PIANTE IN VASO E FIORIERE accorgimenti e tecniche MODULARTE progetta e produce vasi e fioriere singole e modulari che possono consentire tutti i tipi di coltivazione qui di seguito esposti, sempre comunque dando grande risalto al design, colori e materiali della fioriera. Con i vasi e fioriere Modularte sarà facile ottenere ottimi risultati, basta un minimo di conoscenze e passione. Leggete le minime conoscenze necessarie di tecnica di giardinaggio in vaso qui di seguito, e se volete approfondite gli argomenti sul nostro BLOG. Scegliere le giuste piante per le vostre esigenze e soprattutto adottare le migliori tecniche e accorgimenti di coltivazione in vaso è basilare per un buon successo di crescita e portamento delle vostre piante. Prima di scegliere le piante e il loro contenitore: • immaginate sempre le piante nel loro ambiente e per quanto possibile riproducetene le condizioni • nella scelta della fioriera (per colori e materiali) e della pianta (per dimensioni e altezza) deve tener conto dell’ambiente in cui saranno collocate e del resto dell’arredo • il fertilizzante è l'ultima cosa a cui pensare • imparate a dosare acqua e luce • scegliere la pianta per dimensioni, portamento e condizioni di luce dei vostri ambienti. 1 PANORAMICA DI TUTTE LE TECNICHE DI COLTIVAZIONE IN VASO I metodi di coltivazione si fondano su: TIPO DI SUBSTRATO DI COLTIVAZIONE (T) coltivazione in un substrato di terriccio (la tradizione) da cui la pianta riceve nutrimento. (AE) coltivazione in un substrato di argilla espansa (substrato inerte) addizionando gli elementi nutritivi nell’acqua. COME SI SOMMINISTRA L’ACQUA (IA) irrigazione dall’alto bagnando il terriccio (la tradizione), (IB) irrigazione dal fondo senza bagnare il terriccio (l’acqua viene versata al fondo tramite tubo inserito in fase di installazione della fioriera - sul fondo un letto di argilla espansa), l’acqua sale per capillarità. Combinando la scelta del substrato di coltivazione e del metodo di irrigazione si ottengono tutti i diversi tipi di coltivazione possibile in vaso: alcuni ideali per un certo tipo di piante, altri per gli interni, altri per coltivazioni intensive di ortaggi…. Si consideri che la pianta ha bisogno di: – nutrimento e questo lo ricava dal terriccio o dagli integratori disciolti nell’acqua (idrocoltura), – acqua per tutte le funzioni vitali apportata con innaffiature (dal basso o dall’alto), – sostegno per ergersi e crescere in altezza (la consistenza del substrato in cui cresce). Qui di seguito presentiamo uno schema riassuntivo di tutte le tecniche di giardinaggio in vaso. Tutto si fonda nella combinazione del tipo di substrato e del metodo di irrigazione. Variando la composizione del substrato e del modo di innaffiare otterrete diverse tecniche di giardinaggio. 2 3 T + IA = coltivazione in terriccio e irrigazione dall’alto (la tradizione in vaso) E’ il metodo di coltivazione tradizionale, che tutti conosciamo e che a tanti ha comportato perdite di piante e la consapevolezza di non avere il pollice verde. Spesso si perdono piante per eccesso di innaffiature e quando si va in vacanza le si perdono per mancanza d’acqua prolungata. Questo metodo tradizionale consiste nel mettere a dimora la pianta in un substrato di terriccio (il terriccio da fiori che si compra in ogni negozio va bene), sul fondo del vaso c’è un foro di scarico dell’acqua di drenaggio e sotto al vaso si mette un sottovaso per contenere l’acqua di scarico. Questo metodo tradizionale funziona bene quando si ha una buona esperienza (si sente con il dito se il terriccio è umido) e quando si ha il tempo di innaffiare ogni settimana o anche intervalli minori. Quando mancano questi due requisiti fate attenzione. Se si innaffia troppo, si bagna in modo eccessivo il terriccio e si forma ristagno dell’acqua nel sottovaso (o peggio nel portavaso e quindi non a vista) porterà all’asfissia delle radici, infatti il 90% dei casi di perdita di piante è dovuto a questo. Se poi come avviene negli uffici e ambienti di lavoro la manutenzione e innaffiatura deve avvenire ogni 15 giorni o ogni mese (o quando si va in vacanza per un mese) il terriccio si seccherebbe e la pianta soffrirebbe. argomenti trattati). Anche in un vasetto di pochi cm. c'è un prezioso equilibrio eco-biologico, che