art and architecture collective studio203 è un collettivo artistico architettonico il cui fulcro è composto da Stefano Romano (artista) ed Eriselda Çobo (architetto). Con una modalità rizomatica il collettivo assorbe e promuove tutti gli altri collaboratori con cui lavora. La modalità operativa del collettivo è quella della ricerca e dell’azione sul territorio con particolare attenzione ai conflitti che genera lo spazio pubblico in tutte le sue forme, derivazioni e destinazioni. Guido Affini “muove” Aria, questa entità è un progetto musicale Elettroacustico che coniuga al suo interno differenti linguaggi. Aria è parte attiva in veste di Sound Designer del collettivo Studio 203 art and architecture collective. art and architecture collective chi siamo SR: [email protected] EÇ: [email protected] GA: [email protected] studio203 social Studio 203 studio203collective.wordpress.com art and architecture collective contatti www.studio203.info architettura “Cambiando le condizioni di vita degli individui e dei gruppi – da qui l’importanza data all’architettura e all’urbanistica – sarà possibile cambiare gli individui stessi”. Internazionale Situazionista La nostra ricerca si situa lungo la linea che separa e unisce i settori privato e pubblico, città e territorio. Lavorare sulla realtà è l’unico modo per affrontare l’architettura; esprimendo dubbi: l’architettura è un enigma che può essere risolto soltanto usando il cuore. Noi crediamo che l’architettura non sia soltanto una questione di forma o linguaggio; la nostra visione dell’architettura, come modo di trasformare la realtà, implica, vista in termini della sua più alta etica, significati poetici e professionali, un alto senso di responsabilità e di rifiuto del cinismo. L’architettura come “luogo” è il ri- sultato di territori, città e persone e per noi si traduce in risposte specifiche a contesti specifici. Il design architettonico non è la ricerca dell’achitettura per l’architettura, è il luogo della bellezza nella forma del dialogo, del futuro; è il luogo ideale per tutti quelli che vivono e vivranno sulla Terra. La nostra attenzione all’opinione pubblica, alle condizioni sociali, ai linguaggi contemporanei e alle loro mescolanze, assieme al conforto che viene dalla memoria, è il riferimento essenziale per un progetto architettonico basato sull’alterazione dell’azione - reazione, che aspira alla sperimentazione della realtà sulla realtà. Noi concepiamo l’architettura come una disciplina aperta sentendo il bisogno di leggere la città non come una serie di semplici edifici e piazze, ma come una serie di eventi che si intersecano all’infinito, impostando come misura dello spazio architettonico, l’individuo umano. arte “E’ importante avere la capacità di cambiare i propri orientamenti, punti di vista. Questa è una soluzione ai problemi contemporanei: se una domanda non trova risposte, deve essere riformulata” Slavoj Zizek studio203 opera in un ambito processuale, attraverso gesti relativamente semplici i cui obiettivi sono quelli di generare relazioni multiple tra individui e gruppi ed istigare il dibattito su questioni politiche, architettoniche e sociali. Azioni temporanee, performances, istallazioni e lavori fotografici, nella propensione alle modalità del networking, diventano partecipazione collettiva, mobilitazione estetica e politica, in costante dialogo con lo spazio urbano nel quale l’opera d’arte non sparisce, non simula la realtà ma la mostra scopertamente. D D strumenti di lavoro utopia HISTŒRI removing Tiranas’ Unveiled Archive: #1 sum to zero #2 histeri D D Questa animazione si svolge interamente nella presentazione allo spettatore della formula usata da Karl Marx nel “Capitale” per spiegare la circolazione di denaro e merce. L’alternanza delle lettere M D M – D M D – D D dimostra come la trasformazione della società in una società capitalistica come quella nella quale viviamo, ha eliminato addirittura quello che doveva essere il soggetto di uno scambio monetario (la merce) lasciando il denaro come unico protagonista. video animazione durata: 58’’ 2013 