)
- lavori urgenti di ripristino viabilità nella strada comunale Lesignano de’ Bagni-Rivalta nel comune di Lesignano de’
Bagni (30 mila euro)
- lavori urgenti di regimazione e disciplina delle acque all'interno dell'area interessata da cedimento e indagini
geognostiche con installazione di strumenti di monitoraggio in località Pietta del comune di Tizzano Val Parma (30 mila
euro)
- ripristino delle strade comunali Ponteceno-Casaleto e della strada comunale in località Chiesiola del comune di
Bedonia (28 mila 600 euro);
Piacenza
- lavori di somma urgenza per il ripristino delle difese in sponda destra del fiume Trebbia in località Cà Teresa nel
comune di Travo (200 mila euro)
- nel comune di Cortebrugnatella escavazione e movimentazione di materiale in compensazione sul fiume Trebbia, nel
tratto a monte del ponte sulla Statale 45 e consolidamento del cimitero comunale in località Ozzola (25 mila euro)
- intervento sul movimento franoso in località Sassi Neri, comune di Farini, con ripristino della struttura stradale (23
mila euro)
- messa in sicurezza della strada comunale e dell’abitato di Rondanera nel comune di Travo (15 mila euro);
Reggio Emilia
- messa in sicurezza delle infrastrutture, della strada e della rete del gas a Vetto, anche in seguito all’aggravamento
del dissesto idrogeologico dopo la recente ondata di maltempo (70 mila euro)
- lavori di ripristino e messa in sicurezza di opere pubbliche di consolidamento dell’abitato di Marzano nel comune di
Baiso (70 mila euro)
- intervento sul movimento franoso in località Le Macchie nel comune di Carpineti, con ripristino della struttura
stradale e regimazione delle acque superficiali (30 mila euro);
Rimini
- lavori di ripristino dell’arginatura sinistra del fiume Marecchia in località Zona Annonaria alle porte dell’abitato di
Rimini (90 mila euro)
- lavori di ripristino della scogliera soffolta al confine tra i comuni di Misano Adriatico e Riccione (80 mila euro)
- lavori per la ripresa del dissesto in località Cà Guidi-La Petra con interessamento della strada provinciale 84
“Valpiano-Miratoio” nel comune di Pennabilli (65 mila euro)
- lavori urgenti di fissaggio massi e pulizia di porzioni di pareti incombenti sulla strada comunale Villanova- Maiano nel
comune di San Leo (50 mila euro).
Fonte: sito internet casa e clima
Regione Lombardia: Politiche territoriali: Ok Giunta a progetto di legge per lo stop al consumo di suolo
14/02/2014. Compensazioni ecologiche per l'uso del suolo non edificato e incentivi per la rigenerazione urbana. Ogni
nuovo palazzo dovrà portare in dote aree verdi
La Giunta regionale della Lombardia ha approvato oggi un progetto di legge regionale dedicato alla riduzione del
consumo di suolo e al riuso del suolo edificato.
Il provvedimento prevede di privilegiare il riuso di aree e strutture dismesse, degradate o sottoutilizzate, con
l'obiettivo di salvaguardare le zone ancora non urbanizzate della Lombardia.
Tutela del suolo non edificato e compensazioni ecologiche
“Il provvedimento varato oggi prevede, tra le altre cose, di utilizzare il suolo non edificato solo in mancanza di
alternative, nei limiti stabiliti dal Piano territoriale regionale e a fronte di compensazioni ecologiche preventive e misure
di semplificazione e incentivazione per il recupero del patrimonio edilizio esistente”, spiega l'assessore al Territorio,
Urbanistica e Difesa del suolo, Viviana Beccalossi.
Incentivi per la rigenerazione urbana
La legge si basa su due principi fondamentali. Il primo riguarda la cosiddetta “rigenerazione urbana”, che verrà
sostenuta da incentivi. “Oggi – osserva Beccalossi - troppi centri storici delle nostre città sono in condizioni pessime e
favoriscono, in un contesto di pregio, insediamenti abitativi a bassissimo costo, favoriti da una domanda di chi cerca
alloggi in affitto e che trova disponibilità in appartamenti 'storici' ma fatiscenti e mai ristrutturati, dato che le regole
attuali incentivavano i nuovi insediamenti nelle periferie, con conseguente consumo di suolo vergine”.
Il progetto di legge, tra le altre cose, indica la priorità nella concessione di finanziamenti regionali ai Comuni che
avviano interventi di rigenerazione urbana.
Aree verdi garantite
Previsto anche un sistema di compensazione che preveda, per i Comuni, la garanzia di ottenere dal costruttore, per
ogni nuovo insediamento su terreno libero, il doppio della volumetria realizzata in aree verdi vincolate. “Ogni palazzo
nuovo dovrà 'portare in dote' un parco a disposizione dei cittadini. Si tratta di uno strumento per garantire, da subito,
che tutti gli interventi, anche già pianificati, offrano alle comunità locali più verde e più terreni per lo sviluppo
dell'agricoltura lombarda. Non si blocca l'attività edilizia, ma, anzi, si invitano gli operatori a farla in maniera
qualitativa e sostenibile”, spiega l'assessore.
Semplificazione delle norme sulla programmazione urbanistica
“Viene anche introdotto - ha aggiunto Beccalossi - un rafforzamento del meccanismo di programmazione e un nuovo
concetto di sussidiarietà e autonomia dei sindaci. Le norme sulla programmazione urbanistica sono state fatte quando
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c'erano situazioni economiche e sociali diverse da quella di adesso. Oggi vogliamo scrivere leggi con elementi di
semplificazione e sburocratizzazione e che siano attinenti alla realtà che stiamo vivendo”.