si instaura con lunghi tempi di maturazione. Il fornire acqua dal sottovaso favorisce l'allungarsi delle radici in basso, e la conseguente loro fuoriuscita dal foro di scolo, ma forse è meglio questo che non l'avere le radici perennemente esposte all'aria, e l'equilibrio biologico ed enzimatico del terreno costantemente disturbato e massacrato dai getti dell'acqua fornita da sopra che dilavano il terriccio. La pianta sfrutta solo l’acqua che bagna il terriccio e non quella che sgronda, anzi questa dilava il terriccio e lo impoverisce lasciando sul fondo fanghiglia (elementi nutritivi preziosi per la pianta che andrebbero persi). Innaffiare dal basso, cioè riempiendo il sottovaso e lasciando che l'acqua, per capillarità, salga lentamente su per il terriccio, può essere migliorativo (vedere prossimi 4 T + AE + sottovaso = terriccio, irrigazione dal basso, sottovaso con argilla espansa Di norma il sottovaso viene visto come un oggetto da porre sotto il vaso (o portavaso contenitore esterno alto), in modo che non resti l’indesiderata patina circolare sul piano d'appoggio del vaso. La funzione del sottovaso con la irrigazione dal basso consiste nel creare una riserva d’acqua alla base del vaso. Quando diamo l'acqua alle piante in vaso, regolarmente dall'alto, simuliamo una pioggia che va ad inzuppare il terreno; parte di questa acqua se ne va dal foro alla base del vaso, in parte viene trattenuta dal terriccio ed in parte evapora per i tepori domestici. In sostanza su 1 litro che diamo al vaso, si può considerare che più della metà viene persa. Pensiamo al terreno naturale dove vive la pianta, la maggior parte dell'acqua non viene dall'alto ma dal basso, viene cioè assorbita dalle radici proprio dal basso. Questo permette alle radici di prendere l'acqua che realmente è necessaria, senza inutili sprechi. LIMITI 1 Questa è una tecnica che ha un limite nell’altezza del sottovaso: - se il sottovaso è basso la riserva d’acqua sarà minima e molto probabilmente la pianta non riuscirà a ricevere la quantità d’acqua necessaria; - se il sottovaso è alto la quantità d’acqua in riserva sarà sufficiente anche per 1-2 settimane. 2 l’acqua in riserva nel sottovaso è a contatto con l’aria, quindi evaporerà con la conseguenza minor durata. L’uso corretto del sottovaso dovrebbe tener conto di questo principio (subirrigazione): riempite il sottovaso di argilla espansa, appoggiatevi il vaso e versate nel sottovaso l'acqua. Sostanzialmente in questo modo si cerca di creare le condizioni su cui si fondano le tecniche di subirrigazione trattate di seguito. Dal sottovaso l'acqua risale per capillarità attraverso lo strato di argilla fino alla base del vaso, qui per differenza di umidità viene richiamata dai fori del vaso e va ad inumidire il primo strato di argilla espansa dentro al vaso e il terriccio sovrastante ad esso. In questo modo possiamo innaffiare dal sottovaso (subirrigazione) dopo che la pianta ha propagato le radici in prossimità del fondo del vaso. 5 T + AE + IB = coltivazione in terriccio con fondo di argilla e irrigazione dal basso SUBIRRIGAZIONE con riserva d’acqua: assimilazione dell’umidità da parte della pianta tramite un sistema di assorbimento dal basso. Si avvicina alle tecniche di idrocoltura, però il substrato di coltivazione è terriccio e non argilla espansa (materiale inerte) e si innaffia con acqua senza aggiungere nutrimento. Il nutrimento alla pianta viene garantito dal terriccio stesso. E’ il metodo di coltivazione che più si addice allo stile di vita d’oggi: poco tempo, tanta voglia di buoni risultati e inesperienza. Questo metodo consiste nel mettere a dimora la pianta in un vaso con uno strato di 5-8 cm di argilla espansa sul fondo. Per aumentare la quantità d’acqua in riserva si può inserire un pannello in plastica con fori da posizionare sul fondo del vaso prima di inserire l’argilla espansa: in questo modo al di sotto del pannello si potrà avere una maggiore quantità d’acqua che manterrà bagnata l’argilla. L’acqua in riserva di fondo si trova tra e dentro ad ogni granello di argilla espansa; l’acqua per capillarità risalirà dall’argilla espansa al terriccio e quindi alle radici che affondano nel terriccio stesso. Le radici quindi ricevono l’acqua dal basso (fondo del vaso) come