Roma, 16 dicembre 2010
La realtà dei giovani
INTRODUZIONE
Alessandro Rosina
[email protected]
Cosa succede alle nuove generazioni?
Ridotto peso quantitativo
Fascia 15-24: Italia 10%
Europa 12,5%, Mondo 18% (13% nel 2050)
40
0-14
15-24
35
30
25
20
15
10
5
N
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0
2
Gioventù «leggera»
Mai successo che una popolazione
nel passato (esclusi eventi catastrofici)
avesse un peso dei giovani tanto esiguo.
Così inedito che non c’è nome appropriato
per indicare tale processo
(“invecchiamento dal basso”?)
“Degiovanimento”
(de-natalità, rin-giovanimento)
3
Ma nemmeno le
implicazioni sono scontate.
Teoria:
Generazioni meno
consistenti
+ investimento
+ attenzione
+ spazio
Realtà osservata:
Generazioni meno
consistenti
- valorizzazione
- opportunità
- protezione dai
rischi
Difficoltà a diventare autonomi e pienamente attivi nel MdL.4
Commissione Europea:
Le sfide poste in questo secolo da globalizzazione e invecchiamento della pop.
Si vincono con la promozione di una piena partecipazione dei giovani nella società
e nel mondo del lavoro
Capitale umano delle nuove generazioni considerato cruciale per lo sviluppo
sociale ed economico.
Italia è uno dei paesi più lontani da tale obiettivo
(il sistema Italia: meno si è giovato del contributo attivo dei
giovani e meno è cresciuto in questi primi 10 anni).
5
Tasso di attività per età, 2007
6
Numero di occupati italiani
applicando tassi dei vari paesi, 2007.
occupati a
tassi italiani
occupati a
tassi danesi
occupati a
tassi finnici
occupati a
tassi svedesi
15-19
20-24
25-29
30-34
223.534
1.268.779
2.363.856
3.390.877
1.688.268
2.431.827
3.080.734
3.925.801
814.722
2.015.120
2.878.537
3.726.338
1.179.434
2.229.693
3.043.971
3.871.402
occupati a
tassi
norvegesi
820.604
1.962.254
2.941.034
3.930.335
15-34
7.247.046
11.126.630
9.434.717
10.324.500
9.654.227
:
3.879.584
2.187.671
3.077.454
2.407.181
:
53,53
30,19
42,46
33,22
var
assoluta
var
percentuale
7
OCCUPAZIONE E TITOLO DI STUDIO
(difficoltà di valorizzazione capitale umano)
Occupati under 30: Peggio di noi solo Lituania, Bulgaria e Ungheria.
Ancora peggio per i laureati.
Eu-27
Italia
Spagna
Francia
Regno Unito
Germania
Basso
74.2
69.8
85.3
78.6
68.3
67.7
Medio
81.9
73.8
84.7
88.7
84.7
81.6
Alto
89.3
69.3
88.5
90.7
92.5
92.3
Alto - Medio
15.1
-0.5
3.2
12.1
24.2
24.6
Quali conseguenze sull’entrata piena nella vita adulta?
In coppia con figli in età 25-34: erano la maggioranza a metà anni ’90,
ora solo poco più di una su tre).
8
In un rapporto Istat del 2010:
Negli ultimi decenni la prolungata permanenza dei figli adulti
(celibi e nubili), all’interno della famiglia è stata favorita da
o
allungamento dei tempi impiegati per il percorso formativo
o
rapporti tra generazioni sempre meno gerarchici e sempre
più solidali.
In tempi più recenti a questi fattori sembrano aggiungersi
o
la difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro,
o
l’allungamento dei tempi necessari all’acquisizione di una
posizione lavorativa stabile
o
e di un’abitazione economicamente accessibile.
9
Quesiti aperti:
o
quali fattori deprimono la possibilità dei giovani di
essere pienamente attivi e di trovare appropriata
valorizzazione del loro capitale umano?
o
quali le specificità culturali, economiche e
istituzionali del caso italiano e come interagiscono
con le scelte individuali?
o
quali le politiche necessarie e con maggior
successo?
Abbiamo dati adeguati per rispondere in modo
convincente?
10
Riconosciuta necessità di
dati micro-longitudinali
•
Per andar oltre al quadro descrittivo e studiare in
modo approfondito il ruolo di fattori esplicativi
•
Perché i corsi di vita si fanno sempre più
complessi e articolati (modi, tempi, sequenze
TSA)
•
Perché tali dati consentono di valutare meglio
l’impatto sulle vite dei singoli di cambiamenti
macro sociali e normativi.
11
Esping-Andersen (2005):
Dati longitudinali individuali offrono il tipo di informazioni
di cui abbiamo bisogno per disegnare politiche adatte alle
cause specifiche dei problemi sociali. Inoltre, questi stessi
dati sono i migliori per il successivo monitoraggio
dell’efficacia di una politica di welfare (…).
Qualsiasi seria valutazione di una policy, infatti, necessita, di
poter seguire i percorsi e le traiettorie di vita e di lavoro
degli individui per un lungo periodo di tempo.
