III Giornata di Studio
Ravenna 27/11/2010
EUSTRESS E DISTRESS:
due facce della vita.
Il contributo della P.N.E.I.
Gruppo di Studio Narrazione e P.N.E.I.
Esperienze narrative e percorsi di vita:
un progetto di ricerca.
Il gruppo
Debora Battani Psicologo
Anna Maria Bellagamba Psicologo Psicoterapeuta
Anita Bugni Psicologo Psicoterapeuta
Luisa Fanti Psicologo Psicoterapeuta
Antonella Gentilini Educatrice
Anna Grazia Giulianelli Psicologo
Mirella Mosconi Pedagogista
Daniele Righini Psicologo Psicoterapeuta
Gli incontri, a cadenza mensile,
cominciano a Marzo 2010.
Lo studio
Tutti i professionisti del gruppo utilizzano il linguaggio come
strumento fondamentale di cura.
Il linguaggio è inestricabilmente agganciato con altri linguaggi,
da quelli chimici a quelli fisici, che, come una rete,
comprendono l’organismo umano: “ I codici sono gli stessi, il
linguaggio della rete è comune a tutto il sistema. Sia che siano
circuiti cerebrali attivati da emozioni, pensieri, oppure circuiti
nervosi vegetativi attivati da sollecitazioni o da feedback di
organi o sistemi, sia che siano organi endocrini o immunitari a
emettere messaggi, questi, nella loro parte fondamentale,
verranno riconosciuti da tutte le componenti della rete. Il
linguaggio è unico, il collegamento è stringente ed è a doppio
senso di marcia” (Bottaccioli, 2005, 459).
Dal confronto tra i professionisti del gruppo
emerge un progetto:
verificare la presenza dell’esperienza narrativa
nell’infanzia e le possibili correlazioni con la
salute.
L’esperienza narrativa
Non risultano in Italia lavori che abbiano
verificato se e quanto le persone hanno
sperimentato nella loro infanzia il fascino
delle storie, e tantomeno il peso di questa
particolare esperienza, che abbiamo definito
‘esperienza narrativa’, nei percorsi di vita.
Ipotesi di ricerca
Nnarrazione come risorsa interna per fronteggiare e/o
elaborare situazioni e eventi stressanti:
C1. Correlazione positiva tra consapevolezza e
capacità di verbalizzazione dei sentimenti e
presenza di esperienze narrative nell’infanzia
C2. Correlazione negativa tra presenza di esperienze
narrative nell’infanzia e detenzione per atti criminali
Strumenti
• Questionario narrazione: il questionario è
stato costruito dal gruppo e comprende 6
domande.
• TAS 20: Toronto Alexitimia Scale composto
da 20 Items che rileva e misura la capacità di
identificare le emozioni, di definirle e la
presenza del pensiero operatorio.
Toronto Alexithymia Scale 1992
Seguendo le istruzioni sotto elencate, indichi quanto è d’accordo o no con ciascuna delle
seguenti affermazioni segnando una “X” sopra il numero corrispondente
1= PER NIENTE
D’ACCORDO
ISTRUZIONI: SEGNARE UNA SOLA RISPOSTA PER CIASCUNA FRASE
(VEDI LEGENDA NELLO SPECCHIETTO A FIANCO)
Sono spesso confuso circa le emozioni che provo
1
2
3
4
2=NON MOLTO
D’ACCORDO
1.
5
3=NE’ D’ACCORDO
NE’ IN DISACCORDO
2.
Mi è difficile trovare le parole giuste per esprimere
i miei sentimenti
1
2
3
4
5
3.
Provo delle sensazioni fisiche che neanche i medici
capiscono
1
2
3
4
5
4=D’ACCORDO IN
PARTE
4.
Riesco facilmente a descrivere i miei sentimenti
1
2
3
4
5
5=COMPLETAMENTE
D’ACCORDO
5.
Preferisco approfondire i miei problemi piuttosto
che descriverli semplicemente
1
2
3
4
5
6.
Quando sono sconvolto non so se sono triste,
spaventato o arrabbiato
1
2
3
4
5
7.
Sono spesso disorientato dalle sensazioni che provo
nel mio corpo
1
2
3
4
5
8.
Preferisco lasciare che le cose seguano il loro corso
piuttosto che capire perché sono andate in quel
modo
Provo sentimenti che non riesco proprio a
identificare
1
2
3
4
5
1
2
3
4
5
10.
E’ essenziale conoscere le proprie emozioni
1
2
3
4
5
11.
Mi è difficile descrivere ciò che provo per gli altri
1
2
3
4
5
12.
Gli altri mi chiedono di parlare di più dei miei
sentimenti
1
2
3
4
5
13.
Non capisco cosa stia accadendo dentro di me
1
2
3
4
5
14.
Spesso non so perché sono arrabbiato
1
2
3
4
5
15.
Con le persone preferisco parlare di cose di tutti i
giorni piuttosto che delle loro emozioni
1
2
3
4
5
16.
Preferisco vedere spettacoli leggeri, piuttosto che
spettacoli a sfondo psicologico
1
2
3
4
5
17.