avviene in natura, quindi cresceranno in modo bilanciato andandosi a posizionare nello strato di terriccio che riceve sufficiente umidità per capillarità. Le radici crescono dove trovano terriccio umido da cui ne trarranno il nutrimento. Il fondo del vaso (non ha foro di scarico nell’uso per interni) ha una riserva d’acqua sufficiente per almeno un mese di vegetazione, inoltre dopo 20-30 giorni è bene lasciare la pianta senza acqua sul fondo per dar modo alle radici di ossigenarsi bene (periodo secco molto utile per il benessere della pianta). Il metodo di innaffiatura dal basso (subirrigazione) crea una situazione di umidità del terriccio omogenea; la pianta ne riceve un beneficio per la crescita razionale e costante, senza quindi subire il trauma delle innaffiature a intervalli di tempo. L’ossigenazione delle radici è importante e avviene grazie al fatto che l’argilla espansa (granuli di circa 1 cm di diametro) lascia passare aria tra un granello e l’altro. Il controllo del livello dell’acqua presente nel fondo di riserva si esegue con un indicatore (con galleggiante) inserito all’interno del carter o tubo in dotazione al vaso posizionato in un angolo. L’innaffiatura la si eseguirà proprio da questo carter o tubo in angolo, in questo modo si porterà l’acqua in riserva sul fondo senza dilavare il terriccio e obbligando le radici a ricevere l’acqua dalla base come in natura. Metodo particolarmente indicato per innaffiare una sola volta al mese. 6 INDOOR IN INTERNO: il vaso non ha il foro di troppo pieno, quindi il livello dell’acqua in riserva di fondo deve necessariamente essere controllato con l’indicatore di livello galleggiante. OUTDOOR IN ESTERNO: il vaso può ricevere acqua anche piovana, quindi per preservare la pianta il foro di troppo pieno lascerà fuoriuscire l’acqua in eccesso. In questo caso l’indicatore di livello può anche non esserci visto che ad ogni innaffiatura si potrà vedere quando l’acqua inizierà ad uscire per eccesso dal foro di troppo pieno. La fioriera MODULARTE per esterni ha un fondo con riserva d’acqua regolabile in altezza: è l’unica fioriera sul mercato che offre questa possibilità. E’ un importante punto di forza perché ogni pianta ha diverse esigenze e soprattutto un apparato radicale più o meno profondo. Quindi se si desidera tener in vaso piante con radici poco profonde e si desidera allo stesso tempo una fioriera alta, il fondo regolabile in altezza può risolvere il caso. Nel caso di radici poco profonde e una riserva d’acqua molto profonda la pianta soffrirebbe siccità perché l’apporto di umidità dal basso sarebbe minimo o nullo. 7 MATERIALI NECESSARI: • terriccio da fiori (a cui si può aggiungere torba, lapilli vulcanici, zeolite, sabbia…) • argilla espansa da posare sul fondo • corteccia di pino da posizionare alla base delle piante per mantenere umidità del terriccio sottostante. La fioriera MODULARTE per esterni ha un fondo con riserva d’acqua in plastica di proprio design e produzione. Il fondo ha 2 livelli di riserva d’acqua e il tubo in dotazione viene posizionato nel primo livello (1) alto di riserva d’acqua. L’acqua di innaffiatura dal tubo riempie la riserva d’acqua alta (1) e da questa tracima riempiendo la riserva di fondo (2). Sai nel fondo (2 - cm da 6-8) che nella riserva d’acqua perimetrale alta (1 – cm 3) viene posata l’argilla espansa. La riserva d’acqua mantiene umido per capillarità il terriccio in cui affondano le radici delle piante. La parte di terriccio più umida è la centrale della fioriera e grazie alla riserva alta di acqua (1) l’umidità arriva alle radici delle piante nel perimetro della fioriera di solito piante con radice più corta. Questo doppio sistema di riserva d’acqua, in combinazione alla possibilità di regolazione della profondità del fondo, consente la creazione del contenitore di coltivazione ideale per ogni tipo di pianta e combinazioni di piante proprio perché si adatta la profondità e l’apporto di umidità dal basso alle esigenze e tipo di piante. 