Pileri (PoliMi): riforme urgenti e aggiornamento culturale sullo spreco di suolo
Il consumo di suolo è stato uno dei temi discussi nella seconda edizione di WiGreen - Forum sulla Sostenibilità, evento
svoltosi ieri e oggi a Milano e promosso dall’area green di Sprim Italia, società di consulenza impegnata nella tutela
della salute dell’uomo e dell’ambiente. Nella seconda giornata del convegno ha preso la parola il professor Paolo Pileri,
docente di Pianificazione Territoriale Ambientale al Politecnico di Milano. “Un terreno cementificato è ormai
irrecuperabile – ha spiegato Pileri -. Occorre limitarne il consumo per tutelare l’ambiente e apportare una serie di
benefici anche all’uomo”. Un ettaro di suolo libero, infatti, produce cibo per sei persone nel corso di un anno, se
coltivato, e nello stesso periodo assorbe fino a 3,7 milioni di litri di acqua e trattiene una consistente quantità di
carbonio, contribuendo così a ridurre la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera. “Sprecare una risorsa che
ha tutte queste capacità significa accettare alcuni rischi e minacciare la sostenibilità - osserva Pileri -. Lo spreco di
suolo richiede riforme urgenti e un aggiornamento culturale profondo che riguardi tutti i professionisti che hanno a che
fare con il suolo”.
Interventi contro il dissesto idrogeologico
La Giunta regionale della Lombardia ha adottato oggi anche dei provvedimenti contro il dissesto idrogeologico in
provincia di Pavia. L'assessore Beccalossi ha illustrato nel dettaglio gli interventi per la mitigazione del rischio: nel
2013 ne sono stati attivati 6 nei Comuni di Broni, Montecalvo Versiggia, Montù Beccaria, Santa Maria della Versa,
Tromello e Varzi, per un importo complessivo di 1.390.000 euro. E' stato poi realizzato l'argine maestro lungo il fiume
Po, a San Cipriano, tramite un primo acconto di 1,5 milioni di euro, su 5,5 milioni di costo. Sono stati poi realizzati altri
11 interventi, per un totale complessivo di 4,1 milioni di euro.
Beccalossi ha spiegato che “sono state trasmesse al Ministero dell'Ambiente le richieste di finanziamento per 3
interventi urgenti di difesa idraulica. Riguardano: l'argine maestro di San Cipriano Po; il completamento argine di
Travacò Siccomario; gli impianti idrovori sul canale Gravellone a Pavia e Comuni limitrofi, per un importo complessivo
di 8.500.000 euro”.
Difesa del suolo
Negli ultimi 20 anni in provincia di Pavia sono stati finanziati da Regione Lombardia ben 567 interventi di difesa del
suolo, per un importo complessivo di circa 88 milioni di euro. Sono 4 i milioni di euro a disposizione per il 2014. Una
somma di 480.000 euro è stata impegnata per la provincia di Pavia.
La questione del riparto tra Nord e Sud
“E' fondamentale che nei Tavoli futuri si faccia sempre più squadra, per soddisfare le esigenze delle regioni del Nord,
che hanno peculiarità differenti rispetto a quelle del Sud. E' iniquo il principio che prevede che l'80 per cento delle
risorse va infatti a loro e solamente il 20 al Nord”, afferma Beccalossi. “Siamo peggiorati rispetto all'anno scorso, dove
l'80 per cento andava alle Regioni del Centro-Sud. Se il restante 20 per cento lo dobbiamo dividere anche con
Toscana, Umbria, Marche e Lazio, siamo più che penalizzati. Noi queste risorse le spendiamo, al Sud spesso non
vengono neanche utilizzate. A Roma occorre chiedere maggiori risorse e cambiare i criteri di riparto, a vantaggio di chi,
non solo ne ha bisogno, ma le sa anche spendere”, conclude l'assessore lombardo.
Fonte: sito internet casa e clima
Regione Sardegna: Politiche territoriali: Entro il 21 febbraio domande per il secondo bando dell’intervento Jessica
19/02/2014 - La Presidenza ricorda che il 21 febbraio 2014 scade il termine per la presentazione delle domande di
partecipazione al secondo avviso relativo al fondo Jessica.
Con questa procedura sarà verificata la coerenza con i requisiti previsti dal Po Fesr 2007-2013 di progetti inseriti in
piani integrati di sviluppo urbano sostenibile. Le proposte per le quali la verifica darà esito positivo potranno
successivamente accedere alla valutazione economico-finanziaria da parte del Fondo di sviluppo urbano per i progetti
di efficientamento, risparmio energetico, produzione e utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili (FSU EE/ER).
Possono presentare le proposte progettuali:
- l'Amministrazione regionale, anche attraverso enti strumentali, agenzie e società in house;
- gli altri enti pubblici, anche attraverso agenzie e società in house;
- le agenzie energetiche della Regione Autonoma della Sardegna.
Le
candidature
dovranno
essere
trasmesse
tramite
posta
elettronica
certificata
(pec)
all'indirizzo
[email protected].
Per
eventuali
chiarimenti
è
possibile
inviare
un'e-mail
all'indirizzo
di
posta
elettronica
[email protected]
Fonte: www.regione.sardegna.it
News nazionali:
Politiche territoriali: Costruttori, Architetti e Ambientalisti: aprire i cantieri della riqualificazione energetica e
antisismica
26/02/2014 - Nuovo Governo, nuove richieste dal mercato. Richieste che, come la storia degli ultimi anni ha
ampiamente documentato, sono rimaste spesso solo fogli di carta riempiti di inchiostro e chiusi in un cassetto. Non che
non siano state ragionevoli o peggio ancora frutto di analisi errate, ma la volatilità dei Governi che si sono susseguiti
negli ultimi anni, unita alla forte crisi economica e alle troppe influenze esterne all'interno dell'esecutivo e spesso
distanti dai problemi reali, ha condotto troppo spesso a scelte al limite della scelleratezza.
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"Aprire subito i cantieri della riqualificazione energetica e antisismica". Questa è la nuova richiesta di Ance, Consiglio
Nazionale Architetti P.P.C. e Legambiente a Governo e Parlamento in un documento congiunto sulla Rigenerazione
delle città ed il mercato dell'edilizia. Richiesta la cui bellezza potrebbe riassumere il motivo di un intero programma
politico su cui basare una campagna elettorale. Non appare, infatti, contestabile il ruolo fondamentale del comparto
edile che ha da sempre trascinato l'intera economia del Paese, ma da una scrupolosa analisi del discorso del neo
Premier Matteo Renzi alla Camera e al Senato, non sembra ci possano essere premesse diverse dalle celebri gag del
Conte Mascetti.
