GIORNATA DI STUDIO SU INNOVAZIONI DI PROCESSO E DI PRODOTTO NELLE MACCHINE AGRICOLE BOLOGNA, 16 novembre 1984 GLI ACCIAI INOSSIDABILI Prof. Ing. Gabriele Di Caprio Direttore Centro Inox, Docente di Disegno al Politecnico, Milano ESTRATTO DA: RIVISTA DI INGEGNERIA AGRARIA - Quaderno n. 3 GLI ACCIAI INOSSIDABILI Prof. Ing. Gabriele Di Caprio Direttore Centro Inox, Docente di Disegno al Politecnico, Milano Fatta questa premessa, gli acciai inossidabili possono essere considerati come degli innesti praticati nel XX° secolo nel tronco rugginoso di quell'albero plurimillenario che è l'acciaio, cosi da conferirgli, oltre alla tradizionale resistenza meccanica che è generalmente tipica delle leghe ferrose, anche una resistenza i n trinseca alla corrosione, propria di quei materiali cosiddetti "nobili" che non abbisognano di rivestimenti protettivi, come pitturazioni, smaltature, placcature ecc. per resistere a quella degradazione elettrochimica che è chiamata corrosione. Ne deriva immediatamente una considerazione importante: questi materiali, di eguale composizione nella massa e in superficie, non necessitano di rivestimenti protettivi superficiali, dato che sono in grado di proteggersi da soli quando siano messi in opera allo stato passivo, o in condizioni tali da pervenire e da permanere in tale stato. Anche un'azione abrasiva non crea problemi a questi materiali quando l'ambiente sia sufficientemente ricco di ossigeno per permettere loro la ricostituzione dello strato passivo. Da un punto di vista generale, gli acciai inossidabili (si tratta, allo stato attuale del mercato, di alcune centinaia di tipi) si possono suddividere grosso modo in tre grandi famiglie (figura 1): acciai inossidabili martensitici, ferromagnetici, ìnduribili mediante tempra (ferro presente con reticolo cristallino a corpo centrato) sono appartenenti alla serie 400 della classifica AlSI (American Iron Steel Insti tute) avendo il cromo come elemento principale in lega; acciai inossidabili ferritlci, ferromagnetici, non induribili per tempra (ferro presente con reticolo cristallino a corpo centrato) sono anch'essi appartenenti alla serie 400 della classifica AlSI, dato che il cromo è II loro principale elemento in lega; acciai inossidabili austenitici, non ferromagnetici e non ìnduribili per tempra (ferro presente con reticolo cristallino a facce centrate); appartengono alla serie 300 della classifica AlSI se gli elementi principali alliganti sono il cromo e il nichel e alla serie 200 se gli elementi principali in lega sono cromo, manganese e nichel. Accanto a queste tre famiglie principali e,, si potrebbe dire, tradizionali, sono sorti altri raggruppamenti di acciai inossidabili, quali: 1. Cosa sono gli acciai inossidabili 1. What stainless steels are Secondo la Euronorm EU 20, puntualmente recepita dalla unificazione italiana, gli acciai sono leghe ferrose che contengono meno del 2% di carbonio in lega. Gli acciai inossidabili sono acciai legati che secondo la Euronorm EU 88-71 sì distinguono specialmente "per la toro particolare resistenza all'attacco dei prodotti chimici, in particolare gli agenti ossidanti. II loro tenore di cromo è almeno dell'11%". Una lega ferrosa che, con opportune limitazioni di carbonio, contenga almeno I" 1T% di cromo è di grado di autopassivarsi. A questo punto per i "non addetti ai lavori" sono opportune alcune precisazioni. Un materiale metallico è in stato di passività, cioè è denominato passivo, quando è in grado termodinamicamente di corrodersi, ma la velocità di processo è talmente limitante da rendere di fatto trascurabili gli effetti della corrosione stessa. Al contrario si dice che un materiale metallico è in stato di attività, cioè è denominato attivo, se il processo corrosivo è possibile termodinamicamente e avviene con velocità apprezzabile. Alcuni materiali metallici, per esempio gli acciai inossidabili di cui sto trattando, possono essere attivi o passivi a seconda delle condizioni in cui vengono a trovarsi. Nel primo caso essi soggiaceranno a fenomeni corrosivi, nel secondo caso essi opporranno una valida difesa a queste