AUSL di Ravenna
Commissione AIDS
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Ausl di Ravenna- Progetto “25 volte no all’Aids”- Stato al 12 luglio 2006
La Regione Emilia Romagna
ha promosso la redazione di
nuovi
progetti
per
la
prevenzione dell’infezione da
HIV/AIDS che tengano conto
dei
cambiamenti
epidemiologici
intervenuti
negli
ultimi
anni,
così
riassumibili:
• riduzione dopo il ’96,
con
recente
stabilizzazione, dei nuovi casi di malattia (AIDS) segnalati per effetto dell’introduzione
della terapia HAART;
• persistenza del fenomeno di nuove infezioni, ora sostenute in maggior parte dalla
trasmissione eterosessuale;
• scarsa percezione del rischio e tardivo accesso al test della popolazione eterosessuale;
• aumento dell’età media dei soggetti colpiti
• aumento della sopravvivenza con cronicizzazione delle necessità assistenziali e terapeutiche
• globalizzazione dell’epidemia e aumentato rischio nelle fasce deboli fra cui la popolazione
migrante.
Fin dall’inizio dell’epidemia , Ravenna è stata caratterizzata da un alto numero di casi di AIDS,
trovandosi spesso fra le prime province in Italia in una regione che si colloca storicamente al
quarto posto in Italia.
Spesa farmacologica per i sieropositivi in trattamento nel 2003: oltre 3.500.000 euro.
Nel 2003 a livello di day hospital e ambulatorio di malattie infettive sono state visitate 1325
persone sieropositive di cui il 5% non UE.
Nel 2004 i casi di AIDS notificati erano per il 40% persone ultrasessantenni e nel 50% stranieri.
Si trattava di AIDS presenters, ossia di persone giunte alla diagnosi di AIDS ( cioè lo stadio
conclamato della malattia) nell’ignoranza o nella trascuratezza del loro stato di sieropositività.
Anche nel 2005, secondo i dati COA, la provincia di Ravenna ha avuto un tasso di nuovi casi di
8,2/100.000 abitanti ( seconda in Italia dopo Brescia e largamente prima in regione).
In questo quadro,che vede anche la ricomparsa di malattie ‘storiche’ a trasmissione sessuale come
la sifilide, è necessario predisporre azioni preventive efficaci e partecipate.
La caratteristiche del territorio e le sue capacità di risposta sociale , da un lato, le competenze
sviluppate in ambito scientifico-sanitario dall’altro, possono consentire, se si attiva una
mobilitazione di risorse con una buona strategia di informazione-formazione, di ‘trasformare i
problemi in opportunità’ .
Il progetto si caratterizza per la ricerca di un esteso partenariato nella società civile, allo scopo di
integrare le risorse , raggiungere con maggiore efficacia target differenziati di popolazione,
conferire slancio ideale al complesso delle iniziative. Il messaggio di fondo vuol essere positivo e
vitale, multietnico, costruttivo, orientato alla promozione dei comportamenti sicuri, evitando ogni
discriminazione , nella cornice di un’Europa allargata di cui ci sentiamo parte viva e dinamica.
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Il progetto prevede una campagna indirizzata alla popolazione generale e 3 sottoprogetti indirizzati
ai giovani, agli adulti e alla popolazione migrante e altre fasce deboli.
I progetti sono riuniti sotto il segno dello slogan“25 volte NO ALL’AIDS”.
Questo slogan ha una triplice significato:
-una collocazione in uno spazio geografico, che è l'Europa allargata a 25 paesi, del quale
vuole assumere l'orizzonte di valori
-una collocazione temporale , per il ricorrere, nel giugno 2006, dei 25 anni dall'inizio
dell'epidemia, con l'evoluzione da sindrome sicuramente mortale a condizione cronica ;
-una dimensione operativa: l’intento di realizzare una molteplicità di iniziative.
Il logo potrà essere presentato con
vari colori a seconda del contesto di
collocazione.
