Dal momento in cui Cristo è morto per noi,
possiamo scambiare la nostra morte con la sua
vita…
Gesù festeggia insieme a noi e apre il
passaggio dalla morte alla vita.
La più importante
celebrazione del
mondo fu quella di
Pasqua che Gesù
celebrò nel
cenacolo la sera
prima della propria
morte.
I discepoli
pensarono che
avrebbe
commemorato
la liberazione di
Israele
dall'Egitto;
Gesù celebrava
invece la
liberazione di
tutta l'umanità
dalla potenza
della morte.
In Egitto fu il
sangue
dell'agnello a
salvare gli
Israeliti
dall'angelo
sterminatore; in
quell'ultima
cena invece fu
Gesù stesso
l'agnello che
col suo sangue
avrebbe
liberato
l'umanità dalla
morte.
La morte e la risurrezione di Gesù sono la prova del
fatto che si può morire e ottenere la vita al tempo stesso;
questo è il contenuto proprio di ogni celebrazione
cristiana.
Gesù stesso paragona alla liberazione di Israele dalla schiavitù
in Egitto la propria morte e risurrezione, la cui azione redentrice
è indicata da allora con il termine di Mistero Pasquale; in
analogia al sangue salvifico dell'agnello in occasione dell'uscita
di Israele dall'Egitto (Es 12).
E' Gesù il
vero agnello
pasquale
che ha
liberato
l'uomo dai
lacci della
morte e del
peccato…
Per salvarci dalla morte Dio si cimentò in una
missione pericolosa e instillò la "medicina
dell'immortalità" (Ignazio d'Antiochia) nel nostro
mondo condannato alla morte - ossia il suo figlio Gesù
Cristo.
Padre e Figlio erano in questa missione legati
indissolubilmente, pronti ad affrontare la morte per
amore e in favore degli uomini. Dio volle compiere
uno scambio per salvarci per sempre.
Egli voleva darci la sua vita eterna perchè noi
gustassimo la sua gioia e voleva soffrire la nostra
condizione mortale, la nostra disperazione, la nostra
solitudine, la nostra morte, per condividere ogni cosa
con noi, per amarci fino alla fine e anche oltre.
La morte di Cristo è volere del Padre, ma non è la sua
ultima parola. Dal momento in cui Cristo è morto per
noi, possiamo scambiare la nostra morte con la sua
vita.
"DIO NON E’ VENUTO PER CANCELLARE LA SOFFERENZA.
EGLI NON E' VENUTO NEPPURE PER DARNE LA
SPIEGAZIONE, BENSI' EGLI E' VENUTO PER COLMARLA
DELLA SUA PRESENZA" (Paul Claudel).
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(da YOUTH CATHECHISM, per conoscere e vivere la fede della
Chiesa, Ed. Città Nuova, marzo 2011).
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