8 L’ARGILLA ESPANSA si presenta in granelli di diametro da 8 a 12 mm di diametro, è molto leggera e viene acquistata in sacchetti nel garden center. Utilizzare SOLO argilla espansa per uso giardinaggio e non quella per usi edili. Messe a dimora le piante ricoprite il terriccio con 4-5 cm di CORTECCIA DI PINO, la quale ha una la funzione di mantenere umido il terriccio sottostante. La corteccia si acquista in sacchi in qualsiasi garden center. IINNAFFIATURA n dotazione alla fioriera viene dato un TUBO in plastica in cui innaffiare: in questo modo l’acqua arriva direttamente in riserva d’acqua garantendo quindi l’apporto di acqua dal basso alle radici come avviene in natura. PRIMO PERIODO: dopo l’impianto per le prime 6-8 settimane innaffiare dall’alto e dentro al tubo in riserva, in questo modo si terrà umido il terriccio dando modo alle radici di crescere e allungarsi in profondità per raggiungere la riserva d’acqua. DOPO E PER SEMPRE: dopo il primo periodo innaffiare SOLO nel tubo e quindi mantenere la riserva d’acqua: innaffiare a seconda della stagione 1 o 2 volte ogni 4 settimane. Grazie all’innaffiatura dal basso il terriccio non viene dilavato, quindi tutti gli elementi nutritivi del terriccio stesso restano a disposizione delle radici delle piante senza dover ricorrere a concimi. Solo dopo svariati anni sarà necessario concimare: ogni terriccio da fiori è ricco di nutrienti. 9 10 COME AVVIARE UN VASO CON RISERVA D’ACQUA Appena messe a dimora le piante innaffiare da sopra per dar modo alle radici di crescere e raggiungere il fondo in argilla espansa Le radici in 1-2 mesi crescono e si propagano, mentre il terriccio riceve umidità per capillarità dal basso della riserva d’acqua. Dopo un mese si può innaffiare SOLO da sotto mettendo acqua dal tubo che collega direttamente la riserva d’acqua, quindi senza dilavare il terriccio 11 AE + IB = coltivazione in argilla espansa e irrigazione dal basso = IDROCOLTURA PASSIVA Questa è la tecnica conosciuta come IDROCOLTURA PASSIVA. Con i metodi in idrocoltura (coltivazione denominata anche con il termine “idroponica”) le piante non ricevono il nutrimento dal terriccio, bensì dall’acqua a cui si è addizionato il nutrimento (liquidi o granuli disciolti in acqua = soluzione nutritiva). Con l’aggettivo “passiva” si indica il fatto che l’acqua dal fondo sale alle radici per capillarità, mentre con i sistemi “attivi” l’acqua (soluzione nutritiva) viene fatta circolare con una pompa, quindi irrigando le radici più volte ogni ora. elementi nutritivi (scelti a seconda del tipo di pianta). Anche in questo caso una settimana di secco ogni mese aiuterà l’ossigenazione delle radici per il benessere della pianta. Metodo particolarmente indicato per innaffiare una sola volta al mese. Rispetto al metodo precedente si addiziona l’acqua con elementi nutritivi, quindi si ha sotto controllo totale la crescita della pianta, mentre con il metodo precedente, in cui le radici assumono nutrimento dal terriccio, prima o poi si deve fertilizzare il terriccio (liquidi che troverete in ogni garden center). In entrambe i casi non si devo usare concimi naturali, questi possono portare parassiti e non riuscireste a controllare bene l’apporto nutritivo. Metodo molto usato negli ambienti pubblici e uffici dove la manutenzione viene affidata il appalto (interventi una volta al mese). Con i vasi Modularte potete coltivare in idrocoltura passiva . La coltivazione in idrocoltura PASSIVA è sostanzialmente come la precedente vista sopra con la variante: substrato tutto in argilla espansa e irrigazione con acqua addizionata di 12 AE + IA + pompa = ricircolo con pompa e irrigazione dall’alto = IDROCOLTURA ATTIVA La tecnica si fonda su: irrigazione con soluzione nutritiva e posa a dimora della pianta in substrato completamente in argilla espansa (l’argilla non apporta nutrimento serve solo per sorreggere la pianta e lasciare aria tra un granello e l’altro: ottima ossigenazione delle radici). In questo caso però anziché alimentare le radici per capillarità si aziona la pompa di ricircolo (36 volte al giorno per esempio per 3-5 minuti): la soluzione nutritiva viene pompata alla sommità del vaso e le radici ricevono una doccia di soluzione nutritiva, mentre l’argilla a grossa granulometria lascia passare bene l’aria consentendo ad ogni irrigazione una efficace ossigenazione. La sperimentazione è la chiave per trovare un programma ideale di pompaggio che si adatta al proprio ambiente e tipo di piante. Metodo particolarmente indicato per la coltivazione di ortaggi sui balconi e terrazzi, dove si cerca di ottenere il miglior risultato nel minor tempo possibile, quindi anche più di un raccolto per anno. Mentre non serve per la coltivazione di piante da appartamento dove non sono necessari cicli di crescita molto spinti. Richiede discreta esperienza nel programmare i cicli di irrigazione e le piante devono essere state coltivate in idrocoltura (oppure vedere come eseguire il passaggio nelle prossime pagine). 