aggressioni. Questi materiali mostrano, quando sono allo stato attivo, una particolare ed elevata affinità con l'ossigeno. Quando perciò le condizioni dell'ambiente in cui si trovano sono sufficientemente ossidanti, come lo è l'aria che respiriamo, essi pervengono allo stato passivo. Sembra quindi abbastanza intuibile che il passaggio dallo stato attivo a quello passivo, o viceversa, e quindi dalla possibilità di corrodersi a quella di reggere alla corrosione, vada visto come un fenomeno essenzialmente dinamico e non statico. Lo stato passivo può essere instaurato su un materiale metallico mediante un processo spontaneo, quando esso è un ambiente sufficientemente ossidante, come accade agli acciai inossidabili in presenza dì ossigeno atmosferico. In questo caso si parla di "passività spontanea" e i materiali sono detti "autopassivanti". 10 gli acciai a struttura bifasica, austenitica e ferritica (duplex), denominati, per l'appunto, austenoferriticr e che possono essere considerati una derivazione dei tipi austenitici. A questi dedicherò ora alcune considerazioni, fornendo anche indicazioni sulle loro caratteristiche più attinenti a questo loro impiego. Evidentemente si tratterà di considerazioni soprattutto indicative, che permettano di avere una visione di assieme di questi materiali. Per quelle più specificatamente quantitative si r i manda il lettore alla diffusa letteratura tecnica oggi facilmente disponibile. f *+C« 2 %) 2. Le caratteristiche meccaniche 2. Mechanical characteristics Acciai non Itgatja legati Acciai mox F«»Cr(*11*)*C ^ inox martanaitid Fa*Crti* 18M > *C<0.OB+1,2%) Sono differenti a seconda dei diversi tipi e possono essere sintetizzate come segue. 1 tipi austenitici non sono suscettibili di innalzare le loro caratteristiche mediante tempra e con seguentemente hanno qualità resistenziali non elevate. A temperatura air.biente, indicativamente, esse variano, a seconda dei tipi, negli intervalli: carico di rottura: 440-785 N/mm1, carico di snervamento: 175-275 N/mm2, modulo di elasticità : 193.100-200.000 N/mn 2 , allungamento a rottura: 30-60%. Sono capaci di innalzare fortemente la loro resistenza mediante incrudimento per deformazione plastica a freddo, elevando il carico di rottura, il carico di snervamento e diminuendo l'allungamento a rottura. Questo fenomeno è molto sfruttato proprio nello stampaggio a freddo di questi materiali. Posseggono elevate caratteristiche di resistenza a fatica. Quella agli urti è molto alta, sta a temperatura ambiente, sia a temperature molto basse, anche dell'ordine di oltre -200°C. Presentano ottima scivolosità e resistenza all'usura dovuta all'azione di materiali abrasivi. I tipi ferritici non sono nemmeno essi suscettibili di trattamento di tempra e con seguentemente presentano caratteristiche resistenziali non elevate. Indicativamente, a temperatura ambiente, a seconda dei tipi, ì valori oscillano nei limiti: carico di rottura: 440-640 N/mm2, carico di snervamento: 225-345 N/mm2, modulo di elasticità: 200.000, allungamento a rottura; 15-30%. L'incrudimento per deformazione plastica a freddo incrementa anche in questo caso le caratteristiche di resistenza, ma in modo diverso da quelle dei tipi austenitici. Presentano ottima scivolosità e resistenza all'usura conseguente all'azione di materiali abrasivi. I tipi martensitici offrono le migliori caratteristiche di resistenza meccanica fra gli acciai inossidabili quando sono messi in opera allo stato bonificato. A seconda della loro composizione possono coprire un campo di valori, variabili, allo stato bonificato e a temperatura ambiente, tra i limiti: carico di rottura: 690-1080 N/mm , \ 7 ^— EOO* (armici F«.Cr(13*3O») -Clt0.06%ì Fig. 1 - Rappresentazione schematica della suddivisione per famiglie degli acciai non legati, legati e inossidabili. Fig. 1 - Diagrammatic representation of steel families: non alloy, alloy and stainless. gli acciai inossidabili indurenti per precipitazione, denominati anche PH dalla definizione anglosassone "precipitation hardening", che si suddividono, a loro volta, a seconda della struttura che gli conferisce fi trattamento