Si prevede di investire le maggiori energie
sul target degli adulti eterosessuali, , finora poco raggiunto da campagne di comunicazione
e scarsamente consapevole del rischio, com’è dimostrato dai dati epidemiologici, e
sul target migranti/fasce deboli, rispetto al quale si svilupperanno una serie di iniziative
mirate dopo una necessaria fase di ascolto e coinvolgimento , con attenzione a non costruire
nuovamente delle ‘categorie a rischio’ e a far rientrare gli interventi nell’ambito delle politiche di
integrazione mirate a ridurre la vulnerabilità sociale delle fasce deboli e a promuoverne l’effettivo
esercizio dei diritti.
Questo passo tratto dal recente documento della Commissione Europea (15.12.2005) illustra
molto bene il senso del richiamo ai valori dell’Europa:
Al progetto sono chiamati a partecipare , quali interlocutori intermedi ed agenti di cambiamento:
• Comuni
• Associazioni di categoria
• Associazioni di volontariato
• Associazioni di mediatori culturali
• Associazioni di donatori di sangue
• Associazioni e comunità di immigrati
• Sindacati e associazioni datoriali
• Gestori di strutture di divertimento
• Scuole
• Enti , organizzazioni, opere che forniscono assistenza/sostegno a fasce deboli.
Molti dei contatti necessari sono stati già presi in fase di redazione del progetto .
Gran parte del progetto quindi è costituita da interventi di informazione/sensibilizzazione a livello
di piccolo gruppo.
E’comunque necessaria anche la produzione di strumenti per la comunicazione, la cui realizzazione
è stata affidata ad una ditta esterna (Studio Kolpito! di Faenza ) e che sono presentati di seguito.
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Messaggio promozionale iniziale, rivolto a tutta la popolazione
Il messaggio deve avere alcune caratteristiche:
-essere rivolto alla popolazione sessualmente attiva;
-non essere discriminatorio nei confronti di alcuna categoria di popolazione;
-non spaventare, ma trasmettere un atteggiamento positivo.
Entro questi criteri dovrà essere realizzato uno spot filmato di 30” che presenti lo slogan “25 volte
NO all’AIDS” e rechi un messaggio multilingue.
Verrà sviluppata un’animazione con figure nere su sfondo sabbia col motivo di una coppia (
eterosessuale, trentenne) (versione per pc ancora non disponibile)
A ciò andrà affiancato un passaggio radiofonico e/o sui giornali e la distribuzione di materiali
cartacei in formati economici ( cartoline) che riprendono l’immagine dei due profili con la scritta
‘make safe love’ in varie lingue.
Una delle immagini –
simbolo sarà la ragazza
con
la
collana
di
preservativi, in una forma
che presenta il profilattico
come oggetto ‘prezioso’ .
La
cartolina
viene
presentata senza testo.
I
riferimenti
della
campagna sono sul retro .
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Interventi rivolti ad un target giovane
Si dovrà promuovere l'uso del profilattico come atto non necessariamente legato alla trasgressione ma
piuttosto come normale gioco all'interno della coppia. Come azioni sono state individuate le seguenti:
-Distribuire profilattici nelle strutture turistiche costiere e in altri ambito di divertimento giovanile
nell’ambito di iniziative di sensibilizzazione a comportamenti sicuri.
-Promuovere la collocazione di distributori di profilattici con logo riconoscibile nei luoghi di
divertimento e incontro frequentati da giovani, strutture turistico-ricreative,campeggi.
Sono stati acquistati 12.000 profilattici che potranno essere distribuiti in vari contesti nei quali comunque
sarà presente una relazione fra operatore e utente.
Si attueranno quindi degli interventi integrati con quelli che già vengono svolti nel contesto di luoghi di
divertimento frequentati da giovani,, e precisamente:
-il progetto Sicuramente al mare gestito dal SerT di Ravenna
-il progetto Extasy gestito dal SerT di Lugo
-il progetto Fra le righe gestito dal SerT di Faenza.
