La battaglia di Torino . 1 TORINO CITTA’ ROMANA Planimetria di Augusta Taurinorum ██ in nero il tracciato della colonia romana ██ in verde la planimetria della città attuale ██ in rosso le parti di mura, di pavimentazione stradale o di edifici ancora visibili o attestati. Torino è entrata nella storia intorno al 27 a.C, con il nome di colonia Augusta Taurinorum, che sorse sull'insediamento di Taurasia, mitica capitale dei Tauri, incendiata da Annibale nella lunga marcia di avvicinamento a Roma. Principale strada fu il Decumano maximo che collegava la porta Praetoria con la porta Decumana lungo quella che attualmente è la Via Garibaldi. A circa un terzo della sua lunghezza il decumano incrociava il cardo maximo che collegava le porte Principalis dextra e Principalis laeva sviluppandosi lungo le attuali vie S. Tommaso e Porta Palatina. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 2 TORINO CITTA’ ROMANA La colonia di Augusta Taurinorum vista nella città moderna, tra corso Valdocco, corso Regina. via Carlo Alberto e via Arcivescovado. La colonia doveva essere l'avamposto romano verso le Gallie e al centro delle principali vie di comunicazione dell'epoca verso il mondo transalpino, ai piedi dei principali valichi alpini e all'estremità occidentale della pianura Padana. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 3 La Torino del Duca Emanuele Filiberto di Savoia intorno al 1550 A est la Porta decumana, Casaforte degli Acaja, verrà incorporata nel Palazzo Madama. A nord la Porta palatina, a ovest la Porta praetoria (Segusina), a sud la Porta marmorea. Da notare i quattro bastioni agli angoli delle mura e il rivellino a protezione del Castello. La scelta di Emanuele Filiberto di Savoia di portare la capitale a Torino, nel 1563, dopo il trattato di CateauCambresis, che gli ridava il possesso dei suoi domini al termine della lunga guerra tra Francia e Spagna, aveva radici antiche. Torino, al di qua delle Alpi, era meno esposta di Chambéry agli attacchi della Francia, e rispondeva all'intenzione di spostare verso l'Italia gli interessi della dinastia. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 4 Torino nel 1568 Emanuele Filiberto, principe guerriero e vincitore della battaglia di S. Quintino in nome degli alleati spagnoli, dotò immediatamente la sua capitale di una modernissima cittadella, realizzata nel giro di due anni, dal 1564 al 1566 su progetto di Francesco Paciotto. All'inizio del 1570 Torino appariva chiusa nel suo antico tracciato romano e protetta dalla formidabile Cittadella, una delle più ammirate dell'Europa del tempo. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 5 IL PRIMO AMPLIAMENTO URBANISTICO DI TORINO NEL 1620 Se Emanuele Filiberto pose le fondamenta di Torino capitale, fu suo figlio Carlo Emanuele I a dare il via, fra il 1610 e il 1613, alle trasformazoni urbanistiche: sotto il suo regno fu infatti realizzato il primo ampiamento cittadino, verso sud, con la costruzione dell'attuale via Roma, che conduceva da piazza Castello alla Porta Nuova. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 6 IL SECONDO AMPLIAMENTO DI TORINO NEL 1600 Sono visibili via Po e piazza Carlina Con l'ascesa al trono di Carlo Emanuele II nel 1663 e con la successiva reggenza di sua moglie Giovanna Battista di Savoia-Nemours fu stabilito il secondo ampliamento cittadino, verso il Po, con la realizzazione dell'odierna via Po. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 7 IL TERZO AMPLIAMENTO (1700) E’ visibile l’odierna piazza Savoia P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG Di lì a poco, nel 1666, sarebbe arrivato in città Guarino Guarini, l'architetto che con Filippo Juvarra avrebbe caratterizzato il centro cittadino. La prima opera del Guarini è la Cappella della Sindone, negli anni seguenti avrebbe realizzato il Collegio dei Nobili (attuale sede del Museo Egizio), il Palazzo dei Savoia-Carignano (sede del primo Parlamento italiano) e la chiesa di S. Lorenzo con la sua splendida cupola.Nel 1684 salì al trono Vittorio Amedeo II. Il terzo ampliamento delle mura venne fatto dopo l’assedio del 1706. 