Schema di Orilia
Progetto grafico a cura di Franco Mari VB
La Creazione
Nell’AT non si parla mai di fede nel Creatore, non si incontra mai una frase del tipo:
“Io credo che il mondo è creato da Dio”, e nelle professioni di fede dell’AT
non compare mai la creazione o la fede nel Creatore.
È facile capirne la ragione: per l’uomo dell’AT non esisteva una possibilità diversa
di concepire l’origine del mondo.
La creazione non rientrava per lui in un articolo di fede
perché non esisteva per lui alcuna alternativa.
In altre parole: egli aveva una concezione della realtà diversa dalla nostra,
così che per lui non esisteva che la realtà posta da Dio.
Quegli uomini non avevano bisogno di credere che il mondo è creato da Dio
poiché questo era un presupposto del loro pensare.
Il mondo, per l’israelita, non era il luogo dell’”automanifestazione” del divino
quale forza immanente al cosmo: Dio è trascendente il mondo,
è il creatore che garantisce e mantiene saldamente la stabilità del mondo.
Il mondo ‘narra’, ‘annunzia’ il Dio creatore: “I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento
annunzia l’opera delle sue mani”.
Non c’è perciò in Israele, l’idea di cosmo nel senso di mondo regolatola leggi eterne,
fisse e immutabili.
Il mondo è il luogo, sempre aperto, della libera iniziativa salvifica di Dio per l’uomo.
Nel Sal 104 non si racconta la creazione, ma la si contempla e la si canta.
Non si vuole spiegarne l’origine, ma comprenderne la bellezza e l’ordine.
C’è dunque un legame d’amore che unisce a Dio al cosmo e alla storia umana del suo popolo:
creazione e storia sono inseparabili. Dio crea per realizzare il suo piano salvifico. E il suo amore
salvifico di alleanza è la sorgente del mondo creato.
DIO
La Creazione è finalizzata
all’uomo
DIO
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
[
Con la bocca
dei bimbi e dei
lattanti
affermi la tua
potenza contro
i tuoi avversari,
per ridurre al
silenzio nemici
e ribelli.
Se guardo il tuo cielo,
opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate.
che cosa è l'uomo
perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo
perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
[
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
[
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
[
[
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
[
O
Signore
, nostro
Dio,
quanto
è
grande
il tuo
nome
su tutta
la
terra.
Il peccato originale
Il peccato originale è il peccato
contro Dio. E’ la scelta di sostituirsi
a Dio nello stabilire il bene ed il
male. E’ l’opzione che “origina”
tutto il male presente nel mondo e
che deturpa il cuore dell’ uomo
comunque in cammino verso Dio.
Il testo che simbolicamente lo
descrive è il capitolo 3 del libro della
Genesi.
L’uomo quindi nasce con il peccato
originale perché in quanto libero,
può in qualsiasi momento della sua
vita rinnegare Dio e stabilire da solo
ciò che è bene o male per lui.
DIO
La Pasqua
Dio si rivela al suo popolo
Lodate il Signore perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio degli dei:
perché eterna è la sua misericordia.
Lodate il Signore dei signori:
perché eterna è la sua misericordia.
Ha fatto grandi luminari:
perché eterna è la sua misericordia.
Il sole per regolare il giorno:
perché eterna è la sua misericordia;
la luna e le stelle per regolare la notte:
perché eterna è la sua misericordia.
Egli solo ha compiuto meraviglie:
perché eterna è la sua misericordia.
Ha creato i cieli con sapienza:
perché eterna è la sua misericordia.
Ha stabilito la terra sulle acque:
perché eterna è la sua misericordia.
Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti:
perché eterna è la sua misericordia.
Da loro liberò Israele:
perché eterna è la sua misericordia;
con mano potente e braccio teso:
perché eterna è la sua misericordia.
DIO
DIO
a un’antica “Omelia sul sabato santo”.
Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine .Grande silenzio perché il re dorme : la terra è rimasta
sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è
sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita.
Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte . Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze
Adamo e Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce.
Appena Adamo, il progenitore,lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse : ”Sia con tutti il mio Signore”. E Cristo
rispondendo disse ad Adamo : “E con il tuo spirito”. E, presolo per mano , lo scosse , dicendo: “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e
Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza
ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete!A te
comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero dell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti.
Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me ed io in te siamo infatti un’ unica ed
indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te io che sto al di sopra dei celi , sono
venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi sono diventato libero tra i morti. Per te, che
sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai giudei, ed in un giardino sono stato messo in
croce.
Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi,
sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso
dei tuoi peccati. .Guarda le mie mani inchiodate al legno per te,che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla
croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il
dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno del inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi,allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino,ma ti colloco sul trono
celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che
come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio,anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i
forzieri aperti.
In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei celi.
(Anonimo)
I Cristiani della Parusia
Non vogliamo lasciarvi nell’ignoranza fratelli circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che
non hanno speranza.
Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risorto; così anche quelli che sono morti Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con
lui.
Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo
alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, ad un ordine, alla voce dell’Arcangelo, al suono della tromba
di Dio, discenderà dal cielo.
E prima risorgeranno i morti in Cristo, poi noi i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare
incontro al Signore nell’aria, e così saremo per sempre con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
(1° Ts 4, 13-18)
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Nello schema ci troviamo nell’immagine della montagna con in cima una croce.
Ricordiamo con questo passo, tratto dalla lettera di S. Paolo alla “chiesa” di Salonicco, il fremito
che accompagnò, nei primissimi anni del Cristianesimo, il nuovo movimento fondato sulla fede
in Gesù risorto.
L’evento pasquale, cioè la morte e resurrezione del Cristo, è considerato così decisivo da far
pensare ad una imminente “fine del mondo” che si sarebbe manifestata con la “Parusia”, cioè la
“discesa del Signore al suono della tromba dell’Arcangelo”.
Ovviamente questa attesa della fine portò i Cristiani a “disinteressarsi” della storia, giunta ormai
al suo capolinea e quindi non bisognosa di “redenzione”.
DIO
(…) Tenete presente solo una cosa, carissimi: un giorno solo davanti al
signore è come 1000 anni e 1000 anni come un giorno solo. Il Signore
(…) non vuole che alcuno perisca, ma che tutti giungano alla salvezza. Il
giorno del Signore infatti arriverà come un ladro; allora i cieli passeranno
(…)
(2° Pt 3, 3-10;)
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Cambia l’interpretazione, evidentemente.
La fine non arriva ed i Cristiani si rendono conto che la loro lettura dell’”evento” pasquale è
estremamente forzata.
Sempre mantenendosi fedeli alla “teologia della storia” biblica (lo schema di Orilia) le Chiese
articoleranno una nuova lettura di cui si fa portatore qui il “primo” degli Apostoli, cioè Pietro.
Essa si articola in 3 passaggi fondamentali:
•Il tempo “non appartiene” a Dio, è dimensione umana (“un giorno come mille anni…”) e
quindi i Cristiani non possono dettarne le tappe.
(vi ricordo che sarà proprio questo versetto a solleticare i “gufi” dell’anno 1000, da cui il
termine “millenarismo”).
•Il Signore non vuole che alcuno perisca… Dio è Amore/Agape che si è manifestato
nell’infinito modello di Gesù. Per questo la Storia continua, perché Dio vuole che tutti gli
uomini, di ogni tempo, conoscano il suo amore e si salvino.
•Il “giorno del Signore”, cioè la Parusia, cioè la manifestazione gloriosa di Gesù Risorto,
diventa allora, per ogni uomo, il giorno della sua morte (che arriva “come un ladro”)
DIO
DIO
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