I profilattici dal mese di agosto verranno presentati confezionati in bustine con messaggio promozionale
e informazioni sintetiche, in tre versioni .
Inoltre una parte dei profilattici presentati con le bustine verranno distribuiti nell’ambito del progetto
‘regina di cuori’ a parrucchieri / estetisti (allo studio una quarta versione che riprende la cartolina dei
due profili).
2) Interventi con metodi consolidati effettuati da SerT e Cons. familiari nelle scuole medie inferiori e
superiori ,promovendo la collaborazione anche con AVIS / ADVS e centri MST.
Sono stati svolti nell’anno scolastico 2005-2006 nei tre distretti da SerT e Consultori familiari
raggiungendo circa 90 classi.
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3) Progetto Un segno di maturità : Incentivazione alla redazione di
tesine di maturità attinenti l’aids , con invito ai ragazzi a rivolgersi ai
Servizi per la documentazione e l’incontro con gli operatori , con
successiva valorizzazione degli elaborati ( pubblicazione ,premi ,etc.)
Questo progetto si propone di fare cultura sull’aids, come malattia che
ha una dimensione storica sconosciuta alle altre malattie infettive, per
l’impatto sociale che ha avuto nella sua diffusione, arrivando a
condizionare le possibilità di sviluppo di molti paesi del globo.
L’approccio in questa accezione è stato difficile rispetto alla
scuola. E’ stato proposto un corso di formazione aperto a
insegnanti e operatori sanitari, multidisciplinare, ( da letteratura
e filosofia alle arti visive ,al diritto, ad aspetti economici).
Il materiale del corso è stato raccolto in un CD
( Non solo un virus-cosa può insegnare l’infezione da HIV)
che potrà avere vari utilizzi. Il corso è stato molto apprezzato
dagli operatori sanitari ma è stato seguito da pochi insegnanti,
per cui non si è avuto l’effetto trainante sui ragazzi che si
attendeva. L’argomento è stato scelto per la tesina d’esame da
una ragazza frequentante l’Istituto d’arte. Si sta studiando la
migliore valorizzazione del percorso da lei proposto.
4)offrire brevi percorsi formativo-informativi sull’AIDS
con i criteri della formazione degli adulti nei percorsi di recupero scolastico (scuole serali) e in corsi
professionali.
Questa azione si è programmata per il 2007.
Ritenendo di grande importanza l’integrazione multietnica rispetto alle nuove generazioni ,
riallacciandoci ai progetti rivolti alla popolazione immigrata, si proporrà un concorso di idee per
un cortometraggio, il cui progetto è allo studio,collegato al concorso internazionale ‘Scenarios
for Africa’ (vedi oltre).
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Interventi rivolti ad un target adulto
Si è ricercato un accordo con le associazioni di artigiani e commercianti che rappresentano nel nostro
territorio una parte rilevantissima dell’attività economica e sono caratterizzate, per le loro ridotte
dimensioni,da un rapporto spesso confidenziale con il cliente. I titolari delle attività possono essere al
contempo un target diretto e destinatari intermedi della campagna .
In particolare si chiederà di interessare le ditte relative al mondo dell’auto (venditori e
autoriparatori)(progetto Donne e motori) e dell’estetica (acconciatori maschili e femminili, estetiste)(progetto
Regina di cuori)
Ad oggi sono stati realizzati per il
progetto donne e motori i seguenti
prodotti:
3 immagini , realizzabili in forma di
cartolina, poster o altro materiale
cartaceo, che giocano sull'analogia
dispositivi meccanici di sicurezzacondom come dispositivo di
sicurezza.
Fra i vari dispositivi di sicurezza si
sono scelti l’airbag e l’esp perché
generalmente ben accetti e associati
all’idea di una guida moderna ed
evoluta.
Sta per essere prodotto un
calendario( bozza elettronica non
disponibile)
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Si è considerato che nel periodo estivo tutti gli esercizi commerciali della costa sono potenzialmente buoni
destinatari di prodotti promozionali. In particolare possono essere interessati i bar degli stabilimenti balneari,
tabaccherie e altri esercizi che vendono cartoline, alberghi e campeggi.