Ritornando al più interessante documento presentato da Costruttori, Architetti e Ambientalisti, tra le proposte:
•escludere dal patto di stabilità gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio
pubblico, finanziati dalle Regioni e dagli Enti Locali;
•istituire un fondo nazionale di garanzia presso la Cassa depositi e prestiti per favorire l'accesso al credito da parte
degli Enti Locali, dei proprietari di abitazioni, dei condomini e locali ad uso commerciale che intendano investire nella
riqualificazione energetica e antisismica;
•snellire le procedure e introdurre incentivi per consentire di realizzare questi interventi sui condomini, ossia proprio
dove vivono oltre 20 milioni di italiani.
Tutte proposte che spingono in avanti innovazione e qualità degli interventi perché legate a precisi obiettivi energetici
da certificare (riduzione di almeno il 50% dei consumi per il riscaldamento delle famiglie, miglioramento antisismico
degli edifici).
"Al nuovo Governo chiediamo impegni seri e responsabilità precise - sottolineano costruttori, architetti e ambientalisti in tema di politiche urbane che, da oltre 20 anni, sono state escluse da qualsiasi investimento e intervento. Per tornare
a creare lavoro e dare risposta ai problemi delle famiglie oggi è fondamentale puntare sui cantieri della riqualificazione
del patrimonio edilizio e delle città. Dal Governo Renzi ci aspettiamo una particolare attenzione a come attrarre le
risorse previste dalla programmazione europea 2014-2020 proprio per l'efficienza energetica e le aree urbane".
"Non c'è crescita senza lo sviluppo e l'ammodernamento delle città e tornare ad investire nelle politiche urbane
rappresenta una scelta coerente con l'obiettivo di guardare al futuro e di portare il Paese fuori dalla crisi".
Riportiamo, di seguito, le proposte contenute nel documento Disposizioni urgenti in materia di riqualificazione urbana,
energetica e antisismica.
1 - Prestazioni degli edifici e esclusione dal patto di stabilità.
1. Gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio pubblico, finanziati dalle Regioni e
dagli Enti Locali, sono esclusi dal Patto di stabilità interno nei casi di miglioramento della prestazione energetica
certificato dall'Attestato di prestazione energetica ai sensi del D.lgs 192/2005 e s.m.i. e di miglioramento antisismico ai
sensi del Decreto Ministeriale Norme tecniche per le costruzioni del 14 Gennaio 2008 e s.m.i.
2. Gli interventi di cui al comma 1) per essere ammessi ai benefici di cui alla presente norma devono:
a) rispettare i requisiti di sicurezza degli interventi di miglioramento antisismico fissati dal D.M 14 gennaio 2008 e
s.m.i.;
b) raggiungere almeno la Classe B di certificazione energetica o migliorare almeno del 50 % la prestazione energetica
degli edifici ai sensi del D.lgs 192/2005 e s.m.i.
Gli interventi di cui alla lettera b) del presente comma possono essere realizzati attraverso Esco, anche al fine di
minimizzare l'impatto sui conto pubblici.
3. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è costituita una cabina di regia tra Ministeri dello sviluppo
economico, delle infrastrutture, dell'ambiente e della coesione territoriale, Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome e Associazione Nazionale dei Comuni italiani che ha il compito di individuare parametri e riferimenti per la
presentazione di studi di fattibilità e progetti per gli interventi di riqualificazione ai sensi del comma 1 e di definire una
programmazione coordinata degli interventi in particolare nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali
europei e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 e degli interventi di efficienza energetica previsti dalla
Direttiva 2012/27. La cabina di regia è supportata da una struttura tecnica che può svolgere anche il ruolo di supporto
agli Enti Locali sui progetti di riqualificazione energetica e miglioramento antisismico, avvalendosi delle competenze di
altri Enti e istituzioni pubbliche e delle risorse di assistenza tecnica previsti per i fondi strutturali.
2 - Credito alla riqualificazione del patrimonio edilizio.
1. In attuazione della Direttiva 2012/27/UE allo scopo di favorire l'accesso al credito da parte degli Enti Locali, dei
proprietari di abitazioni, dei condomini e locali ad uso commerciale che intendano investire nella riqualificazione
energetica e antisismica del patrimonio edilizio è istituito un fondo nazionale di garanzia presso la Cassa depositi e
prestiti allo scopo di una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti di credito. Il fondo è finanziato con
risorse messe a bilancio annualmente dallo Stato con la Legge di bilancio e da risorse provenienti dalla
programmazione dei fondi europei e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione relativi ai periodi 2007-2013 e 20142020.
2. Possono accedere al fondo gli interventi di cui all'articolo 1, comma 2 della presente norma. Entro sessanta giorni
dall'entrata in vigore della presente norma è approvato di concerto tra i Ministeri competenti un regolamento per la
concessione dei crediti a tasso agevolato con il coinvolgimento dell'ABI
3 - Semplificazione e incentivi per gli interventi di riqualificazione energetica dei condomini.
1. Nell'ambito degli interventi di riqualificazione energetica e di miglioramento antisismico di cui all'articolo 1, comma
2 della presente norma, è consentita in deroga alle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici la
realizzazione di maggiori volumi o superfici, per una dimensione massima pari al 10% della cubatura dell'edificio,
nonché la realizzazione di terrazzi adiacenti alle unità residenziali finalizzate alla realizzazione di schermature solari o
serre solari anche su supporti strutturali autonomi, nel rispetto delle norme del codice civile per le distanze tra
fabbricati. Sono esclusi i centri storici, le aree e gli immobili di cui agli artt. 10 e 142 del Dlgs 42 del 2004 salvo
espressa autorizzazione della competente Sovrintendenza.
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2. Per gli interventi di riqualificazione energetica e di miglioramento antisismico di cui al precedente comma, il canone
per l'occupazione di suolo pubblico è ridotto del cinquanta per cento.
3. Per gli interventi sulle parti comuni dei condomini, sulle unità immobiliari e sui locali ad uso commerciale, di cui
all'articolo 1, comma 2 della presente norma, le detrazioni fiscali di cui all'articolo 1, comma 139, della Legge
147/2013 sono prorogate a partire dal primo gennaio 2015 e fino al 31 Dicembre 2019 nella misura del 55%.
