INTERVISTA REALE
di Veronica Pozzi, matricola 7310739
Per la mia intervista al genio informatico della porta accanto
mi sono rivolta a mio cugino Tommaso, un programmatore
informatico 35enne, impiegato presso la
Consulenza e Software Cdm Isigraf Srl di Vimercate.
L’appuntamento è per le 20:45 di un sabato sera a casa di
Tommaso. Mi accoglie come al solito calorosamente,
sorridendomi e abbracciandomi. Entriamo in taverna, saluto
la sua compagna Lorena, visibilmente stanca ma al solito
estroversa e calorosa: è intenta a preparare l’albero di Natale
con la loro primogenita Camilla, una bimba di 4 anni
vivacissima, ribelle e molto affezionata a me, tanto da
richiamare subito la mia attenzione con sorrisoni, corse e
facendomi partecipe del suo operato. La più piccola, Sofia,
1anno appena compiuto, dorme tranquillamente nel suo
lettino.
Foto famiglia :
Tommaso, Lorena
Camilla, Sofia
Mi offrono un caffè e dopo una piacevole chiacchierata, accendo il mio
portatile e ha inizio l’intervista: Tommaso si dice un po’ preoccupato,
poiché, non sapendo in cosa esattamente consistano le domande, teme
di non poter dare delle risposte qualificate. Lo tranquillizzo
spiegandogli brevemente che dovrà semplicemente parlare di sé, del
suo percorso personale e professionale, mentre Lorena, divertita, lo
prende affettuosamente in giro.
Iniziamo dal tuo carattere: tre aggettivi per descriverti:
lo prende
Pignolo,compagna,
caparbio,divertita,
disponibile.
A che età hai scoperto l’esistenza del computer?
A 13 anni ho iniziato a capire come funziona un computer,
ma della sua esistenza l’ho scoperto prima perché giocavo
col Commodor 64.
Attraverso quali esperienze? Grazie o insieme a chi hai poi
scoperto come funzionava?
Grazie a un gruppo di approfondimento di matematica alle
scuole medie.
Immagino ti riferisca ai gruppi di sviluppo e super-sviluppo
di matematica e italiano…? E in cosa consisteva esattamente?
Esatto quelli. La nostra professoressa ci faceva fare più che
altro programmi in basic.
Che importanza ha avuto per te la scuola nella scoperta
dell’informatica?
Le scuole medie fondamentali, le superiori zero, non mi sono
servite a nulla. Avevo scelto l’indirizzo informatico-elettronico
all’Istituto Sperimentale di Monticello, ma al biennio il
computer non me l’han fatto vedere neanche col binocolo,
tanto che ho smesso di studiare. Sono rimasto deluso
e ho preferito andare a lavorare.
Quali altre esperienze al di fuori della scuola (prima e/o
durante la scuola) ti hanno fatto scoprire l’informatica?
Direi il lavoro.
Quindi si può dire che la tua passione per l’informatica sia
nata sul lavoro? E come, in che modo?
Sì, è nata sul lavoro, praticamente 5 o 6 anni dopo. Quando
lavoravo dal Fontana (Viterie produzione e commercio) mi
hanno dato in gestione l’archivio di disegno elettronico, un
lavoro cartaceo. Poi per curiosità mia e per cercare di
ottimizzare il mio lavoro, ho iniziato ad approcciarmi al
computer per capirne meglio il funzionamento e mi sono
creato un programma per la gestione di materiali di consumo
interno:praticamente ho trasferito di mia iniziativa sul pc il
lavoro che solitamente svolgevo in cartacea. Da lì mi sono
riappassionato al computer e a tutto quello che ci stava dietro.
Alla programmazione. Non sono un fanatico, nel senso che
non amo il computer in tutte le sue forme: sn innamorato della
programmazione, smontare e rimontare un programma per
studiarne il funzionamento e creare di mio. Così da quel
momento ho ripreso a studiare informatica da autodidatta,
anche perché alle serali non c’erano ai quei tempi corsi di
informatica, per cui mi sono diplomato in meccanica.
Poi caso vuole che il fornitore per cui al Fontana creavo quel
tipo di sistemi è il posto dove lavoro adesso. Prima di
arrivare qui però ho lavorato per un annetto o più in un piccolo
ufficio di sviluppo software. Nel mio lavoro attuale opero su
sistemi PLM (Product Lifecycle Management) e sviluppo di
sistemi: in pratica informatizzo i processi di sviluppo di un
prodotto, dal designer al marketing.
Tornando ai tuoi studi: hai detto di esserti diplomato in
meccanica alle scuole serali. Hai sempre scelto tu che studi fare?
