SPORT EMIGRAZIONE Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati Il Cagliari di Sonetti ritorna alla vittoria ANNO XXXVII / DICEMBRE 2005 N. 12 I sardi nel Borinage pag. 13 Spedizione in abbonamento postale - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Cagliari (tassa riscossa - taxe perçue) Poste italiane tariffa pagata DCO/D.E./3139/02 del 25.03.2002 ◗ POLITICA REGIONALE pag. 30 ◗ SERVITÙ MILITARI Corteo a Roma per la vertenza sulle entrate fiscali Gli USA lasciano la base de La Maddalena Manifestazione unitaria con i presidenti della Regione e del Consiglio Regionale Clamoroso annuncio del Pentagono - I sommergibili a propulsione nucleare lasceranno la Sardegna entro il 2006 - Soddisfazione del presidente Soru: "gli americani saranno i benvenuti come turisti" - Piano per lo sviluppo turistico dell'isola pagine 6-7 pagina 5 ◗ SPECIALE EMIGRAZIONE Una vetrina per la Sardegna in Germania A Berlino riflessioni su nuova e vecchia emigrazione pagine 15 -16-17 - 18 2 Lettere al Giornale DICEMBRE 2005 Una bella famiglia sarda in Francia Caro Messaggero, da tanti anni ricevo il tuo prezioso giornale che leggo e rileggo. Il 18 novembre compirò 86 anni. Sono emigrato in Francia nel 1948. Con mia moglie abbiamo avuto una famiglia numerosa di dieci figli. Una bella famiglia irata su con tanti sacrifici. Dei miei figli uno è medico, cinque sono infermieri professionali con diploma di Stato, una insegnante (laureata in letteratura italiana), un altro è nella Polizia Nazionale, uno direttore di lavori pubblici e una segretaria di direzione. Siamo fieri della nostra famiglia. Quasi tutti gli anni veniamo in Sardegna per le ferie e per conservare le radici della nostra bella e amata Sardegna. Miei figli mi chiedono se puoi fare il favore di informarci sulle origini del nostro cognome, Tedde. Ti sarò grato se invierai il giornale anche a mio figlio Patrik. Pietro Tedde 4 Rue General Etienne Rivet Saint Etienne Francia Caro Tedde, complimenti per la sua bella famiglia. E auguri, anche se in ritardo, per il suo compleanno. Abbiamo attivato labbonamento per suo figlio Patrik. Per quanto riguarda lorigine del cognome dovrà pazientare. Abbiamo trasmesso la richiesta al collega che cura la apposita rubrica. Aiuto al lettore che cerca un amico Caro Messaggero sardo, innanzitutto vi ringrazio per il vostro servizio. Siete di grande aiuto per tutti gli emigrati allEstero. Vi scrivo per aiutare il sig. Antonio Anibaldi che vi aveva scritto per cercare un amico trasferitosi a Londra, che si chiama Luciano Lai, che ha aperto un ristorante (il Mirto). Io conosco il ristorante ma non so se il proprietario sia il sig. Lai. Comunque se può essere utile allamico Antonio vi comunico lindirizzo del ristorante è: 839 Fulham Road SW6 5HQ London - Tel. 02077363217. Ancora grazie per il vostro aiuto, vi mando i miei più sinceri saluti. Francesco Sanna 7 Pakington House Stockwell Garden - London Caro Sanna, grazie per la collaborazione e per gli apprezzamenti. La scoperta del giornale Caro Messaggero Sardo, per pura combinazione mi è capitato tra le mani il vostro mensile. Nel leggerlo ho rivissuto il periodo della mia gioventù con luoghi a me tanto cari. Il sapore della terra di Sardegna non si dimentica mai, anche se sono passati ben 45 anni è rimasto in me qualcosa che ha di fiabesco. Nella pagina Speciale Emigrazione dedicata a Omero Marras, ho riconosciuto la persona che per un periodo ha lavorato come compagno di mio padre nella miniera di Carbonia. Quella Carbonia che mi ha visto nascere, crescere, che però, in età molto giovane ho dovuto lasciare per cercare lavoro in Continente. Ormai anziano non rimangono che cari ricordi e perché questi Ricerca di un partigiano sardo in Francia Caro Messaggero, sono laureanda in Lettere presso lUniversità di Sassari e sto preparando una tesi su alcuni partigiani sardi. La persona che cerco è mio concittadino di nome Leonardo Boninu nato ad Illorai il 15/05/ 1892. Era residente in Francia e precisamente a Maison-sous-lEstaque frazione di Prioux (Marsiglia). Sua moglie si chiamava Maria Antonia Cappai e i suoi figli Giuseppe e Mario, e una figlia femmina di cui non conosco il nome. Aveva, inoltre, un fratello di nome Vittorio. Nel 1943 circa venne internato per attività antifascista nel campo di concentramento di Buchenwald, dove conobbe la principessa Mafalda di Savoia. Se qualcuno avesse informazioni su di lui, sulla sua famiglia o sui suoi discendenti mi può contattare tramite e-mail ([email protected]) o per lettera (Antonietta Lai, via Eleonora,10 - 07010 Illorai - SS). Fatemi sapere se è possibile pubblicare questo annuncio nel Vostro giornale oppure se esistono delle regole a cui attenersi. Vi ringrazio anticipatamente e ringrazio chiunque mi darà una mano nella mia ricerca. Antonietta Lai via Eleonora,10 - 07010 Illorai (SS) Cara Lai, eccoti accontentata e buona fortuna per la tua ricerca. Facci sapere se va a buon fine. non passino mai, sarei grato ricevere il Vs mensile affinché quello che è stato resti scolpito nel mio cuore e nella mia mente. Un cordiale ringraziamento. Giuseppe Lanci Via Togliatti, 5 - 58022 Follonica Caro Lanci, abbiamo attivato il suo abbonamento e presto potrà ricevere il giornale e rinverdire i suoi ricordi della Sardegna. Le case degli emigrati e il caro acqua Caro Messaggero, sono appena rientrato dalle vacanze trascorse in Sardegna. Nella posta ho trovato il Messaggero e nello sfogliarlo sono stato attratto dallarticolo relativo alle nuove tariffe sui consumi dellacqua. Le tariffe in esso riportate (salvo errori di stampa) appaiono veramente punitive (e 1,10 a m3 contro e 0,30 per i residenti) nei confronti dei non residenti, in buona parte emigrati che ritornano nella propria Terra per un breve periodo nellanno. Inoltre appare incongruente a fronte della riduzione del 30% che invece viene praticata nellimposta sui RSU ai non residenti e di quanto praticato dallEnel nelle sue bollette (aumento della quota fissa + componente euro Kw). Ho fatto un confronto fra le tariffe riportate sul Messaggero e quelle applicate dallAzienda del Comune in cui vivo (La Spezia) ed ho immediatamente rilevato che lunico aumento previsto per i non residenti è quello della quota fissa, differenziata a sua volta per fasce territoriali, pur essendo presi in considerazione gli stessi criteri della legge Galli e lATO. Detto ciò mi viene da fare una considerazione: chi affitta le case (in nero!!) ai vacanzieri, e quindi non vivendoci direttamente, paga lacqua a tariffa residenti?. A mio parere, per evitare che gli emigrati vengano equiparati ai possessori di seconde case (veri non residenti), i primi potrebbero presentare allAutorità dAmbito o allEnte unautocertificazione di nascita che comprovi lo status di emigrato e, quindi, siano sottoposti, al massimo, allaumento della quota fissa. Senza di ciò credo che verrebbe data una picconata alla già traballante continuità territoriale! Auspico che il Messaggero e la FASI si facciano promotori di questa o di analoga iniziativa per evitare agli emigrati questa ulteriore ingiustizia. Con molti cordiali saluti. Marco Locci via Luigi Aragone, 49/a - La Spezia Caro Locci, ci scusiamo per il ritardo con cui pubblichiamo la sua lettera, ma largomento da lei sollevato è di piena attualità. Per tranquillizzarla possiamo dirle che quel provvedimento annunciato sul numero di Agosto del Messaggero non è diventato esecutivo perché bloccato dai nuovi responsabili della Autorità dAmbito in quanto la decisione non era stata adottata rispettando le procedure. Bene farebbero la FASI e le altre Federazioni a sollevare la questione delle case degli emigrati che non possono essere considerate (a meno che ne abbiano i requisiti) alle stregua delle ville e delle residenze estive dei Vip. Figlio di emigrato nato allEstero Caro Messaggero, sono figlio di padre sardo emigrato in Svizzera (dove sono nato). Ho 38 anni vivo e lavoro nel Nord Est dItalia ma sento il richiamo delle mie origini tanto da aver acquistato una seconda casa in un piccolo paese della meravigliosa isola. Sarei contento di ricevere la vostra pubblicazione e di conoscere le eventuali possibilità di godere degli sconti nei trasporti (traghetti) vista la mia condizione di figlio di sardo emigrato. Roberto Rassu via San Giovanni 22 - Veggiano (PD) Caro Rassu, abbiamo già spiegato molte volte che grazie a un accordo tra la FASI e le più importanti compagnie di navigazione è possibile anche per i figli degli emigrati che non sono nati in Sardegna ottenere gli stessi benefici dei residenti nellIsola (la tariffa ridotta del 30%). Per sapere come fare le consigliamo di rivolgersi al circolo sardo più vicino. Nella sua zona cè il circolo Eleonora dArborea di Padova che è molto attivo. Ma in Veneto ci sono anche altri circoli a cui può rivolgersi. In memoria di un piccolo grande uomo Carissimo Messaggero, grato a un servizio ed a un lavoro che umilmente portate da sempre nelle nostre case e che ci permette, pur essendo lontani, di sentirci parte di quel progetto non utopistico ma certamente molto complesso che è la famosa continuità territoriale che dovrebbe tessere e non distruggere lunità dei Sardi e della Sardegna, chiedo umilmente che venga pubblicata questa lettera postmortem scritta da me in memoria di un piccolo grande uomo, mio zio Francesco Zizi, orunese trapiantato a Viterbo, simbolo di unepoca e di una generazione di migranti del nostro paese. Con la speranza che la mia richiesta venga accolta, vi rimando a un successivo appuntamento. Sempre in gamba e sempre indipendenti come fino ad adesso. Serra Giampietro via Carlo Cattaneo 50 Viterbo Caro Serra, eccola accontentata. Parenti in Ecuador Caro Messaggero, sono un sardo che vive a Roma da tanti anni. Purtroppo anni fa ho perso un fratello che viveva in Ecuador. Essendo sposato con una ecuadoregna i suoi figli vivono in Ecuador. Avrei bisogno di un contatto con una associazione di Sardi in Ecuador, o paesi limitrofi per poter inviare ogni tanto e con tranquillità di arrivo prodotti tipici sardi o altro. Ora vorrei inviare anche una bandiera sarda con i Quattro mori, che mio nipote vorrebbe esporre nel ristorante che ha ad Esmeralda. Vi sarei grato di una vostra cortese risposta. Cordiali saluti. Franco Polo Roma [email protected] [email protected] Caro Polo, non abbiamo capito bene la sua richiesta. Non esistono, che ci risulti, associazioni di Sardi in Ecuador. Ttra i nostri abbonati cè un Polo Antonio che abita a Esmeralda. Riteniamo che possa essere suo parente. Pubblichiamo la sua lettera perché se ci fosse qualcuno interessato possa prendere contatti con lei. Aumento tariffe Caro Messaggero, è da tanto tempo che ricevo il Messaggero Sardo e leggendo il numero di agosto ho appreso che da settembre aumenteranno le tariffe dellacqua. I miei genitori sono deceduti tanti anni fa mi hanno lasciato una piccola vecchia casetta dove trascorriamo le ferie. Mi sento discriminata perché io risiedo allEstero e non ho la residenza in Sardegna allora per quelli non residenti lacqua viene a costare di più. Inoltre io vado per due mesi e pago per tutto. Così anche per la nave i sardi sposati con donne straniere hannio lo sconto io ho essendo donna e nata in Sardegna, sposata con un uomo straniero non ho agevolazioni; questa secondo me è pura discriminazione. Che differenza c'è tra residente e non residente? Vorrei che per favore mi diate una risposta e non buttiate questa lettera. Angela von Esch Uccheddu Vlaardingen Olanda Cara Uccheddu, per quanto riguarda lannunciato aumento delle tariffe dellacqua possiamo tranquillizzarla: la decisione è stata sospesa. Per quanto riguarda gli altri quesiti che lei pone ribadiamo quello che abbiamo già detto ad altri lettori. Ovunque in Italia (ma riteniamo anche allestero) si pagano tariffe differenziate tra la prima casa e la casa delle vacanze. La sua abitazione, non risiedendo lei in Sardegna, è considerata seconda casa e assoggettata a quel tipo di tariffe. Riteniamo che gli amministratori comunali dovrebbero saper distinguere tra la casa di un emigrato che rientra per le vacanze e la villetta o la villa del turista. Infine per quanto riguarda le tariffe per la traversata in nave le consigliamo di rivolgersi al circolo sardo più vicino perché tra le Federazioni dei circoli sardi e le principali compagnie di navigazione è stato raggiunto un accordo per applicare agli emigrati e ai loro familiari le stesse tariffe praticate per i residenti. Un bagaglio pieno di ma...! Caro Messaggero, abbiamo passato delle piacevoli vacanze, come ogni agosto, in Sardegna. Parenti, amici, feste, pranzi, sole... e valigie pronte per il rientro. Il 29 agosto alle ore 21, la nave Janas, della compagnia Tirrenia, è pronta per salpare, ma... sembra che vi siano problemi, a quanto pare non indifferenti, per cui nella notte, scendiamo nuovamente tutti a terra. Invano aspettiamo, larrivo delle due unità, promesse a breve termine ma... Si riparte, dopo svariate ore, con la Bithia, che era giunta da Genova alle 6. Non vi elenchiamo i disagi, ma... ve li lasciamo immaginare. Ma... è mai possibile che quasi ogni traversata, si trasformi in angoscia? E per noi non è la prima volta. Ringraziamo per lo spettacolo: un bel tramonto ed una stupenda alba, visti a Porto Torres, ma questa non è opera della Tirrenia! Cordiali saluti Maria Tiziano Cotza Frazione Mazod 11020 Nus - Valle DAosta Cara Maria, abbiamo pubblicato il suo sfogo e la sua denuncia. Disguidi postali Caro Messaggero Sardo, da molti anni sono un tuo appassionato lettore, però risulta che il mensile del mese di settembre non lho ricevuto; il mio indirizzo è sempre lo stesso; non ho cambiato casa; non mi spiego come questo è accaduto. Grazie ad un amico e socio del Circolo Sardegna di Villa Bosch che me lo prestò, così mi sono informato delle notizie della nostra amata piccola Patria: Spero che Lettere al Giornale nel futuro non succeda più; può darsi che il postino si è sbagliato e lo porti altrove. Ti desidero, buona fortuna e ti ringrazio per le notizie che ci mandi attraverso il Messaggero Sardo. Ti saluto caramente. Giovanni Piras Calle Agustin de La Vega 764 Villa Bosch 1682 - Argentina Caro Piras, abbiamo controllato il nostro indirizzario e il suo abbonamento è in regola. Il disguido potrebbe essere responsabilità di Poste Italiane o delle Poste Argentine. Speriamo non si ripeta. Ci tenga informati. L'origine di Mogorella Caro Messaggero sardo, il mio nome è Secci Pier Angelo, sono residente a Genova da quarantanni e mensilmente ricevo il tuo giornale e lo leggo con enorme piacere perché mi tiene informato di tutto quello che succede in Sardegna. Questanno come tutti gli anni faccio le ferie in Sardegna e precisamente a Mogorella (OR) dove mio padre ha una casetta. Ti scrivo perché avrei bisogno di due favori: 1) mi piacerebbe conoscere le origini del mio paese e perché ha un nome al femminile che sembra un diminutivo; 2) come secondo favore vorrei che inviaste il vostro illustrissimo giornale a mio cugino che vive in Sardegna ad Assemini. Vi ringrazio anticipatamente e vi mando i più sinceri saluti. Secci Pier Angelo Via Valverde 16/5 16014 Campomorone - Genova Caro Secci, per quanto riguarda Mogorella nei prossimi mesi dedicheremo un servizio al suo paese. Abbiamo attivato labbonamento a suo cugino. Nostalgia da Abbasanta Caro Messaggero, mi chiamo Marco e ho 16 anni. Ho vissuto per circa quattordici anni in Sardegna, precisamente ad Abbasanta (OR) dove mi sono trovato veramente bene. Ora, sempre per motivi di lavoro, vivo nel Veneto dove (mi dispiace dirlo) non mi piace per niente. Sono 3 mesi che ricevo a casa il vostro giornale, che mi fa sentire più vicino alla mia amata Sardegna. Io per questo vi ringrazio infinitamente. Dico sempre a tutti che quando avrò i miei 18 anni tornerò in Sardegna, ma tutti mi dicono che là non cè lavoro, e che mi troverò male. Spero che le cose fran due anni saranno cambiate e che io possa avere una vita normale dove piace a me. La Sardegna è e rimarrà sempre nel mio cuore... mi manca da morire! Grazie ancora per avermi inviato il vostro meraviglioso giornale. Chi volesse inviarmi delle lettere (mi riferisco ai lettori) ne sarei molto contento, così posso confidarmi con qualcuno che mi capisce veramente. Marco Ventura Via Gramsci, 16a 45045 Castelmassa - (RO) Caro Marco, pubblichiamo la tua lettera sperando che molti lettori ti scrivano. Ti incoraggiamo a superare questo momento di crisi e in attesa del tuo rientro in Sardegna ti auguriamo che possa trovarti bene e fare amicizia anche nel Veneto. Abbonato in erba Caro Messaggero Sardo, sono un quattordicenne residente in Piemonte ma di origini sarde, più precisamente la mia famiglia nacque a Busachi. Anagraficamente piemontese non ho mai amato questa terra, ma grazie soprattutto a mio padre, che non ho mai avuto molto vicino causa separazioni dei miei genitori, ho cominciato a conoscere la mia vera terra: la Sardegna. Cominciando dalle canzoni a fisarmonica di mio papà che mi facevano addormentare da piccolo e passando per il nostro pecorino e le salsicce sarde che immancabil- DICEMBRE 2005 mente sono presenti nel mio frigo, e che mi procuro esclusivamente al circolo sardo Su Nuraghe di Alessandria, mi sono sempre più attaccato alle mie origini che sono per me da tempo motivo di orgoglio e fierezza. Gioco a calcio da 7 anni e prima di ogni partita ascolto musica sarda per caricarmi, nella quale prediligo i Janas, i Tazenda, e la meravigliosa Maria Carta. Scendo in campo ogni domenica con un cappellino, sempre presente nella mia porta, raffigurante i quattro mori e la scritta Sardegna e mi ritengo ormai a pieno titolo un vero sardo. Anche se sono così lontano dalla nostra terra approfitto di tutto ciò che mi può avvicinare ad essa ed ai miei avi: cibo, canali satellitari soprattutto Videolina e il suo programma Sardegna Canta, musica, e ora mi farebbe piacere ricevere il Vostro giornale, del quale ho ricevuto una copia da un genitore di una mia cara amica, anchessi sardi. Spero di poter essere accontentato e porgo distinti saluti. Gallisai Andrea Corso Divisione 227 15011 Aqui Terme (AL) Caro Andrea, ti abbiamo inserito tra i nostri abbonati perché tu possa alimentare il tuo amore per la Sardegna conoscendone meglio tutti gli aspetti storici, culturali, ma an- 3 che quelli economici e sociali che sono allorigine del fenomeno migratorio. Il giornale per vincere la solitudine Caro Messaggero, sono Foricu Paba, le mie poesie in lingua sarda sono pubblicate nel Messaggero Sardo dal 1979. Alcuni giorni orsono per puro caso ho conosciuto un nostro conterraneo, di anni 70 circa, di nome Mario Z. di Isili Nuoro, ma abita da tanti anni nellentroterra Ligure, in un casolare in degrado, non possiede televisione, né radio, né una famiglia da sostenerlo, la sua vita la trascorre nella solitudine. Apprezza molto la lettura e desidera enormemente di ricevere Il Messaggero Sardo, essendo privo di conoscenza di quanto succede nel Mondo e nella nostra Sardegna, che mai può dimenticare e ammirare. Vi ringrazio anticipatamente per quanto farete. Foricu Paba Via Natale Gallino Genova Pontedecimo Caro Paba, grazie per la segnalazione. Abbiamo attivato labbonamento al nostro corregionale (del quale, per motivi di privacy, abbiamo omesso il cognome) sperando che la lettura del Messaggero lo aiuti a sentirsi meno solo. Le origini dei cognomi Per poter rispondere alle domande degli emigrati sullorigine dei loro cognomi, tra le altre fonti, attingiamo anche dal prezioso volume del prof. Massimo Pittau I Cognomi della Sardegna - significato e origine di 5.000 cognomi (Carlo Delfino Editore, Sassari 1990). Per chi fosse interessato questo è lindirizzo della casa editrice: Carlo Delfino editore, Via Caniga 29/b, 07100 Sassari - Tel. 079262621. MAMELI Caro Messaggero Sardo, Vi sarei grata conoscere lorigine del mio cognome (che io asserisco essere di origine sarda). Ringraziandovi anticipatamente, colgo loccasione per salutare tutti gli emigrati sardi nel mondo. Dilva Mameli Via Martiri della Liberta 9 Castelnovo di Sotto (RE) *** Caro Messaggero, approfitto per chiedervi il significato del mio cognome indicato come il piu illustre tra i cognomi sardi grazie a Goffredo Mameli. Andrea Mameli via Goldoni 38 09131 Cagliari Cari Mameli, il vostro cognome, riuniamo in una sola risposta i Vostri quesiti, è oggi sicuramente il più illustre cognome sardo (il nostro Inno nazionale è notoriamente opera di Goffredo Mameli). La storia dei Mameli è ancora tutta da scoprire. Sembra corrispondere al gentilizio latino Mamelius . Testi sardi del XII secolo riportano questo cognome presente nel Campidano di Oristano e Tramatza. Poi, intorno al 1800, si ebbe il passaggio in Liguria con Giorgio (cagliaritano) che sposò una nobile ligure da cui nacque il famoso Goffredo. PINNA Caro Messaggero, dopo circa 20 anni che ti ricevo e ti leggo, mi sono deciso a scrivere per ringraziare tutti voi per quello che fate per gli emigrati, e per sapere le origini del mio cognome. Pinna Giampaolo Haupstr. 26 78187 Geisingen (Baden) Germania Caro Pinna, abbiamo provveduto ad aggiornare il suo indirizzo. Per quanto riguarda il suo cognome, è uno dei più antichi e diffusi cognomi sardi. Citato in numerosi testi sin dallXI secolo specie nel Sassarese, più avanti nel tempo nelloristanese e nel nuorese. Un casato con questo nome appartenne alla nobilta isolana. Si registra anche in Spagna. Origina da penna, piuma. SAILIS Caro Messaggero, vorrei conoscere lorigine del mio cognome. Sailis Giorgio Waitzstrasse 25 D-22607 Hamburg Caro Sailis, Lorigine del suo cognome è da collegare allidioma sardo saili , il serraglio per capretti. UDA Caro Messaggero, apprezzerei, contagiata nella curiosità da mio marito, conoscere lorigine ed il significato del cognome del mio consorte Addari. Uda Mariarita Via Goffredo Ciaralli 75 sc.C/int.6 00156 Roma Cara Uda, il cognome Addari deriverebbe come variante da Caddari e/o Gaddari e significa anchesso cavaliere. BRISCAS Caro Messaggero, sono uno dei fondatori della associazione culturale Sociale Sarda di Sydney in Australia. Mio padre, nativo di Orotelli, credo ci abbia tramandato un cognome unico in Sardegna, Briscas. Vorrei sapere se ciò è vero e quale è lorigine. Briscas Michelino, Caterina e Roberto 4 Sheoak Place, Bossley Park 2176 Sydney, N.S.W. Australia Caro Briscas, Briscas deriva dal catalano e tradotto recita come birba, canaglia o anche briscola, il gioco di carte. Non possiamo però confermare la unicità in Sardegna del suo cognome. LOBINA - CUBONI - SULIS Caro Messaggero, vorrei conoscere il significato dei cognomi Lobina, Cuboni e Sulis. Lobina Angelo Via Cagliari 1 08030 Sadali (NU) Caro Lobina, Per cio che riguarda i cognomi Cuboni, origine campidanese, significa grosso tino da mosto; Lobina deriva dal vocabolo spagnolo lobina, traduzione di spi- gola o branzino; Sulis, invece, non è univoca la derivazione: o abitante di Desulo oppure deriverebbe dal latino subula che corrisponde al sostantivo succhiello. rebbe una parte della macina rustica appunto il muggiolu o tramoggia. PIU Caro Messaggero, Approfitto per avere notizie sulle origini del mio cognome. Mulas Felice Caro Messaggero, vorrei conoscere lorigine del mio cognome. Piu Antonio Quartiere Biancona 20170 Levie Corsica (Francia) Caro Piu, lorigine del suo cognome è dalla lingua latina Pius e cioè pio. Un casato di tale cognome appartenne alla nobilta isolana. MUGGIOLU Caro Messaggero, grazie per tutto quello che fate per noi emigrati, rendendoci un tantino meno lontana la nostra terra con le notizie che ci fate leggere nelle pagine del giornale. Colgo loccasione per avere notizie circa il mio cognome che, a quanto so, potrebbe essere originario di Ploaghe. Giovanni Muggiolu - Bayo ch. de Biondes 44 1020 Renens VD (Svizzera) Caro Muggiolu, la ringraziamo per gli apprezzamenti riguardo il nostro lavoro. È molto probabile che lei abbia ragione per quanto riguarda il suo cognome. Infatti Muggiolu deriva da sostantivo logudorese che indiche- MULAS 7 Place de la Liberte 45300 Dadonville (France) Caro Mulas, Il suo cognome. Mulas o Mula ha origine dal sostantivo latino mula. Da notare che si hanno tracce del cognome Mulas anche in territorio spagnolo. USAI Caro Messaggero, Avrei piacere avere notizie circa lorigine del mio cognome, ed inoltre se non chiedo troppo anche quello di mia moglie Casu. Usai Andrea Hoch Str. 46 51688 Wipperfurth (Germania) Caro Usai, il suo è un cognome che si ritrova in numerosi scritti sardi dellXII e XII secolo; presente nel 1100 nella zona di Solarussa e casato Usai tra Sassari ed Iglesias, apparteneva alla nobiltà isolana. Compare anche tra quelli delle famiglie che tra il 1250 ed il 1500 erano autorizzate a svolgere traffici nel territorio della Repubblica di Genova. Certamente più antico Casu, corrispondente a formaggio, verosimilmente di origine nuragica. 4 DICEMBRE 2005 Editoriale Successo a Roma della manifestazione a sostegno della vertenza sul recupero delle entrate fiscali L a vignetta di Franco Putzolu che pubblichiamo qui a lato riassume meglio di qualsiasi scritto lo stato danimo dei sardi di fronte a una questione di vitale importanza come la vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali. La straordinaria mobilitazione di popolo che ha portato a Roma oltre cinquemila sardi (tra i quali molti emigrati) a manifestare davanti al Governo per il riconoscimento di un diritto disatteso e violato, rappresenta un avvenimento unico. Al fianco del presidente della Regione, che ha formalmente aperto il contenzioso con lo Stato, cera tutta lIsola con le sue istituzioni (dal Consiglio regionale alle Amministrazioni provinciali ai Comuni), le sue forze economiche e produttive, i sindacati, ma anche tanta gente comune. E stata una manifestazione civile e pacifica per richiamare lattenzione dellopinione pubblica nazionale su una questione vitale per il futuro dellIsola. Nonostante la pioggia e il freddo il corteo con i vessilli dei Quattro Mori, ha conquistato lattenzione e la solidarietà dei romani. Il Governo ricevendo una delegazione si è impegnato a cominciare ad accogliere le richieste della Sardegna già dalla legge finanziaria allesame del Parlamento. Ma nonostante questo impegno nella stragrande maggioranza dei sardi permane quella punta di scetticismo ben rappresentata da Putzolu.Troppe promesse non mantenute, troppi impegni non rispettati hanno finito per fiaccare la fiducia di molti. Questa sorta di rassegnazione è una delle cause principali della condizione di sottosviluppo e di subalternità della Sardegna. La vertenza sulle entrate fiscali è emblematica di questo atteggiamento. Esiste un patto solenne, previsto dallo Statuto Speciale, che è legge costituzionale, in base al quale lo Stato si impegna a restituire alla Regione Sardegna una percentuale di 7/10 delle entrare fiscali raccolte nellIsola. Ebbene negli ultimi dieci anni la quota trasferita è stata di poco superiore ai 4/10. Che in euro vogliono dire minori entrate per 4-500 milioni in meno ogni anno. Ma ancora più scandaloso è il dato relativo allIVA. In questo caso la quota si deve contrattare ogni anno. Ma lo Stato (governi di centrosinistra e di centrodestra si sono comportati sostanzialmente allo steso modo, e così pure giunte di centrodestra e di centrosinistra) nonostante il gettito fosse sempre in crescita, ha fatto pagare le sue difficoltà alla Sardegna. Con la motivazione che non cerano risorse ogni volta gli amministratori regionali erano costretti ad accettare la quota dellanno precedente. E così di anno in anno si è determinato un divario crescente tra quello che sarebbe dovuto arrivare nelle casse della Regione e la somma che invece veniva versata. In questo caso si calcola che i mancati introiti ammontino a 500 milioni di euro annui. Queste mancate entrate hanno indotto le amministrazioni che si sono succedute ad indebitarsi per poter far fronte alle spese correnti e adottare misure di sostegno alleconomia e al lavoro. Il Presidente Soruha più volte spiegato che la situazione delle casse regionali era drammatica e che occorreva riparare le falle prima di poter rimettere la barca in mare. Con una politica di rigore si è così riusciti a ridurre lindebitamento. È stato proprio esaminando la situazione disperata della finanza regionale che ci si è accorti che il deficit dipendeva in gran parte dalle mancate entrate dello Stato. Se la Sardegna riavesse indietro gli arretrati potrebbe cancellare lenorme debito che la schiaccia. Il presidente Soru e lassessore al Bilancio Pigliaru hanno studiato il problema e dati alla mano hanno chiesto al Governo di rimediare alla grave ingiustizia compiuta a danno dei sardi. La questione sarda ha assunto anche rilevanza nazionale. La Sardegna e Soru lo ha ripetuto in tutte le occasioni non chiede niente di più di quanto già previsto dallo Statuto Speciale. La fondatezza della rivendicazione stava e sta proprio nel fatto che non si chiede niente di più di quanto è dovuto. Purtroppo non sempre i sardi e la loro classe dirigente hanno saputo avere questa capacità di difendere con fermezza e determinazione i propri diritti. Quando è stato smantellato il sistema industriale, che in precedenza era stato fatto calare dallalto sullIsola, a Porto Torres, Ottana, Assemini e nelle altre zone industriali sono stati cancellati decine di migliaia di posti di lavoro senza che unadeguata mobilitazione riuscisse a far ottenere allIsola un intervento compensativo. Mentre nel ricco Nord la chiusura di una fabbrica veniva compensato con nuovi investimenti. E così mentre le ciminiere venivano spente molti sardi hanno dovuto prendere la via dellemigrazione, come aveva o fatto negli anni 60 i loro padri. La rassegnazione si è manifestata in tanti altri campi. Anche nellaccettare lo smantellamento della rete ferroviaria (ci sono meno chilometri di strada ferrata oggi di quanti ce ne fossero cento anni fa, e i treni hanno una velocità di percorrenza inferiore a quella di fine 800). Nessuno se ne ricorda più ma una ventina di anni fa le Ferrovie avevano deciso di usare la Sardegna come terreno di sperimentazione di un sistema di locomozione da vendere poi ai Paesi del Terzo Mondo. Anche in quel caso fu la orgogliosa e forte presa di posizione del Presidente della Regione a far saltare il progetto. Quel presidente si chiamava Mario Melis. Con la sua fermezza ottenne limpegno del Governo a far modernizzare la linea ferroviaria sarda. Presentandosi agli elettori Renato Soru ha detto di volersi ispirare a Mario Melis. Le prese di posizione sulle entrate fiscali e sulle servitù militari vanno in questa direzione. I risultati cominciano a vedersi. Il Governo, nonostante le resistenze del ministro Tremonti, si è impegnato a definire un piano per restituire il maltolto alle casse della Regione. Ma notizia dell ultima ora, ancora più clamorosa, è lannuncio dato dal Ministero della Difesa degli Staiti Uniti dello smantellamento della base appoggio per sommergibili a propulsione nucleare di santi Stefano. Entro un anno - ha comunicato Donald Rumsfeld al ministro Martino - gli americani andranno via dalla Maddalena. Anche quello delle servitù militari era uno dei cavalli di battaglia di Mario Melis. Non cè che dire, il 2005 non poteva finire meglio. Con la speranza che il 2006 sia ricco di nuovi significavi successi per tutti i sardi e che la Regione riesca a mobilitare risorse e intelligenze per avviare quel processo di sviluppo che la Sardegna attende da troppo tempo, auguriamo a tutti i lettori del Messaggero Sardo un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo IL MESSAGGERO SARDO viene inviato gratuitamente dalla Regione Sardegna a tutti gli emigrati, in Italia e all'Estero e alle loro famiglie in Sardegna. Richiedetelo a questo indirizzo: MESSAGGERO SARDO Via Barcellona, 2 - 09124 CAGLIARI - tel. 070.664214 - fax 070.664742 e-mail: [email protected] - [email protected] sito web: www.ilmessaggerosardo.com IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati e le loro famiglie Edito dalla Cooperativa «Messaggero Sardo» s.r.l. Presidente Gianni De Candia Comitato di Direzione Gianni Massa (responsabile), Marco Aresu, Gianni De Candia, Ezio Pirastu, Luigi Coppola Redazione e Amministrazione Via Barcellona, 2 - 09124 Cagliari Tel. 070/664214 - Fax 070/664742 Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell'11-4-1969 - Iscritto al Registro Stampa n. 217 Fotocomposizione, impaginazione, fotolito PRESTAMPA - Via Nenni 133, tel. 070/883223 - 09045 Quartu S. Elena (CA) Stampa Officine Grafiche SOCIETÀ POLIGRAFICA SARDA di Ettore Gasperini Editore - Cagliari - Via della Pineta, 24/36 - Tel. 070/303777-78 SOMMARIO EDITORIALE 4 Successo a Roma della manifestazione a sostegno della vertenza sul recupero delle entrate fiscali PRIMO PIANO Clamoroso annuncio: gli americani lasciano la base di Santo Stefano 5 di Andrea Frailis Soru a La Maddalena presenta un piano di sviluppo Il Consiglio regionale non trova l'unità nella vertenza sulle entrate 16 In un convegno a Berlino esperienze e riflessioni su nuova e vecchia emigrazioe 18 Kentus dies un progetto per presentare le mille facce della cultura della Sardegna 19 Al Circolo Domo Nostra convegno sui giovani delle servitù militari CULTURA 20 32 In migliaia a Roma per far sentire forte la rivendicazione dei sardi MUSEI ATTUALITA' Salta la sperimentazione del digitale terrestre per le trasmissioni TV 8 di Fabrizio Serra Anche nelle piazze dell'isola successo dell'iniziativa pane e olio di frantoio 21 22 di Giuseppe Foti 23 12 13 I sardi nel Borinage dal ricordo delle miniere all'integrazione dei figli 15 Presentata a Cagliari una vetrina della Sardegna sul mercato tedesco di Roberto Puddu Le controverse imprese di donna Lucia Tedde Delitala banditesca e patriotta di Franco Fresi La consegna del premio Maria Carta avvenimento internazionale Giovanni Spano uno studioso dai molti interessi di Giovanni Mameli PARLANDO IN POESIA 24 Ivo e le stelle a cura di Salvatore Tola SPORT 30 Il Cagliari di Sonetti riassapora il gusto della vittoria di Andrea Frigo Cellino cede una quota della società rossoblu a tre nuovi soci 31 La matricola nuorese grande sorpresa del calcio dilettantistico di Andrea Porcu Immutate le ambizioni delle squadre sarde di tennistavolo di Gianni De Candia Festeggiato a Zurigo il 35º anniversario del circolo Efisio Racis di Giampiero Leccis di Giacomo Serreli SPECIALE EMIGRAZIONE Dal convegno Nos Elionora proposte e progetti sul ruolo delle donne L'Iglesiente e il Cixerri PARLIAMO DELLA SARDEGNA LAVORO La pensione di anzianità traguardo quasi irragiungibile per lavoratori pubblici e privati di Adriano Vargiu PAESI DI SARDEGNA Graziano Milia eletto presidente del Consiglio delle Autonomie locali Accordo Regione-Anci per un'anagrafe degli edifici scolastici 14 Ricordo di Antonio Manca Serra baritono cagliaritano a cinquant'anni dalla scomparsa La Sardegna prima Regione a chiedere il referendum contro la devolution 7 in ginocchio, riesplode 9 Aziende la guerra del prezzo del latte di Gherardo Gherardini 10 Artisti sardi emigrati La Commissione boccia il sardo nel film di Columbu 6 di Michele Mascia 11 di Gianni De Candia di Sergio Casano RUBRICHE 25 26 SARDEGNA NOTIZIE EMIGRAZIONE Primo Piano D ICEMBRE 2005 5 SERVITÙ MILITARI Clamoroso annuncio: gli americani lasciano la base di Santo Stefano Lo ha comunicato il responsabile del Pentagono al ministro della Difesa Martino I sommergibili a propulsione nucleare lasceranno l'isola entro il 2006 La soddisfazione del presidente della Regione che aveva sollevato con forza la richiesta di allontanamento della base Usa O ra che la bandiera a stelle e strisce sta per essere ammainata, le preoccupazioni per il futuro sembrano prendere il sopravvento sullentusiasmo del presente. Dopo trentatré anni gli Stati Uniti hanno deciso che la base appoggio per sottomarini nucleari, messa su in pochi mesi nel 1972 nellisola di Santo Stefano nellarcipelago de La Maddalena, in virtù di un accordo segreto tra il nostro governo e quello di Washington, non è più necessaria alle esigenze della difesa e può essere dismessa. Dietro questa decisione, quasi certamente, si nascondono il vertiginoso aumento dei costi della guerra che gli Stati Uniti sostengono in Iraq e la crescente opposizione interna a questo conflitto, ma soprattutto la convinzione che una base come quella sarda è ben difficilmente difendibile da un eventuale attacco terroristico. Era nata in piena guerra fredda, quando la posizione strategica dellisola sarda ne faceva un elemento importante nello scacchiere strategico di contrapposizione con lUnione Sovietica; ora, inserita come è in un contesto ambientale e turistico di grande pregio e di grande frequentazione, la base di Santo Stefano rappresenterebbe una struttura a grande rischio per le persone. Lannuncio, del tutto inatteso, è giunto a fine Novembre quando il ministro della Difesa italiano, Martino, ha incontrato lomologo americano Rumsfeld; doveva trattarsi dellennesimo vertice per esaminare luscita graduale dallimpegno iracheno, ma il ministro italiano si è improvvisamente trovato di fronte allannuncio che la base de La Maddalena non serviva più alle esigenze del Pentagono. A Martino non è sembrato vero poter annunciare il disimpegno dallisola sarda, e cioè quellevento per il quale per decenni amministratori, politici, ambientalisti, intellettuali e gente comune si sono battuti, chiedendo lallontanamento della base perché pericolosa per la salute dei cittadini (i sottomarini a propulsione nucleare rilascerebbero tracce radioattive nellacqua, e un incidente simile sarebbe stato sfiorato nellOttobre del 2003 quando il sottomarino Hartford è andato a urtare gli scogli) e nel contempo ottemperare a una precisa richiesta di colui che è, allo stesso tempo, il potente alleato e il padrone di casa a La Maddalena. Sì, perché, la base di Santo Stefano non è e non è mai stata funzionale allalleanza atlantica e quindi alle esigenze difensive anche italiane, ma solo una di Andrea Frailis base americana fuori dalle mura un po come la famigerata Guantanamo a Cuba. Lannuncio di Martino ha, ovviamente, suscitato molti entusiasmi in Sardegna; a cominciare dal Governatore, Renato Soru, che ha commentato a caldo con un finalmente la decisione della Difesa americana, e che secondo fonti mai confermate avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella vicenda, raggiungendo gli alti comandi dellamministrazione americana grazie a Edward Luttwak, esperto di strategia e di cose militari, molto vicino alla Casa Bianca e visto in estate a Cagliari proprio in compagnia di Soru. Le perplessità delle prime ore (sui tempi della dismissione soprattutto) sono state fugate dal successivo e tempestivo incontro fra Martino e Soru a Roma: smantellamento da completare nel giro di 6 mesi, un anno e comunque entro il 2006, e assicurazioni sulla sorte delleconomia maddalenina dopo il disimpegno americano. E questo è il vero punto dolente della vicenda. La base americana di Santo Stefano ospita, a tuttoggi, poco più di 3mila militari che, con le loro famiglie, hanno occupato affittandole (senza mai discutere lalto canone di locazione, si dice) circa il 40% delle case de La Maddalena; a questo si devono aggiungere le 180 persone che lavorano direttamente alle dipendenze della Marina di Washington e un indotto fatto di piccole ditte che hanno lavorato grazie allesistenza della base a stelle e strisce. Ovvio che lannuncio della chiusura abbia messo in allarme tutte queste persone; meno comprensibile latteggiamento di chi, avendo responsabilità istituzionali, ha chiamato in causa il variegato mondo ambientalista accusandolo di aver causato un disastro economico. A queste persone basterebbe ricordare come nei territori sottoposti a servitù militari, in Sardegna come in altre regioni, non nascono altre attività economiche proprio perché esistono quelle installazioni con le stellette, e che lallontanamento delle caserme è la premessa indispensabile per la creazione di nuove intraprese con relativi posti di lavoro. In realtà La Maddalena ha vissuto, per oltre 30 anni, in una economia drogata dalla presenza della base americana, e ora non sarà facile riconvertire il tutto. Tutto ruota attorno al futuro Soru a La Maddalena presenta un piano di sviluppo turistico N on l’hanno fatto né Mario Melis, né Franco Rais, né Ferderico Palomba, presidenti “storici” di giunte regionali di sinistra. A recarsi alla Maddalena con l’intero esecutivo, ci ha pensato Renato Soru, dopo aver affermato pubblicamente: «Gli americani li vogliamo, ma soltanto come turisti». Il Pentagono, preoccupato per l’eccesso di spese e per un’immagine degli States che si va deteriorando nel mondo, ha raccolto, checché se ne dica, il suo invito (mentre il ministro Martino continuava a ripetere che gli Yankees non sarebbero andati via), e ha annunciato che nave appoggio e sommergibili nucleari lasceranno Santo Stefano. All’esultanza dei più ha fatto riscontro la protesta per la perdita dei posti di lavoro creati, in 33 anni, dall’insediamento a stelle e strisce, che in cambio ha offerto l’altissimo rischio di inquinamento nucleare come conseguenza di un possibile incidente. Le occupazioni, si sapeva fin dall’inizio, non potevano che essere aleatorie e riguardano circa 180 lavoratori, tra i quali, numerosissimi, quelli arrivati al seguito della base, addetti alle pulizie e ex dipendenti, oggi pensionati, del nostro ministero della Difesa. In un’economia che langue, il cantiere militare che chiude, le scuole per allievi sottufficiali che vengono smantellate, la scelta erronea di puntare tutto sulle Forze armate e non sul turismo, il quadro si presenta desolante. Per questo, in molti, hanno contestato Soru, ritenendolo ingiustificato responsabile del futuro, possibile disastro. Il governatore, però, è andato diritto per la sua strada, trasformando i fischi in applausi. Ha buttato sul piatto delle rivendicazioni un pacchetto che potrebbe portare una valanga di euro a condizione che l’isola punti le sue carte, che sono di grandissimo valore, sull’industria “pulita” del passeggero. La Maddalena ha un bene il cui valore è superiore, forse, a quello del Colosseo: è l’Arsenale militare, una vasta area situata in una zona d’incomparabile bellezza naturale, a due passi da Caprera. Un tempo vantava un migliaio di dipendenti, oggi ne ospita appena un centinaio, assieme a relitti di scafi arrugginiti e inutilizzabili. Imprenditori di grosso spessore, quali l’Aga Khan, Tom Barrack e una grande impresa italo-francese, vorrebbero, una volta definitivamente dimesso, trasformarlo in officina e rifugio per quei maxi yacht che oggi fanno l’invernaggio a Maiorca: garantirebbe, previa riqualificazione degli addetti, posti di lavoro non effimeri e un indotto che potrebbe risollevare in maniera definitiva l’asfittica economia dell’isola. Per questo Soru l’ha messo al primo posto dell’intesa istituzionale tra Regione, Provincia e Comune sottoscritta nel suo viaggio maddalenino: «L’area dell’arsenale, che ha perso le sue originarie funzioni, è parte integrante – è detto nel primo dei dieci articoli dell’accordo – del sistema urbano e come tale deve essere utilizzato». «Una trentina di anni fa – ha detto il governatore alla folla di cittadini che gremiva l’aula consigliare del municipio - quando tutti i sardi chiamavano la vostra isola “la piccola Parigi”, Palau era solo un punto d’approdo e Olbia un paesotto. Poi tutta la Gallura ha puntato sul turismo e si è trasformata in positivo, La Maddalena ha scelto gli armamenti ed è rimasta ferma». Ora, con l’addio degli statunitensi – se poi ci sarà veramente – non è tardi per ricominciare. (G.Z.) dellArsenale della Marina Militare, una struttura secolare ora da riconvertire a usi turistici in un compendio di 23 ettari, nel quale lavorano ora 160 persone, e che potrebbe diventare un più vasto complesso insieme alle strutture di Santo Stefano che, come ha chiesto Soru e come ha successivamente confermato il ministro Martino, dopo la dismissione passeranno nella disponibilità della Regione e, quindi, della comunità maddalenina. Certo è che lannuncio di Rumsfeld e Martino ha scompaginato i piani di molti; chi si riteneva coperto dalla rassicurante presenza della base americana si ritrova, oggi, a dover inventare quasi da zero una riconversione economica, e chi aveva puntato tutto su una lunga e snervante guerra di posizione contro lesistenza di una installazione militare deve, oggi, inventarsi un nuovo nemico da combattere e, magari, spostare il proprio raggio dazione dal versante politico e ambientale, a uno più squisitamente economico e occupazionale. Una preoccupazione della quale si è fatto interprete il sindaco di La Maddalena, Angelo Comiti, che ha ora una bella gatta da pelare, ma anche una straordinaria occasione di sviluppo, e che lancia subito una richiesta a Soru nel piano paesaggistico regionale che presto presenterete in Giunta, tenete conto della situazione che si è venuta a creare a La Maddalena, perché dovremo dotarci delle strutture turistiche adeguate. Più fiduciosa nel futuro la presidente della neonata Provincia di Gallura, Pietrina Murrighile sappiamo cosa fare e dove andare, e i maddalenini non saranno soli. In realtà per La Maddalena il futuro turistico sembra già cominciato; la riconversione dellex Arsenale fa gola a diversi gruppi imprenditoriali, fra i quali lAga Khan fondatore della Costa Smeralda, ma anche a una cordata di imprenditori francomonegasca che opera nel settore della nautica. Una situazione, come è facile intuire, in piena evoluzione. Rimane da capire perché, non più tardi di qualche mese fa, lamministrazione militare americana chiese autorizzazioni e denari per triplicare gli edifici della base de La Maddalena. Ora, in un soffio, tutto ciò non serve più e la barriera difensiva di zio Tom si può attuare da altre parti, in altre regioni, forse in altri paesi. La gente ha bisogno di spiegazioni molto più chiare di quelle che, finora, sono state fornite finora. 