strumenti di lavoro L’opera è formata da disegni di strumenti di lavoro. Questi strumenti sono stati scelti in realtà perchè parte di simboli politici, ma essendo disegnati singolarmente è lo spettatore, nell’accostamento di due o più oggetti a ridare un senso che nella realizzazione del disegno è in realtà nascosto, appositamente lasciato in sospeso. I simboli politici sono diventati ormai delle icone pop, perdendo così il loro significato originale ed il valore metaforico intrinseco, proprio la perdita di senso di questi simboli, è il punto di partenza del progetto, che intende recuperare gli strumenti di lavoro e lasciare che sia lo spettatore a decidere di dare loro anche il potere evocativo di un’ideologia politica, qualunque essa sia. Il disegno è realizzato a penna e colorato fino all’erosione della parte superficiale del cartoncino in modo da ottenere una superficie colorata che sfalsi anche l’idea della bidimensionalità del foglio e faccia cogliere un certo tormento, dato dallo stesso utilizzo dello strumento e da tutto ciò che c’è dentro l’idea di lavoro. disegni, penna nera su carta dimensioni: 20x20cm 2012/2013 strumenti di lavoro strumenti di lavoro strumenti di lavoro utopia il progetto parte dal significato originale della parola utopia, quella del libro di Tommaso Moro (1516) cioè di un luogo totalmente inventato dove la vita scorre solo in positivo, e i nomi dei luoghi stessi della Terra di utopia contengono la loro stessa inesistenza. Chiediamo a diverse persone di disegnare la mappa della zona che loro amano di più della loro città preferita. Ogni persona disegna quindi una parte di una città. Una volta che abbiamo tutte le mappe le uniamo in modo armonioso per far nascere una singola isola (l’isola di Utopia, perchè nata dall’amore delle persone per quei luoghi). Tecnicamente ridisegnamo le mappe ricevute, appropriandoci del segno della persona che l’ha disegnata. disegni, penna nera su carta (#2 #3 #4 di una serie in corso) 35x35 cm (#2 #3) 45x35cm (#4) 2012 / 2013 - in corso utopia #2 #3 utopia #4 HISTŒRI removing L’isteria, nel suo uso colloquiale, descrive eccessi emozionali ingestibili. Le persone “isteriche” spesso perdono il controllo di sè per via di una irrefrenabile paura che può essere causata da molteplici eventi del proprio passato che provocano un grave conflitto interiore. La “piramide” mausoleo funebre per il dittatore albanese Enver Hoxha, costruita nel 1987 verrà demolita, questo è quanto ha deciso il parlamento albanese con i voti favorevoli della sola maggioranza il 5 luglio 2011. La piramide è uno dei pochi monumenti di architettura socialista rimasti in Albania e la sua rimozione per sostituirlo (almeno sulla carta) da un modernissimo edificio che ospiterà il parlamento albanese è un sintomo evidente di voler dimenticare, superare a tutti i costi il proprio passato, senza averlo metabolizzato. Il lavoro parte proprio da questo e si sviluppa attraverso una performance, l’arrampicarsi su un lato della piramide srotolando un telo bianco con la parola HISTERI (Isteria). In questa parola nella lingua albanese, soltanto una lettera è diversa dalla parola HISTORI (Storia). Durante l’azione inaspettatamente alcuni bambini Rom si sono uniti a noi, dopo aver sentito il significato di ciò che stavamo facendo. Dall’azione è nato un video, una serie di fotografie e una serie di disegni. La direzione del video è una collaborazione tra il collettivo e lo studio di produzione “Debatik Center”. L’audio è stato appositamente creato da Aria partendo da quello in presa diretta. disegni, fotografie, video durata del video: 3’52’’ 2012 HISTŒRI removing HISTŒRI removing HISTŒRI removing HISTŒRI removing HISTŒRI removing Tiranas’ Unveiled Archive Tirana’s Unveiled Archive è un archivio di immagini, sugli spazi pubblici di Tirana, spazi il cui uso e la cui identità non coincidono più. Per questo diventati oggetto di riflessione di studio203, per creare un panorama d’insieme di spazi svelati nuovamente nella propria identità. Il progetto parte da un’attenta riflessione su luoghi importanti nello sviluppo