Per questi esercizi possono essere indicate tutte le immagini prodotte, informa di
-cartoline
-tovagliette
Le stesse immagini possono essere riprodotte su altri supporti,
come quadernini da collezione.
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E’ stato prodotto come strumento di un intervento informativo un opuscolo pieghevole di piccole dimensioni
(9,5 cm di lato) con un testo agile e un linguaggio semplice, che verrà stampato in italiano, francese, inglese,
romeno e albanese.
L’opuscolo contiene in forma semplificata i punti in cui si può fare il test dell’HIV in forma anonima
e gratuita; c’è il rimando al sito dell’Ausl e al sito helpaids.it per informazioni più dettagliate.
L’opuscolo verrà distribuito durante l’estate nelle strutture ambulatoriali e di primo accesso
dell’Ausl, successivamente ai medici di base ( dopo un loro coinvolgimento) e laddove vi è una
collaborazione attiva in ambito sociale ( volontariato, ecc).
Alla redazione dell’opuscolo ha
collaborato la sezione locale dell’associazione NPSItalia ( network
Italiano persone Sieropositive).
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Da sviluppare nell’autunno/inverno:
-collaborazione coi medici di medicina generale
-acquisto di spazi su giornali locali ( compreso il giornale multietnico Città meticcia)
-sviluppo di altri prodotti (bustine di zucchero, adesivi)
-con AVIS /ADVS e FIDAS:
Tovagliette di carta a tema( umoristiche da un lato, informative dall’altro ) per le feste e le sedi di donazione.
Studio di un percorso di formazione sul counselling per i medici addetti alla selezione del donatore.
Materiale sulla prevenzione della malattie trasmesse sessualmente , sulla protezione delle ferite , sul piercing
nelle sedi di donazione.
- nei luoghi di lavoro:
Con le associazioni datoriali e i sindacati : incontri per sensibilizzare alla diffusione di informazioni e ai
principi di tolleranza nei confronti del sieropositivo ,successiva distribuzione di materiale informativo
(c’è un accordo di massima con una azienda , al momento non operativo)
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Interventi rivolti al target della popolazione migrante e ad altre fasce deboli
Si riteneva necessaria una fase preparatoria diretta all’ascolto e alla informazione delle comunità
organizzate di immigrati e quindi al loro coinvolgimento nella elaborazione e realizzazione degli interventi .
I principi che si sono affermati sono i seguenti :
• le iniziative devono essere compatibili o rientrare nell’alveo delle azioni sociali intraprese per
l’integrazione degli immigrati ( la riduzione della vulnerabilità collettiva deve essere associata alla
riduzione del rischio individuale);
• devono garantire che non si costituisca nell’immaginario collettivo una nuova categoria a
rischio;
• devono rassicurare le comunità sulla riservatezza garantita dal Servizio sanitario, perché lo stigma
sociale associato all’AIDS è molto forte in alcune culture, e la paura che la sieropositività possa
pregiudicare il rapporto di lavoro è un elemento critico , stante anche l ‘attuale legislazione
• devono coinvolgere i rappresentanti delle comunità .
Pertanto non si progettano interventi a larga scala, ma interventi mirati.
La fase di ascolto e coinvolgimento è tuttora in corso in corso di svolgimento ma ha già prodotto risultati; si
è articolata nei seguenti passaggi:
•
•
Informazione sul problema nell’ambito del gruppo immigrazione dei Piani di zona
Informazione e coinvolgimento delle rappresentanze elette e delle associazioni degli immigrati:
incontro nel 2004 con la rappresentanza degli immigrati di Ravenna; incontro nel 2005 con la
Consulta degli immigrati di Cotignola; incontro e successiva assemblea informativa il 7 marzo 2006
con le associazioni di immigrati di Ravenna.
• Indagine documentaria sugli interventi effettuati nei paesi di provenienza degli immigrati.
