La tela dei ragni: un’idea antica per nuovi biomateriali Fedele Tilocca L’ uso della seta ha accompagnato i ragni lungo un processo evolutivo lungo 450 milioni di anni; . È solo dal 1970 in poi però che si ravviva l’interesse verso questi particolari prodotti grazie a diversi articoli di Work e Gosline sulle loro proprietà fisiche, chimiche e meccaniche ma soprattutto si arriva a comprendere le ragioni per cui posseggono queste proprietà; in particolare la conoscenza delle proteine che costituiscono le ragnatele e la loro sequenza hanno fornito informazioni chiave direttamente legate alle loro caratteristiche In natura inoltre esistono altre specie in grado di produrre seta come ad esempio il bombyx mori la cui seta è conosciuta e apprezzata ormai da anni Bombyx mori Un unico filamento di seta Orb-web spider Fino a sei tipi diversi di seta I ragni sono in grado di produrre fino a sei diversi tipi di seta in altrettante ghiandole ed inoltre ne modulano con precisione produzione e applicazione Aspetti biologici1 Nelle ragnatele comuni si trovano diversi tipi di seta, prodotti in altrettante ghiandole che controllano la loro produzione e applicazione. La seta prodotta potrà servire per diversi scopi, come costruire la rete che fungerà da trappola oppure per la cosiddetta dragline che serve ai ragni per sfuggire ai predatori oppure ancora per conservare le uova 1) Lewis R. V.; Chem. Rev. 2006, 106, 3762-3774 Ogni ghiandola presenta forme e dimensioni distinte; Gli studi maggiori sono stati eseguiti sulla ampolla ghiandolare maggiore viste le dimensioni e la semplicità di studio; gli studi istochimici e morfologici sulle altre ghiandole supportano le idee sviluppate dalla ricerca sulla Masp e il loro funzionamento può essere ragionevolmente organizzato in uno schema comune Proprietà meccaniche: Le proprietà meccaniche rappresentano l’aspetto più interessante preso in esame da molti ricercatori Dal confronto con i migliori materiali polimerici come nylon o kevlar si nota come la seta possa addirittura avere prestazioni superiori a questi materiali sia in termini di resistenza alla rottura che in elasticità. Da notare inoltre la differenza in prestazioni tra i diversi tipi di ragnatela (ad esempio di un fattore 50 nel caso dell’elasticità) Proprietà chimiche In alcuni studi condotti da E. Fisher (1907) si riporta che le ragnatele sono composte prevalentemente da proteine e solo una percentuale minima di altri materiali (<0.1% tra zuccheri, lipidi e minerali) risulta legata covalentemente con i filamenti proteici La seta prodotta Masp contiene una combinazione di Glu, Pro, Gly e Ala pari all’80% per qualsiasi specie Quella prodotta nella Misp presenta una combinazione simile ma con due varianti: non contiene Pro ed il contenuto in Glu è molto ridotto La seta flagelliforme presenta alto contenuto in Pro e Val mentre risulta ridotto il contenuto in Ala La seta aciniforme presenta invece elevati livelli di Ser e di amminoacidi idrofobici Sequenze proteiche Ampolla ghiandolare maggiore (MaSp) nel 1990 fu pubblicata la prima sequenza parziale di DNA (MaSp1), costituita essenzialmente da simili ma non identici motivi ripetuti contenenti unità di poliAla fino a 7 residui alternati con motivi (GGX)n dove X è rispettivamente Tyr, Leu e Glu. Inoltre dal confronto con le sequenze proteiche note non c’è stato riscontro oltre i cinque amminoacidi, indicando cosi una struttura completamente nuova Fu scoperta poi una seconda sequenza (MaSp2), contenente anch’essa residui poliAla ma soprattutto residui contenenti Pro, assenti nella MaSp1, osservando alternanza tra il motivo di poli-Ala e il polipeptide contenente Pro (GPGQQGPGGY)n Ampolla ghiandolare minore (MiSp) Dal filamento ottenuto si osservano similitudini con quanto visto in precedenza ma anche differenze considerevoli: in particolare sono ancora presenti le triplette GGX ma i lunghi motivi poli-Ala sono sostituiti da ripetizioni di (GA)n Ghiandola flagelliforme (Flag) Il filamento ottenuto dalla seta flagelliforme presenta tre caratteristiche distintive: Presenta un elevato numero di motivi pentapeptidici GPGGX e GGX; Il pentapeptide presenta variazioni nell’ultimo residuo non presenti nelle altre sequenze Uno spacer di 34 unità costituito da molti amminoacidi carichi o idrofilici è presente tra le sequenze ripetitive e non si conosce ancora quale sia il suo compito nel determinare la struttura del filamento. Studi biofisici2 Il maggior numero di informazioni di tipo biofisico sono state ottenute dai filamenti di seta prodotti nell’ampolla ghiandolare maggiore per due motivi: E’ facile da ottenere; Esibisce una combinazione unica di elasticità e resistenza Misure di diffrazione ai raggi X e studi NMR hanno stabilito che le sete dei ragni contengono estesi segmenti ordinati a nastro di beta-foglietti, orientati in parallelo rispetto all’asse della fibra; questi segmenti sono stati identificati al livello dei residui di glyala e poli-ala ed è stata confermata