4. Gli interventi sulle parti comuni dei condomini, sulle unità immobiliari e sui locali ad uso commerciale di cui
all'articolo 2, in alternativa alle detrazioni fiscali di cui al comma precedente possono beneficare dei Titoli di efficienza
energetica di cui al DM 20 Luglio 2004 e s.m.i. Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente norma l'Autorità per
l'energia elettrica e gas approva una nuova scheda per la riqualificazione energetica degli edifici condominiali
attraverso interventi su involucri e impianti. I titoli riconosciuti attraverso la scheda saranno legati alla riduzione dei
fabbisogni certificata dall'Attestato di prestazione energetica.
Fonte: Ilenia Cicirello, sito internet lavori pubblici
Politiche territoriali: Smart Cities, 305 mln per la ricerca industriale
25/02/2014 - Le Smart Cities potranno accedere ai 305 milioni di euro stanziati per la ricerca applicata. È stato deciso
con il Decreto 428/2014, con cui il Ministero dell’Istruzione ha ammesso alle agevolazioni economiche i vincitori del
bando "Smart Cities and Communities and Social Innovation" pubblicato a luglio 2012.
Sono 32 i progetti di ricerca industriale che saranno finanziati con una quota di contributo alla spesa, una di credito
agevolato e un cofinanziamento privato. Alla loro realizzazione parteciperanno 399 soggetti, di cui 302 privati, cioè
grandi imprese e Pmi, e 97 soggetti pubblici, ossia università, enti, istituzioni e organismi di ricerca.
Ai progetti di ricerca industriale sono collegati 48 iniziative di innovazione sociale, che propongono soluzioni
tecnologicamente innovative per risolvere specifiche problematiche presenti nel tessuto urbano di riferimento. I
progetti sono stati proposti da giovani under 30 e saranno finanziati con 25 milioni di euro.
Questi alcuni degli ambiti di intervento dei progetti finanziati.
Architettura sostenibile e materiali
I progetti in questo ambito vanno in due direzioni. Da una parte RIGERS per la rigenerazione delle città con la
realizzazione di edifici e reti intelligenti, dall’altra Smart Concrete per lo sviluppo di tecnologie e sistemi efficienti, ad
alte prestazioni e a basso costo, per il monitoraggio strutturale interno di edifici e opere civili in calcestruzzo e per la
loro messa in sicurezza.
Domotica
Nell’ambito delle tecnologie che permettono il miglioramento del comfort e della sicurezza degli edifici, saranno
finanziati il progetto Dioniso - Tecnologie Innovative di domotica sismica per la sicurezza di edifici ed impianti, e il
progetto SEAL - Smart&safe Energy - aware Assisted Living, per lo sviluppo di nuove conoscenze, soluzioni
tecnologiche, impianti, costruzioni e prodotti che permettano una migliore qualità della vita delle persone all’interno
degli edifici.
Sicurezza del territorio
In questo settore, il progetto RoMA - Resilence enhancement of a Metropolitan Area promuove la ricerca in settori
come il controllo del territorio e la predizione dei rischi da calamità naturali, che possono fungere da supporto
all’attività di pianificazione territoriale e urbanistica. Il progetto CLARA - Cloud platform for LAndslide Risk Assessment
punta inoltre alla diagnostica non invasiva del sottosuolo per la mitigazione del rischio sismico e idrogeologico.
Smart grids
La gestione della rete elettrica in modo intelligente punta su due progetti: Brescia Smart Living , basato
sull’interazione tra energia e servizi integrati per la valorizzazione del benessere, e ESPRESSo, che vuole trasformare
le cabine del sistema elettrico in punti di distribuzione di servizi intelligenti.
Trasporti e mobilità terrestre
I progetti Sii –Mobility e ASMARA puntano a migliorare la mobilità urbana e a ottimizzare l’intermodalità dei flussi città
– porto grazie a un sistema di condivisione dei dati.
Logistica lastmile
Il progetto URBe-LOG - URBan Electronic LOGistics intende creare una piattaforma informatica aperta a
amministrazioni e operatori per gestire in modo efficiente la logistica delle merci dell’ultimo miglio in modo che sia
efficiente ed ecosostenibile.
Con CagliariPort2020 si vuole poi ottimizzare la gestione del traffico merci e passeggeri dei nodi portuali.
Gestione risorse idriche
L’ambito di intervento si basa sui progetti SWaRM - Smart Water Resource Management e WATERTECH. Le iniziative
vogliono sviluppare un sistema efficiente di gestione e distribuzione dell’acqua sia in ambito urbano e metropolitano sia
negli usi agricoli.
Cultural heritage
La gestione e la valorizzazione del patrimonio culturale potrà essere migliorata grazie al progetto SMARTOUR, una
piattaforma integrata di servizi per la gestione dinamica e interattiva dell’esperienza turistica nelle città d’arte, e al
progetto INNOVAZIONE DI PRODOTTO e di processo per una manutenzione, conservazione e restauro sostenibile e
programmato del patrimonio culturale che mira a trovare prodotti non tossici e tecniche di biorecupero per il restauro.
Waste management
Le innovazioni nella gestione dei rifiuti potrebbero arrivare dal progetto SORT per lo sviluppo di sistemi tecnologici
innovativi integrati per lo spacchettamento, l'organizzazione delle scorte e il tracciamento dei prodotti alimentari
Centro Studi
sprecati finalizzati alla loro valorizzazione, e dal progetto SMART&CLEAN EUR, che tra i suoi sviluppo prevede la
realizzazione di una piattaforma digitale per il baratto.
Fonti: Paola Mammarella, sito internet edilportale
Politiche territoriali: Consumo di suolo, Fillea: “Recuperare l’esistente e innovare per ripartire”
07/02/2014. Salvatore Lo Balbo, segretario nazionale degli edili della Cgil: “Lo Stato deve impegnarsi per la tutela del
territorio. Puntare sul recupero dell’esistente, sulla decementificazione e sull’innovazione per far ripartire il settore. Il
disegno di legge dell’Aissa, Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie, va in questa direzione”.
Consumo di suolo zero e norme stringenti per impedire ai privati di costruire su terreni liberi, non già
impermeabilizzati. Una tesi non più sostenuta solo da ambientalisti “Nimby”, che con la loro intransigenza frenano lo
sviluppo e le magnifiche sorti e progressive del Belpaese, ma la Fillea-Cgil, ovvero la Federazione Italiana Lavoratori
Legno Edili e Affini, una delle storiche e più importanti organizzazioni sindacali del settore, con oltre 300 mila iscritti in
tutto il Paese.
