scienza & tecnica Risultati della ricerca e prospettive future in florovivaismo e orticoltura Spray biodegradabili per pacciamatura ❱ di B arbara Immirzi, Mario Malinconico, Gabriella Santagata Istituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri (ICTP), Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), via Campi Flegrei 34, Pozzuoli (NA) L’agricoltura moderna è caratterizzata dall’ingente utilizzo dei materiali plastici per la protezione delle colture, i cui vantaggi sono largamente noti. Questa importante evoluzione è però penalizzata dal diffuso problema dei rifiuti post-utilizzo che, spesso, non seguono un adeguato processo di trattamento (raccolta, smaltimento e/o recupero). Un’alternativa ecologicamente valida per ridurre drasticamente il degrado ambientale in atto è rappresentata dall’impiego di film biodegradabili che, opportunamente trattati, subiscono l’azione della flora batterica del terreno che li trasforma in biomassa, acqua, metano o anidride carbonica. N egli ultimi anni le produzioni orto-floro-frutticole e vivaistiche hanno fatto registrare notevoli incrementi quantitativi e qualitativi in virtù della diffusa pratica di protezione delle colture, tecnica agronomica che per la sua applicazione si avvale dell’impiego di materiali plastici, in particolare di laminati plastici di spessore sottile, detti film, trasparenti, neri o colorati. I vantaggi conseguibili con l’uso delle plastiche sono riconducibili, principalmente, alla precocità del raccolto, all’incremento della qualità del prodotto, alla riduzione dei consumi idrici e di fitofarmaci ed all’ampliamento del periodo di disponibilità del prodotto sul mercato. In particolare le coperture Relazione presentata al Convegno-Incontro tecnico “Le tecniche, le innovazioni, i prodotti e le applicazioni dei manufatti film plastici nel settore delle colture protette e della pacciamatura in ortoflorovivaismo”, svoltosi a Padova il 10 Settembre 2010 nell’ambito della manifestazione fieristica “Flormart” ed organizzato dal dott. agr. Silvio Fritegotto. ❚ Il Floricultore foto 1 foto 2 I film plastici per pacciamatura vengono generalmente utilizzati per una stagione colturale, in quanto, essendo a diretto contatto con il suolo, sono contaminati da impurità legate alla polvere ed ai residui dei prodotti chimici usati. Per questo motivo le operazioni di raccolta e di riciclo di questi film risultano molto difficili e il loro destino, il più delle volte, è l’incauto abbandono sui terreni stessi oppure in discariche abusive o, peggio ancora, l’avventata combustione con conseguente immissione di sostanze tossiche nell’aria o nel terreno. di serre e tunnel proteggono le colture dagli agenti atmosferici determinando benefiche variazioni microclimatiche all’interno del volume protetto (effetto serra). I film plastici utilizzati per la pacciamatura del suolo consentono il controllo delle erbe infestanti e dei patogeni, la riduzione dei consumi idrici e dei pesticidi e la protezione dall’erosione della superficie coltivata; essi inoltre, diminuendo il compattamento del terreno, impediscono la formazione della cosiddetta crosta superficiale foto 3 Al termine del loro utilizzo i film biodegradabili, fresati ed interrati, subiscono l’azione della flora batterica del terreno che li trasforma in biomassa, acqua, metano o anidride carbonica. n. 3 ❚ marzo 2011 29 Scienza & tecnica foto 4 foto 5 e consentono di controllare l’umidità e la temperatura del suolo (1). L’introduzione di plastiche d’origine petrolifera nella pratica della pacciamatura ha rappresentato un radicale cambiamento per l’agricoltura moderna. Le eccellenti prestazioni meccaniche, termo-ottiche ed agronomiche di questi film, la loro resistenza alla degradazione microbica, la facile processabilità e il loro basso costo hanno incoraggiato la grande diffusione