Microdati longitudinali che rilevino le specifiche informazioni
sull’accesso alle misure di welfare nonché agli eventi (di
vita, di carriera occupazionale, di fecondità, ecc.)
individuali, sono indispensabili…
12
Servono quindi microdati che permettano
di seguire gli individui per un lungo periodo di tempo.
o
Indagine sulle Forze lavoro
Dimensione longitudinale (retrospettiva e panel) troppo corta
Limiti per lo studio delle difficoltà stabilizzazione percorso occ.
E per l’impatto sulle scelte di autonomia e familiari.
Perché con pacchetto Treu e legge Biagi non stabilita
riconsiderazione dell’apparato informativo
per valutare gli effetti sui nuovi entranti nel MdL?
Esempio virtuoso:
Time-use obbligatoria con legge del 2000 sui congedi parentali.
13
Lavoro atipico «trampolino» o «trappola»?
o
In mancanza di dati adeguati: sfruttamento di vario tipo di
fonti e risultati contraddittori
(es. Ichino et al. 2003; Barbieri e Scherer 2005; Micheli 2006).
Necessari dati adeguati e approccio diverso. Obiettivi:
Non tanto valutare se i nuovi tipi di contratto (di per sé) favoriscano
l’entrata nel MdL o diventino una trappola che porta a
prolungata instabilità e incertezza.
Ma quali fattori (e quali condizioni) consentano di entrare in un
percorso di crescita e valorizzazione e quali invece aumentino il
rischio di infilarsi in un tunnel senza uscita.
Per poi analizzare anche le strategie “adattive” che ridefiniscono gli
obiettivi di vita in funzione dei vincoli e delle opportunità
trovate (o conquistate) nel MdL.
14
•
Famiglia e soggetti sociali
Particolarmente importante per studio TSA
(svolta nel 1998, replicata nel 2003 e nel 2009).
Molte informazioni di tipo demografico e sociale,
(anche sui percorsi occupazionali e sulla mobilità sociale).
Dimensione longitudinale: solo retrospettiva,
limiti sulla possibilità di studiare i processi decisionali
(come si producono le scelte, ostacoli nel realizzarle,
ed eventuale riadattamento successivo (al ribasso?)).
Per superare tale limite: innovazione panel 2003-2007
(adottando parzialmente l’impianto GGS).
-> divario tra intenzioni e comportamenti (da approfondire).
Utile orizzonte panel più lungo e informazioni su reddito.
Problema di reperimento finanziamenti
(indagine del 2009 è tornata ad essere solo retrospettiva).
15
•
EU-SILC
E’ l’indagine con maggiore dimensione panel
(4 anni con rotazione), a partire dal 2004.
Limiti:
• Contiene dati sul reddito, ma carente sul versante socio-dem.
• Si sa poco della storia precedente (si possono ricostruire le
transizioni occupazionali nell’anno precedente l’intervista, ma
non a partire dal momento in cui si è entrati nel MdL).
Difficile studiare i percorsi molto articolati e frammentati
Ma anche le implicazioni di medio e lungo periodo (servirebbe +
ampia dimensione longitudinale, retrospettiva e/o prospettiva).
In mancanza di fondi per indagine strutturata e continua da FSS
Un possibile miglioramento potrebbe essere l’introduzione di
adeguati moduli retrospettivi in EU-SILC.
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INFINE:
I giovani si spostano sempre di più fuori dai confini nazionali
per periodi più o meno lunghi
Non fare diventare tale scelta una causa di attrito nell’indagine,
-> si perde una fetta crescente e qualitativamente sempre più imp.
dei percorsi occupazionali e di vita delle nuove generazioni.
ES:
Giovane appena laureato che se ne va per due anni negli USA:
c’è qualche indagine che ci consente di seguirlo?
Perché no visto che è facile rintracciarlo su internet?
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Questi
18
Questi
19
Precari e sottopagati
Flessibilità del lavoro diventata precarietà e caratteristica
tipicamente generazionale (2/3 nuovi assunti instabile).
Ampiamente riconosciuto che il peso della transizione verso un
mercato del lavoro flessibile non è stato distribuito
equamente dal punto di vista generazionale.
I lavoratori con maggiore flessibilità hanno ricevuto in cambio
minor tutele contro la disoccupazione,
•
si trovano con carriere discontinue,
•
ci si aspetterebbe quindi fossero remunerati meglio.
(invece guadagnano tra il 10 e il 30% in meno e divario
aumentato negli ultimi 10 anni).
Stipendi troppo legati ad anzianità e poco a effettivo valore e
produttività dei singoli. Quindi remunerazioni a svantaggio dei
giovani, che però hanno anche + alti tassi di disoccupazione.
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Difficoltà quindi per tutto il Paese ma anche nelle regioni più
dinamiche, come la Lombardia.
Anche qui i dati sui percorsi occupazionali dei laureati
evidenziano uno scarso assorbimento in ambito di ricerca e
sviluppo (solo 1,2% degli avviamenti nel primo anno).
Un eccesso di ricorso a contratti flessibili (due terzi) che
“sembrano riflettere politiche di sfruttamento delle risorse più che di
investimento (…) la conseguenza, dato che non si investe su
persone e formazione, non può che essere un peggioramento
generalizzato dei servizi” (ricerca Unioncamere).
Ritratto non degno di una delle aree che ambiscono essere
dinamiche e competitive in Europa: si pensa più a ridurre i
costi che a investire in ricerca, formazione e innovazione.
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