13 AE + IB + pompa + vassoio di allagamento = IDROCOLTURA ATTIVA flusso/deflusso Ci sono in idrocoltura attiva altri metodi sempre funzionanti con l’ausilio di una pompa come il caso qui esposto (metodo flusso e riflusso o anche detta per inondazione = E&F in inglese). La soluzione nutritiva viene pompata tramite una pompa di ricircolo, dalla riserva sul fondo al vassoio di allagamento su cui si appoggiano le radici che fuoriescono dal vaso contenitore della pianta; il vassoio si allaga fino al livello e un forellino lascerà scaricare lentamente l’acqua verso il fondo di accumulo, da cui verrà poi di nuovo pompata al vassoio di allagamento. Raggiunto il livello di scarico, la soluzione defluirà dal contenitore fino al serbatoio. Quando la pompa viene spenta, l'acqua di scarico tornerà completamente nel serbatoio. Per una buona riuscita di questa tecnica si dovranno sperimentare i giusti intervalli d'inondazione, indicativamente possiamo fissare 4 intervalli di inondazione giornaliera, da 15 minuti cadauno. Il vantaggio principale di questa tecnica è l’ottima ossigenazione delle radici della pianta, le quali dopo ogni inondazione restano all’aria e protette dentro la fioriera: intervallare sistematicamente nel tempo acqua con elementi nutritivi (inondazione) e aria si stabiliscono condizioni ottime per avere crescita veloce delle piante (ideale per ortaggi, non per piante da appartamento). 14 T + AE + IB = VASI CON RISERVA D’ACQUA E ASSORBIMENTO CON STOPPINO Il sistema consiste in un doppio vaso: un vaso esterno che contiene il tutto e funge da serbatoio dell’acqua sul fondo, e un vaso interno che contiene la pianta e il substrato di coltivazione da cui fuoriescono gli stoppini in nylon. Lo svantaggio è la mancanza di aerazione alle radici delle piante, con rischio di marciume all'apparato radicale a causa della fornitura costante di soluzione nutritiva, quindi si consiglia di miscelare il terriccio con un buon 30% di argilla espansa. Metodo indicato per piante di appartamento o anche in esterno. L’apparato radicale assorbe la giusta quantità di acqua richiesta dalla pianta stessa (corde in nylon che per capillarità inumidiscono gli strati di argilla e terriccio del vaso in cui cresce la pianta). La capienza del serbatoio (fondo del vaso contenitore) garantisce una sensibile diminuzione della frequenza di irrigazione (massimo una volta al mese). Con questo sistema si evitano dannosi ristagni d’acqua sul fondo del vaso che contiene la pianta dovuti ad un eccessivo innaffiamento in altri sistemi: qui il vaso interno che contiene la pianta non è immerso nella riserva d’acqua. All’installazione della pianta riempire la riserva d’acqua con 5 cm. di acqua, innaffiare comunque direttamente il terreno dall’alto per circa 4/6 settimane in modo da favorire il completo radicamento della pianta. Per raggiungere completamente l’apparato radicale della pianta installare più stoppini semplicemente forando il vaso interno e infilando gli stoppini sufficientemente lunghi e arrotolati nel terriccio e intorno alle radici. Questa tecnica è la stessa che si usa quando andiamo in vacanza lasciando le piante in casa. Infatti mettiamo uno o più stoppini di materiale assorbente da un secchio d'acqua alla pianta che piano piano succhierà la quantità d'acqua necessaria. 