6D ICEMBRE Primo Piano 2005 U na settimana di acrobazie politico-diplomatiche non è bastata per centrare lobiettivo. Dopo incontri, confronti, scontri, allontanamenti e tentati riavvicinamenti, lunità in Consiglio regionale sulla vertenza fiscale non è stata raggiunta: nessun ordine del giorno che raccogliesse il consenso di tutti, solo una mozione della minoranza di centrodestra che ha avuto come unico risultato quello di spaccare laula. Niente di grave, si sono affrettati a garantire subito i consiglieri dellopposizione e il primo firmatario del documento bocciato, Mario Floris dellUds: restano inalterati lappoggio, il sostegno alla protesta nei confronti dello Stato per riportare a casa circa quattro miliardi di euro arretrati delle quote, riconosciute dalla Statuto di Autonomia, delle imposte pagate dai sardi (Iva e Irpef) oltre alle risorse per il futuro stimate in 900 milioni allanno. Per non compromettere la solidità del fronte della protesta, quello che il primo dicembre ha portato politici, sindacalisti, imprenditori, amministratori e gente comune a manifestare a Roma, davanti Palazzo Chigi, sede del Governo italiano. E dire che il tentativo in extremis di convincere Floris a ritirare la mozione perché altrimenti i sardi non ci capirebbero era stato fatto dallo stesso presidente della Regione Renato Soru che, per non aumentare la tensione al momento del voto, ha preferito astenersi. Le chiedo di ritirare quella mozione, perché qualunque sia il motivo della vostra scelta di mantenerla è sbagliato aveva detto Soru Se dovessimo dividerci nessuno capirebbe il perché. Vi prego di riflettere ancora. Appello caduto nel vuoto di fronte a un irremovibile Floris che, con compostezza britannica ma senza cedere di un millimetro, gli aveva risposto di essere rammaricato ma di non poter ritirare un documento che certo non è di corto respiro ma di prospettiva, assicurando però la collaborazione non fittizia, ma reale da parte della minoranza. E così, i sogni di unità si sono infranti su quel 41 a 25 con cui il Il Consiglio regionale non trova l'unità nella vertenza sulle entrate Caduto nel vuoto l'appello di Soru: "se dovessimo dividerci nessuno capirebbe il perché" – Falliti tutti i tentativi di trovare una linea comune sullo scontro con il Governo per il recupero delle entrate fiscali La mozione della minoranza bocciata dall'aula – Garantito il sostegno alla protesta nei confronti dello Stato per riportare a casa circa quattro miliardi di euro arretrati delle quote, riconosciute dallo Statuto Speciale, delle imposte pagate dai sardi di Michele Mascia Consiglio regionale ha bocciato la mozione. Oltre a Soru si era astenuto, per non essere strumentalizzato, Giuseppe Atzeri. Lesponente del Partito sardo dAzione aveva attaccato la politica miope di chi non riesce ad andare oltre gli steccati, sottolineando che sulla vertenza fiscale non sarà fatto alcuno sconto, anche se ad andare a governare lItalia nel 2006 dovesse essere lUlivo. Loggetto del contendere, e motivo per cui alla fine non si è riusciti a trovare un accordo, era dato da alcuni passaggi specifici inseriti nel testo della mozione. Come quello che sostanzialmente introduceva la questione delle servitù militari. Si chiedeva alla Giunta di attivarsi affinché, in attesa della riduzione della presenza delle basi e delle relative esercitazioni, da Roma arrivassero proporzionate compensazioni economiche per la Sardegna. La maggioranza di centrosinistra aveva invece predisposto un ordine del giorno identico a quello della minoranza senza però quelle tre righe di riferimento alle servitù militari. Una scelta dettata dalla volontà di non intralciare il percorso di Soru nella direzione di una più radicale smobilitazione delle basi. Per il centrodestra la vertenza sulle entrate fiscali doveva inserirsi in una rivendicazione di più ampio respiro. Sfumata lintesa, tutte le forze politiche, pur mantenendo le differenziazioni, hanno ritenuto utile archiviare il caso e riportare il sereno in un Consiglio dove durante il dibattito i momenti di tensione non erano certo mancati. Come quando Floris aveva accusato lassessorato alla Programmazione di non avere una struttura adeguata per accompagnare la rivendicazione con i conteggi esatti. Immediata era stata la replica dellassessore Francesco Pigliaru: lefficienza degli uffici era stata confermata dalla Ragioneria generale dello Stato che aveva riconosciuto la validità degli atti presentati dalla Regione. In Aula poi non erano mancati i momenti di provocazione: Floris aveva tirato fuori una mozione datata 11 dicembre 2002, identica alla sua ma firmata da tutti i consiglieri dellallora minoranza di centrosinistra, da Eliseo Secci della Margherita (attuale presidente della commissione Bilancio) al compagno di POLITICA ECONOMIA La Sardegna prima Regione a chiedere il referendum contro la "devolution" L partito Paolo Fadda, dai diessini Giacomo Spissu (oggi presidente del Consiglio regionale) e Siro Marrocu al socialista Peppino Balia. Caustico il capogruppo della Quercia Marrocu: Pensavo che una volta raggiunto lo scoop e ottenuta la visibilità che cercava, alla fine prevalesse il buon senso. Mi chiedo che senso abbia questa mozione. Aveva provato a spiegarlo il capogruppo di Forza Italia, Giorgio La Spisa, invitando però tutti a guardare oltre. Questa mozione ha avuto il merito di aver posto la necessità di una soluzione di lungo respiro sul tema delle entrate, che possa ridisegnare in futuro una forma speciale di federalismo per lIsola. E se il capogruppo di Fortza Paris Silvestro Ladu aveva sottolineato la necessità di rivendicare norme più vincolanti nei confronti dello Stato, Maria Grazia Caligaris dello Sdi-Su aveva fatto notare come anche in questa battaglia, nella quale gli appelli si sono sprecati, si sia registrato il solito disinteresse per le donne, quelle non coinvolte direttamente nelle istituzioni per le quali non cè stata neppure una sommessa voce di chiamata, nonostante siano in prima fila a rivendicare risorse perché sono le pri- me a soffrire per la crisi economica dellisola. Secondo il capogruppo di An Mario Diana allorigine dei problemi cè uno Statuto che, rispetto alla Sicilia, riduce la specialità sarda creando gravi conseguenze: Ma questa maggioranza inconcludente non parla dello Statuto consentendo al presidente Soru di prendere da solo liniziativa. Peppino Balia del gruppo Federalista autonomista aveva spiegato che la battaglia non va condotta solo contro il governo di centrodestra ma deve essere orientata verso qualsiasi tipo di governo nazionale per perseguire quello che è un diritto dei sardi. Per il capogruppo dei Riformatori Pierpaolo Vargiu la vertenza sulle entrate è una buona occasione per riaprire la questione dellAssemblea costituente, perché in questa battaglia (lammodernamento dello Statuto speciale) bisogna coinvolgere tutta la comunità isolana. Il pieno sostegno nel portare avanti la vertenza con lo Stato e la presa di distanza dalle posizioni della minoranza erano stati espressi dal capogruppo della Margherita Antonio Biancu e da quello di Rifondazione Comunista Antonello Licheri. Sulla stessa scia Progetto Sardegna, compatto con il capogruppo Chicco Porcu nel sostenere la battaglia del presidente della Regione Soru, sacrosanta per tutelare i diritti negati e per anni calpestati del popolo sardo. Più volte aveva richiamato allunità il presidente della Commissione Bilancio, Eliseo Secci. Sottolineando limportanza di tenere il fronte compatto e precisando che la competenza nel fare i conteggi e nel quantificare con esattezza le somme che il governo nazionale deve alla Sardegna spetta solo ed esclusivamente alla Giunta. Che deve spingere su Roma, sostenuta il più possibile, per far arrivare immediatamente almeno i 900 milioni stimati dovuti per il 2005. Senza quei soldi, aveva più volte ribadito Renato Soru, diventa unimpresa ardua garantire gli investimenti per il lavoro e lo sviluppo ed evitare tagli nei trasferimenti di risorse ai comuni e alle province. a Sardegna è la prima Regione italiana ad avere attivato le procedure per la richiesta di indizione del referendum confermativo sulla devolution. Il Consiglio regionale ha infatti approvato dopo ampio dibattito, a maggioranza assoluta, una mozione in cui si delibera di richiedere lindizione del referendum. Hanno votato si 55 consiglieri, no 2, mentre tre si sono astenuti. La devolution, che mette in discussione la solidarietà nazionale rischia di avere conseguenze gravi conseguenze per la Sardegna e per le altre Regioni del Sud Italia soprattutto in materia di sanità e di pubblica istruzione. A portare la proposta in Aula, la mozione urgente, erano stati i partiti centristi dellopposizione: Riformatori Sardi, Fortza Paris, con lappoggio a titolo personale del capogruppo dellUdc Giorgio Oppi e del vice, Roberto Capelli. Ma la proposta, primo firmatario Pierpaolo Vargiu, capogruppo dei Riformatori ha incontrato il favore anche della maggioranza. Il Presidente del Consiglio Giacomo Spissu, a conclusione del dibattito fortemente critico nei confronti delliniziativa del Governo, ha annunciato che sono state trasmesse a tutte le Regioni italiane le deliberazioni assunte (lAssemblea sarda ha approvato anche un ordine del giorno per la nomina dei due delegati alla pro- cedura di indizione della consultazione popolare) per chiedere la loro adesione. Quando cinque Regioni avranno deliberato con lo stesso dispositivo si potrà depositare la richiesta in Corte di Cassazione. Il referendum ha detto Spissu è possibile in quanto il testo della legge sulla devolution è stato approvato solo a maggioranza e non con i due terzi di voti. Altre Regioni, come Calabria, Basilicata e Lombardia per diverse ragioni, si stanno muovendo in questa direzione. La nostra decisione si intreccia con lapprovazione della Consulta per riscrivere lo Statuto di autonomia, attesa nelle prossime settimane in prima commissione. Approvato il programma di recupero delle aree minerarie dismesse L a Giunta regionale ha approvato in via definitiva il programma dei lavori presentato dalla società Igea per il risanamento delle aree dismesse del Sulcis-Iglesiente-Guspinese. Gli interventi consentiranno la stabilizzazione di 486 lavoratori socialmente utili e riguarderanno le opere di bonifica, risanamento ambientale, valorizzazione archeologica e museale nelle aree ex minerarie. In particolare, le aree interessate dalle azioni di recupero saranno Campo Pisano, Monteponi, Monte Agruxiau e San Giovanni, afferenti al Rio San Giorgio e quelle del compendio minerario di Masua. Secondo quanto previsto dalla Finanziaria regionale del 2004, alla società Igea sono stati assegnati 12.394.965,57 euro, equivalenti al 50% delle spese da sostenere per l’attività da svolgere, come stabilito dal decreto del Ministero dell’Ambiente del 2001. “Il programma di interventi, concordato con l’apposito Servizio di bonifica dei siti inquinati dell’assessorato, dovrà vedere come prioritarie – ha detto l’assessore dell’Ambiente Tonino Dessi’ - le azioni di caratterizzazione e messa in sicurezza d’emergenza”. La Giunta ha poi dato mandato all’assessorato dell’Industria di reperire, in qualità di azionista unico della Società Igea Spa, quota parte corrispondente al rimanente 50% dell’intervento complessivo proposto, pari a ulteriori 12.394.965,57 euro. Primo Piano DICEMBRE 2005 7 ENTRATE FISCALI In migliaia a Roma per far sentire forte la rivendicazione dei sardi Corteo di protesta con il presidente della Regione, Renato Soru e del Consiglio Regionale, Giacomo Spissu - Hanno sfilato esponenti della maggioranza e dell’opposizione, le organizzazioni sindacali, imprenditoriali, di categoria Il sostegno dei sardi residenti nella capitale – La solidarietà dai romani I crediti della Sardegna ammontano ad oltre 4 miliardi di euro di Luigi Coppola L a manifestazione unitaria a Roma, il primo dicembre, con il presidente della Regione, Renato Soru, del Consiglio Regionale, Giacomo Spissu, esponenti della maggioranza e dellopposizione, le organizzazioni sindacali, imprenditoriali, di categoria e migliaia di sardi, circa seimila, ha non solo riscosso il sostegno di molti sardi residenti nella capitale, ma ha portato ad un primo concreto risultato: lapertura di un tavolo tecnico, con i ministri Tremonti e La Loggia e il Ragioniere generale dello Stato, per definire, accertati i crediti della Sardegna, che ammontano ad oltre 4 miliardi di euro, i tempi dei rimborsi alla Regione. La richiesta della Regione Sardegna, in merito alle quote di Irpef ed Iva non versate dallo Stato a partire dal 1991, è risultata così chiara, inoppugnabile, da riscuotere anche il sostegno delle altre Regioni, che, in documento della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, hanno ribadito la giustezza delle posizioni sarde. Ma anche il sostegno di semplici cittadini, non sardi, che a Roma si sono aggregati al corteo che ha attraversato la città, da Piazza dellEsedra a Piazza Venezia, da dove poi una delegazione si è portata a Palazzo Chigi per essere ricevuta dal sottosegretario Letta. Una manifestazione, quella di Roma, che ha messo insieme giovani e anziani di tutta lIsola, giunti nella capitale con le navi, da Olbia e Cagliari, e in aereo. Una rappresentanza quanto mai efficace della Sardegna di oggi, dello spirito che anima la Sardegna, grazie allimpegno delle organizzazioni sindacali, degli imprenditori, delle diverse categorie economiche e sociali, delle forze politiche, tutte, che pure divise su molti temi, si sono trovate concordi nel rivendicare i diritti della Sardegna e nel tutelare lo Statuto. A parte i risultati ottenuti con la manifestazione, risultati sui quali i sindacati sono apparsi meno ottimisti e soddisfatti degli esponenti della Regione, ciò che più ha colpito è stata lunità tangibile delle diverse componenti del popolo sardo, e delle diverse generazioni che si trovano a combattere, quotidianamente, con gli irrisolti problemi del lavoro, dello sviluppo. Ora Regione, Sindacati, Organizzazioni imprenditoriali e di categoria, forze politiche, attendono che il governo già nella finanziaria in approvazione stanzi una prima cospicua somma, come rata del rimborso dovuto. Cè da dire che mentre il presidente Soru ha sottolineato il significato politico del- La solidarietà degli emigrati La FASI con i suoi 67 circoli condivide e sostiene con forza la vertenza che la Giunta Regionale e il suo Presidente, insieme al Consiglio e a tutte le forze politiche e sociali, ha aperto col governo centrale per una più giusta ripartizione delle entrate fiscali e per il recupero delle risorse pregresse dovute dallo Stato e da esso trattenute indebitamente. Da quelle risorse è detto in un documento del Presidente della Fasi Tonino Mulas dipende una parte delle politiche di sviluppo della Sardegna e la possibilità di far regredire decisamente la disoccupazione, che alimenta una nuova emigrazione. Non vogliamo che altre migliaia di giovani partano dalla nostra isola perché costretti, depauperando in tal modo le energie lavorative e intellettuali. È interesse di tutto il popolo sardo, compresi i 350 mila sardi e le loro famiglie che vivono nel continente sostenere questa battaglia di legalità e riaffermazione dellautonomia. lapertura di un tavolo tecnico che di fatto costituisce, da parte del Governo, il riconoscimento della legittimità delle richieste della Sardegna, le organizzazioni sindacali, a conclusione della giornata romana, sono apparse più caute. Giampaolo Diana, segretario della Cgil, ha detto:Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consigliodei ministri, non ci ha dato risposte convincenti. Rispet- to all8 novembre, quando noi abbiamo marciato su Roma, è stato fatto un passo indietro. Quella volta il governo aveva messo nero su bianco limpegno a dare alla Sardegna un congruo acconto, che poi si è rivelato un atto dovuto, e a definire la vertenza entro quattro mesi. Oggi non cè stato nulla di scritto: non credo si possa parlare di successo della nostra missione. Sollecitato ad esprimere un giudizio sulla manifestazione , sul corteo di sardi che ha attraversato Roma, Diana ha detto: Al corteo do senzaltro dieci e lode. Al resto un tre, al massimo. Giudizio meno severo quello espresso da Mario Medde, segretario della Cisl, un po deluso dallincontro, definito interlocutorio dal quale però potrebbero scaturire risultati importanti. Con Letta ci siamo soffermati sul principio e sul diritto della Sardegna a vedere riconosciuto ciò che le spetta. Anche Medde ha voluto sottolineare il significato dellimponente manifestazione per le vie di Roma che dimostra quanto la vertenza sulle entrate fiscali sia condivisa dai lavoratori e dai sardi più in generale. Da questo si deve partire anche in previsione di futuri confronti con il governo. Si è mosso il popolo sardo, si è mossa la nostra gente ha detto Gino Mereu, segretario della Uil Non si è trattato di qualcosa di focloristico, ma di un corteo civile e compatto. Non eravamo e non siamo unarmata Brancaleone, rappresentiamo una forza della quale non si può non tenere conto. La nostra mobilitazione costituisce un atto di fiducia nei confronti della Giunta regionale e un pungolo nei confronti del Governo nazionale. Per capire la portata della vertenza tra Regione e Stato, il presidente Soru ha ricordato: In questi ul- timi anni la Regione Sardegna si è indebitata in modo assurdo essendo mancato il rimborso del gettito fiscale da parte dello Stato. Solo nel 2004 il debito è stato pari a quasi un miliardo e 200 milioni di euro che significa ha spiegato il presidente indebitare ogni sardo 300 volte più di quanto sia indebitato ogni lombardo. Nellultimo anno ha aggiunto Soru abbiamo fatto una politica di rigore estrema, che consiglio anche al nostro governo, ma solo perché non ci vengono trasferiti i soldi che ci appartengono e abbiamo dovuto rivolgerci alle banche che hanno affossato la nostra Regione. Questa è una protesta per la sopravvivenza della Sardegna e per la sopravvivenza dellistituto stesso dellautonomia regionale, che è una conquista del popolo sardo. Per Linetta Serri, presidente regionale dellAnci, lassociazione dei comuni, le centinaia di fasce tricolori presenti alla manifestazione, portate da altrettanti sindaci, è un segno che la vertenza è tra una Regione e lo Stato e non tra una giunta regionale e lo Stato. Come detto, a conclusione della manifestazione, una delegazione guidata dal presidente Soru è stata ricevuta a Palazzo Chigi, dal sottosegretario Letta. Oltre al tavolo tecnico il governo si è impegnato a trovare una prima soluzione parziale nel maxiemendamento alla legge finanziaria, da approvare entro lanno. In occasione della manifestazione unitaria di Roma, le organizzazioni sindacali, quelle imprenditoriali, quelle di categoria, avevano puntualizzato, in un documento i punti della vertenza, che va anche oltre gli aspetti finanziari. Una delle questioni fondamentali per il presente e il futuro della Sardegna si dice nel documento è lautonomia finanziaria della Regione e la politica delle entrate, aspetto ricorrente nelle richieste e nelle proposte del sindacato confederale sardo e delle rappresentanze imprenditoriali e di categoria. La necessità di assicurare una corretta copertura alle politiche del lavoro, agli investimenti per lo sviluppo, ai livelli di tutela, assistenza e integrazione socio sanitaria assistenziale, il futuro della politica di coesione europea, impongono scelte tempestive sul versante dellattuazione dellart. 8 dello Statuto sardo, per assicurare un equilibrato rapporto tra entrate e uscite attraverso un costante monitoraggio della crescita dei gettiti tributari compartecipati. Dopo avere richiamato lesigenza di interventi che siano in grado di far superare alla Sardegna gli squilibri endemici del sistema produttivo, il documento unitario si sofferma sullo stato della crisi. Senza voler entrare nel dettaglio dei numeri indicatori che attestano lo stato di salute della nostra economia si afferma non si può non richiamare il forte squilibrio ancora presente nel mercato del lavoro sardo, che, a fronte di un tasso di attività pari al 59 per cento vede attestarsi il tasso di disoccupazione annuale al 13,9 per cento (con un divario di circa 6 punti percentuali con la media nazionale), con punte molto elevate nella componente femminile e nel tasso giovanile. Il malessere sociale è aggravato dallaumento dei fenomeni delle vecchie e nuove povertà, che coinvolgono il 17 per cento della popolazione sarda. Il documento si occupa anche delle diseconomie strutturali che frenano i processi di sviluppo del sistema delle imprese sarde, e dei rapporti tra Sardegna, le politiche europee e i rapporti euro mediterranei, insieme con il rafforzamento degli enti locali che rappresenta nellIsola un aspetto prioritario e fondamentale delle politiche di sviluppo e di promozione del lavoro. Questi obiettivi la Sardegna non può raggiungerli da sola, con le proprie forze: è necessario perseguire con decisione il confronto Stato Regione, chiedere, come noi stiamo facendo, tutte le risorse finanziarie dovute, in attesa di rivedere anche i livelli di compartecipazione, la nuova riscrittura dello Statuto e la completa e totale attuazione dellIntesa Stato Regione. Liniziativa della manifestazione a Roma, dopo la manifestazione dei sindacati, sempre nella capitale, l8 novembre, dopo lassemblea unitaria indetta dai sindacati e dalle organizzazioni imprenditoriali e di categoria, ha solide basi e precedenti di grande rilevanza istituzionale, atti non semplicemente formali da segnalare nel riproporre una rivendicazione della regione in merito ai trasferimenti, dallo Stato, delle compartecipazioni erariali. Si fa riferimento allIntesa Istituzionale di Programma, sottoscritta il 2 aprile del 1999 tra Regione e Governo nazionale, allimpegno, assunto con Cgil, Cisl e Uil e con le rappresentanze economiche e istituzionali sarde dal sottosegretario Letta, a nome del Governo, il 25 giugno del 2003, che prevedeva un tavolo di monitoraggio e di verifica della stessa Intesa Istituzionale, proprio per avviarne la completa attuazione. 8D D ICEMBRE Attualità 2005 ifficilmente scatterà il 31 gennaio prossimo il cosiddetto switch off, che segna in Sardegna il definitivo passaggio dalla Tv analogica a quella digitale terrestre. La sperimentazione, avviata contemporaneamente in Valle dAosta, avrebbe dovuto interessare inizialmente la popolazione residente nelle quattro principali province dellIsola, coinvolgendo il 70% delle famiglie sarde, poco più di un milione di abitanti. Per il 31 luglio del 2006 è invece prevista la copertura dellintero territorio regionale. Queste date non potranno essere rispettate per un dura polemica sorta la Regione, il Governo ed lAssociazione dei produttori che intendono attuare il digitale terrestre. Punti controversi la mancata informazione ai cittadini, il tipo di decoder individuato e necessario per potere usufruire del nuovo sistema, il non coinvolgimento del Consiglio regionale e delle Associazioni dei Consumatori. Viene inoltre contestato il sistema di digitale adottato. Quando entrerà in funzione la nuova tecnica, mentre resterà la piattaforma satellitare, per vedere la TV tradizionale ci si dovrà necessariamente dotare di un decoder per ciascun televisore posseduto. Gli impianti, che attualmente trasmettono in analogico saranno tutti convertiti e il segnale sarà visualizzato sul televisore solo in tecnica digitale terrestre. Per agevolare la transizione il Governo ha previsto specificamente per la Sardegna e la Valle dAosta un contributo statale di 90 euro per lacquisto del decoder, che secondo laccordo con la Regione avrebbe dovuto essere interattivo, a condizione di risiedere nellIsola e di essere in regola con il pagamento del canone RAI. Bisognerà inoltre fornire al rivenditore un documento di identità, il codice fiscale e lautocertificazione di come non si è fruito del contributo in precedenza. Secondo il Ministero delle Comunicazioni in Sardegna sono stati venduti nei mesi scorsi con il contributo oltre 125 mila decoder mentre è in fase di avvio la campagna per informare lopinione pubblica sulle modalità di attuazione dellinnovazione. Entro il dicembre 2006, il passaggio al digitale terrestre interesserà in Italia oltre 20 milioni di abitazioni e 50 milioni di apparecchi televisivi al pari della Germania e del Regno Unito. Il Parlamento europeo ha fissato tra il 2008 ed il 2010 il periodo per consentire luso della nuova tecnica di diffusione televisiva, che moltiplica per quattro ciascun canale di trasmissione. In Sardegna si avrà sicuramente un rinvio sulle date di entrata in funzione del nuovo sistema e si stanno studiando ipotesi di una graduale convivenza dellanalogico e del digitale terrestre. Il Presidente della Regione, Renato Soru ha infatti denunciato lintesa firmata con lallora Ministro delle Telecomunicazioni Maurizio Gasparri chiedendo che nellisola non venga spento il tradizionale segnale analogico. La richiesta, motivata dallofferta di decoder obsoleti non in grado di consentire il dialogo tra il cittadino e la pubblica amministrazione, non è stata ancora formalizzata, ma potrebbe essere accolta anche per le difficoltà della RAI, servizio pubblico che non può partecipare attivamente alla sperimentazione per mancanza dei ECONOMIA Salta la sperimentazione del digitale terrestre per le trasmissioni tv Sarebbe dovuta cominciare il 31 gennaio 2006 - La Sardegna regione pilota Contrasti con il Governo per una serie di inadempienze di Fabrizio Serra fondi richiesti per gli investimenti. È stato, intanto, ridotto nella finanziaria lo stanziamento del Governo per il contributo allacquisto dei decoder mentre i lavori di cablatura per la larga banda indispensabile alla interattività, sono in ritardo. È cambiata, infine, lattenzione degli utenti che si sono resi conto anche a proprie spese che non ci sarebbero stati i vantaggi promessi e che i decoder messi in vendita sono tecnologicamente arretrati mentre aumentano le polemiche e le richieste di chiarimenti sul sistema e sul tipo di decoder privi delle caratteristiche previste dellintesa firmata dalla Regione. Il Presidente Soru, parlando con i dirigenti del sindacato dei giornalisti, ha denunciato in par- ticolare tre cose: il mancato rispetto degli impegni presi sei mesi fa; loperazione in corso è del tutto diversa e priva di interesse per la Sardegna; i decoder che si stanno vendendo con il contributo pubblico saranno superati fra sei mesi. Ha quindi sottolineato che non si può negare ai Sardi il diritto di continuare a vedere la televisione nel modo in cui la vedono, a cominciare dai programmi del servizio pubblico. Non metteremo una lira in unoperazione che si sta rivelando del tutto diversa da quella negoziata. È nostra intenzione ha aggiunto di portare nelle case dei Sardi una tv come terminale di rete, collegata allADSL per laccesso veloce a Internet, a un computer e ad unantenna: libera, aperta e democratica. Le dichiarazioni di Soru hanno animato un dibattito a lunga gittata ed alimentato le polemiche avviate, subito dopo la firma dellintesa Governo-RegioneDGTVi, dallAdiconsum, Associazione dei consumatori che ha lamentato il mancato coinvolgimento dei rappresentanti degli utenti, dal Sindacato dei giornalisti che ha chiesto notizie e garanzie sui contenuti dei programmi informativi dei nuovi canali e dalla consigliere regionale socialista Maria Grazia Caligaris, segretaria della Commissione Informazione e Diritti Civili che ha denunciato il mancato coinvolgimento, anche informativo, sulla di firma dellintesa ed ha ECONOMIA Anche nelle piazze dell'Isola successo dell'iniziativa "Pane e olio in frantoio" La manifestazione Pane e olio in frantoio, che sè svolta in 112 città italiane, ha animato anche le piazze di alcuni centri della Sardegna. A Ilbono, Nuoro, si è festeggiato con degustazioni aperte al pubblico gli oli moliti dai frantoi della zona e il pane e le focacce locali, il pane di tipo bianco, il coccoi, il culurgiones, langulli e il cibudda. È stato possibile inoltre visitare il frantoio Demuru Paolo e le antiche cantine. A Santadi, invece, lassaggio del pane e dellolio si è affiancato alla mostra mercato di prodotti enogastronomici e artigianali, allestita nel centro del paese. È stato possibile degustare le numerose varietà locali del pane prodotto nel territorio sardo: il civraxiu, pani cun olia (oliva), cun gerda (ciccioli), cun tamatiga (pomodoro) e infine pani cun arricottu (ricotta), tutti in abbinamento allolio extravergine locale. Durante la giornata sono state organizzate anche visite ai frantoi ed escursioni tra gli oliveti secolari oltre a mostre e convegni sulleccellente binomio alimentare del pane e dellolio. Anche gli artigiani di Santadi hanno partecipato attivamente alla festa in onore dellolio novello, esibendosi nella molitura secondo tecniche tradizionali del grano e nella panificazione, dimostrazione che si è conclusa con lassaggio del pane prodotto in diretta. Altri appuntamenti gustosi hanno avuto luogo a Serrenti, sempre in provincia di Cagliari, dove, oltre alle degustazioni e alle visite guidate ai frantoi, sono state organizzate due iniziative a scopo divulgativo: una serata di animazione per far conoscere meglio loro verde e una conferenza sulla cultura dellolio nella storia del Medio Campidano. Anche a Seneghe, in provincia di Oristano, non sono mancati stand di prodotti agroalimentari e banchi dassaggio a base di pane duro e olio extravergine locale, ma lattrazione della giornata è stata la sfilata in costume accompagnata dalla musica tradizionale sarda. Iniziative enogastronomiche e culturali anche nel Sassarese: ad Alghero una degustazione di olio in abbinamento con le svariate tipologie di pane sardo nei locali del Cavall Mari nel lungomare Dante, e un convegno sulle peculiarità dellextravergine, mentre nel Capoluogo è stata inaugurata per loccasione la prima mostra dellArtigianato artistico del Nord. Ma i veri protagonisti di Pane e olio in frantoio a Sassari sono stati lextravergine di cultivar bosana fruttato, medio e forte, e il pane tipico - di Osilo, carasau, guttiau, spianata, e di Ozieri degustati dagli amanti della gastronomia tradizionale. Tanti dunque gli appuntamenti della kermesse che ha unito tutta lItalia dellextravergine. Questa giornata ha sottolineato Enrico Lupi, presidente dellAssociazione nazionale città dellolio è stata unoccasione unica per conoscere da vicino il variegato mondo dellolio e di un alimento figlio della tradizione, il pane artigianale, e ha rappresentato uneccezionale vetrina nazionale per i due prodotti, Pane e olio in frantoio è stata organizzata, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. chiesto laudizione del Presidente e dellAssessore agli Affari generali Massimo Dadea per far luce su uniniziativa che presenta molti lati oscuri e che ha suscitato perplessità e dubbi tra i cittadini. Uninterrogazione è stata presentate in Consiglio per chiedere lo slittamento della data di spegnimento dellanalogico dal Capogruppo dei Riformatori PierPaolo Vargiu. Lex Presidente della Regione Mario Floris e Oscar Cerchi rispettivamente leader e consigliere dellUDS, hanno chiesto, in uninterpellanza, di sapere chi sta davanti, chi sta dietro e chi cè in questo affaire che ha messo le mani nelle tasche e nei portafogli dei Sardi. Le famiglie isolane, anche quelle più povere, stanno pagando a caro prezzo la sperimentazione che ci è stata imposta. Il sindacato Cisl e lAdiconsum se la sono presa anche con latteggiamento del Governo, quando con tono affabile assicura che per Sardegna e Valle dAosta il passaggio alla nuova tecnologia si tratta di un privilegio e non di unimposizione piombata dallalto. È un fatto inaudito ha sottolineato Mario Medde, Segretario regionale Cisl che un Governo imponga una tecnologia i cui costi ricadono in massima parte sui cittadini. Viviamo in una delle regioni più povere, e come se non bastasse gli ultimi tagli agli enti locali previsti nella legge finanziaria non faranno altro che aggravare la situazione. Siamo sicuri che questo nuovo sistema sia una priorità imprescindibile? Da parte nostra la risposta è un secco no. A Medde ha fatto eco il segretario dellAdiconsum Sardegna Giorgio Vargiu, che nel mettere in risalto i costi sostenuti dallo Stato, si è posto unaltra domanda: è necessario si è chiesto che il Governo spenda miliardi di euro per unoperazione del genere? Siamo sempre più convinti che i contributi statali facciano comodo solo ai produttori ed alle televisioni in quanto è chiaro che una buona parte va a rimpinguare la casse di produttori, venditori e distributori. Quale la soluzione? Secondo Adiconsum inaugurare innanzitutto un tavolo di concertazione con tutti i soggetti interessati, e la coabitazione tra il vecchio sistema analogico ed il nuovo digitale terrestre, e preferiremmo che i 150 milioni di euro stanziati per lacquisto di queste apparecchiature siano destinati al fondo di sostegno alle persone non autosufficienti. Mentre infuriano le polemiche ed in attesa di conoscere gli ulteriori sviluppi della sperimentazione, il Sottosegretario alle Telecomunicazioni Paolo Romani ha precisato a Videolina che se a fine gennaio dovesse risultare che molti sardi fossero senza decoder, nessuno spegnerà lanalogico per far posto al digitale terrestre. La Regione, intanto, utilizzerà i fondi che erano destinati alla sperimentazione per ampliare la cablatura per dotare della banda larga le zone dellisola per consentire luso dellADSL e lutilizzo di decoder intelligenti in grado di assicurare agli utenti linterattività con la pubblica amministrazione ed altri servizi di utilità. In definitiva la situazione e in evoluzione e saranno proprio i Sardi a decidere la data del passaggio dal sistema analogico al digitale. Primo Piano D ICEMBRE 2005 9 Aziende in ginocchio riesplode la "guerra" del prezzo del latte Il Consiglio regionale unito a sostegno delle aziende agro-pastorali in crisi Un ordine del giorno approvato praticamente all'unanimità ha concluso il dibattito sulla difficile situazione del comparto agro-pastorale isolano Ricordata l'importanza che il settore riveste nella vita economica e sociale della Sardegna - L'aggravamento della situazione provocato dal succedersi di numerose calamità naturali ed epidemie del bestiame e dal ritardo con cui vengono liquidati gli aiuti e gli indennizzi previsti dalla normativa nazionale e regionale di Gherardo Gherardini U n ordine del giorno approvato praticamente allunanimità (68 voti a favore e soltanto due contrari) ha caratterizzato la conclusione del dibattito sulla difficile situazione del comparto agro-pastorale isolano, un dibattito vivace ed intenso al quale il Consiglio regionale ha dedicato due sedute alla fine del mese di novembre. Il documento approvato dallAssemblea di via Roma, dopo aver ricordato limportanza che il settore riveste nella vita economica e sociale della Sardegna, ribadisce che la situazione delle imprese agricole, già compromessa da una pesante crisi, negli ultimi tempi ha registrato un aggravamento. Tra i diversi fatti che hanno provocato questa crisi, si legge nellordine del giorno, il succedersi di numerose calamità naturali ed epidemie del bestiame, aggravate dal ritardo con cui vengono liquidati gli aiuti e gli indennizzi previsti dalla normativa nazionale e regionale. Una situazione che ha causato il pesante indebitamento delle imprese agricole verso il sistema bancario, tanto che molte aziende sono state oggetto di procedure esecutive e, in alcuni casi, sono state vendute a prezzi irrisori rispetto al loro reale valore di mercato. In particolare, il comparto ovino attraversa una crisi gravissima, resa ancora più difficile dal fatto che le trattative per il prezzo del latte non hanno ancora permesso un accordo tra gli allevatori e le imprese di trasformazione e commercializzazione. Con queste premesse, lordine del giorno impegna la Giunta regionale ad attivare, anche presso il Governo nazionale, tutte le iniziativa necessarie per arrivare, in tempi brevi, al pagamento delle indennità e degli aiuti comunitari, nazionali e regionali dovuti per le calamità naturali, epizootiche o a seguito delle vaccinazioni contro la lingua