“Non si tratta di luddismo”, dice Salvatore Lo Balbo, segretario nazionale Fillea “non vogliamo sabotare il settore che
difendiamo, ma si tratta di prendere atto di una situazione divenuta ormai insostenibile per i territori italiani. Il
problema non è l’edilizia in sé ma la speculazione.
Lo Stato per prima cosa deve tutelare il suolo, proibendo costruzioni su terreni che non siano già impermeabilizzati,
portando così il privato a dover puntare solo sull’edificato esistente, sul recupero, la rinaturalizzazione e la
decementificazione”. Un cambio di mentalità che deve farsi mutamento culturale. “Se riusciamo a bloccare il consumo
di suolo”, aggiunge Lo Balbo, “varando leggi adeguate in materia, il privato non potrà che rigenerare quanto già
costruito”. Innovando, già che c’è, e puntando su nuovi materiali ed edilizia sostenibile.
Sotto questo profilo, la proposta di legge quadro per la protezione e gestione sostenibile del suolo promossa ed
elaborata dai componenti delle 20 Società Scientifiche Agrarie che fanno capo ad Aissa, associazione italiana, società
scientifiche agrarie, potrebbe costituire un passo in avanti in direzione di una soluzione al problema. “Il prof. Fabio
Terribile, Presidente della Società Italiana di Pedologia e Consigliere di AISSA”, si legge nel comunicato della stessa
associazione in occasione della presentazione, lo scorso 3 dicembre 2013, della proposta di legge sottoscritta, tra
l’altro, da 35 senatori, “ha quindi spiegato che la proposta ha come obiettivo la protezione e la gestione sostenibile del
suolo, anche per difendere il paesaggio italiano, la sua produttività e la sua multifunzionalità. La legge prevede di far
dialogare tutti gli attori che hanno competenze sul suolo, in modo da creare una collaborazione tra Stato e Regioni.
“Questa proposta è l’esempio di come si possono mettere insieme le competenze del mondo scientifico e affidarle al
mondo della politica affinché possano diventare al più presto legge dello Stato, a servizio del Paese e della comunità”,
ha dichiarato lo stesso Fabio Terribile in quell’occasione.
Una proposta che va a convergere sulle posizioni sostenute da Fillea e dal Forum Salviamo il Paesaggio, sottolineate
anche in un comunicato congiunto presentato il 18 giugno 2013.
Mentre il sindacato, infatti, nel convegno di Torino dello scorso 22 marzo, proponeva “di ridurre entro il 2020 il
consumo di suolo in Italia di almeno il 50%” costruendo “solo su terreno impermeabilizzato possibilmente già di
proprietà pubblica”, il Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio rilanciava, nella propria assemblea di
Bologna, suggerendo ”azioni immediate, tra cui la considerazione dell’identità dei suoli liberi o fertili come
assoluto
Bene
Comune
e come valore ecologico
ed
economico
(turistico,
culturale,
agricolo,
enogastronomico) e il rapido inserimento nel calendario dei lavori parlamentari delle commissioni
competenti del ddl “Salva suoli”, per il contenimento del consumo di suolo e la valorizzazione delle
aree agricole”.
Con soddisfazione, in questo senso, è stata accolta dal Forum lo scorso 7 febbraio, la decisione da parte del Consiglio
dei Ministri di approvare un disegno di legge che riconosce il suolo come “bene Comune”, appunto, e mira ad allineare
“le politiche del nostro Paese agli orientamenti espressi dall’ Unione Europea e alla roadmap da essa suggerita a tutti
gli Stati membri per giungere al consumo netto zero di suolo/territorio entro il 2050”. Un primo passo nella direzione
giusta, fermo restando che “l’obiettivo dell’azzeramento”, sottolineano dal Forum “debba essere anticipato e assicurato
in tempi molto più brevi”.
Anche perché ci sono serie possibilità che i territori italiani non possano permettersi 35 anni di attesa prima di fermare
lo scempio e, soprattutto, è sempre bene precisare che le amministrazioni locali possono in ogni caso già oggi decidere
di operare nell’interesse del territorio e della salvaguardia del suolo in assenza di una specifica legge nazionale, come
ha sottolineato la stessa Fillea nel proprio recente convegno, tenutosi il 19 dicembre 2013, avente per oggetto proprio
il consumo di suolo. “Solo lo Stato può intervenire tutelando il suolo, così ai privati non rimarrà che puntare
sull’innovazione e la rigenerazione dell’esistente”, conclude Lo Balbo. “Dobbiamo ribaltare i nostri riferimenti: non più
prima il particolare e poi il generale, ma l’opposto. La priorità deve essere l’interesse collettivo, la salvaguardia del
suolo, poi gli interessi privati”.
Il viaggio è iniziato e non possono essere accettati compromessi sulla destinazione. Le prossime elezioni europee
dovranno premiare chi proverà a dare voce alle istanze dei territori in favore della tutela del paesaggio, nell’attesa che
si possa votare anche in Italia. Il suolo va salvaguardato e il suo consumo fermato, senza se né ma.
Fonte: Marco Bombagi, salviamoilpaesaggio.roma.it
Centro Studi
Politiche territoriali: Rischio idrogeologico. Più di 1000 cantieri ancora da avviare per 1,6 mld di euro
17/02/2014. Sono trascorsi 4 anni dall’avvio del piano straordinario di messa in sicurezza del territorio e non sono stati
ancora utilizzati ben 1,6 miliardi di euro, pari al 78% delle risorse stanziate, che avrebbero consentito l’avvio di oltre
1.000 interventi su tutto il territorio nazionale. L’incertezza sulla disponibilità delle risorse nazionali e l’assenza di
un’effettiva regia statale sono, secondo un’analisi Ance, le cause che hanno ostacolato la realizzazione del piano.
In occasione dell’evento DissestoItalia, l’Ance ha presentato uno studio sullo stato di attuazione del piano nazionale
straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico lanciato a fine 2009.