15 PIANTE E TERRICCIO Il suolo in natura è costituito da diversi componenti: sostanze minerali, radici delle piante, microrganismi, animali viventi, sostanza organica (humus) presente in vari stadi di decomposizione, acqua e atmosfera gassosa. La differente distribuzione di questi costituenti nel terreno produce una grande diversità a livello della microporosità con notevoli variazioni della permeabilità ai liquidi e ai gas del suolo. La maggior parte degli organismi viventi del terreno acquistano la loro energia e le loro sostanze nutritive direttamente dal terreno stesso, sia dai minerali, sia dalla sostanza organica e anche da altri esseri viventi presenti nel terreno stesso. La frazione minerale del terreno rappresenta un'importante sorgente di costituenti nutritivi, anche come magazzino di sostanze nutritive. Le argille minerali del terreno sono cariche negativamente e tendono ad adsorbire sulla superficie i cationi, quali ammonio, calcio, magnesio e potassio. I cationi legati in questo modo sono poi liberati nella soluzione circolante del terreno mediante un processo conosciuto come scambio ionico. In conclusione la presenza delle argille produce un grande effetto sul movimento delle sostanze nutritive del terreno stesso. Il contenuto di sostanza organica del terreno comprende piante, animali e residui microbici presenti in vari stadi di degradazione e rappresenta la sorgente principale della nutrizione microbica. L'aggiunta di sostanze organiche al terriccio è di notevole importanza ecologica ai fini della costituzione di una riserva di sostanze nutritive. Alcuni animali del terreno che utilizzano la sostanza organica sono chiamati saprofagi ed includono lombrichi. termiti, formiche, millepiedi, ecc. La microfauna del suolo non solo utilizza la sostanza organica del terreno per se stessa, ma si rivela particolarmente importante anche per altri microrganismi. Similmente alla frazione argillosa del terreno la frazione organica serve come magazzino e come sorgente di sostanze nutritive per gli organismi del terreno. 16 Differenza tra assorbimento e permeabilità del terreno In un terreno l'acqua filtra quando, cadendo per effetto della forza di gravità passa attraverso un terreno più o meno permeabile, come si può verificare versando l'acqua sopra diversi tipi di terreno (ghiaioso, sabbioso, argilloso). L’assorbimento invece vince la forza di gravità. Se innaffiamo una pianta che ha il suo sottovaso, vediamo che dell’acqua passa nel sottovaso, filtrando attraverso il terreno bagnato e una parte finisce nel sottovaso, ma dopo un po’ questa acqua viene assorbita dalla terra e poi dalle radici della pianta e scompare. L’assorbimento dell’acqua da parte di materiali particolari come in questo caso la terra, dipende dal principio qui esposto. L’acqua come tutte le sostanze è formata da molecole, che sono la più piccola parte della sostanza acqua. Queste molecole stanno unite tra loro per mezzo di una forza chiamata forza di coesione, che fa sì che, per esempio, si formi una goccia d’acqua. Esistono anche altre forze che si chiamano forze di adesione (che sono molto potenti negli adesivi come le colle), che fanno aderire l’acqua a molecole di altre sostanze, come il vetro del bicchiere, la nostra mano, quando la mettiamo dentro all’acqua, i panni quando li laviamo, ecc.; ecco perché diciamo che l’acqua bagna: un po’ delle sue molecole restano attaccate ad altri materiali costituiti anch’essi da molecole, ma di diverso tipo. Nella sostanza acqua le forze di ADESIONE sono maggiori di quelle di COESIONE. L’acqua si "arrampica" sulle pareti. Se le pareti sono molto vicine si "arrampica" ancora di più. L'acqua sale nei vasi capillari; l’acqua nei vasi capillari si dispone su livelli diversi, cioè più il capillare è sottile, più va in alto. Vedere il caso dei vasi con irrigazione a mezzo di stoppino (pezzo di corda di nylon) dove i migliori risultati di portata si ottengono con diametri di corda piccoli (2 mm), rispetto ai più grandi. I materiali che possono essere paragonati a capillari: carta assorbente, mattone, gesso, stoffa, terreno, cioè tutti materiali POROSI, dove i pori sovrapposti possono essere considerati come tanti tubicini. Ecco perché il terreno assorbe e perché un albero alto anche 100 metri riesce a fornire di acqua tutte le sue foglie, anche quelle più in alto, grazie ai sottilissimi vasi conduttori presenti nelle radici e nel fusto delle piante. Gli spazi che si formano tra i "granuli" che compongono il terreno formano come canali sottili (vasi capillari) dentro i quali l'acqua risale. Più i canali sono sottili e più in alto l'acqua risale. 