termico, in ma rtens itici, semi-austenitici e austenitici, in buona parte non sono ancora normalizzati, quelli che lo sono appartengono alla serie 600 ASTM, gli acciai inossidabili ad atti contenuti dì elementi in lega (cromo, nichel, molibdeno e a volte rame) e a basso contenuto di elementi interstiziali (carbonio e azoto) denominati superferritici e superaustenitici con netto riferimento alle due famiglie ferritica e austenitica già prima ricordate. Evidentemente, quanto esposto, è una semplice visione d'assieme di queste leghe ferrose che hanno come proprietà comune quella di autoproteggersi dalla corrosione mediante passivazione spontanea. Solamente un numero ristretto è utilizzato, o è utilizzabile, in termini di reale economia nel settore delie macchine agricole. li carico dì snervamento: 190-880 N/mm , modulo di elasticità: 200.000 N/mm2, allungamento a rottura: 10-20%. Presentano buone caratteristiche di resistenza a fatica, ottima scivolosità e resistenza all'usura conseguente all'azione di materiali ab rasivi. 3. Le caratteristiche fisiche 3. Physical characterìstìcs Sono differenti, a volte anche sostanzialmente, tra le diverse famiglie. Il peso specifico è variabile, in funzione della diversa composizione chimica ed è compreso, a temperatura ambiente, nei limiti: 7,70-8,06 g/cm 3 . La conducibilità termica è sostanzialmente differente tra le diverse famiglie e, a temperatura di 100°C, varia indicativamente t r a : 14,2-17,16 W/mK per tipi austenitici. 20,9-29,3 W/mk per i tipi ferritici, 20,1-24,7 W/mk per i tipi martensitici. La resistività elettrica è anch'essa fortemente differenziata tra tipi e tipi e a temperatura ambiente varia indicativamente tra: 0,72-1,02 fitlm per i tipi austenìtjcj, 0,59-0,67 fiiìm per i tipi ferritici, 0,57-0,72 fiQm per i tipi martensitici. Il calore specifico è mediamente compreso, nell'intervallo di temperatura 0-100°C, nei limiti: 460-502 J/kgK per tutti i t i p i . Il coefficiente di dilatazione termica è molto differente tra i diversi tipi e, nell'intervallo di temperatura 0-100°C, varia mediamente tra: 15-17,3 . 10" 6o C" 1 per i tipi austenitici, 9,3-11,7 . Ì O ' ^ C " 1 per t tipi ferritici, 9,9-11,2 . N T ^ C * 1 per i tipi martensitici. La permeabilità magnetica relativa è molto diversa a seconda che si tratti delle famiglie martensitica e ferritica, sostanzialmente ferromagnetiche, o di quella austenitica, sostanzialmente amagnetica. Per i primi tipi essa non è molto influenzata all'incrudimento per deformazione a freddo, mentre i tipi austenitlci risentono molto di più di tale fenomeno. Per i tipi martensitici è compresa tra 7001000, per ì tipi ferritici è compresa tra 6001100, per i tipi austenitici. allo stato non i n crudito, è compresa tra 1,0025-1,0020; allo stato incrudito, è compresa tra 1,0075-4,75 a seconda dei tipi e del grado di incrudimento. 4. Le caratteristiche tecnologiche, di componibilità e di finitura 4. Technological, assembling and finishing properties Va premesso che gli acciai inossidabili, in generale, non sono più o meno difficili da lavorare di a l t r i , ma piuttosto "diversi". Se si affronta quindi il problema della loro lavorazione da questo punto di vista non si va incontro a sorprese. La lavorabilità per deformazione plastica a freddo è ottima per tutti i t i p i , soprattutto per quelli austenitici, anche se le forze in gioco sono più elevate che per i comuni acciai al carbonio o debolmente legati. Ne consegue, da un punto di vista generale, che è sempre opportuno disegnare t particolari di acciaio inossidabile in modo da poterli ottenere con tecnologie del tipo: imbutitura, piegatura, curvatura, profilatura, ricalcatura, coniatura, improntatura. Ciò permette di ottenere componenti e manufatti di costi contenuti, sia in piccoli sia in grandi lotti. Inoltre, * sfruttando appieno la variazione di caratteristiche meccaniche dovute al fenomeno di incrudimento, sono possibili elevate prestazioni dal punto di vista meccanico anche con spessori decisamente ridotti rispetto a quanto è necessario con altri materiali. Questi tipi dì tecniche per deformazione