Fra Cristoforo “Verrà un giorno…” Indice La sua storia Quadro storico Il suo ruolo nel romanzo Lo scontro I valori del frate Presenza nel romanzo Confronto Lodovico Fra Cristoforo La conversione di Lodovico. Lodovico uccide un uomo L’uccisione dell’uomo porta Lodovico alla conversione per dare un nuovo senso alla sua vita Pubblica richiesta di perdono alla famiglia dell’ucciso Cammino di espiazione delle colpe Il padre mercante I nobili Il servo oppositori aiutanti Lodovico Il novizio Cristoforo oppositori I nobili parenti aiutanti Il fratello dell’ucciso I padri cappuccini Quadro storico della società del ‘600. Pregiudizi legati alla rigida divisione in classi Futile galateo Orgoglio di casta Preludio al perdono Il personaggio “inventato” di fra Cristoforo assume gli aspetti caratteristici di un uomo “vero” del Seicento Lodovico Il nome di Padre Cristoforo prima della conversione. Aveva ricevuto un’educazione signorile. Era stato abituato a essere trattato con molto rispetto. Di indole onesta e insieme violenta lo portava a difendere sempre i più deboli e a circondarsi da bravi. Più di una volta aveva pensato di diventare frate, in quel tempo, era il modo migliore per togliersi dagli impicci; questa divenne una soluzione dopo aver ammazzato un uomo. Il suo ritratto Descrizione fisica: Frate cappuccino del convento di Pescarenico. Più vicino ai sessant’anni Con un capo raso, salvo la piccola corona di capelli che vi girava intorno , secondo il rito dei cappuccini. Una barba bianca e lunga gli copriva le guance e il mento. Due occhi incavati erano perlopiù chinati a terra. Descrizione psicologica: Guida spirituale a cui si affida Lucia. Simbolo dell’eterna lotta tra bene e male, tra forza spirituale e materiale. Non si limita a dare consigli ma agisce. Simbolo del messaggio di perdono e di amore del cristianesimo. Funzione e ruolo Don Abbondio Fra Cristoforo Non si incontreranno mai Diversa motivazione che è alla base della loro scelta di vita Diverso comportamento con gli umili Cristiano esemplare Renzo Aiutante di Renzo e Lucia Renzo ha lo stesso furore di Lodovico Figura paterna Lo scontro con don Rodrigo DON RODRIGO Il potente resta In campo L’oppressore smascherato In apparenza FRA CRISTOFORO È sconfitto È vincitore È sconfitto È vincitore In realtà L’umile è cacciato L’oppresso riafferma il valore della carità TOPOS iconografico > letterario: IL SERVO DI DIO CHE PARLA AL POTENTE INCUTENDO REVERENZA CFR. SAN BENEDETTO VS TOTILA (Cfr. Ipertesto) Il valore della carità e della preghiera L’intervento di Fra Cristoforo è essenziale nella prospettiva spirituale Nella preghiera che pronuncia si invoca il perdono per il sopraffattore,per don Rodrigo Tema ricorrente del frate che coronerà la propria opera aiutando Renzo a perdonare don Rodrigo Cap. IV: il ritratto e la sua storia dall’omicidio alla conversione Cap. V: il colloquio con Agnese e Lucia e al banchetto di don Rodrigo Cap. VI: Fra’ Cristoforo si espone a un duro colloquio con don Rodrigo Cap. VIII: Si ritrova in colloquio con i fuggiaschi Cap. XI: anche se non presente fisicamente, lo ritroviamo nel giudizio di don Rodrigo Cap. XVII: Lo si ritrova anche nel pensiero di Renzo Cap. XVIII: Fra’ Cristoforo è preso in considerazione anche nel giudizio del conte zio e del padre provinciale Cap. XXIV: Essendo la guida spirituale di Lucia per tutto il romanzo viene menzionato anche nel rimpianto di quest’ultima Cap. XXXIII: Dopo aver avuto molti screzzi con il padronotto viene comunque ricordato nel sogno di don Rodrigo Cap. XXXV: Lo ritroviamo verso la fine nel colloquio con Renzo, davanti a don Rodrigo morente e nel lazzaretto Cap. XXXVIII: l’ultima volta che si sente parlare di Fra’ Cristoforo è nel ricordo durante la festa di nozze Il confronto Fra’ Cristoforo Castello d’Otranto & di Horace Walpole Analogie Fra’ Cristoforo va da Don Rodrigo quando questo si trova al suo palazzotto durante un banchetto. Si reca con don Rodrigo in una stanza per discutere la situazione di Lucia. frate Gerolamo pubblicato nel 1769 Differenze Frate Gerolamo va al castello di Manfredo dopo che questo aveva chiesto notizie a Ippolita su Isabella. Si reca in una stanza e spiega a Manfredo che Isabella si trova all’altare di san Nicola. Don Rodrigo fino alla fatidica frase “verrà un giorno” rimane tra la rabbia e la maraviglia. “…Come parli, frate?…” Manfredo appena si sente messo in discussione inizia a stizzirsi e vergognarsi “…Basta impudente, e paventa la mia ira.” (nel romanzo di Walpole esiste la figura di Ippolita, moglie di Manfredo) (dopo che padre Cristoforo dice a Don Rodrigo di non temerlo più, quest’ultimo rimane nervoso fino alla fine del dialogo.) (Manfredo, al contrario, dopo essersi innervosito riesce a calmarsi e a proseguire il dialogo con poche difficoltà)