8 LA CITTADELLA DI TORINO Situata sul lato a sud-ovest di Torino in sostituzione del bastione San Pietro, edificato dagli occupanti francesi intorno al1536, la Cittadella era strutturata a pianta pentagonale con possenti bastioni ai vertici. Circondata da un ampio fossato privo di acqua (perché il forte drenaggio del terreno non permetteva una irrigazione) era dotata di una serie di opere difensive in grado di impedire ad un eventuale assalitore l'avvicinamento ai limiti della città. Al centro era situato iI Cisternone, un pozzo a doppia rampa elicoidale per permettere un rifornimento idrico in caso di assedio. Un fitto labirinto di gallerie sotterranee si estendeva al di fuori della Cittadella in corrispondenza del Bastione del soccorso in direzione della campagna. Comprendeva delle gallerie chiamate capitali che si estendevano radialmente verso l'esterno ed erano a loro volta distinte in capitali alte e capitali basse, sovrapposte come erano le une alle altre; una galleria magistrale riuniva le capitali alte correndo esterna al fossato. Un'altra serie di cunicoli era dato dalle gallerie secondarie che si diramavano dalle precedenti per coprire una vasta area. Infine, piccoli tratti di galleria ad altezza più contenuta venivano utilizzati per raggiungere i singoli fornelli (o galleria di contromina) predisposti per lo scoppio dell'esplosivo. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 9 TORINO NEL 1682 DAL THEATRUM SABAUDIAE VOLUTO DAL DUCA CARLO EMANUELE II P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 10 LA GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 11 Il 1 novembre 1700 moriva Carlo II di Spagna, da tempo malato. Cinque giorni dopo, per disposizione testamentaria del defunto re, veniva proclamato nuovo re di Spagna il duca Filippo d'Angiò, nipote del re di Francia Luigi XIV, il quale assumeva il nome di Filippo V di Borbone. VERSO UNA GUERRA EUROPEA GENERALE P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 12 Le grandi monarchie d‘Europa avevano cominciato ad avanzare varie ipotesi di successione, ratificate in accordi segreti. La maggior parte delle dinastie regnanti al momento vantava parentele con il re di Spagna morente. Olanda ed Inghilterra desideravano dividersi l'immensa eredità: territori in Nord Africa, in America ed in Asia, Napoli e la Sicilia, il Ducato di Milano, lo Stato dei Presidi, il Marchesato di Finale, le Baleari, Gibilterra, i Paesi Bassi, la Sardegna. BORBONE DI FRANCIA E ASBURGO D’AUSTRIA PRETENDENTI AL TRONO DI SPAGNA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 13 Ad avanzare pretese non del tutto illegittime sul trono di Spagna c'era in particolare l'imperatore Leopoldo I, cognato di Carlo II e rappresentante del ramo austriaco degli Asburgo. LA FRANCIA TENTA DI FARE IL GRAN COLPO P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 14 Carlo II d'Asburgo, nel fare testamento, adottò proprio l'unica soluzione rigettata unanimemente da tutti gli altri regnanti, seppur vincolata alla rigida, formale e sostanziale separazione delle relative corone francese e spagnola; cioè lasciare indivisa la propria eredità nelle mani di un solo sovrano. Poiché il designato Filippo d’Angiò, sostenuto dal re di Francia, non avrebbe mai rinunciato ai benefici testamentari di cui era stato gratificato da Carlo II, fu inevitabile il ricorso alle armi. L’INIZIO DELLA GUERRA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 15 Il conflitto prese piede con la grande alleanza dell'Aja del 7 settembre 1701, con la quale l'Inghilterra, i Paesi Bassi e l'Austria si impegnavano ad impedire che le volontà testamentarie del defunto re di Spagna trovassero definitiva attuazione; sarebbe stato infatti molto difficile fronteggiare un'unica sovranità borbonica da entrambe le parti dei Pirenei. LA POLITICA AGGRESSIVA DEL RE DI FRANCIA LUIGI XIV P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 16 Il re francese Luigi XIV invase le regioni dei Paesi Bassi che erano sotto il dominio spagnolo, considerandoli beni della dinastia Borbone e imponendo ai governatori locali la sottomissione alla Francia oltre che alla Spagna. Poco dopo furono aboliti i dazi commerciali tra Francia e Spagna, proprio come se fossero ormai un solo Stato, e nello stesso tempo furono revocati i privilegi commerciali concessi in passato all'Inghilterra ed all'Olanda nei territori spagnoli. I SAVOIA FANNO UN VOLTAFACCIA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 17 Nel 1703, mentre l’arciduca Carlo d’Asburgo, secondogenito dell'Imperatore d’Austria, veniva proclamato re di Spagna al posto di Filippo V, il duca Vittorio Amedeo II, ruppe una precedente alleanza con la Francia e passò al campo imperiale occupando la città di Casale. IL TERRITORIO DELL’ASSEDIO E DELLA BATTAGLIA DI TORINO P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 18 Le principali fortificazioni del Ducato Sabaudo all’inizio della guerra di successione spagnola nel 1700 P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 19 IL FORTE DI BARD NELLA VALLE D’AOSTA Posto a sbarramento della valle della Dora Baltea era considerato imprendibile. Non giocò alcun ruolo nella difesa del Ducato: il comandante, un mercenario al servizio dei Savoia, lo consegnò senza combattere ai francesi. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 20 Villafranca, oggi Villefranche, presso Nizza La rada di Villafranca presso Nizza è una delle più belle e meglio protette baie del mediterraneo. Era il porto del Ducato di Savoia ed era difesa da una cittadella e da due forti. A destra si vede la rada, a sinistra il colle con le fortificazioni. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 21 LA FORTEZZA DI MONTMELIAN IN SAVOIA Sorgeva in Savoia presso il confine francese e controllava la valle dell’Isère. Fu conquistata dai francesi alla fine del 1705 dopo un assedio durato due anni e poi da questi distrutta. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 22 LA CITTA’ DI SUSA La città di Susa con il forte Santa Maria occupava una posizione strategica in quanto l’alta valle di Susa era territorio francese. Il forte fu conquistato dai francesi e ripreso dagli austro-piemontesi dopo la battaglia di Torino. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 23 LA FORTEZZA DI VERRUA Posta su di un’altura che domina il Po, la fortezza di Verrua controllava la via che dalla Lombardia franco-spagnola conduceva a Torino. Resistendo sei mesi all’assedio ed infliggendo agli attaccanti pesantissime perdite fu determinante nel costringerli a rimandare l’investimento di Torino. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 24 LA CITTA’ DI VERCELLI Città ai confini con la Lombardia spagnola era potentemente fortificata. Fu conquistata dai francospagnoli il 19 luglio 1704. I bastioni furono demoliti prima della restituzione alla Savoia imposta dal trattato di Utrecht. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 25 LA RESA DI CHIVASSO NEL 1705 Il 30 luglio 1705, alle 3 del mattino, i chivassesi consegnavano le chiavi di una città in rovina al duca di La Feuillade. Nei giorni seguenti mentre il grosso dell’armata francese raggiungeva Torino il comando delle forze di occupazione fu affidato al generale Louis Lapara, vero arttefice della caduta dell’ultima piazzaforte posta a difesa della capitale sabauda. Gli abitanti di Chivasso, stremati, dovettero aprire le porte delle loro case ai nuovi padroni che trasformarono la città nel loro centro di retrovia più importante, in vista del futuro assedio di Torino. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 26 PROGETTO FRANCESE DI ASSEDIO A TORINO Ebbe inizio il 14 Maggio 1706 quando le truppe franco-spagnole (composte da oltre quarantamila uomini) si appostarono strategicamente di fronte alla fortezza; in quell'occasione un'eclissi di sole oscurò il campo di battaglia alle 10.15, facendo risultare la Costellazione del Toro. Il Sole era per antonomasia il simbolo di Luigi XIV, e questo avvenimento diede grande slancio negli animi torinesi, che si immaginarono una facile vittoria. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 27 Tra il 1704 e 1705 le truppe del Re Sole invasero prima la Savoia e poi il Piemonte. Circondate e attaccate da tre eserciti; vennero perdute: Susa, Vercelli,Chiasso, Ivrea e Nizza. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 28 Il 12 maggio 1706 l’esercito francese, forte di 78 battaglioni e di 8 squadroni complessivamente composto di 60.000 soldati, pose l’assedio alla città di Torino, accampandosi nel triangolo formato da Venaria, Lucento e Regio Parco. L’esercito piemontese contava, sino a quel momento, 6.600 unità più 5.000 uomini appartenenti alla milizia urbana. Per quattro mesi Torino fu bombardata, piombavano sulla città oltre 8.000 cannonate al giorno. Nel disegno la città di Torino, con i suoi tre fiumi e la collina. Le linee nere evidenziano i luoghi dell’assedio e della battaglia. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 29 L’INIZIO DELL’ASSEDIO P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 30 l 14 maggio 1706 i francesi di La Feuillade forti ora di 44.000 uomini iniziano le operazioni di assedio. In vista del temuto assedio, le opere difensive di Torino sono state irrobustite e perfezionate. La città è completamente circondata da una grandiosa cerchia di fortificazioni, che si spingono fino alla collina, e completano il baluardo costituito dalla magnifica cittadella, costruita un secolo e mezzo prima dal Duca Emanuele Filiberto, dopo il trasferimento della capitale del Ducato da Chambéry a Torino. Torino è una delle più moderne piazzeforti d’Italia, ma non è soltanto una piazzaforte. E’ una città di 40.000 abitanti che emerge dalla pianura con torri e campanili, ricca già dei primi palazzi barocchi, di belle strade, di una “cultura” che, grazie anche alle immagini del “Theatrum Sabaudiae”, l’ha resa famosa in Europa. I bombardamenti P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 31 Il 17 giugno l’assedio è completo. Il Duca esce dalla città, lanciando ai torinesi un proclama con la promessa di ritornare al più presto alla testa di un esercito liberatore. La responsabilità della difesa della città è affidata al generale austriaco Virico Daun. I francesi accampati nella pianura a nord della città e protetti dalle trincee costruite dai loro zappatori, investono la città dalla parte della Cittadella con il fronte d’attacco nella zona dove si trova oggi la stazione ferroviaria di Porta Susa. Dalla Francia, il maresciallo Vauban disapprova l’attacco a Torino dal lato della Cittadella in quanto ne conosce le insidie sotterranee. Ma La Feuillade insiste nel suo piano affrontando una terribile guerra di mina e contromina: le esplosioni dilaniano i suoi uomini. Agosto: la resa si avvicina P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG Trascorrono interminabili angosciose settimane, con continui cannoneggiamenti e l’incessante guerra di mina e contromina: le gallerie della Cittadella, che i francesi tentano invano di allagare, danno buona prova. La città è allo stremo ma non cede, mentre il nemico accusa pesanti perdite: nei giorni di ferragosto si contano tra i francesi soltanto 27.000 uomini validi dei 44.000 iniziali. Ma non viene meno la violenza dell’assedio: particolarmente cruento è l’assalto, respinto, del 26 e 27 agosto, dove cadono centinaia di soldati. Due giorni dopo i francesi cercano di entrare nella Cittadella attraverso le gallerie sotterranee ma vengono fermati dal gesto eroico di Pietro Micca. L’immagine mette in evidenza la posizione delle batterie francesi, ormai a ridosso del fossato, nelle ultime fasi dell’assedio 32 L’ASSEDIO DI TORINO. IL SACRIFICIO DI PIETRO MICCA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 33 Durante l'assedio, verso la mezzanotte del 29 agosto, si svolse il famoso episodio di Pietro Micca, che perse la vita dando fuoco alle polveri di una mina sotterranea per impedire ai soldati francesi di raggiungere, con una sortita, la porta attraverso la quale si entrava nella galleria che conduceva all'interno della piazzaforte situata nel cuore delle fortificazioni della cittadella. L’ASSEDIO DI TORINO P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 281 x 400 bytes: 39132 34 359 x 600 bytes: 33819 Alle porte delle case venne apposta l’immagine della Consolata. Decine di pilastrini con l’immagine della Consolata furono collocati lungo il campo di battaglia (l’attuale Borgo Vittoria). Una palla di cannone, rimasta conficcata vicino alla cupola, è ancora oggi visibile. L’oratoriano Padre Sebastiano Valfré fu l’animatore spirituale della popolazione torinese durante l’assedio. EUGENIO DI SAVOIA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 35 Il Principe Eugenio di SavoiaSoissons, grande condottiero dell’esercito imperiale, nel 1705 venne chiamato dal cugino Vittorio Amedeo per sbloccare la situazione diventata difficile dopo la resa di Chivasso. Eugenio tentò di raggiungere la pianura attraverso i monti a nord di Brescia, cercando di avanzare su Milano. Il 16 agosto 1705 tentò invano lo sfondamento. Unico successo fu quello di tenere i francesi occupati sull’Adda, alleggerendo così la pressione su Torino. Nel luglio del 1706 l’armata imperiale del Principe Eugenio raggiunse Ferrara e attraversando l’Adige seguì la sponda meridionale del Po. Il 29 di agosto i cugini Vittorio Amedeo II e Eugenio si incontrarono a Carmagnola e misero il campo fra Chieri e LA BATTAGLIA DI TORINO Marcia del Principe Eugenio attraverso la Valle Padana, lungo il Po, verso Torino assediata dai francesi. I francesi avevano iniziato l’assedio il 14 Maggio 1706. Fra Luglio e Agosto il Principe Eugenio intraprese la famosa marcia che lo condusse fino a Torino aggirando a sud del Po il territorio lombardospagnolo. P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 36 Il soccorso P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 37 Il 2 settembre 1706 Vittorio Amedeo II ed il Principe Eugenio salgono a Superga sulla collina Torinese per studiare dall’alto la situazione e scegliere una strategia. Si decide di aggirare il blocco francese