17 Zeolite: granelli ad azione idratante del terriccio Nella preparazione del substrato di coltivazione nei vasi si dovrebbe ricorrere miscele di materiali che tengano conto delle esigenze delle piante da coltivare, quindi spesso si miscelano a terriccio da fiori con una buona parte di humus, sabbia, torba e materiali di vari tipo (granelli di roccia vulcanica, lapilli vulcanici, pomice, zeolite), spesso anche per alleggerire le fioriere per esigenze statiche del proprio balcone e terrazzo. La ZEOLITE è un materiale vulcanico dalle innumerevoli capacità benefiche sulle piante, infatti: è ricco di elementi nutritivi, quali fosforo, potassio, ferro, magnesio, calcio, manganese, molibdeno, indispensabile al corretto sviluppo delle piante. irrigazione; • Migliora la disponibilità nutritiva, evitando squilibri, durante le fasi di crescita; • Catturando i cationi del calcio del terreno trasforma il fosfato tricalcico (insolubile) in fosfato monocalcico (solubile). Da ricerche effettuate su piante in vaso si è osservato che le piante coltivate con la zeolite, riescono ad esplorare completamente il terreno a loro disposizione a differenza di quelle senza la zeolite, dove le radici vanno direttamente sulle pareti del vaso, limitando così lo sviluppo e facendo sì che le piante siano più soggette a stress idrici e termici. DOSE D''IMPIEGO 1 kg/ 50 lt di terriccio. INDICATO nella preparazione dei substrati di semina, integratore nei substrati di coltivazione per piante in vaso ed a terra. Vantaggi che offre: • Ha una notevole capacità dello scambio ionico (processo chimico-fisico consistente nello scambio del catione contenuto all'interno della struttura cristallina con ioni presenti in soluzione e che possiedono dimensioni e proprietà elettrostatiche compatibili con la struttura entro la quale vanno ad inserirsi); • Aumenta la ritenzione e la capacità idrica; • Riduce la durezza delle acque di 18 IRRIGAZIONE microrganica. L’acqua è elemento essenziale per la vita delle piante, in quanto è in diretta relazione con la quasi totalità dei processi fisiologici dei vegetali stessi. Nel rispetto di dette condizioni, diventa quindi assai importante stabilire i turni ed i volumi ottimali di annacquamento, in diretta relazione con le caratteristiche pedologiche ed ambientali nelle quali ci si trova ad operare. Agli effetti dell'assorbimento radicale è anche opportuno sapere come si comporta l'acqua nel terreno quando si interviene con l'irrigazione. Solo una minima parte (1 - 2% circa) dell'acqua assorbita dalla pianta viene effettivamente fissata per la formazione di nuova sostanza organica: tutto il resto ritorna nell'ambiente sotto forma di vapore, liberato per evapo-traspirazione dal terreno e attraverso i tessuti vegetali, in particolar modo attraverso le foglie. La traspirazione è in diretta relazione con la espansione della superficie fogliare, della luce, della temperatura e dell'umidità relativa ambientale. Le funzioni fondamentali dell'acqua si possono distinguere in: • fisiche: la solubilizzazione dei sali nei terreno, il loro assorbimento e veicolazione, come linfa grezza, fino alle foglie, oltre all’effetto di termoregolazione all'interno dei tessuti vegetali • chimiche: attività fotosintetica nella produzione dei carboidrati. E’ vitale la funzione dell'acqua per i vegetali, altrettanto importante è ricordare che nel terreno deve sempre esistere un giusto equilibrio con l'aria, quale fonte prevalente dl ossigeno. Alla sua presenza infatti sono dovuti i processi ossidativi delle sostanze nutritive e lo sviluppo dell'apparato radicale della pianta oltre che l'effetto positivo su una eventuale attività 19 CONCIMAZIONE Gli elementi necessari alla crescita di una pianta sono molti e si dividono in • Microelementi: azoto, fosforo e potassio • Mesoelementi: magnesio, calcio e zolfo • Macroelementi: ferro, boro, cadmio. Tipologie di concime: • organici: provengono da materiali vegetali o animali (esempio lo stallatico); • organico chimici: sono concimi composti da parte organica (solitamtente l’azoto in questi concimi è di origine organica) e parte chimica (nella maggioranza dei casi il fosforo e potassio sono di origine chimica o di sintesi); • chimici: sono concimi esclusivamente chimici o di sintesi. Sottoforma: pellettati: solitamente gli organici; in scaglie o granuli: sia chimici che organici; liquidi: sia chimici che organici. Adatti alle più