Chi sono?
UNA FINESTRA SULL’IO
Lanfranco Gianesin
René Magritte, Decalcomania, 1966.
Io sono il mio corpo.
Io sono la mia mente.
Chi sono? Una finestra sull'io
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Io sono la mia mente
• René Descartes (1596-1650): cogito
ergo sum (io come soggetto pensante).
Come posso essere cosciente di me e
della mia unicità senza il mio corpo?
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Io sono la mia mente
• Lo gnosticismo (I sec a.C. – IV d.C.):
La salvezza viene dalla conoscenza.
I migliori sono quelli che hanno una
mente penetrante, che “sanno” le
cose giuste?
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Io sono la mia mente
• Scientology e le cosiddette “religioni
del potenziale umano”: conosci te
stesso; la mente domina il corpo.
In cerca di trucchi per ingannare la
morte e vivere in eterno?
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Io sono il mio corpo
• Sigmund Freud (1856-1939):
l’inconscio, serbatoio dell’energia
vitale, interpreta la mia volontà di
ottenere il piacere ad ogni costo.
L’apoteosi delle pulsioni e la
divinizzazione del desiderio ci
renderà più felici?
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I miei tre elementi
costitutivi:
» MENTE
» CUORE
» ISTINTI
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Io sono
MENTE
• ragione
• pensiero
• coscienza
razionale
• autocoscienza
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Io sono CUORE
- sentimenti
- passioni
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Io sono
ISTINTI
• emozioni: sedimentazioni originarie della nostra
esistenza, senza le quali non ci sentiamo vivere.
Sono un kit di sopravvivenza che il genoma mette a
disposizione di ogni essere umano. Possono essere:
– primarie o universali (gioia, tristezza, paura, rabbia,
sorpresa, disgusto)
– secondarie o sociali
(imbarazzo, gelosia,
colpa, orgoglio… )
• sensazioni
• inconscio
• forza bruta
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Gioco istruttivo:
• Rappresento con un disegno come
convivono in me mente, cuore, istinti.
• Stabilisco una relazione gerarchica
fra i tre elementi.
• Quale dei tre oggi tende ad essere
sopravvalutato?
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Cosa dice la BIBBIA
• La mia mente, il mio cuore, i miei istinti, il
mio corpo, la mia anima, mi rappresentano
in termini di identità.
• Sono persona non solo in quanto
autocoscienza o come cervello che pensa,
ma nella globalità del mio corpo.
• La Bibbia parla di spirito, non come
un’entità a sé stante, non come ciò che
sono per me stesso (non è solo mio).
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• Spirito è ciò che sono, con il mio
corpo, di fronte a Dio, la relazione
tra la carne/corpo e Dio, quando lo
accolgo, lo ospito nel mio corpo.
• La dimensione “spirito” dice ciò che è
il mio corpo in relazione a Dio, alla
vita, agli altri; quindi dice anche
l’irriducibilità del corpo che sono alla
sola componente biologica.
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• L’antropologia biblica, quindi, diversamente dal
dualismo greco anima/corpo, concepisce la persona
umana in modo complesso, multidimensionale.
Semplificando si potrebbe parlare di spirito,
anima, corpo, una tripartizione che troviamo una
sola volta in Paolo (1 Ts 5,23).
ebraico
greco
latino
italiano
basar
sarx/soma
caro/corpus
carne/corpo
nefeš
psiké
anima
anima
ruah
pneuma
spiritus
spirito
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• Troppo arduo addentrarci in questo labirinto, anche
perché la Bibbia non presenta un’antropologia
coerente e sistematica, anzi le parole sono
complicate dalla presenza di polisemie e slittamenti
semantici.
• Resta il fatto che il cristianesimo non è una religione
dualistica, perché ha al centro un corpo che nasce,
cresce, sente, gode, soffre, si emoziona, comunica,
funziona, si riproduce, si dilata, si esalta, cede, si
ammala, guarisce, si abbandona, si perde, muore,
risorge; perché è nel farsi corpo che vive la Parola
(il Logos: Gesù Cristo, Dio che si fa uno di noi).
Questa parola viene detta dai sacramenti della
Chiesa.
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A PROPOSITO
DI EMOZIONI
• Oggi l’eccesso di stimoli provoca sensibilità
alterate. C’è bulimia di sensazioni forti.
Emozione
shock
esplosione
- scarica
istante
orientata
all’azione
vibrazione
ricordo
superficiale senza
piacere
Emozione
contempla
-zione
effusione
durata
orientata alla vibrazione
disponibilità - profonda
accoglienza
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ricordo
piacevole
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A PROPOSITO DEL
PIACERE
• Il piacere è il nucleo principale della gioia.
– Quali sono le altre componenti della gioia?
(rappresentale in un grafico)
• Il piacere ha bisogno di comunicazione, di
rapporto con la differenza, con chi è altro
da me.
• Il piacere diventa sentimento in un
contesto di relazione.
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 Il piacere è un corpo percepito come
esperienza di libertà ma anche della
perdita, luogo di confine tra il tempo e
l’eternità, lo spazio e l’oltre. Grazie
alla sua funzione di confine, il corpo ti
spinge a guardare oltre il confine, a
sconfinare, non come predatore, ma
come compagno di viaggio.
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 Il piacere non deriva solo dalla
soddisfazione di un bisogno, ma
dall’assaggiare qualcosa di ulteriore, di
gratuito, di superfluo, come un valore
aggiunto.
 Il piacere non è un corpo ripiegato su se
stesso, cortocircuitato, ma una finestra
aperta sull’assoluto, sui panorami
mozzafiato dell’essere.
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• l piacere non è una nostra invenzione,
ma è la risonanza di qualcosa che
riceviamo, deriva dall’esperienza del
dono ricevuto (“ti sei accorto di me!”)
e quindi è imparentato con la
gratitudine, si nutre di gratuità, è
grazia, cioè insieme bellezza e dono
reciproco.
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PIACERE, FELICITÀ
E SOSTANZE PSICOTROPE
• Tra eccesso e apatia.
• Tutte le droghe sono pericolose e il
pericolo più grave è dato dalla forte
dipendenza psicologica (craving), che fa
ricercare la droga per provare le
sensazioni piacevoli indotte da una forte –
non fisiologica - produzione e liberazione di
alcuni neurotrasmettitori (serotonina e
dopamina in particolare).
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• La dopamina e la serotonina si liberano
naturalmente quando viviamo situazioni che
ci danno felicità e provocano stati di
benessere come lo stare con gli amici,
l’avere buoni rapporti affettivi, praticare
attività sportiva, giocare, leggere,
ascoltare musica, avere una buona
alimentazione, ecc.
• Una sana prevenzione dovrebbe educare
alla ricerca di stili di vita naturali tendenti
a far liberare fisiologicamente questi
“neurotrasmettitori della felicità”.
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• L’utilizzo di droghe d’abuso, con la loro
capacità di “frustare” i neuroni
obbligandoli a liberare quantità non
fisiologiche delle stesse sostanze, è sì in
grado di dare sensazioni forti, ma anche di
esaurire gli stessi sistemi mettendo in
“cassa integrazione” temporanea o
permanente le stesse vie naturali della
gratificazione.
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LIBERTÀ, VERITÀ,
BELLEZZA, AMORE
• Scopriremo però, procedendo sul nostro
sentiero, che la vera gioia profonda la
raggiungiamo solo quando incontriamo ciò
che è vero, bello, buono e lo scegliamo in un
contesto di libertà.
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