consentono inoltre di effettuare risparmi, dato che il rapporto sfrido/peso, corrmisurato al pezzo finito, è molto inferiore a quello che si ha nel caso di lavorazione operata per asportazione di truciolo. La lavorabilità per deformazione plastica a caldo è ottima, anche se le forze in gioco sono evidentemente maggiori di quelle utilizzate per. acciai comuni e le modalità operative, in particolare gli intervalli di temperatura, sono differenti. La lavorabilità per asportazione di truciolo non è particolarmente brillante, soprattutto per gli acciai inossidabili austenitici, a seguito delle loro tipiche caratteristiche strutturali. Ne consegue che, qualora siano richiesti questi tipi di lavorazioni, è opportuno adottare corretti parametri operativi (velocità di taglio, avanzamenti, angoli caratteristici degli utensili, ecc.J. La componibilità, ovviamente, riguarda quell'insieme di tecniche che permettono dì unire tra loro diverse parti, realizzando giunzioni fisse oppure amovibili. La saldatura è generalmente la tecnica di unione più usata con gli acciai inossidabili anche su spessori sottili. Correntemente sono impiegate: la saldatura in atmosfera di gas inerte con elettrodo non consumabile (TIC) e con eIettrodo consumabile (MIC), la saldatura al plasma al microplasma, la saldatura con elettrodo rivestito, la saldatura per resistenza (per punti, a rilievi, per rullatura). Altre tecniche meno tradizionali, quali quella al laser e al fascio elettronico, stanno diffondendosi con successo anche nella produzione di serie. Il comportamento, ai fini della saldatura, dei differenti tipi di acciai inossidabili è però nettamente diverso e il quadro pud essere sintetizzato, almeno dal punto di vista generale, come segue. l tipi austenitici sono saldabili con o senza materiali d'apporto dello stesso tipo e presentano giunzioni di elevate caratteristiche con qual- siasi tipo di saldatura, all'arco o per resistenza. Nel caso siano previste saldature operanti in ambienti capaci di provocare corrosione i n tercristallina e vengono utilizzati spessori per i quali sia prevedibile la sensibilizzazione delle zone termicamente alterate, si dovrà avere cura di utilizzare i tipi stabilizzati o quelli a basso contenuto di carbonio. I tipi ferritici tradizionali sono saldabilr con materiali d'apporto austenitici o con struttura parzialmente ferritica; l'effetto del riscaldamento durante la saldatura provoca un ingrossamento del grano nella zona termicamente alterata con conseguente perdita di tenacità del giunto. Per ovviare a ciò, si utilizzano i tipi AISI 405 (con alluminio), 409 e 430 stabilizzato. Normalmente, nel caso di laminati piani a freddo di acciai ferritici, si preferisce utilizzare tecniche di saldatura a resistenza, per punti o continua. I tipi a basso contenuto di interstiziali (ELI) presentano, invece, con qualsiasi tecnica, caratteristiche di saldabilità molto superiori ai tipi ferritici convenzionali. I tipi martensitici sono saldabtli con materiali d'apporto dello stesso tipo del materiale base, oppure con materiale d'apporto fortemente austenitico {AISI 310) quando non stano previste, in questo ultimo caso, temperature di servizio elevate. E1 opportuno eseguire trattamenti termici di pre-riscaldo e di post-riscaldo. E1 particolarmente indicata la saldatura per resistenza. Per quanto concerne la brasatura dolce o forte e la saldobrasatura, tutti i tipi di acciai inossidabili sono in grado dì essere uniti con queste tecniche, ovviamente utilizzando materiali d'apporto e flussi adeguati. Le giunzioni meccaniche (avvitature, chiodature ecc. ) sono regolarmente utilizzate, a patto che gli elementi di giunzione siano galvanicamente compatibili con gli acciai inossidabili che uniscono e risultino quindi di nobiltà non inferiore a questi, quando il giunto sia in presenza di un elettrolita. Sempre nel caso delle giunzioni meccaniche, va rilevato che l'aggraffatura (semplice o doppia) permette di ottenere, soprattutto su elementi sottili, giunzioni di notevole resistenza meccanica. Ciò deriva dalle elevate caratteristiche di deformabilità a freddo e di