Da questa indagine è emerso che sono stati effettuati nei paesi africani oltre a molte iniziative di carattere
teatrale anche la realizzazione di cortometraggi . In particolare, si è preso contatto con l'organizzazione
Global Dialogues Trust, che ha realizzato dal 1997 al 2005 una serie di concorsi di idee fra i giovani
africani di vari paesi,in esito dei quali sono stati prodotti ben 23 cortometraggi , raccolti in due
videocassette (”Scenarios from Africa” e “Scenario from Sahel”).
Il contatto ha avuto un esito positivo e si è ottenuto la cessione gratuita di tali cortometraggi, che sono
stati , su loro autorizzazione, riversati su DVD e masterizzati producendone 200 copie complessive, in
tre lingue diverse ( inglese, francese e wolof) .
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•
•
•
•
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Si è organizzato un corso di formazione rivolto a mediatori culturali, rappresentanti di comunità
immigrate, associazioni di volontariato, enti pubblici o privati che si occupano di immigrazione,
operatori sanitari di servizi a frequente contatto con immigrati.
Il corso , realizzato con la collaborazione dell’associazione NPS e dello scrittore algerino Tahar
Lamri, prevede tre giornate di cui sono state svolte le prime due il(“Hiv e migranti”una
prevenzione partecipata -30 giugno e 1° luglio), nelle quali, oltre ad una parte informativa , si è
presentata la collezione di cortometraggi simulandone l’utilizzo nel contesto di discussione di
piccolo gruppo .I DVD(”Scenarios from Africa” e “Scenario from Sahel”) sono stati distribuiti a
mediatori culturali e associazioni che si sono impegnati ad utilizzarli nelle modalità concordate
durante il corso.
Durante il corso sono emerse indicazioni importanti per il target ( gravi difficoltà di accettazione
della sieropositività, pregiudizio nei paesi di origine per chi rientra da paesi occidentali)
La giornata di ripresa a ottobre servirà per valutare le esperienze fatte, affrontare l’uso dei film in
altri contesti , in particolare formativi. Si ricercheranno nel frattempo materiali analoghi
relativamente agli immigrati dei paesi dell’est.
Si individuano una serie di canali da utilizzare per la distribuzione dei pieghevoli informativi in lingua e per
la proiezione dei cortometraggi, principalmente in forma di discussione di piccolo gruppo con conduttore
formato, ma anche con la semplice proiezione in sala d’attesa (i cortometraggi sono di grande efficacia ,sono
‘delicati’ nell’approccio al tema per cui risultano gradevoli)
-Ambulatori per immigrati non regolari dell’Ausl e della Caritas.
-Consultori familiari.
-Ambulatori e reparti di ginecologia e ostetricia ( momento della gravidanza, del parto e dell’IVG)
-Mercati (soprattutto per le donne).
-Dormitorio di Ravenna.
-Centro per richiedenti asili del Comune di Ravenna.
-Progetto oltre la strada per donne che si prostituiscono.
-Drop in per le transessuali d Lido di Classe
- Casa delle culture di Ravenna
-Centro di ritrovo per le donne immigrate di Alfonsine,
-Spazio Donna di Massalombarda
-Luoghi di lavoro con presenza di stranieri
-Sportelli per stranieri.
-Incontri a tema / eventi culturali –ricreativi per le donne immigrate.
-Corsi di italiano per stranieri.
-Centri di accoglienza della Caritas e delle cooperative sociali.
E’ ragionevole pensare che verranno fatte alcune iniziative con i servizi e le persone (volontari o meno) più
motivati e che questi canali verranno utilizzati progressivamente.
Alcuni interventi sono già stati fatti, in particolare presso un target di estrema difficoltà ,quello dei rifugiati.