blu. LEsecutivo, inoltre, deve adottare le iniziative necessarie perché venga raggiunto al più presto un accordo sul prezzo del latte ovino, per garantire la giusta remunerazione del lavoro degli allevatori e degli operatori dellintera filiera. Due, infine, gli impegni di natura politico-programmatica: mettere a punto gli interventi necessari per favorire la riconversione e il rilancio dellintero comparto; elaborare e proporre al Consiglio regionale un organico progetto di rilancio complessivo del settore agricolo, per renderlo finalmente competitivo con le altre realtà agricole nazionali ed estere, in modo da assicurare agli agricoltori e agli operatori del comparto agro-alimentare redditi equi e adeguati livelli di vita. Il dibattito è scaturito dalla presentazione di diverse interpellanze e ben tre mozioni, promosse da rappresentanti dellintero schieramento politico consiliare. Due le interpellanze sullemergenza determinata dalla recrudescenza della peste suina africana: quella della Margherita, illustrata da Giuseppe Cuccu (una situazione gravissima, con almeno 150 focolai e oltre 12 mila capi abbattuti) e quella del PSdAz, illustrata da Giuseppe Atzeri, che si è lamentato della scarsa sensibilità dellassessore della sanità. Per la mozione presentata da numerosi consiglieri dellopposizione, che sollecitava interventi urgenti e una strategia globale per il rilancio del comparto agropastorale, ha preso la parola Fedele Sanciu (FI). Questa giunta, questa maggioranza ha detto sono incapaci di affrontare la realtà e di proporre programmi per ridare speranza ad un settore che è ormai alla disperazione. Luciano Uras (Rif. Com.) ha poi illustrato la mozione presentata da alcuni esponenti del centrosinistra, soffermandosi sullo stato economico-finanziario delle aziende agricole sarde che sono ancora in attesa del pagamento degli indennizzi relativi ai danni subiti dalle colture e dagli allevamenti. Una situazione sempre più grave ha sottolineato che impone scelte e decisioni che non si possono più rinviare. Una mozione e uninterpellanza sul prezzo del latte ovino, del gruppo di Fortza Paris, sono state illustrate da Silvestro Ladu: Abbiamo presentato questi documenti ha detto perché siamo preoccupati per la situazione drammatica del comparto. Enecessario capire, prima di tutto, quali sono le strategie che la Giunta vuole mettere in campo. E quindi intervenuta lassessore della sanità, Nerina Dirindin, che ha illustrato le iniziative promosse dalla Giunta per affrontare le emergenze derivanti dalla peste suina e dalla lingua blu, assicurando che sono state messe in campo attenzione ed impegno per prevenire ed arginare le epidemie e per sollecitare Governo ed Unione europea sul fronte dei rimborsi. Dopo la risposta dellassessore hanno replicato Franco Ignazio Cuccu (Udc), che ha auspicato che lattenzione sui problemi del comparto si mantenga sempre altissima, e Giuseppe Atzeri (Misto Psdaz), che si è dichiarato totalmente insoddisfatto perché manca una politica regionale attiva e cè solo una politica di retroguardia. Il primo ad intervenire nel dibattito generale sulle mozioni è stato Pierpaolo Vargiu (Riformatori), secondo il quale in agricol- MEDICINA Ricerca su casi di "sindrome di Crisponi" L’associazione “Sindrome di Crisponi” – costituita allo scopo di sostenere la ricerca nel campo delle malattie rare, dato che la sindrome (scoperta nel 1996 da un medico cagliaritano) colpisce al 90% in famiglie sarde – sta cercando casi nell’Isola e in famiglie residenti nel resto d’Italia o all’estero per completare la raccolta di DNA da destinare alla ricerca condotta dal gruppo cagliaritano del CNR. I contatti con l’associazione possono avvenire per posta scrivendo a: Associazione Sindrome di Crisponi, Via G. D’Annunzio, 1 - 09170 Oristano o via Internet: tutte le informazioni sulla malattia sono contenute nel sito: www.sindromedicrisponi.it. tura si nota una assenza totale di strategia per risolvere la situazione una volta per tutte. Se la strategia non viene individuata ha concluso vuol dire che la Giunta non funziona. Secondo Alberto Sanna (Ds) la maggioranza sta affrontando seriamente i problemi del comparto agropastorale: La Giunta ha detto - ha già approvato due disegni di legge e il processo organico di riforma è in corso. Visto che la cooperazione non è in grado di avere uno sbocco autonomo e di aggregarsi per produrre ununica strategia, la Giunta regionale sta lavorando proprio in questa direzione: incentivare la cooperazione. Per Nicola Rassu (FI) il settore agropastorale è un malato terminale con un piede nella fossa. Se crolla questo settore, la cui rilevanza strategica nelleconomia regionale è a tutti nota, per effetto domino le ripercussioni saranno a catena. Maria Grazia Caligaris (Sdi - SU) ha posto laccento sulle cause della crisi del settore: anni di disattenzione e manifesta incapacità delle istituzioni, atteggiamento ottuso e intransigente degli industriali, insufficienza del ruolo delle cooperative, scarsa tutela dei prodotti, indebitamenti letali, altissimi costi dellacqua ad uso irriguo, mancanza di strategie di marketing e commercializzazione. Occorrono ha sottolineato interventi immediati e risolutivi. La mancanza di una politica autorevole e decisa è stata denunciata da Fedele Sanciu (FI) e da Attilio Dedoni (Riformatori), che hanno anche auspicato una riforma seria per affrancare i pastori dalle clausole capestro degli industriali. Strumentali, secondo Elio Corda (Progetto Sardegna), i contenuti delle mozioni, che tendono a spostare sullattuale maggioranza la responsabilità della crisi del settore. Evidentemente ha detto lassenza di una politica agricola della legislatura passata pesa sul presente e non può essere superata a pie pari. Per Giuseppe Cuccu (Margherita) la debolezza del sistema può essere superata soltanto con un patto di filiera, mentre secondo Roberto Capelli (UDC) la crisi è aggravata dalla mancanza di scelte politiche (Avete sostituito un assessore per dichiarata as- senza di qualunque programmazione e non avete approvato una sola legge di settore). Un piano regionale che metta insieme limpegno straordinario di tutte le forze politiche è stato auspicato da Pinuccio Fadda (Prc), al quale ha fatto seguito Sergio Pisano (Riformatori), secondo il quale occorre una seria programmazione, rapida e responsabile, per evitare che a pagare, siano sempre i pastori. Giorgio La Spisa (FI) ha sottolineato la necessità di attuare interventi di natura strutturale e di puntare sulla qualità e sullorganizzazione. Basta con le facili promesse. Si devono trovare ha sostenuto - soluzioni che consentano di dare a tutta la filiera produttiva la possibilità di competere nel mercato alla pari degli altri. Nella replica, lassessore dellagricoltura Francesco Foddis ha risposto punto per punto alle critiche mosse dai consiglieri dellopposizione. Non è vero ha affermato che la Giunta è inerte. Stiamo lavorando per rendere conveniente ai produttori di latte il mercato isolano e per non far perdere al nostro sistema economico il valore aggiunto dato dalla trasformazione e commercializzazione. Foddis ha citato come esempio la Commissione paritetica, di recente istituita, dove tutti gli autori della filiera sono chiamati ad affrontare, in modo collegiale, i nodi del settore. Sul prezzo del latte, lassessore ha detto che la Regione si è impegnata non ad erogare unintegrazione, ma a sostenere finanziariamente il comparto, e che questo impegno è stato assolto. Quanto alla vertenza in atto, si è detto fiducioso che, quanto prima, si trovi un accordo. A conclusione della discussione è stato presentato un ordine del giorno sottoscritto da maggioranza ed opposizione, sul quale si sono favorevolmente espressi, con dichiarazioni di voto, diversi consiglieri, molti dei quali hanno voluto sottolineare che lapprovazione di un documento unitario non rappresenta un punto di arrivo, ma di partenza verso la predisposizione di un piano organico, che delinei le strategie a medio e lungo termine per il settore agro-pastorale, ritenuto giustamente fondamentale per leconomia isolana. 10 D ICEMBRE Lavoro 2005 O ramai per tutti i lavoratori sia pubblici che privati la pensione di anzianità diventa un traguardo pressoché irraggiungibile. Dal 2008, infatti, letà minima aumenta di tre anni e dalle quattro cosiddette finestre si passerà a due. Queste le principali novità che scatteranno dal 2008 e riportate nella legge delega 243/2004 che non richiede decreti attuativi. Su questa normativa recentemente lInps ha emanato una circolare inviata a tutti gli uffici periferici in modo che tutte le richieste degli assicurati possano essere correttamente definite. Attuale sistema retributivo Fino al 31 dicembre 2007 ai lavoratori dipendenti la pensione può essere liquidata o con 35 anni di contribuzione e unetà minima di 57 anni, ridotta di un anno fino a tutto il 31 dicembre di questanno, per gli operai e i cosiddetti precoci, o con almeno 38 anni di contributi a prescindere dalletà. Sempre fino al 31 dicembre 2007, fatta salva una possibile proroga governativa, chi opta per il mantenimento in servizio pur avendo maturato i requisiti pensionistici può avere diritto ad un aumento esentasse del 32,70% della retribuzione. Cosa succede dal 2008 La normativa cambia radicalmente. Letà minima per la pensione di anzianità da abbinare con almeno 35 anni di versamenti, passa dagli attuali 57 a 60 anni, che salgono ulteriormente di un anno dal 2010 al 2013. Dal 2014, inoltre, è previsto un ulteriore aumento di un anno se con la riforma non si raggiungeranno i risparmi sperati. In pratica la nuova normativa scatta inderogabilmente dal 1° gennaio del 2008 mentre quanti maturano gli attuali requisiti entro il 31 dicembre del 2007 potranno comunque andare in pensione nel corso del 2008 avvalendosi della vecchia normativa. PREVIDENZA La pensione di anzianità traguardo quasi irraggiungibile per lavoratori pubblici e privati In una circolare l'INPS spiega come saranno le nuove pensioni dal 2008 - L'età minima aumenta di tre anni e dalle quattro finestre si passerà a due di Giuseppe Foti Vecchie nuove “finestre” con la Riforma Lavoratori dipendenti fino al 2007 Requisiti maturatiDecorrenza della pensione Entro il 31 marzo 1 luglio * Entro il 30 giugno 1 ottobre * Entro il 30 settembre 1 gennaio dellanno successivo Entro il 31 dicembre 1 aprile dellanno successivo Dal 2008 in poi Requisiti maturatiDecorrenza della pensione Entro il 30 giugno 1 gennaio dellanno successivo ** Entro il 31 dicembre 1 luglio dellanno successivo *** Lavoratori dipendenti fino al 2007 Requisiti maturatiDecorrenza della pensione Entro il 31 marzo 1 ottobre * Entro il 30 giugno 1 gennaio dellanno successivo Entro il 30 settembre 1 aprile dellanno successivo Entro il 31 dicembre 1 luglio dellanno successivo Dal 2008 in poi Requisiti maturatiDecorrenza della pensione Entro il 30 giugno 1 luglio dellanno successivo Entro il 31 dicembre 1 gennaio del secondo anno successivo * ** riservate a quanti hanno almeno 57 anni di età; riguarda coloro che hanno almeno 57 anni di età al 30 settembre dellanno precedente; *** con qualsiasi età I lavoratori autonomi Così come per i lavoratori dipendenti anche per artigiani, commercianti e coltivatori diretti, a decorrere dal 1° gennaio 2008, letà pensionabile aumenterà, passando dagli attuali 58 anni a 61 per slittare ulteriormente a 62 dal 2010. Invariato invece il requisito dei 35 anni di contribuzione richiesta. Un escamotage sia per i lavoratori autonomi che per i lavoratori dipendenti è previsto da una norma della nuova legge che permette comunque il pensionamento a qualsiasi anno di età a condizione che si possano far valere almeno 40 anni di contribuzione. Danneggiate le donne Dal 1° gennaio del 2008 in pratica le donne non avranno più diritto alla pensione di anzianità in quanto letà minima dei 60 anni sarà parificata a quella della vecchiaia. Esiste ancora una alternativa: la possibilità di lasciare il lavoro a 57 anni se dipendenti o a 58 se autonomi con una pensione calcolata con il metodo contributivo. La differenza fra i due sistemi di calcolo della pensione però è decisamente scoraggiante: la pensione calcolata col sistema contributivo è mediamente più bassa del 20-25% di quella col sistema retributivo. Diminuiscono le finestre Dal 1° gennaio 2008 le finestre passeranno da quattro a due. In pratica si potrà andare in pensione solo con gli scaglioni di gennaio e giugno. Anche in questo caso i più danneggiati saranno i lavoratori autonomi che dal raggiungimento dei requisiti dovranno attendere dai 13 ai 18 mesi. Chi sfugge alle nuove norme Apparentemente la vecchia normativa continuerà ad essere applicata anche dopo il 2007. Attenzione, però, potranno rientrare fra i beneficiari solo quanti sono stati autorizzati ai versamenti volontari entro il 1° marzo del 2004, gli appartenenti alle forze armate ed alle forze dellordine, i lavoratori in mobilità e quanti rientrano negli esuberi nel settore bancario entro il limite delle 10 mila unità. Il nuovo sistema contributivo nella Riforma Maroni Rientrano nel sistema contributi- vo quanti hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Anche se sono passati pochi anni dalla sua applicazione, il governo Berlusconi ha drasticamente modificato lattuale normativa. Fino al 2007 non cè distinzione tra anzianità e vecchiaia in quanto gli uomini e le donne possono andare in pensione dal compimento del cinquantasettesimo anno di età con almeno 5 anni di contributi sempre che limporto della pensione così calcolato sia pari almeno allassegno sociale maggiorato del 20% (450 euro nel 2005). Le modifiche dal 2008 La riforma già attuata e che sarà operante dal 1° gennaio 2008 ha drasticamente cambiato i requisiti richiesti. Da questa data infatti i limiti di età saranno innalzati a 65 anni per gli uomini e a 60 anni per le donne equiparandoli così a quelli previsti per la pensione di vecchiaia dei lavoratori dipendenti e autonomi che sono agganciati al sistema retributivo. Il pensionamento prima delletà richiesta Sempre a decorrere dal 2008 la riforma prevede una alternativa alluscita dal lavoro. La pensione di vecchiaia, infatti, potrà essere richiesta da chi ha maturato almeno 35 anni di contribuzione e a 60 anni di età per il biennio 2008/ 2009 e a 61 anni di età dal 2010 al 2013 e a 62 anni dal 2014. Questi requisiti ovviamente, sono riferiti ai soli uomini; infatti, come nel sistema retributivo le donne potranno andare in pensione di vecchiaia al 60° anno di età e quindi ad una età decisamente più favorevole rispetto allanzianità. Altro escamotage per evitare lostacolo delletà pensionabile è dato dalla possibilità del pensionamento di vecchiaia a qualsiasi età una volta però raggiunto il tetto di 40 anni di contribuzione. Anche in questo caso attenti ai trabocchetti: Nel raggiungimento dellanzianità infatti, non sono compresi né il riscatto del periodo di laurea né i versamenti volontari. Le regole speciali per le pensioni delle donne nella Riforma La riforma delle pensioni che entrerà in vigore dal gennaio del 2008 disegna un quadro particolare per le donne per le quali scatteranno regole decisamente diverse e peggiorative da quelle valide per gli uomini. La riforma Dini del 1995, introducendo la pensione integrativa, aveva annullato le differenze di sesso nel senso che i requisiti per avere la pensione di vecchiaia erano uguali per tutti, uomini e donne. Con la riforma Berlusconi, come già accennato in questa stessa rubrica, le differenze esistenti nellambito della pensione di vecchiaia retributiva (per intenderci quella attuale) si presentano anche in quella contributiva. In una situazione che rischia di creare dubbi ed equivoci, si inserisce anche un altro fattore che complica ancor più la situazione: con il sistema contribuivo la pensione di anzianità per le donne in pratica scompare. Queste sinteticamente le nuove norme per le pensioni al femminile: La pensione danzianità retributiva. Per la donna dal 2008 non esisterà più questa forma di calcolo della pensione in quanto il requisito delletà sia per gli uomini che per le donne sale a 60 anni e addirittura aumenterà ancora di 1 e 2 anni tra il 2010 e il 2013. È chiaro perciò che essendo la pensione di vecchiaia per la donna fissata al 60° anno di età, lequivalente prestazione di anzianità non ha più nessuna ragione di essere. Pensione danzianità contributiva. Fino al 31 dicembre 2007 la donna potrà andare in pensione col sistema retributivo con 5 anni di contributi e 57 anni di età. Dal 2008 invece il requisito delletà viene elevato a 60 anni. Sarà possibile in precisi casi anticipare il pensionamento ma la situazione peggiorerà in quanto si dovrà tener conto dellapertura delle finestre che dal 2008 diventeranno 2 anziché 4. Gli argomenti che ancora la Riforma dovrà definire La circolare dellINPS sulle nuove pensioni dal 2008 non chiarisce ne poteva farlo alcuni importanti argomenti che ancora non sono stati definiti ed approvati dal Governo. Questi i principali punti ancora in sospeso. Cumulo pensioni. Dovrebbe essere migliorato il regime di cumulo tra pensioni e redditi di lavoro soprattutto per i pensionati di anzianità. Potrebbe essere al riguardo riproposto il ticket sperimentato con successo nel 2003 e ancora in vigore per chi riprenda a lavorare. Supplementi di pensione. Attualmente il supplemento può essere concesso dopo 5 anni dalla liquidazione della pensione. Lorientamento è quello di diminuire il termine a due. Super bonus ai dipendenti pubblici. Oggi il super incentivo è ammesso solo a favore dei pensionati di anzianità del settore privato. Esiste un accordo per lestensione al pubblico impiego presumibilmente nei primi mesi del 2006. si è in attesa di un accordo tra Governo e Sindacati. Lavori usuranti. Si è ancora in attesa di conoscere le condizioni speciali per le categorie che svolgono attività usuranti per laccesso al pensionamento. Riforma degli enti di previdenza. È un vecchio discorso. Il Governo ha 12 mesi di tempo per riordinare, accorpare e se necessario eliminare alcuni enti previdenziali col chiaro scopo di ridurre i costi di gestione. Langolo della posta Caro Messaggero, mi chiamo Piras Giovanni Maria ed abito in Olanda. Percepisco dallInps una piccola pensione che mi viene per lappunto pagata in Olanda. Ho a carico mia moglie e mi hanno detto che dovrei avere diritto agli assegni familiari. Non so però come procedere per la richiesta. Gli assegni familiari sulle pensioni vengono corrisposti dallInps a condizione che lintero nucleo familiare (nel suo caso formato da Lei e da sua moglie) non superi determinati limiti di reddito. Non conoscendo questo ultimo dato non posso quindi farle sapere esattamente se lei rientra o meno fra quanti ne hanno diritto. Si rivolga comunque o a un ente di patronato italiano che opera in Olanda o allo stesso Consolato italiano che sicuramente sapranno risolvere il suo quesito. Per quanto riguarda la procedura da seguire, questa è veramente semplice: compili il modulo di richiesta per assegni familiari sulla pensione (il modulo potrà fornirglielo lo stesso ente di patronato) alleghi uno stato di famiglia e comunichi i redditi percepiti. La sede Inps che tratta le domande degli emigrati sardi in Olanda è quella di Cagliari, che, una volta ricevuta la richiesta le comunicherà lesito. Attualità DICEMBRE 2005 11 POLITICA Graziano Milia eletto presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Il Presidente della Provincia di Cagliari scelto a larga maggioranza dai rappresentanti G raziano Milia è il primo presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna. Il presidente della Provincia di Cagliari è stato eletto con 32 voti a favore, dai 39 componenti sui 44, tra presidenti di provincia e sindaci, eletti lo scorso settembre in rappresentanza delle istituzioni locali. La candidatura del presidente della Provincia di Cagliari è stata proposta, in Aula, dal sindaco di Villasimius, Salvatore Sanna, il quale ha anche “auspicato “ una elezione unitaria, come “unitaria” era stata la votazione con la quale il Consiglio regionale aveva approvato l’istituzione del Consiglio delle autonomie locali, un “vero punto di raccordo” tra la Regione, le province, i Comuni isolani, “una pratica attuazione del federalismo interno” sollecitato da quasi tutte le forze politiche sarde. L’invito di Salvatore Sanna è stato, immediatamente, “accolto” dal sindaco di Cagliari, Emilio Floris, il quale ha condiviso l’indicazione di Milia e si è augurato che il nuovo organismo svolga, con incisività, il ruolo di raccordo, di coordinamento tra le esigenze degli enti locali e la Regione, avvicinando i cittadini alle istituzioni e rendendoli partecipi delle scelte e delle decisioni politiche. Insieme – ha detto Graziano Milia subito dopo la votazione – dobbiamo raggiungere l’obiettivo comune di garantire un futuro migliore alla nostra terra e al nostro popolo. Siamo chiamati ad una sfida importante e non ci sottrarremo ai nostri compiti e al nostro dovere. Il nostro lavoro sarà impostato sulla moderazione dei rapporti tra Regione ed enti locali, alla ricerca del dialogo e della comprensione delle reciproche ragioni. Alla cerimonia d’insediamento in Consiglio regionale hanno partecipato anche il presidente della Giunta Renato Soru e il presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu, cui spettava per statuto di convocare la prima seduta. È una fase importante di avvio e piena operatività di un organismo fortemente voluto dal Consiglio regionale – ha sottolineato il massimo rappresentante dell’Assemblea – e l’insediamento giunge proprio in un momento di fermento istituzionale dove le rappresentanze delle istituzioni locali si devono sentire protagoniste della nuova fase costitutiva dell’autonomia sarda. Sono sicuro che questo Consiglio delle Autonomie Locali, pur inoltrandosi in un terreno nuovo - ha aggiunto il presidente Spissu – sarà all’altezza del compito assegnato in virtù del lavoro quotidiano fatto dai tanti amministratori locali. Un richiamo all’unità di governo è stato lanciato anche dal Presidente della Regione. Dobbiamo passare – ha detto – da una visione gerarchica di governo ad una a rete per sfruttare a pieno e non disperdere nessuna risorsa. Il governo sarà di tutti, e di tutti assieme oppure non sarà all’altezza dei tempi, delle richieste dei cittadini, delle necessità di pieno sfruttamento delle opportunità che la nostra regione ci chiede di cogliere”. SCUOLA Accordo Regione-Anci per un'anagrafe degli edifici scolastici U n protocollo dintesa per condividere risorse tecniche, conoscitive e umane che servono alle rilevazioni sugli edifici scolastici della Sardegna è stato sottoscritto dallassessorato regionale della Pubblica Istruzione e dallAnci. Liniziativa, siglata dallassessore Elisabetta Pilia e dal presidente dellAnci Linetta Serri, rientra nel progetto per la realizzazione dellanagrafe regionale delledilizia scolastica. Laccordo prevede che lassessorato predisponga un piano generale per 21 corsi di formazione per i tecnici comunali, che dovranno fare la rilevazione nelle scuole dellisola. I corsi verranno organizzati in località distribuite nellintero territorio regionale e la composizione dei gruppi terrà conto del numero degli edifici scolastici presenti negli ambiti territoriali di provenienza. Lassessorato della Pubblica Istruzione ripartirà 195 mila euro tra i Comuni, in proporzione al numero di scuole e alle relative classi dellinfanzia, primarie e medie inferiori presenti nelle diverse zone. LAnci dovrà informare per iscritto i Comuni sugli obiettivi del progetto e garantire con interventi diretti la partecipazione dei tecnici comunali ai corsi di formazione. Dovrà assicurarsi che, entro due mesi dalla fine delle attività formative, i Comuni con i loro tecnici abbiano concluso le rilevazioni sugli edifici scolastici di competenza e trasmettano i dati raccolti per via telematica al server regionale dellanagrafe delledilizia scolastica, installato negli uffici dellassessorato Pubblica Istruzione. LAnci fornirà anche supporto tecnico e logistico ai formatori dellassessorato regionale Pubblica Istruzione e svolgerà attività di tutoraggio per i partecipanti ai corsi. Sarà inoltre di sua competenza la rilevazione delle presenze e la stesura di report sullattività svolta. INTERNET la Sardegna nel Web a cura di Andrea Mameli Una nuova rubrica dedicata alle informazioni sull'Isola reperibili in Internet Nuvole sarde crescono Nuvole sarde crescono I disegnatori e gli sceneggiatori sardi di fumetti si distinguono da anni per la loro qualità. Ultimamente il loro numero è in aumento, dato che al naturale talento si aggiunge negli ultimi anni la scuola di creatività condotta dal Centro Internazionale del Fumetto nato nei locali dell’Ex-Mà per volontà dell’assessorato alla cultura del Comune di Cagliari. Il centro eroga dal 1993, primo in Sardegna, corsi di narrazione per immagini. I corsi, diretti da Bepi Vigna e con la partecipazione dei maggiori professionisti sardi del fumetto (Mario Atzori, Gigi Camedda, Stefania Costa, Otto Gabos, Marco Meloni e Ilio Leoni) forma i giovani autori che si affermano in campo nazionale. Ultimo successo: il primo posto al Fullcomics di Pavia per Fabrizio Pani, venticiquenne di Iglesias. http://web.tiscali.it/centrodelfumetto A Flavio Soriga il premio Deledda In perenne oscillazione tra Uta e Londra, fra la terra natale e la città immensa. Appena ventenne, Flavio Soriga, è riuscito a conquistare importanti riconoscimenti: il Premio Calvino 2000, con il romanzo “Diavoli di Nuraiò”, e il Premio Letterario Nazionale Grazia Deledda (Narrativa Giovani) con “Neropioggia”. Il sito del giovane scrittore sardo, che ha studiato Scienze Politiche a Cagliari, giornalismo e tecniche audiovisive a Roma e Madrid, raccoglie le informazioni sui libri, gli interventi di critici letterari e le lettere dei lettori. www.nuraio.it Sardi tra i mulini La Comunità sarda residente in Olanda può ora servirsi di un sito Internet per la ricerca e per la condivisione di informazioni utili. Sono sei le città olandesi con circoli attivi che fanno parte della federazione, il cui presidente, Mario Agus, ha fortemente voluto la presenza nel Web. Nel sito sono presenti dati sulle leggi e la modulistica per richiedere rimborsi o finanziamenti, informazioni turistiche sulla Sardegna, ristoranti e prodotti sardi disponibili in Olanda, un forum per discussioni telematiche su qualsiasi argomento. www.fcsardiinolanda.nl Nuraghi in Bulgaria Dal 2001, con lo scopo di aiutare gli emigrati sardi presenti in Bulgaria e nell’Est europeo e di far conoscere la cultura e le tradizioni sarde, a Sofia è attiva l’Associazione Sociale e Culturale “Sardica”, presieduta da Gianfranco Vacca. Tra le attività promosse dell’associazione vi è la raccolta di studi inerenti il possibile legame storico fra la Sardegna e la Bulgaria. Notevole la somiglianza tra le maschere carnevalesche dei mamuthones e quelle dei kukeri bulgari, come le affinità riscontrate tra strutture megalitiche sarde e ruderi locali. Il sito pubblica anche un dizionario Sardo-Bulgaro, realizzato dall’associazione con l’aiuto di docenti universitari bulgari e sardi e di Massimo Rassu, giovane ingegnere sardo. www.dummys.it 12 D ICEMBRE Speciale Emigrazione 2005 L a Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.), il Coordinamento Donne con il Circolo di Padova hanno organizzato il Convegno internazionale su Eleonora dArborea nelluniversità di Padova e nello stesso giorno il convegno su Donne Sarde nel Mondo sui temi: Identità, Cultura e Solidarietà - LAutorità femminile nellemigrazione. Questo il documento approvato al termine del convegno. Lincontro che ha visto la partecipazione delle rappresentanti femminile delle Federazioni Sarde nel Mondo, dallAustralia, al Canada, allArgentina e allEuropa tutta con larga partecipazione dei circoli italiani, si è svolto nel pomeriggio presso la Sala Conferenze del Chiostro della Magnolia nella Basilica di SantAntonio e la domenica per tutta la mattinata. Hanno partecipato anche rappresentanti delle Istituzioni del Comune di Padova, della Regione Veneto e della Regione Sardegna, le Commissioni delle pari opportunità, istituti di ricerca, associazioni e organizzazioni culturali femminili, il Messaggero di S. Antonio e altri. Lo scopo principale del Convegno è stato quello di far incontrare un numero significativo di donne emigrate sarde nel mondo per parlare del loro fondamentale ruolo nellemigrazione dalle origini del fenomeno ad oggi, per ripercorrerne levoluzione, per parlare del valore dellidentità, affrontare la complessa questione del rapporto tra le culture dorigine e quelle dei paesi daccoglienza, e mettere a confronto e dibattere le esperienze di lavoro, di associazionismo, con proposte e progetti, sia allinterno dei circoli e federazioni delle delegate convenute, sia in altri contesti istituzionali. Ispirato alla figura di Eleonora dArborea, legislatrice sovrana oltre che condottiera che con i valori tutelati dalla Carta de Logu ha proiettato una luce di grande modernità sul suo giudicato, si è aperto il convegno internazionale delle donne sarde emigrate nel mondo. Sui temi del convegno la relazione introduttiva della coordinatrice nazionale Donne Fasi e gli interventi e testimonianze sviluppate dalle donne protagoniste rappresentanti delle Federazioni doltreoceano e dellEuropa hanno prodotto riflessioni e proposte sullemigrazione in generale e su quella femminile in particolare, sulla loro presenza nel mondo dellassociazionismo e negli organi di rappresentanza. Temi emersi dallincontro Identità: Su questo tema lincontro è stato serrato, approfondito e lungamente discusso. È stata messa in evidenza limportanza e la diversità di vissuti che stanno alla base della definizione del termine stesso di Identità, con accezioni diverse e differenziate in rapporto alluso politico e legislativo dellidentità etnica. È stata precisata e condivisa la necessità di: RECONIUGARE la difesa dellidentità come valore e collocarlo nel multiculturalismo, nellintercultura: identità e integra- IL DOCUMENTO APPROVATO DAL COORDINAMENTO DELLE DONNE DELLA FASI Dal convegno “Nos Elionora” proposte e progetti sul ruolo delle donne mento e miglioramento del nostro associazionismo dove lottica femminile è praticamente indispensabile. Partecipazione e collaborazione ai grandi temi della Sardegna da quelli dellambiente a quelli della cultura di pace riferiti in particolare alla liberazione delle servitù militari dalla nostra terra, a quelli per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale, ai temi di sviluppo economico in particolare sulloccupazione. Partecipazione e fenomeno positivo nel percorso di integrazione delle donne di altri continenti Le donne nellattuale situazione dei circoli zione, quale rispetto delle leggi, scambio, confronto dialettico; STORICIZZARE lidentità di memoria: partendo dalle identità tradizionali e moderne individuali e collettive delle donne sarde nella cultura del lavoro nel rapporto tra esperienza e identità, nel rapporto tra produzione di identità e politiche del riconoscimento; COSTRUIRE E VALORIZZARE le nostre nuove identità individuali comprendenti sicuramente le radici culturali nella moderna contemporaneità congiuntamente alla produzione di unidentità di progetto; CONDIVIDERE un obiettivo di cambiamento positivo dellidentità e della cultura delle donne nel mondo migratorio e nellisola; COMBATTERE stereotipi e pregiudizi e difendere il nostro modello di emigrazione e i nostri valori per esimerci da facili generalizzazioni. Cultura Le donne emigrate sono esperte di multiculturalismo non solo per gli intrecci e le parentele familiari realizzate in tanti paesi e per il contatto continuo con lingue, culture, usanze e modelli di vita diversi, ma anche per la mediazione che hanno dovuto svolgere quotidianamente in famiglia e nelle associazioni fra caratteri e generazioni, fra figli e ambiente esterno, fra differenti mentalità. Esigenze emerse giovani di seconda generazione dalle Contatto con la cultura attuale in Sardegna: cinema-arte-musica etc. Possibilità di interscambi culturali : gemellaggi-stagesFiducia, autonomia e responsabilità, quindi ruoli nelle politiche gestionali dei direttivi circoli. Esigenze emerse dalle giovani emigrate: Possibilità di contatti e informazioni sul mondo del lavoro, sui servizi. Preoccupazione sullevoluzione del mondo del lavoro, sulle incertezze etc. Limpegno delle Donne emigrate è anche quello di diffondere e produrre cultura e tradizione al femminile, quindi di ripercorrere e riscoprire il ruolo della donna nel corso degli anni e della storia, nella letteratura, nellarte, nella poesia, nella musica e nella politica. Tra gli obiettivi figura anche quello di conoscere meglio il fenomeno dellemigrazione attraverso la storia delle donne che lo hanno vissuto, partendo dallesperienza delle diverse tappe storiche delle diverse realtà motivazioni o spinte. Creare strumenti di confronto tra le donne emigrate e confrontarsi con quelle rimaste in Sardegna attraverso Istituzioni regionali, Associazioni etc. Su queste esperienze le donne continuerebbero così a favorire e promuovere attività progettate da comitati, commissioni di lavoro, promuovendo la circolazione e lo scambio di programmi tra la Sardegna e tutto il mondo dove le donne sarde vivono, lavorano, creando quindi un network organizzato. Solidarietà La solidarietà è stata sempre alla base degli obiettivi dei circoli ed è caratteristica delloperare delle donne. Lemigrazione è stata ed è ancora un fenomeno di grosse dimensioni e deve essere inserito nello studio della nostra storia. Le donne della prima generazione in certi Paesi hanno dovuto affrontare le sfide dellintegrazione in società culturalmente e socialmente diverse, sono state capaci di superare momenti difficili e molti drammi e sono state protagoniste di un processo di umanizzazione Oggi la nostra solidarietà diventa: Piena adesione e disponibilità a garantire la continuità nel cambia- www.ilmessaggerosardo.com Nellattuale contesto culturale di orientamento e promozione, i circoli sono una risorsa e la donna ha ancora oggi una forza come portatrice dei valori e trasmettitrice di cultura identitaria e portavoce di istanze di mutamento. Il ruolo della donna è infatti fondamentale per favorire linserimento dei giovani e garantire così continuità alle nostre organizzazioni, portando avanti anche una battaglia culturale, perché ci sia il passaggio di questa eredità. In questo contesto generale lemigrazione femminile è indice di chi sta più avanti, di chi non vuole impoverirsi, di chi vuole cambiare la propria storia. È quindi il momento per le donne di impegnarsi ad assumere ruoli istituzionali nei consigli direttivi e nelle presidenze dei circoli e delle federazioni. Dalle attuali dirigenze devono essere favorite le candidature femminili, destinate risorse ad attività e progetti delle donne e dei giovani ,ad esempio riprendendo i corsi di formazione per la gestione dei circoli . Le donne si sentono parte attiva del processo di rinnovamento della Sardegna Le nostre associazioni hanno capito limportanza di difendere tutto il nostro patrimonio culturale e di esperienze e competenze che ci rendono autorevoli nel chiedere di essere partecipi quale risorsa capace di dare un significativo contributo. Da qui la necessità di alimentare questo patrimonio perché non sia stereotipato o imbalsamato e la Regione Sardegna deve capire e sfruttare meglio la forza che deriva da questi terminali sardi, dagli avamposti di Sardegna nel mondo in grado di diffondere cultura-progettualità creatività-tradizione ed economia. La prima esigenza è quella di riesaminare la legislazione che ci riguarda la legge 7/91 e inserirci in eventuali gruppi di lavoro o comitati delle Commissioni al- lEmigrazione perché si deve lavorare su questo per cambiare in qualche modo le nostre sorti. Partecipare e dare il nostro concreto contributo al nuovo Statuto regionale come emigrate come donne emigrate. Essere presenti in altre commissioni di lavoro istituzionali ,nella commissione regionale delle Pari Opportunità e stringere rapporti più collaborativi con tutte le commissioni delle Pari Opportunità. Avere rappresentanza nella Consulta dellemigrazione Attuare con gli enti regionali competenti Politiche di riconoscimento: Entrare a far parte di un Centro di documentazione regionale non soltanto in termini anagrafici, ma in termini di esperienze socio professionali in modo che vengano valorizzate le competenze, il capitale culturale, le capacità di scelta e di strategia Attivare uno scambio di capacità e conoscenze attraverso siti o reti network per un possibile recupero di un patrimonio cognitivo e professionale e la sua trasformazione in patrimonio economico da diffondere e utilizzare Partecipare ai progetti e concorrere ai POR della Formazione dellAssessorato al Lavoro. Auspichiamo che il Museo dellemigrazione di Asuni sia solo linizio di un impegno da parte delle Istituzioni e che sia di esempio per tante altre iniziative che potranno essere attuate in Sardegna per rendere giustizia allemigrazione soprattutto dall Istituzione più importante che è la nostra Regione Autonoma. Progetti Nel 2006 ricorre il 70.mo anniversario della morte di Grazia Deledda e l80.mo del premio nobel. La proposta è quella di celebrare questo valore e monumento della cultura al femminile, con la presentazione di libri, o proiezione di film (quello con la Duse per es.) con incontri e relatori studiosi della scrittrice. Dopo Elionora, Grazia Deledda e la valorizziamo di altre donne sarde, le tante figure femminile nella letteratura, nellarte, nella musica,e in tutti i settori culturali. Altro importante progetto riguarda: Donne e Imprenditoria in Sardegna e in emigrazione - Situazione attuale e prospettive. I processi in atto nella partecipazione delle donne alle Imprese in Sardegna. Prospettive di Sviluppo della presenza femminile in questo settore. Sviluppo della partecipazione femminile attraverso il sistema partenariale previsto dai principi della Unione Europea. Un Convegno ed eventuali giornate Workshop tra gli operatori economici con finalità di incremento del Know how di competenze imprenditoriali. Presentazione delluniverso imprenditoriale femminile in Sardegna attraverso dati a disposizione. Testimonianze di imprenditrici sarde nellisola e fuori dallisola, prospettive di sviluppo alla luce delle normative Regionale/Nazionali ed Europee e delle esperienze in atto. ... finalmente in rete Speciale Emigrazione M ons è la capitale del Borinage, la provincia della Regione Vallona nella quale a cominciare dalla fine degli anni Quaranta sono emigrati migliaia di Italiani e di Sardi. In questa zona cerano decine e decine di miniere di carbone come testimoniano ancora oggi le piccole colline che caratterizzano il paesaggio e che altro non sono se non cumuli di materiale di scarto degli scavi in galleria. In quelle gallerie sono venuti a lavorare, a soffrire e spesso a morire, tantissimi sardi. Le condizioni di miseria in cui si trovava la Sardegna nellimmediato Dopoguerra erano tali da costringere una moltitudine di giovani, uomini e donne che non volevano rassegnarsi a una esistenza di stenti, a prendere la via dellemigrazione, in cerca di una vita migliore. Il primo accordo tra Italia e Belgio per scambiare braccia con carbone, è del 1946. LItalia, per ottenere lenergia indispensabile a riavviare il suo precario sistema industriale, concesse al Belgio 50.000 uomini destinati a lavorare nelle miniere di carbone. Dopo quellaccordo ne fu firmato uno ancor più importante e di Italiani e di Sardi in Belgio ne arrivarono decine e decine di migliaia. Accolti con diffidenza e anche con disprezzo, furono sistemati in baracche che prima erano state utilizzate come campi di concentramento dai tedeschi. Superando difficoltà indicibili, con la forza delle loro braccia e con la dignità del loro comportamento quei sardi e quegli italiani hanno permesso al Belgio di svilupparsi e allItalia di realizzare il miracolo economico degli anni Sessanta. La Comunità sarda nel Borinage in certi periodi ha assunto dimensioni rilevanti. Migliaia di sardi, molti dei quali espulsi dal mondo produttivo dopo la chiusura delle miniere del Sulcis-Iglesiente, hanno trovato in questo angolo del Belgio in cui si parla la lingua francese, una nuova opportunità di lavoro e di vita. E qui sono nati i primi circoli di emigrati sardi. Antonio Marredda fu uno dei fondatori dellAssociazione sardi del Borinage, di Hornu. Oggi ha passato la mano a Carlo Murgia, ma nonostante gli acciacchi continua a frequentare il circolo. Delle vecchia guardia molti sono rientrati e altri non ci sono più. Tra i fondatori del circolo cera anche il padre di Giovanna Corda, uno degli esperti chiamati dal Consiglio regionale a far parte della Consulta dellEmigrazione. Giovanna Corda è anche vicesindaco di Hornu e prima dei non eletti al Parlamento europeo. Ricorda che il suo impegno sociale, prima che politico, è cominciato proprio nel circolo sardo dove è stata presidente dei giovani. Ben