muovendo il grosso dell’esercito imperiale ed una parte della cavalleria piemontese (in tutto 30.000 uomini) verso la zona nord ovest della città; qui le forze assedianti appaiono più vulnerabili. E’ una mossa audace perché il trasferimento delle truppe avviene a breve distanza dalle linee francesi; questi però non si muovono ed il 6 settembre la manovra aggirante è completata e gli alleati hanno posto il campo tra Dora Riparia e Stura. Il 7 è il giorno della battaglia; all’alba l’esercito muove contro le linee nemiche, dopo che in città gli assediati, forti ormai solo della disperazione, sono riusciti a respingere l’ennesimo attacco nemico alla Cittadella L’attacco P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 38 Alle 10 l’armata austropiemontese inizia l’attacco su tutto il fronte. Lo sforzo principale viene condotto all’ala sinistra dove operano i granatieri prussiani del principe di Anhalt. L’attacco frontale viene completato da una manovra avvolgente della cavalleria ordinata dal Duca di Savoia, che scopre un punto - dove oggi passa la ferrovia TorinoMilano - non presidiato dai francesi. La destra francese viene separata dal centro; nella grossa sacca che si crea i gallo-ispani tentano una controffensiva che viene bloccata da una brigata di riserva. Vittorio Amedeo II guida una colonna di cavalleria verso il Regio Parco e impedisce alle truppe francesi discese dalla collina di passare il Po per portare aiuto ai compagni in difficoltà L’ASSEDIO E LA BATTAGLIA, TRA I FIUMI PO, DORA RIPARIA E STURA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 39 Le fasi finali P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 40 L’armata francese si scompagina, solo l’ala sinistra resiste appoggiata al castello di Lucento; a questo punto il Daun ordina l’uscita del presidio che attacca i francesi alle spalle. Cede anche l’ala sinistra francese; cercando di salvarsi centinaia di soldati annegano nella Dora. La situazione sta ormai precipitando per gli assedianti che alle tre del pomeriggio iniziano la ritirata. Il grosso si dirige verso Pinerolo e di qui, perdute le speranze di riscossa, verso la Francia. La sconfitta costerà al Re Sole la perdita dell’Italia Vittorio Amedeo e il Principe Eugenio rientrano nella città liberata da Porta Palazzo e si recano nel vicino Duomo dove viene celebrato il “Te Deum” di ringraziamento a Dio per la vittoria. Ancora oggi, dopo quasi trecento anni, il “Te Deum” si ripete ogni anno il 7 settembre nella Reale Basilica di Superga LA BATTAGLIA D TORINO Il fiume che si vede è la Dora Riparia all’altezza dell’odierno Parco Carrara o Pellerina. La battaglia si svolse dal 2 al 7 di Settembre, nella piana tra la Dora e la Stura P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 41 LA BASILICA DI SUPERGA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 42 Vittorio Amedeo Il e il Principe Eugenio si recarono due volte sul colle di Superga per osservare il teatro della battaglia. Il 2 settembre 1706 entrarono insieme nella chiesetta sita sul colle, che fungeva allora da parrocchia per i pochi fedeli della collina. Vittorio Amedeo Il si prostrò ai piedi della statua (quella venerata tutt’oggi nella cappella detta del voto) facendo voto che se la Madonna gli avesse fatto ottenere la vittoria avrebbe costruito sul colle di Superga un magnifico Tempio a lei dedicato. PACI DI UTRECHT (1713) E DI RASTADT (1714) P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 43 Nella pace di Utrecht al duca Vittorio Amedeo II venne riconosciuto il titolo di Re di Sicilia, poi mutato in quello di Re di Sardegna (172O). Il nipote di Luigi XIV venne legittimato come Filippo V re di Spagna. La Spagna cedeva all'Austria i Paesi Bassi spagnoli, il regno di Napoli e quello di Sardegna, nonché il Ducato di Milano e lo Stato dei Presidi in Toscana. La Spagna cedeva all'Inghilterra l'asiento de negros, Gibilterra e Minorca. ATTESTAZIONI E BIBLIOGRAFIA P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG P1070964-1.JPG 45 Le immagini della battaglia di Torino e i testi che le accompagnano sono stati riportati dal sito web del Museo Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706, a cui appartengono. Il sito contiene un percorso guidato del Museo e delle gallerie. Vi si può anche vedere una riproduzione plastica della Cittadella di Torino così com’era durante l’assedio. Una fonte importante reperibile su Internet è “1706. 300 anni dall’assedio e dalla battaglia di Torino. L’alba di un regno”, a cura di Gustavo Mola di Nomaglio, Roberto Sandri Giachino, Giancarlo Melano.