Il documento sottolinea inizialmente la progressiva scomparsa della politica ordinaria di manutenzione del territorio e
prevenzione del rischio idrogeologico, con un taglio del 71% in sei anni delle risorse ordinarie del bilancio statale
destinate a queste finalità.
Nel ricordare, quindi, la scelta operata dal Governo nazionale di passare da un intervento ordinario ad un intervento
straordinario, lo studio sottolinea i forti ritardi registrati nell’attuazione degli interventi. Dopo 4 anni, infatti, 1,6
miliardi di euro - pari al 78% delle risorse stanziate - destinati a più di 1.000 cantieri di messa in sicurezza del
territorio risultano ancora da attivare.
Tra i principali ostacoli che hanno frenato l’attuazione del piano, l’analisi dell’Ance individua l’incertezza relativa alla
disponibilità delle risorse nazionali e l’assenza di un’effettiva regia statale; criticità affrontate dagli ultimi interventi
normativi - Legge di stabilità per il 2014 e Decreto-legge n° 136/2013 c.d. “Terra dei Fuochi”- che, tuttavia,
stabiliscono tempi eccessivamente lunghi rispetto all’esigenza di agire presto.
In questo contesto, l’Ance sollecita un intervento immediato evidenziando che il Paese non si può più permettere di
assistere ad una polverizzazione delle responsabilità che impedisce di spendere le risorse stanziate.
A questo fine, l’Ance individua quindi le seguenti priorità:
1. Rapido utilizzo dei 1,6 miliardi di euro disponibili, già autorizzati in termini di cassa con la Legge di stabilità
2. Nuove risorse per la riduzione del rischio idrogeologico, utilizzando i fondi europei e il fondo sviluppo e coesione del
2014-2020
3. Esclusione degli investimenti per la prevenzione dal Patto di stabilità interno degli enti territoriali
4. Forte regia centrale: il Governo ha il diritto/dovere di verificare il tempestivo utilizzo dei fondi da parte egli enti
finanziati e deve mettere in competizione i progetti
5. Tempi rapidi e certi per l’utilizzo delle risorse: appalti entro 60 gg per i progetti pronti e attribuzione dei fondi ad un
altro soggetto attuatore in caso di inadempienza
6. Gare trasparenti e veloci
7. Ricostituzione del tessuto imprenditoriale specializzato
Fonte: sito internet edilio
Politiche territoriali: Dissesto idrogeologico. WWF lancia l'allarme: occorre intervenire con massima urgenza
14/02/2014. WWF, l'associazione ambientalista scrive al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e lancia l'allarme
sull'urgenza di affrontare il tema del dissesto idrogeologico in Italia.
"Non si può più affrontare l'emergenza quotidiana in Italia provocata dal dissesto idrogeologico e dai cambiamenti
climatici con iniziative approssimative o controproducenti nella gestione e manutenzione del territorio e delle risorse
naturali avallate dalle Regioni o con interventi urgenti e in deroga anche dalle normative ambientali di Protezione
civile, che spesso si concretizzano in interventi ingegneristici di ulteriore cementificazione dei corsi d'acqua. Il 'capitale
naturale' (sistemi naturali e biodiversità) e la sua centralità nell'economia sono la sola nostra assicurazione per il
futuro".
È questo il contenuto di una lettera del Wwf Italia inviata al ministro dell'Ambiente Andrea Orlandoin cui si ricorda che
"il nostro Paese marca ritardi nell'attuazione delle Direttive comunitarie sulle acque e sulle alluvioni e che la situazione
in cui versa l'Italia non può essere considerata eccezionale, visto che, secondo dati del Wwf, il consumo del suolo sta
andando avanti al ritmo di 90 ettari al giorno e che negli ultimi 60 anni sono 3.660 le persone che hanno perso la vita
a causa di frane (Dati del ministero dell'Ambiente)".
Dalla "tragica periodicità dell'ordinarietà", secondo il Wwf Italia, che in questi giorni ha avviato una serie di incontri in
previsione del semestre di presidenza europea dell'Italia e in vista delle elezioni europee, "bisogna uscire assicurando
finalmente quanto richiesto dalle Direttive comunitarie e dagli indirizzi della Commissione europea riguardo alla
definizione di obiettivi di intervento cadenzati nel tempo per l'adattamento ai cambiamenti climatici, alla pianificazione
degli interventi su scala di bacino idrografico; alla piena efficienza delle Autorità di distretto idrografico; alla piena
integrazione degli interventi operativi con gli obiettivi di conservazione della natura e alla costituzione di gruppi di
intervento multidisciplinari".
Fonte: sito internet edilio
Programma 6000 Campanili: finanziati ulteriori 59 progetti con 50 MLN
14/02/2014. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha firmato il decreto di approvazione della
graduatoria della seconda tranche del Programma 6.000 Campanili.
Questi ulteriori 59 progetti, per un finanziamento totale di ulteriori 50 milioni di euro, vanno ad aggiungersi ai 115 già
approvati con la prima fase del programma .
Centro Studi
Convenzioni tra i Comuni e il Ministero
Il Programma 6.000 Campanili, ricordiamo, punta a rimettere in moto l’economia locale per opere infrastrutturali di
piccola entità, tra i 500mila euro e il milione di euro, nei Comuni sotto i cinquemila abitanti. La modalità operativa del
fondo prevede la stipula di singole convenzioni tra i Comuni finanziati e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il Mit e il Governo hanno annunciato l'intenzione di destinare nuove risorse al Programma 6000 campanili durante il
2014 e per il 2015.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Legambiente: Dossier Abusivismo edilizio: l’Italia frana, il parlamento condona
20:02.2014. Legambiente: “Sempre nuovi alibi per l'illegalità”. Nel 2013 costruiti 26mila immobili illegali: fuorilegge
una nuova casa su 10. Campania e Sicilia roccaforti del fronte no ruspe
L’abusivismo edilizio rappresenta un’autentica piaga nazionale; prospera indisturbato da decenni e non conosce crisi,
nutrendosi di alibi e giustificazioni. Abbiamo occupato le coste, i letti dei fiumi, i pendii delle montagne, senza pensare,
non solo al danno paesaggistico, ma nemmeno al pericolo di realizzare case, terrazze, alberghi, scuole, uffici in aree
dove non si dovrebbe nemmeno piantare una tenda da campeggio. E se il 2013 è stato un anno ricco di demolizioni anche molto importanti come gli scheletri di Lido Rossello e di Scala dei turchi sulla costa agrigentina ad esempio,
rimossi dopo vent’anni di battaglie legali - è stato anche un anno denso di tentativi per approvare in Parlamento un
nuovo condono mascherato sotto le forme più diverse. Tra emendamenti e disegni di legge, Legambiente ne ha contati
cinque. Ben 22 dal gennaio del 2010, tutti rispediti al mittente, anche grazie all’attiva opposizione dell’associazione. Ma
l’ultimo, il ddl Falanga è passato un mese fa al Senato con 189 sì, 61 no e 7 astenuti.