si capisce la soddisfazione che deve aver provato il giorno in cui ha potuto mostrare alla madre le chiavi del Municipio. Mons e la miriade di piccoli e grandi paesi che la circondano non sono più avvolte in nubi di fumo e di smog. Le miniere sono tutte chiuse da più di 20 anni. Ora vengono riaperte solo per le visite dei turisti. Le case in cui vivono gli emigrati sardi sono modeste ma dignitose. Nel Borinage sono rimasti molti dei sardi, in gran parte di seconda e terza generazione. Il pioniere dei Sardi arrivati in questa zona è Costantino Manchia, un arzillo ottantenne che partì da Chiaramonti nel 1948 con un contratto per lavorare in miniera. Avevo 23 anni ricorda e dal paese partimmo in otto. Prima a Sassari, poi da Porto Torres a Milano. Dei miei compagni di avventura non è rimasto nes- BELGIO I sardi nel Borinage dal ricordo delle miniere all'integrazione dei figli II superstiti della prima ondata migratoria alla fine degli anni 40 ricordano le sofferenze patite ma anche la miseria da cui fuggivano - La comunità di Chiaramonti - La Sardegna ricorre nei sogni ma ormai non c'è più la voglia o la possibilità di ritornare - La lingua sarda a difesa dell'identità dell'inviato Gianni De Candia suno. Fu destinato a una miniera di Flenu (un luogo che prese il nome dalla qualità di carbone che si estraeva dalle sue viscere). La strada dellemigrazione in famiglia laveva presa, prima di lui, un fratello che era partito in Francia nel 1947. Ho lavorato per cinque anni in miniera racconta e ho contratto una malattia renale per cui ho dovuto subire un intervento chirurgico e lasportazione di un rene. Dopo la malattia è stato mandato a scuola di riqualificazione per lavorare in una fabbrica di frigoriferi e poi in una di componenti per auto. Nonostante non abbia legami affettivi ha deciso di restare in Belgio. In Sardegna rientra per trovare una sorella che abita ad Alghero, ma in paese ci va solo di passaggio: non conosco più nessuno. Il nonnino della comunità sarda è Giuseppe Piras, anchegli di Chiaramonti, che di anni ne ha 91. È arrivato in Belgio nel 1962 con la moglie Maria Carboni. Nonostante i 43 anni trascorsi in Belgio parla un sardo perfetto. Io con i Sardi scandisce in limba parlo il sardo. Litaliano lo uso con chi non sa il sardo. Se uno è sardo deve parlare in sardo. Determinata e grintosa Maria Carboni è un concentrato di sardità. Ricorda che a chiamarli in Belgio era stato un nipote. In Sardegna cera fame ricorda senza vergogna non cera lavoro. Io andavo in campagna a raccogliere legna e facevo qualche altro lavoretto. Oggi dallItalia ci arrivano cento euro di pensione!. Quando arrivarono in Belgio non ci furono problemi per trovare lavoro. Ma i primi tempi ricorda Giuseppe Piras furono molto duri. Trovai occupazione in edilizia. In miniera mi rifiutai dandare. I coniugi Piras in Belgio ci arrivarono con tutta la famiglia, composta da quattro figli tutti nati in Italia. Da poco ricorda Maria Carboni è venuta ad intervistarci una giornalista belga e ci ha chiesto se preferivamo restare qui o rientrare in Sardegna. Abbiamo risposto che preferiamo vivere qui, dove si sono stabiliti i nostri figli, e rientrare in Sardegna in vacanza. Ma il nostro cuore è rimasto in Sardegna. In Belgio possono contare su unassistenza sanitaria di primordine. Che nel caso della loro famiglia si è dimostrata importantissima. Una delle figlie, Maria, sposata con Giovanni Ministru, è morta per uninfezione renale dopo aver subito un trapianto. Unaltra figlia, che ha presentato la stessa patologia, ha invece superato senza rigetto il trapianto. Giovanni Ministru, che dal matrimonio con Maria Piras ha avuto una figlia, si è risposato con Rosangela Caddeo di Borore, dalla quale ha avuto tre figli e ora grazie a uno di loro la prima figlia, anchessa affetta da problemi renali, potrà avere un rene nuovo. Ministru è rimasto legatissimo alla famiglia della prima moglie e non passa giorno senza andare a trovare i vecchi suoceri. Originario di Suni ha fatto il pastore, poi a 19 anni è partito per la Svizzera dove ha lavorato per due anni a Schaffahausen. Dopo il servizio militare è rientrato in paese ma nel 1969 ha venduto le pecore per emigrare in Belgio. Ora che è in pensione continua a fare il pastore. Ho una decine di pecore dice con orgoglio che producono ottimo latte con cui faccio il pecorino alla vecchia maniera. Ho molti clienti che apprezzano il mio prodotto. La caratteristica che accomuna i Sardi del Borinage (ma non solo loro) e la perfetta conservazione della lingua. Tra loro parlano preferibilmente in sardo, nelle più diverse parlate, senza paura di con capirsi. Solo nei più giovani sulla cadenza sarda prevale laccento francese. Non è il caso di Maria Todde, 88 anni ben portati, originaria di Desulo ma ormai stabilita a Cuesmes (Mons), dove vive da sola in una casa linda e accogliente. È circondata da figli e nipoti. Una delle figlie, Silvana Spanu, è anche vicepresidente del circolo di Flenu. Maria Todde era arrivata con il marito, originario di Lula, nel 1952. Erano tempi tristi ricorda per trovare lavoro con mio marito ci eravamo trasferiti a Monteponi. Poi con la guerra fu richiamato e mandato in Sicilia. E io rientrai dai miei a Desulo. Limpatto con il Belgio fu terribile. Ci accolsero con diffidenza ricorda avevamo problemi di lingua e eravamo emarginati. Poi, piano piano, grazie ai bambini che andavano a scuola anche noi abbiamo imparato qualche parola. Sono stati i nostri figli a insegnarci a parlare il francese. Anche i Belgi hanno visto che noi eravamo brava gente e ci hanno accolti. Maria Todde ha quattro figli, lultima nata in Belgio. Ricorda i tempi grami in Sardegna. Ad Iglesias avevo una zia che gestiva una trattoria in cui si servivano solo fave con aglio. Non cera niente da mangiare. Anche Maria Todde mette laccento sullassistenza sanitaria. Qui è migliore che in Italia. Da DICEMBRE 2005 13 una decina danni ormai non rientra in Sardegna. Ma la Sardegna è nel cuore, la sogno tutte le notti e non la dimentico mai. Non ho mai sognato il Belgio, confida con lo sguardo lucido mentre la nipote Maytie labbraccia. Lei che ha deciso di rientrare nella terra dei suoi avi e di stabilirsi a Tonara dove ha trovato lamore. Giuseppe Lai, di Ottana, è arrivato in Belgio solo nel 1963 dopo essere emigrato prima in Germania, per lavorare in una fonderia, poi in Francia. Sposato con Angela Truddaiu, di Chiaramonti, ha tentato di rientrare in Sardegna ma dopo una esperienza di pochi mesi nel 1981 ha rifatto le valige ed è ripartito per il Belgio. A Ottana ricorda mi ero anche costruito la casa con i risparmi di anni di lavoro. Mi avevano promesso un lavoro ma poi mi hanno detto che per me non cera posto. La comunità sarda del Borinage ruota attorno a due circoli, quello di Hornu, e quello di Flenu. In entrambi è forte la presenza di abitanti di Chiaramonti. Lultima arrivata dal paese dellAnglona è Maria Nastasi. In Belgio da bambina ha vissuto gli anni della tragedia di Marcinelle, restandone choccata. Era rientrata a Chiaramonti ma da alcuni mesi è tornata definitivamente a Mons. Ero venuta in Belgio ricorda avevo dieci anni. Dopo trentanni vissuta a Chiaramonti sono tornata. Avevo scritto una lettera al Messaggero sul malessere provato per la tragedia di Marcinelle. Ora sono più serena. Al circolo di Mons lhanno accolta con grande calore. Tra i più attivi collaboratori del circolo Su Nuraghe di Flenu cè Giancarlo Secchiero, figlio di un emigrato veneto in Sardegna. Suo padre, infatti, era nativo di Rovigo. Dovette seguire il nonno spedito in Sardegna perché antifascista. Andò a lavorare nelle miniere dellIglesiente. Mia madre che era fidanzata ricorda Giancarlo quando vide mio padre, alto e con gli occhi azzurri si innamorò subito. Originaria di Gonnesa, quando le miniere sarde entrarono in crisi, seguì il marito in Belgio. la nostra famiglia è segnata dalla emigrazione sottolinea Secchiero uno dei miei fratelli si trova in Inghilterra. I circoli di Hornu e Flenu hanno una caratteristica in comune: entrambi hanno un presidente originario di Chiaramonti. E se a Hornu cè Carlo Murgia a Flenu la guida del circolo da molti anni è nelle salde mani di Ottavio Soddu. Suo zio Manchia, è stato tra i pionieri dellemigrazione sarda in Belgio nel 1948. Sua sorella Vittoria è arrivata a Flenu nel 1955. E nonostante i 50 anni trascorsi in Belgio è rimasta legata agli usi e alle tradizioni della sua terra, più ancora di chi ci vive. Rimasta vedova da pochi mesi Vittoria Soddu, osserva un lutto stretto ci accoglie nella sua casa e ci fa incontrare con altri emigrati sardi ma non vuol farsi ritrarre né vuole fare interviste. Sono in lutto spiega con squisita gentilezza non sta bene farsi fotografare. Ottavino Soddu in Belgio cè arrivato solo nel 1971. Prima faceva parte del circolo dei sardi del Borinage, poi è stato tra i fondatori del circolo di Flenu (nato ammette per ragioni di contrapposizioni politiche che in quegli anni erano molto forti). Col tempo ha prevalso limpegno solidale per tutti i Sardi emigrati e ora i due circoli sono legati da rapporti di amicizia tanto da avere organizzato insieme il Congresso della Federazione dei circoli sardi in Belgio. 14 DICEMBRE 2005 S peciale Emigrazione SVIZZERA Il lungo e travagliato cammino dell'emigrazione sarda in Svizzera - La relazione del presidente Mario Usai, che ha ricostruito la storia del circolo - Ricordata la figura dell'on.le Paolo Dettori - Gli interventi del presidente della Federazione Domenico Scala e del presidente del Comites LucianoAlban Q uando il 5 luglio 1970 gli emigrati sardi a Zurigo costituirono ufficialmente il circolo intestato ad Efisio Racis fu un evento molto importante, perché di fatto si univano due gruppi associativi già esistenti lAssociazione Emigrati Sardi, presieduta da Mario Schintu di Tula e LUnione Sociale Sportiva Sardegna, presieduta da Piero Achena, che operavano in autonomia fin dalla metà degli anni 60. Erano anni duri, di lotte e di rivendicazioni, cerano ancora da contrastare residui di odiose spinte xenofobe, soprattutto nel Cantone di lingua tedesca. Bisognava conquistarsi la stima e il rispetto delle popolazioni di accoglienza. Il rinsaldarsi di legami fraterni e di solidarietà tra la Comunità sarda di lavoratori emigrati fu un segnale positivo per tutto il movimento associativo dellemigrazione sarda e per i circoli che si stavano costituendo in tutto il territorio della Svizzera. In quelloccasione, infatti, tutti i circoli sardi elvetici approvarono una sorta di Carta rivendicativà nei confronti della Regione in cui erano indicate le richieste fondamentali più sentite dagli emigrati. A ricordare quei giorni e quegli eventi è toccato allattuale presidente del Circolo, Mario Usai, nel corso della manifestazione che si è svolta allHotel Krone di Zurigo. Nella sua lunga relazione Mario Usai ha ripercorso le tappe di questo impegno sociale e dellevolversi e della crescita dei Sardi emigrati. Il flusso più importante dellemigrazione sarda in Svizzera ha ricordato risale agli anni 6070. Gli anni 60 caratterizzano il momento di crescita economica e sociale che sfocia nel cosiddetto boom economico. Milioni di nostri connazionali senza lavoro lasciano lItalia, alcune centinaia di migliaia sono sardi. Il ricordo di Paolo Dettori La ricorrenza ufficiale del nostro Circolo ha detto Usai decorre dal 5 luglio 1970, giorno in cui si è costituita di fatto, LUnione Emigrati Sardi Efisio Racis di Zurigo. Mentre la prima convenzione tra il Fondo Sociale della Regione Sarda e Associazione dei Sardi Efisio Racis di Zurigo, è stata firmata per il Circolo, da Mario Schintu e da Paolo Persico e controfirmata dallAssessore al Lavoro e Pubblica Istruzione Prof. Paolo Dettori in data 6 aprile 1972. In questa occasione ritengo anche doveroso ricordare limportante figura di Paolo Dettori, che ha ricoperto, prima della sua prematura scomparsa, tanti altri importanti incarichi istituzionali. Paolo Dettori ha detto Usai è stato il primo uomo politico sardo, che ha avviato il dialogo e il confronto tra listituzione regionale e i Sardi emigrati nel Mondo. Era un uomo di grande cultura, era un vero amico degli emigrati, era senza dubbio, tra i più importanti intellettuali cattolici sar- Festeggiato a Zurigo il 35º anniversario del circolo “Efisio Racis” Il messaggio dell'assessore Maddalena Salerno Nonostante lassenza ha detto l'assessore del Lavoro Maddalena Salerno ho il piacere di manifestare personalmente, anche a nome di tutti i Sardi, i più vivi apprezzamenti per lattività sinora svolta e per la condivisione dei valori che ci uniscono. I 35 anni di attività dellAssociazione rappresentano altrettanti anni di presenza di emigrati sardi nella città di Zurigo e in Svizzera. Per moltissimi di Voi e per le Vostre famiglie sono stati sicuramente anche anni molto difficili di lavoro e di sacrifici e, mi auspico, di speranze realizzate. Sono consapevole che lassociazionismo sardo nei luoghi dellemigrazione ha rappresentato, per quanti sono stati costretti ad emigrare, un lembo di terra di Sardegna e il luogo della solidarietà, dellincontro e della comunicazione tra i Sardi, ma è anche vero che questa originaria vocazione si è arricchita di nuovi apporti e contributi ideali. Molti sono prosegue il messaggio gli impegni che ancora ci attendono. Innanzi tutto grandi riforme politiche e istituzionali e tra queste non di secondaria importanza è la stessa riforma delle Legge sullEmigrazione che si rende assolutamente necessaria se non si vuole disperdere il grande patrimonio e la grande e irrinunciabile risorsa generosamente offerta dagli emigrati e che ormai costituisce un elemento essenziale della nostra stessa identità. Da parte mia rinnovo limpegno a prestare grande attenzione ai contributi di proposte che mi giungeranno dai concittadini sardi emigrati, insieme ai quali deve essere intrapresa Iazione di riforma legislativa sullEmigrazione e, per la soluzione delle problematiche di interesse specifico dei Circoli e degli organismi rappresentativi dellEmigrazone. di con una forte spinta popolare autonomista. diritto di essere elettore ed eleggibile; linserimento nelle liste comunali degli aventi diritto al lavoro di tutti gli emigrati che ne facessero richiesta, e la concessione di una adeguata indennità di disoccupazione da valere per tutto il periodo che lemigrato fosse rimasto senza lavoro dopo un rientro definitivo; lassistenza scolastica gratuita sino alletà prevista dalle leggi in vigore sia in Sardegna che allestero, per i figli dellemigrato. Rivendicavano, infine, un Bollettino informativo, e tanti altri diritti ancora. Tante di queste rivendicazioni ha detto Mario Usai hanno incontrato nel tempo il successo sperato; mentre altre e nuove rivendicazioni attendono risposte adeguate. La storia del Circolo La storia del nostro Circolo ha detto Usai ci porta a ricordare quel lontano 1969. Dopo tre anni di vita autonoma (1966-1968) i due gruppi associativi sardi che operavano a Zurigo lAssociazione Emigrati Sardi di Mario Schintu di Tula, e lUnione Sociale Sportiva Sardegna, di Piero Achena, hanno deciso di fondarsi in un solo organismo. In quelloccasione ha ricordato Usai tutti i Circoli sardi in Svizzera avevano approvato le proposte per una Carta rivendicativa in qui erano tracciate le richieste fondamentali più sentite dagli emigrati. La Carta rivendicatività Si chiedeva: uno sconto del 50% sul prezzo del biglietto per la traversata marittima da e per la Sardegna; il lAssessore Maddalena Salerno Il ricordo dei presidenti Gli artefici di tutto ciò ha proseguito Usai sono stati tanti, persone di una forte carica sociale e uma- na. Il nostro pensiero oggi va anche a loro, tanti per citarli tutti. Mi limiterò a ricordare Mario Schintu primo presidente del Circolo Sardo di Zurigo, gli altri presidenti: Salvatore Zedda di Sanluri, Antonio Sanna di Orune, Mario Succu di Orani, Giuseppe Persico di Macomer, Giovanni Pinna di Dorgali, Paolo Persico di Macomer, Cristina Persico, nata in Svizzera, Domenico Scala di Alghero. Chi era Efisio Racis Mario Usai ha dato anche una risposta allinterrogativo che molti (soprattutto i giovani) si pongono sul personaggio cui è intestato il più importante circolo della Svizzera: chi era Efisio Racis? Efisio Racis ha detto era un figlio della Sardegna, era un ragazzo sardo di appena 20 anni, che subito dopo larmistizio della seconda Guerra mondiale, assieme a altri sette soldati sardi, avevano deciso di ritornare con un aereo militare alla loro terra di Sardegna. Quando laereo partito dalla Toscana ha iniziato ad avvistare le coste della nostra Isola il Tenente pilota della aeronautica Gino Sotgia (socio fondatore del nostro Circolo) decise di sorvolare la piana di Chilivani. La malasorte volle che la contraerea tedesca (che stava ripiegando con le sue forze di occupazione) avvistasse laereo e aprisse il fuoco, colpendo a morte il giovane Efisio Racis ancora prima che laereo toccasse in un atterraggio demergenza il suolo. Ginetto Sotgia in ricordo del giovane Efisio Racis, propose di dare al nostro Circolo il suo nome che ancora oggi noi tutti ricordiamo. Efisio Racis era il più giovane di quel gruppo di Sardi, era il più emozionato di ritornare a casa, era quello che invocava la madre più di tutti gli altri Questo è quanto ricorda e quanto non potrà mai dimenticare, uno dei sopravvissuti di quellavventura, il Maresciallo capo dellAeronautica, oggi ottantaseienne in pensione, Michele Loria. Il giovane Racis morì sulle sue ginocchia, perché seduti uno vicino allaltro. Il caso vuole ha concluso Usai che il Maresciallo Capo Michele Loria, sia il fratello maggiore della madre di Domenico Scala. Il Circolo di Zurigo è tra quelli che hanno prestato più uomini alla politica dellEmigrazione. Al riguardo vanno ricordati: Ginetto Sotgia e Mario Schintu, già presidenti della Federazione negli anni 1975-1977, Paolo Persico gia componente della Presidenza della Federazione, Antonio Cadau, a lungo e tuttora Tesoriere della Federazione, Giovanni Pinna e Francesco Salis, Proboviro e Revisore sempre della Federazione. Per ultimo desidero citare Domenico Scala, uno dei pilastri dellemigrazione sarda non solo in Svizzera ma nel mondo intero, presidente della Federazione dei Circoli sardi in Svizzera, Vice Presidente della Consulta Regionale per l'Emigrazione Sarda nel Mondo, un sardo, un amico umile ma tenace, che nei suoi 30 anni di operosità fa onore alla sua comunità e alla Sardegna tutta. È un esempio, è il nostro orgoglio. Dopo la relazione del presidente Usai è intervenuto Domenico Scala, il quale ha parlato della sua lunga militanza, fin da giovanissimo, a fianco ai pionieri del Circolo di Zurigo e dellesperienza maturata a fianco di minatori, artigiani, pastori e braccianti che credevano ciecamente nei valori della solidarietà, della uguaglianza e della libertà e che nutrivano sempre un amore morboso per la loro terra, la Sardegna, le difficoltà nei ricongiungimenti familiari, le restrizioni sui permessi di dimora e tante altre difficoltà oggi fortunatamente superate grazie allimpegno di allora, alle lotte per conquistare sempre più diritti sacrosanti. Scala ha quindi consegnato una targa ricordo per il 35° anniversario al Presidente del Circolo. E seguito lintervento del presidente del Comites di Zurigo dottor Luciano Alban, il quale ha portato il saluto del Console Generale dItalia a Zurigo, Giovanni Maria Veltroni ed ha fornito dati e risposte tecniche su alcuni quesiti dattualità, e in particolare sulle prossime elezioni del 2006 (in Svizzera si respira già un clima da campagna elettorale). Nellambito della manifestazione è stato presentato il libro Il sogno allorizzonte del giovane autore e socio del circolo Denis Garau. Speciale Emigrazione G li emigrati sardi nel mondo sono una preziosa risorsa per lisola, una carta importante da giocare per lo sviluppo economico, per la più diffusa conoscenza della nostra cultura e per una puntuale presenza dei prodotti sardi sui mercati internazionali. Perché questo prezioso potenziale possa avere sviluppi concreti e positivi, occorre mettere a disposizione strumenti operativi, dare vita ad iniziative in grado di trasformare queste opportunità in azioni efficaci e concrete. Ebbene, è proprio in questo ambito, per raggiungere queste finalità, che lAssessorato regionale del Lavoro ha deciso di costituire una rete di Vetrine per la Sardegna, per promuovere, appunto, la cultura dellisola e diffondere allestero le risorse del territorio sardo, attraverso le proprie comunità di emigrati nel mondo. Ma anche questo strumento va verificato, innanzitutto con gli emigrati, e messo a punto con il concorso di persone e strutture che conoscano i mercati verso i quali rivolgere lattenzione, e di organismi di sperimentata e specifica competenza. Da qui lincontro col programma Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani allestero per lo sviluppo del territorio predisposto dalla Direzione generale degli italiani allestero del Ministero degli Affari esteri. Questo programma è finalizzato proprio alla realizzazione di obiettivi regionali attraverso due progetti del Centro internazionale di formazione dellOrganizzazione internazionale del lavoro di Torino. Il PPTIE (programma di partenariato territoriale con gli italiani allestero) e il ITENETs (international training and employment network). Questo secondo progetto vede nell Osservatorio del lavoro e dellimpresa dei sardi nel mondo il suo braccio operativo a livello regionale. Proprio il progetto PPTIE contribuisce alla realizzazione delliniziativa Una vetrina per la Sardegna con la realizzazione a Cagliari di un ciclo di Seminari tematico-geografici sui mercati esteri dei paesi di principale emigrazione sarda. Il primo di questi seminari, dedicato al mercato inglese, si è svolto nello scorso mese di settembre (v. Messaggero di ottobre), mentre il 24 novembre si è svolto quello dedicato al mercato tedesco. Lincontro si è aperto con lintervento di Mario Cadinu, capo di Gabinetto dellAssessore del Lavoro, che ha portato i saluti dellassessore, Maddalena Salerno, e osservato innanzitutto che la questione della valorizzazione dei Circoli degli emigrati come canali attraverso i quali favorire la presenza dei prodotti sardi sui mercati esteri ha già trovato spazio nel Programma triennale per lemigrazione, recentemente approvato. In esso infatti vengono privilegiate quelle attività dei Circoli che garantiscano un ritorno positivo non soltanto per gli emigrati ma anche per lisola. È questa, ha concluso, unimportante scommessa da vincere assolutamente, anche se molto ancora rimane da fare su questa strada. È quindi intervenuto Mario Ghiani, direttore dellOsservatorio del lavoro del dellimpresa dei sardi nel mondo, che ha sottolineato come con i seminari sui mercati inglese e tedesco abbia ormai preso il via un percorso virtuale di collaborazione tra il Ministero degli Esteri, lOsservatorio e gli emigrati per agevolare al tempo stesso limprenditoria sarda, gli investimenti Presentata a Cagliari una vetrina della Sardegna sul mercato tedesco Un seminario per illustrare il progetto messo a punto tra l'Assessorato del Lavoro e il Ministero degli Esteri - Le iniziative per promuovere i prodotti sardi in Germania nellisola e la localizzazione di imprese sarde allestero. Anche la istituzione degli Sportelli informativi ha questa finalità. Realizzando punti dincontro tra il mondo sardo e i paesi esteri, fornendo servizi anche attraverso una banca dati, mettendo a disposizione degli imprenditori degli altri paesi informazioni e notizie sul sistema Sardegna, e aiutando gli imprenditori isolani a conoscere meglio e affrontare i mercati esteri. Sarà creato un Centro a Roma e sportelli allestero che si appoggeranno alle nostre rappresentanze consolari . Sui contenuti dei progetti PPTIE e ITENETs, ha quindi riferito Luca Azioni, del Centro di formazione dellOrganizzazione internazionale del lavoro di Torino. Il progetto una Vetrina per la Sardegna, si colloca allinterno di questa strategia proponendosi di stimolare e indirizzare lattività dei Circoli dei sardi allestero verso un ruolo di primo piano. Nella promozione della cultura e delleconomia sarda, nella diffusione del made in Sardinia (cultura, prodotti, risorse ambientali, ecc.), nel sollecitare e supportare la creazione di partnership con aziende estere. Sulla presenza degli emigrati sardi in Germania e, in particolare, a Berlino si è soffermato Domenico Canu, vicepresidente della Federazione dei Circoli. In Germania, ha detto vivono circa 70 mila sardi, e sono in attività 16 Circoli. Lultimo nato, quello di Berlino, ha sei anni di vita. Lattività di questi circoli, ha ancora detto Canu, in questi ultimi anni ha avuto una significativa evoluzione. Nati con scopi essenzialmente associativi e ricreativi, oggi svolgono un ruolo importante per la divulgazione e la promozione della Sardegna. Il Circolo di Berlino intesse importanti rapporti con le istituzioni tedesche, in un ambito, la Circoscrizione di Berlino, appunto, nella quale risiedono 400 mila abitanti, tremila dei quali sono sardi. Collocato nel centro cittadino, il Circolo dispone di una sede funzionale alle sue attività: nei suoi locali espositivi ha ospitato negli ultimi tempi, ad esem- pio, una versione esportazione di Cortes apertas, una conferenza sulla lingua sarda una rassegna congiunta di pittori sardi e tedeschi. Canu ha quindi citato la manifestazione recentemente promossa con la collaborazione della Regione e della Provincia di Cagliari, che ha consentito lincontro con 120 giornalisti tedeschi e quindi una sorta di indagine per capire quanto la Sardegna sia conosciuta in Germania, e su ciò che dellisola interessa i tedeschi: non soltanto il mare e la gastronomia ma anche cultura e tradizioni, non soltanto sole e spiagge ma anche turismo alternativo. È quindi intervenuto Gerhard Strunz, rappresentante della Italienische Weindepot, unazienda di import-export di prodotti agroalimentari, che ha tracciato le caratteristiche principali dellattuale mercato tedesco. Peraltro i prodotti sardi godono di unimmagine positiva presso i tedeschi: quasi un marchio registrato, basato sulla genuinità e il gusto particolare che viene loro direttamente dallisolamento e dalla storia dellisola. Ma non ci si può fare illusioni: soltanto il due per cento del mercato tedesco è disponibile e le stesse aziende tedesche che portano direttamente sul mercato i loro prodotti devono fare miracoli per sopravvivere. Occorre perciò, ha aggiunto Strunz, muoversi secondo unattenta strategia Sul tema della espansione delle imprese sarde in Germania è inter- venuto lavvocato internazionalista Roberto Pera, che ha osservato come non basti decidere di vendere i propri prodotti in Germania per poterlo fare in tutta tranquillità. Occorre affrontare problemi giuridici e fiscali tenendo presente che non è possibile fare da soli. È quindi intervenuta Loredana Casula, imprenditrice sarda in Germania, è titolare della Sardinien Point, e presidente del Circolo dei sardi di Monaco di Baviera. Casula ha ricostruito la sua vicenda di figlia di emigrati sardi a Torino, che, spinta dal suo amore per la Sardegna, intraprende la carriera di imprenditrice fondando una società per promuoverne in modo organizzato gli aspetti migliori: la cultura, la gastronomia, il turismo. La Germania, ha aggiunto, nonostante la crisi del momento, occupa uno dei primi posti nel mondo per quanto riguarda il commercio internazionale, e per gli investitori rappresenta sempre, grazie anche alla sua rete di efficienti infrastrutture, una sede privilegiata. Sono ben note, ha aggiunto, le potenzialità della Sardegna su quel mercato, soprattutto nei settori turistico e alimentare, ma occorre una struttura capace di promuovere lisola, anche utilizzando razionalmente le attività in quel paese dei Circoli degli emigrati sardi. Il maggior numero di turisti tedeschi in Sardegna provengono dalle città sede di Circolo. Le Vetrine che saranno realizzate , ha aggiunto Casula, avranno senzaltro successo, ma è indispensabile che anche i produttori DICEMBRE 2005 15 sardi collaborino, dedicando ad esse il tempo necessario, realizzando materiale pubblicitario in tedesco, e soprattutto muovendosi con prontezza e celerità. Occorre anche creare in Sardegna una società che provveda alla raccolta e alla spedizione delle campionature. Infine, ha concluso Casula, è necessario che la Regionepredisponga un elenco dei commercialisti che si occupano di commercio con lestero, che operino congiuntamente in Sardegna e in Germania. È quindi intervenuto Maurizio Libbi, che ha illustrato i contenuti del progetto Versus, una rete di interventi anche nelle scuole per informare in Germania i giovani e le famiglie sulla Sardegna, sulle opportunità turistiche e sui suoi prodotti. Questa attività si affiancherà alle Vetrine valorizzando le comunità di emigrati sardi in Germania. Ha preso quindi la parola lesperta in marketing e comunicazione Claudia Wunsch, che ha sottolineato limportanza del mercato tedesco per lItalia, e specificatamente per la Sardegna. Il 30 per cento dei turisti che vengono in Italia provengono dalla Germania, a Berlino sono aperti 150 ristoranti italiani, la Germania è il paese in cui lItalia esporta di più. I media tedeschi, ha aggiunto Wunsch, hanno prezzi altissimi per la pubblicità perciò appare complessivamente più economico e produttivo ricorrere a Internet e curare al massimo le pubbliche relazioni. Molti tedeschi infatti fanno al spesa su Internet, occorre tenerne conto, creando un sito ma anche assicurando una logistica efficace e adottando forme di pagamento gradite. Sul tema Come avere successo sul mercato turistico tedesco si quindi intrattenuto Roberto Maggioni, esperto in marketing turistico, illustrando innanzitutto le caratteristiche fondamentali di questo mercato. I tedeschi, ha detto Maggioni, viaggiano molto, le loro mete preferite, a parte le località turistiche interne, sono la Spagna e quindi lItalia. Oggi il turista tedesco programma più viaggi allanno, di durata breve e utilizzando prevalentemente le linee aeree low-cost. Ama la natura, le città darte, le crociere, ama lItalia ma da questa attendono sempre nuove seduzioni. Ma per conoscere a fondo il mercato turistico tedesco, fatto al tempo stesso di stabilità e certezze ma che evolve continuamente e presenta sempre nuove opportunità, (gli anziani, le nuove famiglie, i single, le vacanze-salute ecc.), occorrono figure professionali di alta specializzazione, che abbiano un apreparazione universitaria e abbiano frequentato stages specialistici. Dopo uno scambio di domande e informazioni sul mercato tedesco e sulle possibilità di sviluppo degli scambi con lisola, tra i relatori e i partecipanti al seminario (soprattutto giovani), lincontro si è concluso con un altro intervento di Mario Cadinu, capo di Gabinetto dellAssessore del Lavoro. Cadinu ha ribadito come già nel Piano triennale per lemigrazione la spesa prevista è indirizzata a fare in modo che le associazioni degli emigrati possano svolgere un ruolo di promozione dellisola e dei suoi prodotti. È nei progetti, ha aggiunto, creare una struttura stabile polivalente che divenga un punto di riferimento per ogni intrapresa in questo settore, sportelli informativi in sedi di prestigio, in modo di agevolare gli imprenditori nel momento cruciale dellavvio: poi ciascuno dovrà muoversi con le sue gambe. Molto del successo di queste iniziative dipenderà dallattività delle associazioni di sardi allestero. 16 S peciale Emigrazione DICEMBRE 2005 GERMANIA In un convegno a Berlino esperienze e riflessioni su nuova e vecchia emigrazione Il dibattito tra quattro rappresentanti della Consulta regionale dell'emigrazione organizzato per festeggiare il quinto anno di attività del Centro Culturale sardo - L'esperienza di Maria Gioacobbe, scrittrice sarda di livello internazionale che da quasi 50 anni vive in Danimarca - Enzo Favata e i Tenoes di Bitti al Festival del jazz - Tante facce della Sardegna all'estero Servizi e foto dell'inviato Gianni De Candia P er festeggiare il quinto anno di attività il Centro Cultura le sardo di Berlino ha allestito un ricco programma di stimolanti appuntamenti che hanno presentato alla Comunità sarda e al pubblico della capitale tedesca gli aspetti più significativi di quella che è stata definita la nuova “primavera” della cultura sarda nel campo del cinema, della letteratura e della musica. A conferma dello spessore del programma il depliant dell’Istituto italiano di cultura, che presenta il panorama delle iniziative proposte dalle varie associazioni italiane a Berlino, dedica all’Associazione sarda un risalto e uno spazio di gran lunga il più ampio di quello di altre istituzioni più radicate e di certificato prestigio. A novembre il Centro culturale sardo ha proposto un convegno dal tema “L’altra metà del cielo – Esperienze e riflessioni dei Sardi residenti all’Estero”. Negli stessi giorni la Sardegna è stata ospite del festival del jazz di Berlino con Enzo Favata e i Tenores di Bitti. Una ribalta di assoluto livello internazionale per proporre a un pubblico esigente e competente due delle più alte espressioni della musica sarda di oggi e di sempre. Un ruolo non secondario nell’invito dei musicisti sardi lo ha avuto il Centro culturale sardo. In occasione del convegno è stata inaugurata, in collaborazione con l’Istituto Etnografico sardo di Nuoro, la mostra fotografica “Lollove” realizzata dal fotografo Donatello Tore. È la prima volta che questa mostra di immagini realizzate oltre dieci anni fa per documentare un “paese” che scompare, viene proposta fuori dalla Sardegna. Il catalogo della mostra contiene una presentazione di Maria Giacobbe, la grande scrittrice sarda che dal 1958 vive in Danimarca. A dare questa impronta al circolo di Berlino è stato Domenico Canu, architetto di Nuoro che a Berlino vive e lavora da molti anni. Canu che è attualmente uno dei rappresentanti della Germania nella Consulta, è stato tra i fondatori dell’Associazione ed è sempre impegnato a promuovere e sostenere iniziative che facciano conoscere la Sardegna e i suoi prodotti. Il convegno si è svolto nel salone del Centro sociale di Zillestrasse, poco lontano dal castello di Charlottenburg. I lavori sono stati aperti dal presidente del circolo, Alberto Musa, un giovane biologo, originario di Iglesias, che da una decina d’anni lavora in un centro di ricerca tedesco, che ha ringraziato l’assessorato Gabriele Cappai, Paola Atzeni, Alberto Musa, Maria Giacobbe, Gianluca Espa del Lavoro per aver inserito il progetto culturale dell’associazione tra quelli da finanziare, e l’Ambasciata d’Italia per aver sostenuto l’iniziativa. Musa ha posto l’accento sull’esigenza che si studi il fenomeno dell’emigrazione sarda. Mancano dati sulle dimensioni che ha assunto. Non si conoscono né la consistenza né la composizione delle varie comunità sarde. L’emigrazione – ha soggiunto – è lo specchio di una realtà che costringe le persone ad andar via”. Quanto è vasto questo fenomeno? Dove sono i Sardi e chi si sposta oggi? Si è chiesto Musa, che ha auspicato che venga realizzata una ricerca in cui siano coinvolti oltre ai circoli sardi anche i Comuni dell’Isola e le istituzioni statali che si occupano del problema. Limpegno della Federazione Il saluto della Federazione dei circoli sardi in Germania, è stato portato dalla vicepresidente Maddalena Fadda Vitolo, presidente del circolo di Heilbronn, che si è complimentata con i dirigenti del circolo di Berlino per la ricchezza della programmazione di mostre, convegni, tavole rotonde, tutte iniziative – ha aggiunto – che sono sempre più all’attenzione della Federazione. Prendendo lo spunto dal titolo del convegno Maddalena Fadda ha ricordato il trauma provato da bambina quando andava a “Su Runaghe” e piangeva per i suoi familiari emigrati e si chiedeva dove fosse “l’altra metà del cielo”. “Oggi quel sentimento di dolore – ha detto – è stato superato e ne parlo senza rimpianti. Guardiamo in avanti. Possiamo dire per esperienza che l’emigrazione può essere un’opportunità di crescita e di arricchimento culturale”. I nostri figli – ha ricordato Maddalena Fadda – frequentano classi multietniche. Affrontano una realtà completamente diversa da quella che abbiamo conosciuto noi. La nostra generazione era ed è più chiusa mentre i giovani sono aperti, spontanei e preparati. Ai nostri figli – ha detto – abbiamo trasmesso usi e costumi tradizionali ma hanno assimilato anche fiducia nel futuro in questa terra che è diventata anche la nostra terra e oggi questi ragazzi non sono più solo sardi o italiani ma sono cittadini d’Europa. La vicepresidente della Federazione ha sottolineato il ruolo avuto dai circolo sardi che hanno offerto anche se solo indirettamente il senso di appartenenza. Ieri erano luoghi della malinconia e della nostalgia oggi, grazie all’impegno di tantissimi volontari, un impegno che in alcuni casi dura da 40 anni,sono un punto di riferimento per la comunità sarda e un potenziale “che dovremo sfruttare meglio per dare ancora a noi stessi la serenità e ,a sicurezza di dire: sono di origine sarda, vivo in Germania sotto un cielo senza confini”. Prima degli interventi dei relatori c’ è stato un simpatico intermezzo musicale: l’esibizione del “Rosenchor”, un coro di donne, tutte tedesche, che cantano antiche canzoni popolari italiane. Per l’occasione hanno eseguito anche l’Ave Maria in sardo. Le relazioni sono state affidate a tre componenti della Consulta, il prof. Gabriele Cappai, docente di sociologia nell’università di Bayreuth, in Germania, la prof. Paola Atzeni, antropologa docente nell’Università di Cagliari, e Gianluca Espa, architetto e presidente del circolo sardo di Londra. La relazione conclusiva è stata affidata a Maria Giacobbe, nuorese, scrittrice di fama e di spessore internazionale che a dispetto della scelta di vita che l’ha portata lontano , porta la Sardegna nel cuore. Emigrazione e sociologia Stefania Mulas Andrea Piredda Cappai – che ha scritto un libro in cui ha raccolto i risultati di uno studio dell’emigrazione sarda al- l’Estero – ha impostato la sua relazione da un punto di vista sociologico e ha esaminato quattro scenari: partire, adattarsi, sguardi da lontano e ritornare. Per quanto riguarda il primo punto ha osservato che il problema ha due aspetti quello dell’espulsione e quello dell’attrazione, precisando che gli studiosi formulano teorie ma “le decisioni vengono prese da persone in carne e ossa”. Tra i motivi per cui si parte il principale è la ricerca di un lavoro, ma le motivazioni possono essere molte altre. Oggi si emigra anche per cercare una migliore qualità di vita, o una più adeguata sicurezza sociale, o per istruzione o formazione, ma anche per curiosità o – come ha suggerito qualcuno dal pubblico – anche per amore. “Non sto dicendo – ha precisato Cappai – che i paesi della Sardegna si stanno spopolando perché gli abitanti partono per curiosità”. Per quanto riguarda il secondo aspetto il sociologo ha prospettato tre scenari: l’adattamento al lavoro (che è una necessità), l’adattamento sociale (un sogno che spesso non si realizza), l’adattamento culturale (spesso impossibile perché le società ospitanti non sono preparate alle differenze). “Uno per potersi integrare – ha sottolineato Cappai – deve essere integrato. Se si fa parte di un gruppo organizzato il processo è più facile perché si riduce il pericolo di emarginazione e anche di segregazione. I circoli sardi – ha proseguito – hanno svolto e continuano a svolgere una funzione importante. Un luogo in cui ci si scambiano informazioni”. Sul terzo punto Cappai ha evidenziato che emigrare non significa recidere le radici ma anzi rafforzarle. “Il sardo emigrato – ha riferito il sociologo – vuole sapere di più della Sardegna di quanto facciano i Sardi residenti. Non c’è casa di emigrato in cui non ci sia il nuraghe, mentre è più difficile trovare questo simbolo dell’Isola in una casa in Sardegna”. Cappai ha anche riferito dell’ambiguità dei sentimenti e dell’amore-odio che l’emigrati prova per la terra che ha lasciato. L’emigrato nei paesi dell’Europa centro-settentrionale – ha riferito – è molto critico con la Sardegna perché fa continuamente paragoni e ritiene che la società d’origine avrebbe da imparare dalla sua esperienza. Infine il mito del ritorno per chiudere una parentesi aperta 3040 anni prima e anche per il ri- S peciale Emigrazione chiamo della terra (è insostenibile l’idea di finire sotto terra in un paese straniero). Le scritture dellidentità La relazione di Paola Atzeni è stata incentrata sul tema delle scritture dell’identità. La complessità del fenomeno dell’emigrazione sarda è tale che per indagare e studiare questi processi occorrerebbero fondi enormi. Cosa si può fare? si è chiesta l’antropologa. Raccogliere autobiografie, favorire ricerche di immagini, di scritture. Fare mostre. Perché senza memoria non si può fare progetto credibile. Paola Atzeni ha quindi suggerito di partire dalle linee strategiche indicate nel DPEF, approvato dal Consiglio regionale per definire una serie di progetti ai quali la Consulta potrebbe dare