nelle pratiche agronomiche (2). D’altra parte il periodico e frequente ricambio dei film plastici di copertura e di pacciamatura al termine del loro utilizzo genera un ingente ammontare di rifiuti plastici agricoli post utilizzo. Il problema assume particolare importanza dal punto di vista ambientale, poiché si genera un flusso di rifiuti plastici che spesso non procede verso un razionale processo di trattamento: raccolta, smaltimento e/o recupero; in particolare, i film utilizzati per la pacciamatura del suolo, utilizzati generalmente per una stagione colturale, essendo a diretto contatto con il suolo, sono contaminati da impurità legate alla polvere ed ai residui dei prodotti chimici usati normalmente in agricoltura, per questo motivo le operazioni di raccolta e di riciclo di questi film risultano molto difficili. Il loro destino (foto 1 e 2), dunque, è l’incauto abbandono sui terreni stessi oppure in discariche abusive o, peggio ancora, l’avventata combustione con conseguente immissione di sostanze tossiche nell’aria o nel terreno (3). 30 Marzo 2011 ❚ n. 3 Un’alternativa ecologicamente valida all’utilizzo delle plastiche tradizionali è rappresentata dall’impiego di film biodegradabili a base di polimeri naturali ottenuti da fonti rinnovabili e facilmente reperibili, quali i polisaccaridi. Questi ultimi vengono spruzzati direttamente al suolo in una formulazione acquosa. Una volta evaporato il solvente, si crea una geo-membrana protettiva con funzione pacciamante. Un’alternativa ecologicamente valida per ridurre drasticamente il degrado ambientale generato dall’irresponsabile utilizzo delle plastiche tradizionali nel settore agricolo, è rappresentata dall’impiego di film biodegradabili. Al termine del loro utilizzo i film biodegradabili opportunamente fresati ed interrati (foto 3), subiscono l’azione della flora batterica del terreno che li trasforma in biomassa, acqua, metano o anidride carbonica (4). ❱❱ la sPERIMENTAZIONE DEgli SPRAY per PACCIAMATURA Il nostro gruppo di ricerca (Istituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri (ICTP) del CNR – NdR) è da tempo impegnato nello studio, caratterizzazione e sperimentazione di materiali pacciamanti innovativi, a base di polimeri naturali ottenuti da fonti rinnovabili e facilmente reperibili, quali i polisaccaridi. La maggior parte di essi, quali chitosano, acido alginico, agar, galattomannani, interagiscono fisicamente con l’acqua generando spesso strutture tridimensionali, idrogeli che, a causa di peculiari proprietà chimico-fisiche dei polimeri stessi, (processo di reticolazione, retrogradazione, variazioni di pH), danno luogo a film stabili all’acqua e dunque utilizzabili nel settore agricolo per le comuni attività pacciamanti. L’applicazione di questi film al suolo è realizzata seguendo una metodologia eco-sostenibile ed assolutamente innovativa: la metodologia spray (foto 3, 4 e 5). Essa consiste nello spruzzare direttamente sul terreno un’emulsione acquosa a base di polisaccaridi, i quali, in seguito all’evaporazione del solvente, generano una geo-membrana protettiva; quest’ultima, dopo aver svolto la sua funzione pacciamante, è fresata ed interrata per essere facilmente metabolizzata dalla flora batterica presente nel terreno (5). La metodologia spray è ben nota agli operatori del settore, i quali la utilizzano comunemente per fornire al terreno sostanze nutritive, pesticidi, fitofarmaci ecc. I vantaggi sperimentali della pacciamatura spray sono molteplici: oltre ad evitare problematiche di postconsumo, essa agevola notevolmente il lavoro svolto dall’agricoltore; nella formulazione acquosa a matrice polisaccaridica, infatti, è possibile includere sostanze necessarie all’ottimizzazione della produzione agricola. L’introduzione di plasticizzanti e fibre naturali consente di migliorare le prestazioni meccaniche