Di condoni, norme “blocca ruspe”, vecchio e nuovo cemento illegale si è parlato a Roma l 20 febbraio 2014 all’incontro
organizzato da Legambiente Abusivismo edilizio: l’Italia frana, il Parlamento condona. Un dibattito tra gli attori in
campo per sfatare gli alibi del no alle ruspe e stimolare nuove azioni per il ripristino della legalità, con la
partecipazione, tra gli altri, del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, di Ermete Realacci presidente della
Commissione Ambiente della Camera, Ciro Falanga senatore FI, Loredana De Petris senatrice Sel, Aldo De Chiara
avvocato dello Stato presso la Procura generale di Salerno, Domenico Fiordalisi procuratore capo di Tempio Pausania,
Enrico Fontana direttore di Libera, Luca Di Fiori sindaco di Ardea, Daniela Ciancimino avvocato del centro di azione
giuridica di Legambiente Sicilia, Vittorio Cogliati Dezza e Rossella Muroni presidente e direttore generale di
Legambiente.
“I tentativi di fermare le ruspe delle Procure - ha dichiarato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente affermano l’esigenza di salvare le case fuorilegge in nome di un presunto abusivismo di necessità. Ma questo
Centro Studi
‘abusivismo della povera gente’ oggi esiste davvero? Se sì, dove e quante famiglie riguarda e perché non vengono
aiutate con l’inserimento nelle graduatorie delle case popolari? Se la loro situazione è seria, e ancor più aggravata dal
fatto di vivere in un edificio che deve essere demolito, i Comuni hanno l’obbligo di provvedere all’assegnazione in via
prioritaria di un alloggio sociale. A meno che non si ammetta che dietro questo alibi si celano anche le ville di notai,
farmacisti, avvocati, imprenditori, assessori comunali. Ed è difficile immaginare che costoro possano adattarsi alle case
popolari”.
Come racconta il dossier presentato oggi, affrontare il problema, serissimo, del bisogno abitativo è secondo
Legambiente una priorità. Senza dimenticare la necessità, non più eludibile, di delocalizzare gli insediamenti sorti nelle
aree a rischio dissesto, considerando anche l’opportunità di demolire e ricostruire. Una pratica pressoché sconosciuta
in Italia, dato che tra i 1.354 comuni interpellati dalla ricerca Ecosistema Rischio 2013, condotta da Legambiente e
Dipartimento di protezione civile, solo 55 hanno dichiarato di aver avviato nell’ultimo biennio procedure di
delocalizzazione. Lo stivale si sgretola sotto le frane e le ondate di piena dei fiumi, ma nonostante tutto nell’ultimo
decennio sono state edificate aree esposte a pericolo frane e alluvioni in ben 186 Comuni.
Il miglior deterrente al nuovo abusivismo è il ripristino della legalità, quindi l’abbattimento degli immobili fuorilegge.
Viceversa, ogni ipotesi di sanatoria alimenta nuovo cemento, come è successo con i tre condoni edilizi, quelli del 1985,
del 1994 e del 2003. Ed è bene ricordarlo: abbattere un immobile abusivo non è una facoltà, ma un preciso obbligo
delle amministrazioni comunali, previsto dal Dpr 380/2001, il Testo unico sull’edilizia, una buona legge, purtroppo
sostanzialmente disattesa.
In questi anni abbiamo assistito a frane, alluvioni, esondazioni che hanno spazzato via pezzi di territorio, case, beni
culturali, molto spesso anche vite umane. Ma, come se nulla fosse, si continua a costruire illegalmente e a cercare di
salvare le case abusive dalle demolizioni. Nel 2013, secondo la stima del Cresme, in barba alla crisi economica che ha
colpito duramente il settore edile, sarebbero stati costruiti 26mila immobili illegali, tra ampliamenti e nuove
costruzioni: oltre il 13% del totale delle nuove costruzioni. Significa che grosso modo una nuova casa su dieci di quelle
sorte nell’ultimo anno è fuorilegge.
L’abusivismo edilizio, oltre a sfregiare il paesaggio, alimenta una vera e propria filiera del cemento illegale (dalle cave,
agli impianti di calcestruzzo, fino alle imprese edili), quindi a prezzo ridotto per il committente. Tutto è pagato in nero
- i materiali, la manodopera, zero spese alla voce sicurezza del cantiere – e arricchisce in molti territori le casse dei
clan. Nel settore è molto forte anche la connivenza delle pubbliche amministrazioni con la criminalità organizzata.
L’analisi dei decreti di scioglimento delle amministrazioni locali condizionate dalla mafia restituisce un dato
inequivocabile: l’81% dei Comuni sciolti in Campania dal 1991 a oggi, vede tra le motivazioni un diffuso abusivismo
edilizio, casi ripetuti di speculazione immobiliare, pratiche di demolizione inevase.