la struttura di tipo beta-foglietto nella fibra 2) Holland P., Lewis R., Yarger L.; J. Am. Chem. Soc., 2004, 126, 5867-5872 Recenti studi di diffrazione ai raggi X inoltre hanno messo in evidenza altri particolari interessanti; infatti confermano la classificazione dei filamenti proteici della dragline come betafoglietti ma mettono in evidenza che parti significative di struttura sono disordinate (come riportato in figura). Ciò darebbe anche una spiegazione plausibile all’elasticità di questi filamenti che se sottoposti a forza esterna si allineano assumendo quindi una struttura ordinata che non appena cessa la forza esterna torna al suo stato originale Si riteneva inizialmente che fossero i motivi GGX i responsabili dell’elasticità ma studi successivi hanno invece individuato come principale candidato in questo ruolo il motivo GPGXX; infatti l’elevato numero di queste sequenze nella seta flagelliforme, ricordiamo che presenta un’elasticità 200 volte superiore alle altre, ne è conferma. È quindi la zona ricca in Pro che conferisce elasticità e da modelli computazionali si è arrivati a proporre per i segmenti GPGXX una struttura di beta-foglietti avvolti a spirale grazie a interazioni intramolecolari della Pro; La struttura osservata è molto simile ad esempio a quella dell’elastina e conferisce quindi elasticità per semplice stiramento e contrazione della spirale. Tecniche di produzione3 Le particolari proprietà meccaniche viste fino ad ora hanno motivato molti ricercatori verso lo sviluppo di tecniche di produzione necessarie per ottenere quantità di seta sufficienti per applicazioni industriali Esistono diversi aspetti da considerare nel tentativo di produzione di tali proteine: il gene da clonare è grosso e contiene molte unità ripetitive quindi l’uso di batteri è svantaggiosa in quanto la dimensione del gene esprimibile è limitata e il codone è diverso da quello dei ragni; inoltre i batteri rimuovono le unità ripetitive attraverso un meccanismo di ricombinazione omologa; il problema si può risolvere però modificando il codone del batterio rendendolo idoneo ad esprimere il nuovo gene 3) Vendrely C., Scheibel T.; J. Macromol. Biosci. 2007, 7, 401-409 Un altro approccio apparentemente migliore si basa sulla possibilità di ottenere un filamento di cDNA della seta del ragno attraverso organismi eucarioti che sono in grado di decodificare il codone dei geni dei ragni, non hanno problemi di dimensioni e hanno una bassa frequenza di ricombinazione omologa evitando così l’eliminazione di sequenze ripetitive Possibili applicazioni4 Le applicazioni biomediche offrono le opportunità maggiori grazie alla combinazione delle eccellenti proprietà meccaniche, alla biocompatibilità ed alla bassa biodegradabilità. Infatti possono essere assemblate in diverse e stabili forme morfologiche che includono films e idrogel ottenendo cosi supporti idonei per diverse applicazioni; inoltre possono contenere peptici specifici o fattori di crescita della cellula che mimano le condizioni delle matrici extracellulari promuovendo così l’attaccamento, la differenziazione e la proliferazione di osteoblasti o fibroblasti. Ad esempio la possibilità di ottenere fibre con pori di interconnessione micrometrici rende possibile il loro utilizzo come supporti nella rigenerazione del tessuto osseo (ad esempio nella riparazione di un legamento crociato anteriore) superando i limiti dovuti ai materiali attualmente utilizzati come collagene( con proprietà meccaniche ridotte) o poliacidi che inducono infiammazione. 4) Altman G., Horan R., Kaplan D.; Biomaterials, 2002, 23, 4131-4141 Altri esempi di applicazioni5 Possono essere facilmente autoassemblate in nano-capsule capaci di proteggere ingredienti attivi vista la loro elevata stabilità chimica e meccanica; sono possibili applicazioni di tipo tecnico come in circuiti micromeccanici o elettronici grazie alla possibilità di ottenerne nanofili o come superfici di rivestimento; Vista l’elevata durezza in rapporto a peso e dimensioni ridottissime si possono utilizzare anche nel tessile per la produzione di paracaduti o giubbotti antiproiettile. 5) Hermanson D., Huemmerich D., Bausch A.; Adv. Mater.. 2007, 19, 1810-1815 Gli ultimi 15 anni hanno visto quindi un notevole incremento nelle informazioni riguardanti diversi aspetti delle ragnatele. Malgrado questi progressi però ci sono ancora numerosi aspetti che necessitano di un ulteriore sviluppo in modo da avere una comprensione piena delle reali possibilità applicative della seta prodotta dai ragni I rapporti tra la struttura e le proprietà meccaniche della fibra; Il ruolo che riveste il processo di formazione della fibra nella determinazione di tali proprietà; La capacità degli approcci biotecnologici nella produzione e nella manipolazione della fibra in modo da imitare le proprietà delle fibre naturali; Le probabilità che le applicazioni commerciali di queste fibre, uniche nel loro genere,divengano possibili in un futuro immediato.