della geo-membrana, assicurando, quindi, una resistenza ed emi-vita compatibili con le richieste agronomiche; inoltre, l’aggiunta di filler, pigmenti naturali e principi attivi antibatterici, antifungini e fotostabilizzanti implementa il potere pacciamante Il Floricultore ❚ Scienza & tecnica foto 7 Applicazione dell’emulsione pacciamante su piante di Polygala in vaso. La realizzazione del coating è eseguita con un comune aerografo. foto 6 delle pellicole nonché le prestazioni agronomiche dei prodotti colturali. ❱❱ IL CHITOSANO Tra i polisaccaridi selezionati e testati dal nostro gruppo di ricerca (6) in questo articolo focalizziamo l’attenzione sulle formulazioni acquose spray a base di chitosano. Il chitosano è un polisaccaride estratto dalla chitina, che dopo la cellulosa, è il polisaccaride più diffuso in natura. Essa è presente nell’esoscheletro di crostacei ed insetti. Essendo un polisaccaride policationico, il chitosano ha un ampio spettro di applicazioni. In agricoltura è comunemente usato come bio-stimolante nella crescita delle piante, come agente antibatterico e biofungicida per la tutela di piante e vegetali. Ha ottime capacità filmogene, è insolubile in acqua e solubile nel- Nella formulazione acquosa a matrice polisaccaridica è possibile includere sostanze necessarie all’ottimizzazione della produzione agricola. Spray No Spray 34 Marzo 2011 ❚ n. 3 foto 8 la maggior parte di solventi acidi organici. L’insieme di queste proprietà rendono il chitosano un candidato ideale per la realizzazione di film pacciamanti da utilizzare nel settore agricolo in particolare quello orto-floro-vivaistico di interesse (7). Per la preparazione delle emulsioni, il chitosano è stato previamente sciolto in una soluzione acquosa a bassa concentrazione di acido acetico; la scelta dell’acido acetico non è casuale; la sua azione diserbante, infatti, è ben nota in agricoltura. Alla soluzione polisaccaridica sono stati aggiunti glicerolo, come plasticizzante naturale, fibre di cellulosa come rinforzo meccanico e carbon black come filler pigmentante in grado di conferire colore scuro alla soluzione. La soluzione preparata è stata testata sia in serra nell’ambito di colture orto- foto 9 floro-frutticole, sia in vaso per la produzione di fiori, sia in pieno campo nel settore viticolo. In questi ultimi due casi l’estirpazione delle erbe infestanti nelle zone circostanti la pianta, è totalmente affidata al lavoro manuale; non è praticabile, infatti, la classica pacciamatura con teli termoplastici. L’utilizzo della metodologia spray potrebbe dunque ridurre drasticamente l’impiego di risorse umane destinate all’azione di diserbo. ❱❱ I RISULTATI DELLE PROVE Di seguito sono riportati alcuni esempi di applicazione delle vernici biodegradabili in vaso, sotto serra ed in campo: piante di Polygala myrtifolia, (foto 6 e 7), piante di Ortensia ‘Dieneman’ (foto 8 e 9), colture ornamentali di girasole (foto 10), pianta di vite in pieno campo (foto 11 e 12), colture di fragole (foto 13 e 14). In particolare, le foto 6 e 7 illustrano la fase di applicazione dell’emulsione su piante di Polygala; la realizzazione del coating è eseguita con un comune aerografo. Le foto 8 e 9, inerenti al trattamento effettuato su piante di Ortensia, evidenziano l’effetto diserbante esercitato dallo spray pacciamante dopo 60 giorni di applicazione; è interessante notare l’integrità del film, il quale, non subendo stress meccanico, risulta intatto sulla superficie per l’intera durata del trattamento; è altresì evidente la consistente presenza di erbe infestanti sulla pianta non trattata. La foto 10 si riferisce ad una recente sperimentazione in serra eseguita su tese di terreno predisposte a colture di girasole, nell’ambito di un progetto nazionale attualmente in corso. In questo caso sono state messe a confronto pacciamature eseguite