svariate applicazioni : fertirrigazione: per bagnare le piante fogliari: per nebulizare le piante da "spargere": da lasciare sul terriccio (tipo i pellettati ). La buona concimazione deve innanzitutto tenere conto di 3 fattori: • il terriccio • l’esposizione • l’umidità Il vero motore per la crescita di una pianta è il sole, i concimi servono a dare elementi maggiori allo sviluppo di una pianta. Il concime ha il massimo dell’efficacia quando la pianta ha il massimo della sintesi clorofilliana, quindi è bene cercare di posizionare il vaso nella posizione più illuminata. Nel terriccio abitano una serie di batteri e funghi buoni che servono a degradare il concime e renderlo assorbibile per l’essere vegetale. Il concime chimico ha il pregio di avere un pronto effetto. Una pianta coltivata in terriccio povero di humus e ghiaioso, dove la flora batterica è inesistente, il concime rischia di essere dilavato o addirittura rappresentare un pericolo a causa della sua incompleta decomposizione. Lo stesso succede per i concimi organici, dove per essere resi utili per la pianta il tempo da aspettare è ancor maggiore in caso di terricci asettici senza humus. Un minimo di sostanza organica nel terriccio è necessaria, nulla vive nei sassi; inoltre più è potente il concime, più il terriccio deve contenere humus (concimare un olivo in sola pomice con urea pura (azoto al 45%) equivale a bruciarlo - usare l’urea su un olivo in piena torba vuol dire farlo crescere velocemente). Anche l’acqua svolge una funzione importante, è sia un veicolante (come nei concimi da fertirrigazione o fogliari) che un coadiuvante. Coadiuvante perché può influire sull’assorbimento del concime stesso in quanto potrebbe variare il ph del terreno rendendo non disponibili alcuni elementi necessari. Si può concimare con concimi potenti ma il terriccio non deve mai asciugare altrimenti le concentrazioni di salinità salgono e si danneggiano i capillari. Il miglior concime: • ha il massimo della disponibilità di macro e microelementi (i mesoelementi devono essere dati in base alle specifiche della pianta stessa, tipo calcio per drupacee, zolfo per acidofile …), 20 • ha il massimo della sicurezza (niente danni da eccesso) • ha il minor costo. Lo scambio cationico: perché è importante avere un terriccio con forte presenza di humus Per scambio cationico si intende la capacità di una "sostanza" di accumulare cationi per poi rilasciarli nel tempo. In parole povere alcuni elementi o minerali hanno una grande capacità di immagazzinare elementi nutritivi per poi rilasciarli lentamente nel tempo. L’humus (parte organica del substrato di coltivazione della pianta) ha un elevato scambio cationico, cioè è in grado di accumulare in se stesso una grande parte del concime per poi rilasciarla lentamente, vengono poi le argille e i minerali argillosi che anch’essi hanno un elevato scambio cationico. Nei terricci ciò che concorre allo scambio cationico sono le particelle di minerali che costituiscono il suolo e che riescono a fare da conduttore per il suolo stesso. Quindi legando lo scambio cationico con i batteri "digestori" (detti anche nitrificatori) si evince che quanto più in un terriccio vi è la presenza di humus o argilla, tanto il concime viene immagazzinato e distribuito equamente nel tempo. Nel caso della sola torba dove basta concimare una sola volta per avere una "riserva" di concime nel tempo, la capacità di scambio cationico è alta, mentre nella sola pomice dove la capacità di scambio cationico è bassa si è costretti a concimare più frequentemente. Per concludere sarebbe meglio • praticare una concimazione pellettata nei terreni ultradrenanti o composti da rocce a basso scambio cationico che verrebbero sciacquate di continuo (nel caso di coltivazione con irrigazione dall’alto), • mentre per i terricci più argilloso/torbosi si possono anche usare concimi liquidi. Ovviamente in caso di piogge prolungate (o innaffiature dall’alto in vaso) la disgregazione dei concimi organici sarà elevata e quindi anche in presenza di uno scambio cationico elevato molta parte delle sostanze verrà percolata dai fori di drenaggio. Ecco perché nella coltivazione in vaso si preferisce l’irrigazione dal basso che non porta a dilavare il terriccio e quindi ad impoverirlo. 21