PERSONE
OGGI,
A QUASI
95 ANNI,
HA APPESO
LE SCARPETTE
AL CHIODO.
È L’ICONA
DEI MASTER
ITALIANI
Vittorio Colò
lo stop dopo
ROSA MARCHI
www.atleticanet.it
Foto: S. Tempera
77
stagioni
d’atletica
L’UOMO CAPACE
DI SALTARE 3 METRI
NEL LUNGO A 93
ANNI DICE BASTA.
UNA CARRIERA
MAGNIFICA, AL LIMITE
DELL’INCREDIBILE.
LO ABBIAMO
INCONTRATO NELLA
SUA CASA A POCHI
PASSI DA UN LUOGO
SACRO A TUTTI I
CORRIDORI MILANESI
Nel loro appartamento a pochi
passi dalla pista di atletica XXV
Aprile di Milano, Vittorio Colò e
la moglie Enrica mi accolgono con
grande calore. «Perché vuoi intervistare questo vecchiaccio che non
ha nulla da dire?», mi chiede dissimulando con tono burbero l’emozione
dell’essere intervistato. Sorrido, pensando che quest’uomo eccezionale,
dall’intelligenza acuta e dall’ironia pungente, di cose da dire ne ha, eccome.
Quasi 30 anni di atletica master ad altissimo livello; le ultime gare
nell’ottobre 2004, ai campionati di società di Formia. Ricordo ancora il
silenzio quasi sacrale, a testimoniare rispetto, ammirazione ed emozione
che univa giudici, pubblico e atleti, nel vedere il quasi novantatreenne di
allora saltare in lungo 3 metri esatti.
CORRERE /107
PERSONE
Vittorio Colò
in azione.
Ancora oggi
è detentore
di quattro
record
mondiali di
categoria
(Foto: R. Marchi)
«Nel 2005 sono
stato operato per un
aneurisma all’arteria
femorale e la mia
salute ne ha risentito
– mi spiega così le
motivazioni del suo
stop –. Riesco a fare
ancora qualche
cosetta, quello che
serve per prendere
un autobus al volo,
ma nulla di serio.»
La moglie precisa:
«In realtà dopo
l’operazione si era
un po’ illuso di
poter tornare in
pista. Stava preparando la gara del
martello con l’obiettivo del record del
mondo per la categoria M95, ma la
gamba era troppo
debole e ha dovuto
rinunciare».
Gli chiedo di ripercorrere la sua
storia di atleta partendo dal suo
primo incontro con l’atletica leggera, che avvenne ben 77 anni fa.
«Mentre frequentavo il liceo a Riva
del Garda, la mia cittadina di origine, venni contattato per partecipare
al Gran Premio dei Giovani, una
specie di Giochi della Gioventù.
Era il 1929, e grazie alla mia poliedricità riuscii a qualificarmi nel
pentathlon per la finale nazionale.
Fino a quando mi sono laureato, nel
1938, in chimica industriale, ho
sempre praticato l’atletica, spaziando in tutte le specialità. Sono stato
anche detentore del record regionale trentino di salto triplo.» Mi
mostra un libro sulla storia sportiva
« Mi comporto un po’
come il mio gatto quando
gioca con la sua coda.
Quando sono
in pista io sono
felice; mi piace farlo, è
come un gioco »
108/ CORRERE
di Riva del Garda. In copertina è
riportata una foto propagandistica
del Ventennio che ritrae tre atleti.
«Fu scattata durante l’inaugurazione del campo sportivo, nel 1931. Io
sono quello di sinistra, quello che
tiene il disco in mano.» Rimango
assorta a fissare la foto, cercando di
ritrovare, in quel bel ragazzo
muscolato di allora, l’esile atleta
ultranovantenne che conosco. Gli
occhi, penso, quelli sono gli stessi,
vivi e limpidi. Dopo la guerra ritorna nuovamente in pista. «Dal 1946
al 1953 gareggiavo nel decathlon
per la squadra della Quercia
Rovereto. Riuscivo sempre a piazzarmi tra il 5° e il 6° posto, agli
assoluti. Smisi completamente a 42
anni.» E poi com’è che iniziò l’attività master? «Dopo una vita lavorativa dedicata alla ricerca farmaceutica, nel 1972 andai in pensione e
iniziai a fare l’allenatore di atletica,
attività che ho continuato fino a un
anno fa, occupandomi dei ragazzi
dell’Atletica Riccardi Milano. Nel
1977 venne organizzata la prima
edizione dei campionati italiani
master, alla quale partecipai grazie
all’insistenza di Cesare Beccalli
(l’attuale presidente della WMA, la
federazione mondiale dell’atletica
master, nda), vincendo i 100 m
nella categoria M65. Da allora ho
quasi sempre gareggiato.»
Colò ha quindi vissuto in prima
persona tutta la storia dell’atletica
master in Italia, comprese le avversità e le polemiche che questo
nuovo movimento suscitava. Mi
dice: «Forse non tutti sanno che nel
1993 la Fidal propose, durante i
Mondiali a Miyazaki, di non permettere agli atleti ultrasessantenni
di competere. Fortunatamente tutte
le altre nazioni votarono contro
quella proposta».
Poi l’esperienza a Scommettiamo che..., la trasmissione della
RAI che rese noto al grande pubblico il mondo dei master, insieme
a Sobrero, Sansonetti e Marabotti.
«Onestamente mi è sembrata una
cosa un po’ artificiale – mi confida –. Divenni improvvisamente
famoso. Mi chiamava gente da
tutta Italia per complimentarsi. Ma
come, mi chiedevo, tutto questo
interesse per una frazioncina in una
staffetta e del mio record nel
decathlon a 85 anni nessuno sa
nulla?»
Già, il suo record nel decathlon
fu stabilito a Durban durante i campionati mondiali del 1997, quando
l’ottantacinquenne Colò si aggiudicò ben 7 medaglie d’oro: «Quella
gara venne disputata sotto una pioggia battente. Fu difficile ma esaltante, come quando da giovane feci il
giro del lago di Garda con un sandolino, una coperta e un po’ di cibo.
Forse le due esperienze sportive più
emozionanti della mia vita».
In tanti anni Colò ha collezionato numerosi titoli, medaglie e primati. È attualmente detentore dei
record mondiali over 90 dei 200 m
(40”00), salto in lungo (3,09), 60 m
indoor (10”73) e triplo indoor. Sì,
proprio il salto triplo, con tanto di
rincorsa, stacco, balzi e arrivo in
buca: 6,52 m. Da non crederci.
Ma quanto, in tutti questi anni,
l’ha spinta l’agonismo, e quanto
invece il piacere di fare atletica?:
«Mi comporto un po’ come il mio
gatto quando gioca con la sua coda.
Quando sono in pista io sono felice;
mi piace farlo, è come un gioco».
Mentre mi accompagna alla fermata della metro parliamo della
sua scelta di non utilizzare i blocchi nelle gare di velocità (possibilità prevista nelle gare master):
«Mi ispiro alla tecnica di Borzov,
con 3 appoggi, al fine di sfruttare
la migliore inclinazione del
busto», mi spiega mentre, avvolto
nel suo elegante cappotto grigio,
piega le ginocchia, la schiena e
appoggia una mano a terra. Poi,
inaspettatamente, parte con uno
scatto deciso e agile, facendo strabuzzare gli occhi a una signora
incrociata nel sottopasso. Pochi
metri, quanto basta per farmi
sognare questo straordinario uomo
e atleta di nuovo in pista ai campionati mondiali master di
Riccione 2007. c
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d`atletica Vittorio Colò lostopdopo