incrudimento offerte da questi materiali. Ovviamente, questa tecnica potrà essere prevista solo quando non vi saranno perìcoli dì corrosione interstiziale o sotto tensione. Cli adesivi strutturali, infine, possono essere utilizzabili per giunzioni tra acciai inossidabili e tra questi e altri materiali metallici e non, con tecniche soddisfacentemente collaudate. Per quanto concerne la finltura superficiaje, gli acciai inossibabili si pongono in una situazione a sé stante rispetto a gran parte dei materiali metallici. Essi, infatti, contengono già in sé, in potenza, il tipo di finltura dell'oggetto. Non abbisognano infatti di particolari addizioni di rivestimenti esterni quali pitturazioni, smaltature, placcature ecc. Normalmente le finiture delle lamiere e dei nastri di acciai inossidabili, ottenute per laminazione sono quelle denominate, con riferimento alle classificazioni AISI e all'unificazione italiana: 1 (laminazione a caldo, trattamento termico, decapaggio) utilizzata solamente sugli spessori maggiori 2D (laminazione a freddo, trattamento termico, decapaggio), oggi non molto usata soprattutto sui piccoli spessori 2B (laminazione a freddo e trattamento termico, decapaggio, skinpassaggio); BA ( laminazione a freddo e trattamento termico in atmosfera controllata, con eventuale skinpassaggio). Per quanto riguarda le barre e i tubi, non esistono particolari unificazioni e sono utilizzate o la finltura originaria di laminazione, oppure quella di trafilatura o ancora quella di lavorazione per asportazione di materiate. Vale la pena di sottolineare, a questo proposito, che tutti gli elementi di acciai inossidabili possono essere finiti superficialmente mediante operazioni dr asportazione di materiale operante con mezzi abrasivi o con utensili, cosi da asportare qualunque discontinuità superficiale. Il meccanismo di autopassivazione è in grado, infatti, di pervenire (in virtù di quanto già detto al punto 1) alla protezione dall'attacco corrosivo. Va solamente segnalata la necessità di non contaminare il materiale durante la lavorazione e la messa in opera con altri materiali metallici, quali ad esempio residui ferrosi. La contaminazione, che può avvenire attraverso il riporto di spruzzi di saldatura di acciai comuni, oppure per riporto di residui di molatura di acciai comuni, oppure con l'utilizzazione di utensili già contaminati (mole, lime ecc.) non è preoccupante solamente da un punto di vista estetìco, ma può provocare anche fenomeni corrosivi. 5. La resistenza alla corrosione 5. Corrosion resi sta nce E1 abbastanza logico che materiali nati essenzialmente per contrastare il "fenomeno corrosione" siano utilizzati con la certezza che risolvano i problemi ad esso inerenti. Dobbiamo considerare, però, che la resistenza alla corrosione è conseguenza della loro capacità di mantenersi in condizioni di passività stabile negli ambienti aggressivi nei quali essi debbono operare. Questa possibilità è legata evidentemente al tipo di acciaio inossidabile, alle condizioni reali nelle quali è messo in opera e alle, condizioni effettive dì esercizio e di aggressione. In altri termini, la scelta del tipo di inox deve essere sempre condizionata alla risposta 13 positiva a due domande: il tipo di acciaio inossidabile prescelto è in stato di passività stabile nell'ambiente nel quale deve operare? le condizioni di sollecitazione o di messa in opera, nonché di disegno del particolare, sono tali da consentirgli di rimanere in condizioni di passività stabile in quell'ambiente, per tutta la durata di tempo prevista? L'errore sarebbe fidare unicamente, quasi fosse un rito esoterico, nella potenza magnetica della parola "accaio inossidabile" per esorcizzare il fenomeno corrosione. Ovviamente, non è qui il caso di elencare il comportamento dei diversi tipi di acciai inossidabili nei confronti delle differenti sostanze aggressive, per questo esistono valide guide in proposito. Ciò che è necessario evidenziare è che, ai fini della resistenza alla corrosione di un particolare di acciaio inossidabile, occorre considerare, oltre alla composizione chimica, concentrazione, temperatura, pressione, anche: il disegno del particolare, le sollecitazioni indotte in esso dalle lavorazioni, la reale temperatura di esercizio, le modalità di messa in opera. In caso contrario sì rischia dj scegliere, per eccesso di prudenza, il tipo di acciaio inossidabile a maggior contenuto di elementi in lega (e quindi più costoso), senza rendersi conto che ciò non è necessario e che, magari, esso viene messo in esercizio in condizioni tali da essere danneggiato. Alcune considerazioni varranno a chiarire questa asserzione. Il disegno inadatto di un particolare può provocare, qualora siano presenti interstizi, corrosioni di tipo interstiziale anche in ambienti che ragionevolmente potrebbero essere considerati di blanda aggressività, è il caso del disegno del collegamento dei fondi di serbatoi per macchine di spargi tura di concimi e di anticrittogamici. E' noto che stati di tensionamento interno dovuto a operazioni di stampaggio per deformazione plastica a freddo o a saldatura possono provocare fenomeni di corrosione sotto tensione in ambienti che altrimenti non desterebbero soverchie preoccupazioni dal punto di vista corrosionistico. La effettiva tempertura superficiale di un elemento può causare fenomeni di corrosione per vaiolatura, ciò accade quando esistono zone particolamente calde in presenza di soluzioni aggressive che presentano, per altro, una temperatura media accettabile. Le modalità di messa in opera, qualora siano presenti, ad esempio, unioni con elementi non di acciai inossidabili, possono causare problemi. Questi elementi infatti debbono essere sempre scelti in modo da risultare compatibili, dal punto di vista galvanico, con gli acciai inossidabili. In caso contrario, in presenza anche di deboli elettroliti, è possibile la corrosione di quello più elettropositivo, cioè del meno nobile. Questo fatto si verifica soprattutto quando l'elemento più elettropositivo (che normalmente non è l'acciaio inossidabile), è di piccole dimensioni superficiali rispetto ai particolare di acciaio inossidabile. E1 il caso, per esempio, di viti e chiodi, di materiale poco nobile, impiegati su profilati e lamiere di acciaio inossidabile. Nel caso particolare di corrosione a caldo, occorre distinguere, infine, tra modalità di servizio continuo e intermittente, f tipi austenìxici, per esempio, consentono temperature ammissibili in servizio continuo superiori e quelle di servizio intermittente; al contrario, i tipi ferritici e martensitici ammettono prestazioni a temperature più elevate nel caso di servizio discontìnuo. 6. L'igienicità 6. Hygienic characteristics Mi sembra non inopportuno, parlando dì nuovi materiali per macchine agricole, un cenno a quelle che sono le caratteristiche igieniche di questi materiali. Non è, infatti, infrequente oggi, generalmente parlando, che il prodotto agricolo possa essere o lavorato nel luogo stesso di produzione oppure raccolto, trasportato e conservato, tal quale o sotto forma di semilavorato, in modo da completare successivamente l'intero ciclo di trasformazione in alimento. Non sono personalmente a conoscenza di un parametro, valutabile in termini quantitativi, che determini l'igienicità di un materiale. A mio avviso penso che, almeno da un punto di vista qualitativo, un materiale possa essere considerato intrinsecamente igienico quando presenti, opportunamente coordinate tra loro, le seguenti caratteristiche: compatezza superficiale priva di porosità; elevata resistenza agli u r t i , all'usura e alle sollecitazioni meccaniche in genere; elevata resistenza alle brusche variazioni termi che; assenza di rivestimenti protettivi fragili e deteriorabili; elevata resistenza alla corrosione; ottima pulibilità della superficie, sia nuova che usata. Se consideriamo gli acciai inossidabili da questa visuale, ci accorgiamo che essi presentano, armonicamente coordinate, le proprietà di cui sopra. Per quanto riguarda infatti la compattezza superficiale, la resistenza meccanica (agli u r t i , alle sollecitazioni continue e ripetute e all'usura), la resistenza alle brusche variazioni termiche, gli acciai inossidabili