Proprio la Campania, con i suoi 175mila immobili abusivi, è la regione che vanta il primato nazionale per numero di
reati legati al ciclo del cemento illegale nel 2012, con 875 infrazioni accertate dalle Forze dell’ordine nel 2012, il 13,9%
del totale nazionale. Napoli è la prima provincia d’Italia, con 305 infrazioni accertate (il 4,8% del totale nazionale),
seguita da Salerno, con 267 (il 4,2%). Una delle zone più colpite è il litorale Domitio-Flegreo. Il fenomeno è così vasto
che non ha risparmiato nemmeno l’area archeologica di Pompei, dove nel gennaio del 2013 i carabinieri hanno
scoperto 3 villette tirate su senza autorizzazione proprio a ridosso degli scavi. E poi c’è Ischia che, con oltre 600
immobili colpiti da ordine di demolizione determinato da sentenza definitiva, è il simbolo indiscusso del cemento
selvaggio. E’ la Sicilia, invece, a guidare la classifica 2013 dell’abusivismo edilizio nelle aree demaniali costiere, con
476 illeciti, 725 persone denunciate e 286 sequestri. Nella regione, ci sono sempre state enormi difficoltà ad applicare
la legge che prevede l'acquisizione e la successiva demolizione degli immobili: sono ancora in piedi le circa 5mila case
costruite sulla spiagge di Castelvetrano-Selinunte e di Campobello di Mazara (solo una piccola parte delle circa 50mila
stimate su tutte le coste siciliane), le 560 case nella zona di massima tutela della Valle dei Templi, le oltre 400 della
Riserva della Foce del Simeto a Catania, i circa 360 immobili di Pizzo Sella, la famigerata "collina del disonore" a
Palermo , di cui 300 sono scheletri.
Accanto alle promesse di sanatoria, il nuovo cemento illegale può contare su un altro “incentivo” micidiale: la quasi
matematica certezza che l’immobile abusivo non verrà abbattuto. Il rapporto tra ordinanze ed esecuzioni è bassissimo:
le demolizioni superano di poco il 10%. La città con il maggior numero di ordinanze di demolizione emesse è Napoli,
con 16.837 provvedimenti, che però riesce a portarne a termine solo 710, pari al 4%.
Altra situazione anomala, che concorre a rafforzare l’idea che avere costruito una casa illegale in fondo non è così
rilevante, riguarda i condoni dimenticati, ossia tutte quelle pratiche di condono edilizio giacenti negli uffici tecnici dei
Comuni italiani in attesa di essere esaminate. Sommando i tre condoni (1983, 1994 e 2003) nei capoluoghi di
provincia italiani sono state depositate 2.040.544 domande di sanatoria. Di queste, il 41,3% risulta ancora oggi
inevaso. In questo modo sono proposte sul mercato immobiliare, per essere affittate o, addirittura, vendute case che
potrebbero, invece, essere destinate all’abbattimento.
“Sarebbe un importante indice di responsabilità - ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente approvare la proposta di legge Realacci sulle demolizioni, già presentata allo scadere della XVI legislatura al Senato da
Ferrante e Della Seta e alla Camera da Realacci e Granata, che giace in attesa di essere calendarizzata alla Camera dal
marzo dello scorso anno. Il Parlamento italiano darebbe un segno concreto di vicinanza a quanti, sindaci, magistrati,
prefetti fanno ogni giorno con onore il proprio mestiere, spesso isolati, osteggiati, minacciati”.
Il provvedimento ha come obiettivo quello di integrare e potenziare le previsioni in materia di abusivismo e demolizioni
della L.380/2001, accentuando le responsabilità degli enti locali e inasprendo le sanzioni, anche per i Comuni che non
evadono le pratiche di condono edilizio giacenti nei loro uffici tecnici. Un’altra novità è rappresentata dalla
destinazione, da parte dei Comuni, delle sanzioni amministrative per interventi di riqualificazione urbana.
“La prima ondata di provvedimenti si concentrava esplicitamente sulla volontà di ottenere per la Campania la
riapertura dei termini dell’ultimo condono edilizio, quello del 2003. I più recenti hanno invece puntato la mira sulle
Centro Studi
Procure, provando a ostacolarne, se non addirittura a paralizzarne, l’attività in materia di antiabusivismo. Ai membri
della Camera dei deputati oggi rilanciamo il nostro appello, perché non siano complici dei paladini degli abusivi” ha
aggiunto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
Nel 2013 gli interventi di demolizione edilizia censiti da Legambiente sono 12. Nella quasi totalità dei casi, si tratta di
abitazioni private, di ville costruite in riva al mare, ma anche in alcuni casi significativi nelle zone interne, ad esempio
nei parchi e nelle aree protette. Molto spesso i sindaci che non demoliscono si trincerano dietro l’alibi economico: la
mancanza di denaro per fare fronte alle spese di abbattimento viene posta come prima motivazione per giustificare
l’inerzia della pubblica amministrazione. Ma, a dispetto dei proclami, abbattere non ha costi eccessivi. Soprattutto,
bisogna ricordare che la legge parla chiaro: la demolizione deve avvenire a opera del proprietario dell’immobile.
Per restituire al Paese i luoghi violati, eliminando manufatti che molto spesso sono rimasti delle incompiute, desolanti
scheletri in cemento che da decenni sfregiano il paesaggio agricolo, alberghi e villaggi turistici illegali a picco sul mare,
decine di migliaia di villette che hanno cancellato le spiagge più belle, Legambiente ha dato vita alla campagna Abbatti
l’abuso (www.Legambiente.it/abbattilabuso) a cui hanno aderito Il Consiglio nazionale dei Geologi, il Consiglio
nazionale degli Architetti, Libera e Avviso Pubblico.
Fonte: Ufficio stampa Legambiente
Eventi: Rigenerazione urbana sostenibile. Forum promosso da Ance, Architetti e Legambiente
21/02/2014. Si chiama “RI.U.SO 03” il forum dedicato alla rigenerazione urbana sostenibile promosso da Ance,
Architetti e Legambiente. L’obiettivo dell’evento sarà sollecitare politiche rapide ed innovative per la sicurezza
dell’habitat, la valorizzazione degli spazi pubblici e monumentali e la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente.
Per costruttori, ambientalisti e architetti “non c’è crescita senza lo sviluppo e l’ammodernamento delle città. Tornare ad
investire nelle politiche urbane rappresenta una scelta coerente con l’obiettivo di guardare al futuro e portare il Paese
fuori dalla crisi”.
Nel corso del Forum, che si terrà a Roma, martedì 25 febbraio dalle ore 9 alle 14, presso la Casa dell’architettura in
Piazza Manfredo Fanti 47, verrà illustrato il rapporto Cresme “RI.U.SO 03” sullo stato del patrimonio edilizio pubblico e
privato, sulle città e sul risparmio energetico.
Verranno presentate al nuovo Governo e al Parlamento proposte per riattivare la rigenerazione delle città ed il mercato
dell’edilizia.
Fonte: sito internet edilio
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