una priorità. Primo fra tutti la realizzazione di un Centro di Documentazione sui Sardi nel Mondo, sostegno all’istruzione e alla valorizzazione delle risorse umane con l’obiettivo di favorire un più forte sistema delle conoscenze. La professoressa Atzeni ha poi illustrato, con l’aiuto di diapositive, alcuni studi fatti nel Sulcis sulla solidarietà nel lavoro e sull’organizzazione sociale. Al termine della sua articolata e stimolante relazione ha donato a Maria Giacobbe alcuni documenti recuperati nel corso di ricerche negli archivi dell’OVRA sui controlli cui era sottoposto il padre l’ing. Dino Giacobbe, uno dei fondatori del Partito Sardo d’Azione, antifascista, e perseguitato politico. Tra gli altri un documento con i compensi che venivano dati ai confidenti e uno con i nomi degli “informatori”. In un breve intervento Enzo Favata, che la sera prima si era esibito con il suo complesso e con i Tenores di Bitti nel Delphi Filmpalast, nell’ambito del “Jazzfest Berlin 2005”, ha sollevato il problema dello spopolamento dei paesi dell’interno e ha parlato delle “architetture morte” di centri importanti come Cuglieri e Santulussurgiu. Lesperienza inglese Gianluca Espa, architetto, presidente del circolo dei Sardi di Londra, ha parlato della nuova emigrazione, meno conosciuta e studiata di quella “storica”. Il nostro – ha detto – è l’unico circolo della Grana Bretagna riconosciuto dalla Regione. Anche se nel Regno Unito ci sono tra gli otto e i diecimila sardi – ha soggiunto – noi abbiamo fatto la scelta di costituire un solo circolo, evitando la frantumazione delle risorse umane e finanziarie. In Inghilterra ci sono molti giovani che hanno lasciato la Sardegna per scelta, tanti sono professionisti, sempre più quelli che arrivano hanno una laurea. Da un anno e mezzo – ha proseguito Espa – mi chiamano con sempre maggior frequenza per chiedermi aiuto a trovare uno sbocco occupativo. È un dato preoccupante per la Sardegna che continua a impoverirsi di risorse umane qualificate. Espa ha poi rilevato che l’immagine dei Sardi all’Estero sta cambiando e ha sostenuto che occorre individuare un ruolo nuovo per i circoli. Ha anche apprezzato l’iniziativa di concentrare le iniziative nei “progetti regionali” ma ha spiegato che per svolgere certe azioni non basta più il volontariato, per cui è necessario modificare la legislazione in materia. Espa ha poi parlato dell’esperienza fatta con i Centri servizi del progetto di partenariato che ha coinvolto oltre a Londra, Berlino, Toronto, Parigi, Bruxelles e Rio de Janeiro. Quei Centri – ha detto – hanno lavorato per due anni in maniera professionale, organizzato manifestazioni e creato banche dati. Hanno dato risultati importanti favorendo la stipula di importanti contratti per i produttori sardi. Quei Centri, che hanno cessato di esistere lo scorso dicembre – ha concluso Espa – sono una risorsa della Sardegna. Un’esperienza che non va dispersa. Maria Giacobbe “Non rappresento nessun circolo – ha esordito Maria Giacobbe – ho un’esperienza di 45 anni di quella che non vorrei chiamare ‘emigrazione’. Ognuno di noi è un caso diverso”. La scrittrice ha ricordato che i Sardi sono un popolo con una sua storia e una sua personalità, che va arricchita con quella degli altri popoli con cui si viene a contatto e ha invitato a sfatare i luoghi comuni. “Sono allergica alla parola identità” ha detto e ha raccontato quello che è avvenuto in Danimarca dove esisteva un’omogeneità culturale. C’era sviluppo e ha aperto le porte all’emigrazione. Poi è esplosa la crisi petrolifera e anche nella florida Danimarca hanno cominciato a chiudere le fabbriche e a nascere i problemi. Ha spiegato che spesso nel definire la nostra identità tendiamo a distinguerci dall’altro, che consideriamo diverso. Inizia così il processo di divisione che passo dopo passo porta all’individuazione nell’altro di un “nemico”. L’identità – ha soggiunto – non deve diventare una camicia di forza, una barriera”. Domenico Canu e Vincenzo Sanna Ha ricordato che i Danesi, dopo la sconfitta subita dai Prussiani e la perdita delle terre all’esterno, hanno puntato tutte le loro energie per riconquistare all’interno quello che avevano perso all’esterno. Vararono un progetto di scolarizzazione, fondarono un movimento cooperativistico e un avanzato sistema sociale fondato sulla solidarietà che garantiva a tutti alloggi e sussidi. “Quel sistema – ha detto – è oggi minacciato. Ma io spero che non venga intaccato”. Ha poi parlato di integrazione e assimilazione. Spiegando che lei si è integrata in Danimarca e che gli scrittori danesi la considerano una di loro (molte sue opere sono state scritte in danese e poi alcune, tra cui Radici, tradotte in italiano). Ma non sono assimilata ai Danesi – ha soggiunto – perché non avrò mai le esperienze infantili che hanno avuto mia suocera o mia cognata. Ha poi definito “sterile” il rimpianto per il paesello che non esiste più. Gli emigrati non sono emarginati, sono degli esploratori. Vedono le cose da una prospettiva diversa da chi non si è mai mosso. “Abbiamo arricchito la nostra cultura, siamo un tesoro che la Regione dovrebbe utilizzare. Usateci ! Ascoltateci! Una cosa che non dobbiamo disperdere ha proseguito Maria Giacobbe – sono i nostri figli e i nostri nipoti trasmettendo loro la nostra tradizione di cultura. La Regione – ha concluso – deve considerare sardi i discendenti fino alla terza generazione. I motivi di una scelta “Sentivamo l’esigenza di affrontare questo tema”, ha detto Domenico Canu, concludendo il convegno con un breve interven- to. “Spero possa essere un punto di partenza per approfondire il tema in Sardegna”. Canu ha ricordato la sua esperienza personale che dopo un periodo in emigrazione è rientrato in Sardegna con la moglie francese Marie (ma lei ci tiene a dire bretone) conosciuta a Berlino. A Nuoro è nata la loro figlia Lucie. Ma dopo qualche tempo per mancanza di adeguati sbocchi professionali ha dovuto riprendere la via dell’emigrazione. Dal suo osservatorio vede che nell’Isola c’è sempre un eccesso di individualismo. “Il malessere che ha provocato l’ondata migratoria – ha osservato Canu – non è cessato con l’emigrazione. Anzi persiste. È quasi un paradosso che una regione così piccola possa essere una terra di emigrazione”. I Sardi di Berlino Nel corso della conferenza ci sono stati numerosi interventi del pubblico con osservazioni e testimonianze. Tra gli altri Sandro Di Todaro, un sardo doc, che da diversi anni è il cameraman della RAI e lavora nei servizi non solo che riguardano la Germania ma anche l’Europa centrorientale. Di Todaro è anche autore di qualche cortometraggio. Ha un progetto anche per un documentario-film sulla storia della miniera di Ingurtosu. Da parte tedesca ha trovato qualche finanziamento, ma ci vorrebbe anche una partecipazione della Sardegna. Andrea Piredda, originario di Nulvi, uno dei soci della “vecchia guardia” ha difeso il ruolo dei circoli come punto di incontro e di confronto della comunità sarda. Andrea Piredda che ora è pensionato, conosce bene le vie dell’emigrazione per aver lavorato in varie paesi prima di arrivare in Germania. Il fratello Pietro, il proprietario del ristorante “il Porto” uno dei più noti di Berlino, frequentato da personalità dello sport, dello spettacolo e della politica. Pietro Piredda, non ha dimenticato le sofferenze patite fin da bambino. “Ho cominciato a lavorare quando avevo otto anni. Lavoravo dal fornaio otto ore a notte e mi pagavano con un chilo e mezzo di pane”. Quando ha compiuto 16 anni è emigrato a Como. È entrato nel mondo della ristorazione e con impegno e sacrificio ha sfondato. Ricorda i tempi in cui Berlino era divisa dal muro. Con americani e soprattutto inglesi – dice – si facevano affari d’oro. Il suo ristorante, rinomato per il pesce (freschissimo), è frequentato da una clientela raffinata. Anche ora che è affermato Pietro Piredda non dimentica il passato e lo sfruttamento subito da bambino ancora gli brucia e l’offende. Il convegno è stata l’occasione per uno scambio di opinioni e di esperienze tra i tanti sardi presenti in sala. Da Francesco Pinna, pittore e titolare di una galleria d’arte in Bersarin Platz, che è stato il primo presidente del circolo, a Michele Falchetti, psicologo e psicoanalista di Nuoro, laureato a Padova e venuto a Berlino per un corso di specializzazione. A Berlino c’è rimasto e ora ha un suo studio in cui cura pazienti italiani e tedeschi. Pino Monni, un giovane veterinario di Orgosolo che dopo svariate esperienze in DICEMBRE 2005 17 Irlanda, e in altre parti d’Europa (è stato anche volontario in Kosovo) nel febbraio 2004 è arrivato in Germania e si è riscritto all’ordine dei veterinari di Berlino. La sua specializzazione sono i cavalli. Ma si sta per laureare in materie economiche. Anche Vincenzo Sanna, di Cagliari, di lauree ne ha due, una in medicina e una in farmacia. Ma fa il manager di una delle più importanti case farmaceutiche italiane con competenza per l’Europa Centro orientale e per l’Asia. Quella di Vincenzo Sanna è un’esperienza particolare. Dopo aver fatto gli studi in un college di San Diego in California, è rientrato in Sardegna per poi partire per Parigi, “emigrato” per amore di una modella. E a Parigi anche Vincenzo Sanna ha fatto il modello mentre studiava Medicina alla Sorbona. Conseguita la laurea invece di intraprendere la professione medica ha trovato lavoro alle Gallerie Lafayette. C’è rimasto nove anni facendo una brillante carriera da manager. Richiamato a Cagliari dalla famiglia si è laureato in farmacia ma – ricorda – il giorno dopo la laurea sono partito per Milano per un colloquio di lavoro con la ditta Menarini. Così è cominciata la nuova attività e la vita da emigrato. Prima in Veneto e poi in Germania. Nel frattempo si è sposato con una ragazza di Cagliari. Parla sei lingue e gira il mondo. Anche le sue bambine parlano già alcune lingue. “In casa parliamo in italiano e per questo le bambine parlano con la cadenza cagliaritana”. Molte e sempre partecipi le donne. Maria Teresa Camoglio, giovane regista che da undici anni vive a Berlino, lamenta la scarsa utilizzazione che la Sardegna fa delle sue risorse umane nel mondo e delle professionalità. La famiglia della madre (è nipote di Vittorio Vargiu) è emigrata in Argentina. Tiziana Grecu, di Siniscola, a Berlino c’è arrivata per studiare la lingua. Si è sposata con un tedesco, un manager specializzato nella elaborazione di politiche dello sviluppo e dell’ambiente. Ha mantenuto un forte legame con la Sardegna e le sue tradizioni più autentiche trasmettendo anche alle due figlie l’amore per l’Isola. Per ragioni di studio è arrivata a Berlino anche Stefania Mulas, di Gairo Cardedu. Frequentava l’università a Cagliari e in Germania c’è venuta chiamata da uno zio per perfezionarsi in tedesco. insieme al suo compagno, Pasquale Sinaguglia, gestisce “Essenza”, uno dei ristoranti più moderni e chic di Postdamer Platz. Pasquale è un cuoco di grande talento, faceva parte con i sardi Mario Vacca e Pietro Piredda della delegazione di 12 cuochi italiani all’Estero invitati dal ministero degli Italiani nel Mondo per una manifestazione a Roma. Anche se la laurea in lingue non è indispensabile per la sua attività Stefania ha promesso ai genitori che completerà gli studi: le mancano solo uno o due esami e la tesi. Il convegno al circolo sardo si è concluso con una cena improvvisata e magistralmente preparata da Lino Depalmas, originario di Lodè che ha proposto alcuni piatti innovativi che hanno incontrato l’approvazione dei presenti. Preziosa è stata la collaborazione di Erika Moschner, figlia di una sarda, una dei giovani del direttivo del circolo (è la responsabile della tesoreria). 18 S S peciale Emigrazione DICEMBRE 2005 i chiama Kentus dies il progetto regionale coordinato dal Circolo Sardo di Berlino e finanziato dallAssessorato Regionale del Lavoro che punta alla promozione della Sardegna nella città attraverso una presenza diluita in diverse giornate e non concentrata in pochi giorni durante il corso dellanno; e alla presentazione delle variegate forme culturali sarde: il cinema, la musica, la fotografia, leno-gastronomia, larte digitale, il teatro e la letteratura. Del progetto faceva parte anche la conferenza sullemigrazione dei Sardi in Europa. Le Kentus dies hanno preso lavvio sabato 29 gennaio con una conferenza sul romanzo Il giorno del giudizio di Salvatore Satta (relatori Lino Depalmas e Alessandra Porcu). Sabato 30 aprile si è tenuta la conferenza-proiezione sullarcheologia sarda (relatore Lino Depalmas). Nella stessa giornata é stata presentata una mostra sullartigianato sardo. Tra Febbraio e Luglio cè stata la Rassegna del cinema, nella sede del Circolo Sardo con la proiezione dei 24 film della collana edita dallUnione Sarda, preceduti da cortometraggi di autori sardi. Martedì, 19 luglio allinterno della rassegna Arte digitale, Paolo Carta - web producer che ha ricevuto diversi riconoscimenti in concorsi nazionali - ha tenuto una conferenza nel corso della quale ha presentato i propri lavori in rete, illustrandone le potenzialità anche per una promozione della Sardegna in rete. Venerdì 16 settembre cè stata la recita Sos Sinnos dellattore Giovanni Carroni e la proiezione del documentario Gennargentu: una montagna per tre poeti. Il giorno successivo la manifestazione è stata replicata nel circolo sardo di Wolfsburg Giovedì 3 novembre cè stato il concerto di Enzo Favata, e nel contempo, lesibizione del coro di Bitti al Festival jazz di Berlino. Sabato 5 novembre cè stata la Conferenza sullemigrazione (relatori Maria Giacobbe, Paola Atzeni Gabriele Cappai e Gianluca Espa) e linaugurazione della mostra Lollove del fotografo Donato Tore. Venerdì 11 novembre, nella sede del circolo sardo, in collaborazione con lUniversità di Potsdam, cè stata una manifestazione per la promozione del Pecorino Sardo (relatrice Alessandra Porcu), dal titolo Pecorino dalla a alla z: tutto quello che avreste sempre dovuto sapere. Una serata interamente dedicata alla produzione del formaggio in Sardegna Ci sono state le relazioni del biologo Michael Dahlhaus e della linguista Sandra SánchezMünninghoff. C è stata la presentazione di Berlina, la prima pecora sarda allevata a distanza fuori dallItalia, a cura di Roberto Spano dellassociazione Jara Birdi (www.jarabirdi.it). Al termine della manifestazione, moderatrice Alessandra Porcu, traduzione di Cécile Engelen, cè stata unesperienza diretta con la degustazione del pecorino. Martedì 22 novembre, (in collaborazione con lIstituto italiano di cultura di Amburgo) il coro polifonico di Aritzo ha tenuto un concerto nel ristorante Essenza di Potsdamerplatz. Dal 26 ottobre al 30 novembre al Hackesche Höfe Filmtheater, cè stata la Rassegna del Cinema Sardo curata da Pietro Mele (in collaborazione con lIstituto Italiano di Cultura). GERMANIA Kentus dies un progetto per presentare le mille facce della cultura della Sardegna Il circolo di Berlino ha allestito in ricco programma di stimolanti appuntamenti che hanno presentato alla comunità sarda e al pubblico della capitale tedesca gli aspetti più significativi di quella che è stata definita la nuova primavera della cultura sarda nel campo del cinema, della letteratura e della musica Sono stati presentati Arcipelaghi di Giovanni Columbu, La destinazione di Piero Sanna, Ballo a tre passi di Salvatore Mereu, Piccola pesca di Enrico Pitzanti e Sonos e memoria di Gianfranco Cabiddu. Venerdi 21 novembre cè stato il Gala di promozione del Vino. In collaborazione con lagenzia di marketing e comunicazione Claudia Wünsch, con il coordinamento del sommelier Jurgen Hammer. Si è partiti dalla domanda: il vino é nato in Sardegna? Le recenti ipotesi sono state illustrate alla stampa specializzata. Dallimpostazione del programma sottolinea Domenico Canu, coordinatore con Alberto Enzo Favata e Dinato Tore Mostra fotografica “Lollove” di Donato Tore Le immagini del paese che non c'era frutto di una ricerca per l'Istituto Etnografico esposte per la prima volta fuori dall'isola L a serata al circolo di Berlino si è conclusa con lavvincente racconto di Donato Tore su come è nata la ricerca fotografica su Lollove che ha dato origine alla mostra. Tore ha ricordato di aver conosciuto Lollove, un paese isolato, quasi il simbolo dei paesi dellinterno che stanno morendo, e di esserne rimasto affascinato. Da allora ha detto ho meditato di fare un lavoro fotografico su Lollove e sui suoi abitanti, ma per molti anni, assorbito da altri impegni e da altre esperienze (importante quella con la casa editrice Ilisso), quel progetto è stato messo da parte. Fino a quando dieci anni più tardi lIstituto Etnografico ha reperito i fondi per realizzare la ricerca che Donato Tore aveva proposto. Così è cominciato un lavoro paziente. Lollove, pur essendo una frazione di Nuoro dista dal capoluogo 15 chilometri. La gente che vi abita ha osservato Tore è rimasta perché non aveva la possibilità di andar via. Qualcuno ha scelto di continuare a vivere e morire in quel luogo. Il fotografo, che è nato a Tonara ma vive a Nuoro, ha deciso di fare un ritratto condiviso agli abitanti di Lollove. Si è intrattenuto a lungo con ciascuno di loro. Ha spiegato il progetto e ha conquistato la loro fiducia. In quasi due anni di lavoro ha prodotto un materiale di inestimabile valore antropologico. Un lavoro che è rimasto chiuso negli archivi dellIstituto Etnografico per una decina danni. Poi nel 2005 a Gavoi, in occasione del festival letterario cè stato lincontro tra Donato Tore e Maria Giacobbe. In quelloccasione Paolo Piquereddu, presidente dellIstituto Etnografico vedendo la scrittrice nuorese si è ricordato del materiale prodotto da Tore: ecco ha esclamato chi può scrivere la presentazione del catalogo per una mostra su Lollove, Maria Giacobbe. La scrittrice ha preso tempo prima di accettare la proposta ma poi è rimasta affascinata dalle immagini e ha accettato. Ha ritrovato nella memoria di bambina ricordi lontani di Lollove il paese che non cera. Lollove ha scritto non lo si vedeva da nessuna parte, né di giorno né di notte. Su nessuna costa o cresta di collina o di montagna cera una macchiolina o una lucetta che certificasse lesistenza di Lollove, e nessuna delle strade che uscivano da Nuoro portava a un paese che avesse quel nome. Lo stato di abbandono e di isolamento di questo borgo era stato denunciato con un articolo pubblicato su La Nuova Sardegna da Sebastiano Satta, già nel 1896. E la situazione non è migliorata con il passare degli anni. Donato Tore a Lollove ci era capitato proprio per documentare con immagini il servizio che stava predisponendo un giornalista alla fine degli anni 80. La mostra è stata allestita nel Museo Deleddiani/ Casa natale di Grazia Deledda a Nuoro. La passione con cui Donato Tore ha raccontato gli incontri con gli abitanti di Lollove ha affascinato e conquistato il pubblico che lo ha sottoposto a un vero interrogatorio. Quella di Berlino è la prima uscita della mostra dalla Sardegna. Ora è in progetto di farla girare. La prima tappa potrebbe essere Londra. Musa del progetto Kentus Dies si possono dedurre i propositi e gli obbiettivi che ci siamo posti: raggiungere un pubblico il più vasto possibile attraverso il coinvolgimento di vari settori di interesse; riflettere sul ruolo dei Sardi allEstero attraverso le varie esperienze in vari campi e in diversi Paesi (conferenza emigrazione); mantenere viva nella comunità sarda la nostra cultura tradizionale (teatro di Carroni, il coro di Aritzo); attivare e stimolare anche allestero un dibattito su temi attuali della Sardegna (proiezione del film Piccola pesca con successivo dibattito sul problema delle basi militari); il tema della pastorizia, dei suoi prodotti e della sua evoluzione; promuovere i nostri prodotti naturali con colture millenarie talvolta ignorate o sottovalutate (il vino quale elemento di una sana alimentazione). Il concetto fondamentale di Kentus Dies ha osservato il presidente del Circolo Sardo di Berlino Alberto Musa - è quello non solo di estendere temporalmente la promozione della cultura e delleconomia (i cosiddetti prodotti specifici sono soltanto una parte; inoltre dovremo iniziare a smetterla di parlare e scrivere usando slogan, parole fatte e luoghi comuni!). Kentus Dies vuole anche mostrare una Sardegna che si sforza di aggiornarsi, moderna e consapevole. Essere presente nella scena culturale di Berlino, la capitale tedesca e una delle città importanti per la cultura in Europa. Essere presenti, mostrare presenza. Questo è il senso delle attività del Centro Culturale Sardo di Berlino. Grazie alle molteplici attività abbiamo lopportunità di comunicare alle persone di questa nostra presenza, della nostra iniziativa, della nostra apertura al mondo, della nostra ospitalità. Così facendo comunichiamo allo stesso tempo anche che non siamo un ghetto, che non siamo chiusi, che non abbiamo complessi dinferiorità, che non abbiamo timore di confrontarci con il mondo, con le altre culture. Siamo consapevoli che chi è insicuro o rifiuta le proprie radici, teme il confronto e la conoscenza delle altre: noi no. Siamo in un mondo che bombarda le persone da flussi di informazione e messaggi pubblicitari. Noi dobbiamo adattarci, moltiplicando le opportunità, la costanza, mostrando presenza. Se non ci mostriamo, se non ci facciamo ascoltare, non saremo visti, non saremo ascoltati, bensì ignorati, e i nostri interlocutori andranno in vacanza in Turchia. Nel circolo si svolgono anche attività didattiche. Cè un Corso di tedesco per italiani, a cura di Cécile Engelen. Grundstufe I (principianti), Grundstufe II (livello elementare), Mittelstufe (livello intermedio). Si propongono per ogni livello un ciclo di 10 lezioni della durata di 90 minuti per due volte la settimana. Da 5 partecipanti in su il costo a persona è di 90 Euro. Per informazioni dettagliate sui programmi ed iscrizioni tel./fax 03034356635, [email protected]. E un Corso di formazione alluso del computer e di internet in italiano. Le iscrizioni per il corso di alfabetizzazione alluso del computer sono cominciate a novembre. Il corso include teoria e pratica per 20 ore ed è finalizzato al pronto utilizzo del computer per la professione e la vita quotidiana. Le lezioni si tengono in lingua italiana per un massimo di 10 partecipanti a corso, divisi a seconda dei livelli di conoscenza della materia. Calendario e orari saranno decisi in base alle esigenze dei partecipanti. Speciale Emigrazione S ono i numeri a parlare. Cifre che dicono molto più di qualunque parola: in Sardegna ben 38mila ettari sono sotto il controllo militare. Di più: sulla costa orientale dellisola esiste un immenso tratto di mare che, periodicamente, viene interdetto alla navigazione e alla pesca quando nel poligono interforze del Salto di Quirra vengono programmati i lanci di missili. Sono numeri che dimostrano che la Sardegna, da sola, contribuisce alla cosiddetta difesa nazionale più di tutto il resto del paese. E in cambio ha soltanto briciole. Lo squilibrio tra quanto lisola offre e quanto ottiene in avvicendamento non è un dato politico e quindi interpretabile, ma è una cruda realtà. Il problema acquista una dimensione drammatica se poi si valutano i rischi per la salute pubblica. Non calcolabile e risarcibile. Alla Maddalena, per esempio, circolano sommergibili alimentati da reattori nucleari e con armamento nucleare e il caso dellHartford del 2004 (un episodio rimasto top secret che ha provocato lallontanamento del comandante della base e di quello dellunità navale) ha dimostrato che lincidente è possibile. E poi non sono stati ancora dissipati i dubbi sullutilizzo di munizioni alluranio impoverito nel poligono del Salto di Quirra e a Teulada. Due aree ad altissima incidenza di tumori. Queste tematiche stanno tanto a cuore sta al mondo dellemigrazione sarda e non solo, da aver indotto lassociazione Domo Nostra presieduta dal vulcanico Mario Piu, ad organizzare a Cesano Boscone un convegno di ampia portata, con il patrocinio del Comune ospitante, della FASI e della Regione Sardegna. Al dibattito nel Teatro Piana hanno partecipato in qualità di relatori, Salvatore Sanna, esperto di servitù militari in Sardegna; Marco Mostallino, giornalista de Il Giornale di Sardegna; Vincenzo Migaleddu, medico radiologo. Gli interventi sono stati coordinati, dopo il saluto di Mario Piu e del vice sindaco di Cesano Boscone, Lilia Di Giuseppe, da Giancarlo Maniga, e (dopo la lettura di un messaggio di Piero Mannironi, giornalista de La Nuova Sardegna, impossibilitato ad aderire per gravi motivi familiari) sono state del presidente della FASI, Tonino Mulas. È toccato a Salvatore Sanna disegnare una certosina mappa delle basi militari presenti sullisola. Poligono Interforze del Salto di Quirra: con i 13mila ettari è il più grande dEuropa. Nacque nel 1956 per la sperimentazione degli armamenti. Se ne interessarono subito le altre forze armate per i loro giochi di guerra. Così nel 1959 il Salto di Quirra diventò un ente interforze. Il Poligono nel 1963 diventò operativo, cominciando le sperimentazioni. Alla fine degli anni 60, la Difesa aprì la struttura ad altri paesi. Arrivarono gli americani, gli inglesi, i tedeschi, i francesi e persino i giapponesi. Ma nel poligono vennero ospitate anche nazioni non propriamente amiche come Libia e Iraq. Per utilizzare la struttura, bastava pagare. Qui sono stati testati e sperimentati ordigni micidiali, come ad esempio le bombe al laser. La zona è compresa tra Capo San Lorenzo e il rilievo di Serra Longa. In questa area ci sono quattro zone di lancio a mare, 40 chilometri di costa fino a Capo CESANO BOSCONE Al circolo "Domo Nostra" convegno sui gravami delle servitù militari La mappa delle aree sotto controllo militare - Al dibattito nel Teatro Piana hanno partecipato Salvatore Sanna, esperto di servitù militari in Sardegna, il giornalista Marco Mostallino, e il medico radiologo Vincenzo Migaleddu Bellavista, teatro di continue sperimentazioni ed esercitazioni. Il poligono quindi, condiziona pesantemente anche un immenso tratto di mare. Poligono Militare di Capo Teulada: lidea di questo poligono nellarea mediterranea per addestrare truppe e organizzare esercitazioni terrestri, venne alla Nato nel 1956. Fu costruito il primo nucleo della base a Capo Teulada, otto mila ettari chiusi con il filo spinato. I proprietari della zona prima si opposero ma poi cedettero di fronte alle cifre immense offerte. Larea venne liberata dai civili con una procedura militare urgente. Nel 1959 venne costituito il Centro Addestramento Unità Corazzate. Il perimetro del poligono è di 50 chilometri e comprende, nel fronte a mare, le spiagge di Porto Scudo, Porto Zafferano e le dune di sabbia di Porto Pino. Nellarea si addestrano tutti i reparti di fanteria corazzata dell Esercito italiano e periodicamente, le forze armate di tutti i paesi che aderiscono al- FRANCIA Lutto a Douai per la scomparsa dell’ex presidente del circolo Il circolo “Sardaigne” è tutta la Comunità sarda di Douai in Francia – ci segnala il presiedente Giovanni Caria – sono in lutto per la scomparsa di Armando Usai, cofondatore e primo presidente dell’associazione culturale delle famiglie sarde di Douai, da cui è nato l’attuale circolo. Armando Usai era nato il 30 giugno 1929 a Villasalto. Era padre di 5 figli. Aveva occupato diversi posti di lavoro in Francia ed in Italia. Dopo aver fatto il manovale in un’impresa edile dal 1948 al 1950 aveva fatto il minatore nella miniera di antimonio di Villasalto. Nel 1950 emigrò in Francia per lavorare nella miniera di carbone Gayant di Waziers, nelle vicinanze di Douai. Rientrato in Italia nel 1952, per il servizio militare, era poi tornato a Villasalto alla fine del 1954 come minatore. Dopo un’esperienza come cameriere in un ristorante di Domodossola, nel 1956 riprese definitivamente la via della Francia dove lavorò per 30 anni nelle miniere di carbone di Waziers e Roost-Warendin. Dal 1986 al 1994, ha fatto la guida conferenziere al Centro Storico delle Miniere di Lewarde (vicino a Douai). Armando Usai – ricorda Caria – si è impegnato molto nelle attività sociali e culturali della zona di Douai. E’ stato presidente del circolo A.MI.C.I. (Associazione dei Minatori Cattolici Italiani) di Sin-le-Noble, e Vice-Presidente della Direzione Generale dei Circoli A.MI.C.I. in Francia. Dal 1981 al 1986, Armando è stato presidente del circolo sardo di Douai. lAlleanza Atlantica. A Capo Teulada, il poligono è ciclicamente teatro di guerre simulate dalle forze Nato. Nel 1990 una simulazione vide impegnati più di 10 mila uomini. Capo Frasca: viene gestito dallAeronautica Militare. E esteso per quasi duemila ettari e comprende un tratto di costa di 17 chilometri. Viene utilizzato soprattutto come poligono per i cacciabombardieri della Nato. Qui sparano regolarmente i jet che decollano dallaeroporto di Decimomannu. La Maddalena: fu in seguito ad un accordo segreto tra Roma e Washington che nel 1972 gli americani costruirono una base per assistere i sommergibili dattacco. Nel molo di Santo Stefano è ormeggiata una nave-appoggio, un vero e proprio arsenale galleggiante dove si trovano infatti i micidiali missili da crociera Slcm Cruise a testata nucleare. Essendo la nave a tutti gli effetti territorio degli Stati Uniti dAmerica, ogni controllo non è possibile neanche da parte delle autorità militari italiane. Da qualche tempo sono cominciati i lavori di ampliamento del punto dapprodo a Santo Stefano che, nonostante le smentite della US Navy, porteranno a una nuova classificazione della base. Nellarcipelago vivono attualmente 2500 americani, 1300 dei quali militari. Tavolara: sullisola esiste una base sulla quale si è parlato sempre molto poco. Si tratta di un centro di telecomunicazioni subacquee di supporto ai sommergibili americani che incrociano nel Mediterraneo. Sofisticatissime attrezzature, collegate a un sistema satellitare, fanno di Tavolara anche un importantissimo centro di intercettazioni. Decimomannu: è soprattutto una base per addestrare i piloti degli aerei da combattimento. Da qui partono i jet per i tiri a Capo Frasca e per le sperimentazioni nel poligono interforze del Salto di Quirra. Ultimamente ha perso un po della sua importanza. E comunque fissa la presenza dellaviazione militare italiana e tedesca. Cagliari: due giganteschi depositi di carburante nel cuore della città. Uno, nel promontorio della Sella del Diavolo, è gestito dalla Marina ed è fruibile da tutte le marine della Nato. Laltro, invece, si trova a Monte Urpinu ed è sotto il controllo dellAeronautica. Il porto di Cagliari è classificato militarmente anche come porto nucleare. Potrebbero cioè attraccare navi a propulsione atomica. DICEMBRE 2005 19 Poglina: ufficialmente la base nel promontorio a sud di Alghero è dai primi anni 90 un semplice centro di addestramento dei guastatori. Ma un documento riservato finito in mano alla stampa, ha smentito la non classificazione di quella che è stata per anni una base strategicamente importantissima per i servizi segreti occidentali. Qui, infatti, venivano addestrati i gladiatori e gli agenti dei paesi Nato. Poglina è quindi ancora una base utilizzata dai servizi di intelligence militare. Pungente come suo solito, lintervento di Marco Mostallino, giornalista dassalto e anche autore del libro LItalia radioattiva latomo, le armi, le scorie e il potere edito dalla Cooperativa Universitaria Editrice Cagliaritano, che ha provocato ad arte con delazioni briose i presenti. Materie celate e non, obiettivi sul nuovo modo di fare la guerra, legata oltrechè alle classiche motivazioni politiche ed economiche, allo smaltimento delle scorie nucleari, allutilizzo del famigerato uranio impoverito, mestamente famoso nelle sue prestazioni belligeranti nel Baltico prima e in Iraq poi. La situazione in Italia, costretta a mantenere le basi militari altrui sobbarcandosi gli oneri maestosi che ne comportano e la storia del nucleare nella penisola, accantonato nel 1987 con la chiusura delle ultime centrali come quelle di Saluggia, Trino Vercellese, paesi del Vercellese e Caorso in provincia di Piacenza. Scenari inquietanti quelli disegnati dai relatori, avallati prontamente dal dottor Migaleddu, che mettono in serio risalto lincidenza di gravi malattie nelle zone interessate da basi militari o da centrali nucleari dismesse. Quanta sostanza? Quanta esposizione? E gli episodi che nel recente passato hanno coinvolto per esempio le acque cristallino dellarcipelago della Maddalena, fanno riferimento ad una contaminazione di fatto naturale o ad un atropico inquinamento? Quesiti, dissidi, querelles che hanno e continuano a mettere in luce un sistema di disinformazione che tende a offuscare verità scomode che collocano il cittadino in una condizione di precarietà abnorme. Manca la volontà di porre dei controlli seri ed efficaci, tanto da dissipare una volta per tutte superficialità ed imprecisioni latenti. Tonino Mulas, ha spostato lindice delle dissertazioni sulle tematiche tipicamente isolane, comunque collegate anche al dibattito del pomeriggio di Cesano Boscone. Ed è il ruolo di autonomia tanto e troppo spesso sopraffatto della Sardegna, da non poter dare voce e corpo alle proprie identità ed idee. La figura di Renato Soru, attuale Presidente della Regione, rappresenta bene limpatto di sconforto e dimpotenza innanzi ai poteri forti e pleonastici dello Stato. Lottare per riottenere le proprie terre, tanto inquinate quanto compromesse che creano comunque un pericolo per la salute della gente, è un sacrosanto diritto. Soru sta interpretando abbondantemente le esigenze civiche, cercando e spesso ottenendo anche una vasta mobilitazione popolare. Dopotutto così in Sardegna ma anche come altrove, si tratta di ottenere risposte e verità per salvaguardare il futuro delle generazioni che verranno. Valentina Telò Massimiliano Perlato 20 Cultura DICEMBRE 2005 D eterminante e significativo e anche lapporto e ruolo dinfaticata attività artistica spesso abbinata al normale impegno lavorativo svolto dagli innumerevoli artisti sardi emigrati che hanno operato ed operano tuttora fuori dallIsola; figure che su disterru ha arricchito di contatti, di nuove esperienze creative e che considerano la Sardegna come luogo dideale ritorno in cui attingere, dal profondo dei sentimenti, valori e tracce-memorie identitarie. Le segnalazioni, che brevemente si propongono, sono tratte dalle numerose pubblicazioni curate dal critico e già direttore di un periodico darte e letteratura Gavino Colòmo Era, nativo di Illorai vive a Firenze fin dal 1964, e dalla conoscenza diretta di artisti sardi attivi in Lombardia. Il nuorese Graziano Capra, da circa un quarantennio in Australia a Sydney, ha sempre lavorato nel settore edilizio, come artigiano specializzato, coltivando listintiva passione per la pittura e scultura. Ora, raggiunta letà della pensione, si dedica intensamente a una produzione artistica più ampia e a tutto campo che spazia dallintaglio agli affreschi, dai murales alle sculture in cemento; e, ancora lavorazioni in ceramica o maschere de su carrasegare de Mamujada. Tutta lopera del Capra ha unesclusiva fonte ispiratrice: la Sardegna nella tradizione artigianale. Custodisce una mira e un sogno: realizzare a Sydney un museo etnografico della cultura popolare sarda. Altro corregionale operante sempre in Australia è il dorgalese Francesco Loi, apprezzato ceramista, che nel segno di una continuità locale-familiare crea e Artisti sardi emigrati Da Nivola a Sironi e Sassu, da Biasi a Ciusa e Dessy, da Figari a Floris hanno rappresentato con talento l'immagine della Sardegna decora oggetti artistici con una tecnica e genuinità naif. Conosciuto a un vasto pubblico, per le frequenti mostre e lattenzione della stampa locale, vive e lavora a Brunswick di Melbourne dove svolge anche una stimolante attività didattica in alcuni college australiani. Emigrato in Oceania dal 1969, dopo aver frequentato lIstituto Professionale per lIndustria e Artigianato. A Spa, in Belgio, svolge attivita di pittore, incisore e disegnatore Fortunato Agus. Con originalissimo stile, difficile da inserire in una determinata corrente, sispira a soggetti sardi e alla sua Ussana; piccolo centro agricolo del Campidano di Cagliari (territorio riccamente coltivato a vigneti e agrumeti) dove è vissuto fino al 1970. Nel curriculum artistico di Agus numerose mostre personali e collettive in prestigiose sedi come Cagliari, Roma, Firenze, Liegi, Bruxelles, Namur e naturalmente nella città termale di Spa. Sempre in Belgio, a Quaregnon, vive e opera lartista Remo Pintus. Originario dellIglesiente con diploma alla Scuola per minatori di Carbonia. Giovane ventenne era il 1958 segue il padre già emigrato e da autodidatta si dedica al bassorilievo, la pittura e scultura; significativi i lavori in ceramica. Di pari passo, e con successo, simpone nellatti- vità lavorativa: avvia unazienda che conta venti dipendenti. Frequenti le mostre a Parigi e Bruxelles con sue opere presenti in enti pubblici e al Museo delle Belle Arti di Mons. Recentemente ha convertito unex struttura mineraria in galleria darte e centro culturale a disposizione degli artisti europei. Altra storia artistica e di emigrazione belga è quella del pittore Mario Piras, nato a Villacidro, e con studi allAccademia di Belle Arti di Charleroi. Creativamente attivo è assai noto in tutto il Belgio per le qualificate partecipazioni a collettive; diversi e prestigiosi i riconoscimenti ricevuti in Italia e in Germania Federale. La critica ufficiale evidenzia i suoi paesaggi con prospettive profonde e i colori luminosi, dolci, tranquilli dai quali traspare la sua nostalgia per il tempo passato. La Francia, terra di grandi fermenti artistici e culla dellarte moderna, è invece il luogo demigrazione, dal 1961, di Albino Martis da Sarrock. Duri anni di lavoro iniziale in fonderia fino al passaggio naturale allattività edile con la costituzione di unimpresa. Pervenuto alletà della pensione realizza il sogno di una vita: dedicarsi alla scultura. Martis, che scolpisce su marmo, pietra e legno, ha rappresentato con ar- CINEMA moniose opere personalità di grande attualità come Madre Teresa da Calcutta e Giovanni Paolo II; un pregevole busto scultoreo di Grazia Deledda è custodito al circolo culturale sardo Città di Nora di Sedan. Martis vive a Deville ed espone con risultati favorevoli di critica e pubblico in varie località francesi. Sempre nel Benelux, nella città olandese di Groningen, vive e lavora il sassarese Antonio Giuseppe Sassu che, con fervore e calore naif, rappresenta pittoricamente il suo reale e genuino legame con la Sardegna; i suoi dipinti sono largamente conosciuti e considerati nellIsola e in Olanda. Sassu, dipendente delle ferrovie olandesi dopo uniniziale esperienza nellindustria tessile, oltre alla pittura coltiva la scrittura: è sensibile poeta in olandese, italiano e in limba. A Groningen, nota sede universitaria, vive una vivace comunità sarda e vi è attivo il sodalizio Gennargentu. Tra gli artisti sardi in Italia segnaliamo Maria Aurora Pintore, domiciliata a Basiglio (MI) nel quartiere di Milano Tre, e nata ad Asmara da padre originario di Bonorva. Dopo uninfanzia in Eritrea, ha vissuto la giovinezza in Campania e dal 1963, a seguito del marito ingegnere di una multinazionale, una trentennale permanenza in Arabia Saudita. Autodidatta, opera principalmente allinterno della pittorica surrealista. Nel segno dimmagini fantastiche-contraddittorie, che spaziano in un mondo tra sogno e realtà, rappresenta e riesce ad esprimere verità, valori e contenuti profondamente umani ed universali. Caratteristica, e sostenuta da tonalità equilibrate, larmonia delle forme-figure, il dinamismo e lenergia pulsante di istintiva originalità fanno delle sue opere dei rari e singolari capolavori. Numerosi i riconoscimenti e primi premi conseguiti essenzialmente, a partire dal 1969, nel mondo arabo (Arabia Saudita: Dhahran Art e Ras Tanura Art) e in Italia. Mostre personali a Dhahran Theater (Arabia Saudita), Parma, Ferrara, Milano e Basiglio. E ancora collettive in Arabia Saudita, in Italia (Parma, Milano, Sanremo, Caserta, ecc.), in Spagna (Marbella e Cadiz) e Francia (Parigi e Chantilly); manifestazioni sempre supportate dal sostegno di critica, pubblico e stampa specializzata. Abbiamo indicato solo alcuni artisti simbolo dellemigrazione sarda, ma tanti altri meritano lattenzione e la conoscenza di significative storie personali ed artistiche. Avanziamo la proposta che la Regione Sardegna si faccia promotrice di una mostra collettiva, che veda riuniti e protagonisti i nostri artisti emigrati nei cinque Continenti; daltronde è questo il desiderio anche di Roberto Cocco, figlio di genitori sardi in Perù ad Arequipa, che sogna di esporre le sue opere da scultore nellamata madre Sardegna. Cristoforo Puddu CINEMA In tv il cortometraggio La Commissione boccia il sardo nel film di Columbu “Il canto delle cicale” di Peter Marcias D opo La Passione di Cristo, rappresentazione, con dialoghi in aramaico, delle ultime dodici ore di vita terrena di Gesù, il regista e attore australiano Mel Gibson seguendo un interessante percorso