Ravenna è un dei comuni della regione che aderiscono al Piano nazionale richiedenti asilo. Per i richiedenti
asilo , nel periodo che precede il riconoscimento dello status di rifugiato, durante il quale non possono
lavorare , si sono allestiti centri di accoglienza, in appartamenti, dove sono seguiti da personale dei servizi
sociali e da volontari.. A Ravenna esistono 3 centri, una casa che ospita 6 donne e due bambini, due case che
ospitano nel complesso 23 uomini, di varia nazionalità ( eritrei, curdi,liberiani, congolesi, ivoriani e altri).
L’intervento con le 6 donne rifugiate è stato svolto con un percorso di 3 incontri, assistito da mediatrici; si è
partiti da tematiche concernenti la casa per familiarizzare, poi si è passati al tema della salute della donna,
infine alle malattie trasmesse sessualmente, con utilizzo di immagini a partire dal secondo incontro e di 3
cortometraggi nel terzo incontro. L’esito è apparso positivo per la buona relazione che si è instaurata.
Con il gruppo di 14 profughi presenti a Piangipane si è effettuato un singolo incontro nel quale si è trattato
quasi subito il tema dell’AIDS, riscontrando che c’è una discreta informazione e una buona consapevolezza
del rischio e delle modalità di trasmissione, e che l’ostacolo principale per fare il test è nel timore che
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l’eventuale sieropositività pregiudichi la possibilità di lavorare,oltre a creare problemi per la vita
comunitaria. Anche in questo caso è stata fondamentale la presenza di mediatori,in particolare per la lingua
curda e araba. I cortometraggi si sono rivelati un ottimo strumento per innescare la discussione portandola
sul terreno delle emozioni realmente vissute e dei comportamenti concreti.
Un intervento simile è allo studio per il Dormitorio di Ravenna, , istituito da alcuni anni, aperto a persone
senza fissa dimora italiane e straniere ( ma non clandestine).
I corsi di italiano per stranieri, laddove sono ben fruiti, costituiscono un ottimo ambito di intervento a
condizione di non snaturarne la funzione, costruendo anche in questo caso incontri a tema con ascolto dei
bisogni sulla salute e trasmissione diretta di informazioni , in modo formalizzato come unità didattica, dopo
avere formato i facilitatori linguistici.
La collaborazione con le forme di rappresentanza dei cittadini stranieri ( si tratti di associazioni o di
vereconsulte elette,come a Ravenna e Cotignola) risulta fondamentale per l’efficacia degli interventi e in
particolare per ottenere la necessaria fiducia rispetto al messaggio che si vuole trasmettere.
Questo si è visto particolarmente bene nella sperimentazione effettuata a Cotignola nel 2005 in cui un
intervento sulla salute si è svolto al termine di un corso di italiano voluto dalla Consulta immigrati per
donne straniere ,in prevalenza marocchine e prive di scolarizzazione precedente.
In questo caso gli accordi preventivi con la Consulta, il fatto che i capifamiglia avessero approvato il piano di
intervento, la collaborazione col Comune, ha fatto sì che si sia avuta una buona compliance .
Tecnicamente risultano sempre importanti la preparazione interculturale degli operatori , la presenza di
mediatori interculturali e la disponibilità di immagini da proiettare. Nei confronti del target femminile è
particolarmente importante la cura del percorso ( sempre graduale).
In linea generale è importante che i percorsi siano interfacciati coi piani di zona perché i temi della salute
non possono essere trattati a prescindere dalle problematiche della casa, del lavoro, della presenza legale e in
generale della partecipazione. E’ altrettanto importante che contestualmente vi sia una effettivo sviluppo di
azioni per facilitare la conoscenza del sistema sanitario e l’accesso alle prestazioni sanitarie.
In ambito sanitario è proseguita l’attività di counselling con l’ausilio di mediatori culturali indirizzate
alla prevenzione primaria, secondaria o terziaria nei confronti di soggetti che pervengono al sistema sanitario
con problematiche a rischio.
Luoghi elettivi per interventi di prevenzione sostenuti da mediatori/mediatrici sono gli ambulatori di
malattie infettive ed MS, i i consultori familiari e pediatrici, gli ambulatori ostetrici (gravidanza/parto/IVG),i
corsi di preparazione al parto da poco partiti per l’utenza immigrata, gli ambulatori rivolti agli stranieri
irregolari.