Ho scelto di iscrivermi a informatica-elettronica al liceo, perché
ho sempre voluto studiare informatica. Quando però mi sono
ritirato ho dovuto iscrivermi a meccanica perché, come ti dicevo,
non c’erano ai tempi scuole di informatica serali. Mentre
studiavo ho fatto anche un anno di elettricista. Riguardo
l’informatica ho fatto e faccio tutto da autodidatta, senza mai
leggere un manuale, a parte quando mi serve in extremis. E
comunque adesso c’è internet! Le mie ricerche le faccio lì. Mi
piace scoprirle le cose, i funzionamenti, mettendomi in gioco in
prima persona, agendo: mi ci cimento e man mano che vedo
come funziona una cosa la rifaccio senza avvalermi di alcuna
istruzione e attingendo dalla mia sola esperienza pratica.
Essendo poi un perfezionista, un pignolo, le faccio e rifaccio
finché non sono completamente soddisfatto.
Che ricordo hai dei tuoi insegnanti di matematica e informatica?
Hanno riconosciuto il tuo talento? Ti hanno incoraggiato?
L’unica professoressa che ricordo volentieri e che mi ha
sempre incoraggiato è la mia professoressa di matematica
delle medie. Degli altri professori, quelli del biennio non ho un
gran ricordo, facevano della gran teoria ma di usare
concretamente il computer mai.
Come andavi nelle altre materie?
Mi piaceva la fisica e basta per il resto delle materie mi
arrangiavo, non le trattavo con la stessa passione. In analisi
logica non ci arrivavo proprio, non la capivo. Sono più portato
per le scienze che per l’ambito umanistico.
Questa tua passione per la fisica e l’informatica ha mai
compromesso il rendimento nelle altre materie?
No, direi di no.
Come ti vedevano i tuoi insegnanti, i tuoi professori?
Assolutamente nella media. Nn mi sono mai interessato al
riguardo, andavo a scuola giusto per avere un diploma in mano,
lo dico senza vergogna.
Nella tua famiglia ci sono altri “geni” dell’informatica o della
matematica?
Mio cognato e mio cugino lavorano in ambito informatico, sono
piuttosto bravi; mia mamma se la cava bene in matematica:
calcoli, ragionamenti logici… credo sia una specie di passione la
sua.
Il tuo carattere, la tua personalità sono caratteristici secondo te
Di un informatico o comunque di uno che ama l’informatica, i
computer? Puoi descriverne alcuni aspetti?
Secondo me no, perché uno veramente bravo è quello che si
chiude nello stanzino e non esce neppure per cenare. Quelli
davvero bravi, geniali, “mangiano” tastiere.
Beh ma anche tu hai detto di essere caparbio, pignolo nel tuo
lavoro. Di continuare a fare e rifare finché non sei soddisfatto
del tuo operato. Questo un po’ ti accomuna ai cosiddetti
“geni”, non credi?
Sì in effetti lo sono anch’io, amo vedere le cose finite e
funzionanti. Il mio mestiere ha tanto dell’artistico, del creativo:
devi fartela venire l’idea, non è una scienza esatta, perfetta, un
qualcosa dove hai tutto pronto. Non basta sapere come funziona
una cosa e pensare che sia così sempre, che funzionerà sempre
allo stesso modo. Ma questo è anche il lato più bello della mia
professione, che mi appassiona, mi coinvolge maggiormente:
odio fare i lavori ripetitivi.
Ti ritieni una persona socievole?
Dopo due cuba sì. –rideRitieni di essere creativo?
Sì, nel lavoro sono creativo e pratico. Come ti dicevo, la
creatività, l’intuizione sono componenti fondamentali per la
mia professione e il mio modo di approcciarmi al computer,
alle sue “leggi”.
Parlami della tua fantasia…
La mia creatività si esplica nel formularsi in un numero
possibile di domande, o meglio nel riuscire a ottenere un
risultato con il minor numero di passaggi possibile, un
qualsiasi risultato. E’ tutto un lavoro di ragionamento, di
semplificazione, di intuizione anche. E’ un tipo di fantasia
molto concreta, pratica, rivolta o a un utilizzo mio
personale ma anche di una terza persona che deve
usufruire del prodotto, del sistema da me programmato.
Una creatività finalizzata alla funzionalità. Dal mio punto
di vista l’informatica deve semplificarti la vita, non
complicartela. Lo scopo del suo utilizzo è farti fare il lavoro che
già fai in meno tempo e con meno errori. Sul lato artistico c’è
anche tutto il lavoro sull’interfaccia, facendo attenzione
all’user freindly, a creare, programmare un tipo di software o
di sistema che sia di facile utilizzo, creato cioè in modo tale da
saper subito dove devi cliccare, per non creare confusione.