antropologico ha avviato la lavorazione di Apocalypto: storia di un indio e della sua famiglia, tra mito e avventura, nel contesto della fiorente civiltà Maya. Particolarità della pellicola in cantiere è luso dellantica e discriminata lingua Maya, ormai in via di estinzione, per cui il regista auspica che il film contribuisca a risollevarne le sorti e risvegliare lorgoglio linguistico e identitario tra gli indigeni della popolazione precolombiana dellAmerica Centrale, attualmente presenti in Guatemala e Messico. Anche al novello cinema di autori sardi bisogna riconoscere il meritorio impegno verso gli specifici tratti culturali dellIsola identificati in sa limba. E appunto lultimo lavoro di Giovanni Columbu, titolato Su Re, è il frutto di una lettura sinottica dei Vangeli proposti con una sensibilità tutta sarda e in sardo come il precedente film Arcipelaghi del 2001, tratto da un romanzo di Maria Giacobbe. Ma la vera sorpresa sullopera cinematografica Su Re viene dalla motivazione-stroncatura pronunciata dalla Commissione per la Cinematografia del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che pur riconoscendo interessante lidea ispiratrice sottolinea linadeguatezza dei dialoghi perché luso del dialetto sardo appare piuttosto pretestuoso. Un appiglio poco elegante per non concedere un minimo di sostegno economico alla pellicola non italiana! Insomma la lingua dei Sardi ridimensionata e indegna a rappresentare unidentità religiosa e spirituale che da duemila anni plasma il nostro vivere, malgrado il continuo legiferare a favore delle minoranze linguistiche e il sostegno verbale per le attività multiculturali di tanti politici illuminati. Pensiamo che dalluso, anche cinematografico, della lingua sarda possa germogliare una riqualificazione complessiva dei valori culturali, civili e politici della Sardegna; dunque trainante per promuovere la conoscenza della società sarda con le sue problematiche. Sosteniamo e proponiamo quanto scritto, in occasione di un Premio Ozieri, dal presidente della giuria prof. Nicola Tanda: Non può esserci democrazia senza rispetto della lingua, delle lingue, del linguaggio, che è costituito dalle lingue e che permette alluomo di rappresentarsi la coscienza, di avere coscienza di sé, di essere coscienza. Ma per giungere alle coscienze, non si passa per una lingua sola. Si passa per molte lingue, per tutte le lingue del mondo, per tutte le lingue che si impiegano nel pianeta. E allora aramaico, lingua Maya e limba sarda con tutte le lingue del pianeta. C. P. I l film cortometraggio Il canto delle cicale del giovane regista Peter Marcias è stato trasmesso dalla emittente LA7 il 19 settembre nel programma La 25a ora - Il cinema espanso, trasmissione ideata e diretta da Steve Della Casa. Tra gli interpreti Luciano Della Scheggia e Maria Alessandra Mattana. Il cortometraggio racconta di Carlo un cinquantenne che dopo un grave incidente sul lavoro, subirà due importanti sentenze da parte del suo medico e del suo avvocato. Il film breve, girato tra il Campidano ad Uras e Quartu S.Elena, delle durata di quindici minuti circa è stato presentato a più di sessanta festival cinematografici internazionali tra cui Los Angeles, Madrid e Roma ed ha ottenuto il Premio Marzocco Fedic 2004 a San Giovanni Valdarno ed è stato finalista al festival Nazionale CortoSicuro patrocinato dalla Rai e AMNIL. Il dvd de Il canto delle cicale è disponibile presso lAgenzia Regionale del Lavoro che ha distribuito in parte il film nella collana Cinema&lavoro in collaborazione con la Cineteca Sarda-Società Umanitaria. Il regista Peter Marcias, che ha 28 anni è originario di Oristano ma ora vive a Roma, sta lavorando al progetto di lungometraggio Ma la Spagna non era cattolica? una docu-fiction musical girato tra Madrid, Cagliari, Roma che tratta il tema delle ultime riforme di Zapatero in Spagna. Musei DICEMBRE 2005 21 VISITA AI MUSEI DELLA SARDEGNA La Regione di Sud Ovest - 5 L'Iglesiente e il Cixerri I tanti tesori del capoluogo del più importante bacino minerario della Sardegna - L'antica Argentiera diventata Villa di Chiesa nel XIII secolo con i Pisani di Gianfranco Leccis I l Cixerri comprende il territorio da Gonnesa a Fluminimaggiore, tra cui Iglesias, e la pianura che separa i gruppi montuosi della regione e si congiunge al Campidano. Iglesias, al nono posto in Sardegna come numero di abitanti, è il capoluogo della regione mineraria, abitata fin dallantichità: il piccolo borgo di Argentiera divenne la città di Villa di Chiesa nel sec. XIII con i Pisani. Con la nascita della Nuova Provincia spartirà con Carbonia il ruolo di capoluogo. Dellantica città fortificata restano pochi tratti delle mura, delle torri e qualche rudere del castello, ma attualmente sono in corso lavori per il ripristino dellantica struttura. In città sono sorti diversi gruppi di appassionati del periodo medioevale che organizzano varie manifestazioni, tra cui un grande corteo del 13 agosto con la partecipazione di numerosi costumi e di rappresentanze di altre città italiane con gruppi medievalisti. Nella via Canelles al numero 28 si trova un Museo Etnografico, privato: vi sono conservati reperti relativi alle attività pastorale, tessile con un antico telaio, della cucina rurale, della lavorazione del pane, della produzione del vino, delle attività artigianali. Sono esposti anche un carro a buoi di oltre 200 anni fà, parti dellabito iglesiente , strumenti musicali, vecchi giochi. via Canelles, 28 tel. 0781/ 41662 328/8634113 328/ 4363129 aperto mercoledì e sabato 10-12, altri giorni su richiesta; è gradita unofferta - Internet www.arziadas.com Come si può facilmente immaginare tenendo conto del nome, ad Iglesias vi sono molte belle chiese dove sono conservate pregevoli opere darte sacra tra cui nella chiesa della Purissima spicca una tavoletta raffigurante lAnnunciazione del Maestro di Sanluri sec. XVI, poi vi sono nella Cattedrale di Santa Chiara, in parte del sec. XII, un bellaltare in legno di ginepro dorato stile barocco, del 1656, dedicato a SantAntioco, patrono delle diocesi, ed una statua estofado de oro di San Benedetto abate, di bottega napoletana della prima metà del sec. XVII mentre nel campanile si trova una campana fusa da Andrea Pisano nel 1337. Nella Chiesa di San Francesco, costruita dai Francescani nel 300 con successivi interventi nei secoli seguenti da vedere il bellissimo Retablo della Vergine, dipinto da Antioco Mainas attorno alla metà del 500. Non lontano sorge il Santuario di Nostra Signora delle Grazie, del sec. XIII, costruito nelle forme di transizione tra il romanico ed il gotico, rimaneggiato nel 700. Nel vicino Convento sta per sorgere il Museo Congolese, con reperti provenienti dal Congo o Zaire, dove operano i Frati cappuccini dei conventi della Sardegna. Tel.0781/22504 orario 8,3012/16-19 ingresso a pagamento NellArchivio Storico comunale nei locali del settecentesco carcere mandamentale: vi sono conservati reperti archeologici, documenti archivistici, libri sulla Sardegna, sul Comune e sullattività mineraria, e il Breve di Villa di Chiesa di Sigerro. È un volume di 146 fogli in pergamena di pelle di montone, scritto a mano in volgare pisano in stile gotico, vi sono raccolte le leggi istitutive, quelle sullorganizzazione amministrativa, le norme penali e civili e sullattività mineraria. Archivio Storico comunale, via delle Carceri, 28 - tel. 078124850/258004 orario 9-13/1618,30 chiuso sabato pomeriggio e domenica Nel vicino Istituto Tecnico Minerario si trova la notevole raccolta del Museo Mineralogico e del Fossile, purtroppo non sempre aperto ma visitabile su richiesta al Preside. Contiene oltre 8.000 esemplari di minerali e antichi strumenti di lavoro. Nellambito dello stesso Istituto, iniziò dal 1916, per listruzione degli allievi, la realizzazione di la- boratori, officine, ecc. e, dal 1934, anche di gallerie sotterranee. Questo ha costituito il Museo dellArte Mineraria, esempio di una struttura mineraria, importante testimonianza scientifica, umana e culturale. Museo Mineralogico, via Roma 45, tel. 0781/22304 22502 - 2240 - 32419 orario 8-14 festività chiuso - Museo dellArte Mineraria, gestito dallAssociazione dei Periti Industriali Minerari e Minerari Geotecnici via Roma 45, tel. 0781/350037 0781/41422 347/8333257 333/ 4479980 orario visite: sabato e domenica 18-20; estate tutti i giorni 17-22 Nel centro storico vi sono altre chiese meritevoli di visita: San Domenico, con portale del sec. XVI; la chiesa di San Michele o del Colle; la chiesa di San Giuseppe, fuori dal centro vi sono altre chiese di un certo rilievo: la chiesa di Santa Maria di Valverde, la Chiesa di Nostra Signora del Buon Cammino, rifatta nel 1968 nello stesso stile della precedente del 1777. In periferia esiste anche la chiesetta di San Salvatore, di epoca tardo bizantina, probabilmente del sec. X, purtroppo a lungo abbandonata ed in rovina, di cui è in programma il ricupero e la sistemazione dellarea. Iglesias offre lopportunità di essere raggiunta, per chi viene da Cagliari, col treno (le corse sono frequenti, durata viaggio 1 ora circa) ed eliminare il problema del parcheggio. Ad Iglesias opera il Centro Escursioni Etnos della Geotur s.a.s. v. Carrara 3 tel/fax 0781/ 43137 (348/9158660) e.mail [email protected] Internet www.etnostour.it che propone visite guidate della città ed escursioni a piedi, in mountain bike, in fuoristrada, alla scoperta dellIglesiente tra natura e miniere. Il Centro opera anche nel Sulcis, nel Fluminese e in altre zone, con visite ai siti archeologici, alle miniere, alle discariche minerali, agli impianti industriali ed ai villaggi abbandonati. In primavera si tiene la manifestazione Monumenti aperti con visite guidate e accompagnate gratuitamente Per informazioni Comune Iglesias e Consorzio Camù Centri darte e Musei, via Santa Croce 18, 09124 Cagliari, tel/fax 070/ 655625 Internet www.camuweb.it www.monumentiaperti.com Nel territorio di Domusnovas, vi erano diverse miniere, coltivate fin dal periodo nuragico e poi dai romani e nel medioevo ma non più in tempi successivi. Erano rimaste delle discariche ricche di scorie di piombo che, per la loro vastità e ricchezza, indussero parecchie persone a tentare di sfruttarle. Tra i primi fu il celebre scrittore francese Honorè de Balzac che nel 1838 tentò il ricupero ma non conclu- CULTURA Turismo archeologico stand della Sardegna alla Borsa di Paestum L a Regione ha partecipato a Paestum allottava Bor sa Mediterranea del Turismo Archeologico. La presenza alla manifestazione è avvenuta, per il quarto anno consecutivo, in uno spazio espositivo di 500 mq di superficie denominato Museo a cielo Aperto. Hanno presentato la ricchezza e la varietà del turismo archeologico - oltre allassessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio e alle Soprintendenze per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro e di Cagliari e Oristano - le Province di Cagliari, Nuoro, Oristano e dellOgliastra, una ventina di Comuni e numerosi Enti pubblici e privati. Sono state organizzate una serie di iniziative intese a favorire lincontro tra domanda e offerta turistica, in particolare lapprofondimento delle tematiche legate alla conservazione, valorizzazione, gestione e fruizione del patrimonio culturale, con la partecipazione di rappresentanti delle organizzazioni governative e delle istituzioni, di soprinten- denti, di archeologi, di direttori di musei, di docenti universitari e di giornalisti; la proiezione di documentari a tema archeologico; la presentazione di progetti, iniziative culturali, editoriali e multimediali; lorientamento alla formazione da parte delle Università e la presentazione di figure professionali e competenze emergenti mediante la testimonianza di personalità del mondo dellarcheologia e dei beni culturali; laboratori di archeologia sperimentale; workshop con i buyers esteri. se nulla. In paese, nel Montegranatico è in programma un Museo ma merita una visita, in un ben conservato furriadroxiu, lEsposizione Etnografica Sotgiu, raccolta privata che documenta le tradizioni agro-pastorali del paese tel. 0781/70356 visite su richiesta - ingresso a pagamento Un itinerario di un certo interesse si può fare con la visita del Parco Scarzella, di un vecchio mulino ad acqua, del nuraghe SOmu de sorcu, del tipo polilobato (con più torri), e della grotta di San Giovanni. La grotta è uno dei fenomeni carsici più vistosi dellIglesiente: è lunga m 750 e, per il momento è percorribile in auto su strada asfaltata ma in futuro sarà solo pedonale. Vi scorre un fiume nelle cui acque vive leuprotto sardo, una specie anfibia esclusiva dellIsola. Nelle gallerie laterali abbondano i pipistrelli e vicino agli ingressi nidificano molti volatili. È stata abitata fin dallepoca preistorica, vi sono tracce di mura ciclopiche e di abitati e sono stati trovati numerosi reperti, in parte conservati nella Biblioteca Comunale. A Villamassargia vi sono due pregevoli chiese: la parrocchiale di Nostra Signora della Neve costruita in tre periodi tra linizio del XIII sec. e la fine del XVI sec. Del 1307, come risulta da uniscrizione nella parte alta del prospetto, è la Chiesa della Madonna del Pilar (in passato San Ranieri). Si può notare come persistano in questedificio ormai gotico, schemi e modelli romanici. Allinterno si trova la statua estofado de oro di San Ranieri a cavallo, di bottega sarda della fine del sec. XVI, di fattura ingenua e popolaresca ma complessivamente decorosa. Nella biblioteca comunale è stato realizzata una mostra ricordo delle tradizioni locali. Notevole Nelle vicinanze, notevole il parco SOrtu Mannu dove si trovano, su una superficie di 12 ettari, oltre 700 bellissimi olivi secolari, impiantanti nel 1300, tra cui uno chiamato Sa Rejna con una circonferenza di 14 metri. Una originale caratteristica era che pur essendo lorto di proprietà privata i popolani erano proprietari degli alberi e del raccolto. Su una vicina altura si trovano i resti del castello pisano di Gioiosa Guardia. Nelle vicinanze cè la miniera di Orbai, dove è in programma la realizzazione di un centro turistico che fa parte del Parco Geominerario. 22 D ICEMBRE Paesi di Sardegna 2005 NULVI Le controverse imprese di donna Lucia Tedde Delitala "banditesca" e patriota Nata nel 1705 nel paese dell'Anglona da una delle famiglie più importanti della nobiltà sarda, può essere definita una "guerriera" di Franco Fresi N ulvi di preti fertile viva io, / Nulvi di preti inesauribile fonte...: così cantava qualche decennio fa Nicolino Addis, poeta-sacerdote nulvese. Ed è vero: è difficile trovare in altri paesi della Sardegna un così gran numero di vocazioni realizzate nel sacerdozio come a Nulvi. Ma il più limportante centro dellAnglona dopo Castelsardo, non limita a questa pur importante ricchezza umana le sue risorse: è anche il paese della produzione cerealicola, delleconomia ancora fiorente ( anche se non più come un tempo ) basata soprattutto su prodotti lattiero-caseari di pregiata qualità, dei dignitosi palazzotti del centro storico, delle raffinate architetture religiose, come quelle della parrocchiale settecentesca a tre navate della Vergine Assunta, ricca di statue (tra queste, una Madonna nel suo letto di morte), e di altri pezzi di valore: una fonte battesimale del XIV secolo, in pietra e legno e un altare in legno intarsiato con un dipinto (una Madonna delle anime del Purgatorio) di squisita fattura. Anche altre chiese minori sono ricche di vere opere darte: il Crocifisso nelloratorio di Santa Croce e il quadro di Santa Caterina in quella del Rosario, dalla preziosa facciata del 1630. Nelloratorio di San Filippo si conservano i tre grandi candelieri che vengono T ra i nuclei abitati che hanno dato più abbondante alimento allemigrazione cè anche Ardauli, paese collocato proprio al centro del Barigadu: la regione che, come noto, occupa il versante sinistro della vallata del Tirso, proprio allaltezza del lago Omodeo, è tagliata a nord dalla strada che passa per Sorradile e Nughedu Santa Vittoria; a sud da quella che passa per Busachi; a una distanza intermedia tra le due sale quella che raggiunge Neoneli, ed è proprio lungo questa che si trova Ardauli. Si dice che il nome derivi appunto dalla posizione dominante sulla vallata, che consentiva agli abitanti di fare la guardia (in sardo ardia) per avvistare i nemici che arrivavano dal mare e dalla piana oristanese. Gli ardaulesi avevano eretto anche due chiese campestri che da questo punto di vista possono apparire come avamposti. La prima la si incontra poco dopo aver attraversato il ponte di Tadasuni: quasi nascosta dagli alberi ai bordi della strada, è intitolata a Quirico, santo orientale che è stato fatto conoscere ai sardi in epoca bizantina; un culto molto antico, quindi, e talmente radicato che portati in processione il 14 di agosto: a forma di tabernacolo, non cilindrici come quelli Sassari, dellaltezza di poco meno di 10 metri, offrono allo sguardo una sensazione di maestosa imponenza. Il nome di Nulvi (Nugulbi, paese dei nuraghi?) appare in molti documenti del Medioevo. Benché sorga, adagiato alla base dellaltipiano calcareo del Monte San Lorenzo, in un territorio che conta più di settanta nuraghi, cosa che sembrerebbe garantirgli unorigine antichissima, se ne data la fondazione, anche se indicativamente, al periodo tardomedioevale, come colonia di Chiaramonti. Si sa però che proprio nel Medioevo faceva parte del giudicato del Logudoro (curatoria dellAnglona); e che fu un feudo dei Doria, passato poi agli Aragonesi. A quel tempo il paese era considerato il più popoloso della Encontrada de Anglona (Capo di Sassari e del Logudoro). Alla fine del Settecento vantava il Monte granitico più importante della Sardegna settentrionale. Un paese, quindi, Nulvi, dalle tante risorse, dalle tante attività orientate in diverse direzioni; dalla gente volitiva e solerte, che nel 1832 il cagliaritano padre Vittorio Angius annotava per il grande Dizionario del Casalis, come «persone di spirito e dingegno, e di una particolare ido- ARDAULI neità alle cose cui si applicano; cortesi, buoni amici, e nemici da temere [...]. Nel rimanente sono nel generale laboriosissimi e buoni economi [...]. Nel tempo che i popoli sardi delle province settentrionali si agitavano contro i baroni, i nulvesi rimasero tranquilli. D.Gio.Maria Angioi, deliberato di assalire la capitale, invano cercò conciliarseli. Essi non risposero alla chiamata, mentre al comando del legittimo governo mossero pronti per travagliare al ristabilimento dellordine». Non si può non pensare, a questo punto, a una delle più illustri figlie di Nulvi, che in quanto a restarsene tranquilla in ossequio al comando del legittimo governo non si può dire che la definizione le si adatti: donna Lucia Tedde Delitala. Nata a Nulvi il 29 maggio del 1705 da una delle famiglie più importanti della nobiltà sarda, per alcuni bellissima nellaspetto, per altri dai tratti mascolini, può essere definita come guerriera, come banditessa, o come patriota sempre in lotta, con un suo esercito di fedelissimi tra i quali primeggiava il bandito Giovanni Fais con moglie al seguito e un buon numero di scherani, contro i Savoia per i quali lei, convinta filo-spagnola, nutriva un odio sviscerato. Lo storico Carlino Sole la definisce Una nobildonna, che da autentica virago con tanto di mustacchi come un granatiere, si era messa a capo di una numerosa e agguerrita banda di fuorilegge e batteva la campagna seminando il terrore tra i nemici della sua fazione. Ancora la voce dello storico: Il Fais, con la sua banda scrive Manlio Brigaglia finì per unirsi ai Delitala, formando un vero e proprio esercito di campagna che teneva tutto il Nord, ai confini tra il Sassarese e la Gallura, sotto il proprio controllo: una banda di cui era lanima una curiosa figura di amazzone, donna Lucia Tedde Delitala, che, dice il Costa, montava in arcione, e armata di fucile e stocco, con ardimento virile, usciva in campagna per affrontare i nemici. Non si sa come e quando donna Lucia morì: cè chi nel 1774 la dà ancora viva. Chi fuggita in Corsica. Lo stesso padre Angius la fa morire, tradita dalla cameriera, strangolata nel suo letto. Nel suo feudo di Chiaramonti, bruciata viva assieme a un amante, aggiunge la tradizione. Non sa niente di certo neppure Don Posadinu, parroco di Nulvi, che con la sua gentilezza daltri tempi ti può anche accompagnare alla parrocchiale per mostrarti nel registro dei battezzati il certificato di battesimo di Donna Lucia e, alla parete, i ritratti di don Andrea Pes di Villamarina e della moglie Marietta Delitala (cu- Il borgo a guardia della vallata del Tirso Collocato proprio al centro del Barigadu, la regione che occupa il versante sinistro del corso del fiume, proprio all’altezza del lago Omodeo. di Salvatore Tola gli abitanti vengono qui a fare festa tre volte lanno: il Lunedì di Pasqua, il 15 luglio e infine dal 16 al 24 agosto, quando tutti coloro che possono partecipano alla novena: alcuni si sistemano nelle casette adiacenti alla chiesa, altri vanno avanti e indietro dal paese, seguendo il nastro dasfalto o su caminu etzu, un sentiero che taglia attraverso la campagna. Laltra chiesa è dedicata a SantAntonio e si trova tra San Quirico e il villaggio, anchessa a breve distanza dalla strada. Costruita nel Seicento e affiancata in origine da un eremo dei cappuccini, fu poi abbandonata e andò in rovina, tanto che ne restavano solo pochi muri e le ro- buste arcate in pietra erette per sorreggere le campate. Nel 1946 un volonteroso ardaulese, come ha raccontato Augusto Garau in una monografia sui beni culturali locali, tentò il restauro, ma dovette desistere; è intervenuta poi la mano pubblica che ha ridato alledificio laspetto originario. Allingresso nel paese ci accoglie unaltra chiesa, dedicata a Cosimo e Damiano e affacciata su una piazza aperta sulla campagna. Da qui, inoltrandosi nel centro storico lungo le strade lastricate sulle quali si affacciano abitazioni sobrie ed eleganti nelle loro strutture in pietra a vista , si raggiunge la parrocchiale della Vergine del Buon Cammino, che domina un piccolo sagrato con una facciata ampia ed elaborata, alla quale si aggiunge un robusto campanile quadrato. Al centro campeggiano il grande portale, ornato di bassorilievi, e un rosone, mentre sui lati si aggiungono ali di muro che sorreggono due leoni. Tuttintorno si stende il paese, che in alcune parti appare molto ben tenuto, con le vie riportate agli antichi acciottolate e le facciate delle case ripulite e restaurate. La popolazione è di indole cordiale e molto accogliente, lo diceva anche Francesco Cherchi Serra, che come poeta si firmava Saveri Ruvu (1866-1940): «Ami- gina di Lucia), che con corpose elargizioni, eressero nel 1780 la parrocchia dellAssunta a Collegiata. Poi, facendo scivolare la mano sui corrimani di marmo della breve gradinata che porta allaltare, può farti notare un segno dellantico potere di Nulvi: gli stemmi, compresi nella stessa insegna, delle nobili casate dei Delitala e dei Pes Villamarina: due leoni rampanti che artigliano il fusto di un albero e i quattro piedi, due scalzi e due calzati, ai lati di uno scudo con tre strisce incise in senso obliquo. Oggi Nulvi, (m 478, ab. 3007), tagliata in due dalla vecchia strada che da Tempio va a Sassari (statale 127), non sfugge con tutto il territorio alla penuria dei tempi. Ma è pur sempre il paese delle cooperative (importante quella detta di San Pasquale, con 200 soci), dei nuovi agriturismi dalla ricca e varia alimentazione agro-costiera, della nascente Zona Industriale potenziatasi nellultimo quinquennio, delle nuove attività terziarie, delle future speranze affidate in gran parte al coraggio e alliniziativa dei giovani, in numero rilevante nel paese. Un centro da voler bene, da visitare. Che ricorda con affetto chi, nel passato, ha dovuto abbandonare la sua casa per cercare lavoro e successo in terre lontane: con la speranza di vederli, un giorno o laltro, tornare ad una patria più accogliente e sicura. ga de samigu, a sistranzia / lis aperis sa domo, in ue sinserrat / ricca provvista de cada genia». Certo, scarseggia sempre più quella «bella joventude», che egli trovava «biva in ispassiu, bona pro sa terra, / bona in domare bestiamene rude»; e il paese, con la crisi delle attività tradizionali, è come tanti altri alla ricerca di una nuova vocazione che possa ridare fiato alleconomia e favorire una nuova crescita della popolazione. Qualche lontana prospettiva potrebbe venire dal turismo, ma tutta la regione ne è ancora troppo scarsamente toccata; nel frattempo lamministrazione locale sta investendo nella ricerca e nella cultura. Con lapporto di alcuni intellettuali emigrati, tra i quali spicca il docente e scrittore Giuseppe Deiana (che da Milano ha sempre lattenzione rivolta al paese), si è giunti così allorganizzazione di alcuni convegni e alla pubblicazione di numerosi libri: sulla storia, leconomia, la letteratura, i beni archeologici, culturali e ambientali. Perché solo dopo aver fatto i conti con i problemi e le risorse si potrà capire quali sono le possibilità di un nuovo sviluppo. Parliamo della Sardegna DICEMBRE 2005 23 La consegna del premio "Maria Carta" avvenimento internazionale Il riconoscimento a una delle più grandi voci della poesia contemporanea italiana, la milanese Alda Merini - La figura e l'opera della grande cantante scomparsa negli interventi di Elena Ledda, della cantante greca Savina Yannatou e di Clara Murtas che ha ricordato la singolare collaborazione che entrambe hanno avuto con il compositore Ennio Morricone di Giacomo Serreli U na luminosa giornata di sole ha accompagnato lo scorso primo ottobre a Siligo la cerimonia di consegna del Premio Maria Carta giunto alla terza edizione. Tutta la comunità di Siligo ha voluto mobilitarsi accogliendo lappello del giovane sindaco Giuseppina Ledda. Le strade del paese, con il contributo della Pro Loco e altre associazioni e privati, sono state animate da gazebo e stand con mostre ed esposizione di prodotti tipici dellagroalimentare, oggetti dartigianato artistico e di antiquariato. Ma anche con una mostra estemporanea pittura. La giornata si è aperta con la S. Messa celebrata nella parrocchia di santa Vittoria; officiata da padre Salvatore Morittu e arricchita dai canti del tenore Remunnu e Locu di Bitti. Al termine della cerimonia grande animazione e festa per strada con la coinvolgente esibizione dei Nati Strani, una giovane formazione costituitasi a Sassari. Appuntamento poi in Municipio dove il sindaco e il presidente della Fondazione Maria Carta, Leonardo Marras, hanno F inora in Sardegna manca una storia organica degli intellettuali isolani dai tempi più remoti ai giorni nostri. Impresa non facile considerata la grande mole di lavoro e di ricerche necessarie per portare a termine unopera del genere. Comunque esistono profili di uomini di cultura che in un certo senso consentono di colmare in parte questa lacuna. Ovviamente i libri che rientrano in questo filone si occupano degli intellettuali di maggiore statura. Ai quali a più riprese sono stati dedicati convegni, giornate di studio o commemorazioni, in occasione di particolari anniversari. Ad esempio su Grazia Deledda, Antonio Gramsci, Emilio Lussu, Salvatore Satta, Giuseppe Dessi e altri si è detto e scritto molto. È ricca la bibliografia anche su uno dei maggiori studiosi sardi di tutti i tempi, cioè Giovanni Spano. Le cui opere ancora oggi vengono ristampate con tirature tuttaltro che limitate (opere che riguardano la linguistica sarda, larcheologia, le tradizioni popolari, la storia dellarte, la letteratura). Su questi argomenti il canonico Spano nato a Ploaghe nel 1803 ha scritto libri che sono pietre miliari per chi si è specializzato in uno o più settori della cultura isolana. Nè va dimenticato che a lui si deve anche accolto i protagonisti di questa giornata; gli artisti, e non solo, designati dal comitato scientifico della fondazione per lassegnazione del premio che hanno raccontato la loro esperienza, il loro rapporto con la Sardegna e la musica dellisola. Ne hanno parlato Elena Ledda per sottolineare anche il carattere rivoluzionario dellopera di Maria Carta nel suo rivisitare il patrimonio etnico isolano; la cantante greca Savina Yannatou, ha raccontato della sua iniziale scoperta dei canti eseguiti da Maria Carta e del suo umile ma intenso tentativo di riproporli allinterno del suo repertorio che ingloba una mole impressionante di motivi provenienti da tutto il Mediterraneo; Clara Murtas ha evidenziato come si senta vicina a Maria Carta anche per la singolare collaborazione che entrambe hanno avuto con il grande maestro Ennio Morricone; Bernard Lortat Jacob, letnomusicologo francese appositamente giunto nellisola dallAlbania dove sta effettuando studi e ricerche, ha evidenziato come nellisola si senta davvero di casa e come proprio in Sardegna abbia trovato stimolanti e irripetibili forti originali caratterizzazioni della nostra musica popolare. Sono intervenuti anche Andrea Pisu, giovane suonatore di launeddas di Villaputzu per augurarsi che il premio che ha ricevuto a Siligo possa essere di stimolo per i tanti giovani che amano accostarsi alla tradizione dellisola. E hanno parlato anche Daniele Cossellu del gruppo Remunnu e Locu di Bitti, per rievocare lo straordinario legame artistico che li ha visti spesso accanto a Maria Carta, Marcello Deriu, per spiegare con un pizzico di emozione anche il percorso e le finalità del gruppo da lui creato quello dei Nati Strani. David Mancini, figlio di Maria Carta che ha di recente anche prodotto un interessante CD che raccoglie diversi brani inediti e dal vivo della madre. La sera sul palco di piazza Segni sono stati i balli dei gruppi folk Maria Carta e Santa Maria di Bubalis, a introdurre la cerimonia di consegna dei premi di questa terza edizione caratterizzata da alcune novità. Particolarmente attesa la prova della cantante greca Savina Yan- natou che ha eseguito a cappella alcune ninne nanne greche e sefardite e si è poi proposta in un applaudito duo con Elena Ledda durante il quale hanno eseguito anche lAve Maria. Efficacissima la stessa versione dellAve Maria proposta da Clara Murtas nellarrangiamento curato da Ennio Morricone. Ancora voci sul palco con Su Cuncordu e su Rosariu di Santulussurgiu. E quindi le travolgenti launeddas del giovane Andrea Pisu. Oltre al suo respiro internazionale, sottolineato dalle presenze di Savina Yannatou e Bernard Lortat Jacob, cè ora anche un riconoscimento al mondo dellemigrazione, nel ricordo di Maria Carta straordinaria ambasciatrice della Sardegna nel Mondo. Da questanno inoltre il Premio Maria Carta vuole evidenziare anche lattività dei circoli dei Sardi impegnati nel Mondo a divulgare, promuovere e preservare la nostra cultura, la nostra tradizione. Un riconoscimento verrà pertanto assegnato alla Federazione Associazioni Sarde in Italia Giovanni Spano uno studioso dai molti interessi Un libro curato da Paolo Pulina e Salvatore Tola sulla figura di uno dei maggiori studiosi sardi di tutti i tempi - I suoi campi di ricerca dall'archeologia alla linguistica sarda, dalle tradizioni popolari alla storia dell'arte e alla letteratura isolana di Giovanni Mameli una accuratissima Guida di Cagliari e dintorni alla quale hanno attinto tutti i cultori di storia cittadina.Infine ha dato un contributo anche allo studio della vita ecclesiastica in Sardegna. Recentemente è arrivato nelle librerie un denso volume su di lui dal titolo Il tesoro del canonico (Carlo Delfino Editore, pagine 340, euro 24) a cura di Paolo Pulina e Salvatore Tola. I saggi contenuti in questo libro sono preceduti da una introduzione di Francesco Cossiga, che tra le altre cose osserva: A Giovanni Spano, è bene ripeterlo, si deve riconoscere soprattutto il merito di avere rivelato, a trecen- tosessanta gradi, in pieno romanticismo, le origini e le ragioni culturali della nazione sarda. E di averle affermate con un approccio che è stato storico, o meglio, linguistico, antropologico e storico. Sulla modernità del canonico Spano insiste Manlio Brigaglia nellampia prefazione al libro, dove ricollega i meriti di studioso di questo scrittore al suo atteggiamento scientifico, a un gusto per la ricerca che fanno di lui un pioniere in diverse discipline. Il sottotitolo della raccolta di saggi, Vita, opere e virtù di Giovanni Spano (1803-1878), lascia intendere al lettore che uno spa- zio non indifferente è riservato alle vicende biografiche. Queste sono rintracciabili nel munumentale, carteggio che ci ha lasciato, conservato presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari. I destinatari delle sue lettere erano uomini di cultura di spicco. I contributi alla conoscenza della vita e delle opere di Giovanni Spano raccolti in questo volume sono scritti da Giulio Angioni, Piero Ausonio Bianco, Luciano Carta, Giovanni Lilliu, Giovanni Lupinu, Grazia Mannironi Lubrano, Paolo Pillonca, Michelangelo Pira, Antonio Romagnino, Maria Grazia Scano, Angelo Stella e Giuseppina Ule- (FASI) e lo ha ritirato Gavino Maieli presidente del circolo intitolato a Maria Carta di Bergamo. Per ricordare la poliedrica attività di Maria Carta, cantante, attrice di cinema e teatro e anche poetessa, è stata introdotta una sezione dedicata alla poesia. Il riconoscimento è andata a una delle più grandi voci della poesia contemporanea italiana, la milanese Alda Merini che, impossibilitata a raggiungere Siligo, ha però voluto inviare un messaggio, letto sul palco da dove poi Clara Murtas ha recitato i versi di una delle sue composizioni. E il palco del premio Maria Carta ha offerto spazi anche a coraggiosi e produttivi inserimenti della musica della nostra tradizione in alcuni contesti problematici. Si sono così esibiti anche i componenti il progetto Up and down nato a Sassari e rivolto in particolare a ragazzi affetti da sindrome di down. E quindi il coro dei ragazzi della comunità per il recupero di tossicodipendenti di SAspru diretto da Peppino Lintas. ri. Allinterno del libro cè anche una ricca documentazione fotografica a colori e in bianco e nero che rende vivi i personaggi e i luoghi di cui si parla. Tra i saggi de Il tesoro del canonico è particolarmente stimolante quello di Michelangelo Pira dal titolo Giovanni Spano: un antropologo della Sardegna, dove individua il modello di intellettuale al quale si richiama lo Spano. Al riguardo scrive: Il modello di studioso per lo Spano era Alberto Ferrero della Marmora, capace di studiare una regione come la Sardegna sotto il profilo archeologico, statistica, geografico, geologico, etnografico. Laspirazione implicita di entrambi era la storia totale, nella quale primeggeranno più tardi e primeggiano oggi più che mai gli storici, i geografi, gli antropologi di lingua francese, della lingua cioé del Ferrero della Marmora. Il sogno di cimentarsi in una storia totale fu realizzato da Giovanni Spano senza concedere nulla alla superficialità e al dilettantismo. Stupisce ancora oggi la precisione e il rigore delle sue ricerche, i cui risultati vanno inquadrati nelle conoscenze tipiche dellOttocento europeo. Il canonico di Ploaghe è a pieno titolo un intellettuale di spessore nazionale, come dimostra leco della sua opera al di là del Tirreno. 24 DICEMBRE 2005 P arlando in P oesia I l 21 ottobre scorso si è spento a Samassi, alletà di 91 anni, Giovanni Cuccu, un gentile signore di campagna, sempre vestito di velluto, dallo sguardo mite e vivace: ancora vitale e vigoroso, è stato stroncato dal dolore per la perdita della moglie Vitalia, avvenuta cinque giorni prima. Una storia come tante, si potrebbe dire, ma la biografia di Cuccu non era certo quella di un uomo comune, era quella di un combattente per la libertà istintivo, deciso, coraggioso. Aveva iniziato, ancora molto giovane, a ribellarsi contro le prepotenze dei gerarchetti del fascismo locale e, chiamato poi nellesercito, aveva continuato contro certe assurde imposizioni e ingiustizie della vita militare. Assegnato ai raparti che occupavano la Jugoslavia, aveva avuto contatti con i partigiani locali comandati da Tito e, resosi conto che combattevano per la causa per la quale si era sempre battuto, aveva lasciato il suo reparto per schierarsi con loro; aveva assunto il nome di battaglia di Ivo e si era distinto in una lunga serie di imprese, in varie parti del territorio, sino ad ottenere il grado di maggiore e la considerazione di eroe nazionale. Era venuto poi il dopoguerra, difficile per lui come per tanti altri e, tornato al paese, aveva ripreso il mestiere di pastore e contadino, preoccupato di assicurare il necessario alla famiglia che aveva creato. Ma poi, dopo tanti anni, aveva avvertito il bisogno di raccontare le sue imprese in un libro: sia per farle conoscere in Sardegna, sia per evitare che in Jugoslavia venissero attribuite ad altri. E così, aiutato da unottima memoria, ne aveva dato tra il 1973 e il 2000 tre edizioni, via via più perfette e complete. La seconda si intitola Ivo e le stelle, la terza Le stelle ci guidano: come spiega nelle pagine interne, trovava consolazione alle difficoltà della vita contemplando il firmamento. Si era dato infatti, attraverso tante dure esperienze, una sua personale filosofia, che non era altro che rispetto per alcuni grandi valori: la libertà, la democrazia e la pace in primo luogo, quindi la famiglia, la comunità; e, molto forte, il rispetto della vita in ogni sua forma, sino ad evitare di calpestare lerba. Il nostro saluto e la nostra gratitudine a Ivo il combattente si esprimono attraverso una scelta di poesie intitolate a questi suoi ideali. LUCCIOLE E FOLLETTI Era tardi, quasi luna, quando terminò la festa in quella notte senza luna molto buia e pesta. Un piccolo folletto stava andando al paradiso: «Fai presto gli fu detto e digli con un sorriso che in queste notti noi si deve rintanarci in ogni caso, poiché fa un buio così greve da confonder bocca e naso». Il Supremo, immantinente, visti i sani sentimenti, disse: «Accontentiamo prontamente tutti gli esseri viventi». Tosto subito afferrò una manciata di stelline che sopra i prati posò, dicendo: «Ecco a voi le luccioline; queste possono durare quanto dura lUniverso». Delegò il folletto a vigilare affinché il dono non fosse perso. Solo luomo chè ignorante, e che ha perso tanti affetti, ne distrugge tanti e tante di lucciole e folletti. Costantino Mele a cura di Salvatore Tola LA GIOIA La Gioia non è accostare alle labbra dellanima un calice dinebrianti parole, il grido di unonda di musiche che sinfrange sui bianchi arenili del silenzio e salva la disorientata speranza che vaga tra i rovi del quotidiano. Né la Gioia è la farfalla che danza sopra cespugli fioriti di rose e glicini pensili sugli archi di un mattino di sole, un affresco ingannevole di cari ricordi dipinti sulla parete della sera incatenata a una rupe di solitudine La Gioia è la coscienza di essere sulla faccia della medaglia della Vita che ha nel suo rovescio il non essere, è la coscienza di esistere, esistere in questo momento, soltanto esistere, nullaltro di più. Luigi Cabras Ivo e le stelle CONTRA SA GHERRA No cherzo cun sIstadu enner a pattu e fagher nde cherzo mancatzinnu: si a binnghannos somine est pitzinnu prita sos vinti chest soldadu fattu? SIstadu nostru semper chest in gherra, su soldadu mannat a macellu, custu fiore profumadu e bellu cun su sambene sou tinghet sa terra. A su babbe a sa mama torran oe a su poste su fizuna rughitta cun sa dedica: «È morto da eroe». A custos chi sa dedica an iscritta nat su babbu: «Lis fettat bonu proe»; e che a Deus los ponzan in rughitta. Salvatore Corbinzolu MACCHIE NERE Macchie nere si dilatavano come olio consunto, il sangue irrorava la terra. Viscidi polipi allungavano tentacoli per fagocitare i corpi fatti di ombre. E i calabroni a ronzare minacciosi oscurando le nubi, mentre il mare gemeva dalle scogliere. Il verde ha ripreso a crescere anche sotto la polvere, ma la verità riemerge crudele sulle memorie che vorrei tanto sepolte. Elio Veccia MA NIUNU INTENDET SU LAMENTU! Oh! Deus de su chelu Soberanu, ammagade sas miseras minettas, torrade sas aeras pius nettas, sos mares, sos rios, sos trainos; sanade sas funtanas, sos terrinos pro campare ancora senza dannu; faghide su regalu pius mannu a tota saffrigida umanidade, mancada e rispettu e dignidade in sos intentos sos valores suos. Non lassedas pius in custistadu su mundu rodulende senza frenos, pro somine chi frundit sos velenos in mannas cantidades, senza dolu, ponzende su criadu in oriolu pro nos grusare sas dies serenas, e totucantas sas cosas terrenas sun ruende in brazos de su entu. Ma niunu intendet su lamentu de sa terra resente a sagonia! Foricu Paba LIBERTÀ Non si deve né comprare né vendere, la si deve offrire oppure avere. La libertà non è fare la guerra, sopprimere i sentimenti altrui, colonizzare o bruciare la terra La libertà è tenersi per mano, darsi un bacio fuggevole, innocente, in attesa di seminar quel grano, di saziare damore tanta gente. La libertà germogli nei cervelli, che dora innanzi non ci sia ritegno. Per loppressore non ci sia un regno. Giuseppe Delogu AMANTI DE SAMICITZIA Ca seu amanti de samicitzia cun rima e versu mi dilettu, cumponendi su sonettu e mantengu cara samicitzia Po cantu sa menti è clara mi dilettu frequenti, cun manu, rima, versu e menti samicitzia mantengu cara. E allontanu sa pigrizia coltivendu sa favella, appretzu sa bona amicitzia e dda tengu che amorosa bella. Giuseppe Tuveri SA GHERRA CHI CHERIMUS Sas armas diventen fiores, bombas e onzi frammentu las ispirent in altu su firmamentu, diventent istellas de colores, finant sas gherras ca sun patimentu. Sos odios si trasforment in amore, finant sos odios, luttos e gherras, solu paghe regnet in sa terra. SU MERCENARIU Gai est su crudele mercenariu, disumanu, crudele e prepotente. Andat a sa gherra volontariu a serviziu de su menzus offerente, senza perunu sensu umanitariu, ca pro su inari occhit sa pobera zente. Bestiale, crudele e disumanu, privu de ogni sentimentu cristianu. Sos potentes si fattan sa gherra a colpos de musas o poesia, cantet donzi puzone in alligria, musicantes cun cantos in sa terra. Onzi monte, collina e onzi serra siet prena de piantas in fiore ebbia e si nde podimus bider pius bellas, sas bombas diventen caramellas. Giovanni Urgu Trattare sargumentu mi dispiaghet, ca no toccat a mie de giudicare, ma senza gherra si podet campare, ma non si podet biver senza paghe. Pro misericordia, Cristos, faghe sa grazia ch enzo a ti dimandare: faghe chi sos fomentadores de gherra sian cancellados dae sa faccia de sa Terra. Giovanni Palmas SA RUNDINE MURINEDDA Mallegras sa ezzesa ogni manzanu, benarrivada rundine Murinedda, cun su pettus biancu che nie acròbata mi pares tota die; però non ti ndabizas, mischinedda, chi bortuladu ndan su nidu a tie; già mi saludas bolende rundinedda, chi bortuladu ndan su nidu tou, tocat chi lu fraighes dae nou. Benarrivada tue e su eranu, mancu timportat si tesseren bocchidu cas troppu amore a sos chas in su nidu. Mario Loddo UNA NUI GENEROSA Una nui generosa accasazat su celu, tremendi sarrimara abellu abellu in su silentziu de su monti iscurtendi is sentimentus de su mundu, follas de mattas, ammanciàras de soli cantendi dda funti a su bentu. È sa nui portadora de paxi e amori; unamori chi si perdit in cunzaus e camineras, isfustas de sanguini e de lacrimas, de animas chi perdiu hanti sa vida colpius de odiu o po vengantzia de genti senze cuscientzia; atrus impresonaus in gruttas e boscus che bestias de macellu invochendi piedari a malfattoris in circa de sa facili ricchesa. Giovanni Mocci SONETTE PO SU PIANETA TERRA Cantu sustenes tue, cara Terra, prus de ser miliardos de pessones, tra fanatismos e ribelliones, ti gheren ispaccare perra perra. Feras e bestiamene cun masones tinvadin dogni valle e dogni serra, cun rettiles, insettos e puzones po sa supravviventzia totu in gherra. In passadu, presente e in futuru su mare puru mantenes in palas, sos pisches chi viven in siscuru. Su nutrimentu a totus arregalas, rottas cun motu precisu e seguru, suspesa in altu senza giugher alas. Totu su chi nos servit nos ser dande e ti semus sempre prus maltrattande. Salvatore Demurtas S ardegna Notizie SCUOLA nico con le Regioni. Noi naturalmente continueremo a difendere le nostre posizioni e il futuro del sistema distruzione italiano. Ci sono due questioni fondamentali che ci preoccupano molto e per le quali abbiamo chiesto da subito con forza la modifica del decreto. Vogliamo che ci sia lintesa con le Regioni e non, comè avvenuto finora, che il Governo si limiti allacquisizione del nostro parere. Deve poi essere fatta chiarezza sul trasferimento di competenze per la formazione professionale e soprattutto sulla disponibilità di risorse finanziarie per attuarlo. Secondo lassessore regionale, il decreto non difende lunitarie- tà del sistema ma crea una frattura, individuando due percorsi distinti per listruzione e la formazione, senza garantirne la pari dignità. Gli istituti tecnici rischiano di scomparire quando invece cè forte richiesta di figure specializzate da parte del mondo del lavoro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le famiglie degli studenti sono disorientate, spaventate da questa incertezza: alla fine iscrivono i figli nei licei perché sembrano dare più garanzie per il futuro, mentre nei tecnici crollano le iscrizioni. Non bisogna dimenticare poi le difficoltà degli insegnanti. Lavorano con impegno in condizioni di emergenza e continua incertezza. MEDICINA Raccolta di fondi per la ricerca per sconfiggere la “Atassia di Friedreich” Le ultime ricerche genetiche hanno aperto nuove prospettive per la cura della Atassia di Friedreich (AF), una rara malattia ereditaria recessiva caratterizzata da una progressiva degenerazione delle funzioni neurologiche, finora ritenuta incurabile. Per finanziare la ricerca scientifica l associazione Rudi che raccoglie i familiari dei malati, pochi in Italia e in Europa (si parla di 2-3 casi su 100mila nascite), ha lanciato una campagna per la raccolta di fondi via sms. L Af compare generalmente in età scolare, e si manifesta con una progressiva disabilità neurologica, che va dalla mancanza di coordinazione dei movimenti alla perdita della vista, dell udito e della parola, spesso accompagnata da cardiopatie ipertrofiche e da un rischio elevato di diabete mellito, oltre ad anomalie scheletriche quali la cifoscoliosi e il piede cavo. Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di una proteina, la fratassina, su cui stanno lavorando vari laboratori in diverse parti del mondo. A quasi dieci anni dalla scoperta della mutazione genetica che causa lAF, secondo gli scienziati la ricerca sta entrando in una fase nuova. Da qui la decisione della fondazione Rudi che, dopo aver promosso una campagna di sensibilizzazione, si è fatta promotrice di una petizione per la creazione di un fondo denominato Go far, il cui ammontare ed utilizzo sarà costantemente aggiornato via internet. Liniziativa GoFAR prevede 25 AMBIENTE Dopo il blocco della Riforma Moratti subito le modifiche Il decreto di riforma del secondo ciclo della scuola è pericoloso e inadeguato a rispondere alle esigenze dei giovani, della società e del mercato del lavoro, ed è un bene che sia stato bloccato dopo il parere negativo della Conferenza delle Regioni. Lassessore alla Pubblica istruzione Elisabetta Pilia esprime soddisfazione per il rinvio allanno scolastico 2007-2008 dellentrata in vigore della riforma Moratti, risultato che la Sardegna aveva auspicato mesi fa. È positivo ha sottolineato lassessore che da parte del Governo sia stata poi manifestata la volontà di riaprire il confronto politico istituzionale e tec- DICEMBRE 2005 anche la possibilità di effettuare donazioni tramite: bonifico bancario intestato a Comitato RUDI ONLUS - Go Far Unicredit Banca Via DOvidio, 5 10129 TORINO Conto corrente n. 0000 4028 7283 ABI 02008 CAB 01160; dallestero: IBAN T/27/A/ 02008/01160/000040287283 SWIFT UNCRITB1AG0 - versamento sul c\c postale numero 63539662 intestato a Comitato RUDI ONLUS per Go FAR carta di credito collegandosi al sito www.fa-petition.org La ricerca sull Atassia di Friedriech sia in fase avanzata in molti centri di eccellenza e che la messa in rete delle informazioni possa portare a scoperte decisive, utili anche per la cura di altre malattie neurodegenerative, quali il Parkinson. Per ulteriori informazioni si può vedere il sito: http://www.fa-petition.org/petition_ita.html TRASPORTI All'aeroporto di Cagliari un ufficio per i passeggeri La società di gestione dellaeroporto di Cagliari (SOGAER) assieme allUnione nazionale Consumatori, viene incontro ad un esigenza sentita dai passeggeri in transito nello scalo. Reclami su disservizi vari, ritardi nei voli, overbooking ma anche scortesia degli operatori, trovano ospitalità in punti dascolto sistemati allinterno dellaerostazione. Nella sala arrivi, in quella partenze e nellarea degli imbarchi, sono disponibili i moduli da compilare e imbucare per affidare la risoluzione del proprio problema allassociazione dei consumatori. Liniziativa, prima del genere in uno scalo italiano, non apre una procedura di conciliazione, ma cerca una risoluzione consensuale delle controversie con la società di gestione dellaeroporto di Cagliari-Elmas. I formulari verranno ritirati direttamente dai responsabili dellUnione Nazionale Consumatori. Segnalazioni, commenti e suggerimenti hanno precisato Romano Satolli e Luciano Ticca presidenti dellUNC e della SOGAER - saranno girati a chi gestisce lo scalo per ricercare, in un tavolo comune, le risposte piu appropriate per eliminare il problema. Il nuovo servizio si affianca ad unanaloga iniziativa avviata sei mesi fa dalla Società di gestione. Da giugno sono state raccolte 38 lamentele sulla gestione dellaerostazione, tra cui la limitata disponibilità di posti a sedere per i passeggeri in attesa, la mancanza di una farmacia, le scarse condizioni igienico sanitarie delle toilettes, la qualità e lassortimento del bar. A Luras l'olivastro più longevo Lo straordinario e vario manto vegetale della Sardegna composto principalmente da macchia mediterranea, sottobosco di lentisco, mirto, corbezzolo, ginepro, cisto e foreste di leccio, rovere, sughero con limitate zone di tasso e agrifoglio ha visto ora riconosciuto un suo albero, e precisamente un oleastro, come il più longevo censito in Italia. Il titolo di più vecchio, tra gli alberi di grande interesse ambientale e culturale, è stato assegnato alloleastro di San Baltolu di Luras (SS) che, secondo i dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato impegnato dal 1982 nello studio-ricerca degli esemplari eccezionali presenti su tutto il territorio nazionale, avrebbe impiegato oltre 2 millenni per conquistare lattuale circonferenza del tronco di 11 metri e 80 ed unaltezza di 15 metri. Luras è situato in un pregiato territorio di vigneti, sughereti e di importanti tracce nuragiche. Centro dellenclave gallurese, in cui caratteristicamente si parla diffusamente il logudorese, ha dato i natali, nel 1884, a Filippo Addis; narratore efficace e ricco di immaginazione apprezzato dalla critica per le sue raccolte di novelle e conosciuto dal grande pubblico per i titoli Il divorzio e Giagu Iscriccia. Assai noto nellIsola è anche il monumentale antico oleastro adiacente alla Chiesa di Santa Maria Navarrese (XI sec.) di Baunei, meta dintenso turismo estivo. Nella Penisola sono state individuate 150 piante di estremo valore storico-monumentale e catalogati gli esemplari di particolare interesse (le schede riguardano 22.000 alberi) che unapposita legge, nel segno della crescente cultura ambientale, tutelerà come dei veri e propri tesori monumentali. Al vecchio oleastro sardo fanno corona con il titolo di più alti, oltre 50 metri, un liriodendro di un parco comasco e una sequoia del Biellese; mentre il castagno nel Comune di SantAlfio (Catania), oltre venti metri di circonferenza del tronco, si propone come lalbero più grande dItalia. CULTURA L'Inno sardo nel repertorio del coro danese In occasione del Festival Etnochorus, che si è tenuto al Teatro Alfieri, di Cagliari, è arrivato in Sardegna il coro maschile Studenter Sangforening, conosciuto come il coro della Casa Reale di Danimarca. Questo coro, che per loccasione ha portato nellisola 30 cantanti al seguito del direttore Jørgen Fuglebæk, é il più antico coro maschile dEuropa , essendo stato fondato nel lontano 1839 a Copenaghen. Si era già esibito in Italia in due occasioni, in Piemonte nel 1997, riscuotendo grande successo. Uno dei cantanti di questo rinomato coro, Loris Manca, è sardo con un passato al Conservatorio di Cagliari. Loris Manca infatti è nato e cresciuto a Cagliari, e si è trasferito a Copenaghen 18 anni fa. Nel frattempo si è laureato, sposato e diventato padre di due bellissimi bambini. Il suo tempo libero lo dedica al coro Studenter Sangforening. Per la tournèe in Sardegna ha preparato una piccola sorpresa per il pubblico sardo, lesecuzione del Cunservet Deu su Re, appositamente riarrangiato dal direttore per coro maschile. Loris Manca è orgoglioso di essere riuscito a convincere il direttore (ma non é stato difficile) a inserire linno sardo nel programma per grande concerto ad inizio dicembre. Sarà perciò lInno sardo ad aprire il concerto del coro Reale danese! Questo per me è un motivo dorgoglio non indifferente ci ha scritto Loris Manca del quale volevo far partecipi tutti i miei conterranei che vivono sparsi nel Mondo. Insomma, un angolino della Sardegna anche a corte della Casa Reale di Danimarca. Lo Studenter Sangforening ha cantato il 21 ottobre a Sorradile, e il giorno seguente, in occasione dellEtnochorus, al teatro Alfieri. Il pubblico ha particolarmente apprezzato il canto a 4 voci maschili. Il Coro ha eseguito brani quasi esclusivamente composti da autori danesi. Durante la loro permanenza nellIsola il coro danese ha visitato alcuni posti caratteristici, come Barumini e le grotte di Is Zuddas a Santadi. 26 Emigrazione DICEMBRE 2005 NICHELINO La collezione di bambole Al circolo Gennargentu di Rosanna Pibiri convegno su trapianti e cultura della solidarietà esposta a Domusnovas Per fare il punto sullo stato della ricerca per sconfiggere la talassemia il circolo Gennargentu di Nichelino, nellentroterra torinese, ha organizzato la seconda edizione del convegno sui trapianti La manifestazione come si ha segnalato il presidente del circolo, Salvatore Fois, ha richiamato un folto pubblico molto attento ai contenuti altamente scientifici. Al convegno hanno partecipato la dott.ssa Francesca Argiolu, responsabile centro T.M.O. pediatrico dellospedale Microcitemico di Cagliari, che ha svolto una relazione sul tema Il trapianto di midollo osseo pediatrico, e il dott. Alessandro Busca, dirigente medico del reparto di Ematologia dellospedale San Giovanni Battista di Torino, che ha parlato del trapianto di midollo osseo nelladulto. I due luminari hanno dato una dettagliata informazione per quanto riguarda il quadro degli interventi nella procedura e nella ricerca dei donatori del midollo osseo, e nella successiva cura dei trapiantati, mettendo in evidenza che i risultati ottenuti sono, tutto sommato, altamente positivi sia nel settore pediatrico che in quello delladulto. Il pubblico ha dimostrato interesse e attenzione, restando incollato alle sedie per ben quattro ore a sentire le informazioni e le procedure per essere ammessi alla donazione. Molta commozione ha suscitato lintervento di Nadia Tirante, volontaria dellADMO del Piemonte, trapiantata, che ha fatto una descrizione del suo percorso clinico per arrivare fino al trapianto nella struttura dove opera il dott. Busca, e ha lasciato senza fiato le centinaia di persone che hanno assistito al 2° convegno. Limportanza del donare è stata messa in risalto da Maretto Giuseppe, che ha raccontato di sentirsi gratificato dellatto della donazione che è il gesto maggiore di altruismo che può compiere una persona. Altre relazioni sono state fatte dal dott. Borsotti, direttore sanitario della A.s.l. 8, dal medico Angelino Riggio, di Nichelino, che ha parlato del ruolo del medico di famiglia per una corretta informazione del paziente, dalla dott.ssa Anna Mirone, già responsabile del programma trapianti della Regione Piemonte, che ha parlato di donazioni e trapianti: situazione attuale e prospettive, dal dott. Stefano Ferrini, presidente dellAido/Avis di Nichelino. I saluti istituzionali sono venuti da Giuseppe Catizone sindaco di Nichelino, e dallassessore alla Solida- rietà della Provincia di Torino dott.ssa Artesio. Il presidente della Fasi, Tonino Mulas, ha portato il saluto della Federazione e ha rimarcato i momenti di solidarietà che contraddistinguono sempre il lavoro e linteresse degli emigrati sardi in Italia e nel Mondo, verso questi importanti problemi. Il pubblico ha partecipato con numerose domande poste ai sanitari, che hanno risposto in modo esaustivo e chiaro, dissipando ancora quei dubbi presenti in molti dei presenti e Un docente cagliaritano su Forbes Vedere un sardo citato da Forbes, il prestigioso magazine americano di alta finanza, non è un fatto usuale. È accaduto di recente per Lucio Cadeddu, quantantenne docente alla facoltà di Ingegneria dellUniversità di Cagliari, che è stato segnalato come artefice di un successo economico planetario. Cadeddu nel suo sito, nella rivista on line www.tnt-audio.com, aveva segnalato tempo fa agli appassionati di Hi-Fi un amplificatore portatile, il T-Amp, capace di generare 15 watt per canale pur costando solo 29 euro. È diventato un prodotto ricercato, di culto, e grazie alla segnalazione di Cadeddu la ditta che lo vende, lamericana Sonic Impact, è passata - come ha raccontato lo stesso Cadeddu - da poche centinaia a oltre quattromila vendite al mese. che tengono lontane troppe persone dalla problematica delle donazioni. La mattinata si è poi conclusa con la degustazione di prodotti sardi appositamente arrivati dalla Sardegna, che sono stati molto apprezzati. Se dobbiamo trarre un bilancio ha scritto Salvatore Fois non può che essere di segno positivo, grazie allimpegno e al lavoro di tutto il Consiglio direttivo e di molti soci che hanno voluto prestare la loro opera per la buona riuscita del convegno. Mi chiamo Rosanna Pibiri, sono nata a Domusnovas 62 anni fa e nel 1973 per motivi di lavoro, con mio marito ci trasferimmo a Taranto dove risiedo. Qui riprendo una vecchia passione, quella della pittura, ed espongo i miei quadri in varie città, così ha scritto al Messaggero sardo una emigrata che fra i tanti suoi interessi artistici si è dedicata anche allantiquariato. Durante questa attività ho scoperto confessa l a b a m bola antica, lamore per questo oggetto giocattolo tanto agognato da bambina è stato ed è tuttora indescrivibile. La sua bella passione lha portata a collezionare bambole e la sua prima vera mostra si è svolta al Centro culturale del Comune di Taranto in giugno. La seconda nel suo paese, Domusnovas, dal 15 luglio al 3 agosto. Il risultato di entrambe è stato grande, con tanti visitatori entusiasti. Dopo aver ricordato le tappe storiche della presenza della bambola nel Mediterraneo, ad esempio durante lImpero Romano viene costruita in avorio, mentre in Francia nel Settecento diventa parte integrante delle famiglie nobili; si arriva poi allOttocento quando esplode nel resto dEuropa la bambola industriale. Ma la sua storia termina alla fine degli anni Cinquanta con lavvento della plastica. BIELLA Mostra fotografica “trasformare le pietre in oro” Sabato 29 ottobre nei saloni della biblioteca del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella è stata inaugurata la mostra Trasformare le pietre in oro. La rassegna è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Graglia, con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, della Provincia e della Città di Biella. Le immagini documentano la costruzione di opere architettoniche in Sardegna nei primi decenni del XX secolo. Nel portare il saluto, il sindaco di Graglia Marco Astrua ha sot- tolineato gli intensi legami tra Piemonte e Sardegna. Le fotografie esposte provengono dagli archivi sardi della Valle dellElvo, e lo stesso titolo della mostra è mutuato da un passo tratto dal romanzo Il Giorno del Giudizio di Salvatore Satta, là dove parla di quei Biellesi originari di Graglia che, recatisi in Sardegna, con il loro lavoro sono riusciti a trasformare le pietre in oro. La mostra è visitabile fino al 31 dicembre 2005 nei giorni di martedì, venerdì e sabato dalle 21 alle 23, con ingresso libero. Personalmente, ricordo la mia mamma - ha scritto Rosanna Pibiri - quando, con otto figli, ci insegnava a realizzare le bambole di pezza. Con i capelli ricavati dalla paglia di granturco, dalle varie espressioni date dallago e dal filo, nasceva dalle sue e dalle nostre mani la magia di una bambola semplice. Guardando le mie bambole ogni visitatore non puo fare a meno di tornare bambino, di specchiarsi con nostalgica malinconia in un contesto che abbiamo perduto. Oggi la collezione Pibiri comprende circa 130 pezzi dal fine Ottocento agli anni Cinquanta. Ma la maggior parte sono costruite interamente da lei, da materiali in cartapesta e altri somiglianti alla porcellana. Rosanna Pibiri esegue anche restauri sulle bambole, diventando lartigiana delle bambole depoca: rispettando rigorosamente il periodo, con stoffe, pizzi, merletti, pelletteria, bijotterie e parrucche. BELGIO Etzi confermato presidente della Federazione Efisio Etzi è stato rieletto presidente della Federazione dei circoli sardi in Belgio, dal Consiglio direttivo riunito il 30 ottobre a Flenu (Mons) . Efisio Etzi, sarà affiancato da Carlo Murgia, riconfermato a alla carica di vice presidente vicario, da Ottavio Soddu, eletto segretario, e da Domenico Usai, eletto tesoriere. Responsabile dei giovani è stato eletto Raimondo Zedde. Il Consiglio direttivo è composto dai consiglieri Tonino Zedde, Anna Maria Sechi, Cosimo Tangianu, Gavino Mura, Maite Bossens, Giuseppe Moi, Tonino Selis, Cinzia Moi, Antonio Fogu, Luca Truddaiu, Silvana Serra, Giovanna Meloni, Stefania Spiga, Maria Antonietta Cannea e Marco Musio. Giovanna Anedda è stata eletta presidente del Collegio dei revisori dei conti. Sarà affiancata da Luigi Nieddu e Vittorio Mele. I Probiviri non hanno potuto eleggere il presidente per lassenza di uno dei consiglieri eletti dallassemblea. Emigrazione PAVIA DICEMBRE 2005 27 CANADA Sebastiano Satta Comunità sarda in lutto ricordato in un convegno per la scomparsa al circolo “Logudoro” di Antonio Uda A Pavia, nel pomeriggio di sabato 5 novembre, per iniziativa del circolo culturale sardo Logudoro, presieduto da Gesuino Piga, nella sede sociale, il critico letterario Giovanni Mameli (collaboratore anche del Messaggero Sardo) ha tenuto una conferenza su Sebastiano Satta nel quadro della cultura sarda. Il nuorese Sebastiano Satta (1867-1914) è uno dei vati della Sardegna (Mameli lo ha definito il massimo poeta sardo in assoluto). Dopo la laurea esercitò la professione di avvocato penalista, dimostrando competenza in campo giuridico e una formidabile eloquenza. Non nascose mai la sua sensibilità sociale che lo portò a schierarsi con i deboli e con i diseredati. Le raccolte più importanti dei suoi versi sono i Canti barbaricini, del 1910, e i Canti del Salto e della Tanca, pubblicati postumi nel 1924. Nella conferenza pavese Mameli ha ricordato che la raccolta completa dei Canti, uscita nella prestigiosa collana Lo specchio di Mondadori con una lunga prefazione di Mario Ciusa Romagna, è arrivata alla quinta edizione. Nonostante questo e nonostante il fatto che a Sebastiano Satta tutte le maggiori enciclopedie dedichino unampia scheda e che a lui siano intitolate strade, piazze, scuole, biblioteche, i suoi versi non sono presenti nelle antologie e la sua figura non compare nelle storie letterarie: la ragione può essere che egli risulta isolato rispetto ai movimenti letterari. Mameli ha fatto riferimento al convegno di studi di Nuoro del 1985 (in cui aveva presentato una relazione su Limmaginario collettivo del popolo sardo nella poesia di Sebastiano Satta): i numerosi studiosi partecipanti, sia pure offrendo diverse valutazioni sul poeta Satta, hanno visto in questo capostipite della poesia sociale sarda una sorta di nevrosi, una forte contraddizione tra spinte in avanti (fiducia nel progresso) e rimpianto del passato (con mantenimento e valorizzazione delle tradizioni). Satta, rimasto sempre legato alla sua terra natale, la Barbagia, famigerata ma allo stesso tempo mitica patria di un certo tipo di banditi, fu profondo conoscitore dellanima del popolo barbaricino (lo scrittore Marcello Fois, anche lui nuorese, ha fatto rivivere lavvocato Sebastiano Satta come detective seriale in alcuni suoi romanzi, a partire da Sempre caro, del 1998). I temi della sua poesia, facilmente enucleabili, sono: la natura, gli animali, la vita dei pastori, i banditi, le donne, gli affetti familiari, linteresse alle lotte per il progresso sociale (rivolta contro leccidio dei minatori a Buggerru nel 1904) e in generale per le problematiche sociali. Mameli ha citato le frequentazioni nuoresi di Satta: Antonio Ballero, Francesco Ciusa e anche Grazia Deledda. Numerosi critici si sono occupati delle poesie di Sebastiano Satta (che lo scrittore Salvatore Satta, anche lui nuorese, recitava a memoria). Con accenti favorevoli si sono espressi Goffredo Bellonci, Paolo Orano, Carlo Calcaterra, Ettore Janni, Pietro Pancrazi; con riserve invece Attilio Momigliano e Giuseppe Petronio. La conferenza pavese è stata quindi loccasione giusta per sottolineare il fatto che anche Filippo Tommaso Marinetti (di padre nativo di Voghera e lui stesso abituato a frequentare Pavia e lOltrepò pavese) si è occupato di Sebastiano Satta, precisamente in uno scritto del 1937 reperibile nel volume Celebrazioni Sarde, 2-27 ottobre 1937, XV a cura della Confederazione Fascista dei Professionisti e degli Artisti e Sezione di Cagliari dellIstituto di Cultura Fascista, Urbino, Regio Istituto darte per la decorazione e lillustrazione del libro, 1938, pp. 389-397. Diamo qui di seguito uno stralcio delle argomentazioni di Marinetti (che nelle righe conclusive non manca di inneggiare a Mussolini e al fascismo: il fondatore del futurismo sembra dimenticare che Sebastiano Satta si era distinto per i suoi orientamenti socialisti!). Per comprensibili ragioni giornalistiche nella prosa di Marinetti è stata introdotta una regolare punteggiatura, inesistente nelloriginale per scelta stilistica dellautore: Un grande Poeta può diventare il ritratto canoro del suo Paese. La Sardegna possiede nellopera di Sebastiano Satta il suo ritratto canoro. Infatti questIsola gloriosa mi appare caratterizzata da una fierezza selvaggia, un fuoco damore chiuso, una diffidenza aspra ed armata, un individualismo poten- te, un patriottismo ardente amico delle armi moderne e delle velocità e una oscillazione continua dalla nostalgia pessimista alleroismo spavaldo e fattivo. Se rianalizzo nel ricordo i miei amici della Brigata Sassari li trovo tutti caratterizzabili egualmente. Egualmente ma col prestigio della grande poesia in più sono caratterizzabili i versi di Sebastiano Satta. Nei Canti barbaricini sallargano le solitudini sarde che avvolgono di soave malinconia e furibondi urli di vento la vita rurale primitiva. (...) Dai Canti barbaricini ai Canti del Salto e della Tanca Sebastiano Satta, certo scosso dallavvento del Futurismo col verso libero e le parole in libertà, dà un magnifico balzo in avanti fuori dalle strettoie dun verismo, del voto allantica pietra tombale delle tradizioni, delle morali grette, della lugubre calunnia di villaggio e della pettegola cattiveria che fiorisce nelle solitudini.(...) Lavvento dellautomobilismo è salutato con gioia dal villaggio, dallo stazzo, dalla tanca, dalla bardana e dal Poeta che cantano con bella indipendenza di ritmi le ruote vittoriose e le inebrianti velocità seppelliscono nobilmente la vecchia Sardegna con questi versi solenni: Udite, morituri archimandriti,/Patriarchi custodi/ Dellantico costume, e voi, banditi, /Belli feroci prodi :/ La patria che nudrì lanima amara/ Di crucci, è moribonda./ Or voi con lelce fatele una bara/Grande grave profonda,/ E, morta, ve la chiudete, nei manti/ Neri del secolare/Suo silenzio ravvolta, e senza pianti,/Sprofondatela in mare. (...) Lampiezza dellimmagine esalta il lettore che, sentendo la gioia con cui la parola sardo si fa assorbire dalla parola italiano, si trasfigura anchesso nella lettura e nutre il suo cuore col succo patriottico e poetico della Sardegna e del suo grande Poeta Sebastiano Satta. Paolo Pulina LA SPEZIA Daniele Murgia presidente del circolo Grazia Deledda Daniele Murgia è stato eletto presidente del circolo Grazia Deledda di La Spezia. Il Consiglio direttivo scaturito dalle elezioni che si sono svolte il 30 ottobre scorso è inoltre composto da Antonina Meloni (vicepresidente), Mario Argiolas (segretario), Ferdinando Fiori (amministratore), e dai consiglieri Giovanni Vacca, Giuseppe Baule, Caterina Scanu, Antonio Floris e Roberta Porceddu. Il nuovo direttivo si è subito impegnato per organizzare le manifestazioni per le festività natalizie e per predisporre il programma dei festeggiamenti del 20° anniversario della fondazione del circolo che cadrà nel 2006. È stata costituita una commissione che sarò guidata da Caterina Scanu che dovrà coordinare tutti i contributi che verranno dai soci. La comunità sarda in Canada è n lutto per la scomparsa di Antonio Uda, combattivo presidente del circolo di Vancouver. Originario di Borore Antonio Uda era un cittadino del mondo ma manteneva ben saldo il legame con la Sardegna, come testimonia la sua attività letteraria. Il Messaggero sardo lo ricorda come un lettore attento e critico, impegnato a difendere e ad aiutare i più deboli, e si unisce al dolore della famiglia e dellintera comunità sarda in Canada. Per onorare la figura di Antonio Uda pubblichiamo un ricordo di Anna M. Zampieri Pan e uno di Carlo Lai della Filef. In ricordo di Antonio Uda Era malato da tempo, lavevo visto deperire nel fisico minuto, fattosi sempre più essenziale. Mai tuttavia erano venuti meno, nel volto scavato dalla sofferenza, lo sguardo indagatore, da critico intelligente, e il sorriso gentile, da persona disponibile e generosa. Antonio Uda si è spento nella tarda sera del 29 ottobre. Ha concluso la sua esistenza terrena a Vancouver, città dove aveva buttato lancora dopo lungo peregrinare in giro per il mondo. Nato a Borore in provincia di Nuoro nel 1933, lasciò negli anni Sessanta la Sardegna per operare come perito agronomo a Regina, nello Saskatchewan. Alle dipendenze del ministero italiano degli Esteri lavorò successivamente a Vancouver, Sydney, Manila, Ottawa, Roma, Tokio, concludendo la sua carriera ad Edmonton, in Alberta, come Cancelliere capo presso quel vice-consolato dItalia. A Vancouver Uda aveva incontrato Angeles Mercado, qui è nata la loro figlia Enza, a sua volta sposata al sudamericano Ricardo Gomez: la piccola Sofia era arrivata a rallegrare la piccola famiglia dallanima globale. Cittadino del mondo per vocazione, canadese per scelta di vita, Antonio Uda era rimasto profondamente sardo nellanimo. Il contatto con altre culture ed altri stili di vita gli sono serviti per misurare lautenticità della sua identità dorigine, per approfondirne contenuti e valori. Esemplare in questo senso la sua scelta di dedicarsi - tra le tante forme poetiche conosciute - alla più antica e genuina poesia sarda, i mutos. Una sua raccolta di versi in limba, Mutos de Foressidu, era stata pubblicata nel 1996 da una casa editrice di Sassari. Nella significativa presentazione, la scrittrice Dolores Turchi affermava tra laltro: I versi di Antonio Uda ci ripropongono questa forma poetica con lanimo sensibile di chi vive lontano dalla propria terra e la rivisita con la memoria, rievocandone i ricordi più belli... Perciò dalla sua arpa si sprigiona un canto damore, il canto che solitamente compone colui che è lontano... Questi versi sono un omaggio che Antonio Uda fa alla sua isola... Da qualche anno presidente del Circolo Sardegna (Association of Sardinians in Western Canada) al quale ha dedicato energie ed idee, Antoni mancherà sicuramente non solo ai conterranei ma a quanti avevano imparato ad apprezzarne la profonda umanità, da fiero ed autentico sardo gelosamente celata dietro la modestia e la semplicità dei modi. Continuerà a vivere nei cuori dei suoi cari, ai quali esprimiamo sentite condoglianze. Lo ricorderemo come un uomo buono. Anna M. Zampieri Pan Dalla parte dei più deboli Al di la della speciale figura che era Antonio Uda, e di quanto significasse per la nostra comunità in tutta la provincia/stato della British Columbia ha scritto Carlo Lai, rappresentante della Filef nella Consulta tutta la Sardegna ha perso un grande uomo di cultura e di profonda umanità. Antonio Uda ha trascorso gran parte della sua vita operando nel sociale, tra la comunità sarda in Canada e, come responsabile contabile, in diversi Consolati italiani, prima, ed in alcune importanti Ambasciate (tra le altre, Filippine Australia e Giappone). E autore di diversi libri di poesie, rigorosamente in sardo, con sua originale traduzione in italiano. Uomo scomodo (non ha mai nascosto la sua appartenenza agli ideali più forti della sinistra sociale per i quali si è sempre battuto) in quellambiente diplomatico dove, spesso, lopportunismo è regola, ha sempre ricevuto ricorda Lai attestati di stima e rispetto umano e professionale. Chi, come me, ha potuto testimoniare della sua amicizia, può avere solo il rammarico di non averne goduto per più tempo. Lamicizia di Antonio prosegue Lai - non ha garantito l impunità da critiche quando, la sua visione di assoluto non compromesso per ogni fatto della vita, lo ha messo in rotta di collisione con il tuo fare. Una sua critica, superato liniziale sgomento, rafforzava la stima e laffetto verso un amico che mai dimenticherò e dimenticheranno i suoi tantissimi amici in tutti i continenti. Ciao carissimo Antonio. 28 D ICEMBRE Emigrazione 2005 GATTINARA FRANCIA Convegno sulla talassemia e raccolta di fondi al circolo "Cuncordu" Ha ottenuto un buon successo il primo convegno scientifico organizzato dal circolo sardo Cuncordu di Gattinara (Vercelli), sulla prevenzione e cura della talassemia. Medici, ospiti di altre associazioni sarde e gattinaresi hanno ascoltato con interesse la relazione del prof. Andrea Barra, docente universitario di Sassari e consigliere nazionale della Fondazione italiana Leonardo Giambrone. Barra ha compiuto una profonda analisi del rapporto che intercorre tra le donazioni di sangue e la necessità di trasfusioni dei portatori di talassemia, una patologia che richiede parecchie sacche di sangue, per ripristinare il sangue alterato dalla malattia ereditaria, meglio conosciuta con il nome di anemia mediterranea. Il circolo Cuncordu sta promuovendo una serie di attività per raccogliere fondi da destinare alla ricerca. Da tempo il circolo sardo Cuncordu promuove iniziative sportive ed enogastronomiche, come la Festa dello Sport, che si protrae per 30 giorni nel corso dei quali si tengono tornei delle varie discipline sportive, o la Sagra della Seadas, che in un pomeriggio ha visto servire 300 dolci ricoperti di miele. Il ricavato di queste e altre manifestazioni è stato devoluto alla Fondazione Giambrone, con un assegno consegnato proprio in occasione del convegno scientifico. Martedì 8 novembre, per la prima volta, il circolo Cuncordu ci segnala Giuseppe Orrù ha preso parte ad unantichissima tradizione tutta gattinarese. Ogni anno, il secondo martedì di novembre, infatti si tiene la fiera di San Martino, un enorme mercato allaperto al quale questanno hanno partecipato 470 espositori provenienti da tutta Italia, e oltre 10mila visitatori. Lusanza vuole che i gruppi e le compagnie si ritrovino nelle tabine (i tipici locali gattinaresi a cui fa riferimento una compagnia di amici) per cenare insieme e fare festa fino a notte fonda. Così è stato anche per il Cuncordu, che dopo gli acquisti in fiera, ha visto alcuni soci riunirsi per degustare piatti della tradizione sarda e piemontese. Nella foto prof. Andrea Barra con il presidente del circolo Maurizio Sechi. La cena di San Martino SVIZZERA Incontro culturale a Basilea al circolo "Eleonora d'Arborea" Due giorni di appuntamento culturale-gastronomici organizzata venerdi 28 e sabato 29 ottobre dal circolo Eleonora d`Arborea di Basilea. Liniziativa ha richiamato numerosi soci e simpatizzanti, sia nella sede centrale del circolo, sia nel salone del teatro della parrocchia di San Giuseppe. Sono stati presentati da Benito Mura i prodotti gastronomici tradizionali che sempre riscuotono largo consenso per la loro genuinità. La presentazione è stata arricchita da unampia rassegna di riproduzioni di ceramiche nuragiche, presentate da Tonio Congiu. Dal periodo neolitico fino a quello punico, realizzate a mano da una bottega artigianale di Senorbì. Il pranzo in comune è stato rallegrato con musica e balli della nostra tradizione dal gruppo Terra Mia di Uri, Sassari. La proposta culturale vera a propria è stata una esposizione di Vitale Scanu sulla evoluzione umana della Sardegna, a partire ancora dal paleolitico fino alle prime notizie del Cristianesimo nella nostra Isola, descritti in un suo libro intitolato Tharsis. I Sardi presenti a Basilea già dai primi anni 70 si sono prima riuniti in un generico gruppo sardo che dal 1978 ha ricevuto il riconoscimento dalla Regione Sardegna Circolo Sardo Eleonora d`Arborea. Il prossimo anno il circolo rinnoverà il direttivo che attualmente é composto dalla presidente Elena Garbaz-Boi e dal suo gruppo di collaboratori: Gino Garbaz, Carlo Garbaz, Pietro Ferreli, An- tonino Sogus, Cosimo Secci, Judite Pereira-Marongiu, Francesco Maxia, Angela Sogus e Antonio Piga. Queste persone ha scritto Elena Garbaz-Boi sono ammirevoli per la laboriosità e altruismo. Di fronte all assottigliarsi delle presenze sarde a Basilea, anche a causa dei tanti rientri in Sardegna, cè la tentazione di lasciare. Gli sforzi e il generoso volontariato non sempre danno un risultato soddisfacente. In più prosegue Elena Garbaz -Boi cè il male segreto di tanti nostri circoli allEstero: il mancato ricambio generazionale. Si impone una nuova formula di Circolo che sappia calamitare linteresse dei giovani sulla Sardegna. Presentato a Strasburgo “All’ombra dei nuraghi” È stato presentato con grande successo a Strasburgo, una delle capitali dellEuropa, dove è ormai consolidata la presenza di una comunità sarda, il volume Allombra dei nuraghi, scritto da Beate Kobestein Pes. Il circolo Sardi in Europa ricorda in una nota il presidente Angelo Maria Piu da molti anni organizza manifestazioni su temi che riguardano la Sardegna con il patrocinio della M.C.L., del patronato S.i.a.s. e del Centro sociale Paolo VI di Strasburgo. Fin dal 1976 onora la Sardegna con interventi a sostegno della comunità sarda del Basso Reno e della Mosella. Il presidente del circolo sardo ricopre diverse cariche, tra cui quella di presidente del Comitato di coordinamento delle associazioni italiane riunite dell Est della Francia, che a sede a Farebersviller, dove risiedono molti ex minatori sardi. Nel suo discorso di apertura e di benvenuto alle autorità intervenute alla presentazione del libro di Beate Kobestein Pes, il presidente del circolo ha manifestato rammarico nei confronti dei responsabili della Regione sarda che non riservano adeguata attenzione nei confronti dei sardi di Strasburgo. Noi siamo i Sardi che vogliono una Federazione europea operativa ha detto Piu che viva la realtà europea dei giorni nostri. Piu ha sottolineato che per loccasione il libro AllOmbra dei nuraghi è stato tradotto in italiano e ciò ha facilitato la vendita tra i connazionali. Piu ha poi ringraziato Pio Pes, marito dellautrice del libro, che ha proiettato le diapositive che sono state illustrate dalla scrittrice, e che hanno permesso al pubblico di conoscere lantica archeologia della Sardegna. La giornata sarda è stata coronata dalla degustazione di prodotti tipici confezionati dalle signore sarde di Strasburgo. Fuori programma ha segnalato Piu abbiamo accolto la scrittrice sarda Maria Francesca Marcello, accompagnata da mons. Antonio Desogus, impegnata in un giro per la presentazione del suo libro Storie comuni nei circoli sardi di Friburgo e Basilea. ARGENTINA Una messa a Buenos Aires in memoria di Asuncion Mura Il 9 ottobre nella Basilica de Nuestra Señora de Buenos Aires, per iniziativa di Sardegna nel cuore e i Sardi di Moreno, è stata celebrata una S. Messa in memoria a Asuncion Mura, socia del Circolo Asociación Italiana Sardegna di Moreno, una donna di grandi valori morali, che si era battuta con coraggio e decisione per il suo circolo. La messa é stata celebrata da Padre Carlos Gomez, ex parroco della Basilica e attualmente Superiore provinciale dei Mercedari di Argentina. Hanno partecipato alla celebrazione Daniel, figlio di Asuncion con la moglie, Maria Ines Mura (figlia del maestro dellatletica Francesco Mura e nipote di Asunción) con il marito Roberto. La scrittrice Livia Felce, (presidente dei Sardi di Moreno), la dottoressa Idalina Manchinu e le sorelle, Antonia e Maria, Nelli Cau, Eduardo Aguirre e Teresa Fantasia, la giornalista Tiziana Treppo collaboratrice della trasmissione sarda. Nata in Argentina, figlia di emigrati sardi, Asunción parlava il sardo, amava la Sardegna e il programma radiofonico che le faceva sognare di poter conoscere un gior- no la terra dei suoi avi. Al termine della cerimonia con Padre Carlos Gomez sono state ricordate le feste patronali fatte dal 1994 ai 1997, lintronizzazione dellimmagine della Madonna di Bonaria nel palazzo di governo della città di Buenos Aires. Ha ricordato anche la visita ai quartieri principali della città portando in pellegrinaggio limmagine storica della Madonna di Bonaria, le processioni con la scorta donore dei Sardi di Moreno vestiti in costume, il 1º sabato di ogni mese, per raccontare ai porteños la storia della Madonna Sarda che ha dato il nome alla capitale dellArgentina. Emigrazione Per ricordare la figura di Emilio Lussu in occasione del 30° anniversario della morte il cirolo “Amis” di Cinisello Balsamo ha