In particolare la gravidanza , il parto , la richiesta di IVG rappresentano momenti essenziali per interventi di
informazione e sostegno;occorre pertanto aumentare la disponibilità di mediatrici in questi ambiti .Possono
essere d’ausilio brevi testi contenenti indicazioni di base nonché indirizzi e telefoni dei punti a cui rivolgersi,
anche redatti su materiale ‘povero’ .
Un’esperienza da poco avviata nel reparto di ostetricia di Faenza, con una giornata di accoglienza
quindicinale per le donne, gravide e non , con presenza di mediatrici, potrà essere monitorata per valutare
l’efficacia dell’intervento delle mediatrici e degli strumenti cartacei e multimediali finora a disposizione. Un
obiettivo individuato è la proposta routinaria del test HIV nei casi di IVG.
I soggetti sieropositivi vanno considerati fra le fasce deboli che a differenza di altre non hanno una visibilità
sociale su cui fare leva; ciò li espone ,oltre che a solitudine e sofferenza individuale ,anche al rischio di non
poter fruire pienamente dei propri diritti.
La piena e fattiva collaborazione che si è realizzata con l’associazione NPS , presente a Ravenna con alcuni
rappresentanti particolarmente attivi, costituisce una buona premessa. Oltre alla collaborazione per la
realizzazione di prodotti informativi e per iniziative formative, i volontari di NPS hanno aperto uno spazio
informativo presso una sede Ausl il sabato mattina e danno ua disponibilità telefonica quotidiana in una
fascia oraria definita per persone che richiedono informazioni o aiuto . Inoltre ,nel recente corso Hiv e
migranti si sono poste le premesse pe runa collaborazione fra mediatori culturale e associazione NPS , a
partir dallao studio comunedelle peculiari difficoltà che gli immigrati incontrano rispetto all’accettazione
della sieropositività, della necessità della terapia e all’esercizio di alcuni diritti ( in particolare tematiche
pensionisitiche).
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Con la Casa famiglia di Borgo Montone che accoglie persone sieropositive e in AIDS si è proseguita la
collaborazione con la realizzazione di un’indagine , in collaborazione con la Seconda Circoscrizione del
Comune di Ravenna e il Comitato Cittadino, nella borgata che ospita la casa. Sono stati distribuiti casa per
casa 1500 questionari; il ritorno(18%) è ststo modesto, tuttavia i risultati mostrano che: vi è una buona
informazione sulle modlaiutà di trasmissione, una insufficiente conoscenza della diffusione della
sieropositività(sottostima), il persistere di un atteggiamento moralistico nei confronti dei sieropositivi,non
accompagnato tuttavia da atteggiamento discriminatorio.Chi frequenta la casa ( vi sono spazi fruibili dagli
esterni: un ambulatorio gratuito per chi ha bisogno di iniezioni intramuscolo, diversi orti e la chiesa interna)
dimostra di avere una migliore informazione e una caduta dell’atteggiamento discriminatorio ( dati in corso
di pubblicazione) .
L’informazione via web e la sua promozione.
In tutti i prodotti cartacei elaborati vengon segnalati i siti helpaids. It ed npsitlaia.it.
Inoltre si stanno allestendo alcune pagine web dedicate all’AIDS sul sito dell’Ausl di Ravenna, che
conterranno:
-gli elementi della campagna informativa
-informazione pratiche
-approfondimenti (dati locali, approfondimenti scientifici e culturali)
-link a siti selezionati
L’utilizzo di Internet cresce esponenzialmente, così come la possibilità di scaricare facilmente materiali
multimediali; pertanto questo mezzo dovrà essere curato con sempre maggiore attenzione.
Il coordinatore della Commissione AIDS
dell’Ausl di Ravenna
Dott.ssa Cosetta Ricci
Ravenna, 12 luglio 2006
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