con film di origine petrolifera, film termoplastici biodegradabili e geo-membrane spray. L’esito della prova ha evidenziato, per la pacciamatura spray, una riduzione nella crescita di erbe infestanti confrontabile con quella ottenuta utilizzando i film termoplastici tradizionali e biodegradabili. Durante la crescita delle piante, inoltre, la geo-membrana non ha presentato segni evidenti di lacerazione, evidenziando, quindi, una buona resistenza meccanica ed un’emivita compatibile con il periodo colturale. Ulteriori indagini si stanno svolgenIl Floricultore ❚ foto 10 foto 11 li differenze nella crescita di erbe infestanti se non in corrispondenza di fratture superficiali. Le foto 13 e 14 si riferiscono ad una sperimentazione eseguita su colture di fragole. Per valutare le prestazioni meccaniche e per eseguire analisi morfologiche delle geo-membrane, sono stati effettuati prelievi periodici di campioni naturalmente invecchiati sul terreno. Test di penetrazione (fig. 15) hanno evidenziato una drastica dimi- nuzione dello sforzo a rottura in funzione del tempo di invecchiamento dei film; il dilavamento del plasticizzante unito al processo di biodegradazione, sono responsabili dell’irrigidimento del materiale. Questo risultato sperimentale è confermato dall’analisi morfologica eseguita su campioni non invecchiati (foto 16a) e su campioni lasciati invecchiare al suolo per 90 giorni (foto 16b); per quest’ultimi si evidenzia una perdita sostanziale della resi- foto 12 foto 13 do per valutare le prestazioni termiche degli spray e le proprietà radiometriche in termini di riflessività e trasmissività nel solare e nell’infrarosso; prove preliminari eseguite sullo spray a base di chitosano additivato con fibre di cellulosa hanno evidenziato una maggiore trasmissività nel solare ed una minore trasmissività nell’infrarosso. Questo risultato è in accordo anche con le migliori prestazioni termiche registrate dallo stesso materiale (dati non pubblicati). Le foto 11 e 12 si riferiscono ad un trattamento spray effettuato su piante di vite nella zona adiacente alla radice. Anche in questo caso l’estirpazione delle malerbe è inevitabilmente affidata al lavoro manuale; l’utilizzo di una pacciamatura spray potrebbe contribuire efficacemente alla riduzione della mano d’opera; è interessante evidenziare che, dopo un mese di applicazione dello spray, non si notano sostanzia- ❚ Il Floricultore foto 14 La pacciamatura mediante metodologia spray potrebbe ridurre drasticamente l’impiego di risorse umane destinate all’azione di diserbo. fig. 15 foto 16a foto 16b n. 3 ❚ marzo 2011 35 Scienza & tecnica È auspicabile che la pacciamatura spray possa riscontrare risonanza sempre maggiore. Allo stato attuale le migliori prestazioni, in termini di proprietà meccaniche e di rese agronomiche, si sono riscontrate su colture protette in serra, sia in vaso che in piena terra, dove gli stress meccanici sono ridotti ed i parametri micro e macro climatici sono stabili e monitorati. na polimerica, in seguito all’attacco dei batteri presenti nel terreno; le fibre di cellulosa, più cristalline, presentano una cinetica di biodegradazione sicuramente più lenta, garantendo in questo modo, la loro permanenza sul terreno per tempi più prolungati (8). In figura 17 sono riportati i risultati agronomici relativi alla coltura di fragole espressi come produzione di fragole per ettaro di terreno coltivato in funzione delle diverse pacciamature utilizzate: chitosano-fibra-carbon black (Ch/F/CB), chitosano-carbon black (Ch/CB), polietilene nero (PE Black). Dall’istogramma è evidente che l’utilizzo dello spray a base di chitosano, fibre di cellulosa e carbon black esibisce i migliori risultati sia rispetto alla pacciamatura spray in assenza di fibre, sia rispetto alla pacciamatura classica eseguita con film di polietilene. Tale risultato