posseggono queste caratteristiche dovute essenzialmente al fatto che essi sono leghe ferrose di particolare qualità resistenziali. Circa la mancanza di un rivestimento*pro14 tettivo, ricordiamo che essi non derivano il loro strato superficiale da una "addizione" di un r i coprimento esterno (che può usurarsi o scheggiarsi), ma, al più, da una "sottrazione" di uno strato esterno, contenente eventuali discontinuità. Questa caratteristica, in particolare, permette di disporre sul manufatto di una finltura stabile e resistente, facilmente ripristinabile con caratteristiche uguali a quella precedente. La resistenza alla corrosione, conseguente al fenomeno di autopassivazione, agisce in due modi diversi: da un lato fa si che gli acciai inossidabili non si corrodano in presenza di sostanze alimentari e presentino quindi valori di cessione praticamente irrilevanti, tali da garantire non solo l'atossicità delle sostanze alimentari trattate, ma da conservarne anche tutte le caratteristiche organolettiche [sapore, odore, colore e c c ) ; dall'altro permette di impiegare su di essi mezzi anche molto energici di lavaggio e di decontaminazione, sia su superfici nuove che su superfici usate. Senza dilungarmi in proposito, citerò, a conclusione di queste considerazioni, il Decreto Ministeriale 21 marzo 1973 "Disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili, destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze d'uso personale" (di base) e il Decreto 2 giugno 1982 "Aggiornamento del D.M. 21 marzo 1973 concernente la disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con sostanze alimentari o con sostanze d'uso personale" (complementare al precedente) che regolamentano, in questo settore applicativo, anche gli acciai inossidabili. damento del latte. A questo riguardo, i mezzi di trasporto per la raccolta del latte refrigerato e per il suo trasferimento alle centrali e/o ai caseifici, le macchine e gli impianti per la sua pastorizzazione e il suo confezionamento e per la produzione di burro e di formaggio costituiscono ulteriori esempi. E' da notare che macchine specifiche sono presenti anche in allevamenti di suini e in allevamenti avicoli e di conigli; le macchine per la lavorazione dell'uva, per la fermentazione del mosto e per il trattamento e la conservazione del vino. In particolare si ricorda il carro vinificatore in campo studiato dal prof.Amirante; le macchine per la spremitura delle olive, per la produzione dell'olio e gli impianti per la sua conservazione; le macchine per la lavorazione del miele; le macchine per il sollevamento dell'acqua quali le pompe sommerse e per la produzione di energia quali i pannelli solari e gli impianti per la produzione di biogas; le stufe e gli impianti per il riscaldamento delle serre. Ritengo che gli acciai inossidabili, partendo da queste basi di utilizzazione, possano permettere di risolvere anche altri problemi del settore. In particolare, desidero sottolineare che l'odierna disponibilità sul mercato di acciai inossidabili a basso tenore di lega come l'AISI 409 e i suoi derivati 409L (a basso contenuto di carbonio) e 409LI (a basso livello di interstizial i ) , di costo limitato e di utilizzazione positivamente sperimentata in differenti settori applicativi, dai silenziatori per autovetture alle macchine per miniera, può porre le premesse per l'utilizzazione su ampia scala di inox di costo contenuto e di valida resistenza alla corrosione. In altri termini si può pensare di utilizzare questi tipi di inossidabili come acciai da costruzione che nel contempo hanno "anche" la caratteristica di resistere alla corrosione. Un'altra considerazione, che riguarda questa volta l'intero complesso di tutti gli inossidabili, è che essi permettono, se utilizzati oculamente nei punti chiave dell'intero processo produttivo agricolo e alimentare, la risoluzione del problema di coi legare il ritmo ciclico naturale di produzione delle sostanze alimentari (maturazione di frutti e di ortaggi, mungitura delle vaccine, ecc. ) con il ritmo di trasformazione industriale delle stesse e con il loro ritmo di consumo. Mentre