della vita della città di Tirana. Luoghi d’incontro, di decisioni politiche, economiche e culturali. Luoghi la cui identità nel corso degli anni si è stratificata e non coincide più con l’uso che le persone fanno di quello spazio, o addirittura di cui si è persa memoria del nome, sostiuito con la sua destinazione d’uso. Luoghi lasciati a sè stessi senza la possibilità di ritrovare la propria identità. In un momento storico di cambiamenti politici, economici importanti, di revisionismo storico, l’identità dei posti che caratterizzano la città non è mai stata così in discussione e così fragile. Da qui la necessità di guardare in profondità questi spazi, per svelare la loro anima nascosta, la l’identità dimenticata nella quotidianità del loro uso. #1 sum to zero Tirana’s Unveiled Archive è un archivio di immagini, sugli spazi pubblici di Tirana, spazi il cui uso e la cui identità non coincidono più. Per questo diventati oggetto di riflessione di studio203, per creare un panorama d’insieme di spazi svelati nuovamente nella propria identità. Nello specifico “sum to zero” riflette sulla piazza “Avni Rustemi” chiamata “Pazar i ri” (il nuovo mercato). Questa piazza esiste oggi solo in quanto sede di questo mercato rionale, nessuno ne ricorda neanche più il nome e senza questo mercato rionale la piazza perderebbe completamente la propria identità. Il lavoro parte da questa identità acquisita dalla piazza e da una legge della macro economia chiamata “Legge di Walras”, secondo la quale in un mercato l’eccesso di domanda è nullo. Vale a dire che se in un mercato esiste un disequi- librio nell’offerta (o nella domanda) un altro mercato deve essere quindi altrettanto in disequilibrio nella domanda (o nell’offerta). La fotografia mostra quindi un tentativo di restare in equilibrio su un bancone di una bancarella del mercato di “Pazar i ri”, nella luce fredda della notte e delle luci calde lasciate accese dai mercanti, in un curioso parallelismo circense che ci regala l’immagine grazie alle luci e ai colori dei tendoni delle bancarelle del mercato. fotografia dimensioni variabili 2012 #1 sum to zero L’isteria, nel suo uso colloquiale, descrive eccessi emozionali ingestibili. Le persone “isteriche” spesso perdono il controllo di sè per via di una irrefrenabile paura che può essere causata da molteplici eventi del proprio passato che provocano un grave conflitto interiore. Il lavoro parte proprio da questo e si sviluppa attraverso una performance, l’arrampicarsi su un lato della piramide srotolando un telo bianco con la parola HISTERI (Isteria). In questa parola nella lingua albanese, soltanto una lettera è diversa dalla parola HISTORI (Storia). Durante l’azione inaspettatamente alcuni bambini Rom si sono uniti a noi, dopo aver sentito il significato di ciò che stavamo facendo. La “piramide” mausoleo funebre per il dittatore albanese Enver Hoxha, costruita nel 1987 verrà demolita, questo è quanto ha deciso il parlamento albanese con i voti favorevoli della sola maggioranza il 5 luglio 2011. La piramide è uno dei pochi monumenti di architettura socialista rimasti in Albania e la sua rimozione per sostituirlo (almeno sulla carta) da un modernissimo edificio che ospiterà il parlamento albanese è un sintomo evidente di voler dimenticare, superare a tutti i costi il proprio passato, senza averlo metabolizzato. fotografia dimensioni variabili 2012 #2 histeri #2 histeri Mostre e altre cose mostre collettive 2013 - Lavoro/Work/Vore. Villa di Toppo Florio, Buttrio (Ud) Italia, a cura di Paolo Toffolutti - Io Sono quello che Noi Siamo. Galleria Artopia, Milano Italia 2012 - The Pythagoras’ (un)costant. Tirana Ekspress, Tirana Albania, a cura di Stefano Romano - Funding for Isola. Galleria Bianconi, Milano Italia, a cura di Julia Draganovic e Federica Patti progetti 2011 – in corso - microgallery presentazioni 2013 - “HISTŒRI removing” Upper Lab, Bergamo Italia, a cura di Upper Art 2012 - “Tirana’s Unveiled Archive” identità nascoste e svelate di Tirana. Mesopotamia, Milano Italia, organizzata da Alessandro Nassiri Tabibzadeh e Matteo Zarbo