Mi è difficile rivelare i sentimenti più profondi
anche ad amici più intimi
1
2
3
4
5
18.
Riesco a sentirmi vicino a una persona, anche se ci
capita di stare in silenzio
1
2
3
4
5
19.
Trovo che l’esame dei miei sentimenti mi serve a
risolvere i miei problemi personali
1
2
3
4
5
20.
Cercare significati nascosti in film o commedie
distoglie dal, piacere dello spettacolo
1
2
3
4
5
9.
Tenuto conto dei tempi, si
procede all’indagine relativa
alla prima ipotesi:
correlazione positiva tra
consapevolezza e capacità di
verbalizzazione dei sentimenti
e presenza di esperienze
narrative nell’infanzia.
Descrizione del campione
Il campione è composto da persone adulte di
entrambi i sessi; il campione è casuale. I questionari ,
in un unico foglio, vengono consegnati alle persone
disponibili che li compilano. I professionisti presenti,
sono a disposizione per chiarimenti e raccolgono i
questionari compilati.
Vengono identificate le sale d’attesa dei MMG come
luoghi ideali, dove sono presenti adulti che, per le
lunghe attese, possono essere disponibili a
compilare i questionari; vengono altresì individuati
altri ambiti, in base alle possibilità dei professionisti
che partecipano alla ricerca.
Il lavoro del gruppo
Bellagamba, Bugni, Fanti, Gentilini,
Giulianelli, Mosconi, raccolgono i questionari;
Battani tabula tutti i questionari raccolti;
Righini analizza e incrocia i dati.
I risultati
164 i questionari validi
Femmine 62,2% Maschi 37,8%
Età: 18/30 23,2%; 31/40 28,7%; 40/55 29,9%; >55 18,3%
Scolarità: 3% Sc. Elem., 17% Sc. Media, 54% Diploma e 26% Laurea
Presenza di esp. narrative 89% Frequenza prevalente: 1 volta la sett.
Per il 53% era più importante la relazione
Per il 47% era più importante la storia
Nel 67,4% prevaleva lo stupore; nel 22,4 divertire, ridere; nel 10,2 paura,
spavento
Il 37,7% si sentiva curioso; il 27,5 sereno; il 15,7 considerato; il 19,1 amato
Il 90,9% ama leggere, di questi il 74% ama leggere libri
Riscontrata alessitimia nel 5% della popolazione intervistata
Incrociando i dati ottenuti, emergono alcuni aspetti abbastanza
significativi che potranno stimolare un approfondimento
dell’argomento, tra questi:
 Le donne apprezzano maggiormente la relazione che si crea con il
“narratore” e si sentono amate se qualcuno racconta loro una fiaba,
per i maschi l’interesse, più che sulla relazione si pone sul
contenuto del racconto e, lo stato d’animo generato dal racconto si
orienta maggiormente sulla serenità
 Chi ha sperimentato la narrazione nell’infanzia trova maggior
piacere nella lettura, da adulto, oltre a ciò risulta più esperto
nell’identificare e descrivere la propria esperienza emotiva
 Il livello di scolarità elevato influenza notevolmente l’esperienza
emotiva degli individui, soprattutto per gli aspetti di capacità nel
descrivere le emozioni e nella flessibilità cognitiva; allo stesso
modo, si rilevano scostamenti analoghi in funzione dell’eta
Le valutazioni
Il dato che emerge è la presenza di un
campione con un alto livello culturale,
una forte presenza di esperienza narrativa
nell’infanzia,
un basso livello di Alessitimia.
La seconda ipotesi
Correlazione negativa tra presenza di
esperienze narrative nell’infanzia e
detenzione per atti criminali.
Si tratta di un’ipotesi suggestiva che si
intende portare avanti grazie alla presenza
nel gruppo di uno psicologo che lavora
nelle carceri.
Conclusione
La narrazione promuove la consapevolezza di
sé, delle proprie emozioni, la capacità
progettuale, il senso di responsabilità, che sono
elementi fondamentali nella gestione dello
stress.
Il solo fatto di vivere, crescere, invecchiare,
è fonte di stress.
Le storie ci insegnano come affrontare streghe,
mostri, misteri, i nostri stressors quotidiani.
Anche le storie abitano, hanno una casa.
Siamo noi la loro casa.
Dentro di noi nascono, nella nostra testa riposano
o si agitano insonni, ai nostri occhi si affacciano
e guardano, alle nostre orecchie si ascoltano,
contenute dalle nostre braccia lievitano,
nel nostro cuore ridono e piangono.
Ma ci sono case anche di ghiaccio con occhi che non
sanno vedere e orecchie che non sanno ascoltare e
braccia che non sanno abbracciare, allora le nostre
storie si ammalano, cercano una nuova casa che
abbia orecchie buone, e fini, molto fini,
perché le storie non ascoltate muoiono.
Vivian Lamarque
Ringraziamo
tutte le persone che hanno compilato i
questionari
i MMG …..che hanno dato la loro
disponibilità e hanno sollecitato i pazienti in
attesa a “fare il compito”;
Luisa Fanti per avere messo a disposizione
il suo studio per gli incontri;
Grazie a tutti voi per l’attenzione
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