il primo è tipicamente discontinuo, il secondo, invece, deve essere rigorosamente continuo e il terzo necessariamente legato alle esigenze del mercato e quindi ciclicamente complesso. La strada del collegamento tra questi tre ritmi è quella che l'uomo dell'era industriale cerca di percorrere nello sforzo di dare a sé stesso e a tutti i suoi simili un nutrimento suf- 7. Considerazioni conclusive 7. Conclusions E1 evidente che non è possibile terminare una presentazione di materiali nuovi o comunque non tradizionali con un'ampia e completa panoramica sui loro impieghi settore per settore. Nel corso della relazione ho tracciato un quadro delle loro caratteristiche che possono essere utilizzate in termini reali d'impiego anche nelle macchine agricole. Una rapida carrellata servirà a menzionare, in modo qualitativo e non limitativo, alcuni settori nei quali essi hanno già esempi di impiego, almeno parziale. Seguendo una suddivisione delle macchine per settore operativo, possiamo trovare utilizzati acciai inossidabili per: le macchine per la fertìlizzazione del terreno, soprattutto per quanto riguarda l'utilizzazione di concimi chimici; le macchine irroratrici per la distribuzione di anticrittogamici e di fitofarmaci; le macchine per le stalle, dagli impianti per la conservazione del foraggio alle macchine per l'allattamento fisiologico e per lo svezzamento dei vitelli, alle abbeveratrici, alle mungitrici, alle attrezzature per il raffred15 fidente, dignitoso, in termini di reale economia e volto a evitare le ben note distruzioni di materie prime alimentari dovute a eccedenze di produzione o a imprevedibili fluttuazioni della domanda. Gli acciai inossidabili hanno già dimostrato di poter essere validamente impiegati secondo questa ottica, il trattamento e la distribuzione del latte ne costituiscono un esempio noto a tutti, come, del pari, quelli del trattamento del pomodoro, detta lavorazione dell'uva e della sua trasformazione in vino, della lavorazione dei frutti e della loro trasformazione in nettari, in succhi e in conserve. lavorabilità per asportazione di truciolo), di componibilità (giunzioni saldate e brasate, giunzioni meccaniche e con adesivi strutturali), di finitura e di resistenza alla corrosione, per giungere alla conclusione che gli inossidabili rappresentano già oggi un materiale di molto utile applicazione in parti di macchine per la fertilizzazione, l'irrorazione, per le stalle, per la lavorazione di prodotti dell'agricoltura e, nel futuro, è prevedibile ancora una loro più larga applicazione, Summary STAINLESS STEELS Riassunto Stainless steels exhibit thè typical high mechanical strength of ferrous alloys, and resist corrosion by selfpassivation. Stainless steels break down into three main groups (martensitic, ferritic and austenitic), to which dual-phase steels, precipitation-hardening (PH) steels, and low interstitial element content, high alloyed steels were recently added. The author reviews thè various types and their mechanical, physical and technological (cold or hot deformability, machinability) properties, assembling (welding, brazing, mechanical and structural adhesive jointing) properties, and concludes that stainless steels can find useful appHcations for components of fertilizing and spraying machinery, stables and produce processing equipment, and that broader fields of applications can be expected to open in thè future. GLI ACCIAI INOSSIDABILI Gli acciai inossidabili sono caratterizzati da elevata resistenza meccanica, tipica delle leghe ferrose, e da resistenza alla corrosione per passiva'io ne spontanea (autopissivazione). Le caratteristiche fisico-chi miche consentono di identificare tre grandi famiglie di inossidabili (martensitici, ferritici, austenitict) alle quali, più di recente, si sono aggiunti gli acciai a struttura bifasica, ì "PH M , indurenti per precipitazione, e gli inossidabili a basso contenuto di elementi interstiziali e alto contenute di elementi in lega. L'Autore passa in rassegna, differenziando i tipi, le caratteristiche meccaniche, fisiche, tecnologiche tdeformabilità a caldo e a freddo. 16