E’ la parte più difficile, più importante e gratificante: serve
per semplificare l’utilizzo del software a chi lo compra, più è
comodo, funzionale, semplice da usare, maggiore è la
soddisfazione del cliente e il conseguente utilizzo.
Qual è il tuo rapporto con il computer?
Il computer è uno strumento di lavoro. Punto. Nn sono un
fanatico. Creo anche per me stesso: sviluppo software per fare
il mio lavoro velocemente e in maniera ottimale. Però non mi
sono mai messo lì a programmare per gestire le foto delle
figlie o altro. Uso internet per fare ricerche; navigo per la
posta, per progettare la cucina, ma sostanzialmente a casa se
non ho da finire qualche lavoro preferisco stare con la mia
famiglia, anche perché il mio lavoro comporta diverse
trasferte che mi tengono lontano da casa per due o più
settimane ogni mese.
Ti piace giocare? Che tipi di giochi prediligi?
Sì, ogni tanto mi diverto. Prediligo i giochi di avventura; i
“punta e clicca”, i giochi in cui bisogna risolvere gli enigmi,
usare la logica… . Nn ci gioco spesso, ho poco tempo ormai.
La tua professione attuale ha una relazione con la matematica?
Se sì sotto quale aspetto?
Prima aveva una relazione anche con la matematica quando
lavoravo sui cad 2d o 3d: usavo tanto la trigonometria, i
vettori ... Mi piace molto la matematica. Quando andavo a
scuola l’ho sottovalutata, nessuno mi ha mai insegnato la
matematica applicata e facevo fatica a capirla, a concepirla,
poi quando ho incominciato ad usarla per lavoro e a capire
come applicarla nel concreto mi sono appassionato e adesso
la studierei volentieri, ma rimane al momento un sogno nel
cassetto. Prima o poi… Adesso il poco tempo che ho a
disposizione lo dedico per aggiornarmi su ciò che riguarda il
mio lavoro, per esempio sui linguaggi di programmazione.
Però sì mi piacerebbe davvero approfondire questa passione.
Cosa pensavi (sognavi) di fare da grande?
Da piccolo volevo fare il pompiere per via del “draghetto
Grisù”, ero un suo fan! Poi crescendo ai tempi delle scuole
medie era uscito il film “War Games” : era la prima volta che
vedevo i computer che comunicavano a mezzo telefono,
modem, e mi sono chiesto “chissà come si fa ad entrare nel
computer della Nasa?”, ma non ho mai avuto i mezzi e le
possibilità per scoprirlo con un computer mio. E quindi adesso
che lavoro da remoto su computer che “fisicamente” si
trovano in Cina, entrandoci dal mio ufficio, ho in parte
realizzato il mio sogno.
Pensi di aver realizzato i tuoi sogni?
In parte sì. In parte no.
Hai mai partecipato a delle gare di matematica o
informatica? Se si, come sei andato? Come ti sei preparato?
No, mai. Non mi sarebbe piaciuto: la competizione non è il
mio ruolo.
Hai mai partecipato a delle selezioni interne in cui
l’informatica o la matematica fossero determinanti?
No, mai.
Qual è secondo te il ruolo dell’informatica nella società
moderna?
Di comunicazione, fondamentalmente, nel bene e nel male.
Basta guardare internet. Gli stessi elettrodomestici come il
forno a microonde ha dentro “l’informatica”. In qualsiasi campo
la si usa ormai. Ma che ruolo ha? E’ fondamentale? Per me
andremmo avanti meglio senza. Non sempre bene magari ma a
mio avviso si tende ad abusarne troppo, a farne cattivo uso.
Se il suo scopo è il semplificarmi la vita per fare meglio le cose
che facevo prima senza ok, se invece è solo per guadagnarci
soldi non mi sta più bene, perde di fascino, di bellezza, se ne
vanifica l’utilità,l’importanza, la “genialità”. Oggi siamo ancora
all’inizio della rivoluzione, fra 10 anni, come già per alcuni è
“normale” faremo tutti quanti la spesa in internet stando
seduti comodamente a casa, pagheremo direttamente online.
Ogni cosa. Nn ci sarà più contatto diretto tra le persone.
Arriveremo a non dover uscire più neanche di casa, perché
lavoreremo da casa. Poi finirà che dovremo creare software per
far socializzare la gente, gruppi di “disinformaticatizzazione”.
Pensi che l’ insegnamento dell’informatica sia adeguato alle
esigenze della nostra società (civiltà)?