sperimentale – osservato anche in precedenti coltivazioni orto-florovivaistiche – sembra suggerire che la geo-membrana, oltre ad espletare la sua azione di copertura, agisce come supporto nutrizionale per il terreno, implementando sia la crescita che la produzione della pianta in esame; inoltre la presenza delle fibre migliora la prestazione meccanica della geo-membrana sul terreno, prolungandone la durata; questo risultato sembra essere strettamente correlato alla resa agronomica che ne risulta positivamente influenzata, come si evince dai dati riportati in fig. 17. ❱❱ CONCLUSIONI Da quanto riportato si evince che 36 Marzo 2011 ❚ n. 3 fig. 17 l’utilizzo di polimeri di origine naturale e la loro applicazione in attività di pacciamatura colturale attraverso la metodologia spray, rappresenta una valida alternativa all’uso di plastiche di origine petrolifera non biodegradabili. Studi fito-tossicologici eseguiti su terreni trattati con le pacciamature preparate e testate dal nostro gruppo di ricerca, non evidenziano patologie; tale risultato supporta ulteriormente l’ecosostenibilità ambientale dei polimeri selezionati e delle formulazioni usate. L’impatto ambientale è dunque nullo e la metodologia spray, pur essendo innovativa come tecnica pacciamante, è assolutamente conforme alle comuni pratiche agricole utilizzate dagli operatori del settore. È ovviamente auspicabile che la pacciamatura spray possa riscontrare risonanza sempre maggiore; allo stato attuale le migliori prestazioni, in termini di proprietà meccaniche e di rese agronomiche, si sono riscontrate su colture eseguite sotto serra, sia in vaso che in campo, dove gli stress meccanici sono ridotti ed i parametri micro e macro climatici sono stabili e monitorati. Dal punto di vista delle proprietà chimico-fisiche dei materiali è evidente che le geo-membrane non possono essere confrontate con i film termoplastici: non è possibile infatti comparare proprietà di film preformati con quelle di vernici adese al suolo! Per questo motivo è auspicabile che normative future possano essere modulate considerando lo stato fisico del materiale: vernice e non film plastico. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO (1) Langdale, G.W., West L.T., Bruce R.R., Miller W.P., Thomas A.W. (1992). Restoration of eroded soil with conservation tillage. Soil Technol. 5, 81±90. (2) Lamont W. J. (1999). The use of different colored mulches for yield and earliness. Proceedings of the New England Vegetable and Berry Growers Conference and Trade Show, Sturbridge, Mass. p. 299-302. (3) Espi E., Salmeron A., Fontecha A., Garcıa Y., Real A.I. (2006). Plastic films for agricultural applications. Journal of Plastic Film & Sheeting, 22(2), 85–102. (4) Malinconico M., Immirzi B., Santagata G., Schettini E., Vox G., Scarascia Mugnozza G. (2008). An overview on innovative biodegradable materials for agricultural applications. Progress in Polymer Degradation and Stability, chapter 3. (5) B. Immirzi, M. Malinconico, G. Santagata, D. Trautz (2007). Characterization of cellulose fibres and galactomannans based composites for new mulching spray technology. Acta Horticulturae, n. 801; Proceedings of the International Symposium on High Technology for Greenhouse System Management: Greensys 2007, vol 1. (6) Progetto LIFE 03ENV/IT/000377. Biodegradable Coverages for Sustainable Agriculture. BIO.CO.AGRI. (7) Bautista-Baños S., Hernandez-Lopez M., Bosquez-Molina E., Wilson C.L. (2003). Effects of chitosan and plant extracts on growth of Colletotrichum gloeosporioides, anthracnose levels and quality of papaya fruit. Crop Protect. 22 1087–1092. (8) Immirzi B., Santagata G., Vox G., Schettini E. (2009). Preparation, characterization and field testing of a biodegradable sodium alginate-based spray mulching. Biosystems Engineering, 102, 461–472. Il Floricultore ❚