organizzato un convegno che si è tenuto nella splendida cornice affrescata della “Sala dei Paesaggi” di Villa Ghirlanda. L’avvenimento ha richiamato un folto pubblico, per la maggioranza di emigrati sardi giunti da ogni parte della Lombardia, per commemorare il leader sardista scomparso nel 1975. Dopo i saluti di di Carla Cividini Rocca, presidente del Circolo AMIS, e la lettura di un messaggio del Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, il convegno è entrato nel vivo. Tanti gli aspetti della figura di Emilio Lussu, esaminati. Ogni relatore ha raccontato esperienze personali e vicissitudini che in un certo qual modo lo hanno legato alla personalità di Lussu. Il dibattito è stato coordinato da Claudio Cugusi, presidente del Centro Studi Emilio Lussu di Cagliari. Antonio Quartu, sindaco di Armungia, paese di nascita di Lussu, ha sottolineato che quest’anno l’unico convegno per richiamare alla memoria il pensatore sardista si sia tenuto nel paese da lui amministrato. Giuseppe Marci, docente di Filologia italiana all’Università di Cagliari, ha sviscerato gli aspetti del Lussu scrittore. Le sue opere, “Un anno sull’altipiano”, “Marcia su Roma e dintorni” e “Il cinghiale del diavolo”, hanno dato al personaggio Lussu, una statura di primo piano nello scenario europeo. Lussu che non si è mai riconosciuto nell’appartenere alla “Repubblica delle Lettere”, ha tuttavia conseguito riscontri rilevanti soprattutto in Europa. Apprezzabile la critica nei confronti del Lussu pensiero: quello che avvicina la meditazione all’emigrato in generale, ossia nel voler disegnare anche con la CINISELLO BALSAMO Il circolo “Sebastiano Satta” di Verona – ci segnala Giovanna Cossu – ha svolto un ruolo di supporto importante nella manifestazione “Giochi in strada” proponendo alcuni momenti culturali e ludici della Sardegna. Il festival Internazionale dei giochi in strada “Toca tì”, che ha trasformato il bellissimo e monumentale centro storico di Verona in un grande spazio pienamente fruibile per le attività ludiche che coinvolgevano piccoli e grandi nella riscoperta dei giochi antichi riproposti da gruppi italiani e stranieri, si è svolto dal 23 al 25 settembre. Durante i tre giorni di spensieratezza e di gare – ha scritto Giovanna Cossu – è stato applaudito il gruppo di ballo e di canto “Maria Munserrara” di Tratalias che ha fatto riecheggiare tra vicoli e piazze medievali quei canti un po’ tristi e un po’ severi che esprimono quanto di più genuino, profondo ed autentico si sprigiona dall’animo sardo. L’organetto diatonico ha accompagnato le danze eseguite con rara maestria dal gruppo di ballo che ha soprattutto il merito di essere composto da giovani. La rassegna di giochi ha avuto il suo momento più significativo – prosegue Cossu – con il convegno “Ars et Ludus” tenutosi nella biblioteca Capitolare di Verona ed avente come moderatore il professore Giovanni Bò, già Magnifico Rettore dell’Università di Sassari e socio onorario dell’Associazione Sardi “Sebastiano VERONA DICEMBRE 2005 Emilio Lussu ricordato con un convegno in occasione del 30° anniversario della morte fantasia, una Sardegna che non esiste, visitandola e colorandola come i propri desideri vorrebbero. Luciano Fasano, docente di Scienze Politiche all’Università di Milano, ha tracciato una linea, nel suo studio d’approfondimento da non sardo, per una figura che tanto rappresenta l’isola e non solo. Le componenti sostanziali dell’esistenza lussiana, passata attraverso i concetti dell’autonomia, del federalismo, dell’idea di Stato, delle lotte per la Resistenza, del percorso storico del Movimento operaio, sino ad arrivare in conclusione all’idea di Stato federale e di concetto delle Regione, in primis la Sardegna. È toccato poi al Presidente del- la Provincia di Cagliari, Graziano Milia, enunciare aneddoti della sua gioventù con simpatica ironia, di quando Lussu si ritrovava in casa sua, in compagnia del padre, per riunioni politiche. E’ emersa una figura di Lussu che incuteva timore e rispetto. Un Lussu dal carattere forte, con senso del comando nel sangue, che si presentava spesso accompagnato da quella splendida figura – ha raccontato Milia – che era Joyce Salvatori, la sua compagna: bellissima, maestosa, dal carattere volitivo e determinato. La coppia aveva i tratti del mito vivente. Milia ha sottolineato come sia mancato Lussu alla Sardegna. La sua uscita di scena dal mondo politico isolano, ha segnato la fine del Partito Sardo d’Azione, e da allora le idee tanto profuse e approfondite del Lussu pensiero, non hanno mai avvicinato lo spessore del personaggio tanto amato e stimato, creandone davvero una sorta di leggenda. Luigi Cogodi, consigliere della Regione Sardegna, ha posto una domanda a se stesso e agli altri relatori: che patrimonio umano, culturale e politico ha lasciato ai Sardi, Emilio Lussu? È vivissima la sua memoria, ha detto Cogodi. Un grande uomo, un grande politico, un grande intellettuale, spesso citato in una sorta di mania nell’estrapolazione dei suoi Con il circolo Sebastiano Satta la Sardegna protagonista al festival "Giochi in strada" Satta” di Verona e come relatori mons. Alberto Piazzi, canonico bibliotecario, mons. Carlo Mazza, direttore dell’Ufficio Nazionale Tempo Libero Turismo e Sport della CEI, la professoressa Alessandra Rizzi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e del Centro Ludico della Fondazione Benetton ed il saggista e storico del gioco Marco Fittà. Nei vari interventi è stato tratteggiato un excursus storico del gioco e delle varie forme in cui esso si è esplicato nel tempo, ma sopratutto si è parlato dei significati molteplici che da esso promanano, sotto il profilo religioso, didattico, etico, consolatorio. In questa occasione, la tradizionale ospitalità sarda ha avuto modo di manifestarsi con un rinfresco allestito nel chiostro del Duomo. L’Associazione “Sebastiano Satta” ha fatto conoscere i prodotti alimentari della Sardegna con l’assaggio di vari antipasti, di malloreddus annaffiati da ottimi vini e infine, degli irrinun- ciabili dolcetti sardi. Grande attenzione ed interesse ha suscitato un gruppo di lottatori di proveniente da Ollolai, formato da giovani ed adulti che ha dato dimostrazione di“Istrumpa” nel cortile del Tribunale. Questa forma di lotta nata probabilmente come un gioco poi sviluppatosi in sport popolare è quasi sicuramente d’origine nuragica, lo testimoniano alcuni bronzetti votivi trovati in siti archeologici ad Uta e a Padria. Il termine secondo alcuni studiosi vuol dire buttare a terra rumorosamente. Appartenente al mondo agro pastorale veniva praticata in tutta la Sardegna con forme e regole abbastanza simili: “a manu a inthu”, “inthu po inthu”, “inthu partiu”, tutti termini che significavano “gherrare” (lottare). Persino Arnold Schwarzenegger, che alterna l’attività cinematografica con quella di governatore della California, è rimasto affascinato – secondo quando riporta L’Unione Sarda - dall’anti- ca lotta dei pastori sardi, s’istrumpa, un misto di forza, agilità e furbizia senza pari. A proporgliene la visione è stato il suo amico e maestro Franco Columbu, famoso Mister Olympia (nella sua palestra si allenano tutti i più noti attori di Holliwood), ma soprattutto, da buon ollalaese, appassionato gherradore. Qualche mese fa Columbu ha accompagnato il presidente della federazione de S’Istrumpa Piero Frau nello studio da Governatore di Schwarzenegger. All’attore sono stati donati una maglietta, una medaglia d’argento e un gagliardetto. Regali molto graditi, tanto che Schwarzenegger non ha resistito alla tentazione di provare qualche mossa di istrumpa con Franco Columbu di fronte agli esterrefatti ospiti. I gherradores di Ollolai, lo scorso anno hanno conquistato il titolo di campioni d’Europa in una finale tirata allo spasimo con i coriacei spagnoli di Leon. Nell’ambito di queste manife- 29 pensieri, delle sue esperienze. Ogni politico anche attuale, sembra rivalersi del Lussu pensiero, ereditandone idee e determinazione. Ma è così? Una figura quella di Lussu talmente sfruttata e abusata, con caparbietà e accaloramento ha sottolineato Cogodi, che oggi abbiamo il dovere di difendere, perché il testamento morale politico che ci ha lasciato, non può essere assolutamente accostato al mondo politico dei nostri giorni, talmente lontano per ideologie e temperamento dal quadro storico vissuto da Lussu. Antonello Cabras, parlamentare, responsabile degli Enti Locali, ha tracciato un quadro del periodo relativo al passato trascorso da Emilio Lussu. Gli episodi della prima Guerra Mondiale, la fondazione del partito, la lotta intensa al Fascismo. L’agguato ai danni di Lussu nel 1926, costato al sardista il confino e il lungo peregrinare per l’Europa. Il tutto per cercare di estrapolare il senso delle ideologie dell’epoca, sorte in base alle sperimentazioni tortuose di vita navigata. Il percorso politico che lo ha portato ad una maturazione socialista, tanto da dover giungere a delle rotture in Sardegna, con i suoi allievi che non lo riconoscevano più come figura di riferimento. Quello è stato il passo – ha detto Cabras – che ha fatto maturare il Lussu politico non più a livello regionale, ma bensì a livello nazionale. Il convegno si è chiuso con saluti di Maria Antonietta Deroma, responsabile del Settore Cultura della Fasi, Roberto Anselmino, Assessore alla Cultura del Comune di Cinisello Balsamo, che ha patrocinato l’evento insieme alla FASI e alla Regione Sardegna, e di Daniela Gasparini, ex sindaco della cittadina dell’hinterland milanese e attuale Assessore alla Provincia di Milano. M. P. stazioni si è inserita la visita pastorale di mons. Pietro Meloni, Vescovo di Nuoro, su invito della Diocesi di Verona e dell’Associazione dei Sardi “Sebastiano Satta”. Visita particolarmente significativa come testimonianza di attenzione della Chiesa Sarda alla numerosa comunità isolana largamente inserita nel tessuto sociale ed economico di Verona e della Provincia. Punto di riferimento dei Sardi è l’Associazione “Sebastiano Satta” che promuove, sotto la guida del dinamico presidente Maurizio Solinas, una serie di attività che valorizzano l’immagine dell’ Isola e stabiliscono importanti contatti tra la Sardegna ed il Veronese. Non un circolo della nostalgia, ma una vetrina dell’Isola, un ambasciata della sardità. Le giornate di Monsignor Meloni – segnala don Giovannino Puggioni - sono state intensissime: con simpatia e naturalezza egli ha condiviso i giochi rivelando un inalterabile spirito giovanile, ha offerto un contributo di alta riflessione culturale sul valore del gioco, sia nel ricevimento offerto dal Comune sia al convegno “Ars et Ludus”. Domenica 25 settembre la S. Messa nell’antica chiesa dei Santi Apostoli, con l’accompagnamento del coro “Maria Munserra” di Tratalias ha coronato le giornate veronesi di mons. Meloni. La parola del Vescovo ha offerto alcune chiavi di lettura circa il valore ed il significato della emigrazione. 30 D ICEMBRE Sport 2005 CALCIO Il Cagliari di Sonetti riassapora il gusto della vittoria Il nuovo tecnico ha ridato fiducia alla squadra - I rossoblù trascinati da un ritrovato Suazo hanno battuto la Sampdoria e son tornati al successo in campionato dopo 22 turni di Andrea Frigo C om’è il dolce sapore di una vittoria? Quasi non se lo ricordavano più i rossoblù, da tanto tempo era passato. Agognata, sospirata, più volte sfiorata, finalmente dopo otto mesi e mezzo è arrivata la vittoria anche per il Cagliari, l’unica squadra del torneo che non aveva ancora brindato ai primi tre punti. C’è voluto il quarto allenatore stagionale, quel Nedo Sonetti già protagonista di una miracolosa salvezza in B nel 2002, per ottenere la tanto attesa scossa. Il Cagliari ha brindato al primo hurrà dell’anno battendo in casa la Sampdoria, avversario di tutto rispetto, interrompendo così un digiuno che durava da ben 22 turni di campionato (12 in questo e 10 nello scorso): i rossoblu, infatti, non vincevano dal 13 marzo scorso, quando rifilarono un secco 3-0 all’ultima Roma di Delneri. E come se non bastasse, “Capitan Nedo”, dopo aver sbloccato la squadra portandola alla prima vittoria, ha infranto subito un altro tabù, quello relativo alle gare in trasferta: dopo sei sconfitte consecutive, è arrivato finalmente il primo punto esterno, conquistato sul difficile campo del Palermo, grazie ad un’emozionante rimonta, un 2-2 da brividi firmato nella ripresa da Conti e Bega (quest’ultimo al suo primo gol in serie A). Che il buon Nedo abbia già risolto tutti i mali del Cagliari in così poco tempo? Troppo presto per dirlo e guai ad essere già convinti che d’ora in poi tutto sarà più facile, perché il campionato è lungo e pieno di ostacoli e salvarsi sarà difficilissimo. Più volte è stato ripetuto che la speranza del Cagliari quest’anno era legata al fatto che la classifica è corta e che il torneo a 20 squadra è lunghissimo. Quindi c’è tempo per tutti per recuperare e rimettersi in corsa, anche per chi, come il Cagliari, ha atteso ben 13 giornate prima di brindare al primo successo. Ma adesso non bisogna credere che Sonetti abbia la bacchetta magica ma continuare a lottare con il coltello fra i denti domenica dopo domenica. Anche perché il mese di dicembre sarà decisivo, con ben tre trasferte su quattro incontri. Dopo Palermo, infatti, il Cagliari sarà impegnato a Torino, sul campo della Juve ammazzacampionato (13 vittorie su 14 partite, sconfitta solo dal Milan a San Siro). Quindi due spareggi salvezza consecutivi: al San- t’Elia contro l’Ascoli (domenica 18 dicembre) e a Parma, tre giorni dopo, nel turno infrasettimanale che precederà la lunga sosta natalizia (la serie A tornerà in campo domenica 8 gennaio). Chiudere il 2005 in bellezza, dunque, sarà determinante, perché poi, dalla ripresa del campionato, il Cagliari dovrà affrontare il rush finale, sino a maggio (la stagione si chiuderà prima per preparare i Mondiali di Germania) tutto d’un fiato, giocando, a volte, anche tre partite in otto giorni. Sonetti questo lo sa e sta tenendo tutti sulla corda. Ha det- CALCIO Cellino cede una quota della società rossoblù a tre nuovi soci Sfuma la cessione dell'intero pacchetto azionario del sodalizio sardo La tanto attesa cessione non c’è stata, ma il Cagliari adesso ha tre nuovi soci. Quel passaggio di consegne più volte annunciato, preludio alla partenza del presidente Massimo Cellino per gli Stati Uniti è stato più volte rimandato, fino alla decisione finale di non vendere più ma di far entrare nel Consiglio di Amministrazione quei tre imprenditori che avevano formato una cordata per rilevare le quote del Cagliari. Cellino ha venduto, ma solo il 25% del pacchetto azionario della sua Spa, restando dunque presidente e proprietario di maggioranza del club. A Sergio Porcedda (imprenditore cagliaritano nel settore immobiliare), Angelo Cerina (medico cagliaritano, ex arbitro, direttore del Centro fitness del Forte Village) e Lorenzo Giannuzzi (manager alberghiero calabrese, direttore generale del Forte Village) non è riuscito il “colpo” di acquistare il Cagliari, battendo la concorrenza – si dice – di un’altra cordata di imprenditori lombardi e dell’editore sardo Sergio Zuncheddu, pro- prietario del gruppo Unione Sarda-Videolina, perché alla fine, quando tutto sembrava deciso, Cellino ha preferito restare al comando della sua creatura, che detiene da ben 13 anni (è il presidente più longevo nella storia del Cagliari) cedendo solo il 25% della proprietà per una cifra pari a cinque milioni di euro, appunto un quarto di quanto Porcedda, Cerina e Giannuzzi avevano offerto per comprare la società (20 milioni di euro). Come cambierà l’assetto societario è ancora presto per dirlo, anche se è chiaro che l’ingresso di tre nuovi soci sosteni- tori porterà Cellino ad essere meno accentratore rispetto al passato, cosa che – per la verità – non dispiacerebbe al vulcanico presidente che potrebbe così dedicare più tempo alla famiglia trasferitasi, l’estate scorsa, a Miami in Florida. Cerina, un passato di arbitro in serie C e poi presidente del settore arbitrale regionale, dovrebbe assumere l’incarico di direttore generale, un ruolo alla Moggi – per intenderci – rimasto scoperto nel Cagliari dai tempi di Sandro Mazzola, mentre Porcedda potrebbe essere il nuovo amministratore delegato. Di sicuro c’è che con le risorse introdotte nelle casse rossoblu dai tre nuovi soci, a gennaio la squadra verrà rinforzata. Arriveranno un centravanti (si rifà il nome del triestino Godeas, già inseguito ai tempi di Tesser) e un centrocampista. Possibile anche l’ingaggio di un difensore esperto e di un portiere, nel caso in cui il panamense Jaime Penedo, che si sta allenando ad Assemini da novembre, non venisse ritenuto adatto alla categoria. to e ripetuto che nessuno deve sentirsi sicuro del posto da titolare, che tutti sono i discussione. Per questo, durante la settimana, mischia spesso le carte, eslcudendo qualche titolare illustre (leggasi Esposito) dalle partitelle, per stimolarlo a fare sempre meglio. C’è da dire subito, ad onor del vero, che rispetto ai suoi predecessori, il tecnico di Piombino già può contare su due nuove certezze, in attesa di possibili rinforzi nel mercato di gennaio: il portiere Campagnolo, che ha oscurato l’incerto Carini, protagonista di un avvio di stagione negativo, e il difensore uruguaiano Bizera, che ha esordito proprio insieme con Sonetti in quel di Reggio Calabria. È lui il primo, vero rinforzo: centrale difensivo sicuro e attento in marcatura, il giocatore che il Cagliari cercava per affiancarlo a Canini o Bega. E lui, il 25 enne Joe Emerson Bizera, ha dimostrato di essere in grado di inserirsi subito nella realtà italiana, dopo aver passato tre mesi ad allenarsi con i compagni in attesa del transfer, dopo che il suo vecchio club di appartenenza, il Penarol di Montevideo, ne aveva bloccato il passaggio al Cagliari. Se la difesa migliora, il centrocampo ha dimostrato di poter contare anche su un volto nuovo, Conticchio, ottimo contro la Sampdoria (mentre è sparito Ferrarese, quasi mai neanche in panchina) e su Budel, valida alternativa al poco disciplinato Conti. In attacco, sempre in attesa che si sblocchi Ciccio Esposito, lontano dal gol dalla prima giornata, Sonetti ha rilanciato Langella (protagonista anche lui nella prima vittoria stagionale) e dato fiducia a Suazo nel ruolo di punta centrale. E lui, l’honduregno, appena diventato papà del piccolo Eduardo, ha ripagato il mister siglando la doppietta che è valsa il successo sulla Sampdoria di Novellino. Ha deluso, invece, ancora una volta, Esposito, che dopo aver perso la nazionale sembra smarrito, privo di fiducia. Anche a Palermo il numero 7 rossoblu ha disputato una prova da dimenticare e nella ripresa è stato sostituito da Cossu. Il fantasista cagliaritano, con la sua verve, ha contribuito alla rimonta del Cagliari e nel finale ha battuto alla perfezione il calcio di punizione, dalla sinistra, che ha permesso a Bega di calciare al volo in rete la palla del 2-2. S port N on solo Cagliari e Torres, ma tanto calcio dilettanti stico isolano in grande evidenza. A cominciare dalla serie D dove la regina tra le sarde è la Nuorese. Matricola del torneo, la formazione barbaricina occupa i primi posti della classifica e punta alla promozione in serie C-2. Una sorpresa, ma non troppo, quella dellundici verdazzurro, dato che a parte lentusiasmo dellambiente, che da anni attendeva di vedere la squadra a certi livelli, ha alle spalle una società abbastanza ambiziosa. Il vulcanico presidente Roberto Governi, dopo dodici giornate di campionato (mentre scriviamo) ha deciso però di dare un taglio con il passato di gloria più recente, licenziando il tecnico Virgilio Perra. Luomo che ha condotto la Nuorese al successo nel torneo di eccellenza regionale, traghettandola nella serie superiore, con risultati molto positivi, si è ritrovato fuori dal gioco dopo due sconfitte consecutive. Alla base, si dice, nella Nuoro sportiva, cerano forti contrasti tra lallenatore di Elmas e lex presidente del Torino. Ma si sa nel calcio, quando le cose vanno male, giusto o sbagliato che sia, a farne le spese è sempre lallenatore. La Nuorese ha cambiato la guida tecnica, Mario Petrone, ma non le prospettive di chiudere in testa il campionato. La strada è ancora lunga e i barbaricini devono vedersela con squadre agguerrite, tra le quali il Tritium, il Palazzolo, Fanfulla e una grande decaduta, il Como, che stanno li gomito a gomito nelle alte sfere della graduatoria. Solo il campo ovviamente dirà quanto la Nuorese, con il cambio tecnico, ci avrà guadagnato in termini di risultati e soprattutto di spogliatoio. Meno bella decisamente la situazione di unaltra squadra isolana, che partiva con i favori del N onostante i tagli della Regione, le ambizioni delle squadre sarde che militano nel campionato di A 1 di tennistavolo non sono cambiate. Soprattutto nella Marcozzi, la società che da oltre trentanni (è stata fondata da un gruppo di appassionati nel lontano 1972) si alterna nei tornei nazionali, lunica che è riuscita a regalare alla Sardegna quattro storici scudetti. La squadra cagliaritana, che ha appena iniziato la nuova avventura nella massima serie, ha cambiato per metà la rosa ma non gli obiettivi. Per questa nuova stagione ha allestito una squadra ambiziosa senza trascurare il settore giovanile, il più promettente nel panorama isolano, come confermano i prestigiosi risultati registrati negli anni scorsi da Stefano Curcio, Mauro Locci e Mattia Contu. In panchina si è affidata al nigeriano Michael Oyebode, che assume la duplice veste di allenatore giocatore. Il trentatreenne pongista di Ibadan, città non lontano da Lagos, è un veterano dei campionati nazionali e da dieci anni difende i calori delle squadre sarde: ha infatti militato per diverse stagioni prima nel Cus Cagliari poi nel Guspini. Con Michael Oyebode, è approdato alla Marcozzi anche Stefano Tomasi, n. 11 dItalia, fresco di uno scudetto conquistato con il Pieve Emanuele, che in DICEMBRE 2005 CALCIO La matricola Nuorese grande sorpresa del calcio dilettantistico La squadra barbaricina ai vertici della serie D Esonerato dopo due sconfitte lallenatore che laveva portata al successo Le altre formazioni dei tornei minori di Andrea Porcu pronostico: lAlghero. Occupa una posizione di centro classifica, lontana dalla vetta, ma neanche troppo distante dalle zone più calde. Una squadra costruita per vincere, che invece patisce molte difficoltà. Eppure più di qualcuno tra i tecnici ha rimarcato come lundici algherese sia più forte della passata stagione. Misteri, talvolta, impossibili da valutare. Resta il fatto che i dirigenti del sodalizio catalano, siano abbastanza imbronciati per il cammi- no finora percorso dalla squadra. I giocatori, sembra, dalle voci che arrivano dalla città, non sarebbero troppo concentrati sullimpegno da mettere in campo. La società delusa minaccia più controlli notturnie sanzioni. Come dire unaltra veste del calcio. Chi investe in una squadra per ottenere risultati e ambire a qualcosa di importante, si ritrova a fare da guardiano dei giocatori che non rendono come ci si attendeva. Chissà quali sviluppi avrà la situazione nei prossimi mesi. Anche a Villacidro, si registra un cambio di guardia in panchina. lira aria pesantina dalle parti del monte Linas. Via il tecnico sindacalista Giorgio Asuni, dentro Giancarlo Sibilia, vecchia conoscenza dellambiente villacidrese. Come dire niente più orari sindacali, ma impegno costante e produttivo per uscire dalle sabbie mobili. Altre realtà calcistiche isolane in cerca di gloria si trovano nel campionato regionale di Eccellenza. Tra tutte spicca il Tempio che marcia a ritmo serrato e fa il vuoto alle sue spalle. I galletti vogliono ritornare su- bito in serie D. la squadra di Mister Gianni Addis sta vivendo un bel momento e le prospettive di raggiungere il traguardo della promozione sono sufficientemente praticabili. Partita senza particolari pressioni societarie e ambientali come nella passata stagione, il Tempio fa della tranquillità la sua grande forza. Forse è questa la chiave della annata sportiva in corso. Da Nativi, passando per Coletti, Borrotzu e Stocchino, lorganico dei galluresi oltre che di tecnica è formato anche dallo spirito di gruppo, dalla voglia di stare uniti, di giocare con la mente sgombra da assilli di qualsiasi tipo. Su queste basi il futuro non può che essere ottimistico. Dietro i tempiesi, ci sono altre squadre che lottano con determinazione per gli stessi obiettivi. La sorpresa maggiore è rappresentata dal Tortolì. Gli ogliastrini guidati da Senigagliesi non erano considerati alla vigilia tra i protagonisti del torneo, ma nei fatti hanno finora smentito tutti. A Tortoli si respira aria da TENNISTAVOLO Immutate le ambizioni delle squadre sarde La Marcozzi punta alla conquista dello scudetto di Sergio Casano primavera ha eliminato nella semifinale scudetto proprio la formazione cagliaritana. Confermati i due protagonisti della passata stagione: il cinese Guo Yu e Mattia Crotti: Sono felice di essere tornato dopo alcuni anni a Cagliari - dice Michael Oyebode - , una città splendida dove mi sono ambientato dal primo giorno e dove soprattutto il tennistavolo è stato sempre ai massimi livelli. La Marcozzi ha perso dei giocatori importanti, come Grigori Vlassov e Francesco Lucesoli, ma sono convinto che ci toglieremo qualche soddisfazione in questa nuova stagione. Il campionato è diviso in tre tronconi, noi ci troviamo in quello di mezzo, insieme con cinque squadre che si contendono due posti per i play off scudetto. Le nostre ambizioni, insomma, non sono cambiate: puntiamo anche questanno a classificarci nei primi quattro posti della classifica, gli unici utili ai play off scudetto. Tra le squadre che potranno inserirsi nella lotta per i play off ci potrebbe essere anche il Guspini, che si ripresenta ai nastri di partenza del torneo di A 1 con diverse novità rispetto allo scorso anno. Ha ingaggiato lex allenatore bosniaco della Marcozzi Zoran Milicevic, che nella squadra mineraria ritrova suo figlio Srdan e il nuovo acquisto Francesco Lucesoli ( al decimo posto delle classifiche italiane), i quali affiancano il riconfermato Luca Ricci e il Wua Nan, proveniente dal Torino. 24 anni, numero 3 degli stranieri in Italia, il nuovo pongista dagli occhi a mandorla prende il posto di Shang Yu, che non è mai riuscito ad ambientarsi nella formazione mine- raria. Una compagine robusta, il Guspini, che potrebbe rivelarsi la vera sorpresa del campionato. Il test più importante per conoscere le potenzialità della squadra potrebbe essere il primo derby della stagione contro la Marcozzi, in programma alla seconda giornata a Cagliari nel Palatennistavolo di Mulinu Becciu. In campo femminile, tutta nuova la squadra del Muravera, da cinque anni nei play off scudetto e da tre in finale con il Castelgoffredo, considerata da tutti gli addetti ai lavori come la Juventus del pongismo internazionale. Dopo aver sfiorato il titolo tricolore, la compagine guidata dal presidente fac-totum Luciano Saiu ha dovuto fare i conti con il bilancio e si è vista sfuggire tutte le giocatrici protagoniste delle passate stagioni. Wang Yu è andata a San Donato Milanese, 31 grande evento calcistico, per una promozione che sarebbe storica. Ma lo stesso tecnico Senigagliesi, getta acqua sul fuoco del facile entusiasmo. Il campionato di eccellenza è ancora lungo e duro e occorre giocare sempre con cuore e anima. E poi ci sono gli avversari. Tra questi il Budoni di Degortes. Altra realtà interessante del bacino orientale dellisola. Con umiltà e sacrificio, la squadra ha costruito tassello dopo tassello, un piccolo castello di successi e armonia, andando, finora, oltre le aspettative iniziali. E questo il calcio che vorremmo sempre vedere. Senza grilli e fronzoli, ma tenacia e piedi in terra. E che dire del Tavolara, in quel di Olbia. La formazione di Giuseppe Leggieri, è tra quelle in corsa per la vittoria finale. Organico abbastanza competitivo, dai Rassu a Ferreli e Casu, ambiente sereno e un tecnico che sa il fatto suo in chiave tattica. Non ci sarebbe da stupirsi se il Tavolara riuscisse nella volata finale del torneo, a precedere tutti e staccare il biglietto per la serie D E un campionato bello da vedersi e abbastanza equilibrato. Per ora il Tempio è la degna regina, ma tutte le altre squadre non sono affatto comprimarie. Chi doveva fare stracci vecchi delle avversarie era il Castelsardo, la cui società ha investito parecchio per vincere il campionato. Invece la formazione dapprima guidata da Luigi Alvardi e poi dal subentrante Mario Silvetti, ha deluso le attese ed in questo momento si trova lontano dal vertice della classifica. E sufficiente una dichiarazione del Presidente Antonello Lorenzoni ad inquadrare la situazione. Ad un terzo dallinizio del campionato si era prefissata una verifica che non ha dato i risultati sperati. Si spera in Silvetti per invertire la tendenza e riprendere a correre. Liu ha scelto altri lidi europei, Maria Rita Pilloni è rimasta in Sardegna ma ha preferito il Quartu. Così, la società del Sarrabus ha allestito una rosa nuova di zecca, composta soprattutto da giocatrici sarde, come Luana Moltalbano, Claudia Caredda, Francesca Matta e Maria Assunta Locci, alle quali si è aggiunta una giovanissima cinese: Wang Dan Dan. I play off diventano pertanto solo un bel ricordo e il massimo obiettivo per il Muravera è soltanto la salvezza. Lo stesso dello Zeus Quartu, che ha ingaggiato Maria Rita Pilloni, n. 10 dItalia, la 18enne cinese Guo Si Jey, alla quale farà da chioccia la sua connazionale Wei Jian, lunica superstite della formazione della passata stagione. Ma se il Muravera e lo Zeus Quartu, salvo sorprese, partono con lintento di raggiungere in anticipo la salvezza, non è riuscito a decollare lIglesias che, dopo la trionfale promozione in A 1, ha dovuto rinunciare al campionato per motivi economici. Il nuovo campionato è partito questanno con diverse novità: tutte le partite, sia nel torneo maschile che in quello femminile, per esigenze televisive, si giocano il venerdì alle 20. Inoltre, non ci sarà più il pareggio perché, nel caso che i singolari si concludano in parità, ci sarà solo un doppio unico a sancire la vittoria. 32 U Cultura DICEMBRE 2005 na morte improvvisa, repentina, unu corpu, fa piroettare la fantasia, fa esplodere fantasiosi fuochi dartificio. Se poi arriva nel fiore degli anni, si fa fatica a comprenderla. Era morto lontano dalla sua città, scritturato per il Festival of Italian Opera al Gaiety Theatre di Dublino. Allimprovviso, la falce della nera mietitrice. Chi diceva infarto e chi avvelenato per gelosia da qualche cantante che non sapeva neppure aprire bocca. Chi ictus, chi peritonite, chi mal di stomaco e chi addirittura indigestione. Ognuno aveva la sua verità: Lo so io, te lo dico io. Du sciu deu, ti du nau deu. Luomo crede a tutto quello che dicono gli altri. La Nuova Sardegna riportò in prima pagina la notizia della morte, non una riga sui quotidiani cagliaritani LUnione Sarda e Il Quotidiano Sardo. Emilio Ninni Carta, giovane giornalista dellANSA la comunicò al padre. Morti de fillu ndi sciusciat su coru, Morte di figlio distrugge il cuore. Non è possibile raccontare il dolore per la morte duna propria creatura. Ci sono dolori che non passano mai. Così fu per il padre, che per sopravvivere al vuoto creato dalla perdita del figlio ne raccolse i costumi. Il suo primo costume di scena se lera fatto confezionare dalle sorelle Fontana, non per civetteria o esibizionismo, ma perché era un perfezionista. Raccolse gli spartiti tutti rilegati in marocchino, con scritte e fregi doro i manifesti e le locandine, le fotografie, i giornali che parlavano delle sue recite, la sua scatola del trucco e persino la cenere duna sigaretta fumata per caso, poiché non era un fumatore. Costruì il suo «nido di memorie» per dirla con Ruggiero Leoncavallo dove però il dolore gli impediva di entrare. Il padre cercò anche e soprattutto di dare una risposta ai molti interrogativi estemporanei. E la diede. Tormentato da un raffreddore, il giovane baritono temeva per la voce, aveva paura di non farcela a cantare. Si fece visitare da un medico, il quale per tranquillizzarlo gli prescrisse uniniezione di penicillina, allora largamente usata, toccasana per tutte le malattie. Non sapeva di essere allergico alla penicillina. E proprio lantibiotico gli sarebbe stato fatale: shock anafilattico. Diverse le conclusioni della fidanzata del cantante. Per lei, nella morte del suo Tonino cerano delle falle, a cominciare dallautopsia, che diceva poco e nulla. Non se ne capacitava. Cercò di saperne tanto da poter mettere fine alle troppe improvvisate deduzioni. Cosera stato veramente a farlo morire? Cominciò a scavare, frugare, a spaccare il capello in quattro. Seppe così da alcuni artisti della stagione lirica che si era trattato di un infarto fulminante. Arrivato in albergo, Tonino depose le valigie nella stanza. Senza neppure aprirle, si diede una veloce rinfrescata, Ricordo di Antonio Manca Serra baritono cagliaritano a cinquant'anni dalla scomparsa Morì a trentatrè anni, il 25 aprile del 1956, in una stanza d'albergo di Dublino dove si trovava in tournèe scritturato per il Festival of Italian Opera al Gaiety Theatre - Le molte ipotesi sulle cause del decesso - Tormentato da un raffreddore temeva per la voce, si fece visitare da un medico che gli prescrisse un'iniezione di penicillina, farmaco al quale non sapeva di essere allergico di Adriano Vargiu quindi di corsa in teatro per le prove. E in teatro morì, durante le prove. Per evitare la chiusura del teatro, con la conseguente sospensione o ritardo della stagione lirica, fu deciso di trasportarlo in albergo, seduto su duna sedia, in modo da farlo sembrare vivo. Una messinscena senzaltro cinica per evitare perdite di denaro, mettendo così un altro chiodo alla croce. Lo spettacolo non poteva essere interrotto. Una simulazione simile a quella di Voltaire: appena morto, facendolo sembrare vivo, fu portato da religiosi disposti a seppellirlo in terra consacrata, fu vestito, imparruccato, incipriato e messo a sedere in carrozza, sorretto da un valletto. Al passaggio della carrozza, tutti lo acclamavano. Due cantanti di quella triste stagione lirica, il tenore Antonio Galiè e il baritono Paolo Silveri in dichiarazioni rilasciate negli anni Sessanta (Galiè) e negli anni Ottanta (Silveri) hanno sempre parlato di morte improvvisa, avvenuta nellalbergo dove alloggiava quasi tutta la compagnia italiana. E i giornali di Dublino? Scrissero quasi niente della morte del baritono, senza azzardare ipotesi sulla causa. Il quotidiano The Irish Times del 26 apri- le riportò la notizia della morte in prima pagina: «Italian singer dies in Dublin», Cantante italiano muore a Dublino. Il settimanale cattolicoThe Standard del 4 maggio, riportò la cerimonia funebre, celebrata nella chiesa di San Francesco in Merchants Quay: «Tribute to baritone», Tributo al baritono. Antonio Manca aprì gli occhi a Cagliari, il 16 gennaio 1923, nel quartiere di Villanova, s a p pendiziu e Biddanoa. Il padre lo registrò allanagrafe con i nomi di Antonio Giuseppe Ricardo (con una c). Stessi nomi e grafia anche al fonte battesimale. In famiglia e per gli amici fu Tonino. Crebbe in sappendiziu degli orti e dei forni delle panettiere pettegole e maliziose, panetteras crastulas e trancheras. Nel quartiere degli inforna Cristi, is inforra Cristus: finita la legna, una panettiera, per poter continuare la cottura del pane, avrebbe gettato nel forno un crocifisso. Ahi, la leggenda! Quando la madre morì, aveva poco più di dieci anni. Il ricordo di lei, del suo sorriso che si stemperava in un arcobaleno, lamore e laffetto, la stima e la riconoscenza laccompagnarono per tutta la sua breve esistenza. Al cognome paterno aggiunse quello materno, formando il nome darte di Antonio Manca Serra. Siscrisse al Conservatorio Statale di Musica «Pierluigi da Palestrina», che aveva sede nellex Palazzo Civico, al n. 1 (n° 6 nellattuale numerazione civica e non si capisce il perché) della piazza Palazzo, nel quartiere di Castello. Con grande dispiacere del padre, perché lavrebbe voluto avvocato. Poi però lo sostenne, seguendolo nei sentieri delle emozioni, degli applausi, della celebrità. «Voce di tenore», sentenziò allesame di ammissione, Renato Fasano, direttore del Conservatorio. Di diverso avviso gli altri insegnanti della commissione. Frequentò le scuole di canto di Laura Pasini e Maria Capuana: due grandissime cantanti e straordinarie insegnanti, che riuscirono a togliergli fuori quello che neanche lui sapeva di avere. Conseguì il diploma nel 1945, con il massimo dei voti. Prodromo di promesse, si perfezionò a Roma, frequentando i corsi di specializzazione di canto lirico dellAccademia di Santa Cecilia, tenuti dai direttori dorchestra Giuseppe Morelli e Ugo Catania. Debuttò nel 1947, al Teatro Mancinelli di Orvieto, nellopera Il Trovatore, di Giuseppe Verdi. Subito notato dal critico del Messaggero di Roma: «Il baritono Antonio Manca Serra ha saputo in maniera grande conquistare il favore di un pubblico che per tradizione e per maturità lirica passa giustamente per esigente e severo. Francamente il Manca si è trovato a suoi agio a fianco dei colleghi, volevamo dire che non è stato posto affatto in ombra e ha potuto rivelare quelle che sono oggi le sue alte doti di cantante, quelle che potranno essere le sue possibilità avvenire. Ci ha dato infatti un Conte di Luna degno di figurare nei maggiori teatri, col canto impetuoso e sicuro, generosamente offerto dalla sua evidente capacità, la quale, perfezionata dalla professione, renderà il Manca un artista che farà certo parlare di sé». Forte di un laboratorio di canto serissimo, capace di proporre parti che spaziavano dal Settecento al Novecento, si avviò in un itinerario di successi, lungo la strada del nomadismo artistico, di teatro in teatro. Nel suo desiderio di girare, ha cantato dappertutto, anche nei teatri dellestrema periferia. Quei teatri che per i cantanti costituivano una formidabile palestra, dove simparava il mestiere, si affinavano le tecniche, si sentiva e si ascoltava il respiro degli spettatori. Per niente vanesio. Rassicurato, premiato, gratificato dal pubblico. Una carriera affrontata con concretezza e portata avanti in maniera splendida. Una carriera breve, ma da protagonista. Quando morì era solo agli inizi, chissà quanto avrebbe ancora potuto dare. In neppure dieci anni ha mostrato una voce bellissima, chiara, incisiva, ricchezza di letture raffinate, di dettagli espressivi ed emozioni. Ha mostrato gusto, musicalità, intensità dinterpretazione, talento. Ha dimostrato, nel suo «giovanile ardore», di essere un baritono nato, un perfezionista instancabile, maniacale. È passato cantando un repertorio da gran voce. Compreso il Fidelio di Beethoven, che non è teatro e che per cantarlo bisogna essere musicalissimi. Nella sua voce che si estendeva per due ottave e nel suo canto cera se stesso. Era qualcosa di nuovo nel panorama della lirica. Non imitava nessuno, semmai gareggiava con i mostri sacri di quegli anni, ed erano tanti, italiani e stranieri. Fatta la tara agli stereotipi tanto cari al melodramma, si potrebbe anche dire che di certo non aveva bisogno di aspirare alleredità di altri baritoni. Ha cantato con tutti i grandi di allora: Beniamino Gigli, Giacomo Lauri Volpi, Gino Penno, Renzo Pigni, Gianni Poggi, Ferruccio Tagliavini, Francesco Albanese, Mario Del Monaco, Mario Filippeschi, Emilio Marinescu, Vasco Campagnano, Ramon Vinay, Franco Corelli, Gino Sarri, Carlo Bergonzi, Gianni Raimondi, Giacinto Prandelli, Umberto Borsò, Achille Braschi, Maria Caniglia, Magda Olivero, Ebe Stignani, Maria Callas, Renata Tebaldi, Maria Pedrini, Rosetta Noli, Adriana Guerrini, Alda Noni, Cesy Broggini, Iolanda Gardino, Rina Gigli, Fiorella Carmen Forti, Grazia Calaresu, Anna Di Stasio, Fernanda Cadoni, Franca Sacchi, Stella Roman, Gabriella Tucci, Miriam Pirazzini, Virginia Zeani, Antonietta Stella, Palmira Vitali Marini Ha inciso diverse opere, riproposte in questi ultimi anni ad eccezione dellAida verdiana (dischi Capitol) in CD: Otello di Verdi (Paperback opera, 2000), Il Trovatore di Verdi (Paperback opera, 2002), Fidelio di Beethoven (Osteria, Olanda, 2002), Andrea Chénier di Giordano (Paperback opera, 2004), Famous Italian Baritones Of The Past (Lebendige Vergangenheit, Austria, 2004), Samson et Dalila (Bongiovanni, 2005, peccato che il nome del baritono non figuri nella copertina, assieme a quelli di Vinay e Stignani). Qualche mese prima della sua tragica fine, una casa discografica di New York lo contattò per lincisione di diverse opere. In partenza per Dublino, ricevette il telegramma per cantare al Teatro alla Scala di Milano. Telegramma che il padre fece incorniciare, appendendolo nel suo doloroso «nido di memorie». Riposa a Cagliari, nel cimitero di Bonaria. Sulla sua tomba non mancano mai fiori freschi. VIDEOLINA SUL SATELLITE Via Barcellona 2 - 09124 Cagliari e-mail: [email protected] satellite HOT BIRD 6 13 gradi est frequenza 11137 Mhz polarizzazione Orizzontale symbol rate 27500 - fec 3/4 http:\\www.ilmessaggerosardo.regione.sardegna.it