No. Assolutamente no. Siamo indietro di10 anni, su tutto.
Sull’utilizzo pratico, concreto. E non solo. Già alle elementari
dovrebbero insegnarla più intensamente, più approfondita,
specifica, andare oltre il semplice accendere un computer e
familiarizzare con la tastiera e il mouse. Vedendo come ha
ormai permeato ogni branca, ogni ambito professionale e di
vita quotidiana, di comunicazione, di svago, è diventata
essenziale quasi quanto l’imparare a fare 1+1: i bambini oggi
dovrebbero sapere, conoscere meglio le basi, l’abc
dell’informatica. E soprattutto sperimentarla concretamente.
La teoria, se non è accompagnata alla pratica, difficilmente
esercita curiosità, fascino, comprensione, specie a quell’età.
Rimane tutto troppo astratto, come un qualcosa di
irraggiungibile, di incomprensibile… .
Concordo pienamente. Si apprende molto di più e più volentieri
dall’esperienza, soprattutto se efficacemente rapportata
all’età, allo sviluppo cognitivo dei bambini.
Tornando a te, che rapporto hai con internet?
Sanguissuga. Recupero informazioni ovunque posso trovarle,
ma non deposito le mie, non le condivido, il che è sbagliato.
Il fatto è che tante informazioni le ho perché le trovo in internet,
ma tante sono frutto di mie intuizioni, perché magari nessuno le
ha mai avute, di conseguenza le capisco, le sviluppo e le
perfeziono. Internet è fondamentalmente uno strumento di
ricerca più che di divertimento. E assolutamente, per quanto mi
riguarda, non è uno strumento di socializzazione, nel senso che
non ne faccio uso a quello scopo, se non per comunicazioni o
corrispondenza professionali.
Che rapporto pensi che ci sia tra il computer e la matematica?
Non serve per programmare, o meglio nel mio lavoro non ne
faccio uso. Direi più che altro che il computer è uno strumento
per i matematici. Ad esempio lo usano per velocizzare il calcolo
delle probabilità, o per effettuare qualsiasi altra operazione.
Vi sono programmi in cui se ne fa largo uso. Ad esempio nei
software per il foto ritocco servono gli algoritmi per poter
trasformare una foto da colori in bianco e nero… .
Quali linguaggi di programmazione conosci?
C++, basic, java, “Javascript”, tcl, cad, lisp… Ne conosco diversi.
Passiamo alla memoria. Come consideri la tua? Normale, Buona,
Ottima?
Ottima a breve termine, fallace a lungo termine.
Che tipo di memoria hai? Uditiva o visiva?
Visiva.
Secondo te come deve essere la memoria di un informatico
(di un genio informatico della porta accanto)?
Schematica e ordinata. A “grappolo”, nel senso che da una
informazione basilare, non potendo ricordare tutto, si
ricavano poi tutte le altre.
Hai detto che fai poco uso della matematica nel tuo lavoro,
tuttavia esegui mai calcoli a mente?
Faccio sempre più fatica.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto dal punto di vista
informatico?
Studiare seriamente la materia e applicarla ad altri campi,
come l’intelligenza artificiale, sarebbe una bella sfida, o nel
campo ottico, cose di questo tipo.
Per finire, quali famosi “geni” dell’informatica
stimi maggiormente o particolarmente?
Stimo parecchio gli inventori di “google”, i tizi che avevano
inventato “winMX”, ora chiuso: era stato un bel colpo di genio,
il predecessore di software come E-mule o iTunes. Inoltre
provo ammirazione per gli sviluppatori di “linux”, un sistema
operativo gratuito, e chiunque sviluppi l’open source.
Ok abbiamo terminato. Ti ringrazio per la tua disponibilità
e sincerità. E tornando alla curiosità sulla socievolezza di
quanti come te sono bravi con il computer, nel tuo caso
specifico, conoscendoti molto bene, posso confermare che
non sei sicuramente un orso, né superbo o altezzoso. Tutto
il contrario!
A questo punto spengo il mio portatile e Tommaso mi chiede
gentilmente il permesso per andare a fumarsi una sigaretta in
giardino. Rimango a chiacchierare con Lorena, che nel frattempo è
riuscita a mettere a letto anche Camilla.
Non si considera certo un “genio” col computer, è ben consapevole di
avere molto da imparare, da conoscere, sviscerare, ma personalmente
ho trovato questa intervista parecchio interessante, fondata su una
qualità fondamentale che tutti a mio avviso dovremmo mettere al
centro del nostro agire: l’umiltà. E la consapevolezza.
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