DIRITTO E AMBIENTE

Direttore
Giovanni C
Università degli Studi di Pavia
Comitato scientifico
Carlo D
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Paolo F
Professore Ordinario
Università degli Studi di Sassari
Carlo Alberto G
Professore Ordinario
Università degli Studi di Siena
Sergio M
Professore Ordinario
“Sapienza” Università Di Roma
Vladimir P  F
Magistrato
Brasile
Amedeo P
Direttore ICEF (International Court of the Environment Foundation)
Presidente on. della Corte di Cassazione
Alfred R
Full Professor of International Law
Università di Colonia
Comitato redazionale
Emma I
Angelo P
Guido S C
Alessandro V
Tutela e valorizzazione della montagna
nella prospettiva di riforma delle aree protette
a cura di
Roberto Louvin, Patrizia Macchia
Premessa di
Giovanni Cordini
Contributi di
Alberto Abrami
Roberta Aluffi Beck–Peccoz
Matteo Benozzo
Italo Cerise
Carlo Desideri
Sophie Domaine
Caterina Filippini
Carlo Alberto Graziani
Roberto Louvin
Jörg Luther
Patrizia Macchia
Claudio Malagoli
Sergio Marchisio
Michele Ottino
Vincenzo Pepe
Amedeo Postiglione
Francesco Ciro Rampulla
Michele Sanfilippo
Stefano Sicardi
Franco Tamassia
Santa Tutino
Alessandro Venturi
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Aracne editrice int.le S.r.l.
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via Quarto Negroni, 
 Ariccia (RM)
() 
 ----
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
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con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
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I edizione: maggio 
Indice

Premessa
Giovanni Cordini
Parte I
Tutela e valorizzazione
della montagna

Introduzione
Stefano Sicardi

I profili internazionali e la Convenzione delle Alpi
Sergio Marchisio

I Parchi e la montagna
Carlo Alberto Graziani

Il futuro dei Parchi in Italia e in Europa
Vincenzo Pepe

La montagna nella legislazione italiana: dagli interventi di settore
alla tutela del paesaggio
Carlo Desideri

OGM e deruralizzazione delle aree marginali
Claudio Malagoli

Montagna e boschi: il profilo giuridico
Alberto Abrami

Norme definitorie nella normativa sui Parchi naturali
Franco Tamassia

Sostenibilità e promozione della montagna
Michele Sanfilippo

Indice


Parte II
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso
Il Parco nazionale del Gran Paradiso
Italo Cerise

Rispetto, dialogo e fiducia: un Gran Paradiso non solo per gli
animali
Roberto Louvin

Politiche per la montagna: prospettive internazionali
Sophie Domaine

La protezione della natura in Valle d’Aosta
Santa Tutino

Nascita ed evoluzione del Corpo delle guardie del Parco nazionale
Gran Paradiso
Michele Ottino

Parte III
Approfondimenti e riflessioni
Tutela ambientale e produzione idroelettrica in Valle d’Aosta. Il
caso della Centrale di Cortlys
Roberta Aluffi Beck–Peccoz

Dalla deruralizzazione del territorio ad un tentativo di riforma
comunitario nella coltivazione degli OGM
Matteo Benozzo

Riforma delle aree protette e tutela della montagna in Russia
Caterina Filippini

Dal Piemonte uno sguardo oltre confine
Patrizia Macchia

Montagna e biodiversità
Amedeo Postiglione

I piani socio–economici dei parchi e le agevolazioni per la montagna
Francesco Ciro Rampulla, Alessandro Venturi

Parte IV
Conclusioni
Tutela e valorizzazione della montagna nella prospettiva di riforma
delle aree protette: osservazioni conclusive
Jörg Luther
Tutela e valorizzazione della montagna nella prospettiva di riforma delle aree protette
ISBN 978-88-548-8425-0
DOI 10.4399/97888548842501
pag. 7–9 (maggio 2015)
Premessa
G C∗
: . Diritto e scienza in rapporto alla sostenibilità ambientale,  – . I parchi
e la valorizzazione della montagna: le ragioni per un convegno, .
. Diritto e scienza in rapporto alla sostenibilità ambientale
All’inizio del secolo scorso i giuspubblicisti della Scuola Orlandiana avviarono un intenso dibattito inteso ad affinare il metodo nello studio del diritto
pubblico allo scopo, come è noto, di depurarlo da contaminazioni derivanti
dalle altre scienze sociali, sul modello già applicato ad altri studi giuridici
come il diritto civile e il diritto penale. Quella Scuola ebbe notevole successo
e informò il pensiero giuspubblicistico per molti decenni a seguire. È solo
in una fase recente degli studi che si è tornati a mettere in primo piano il
tema del metodo in relazione ai nuovi orizzonti di studio e di ricerca in cui
si collocano le scienze giuridiche. Va sottolineato che la contaminazione
precedente la lezione Orlandiana sembra ora interessare tutte le scienze
giuridiche per cui, per l’investigazione scientifica dei giuristi s’impone un’attenzione multidisciplinare che va ben oltre gli svolgimenti propri delle
scienze sociali in quanto investe tutto il sapere, soprattutto quello delle c.d.
scienze dure o esatte. Al fine di mettere in rilievo l’importanza che la ricerca
e le nuove tecnologie hanno assunto sul piano giuridico mi basta fare cenno
a tre profili che riguardano l’applicazione di nuove tecnologie in materia
ambientale e in tema di alimentazione. Il primo concerne l’uso, oramai
diffuso, del telerilevamento per verificare le trasformazioni territoriali e
i danni ambientali. I giudici, in diversi Paesi, sono sempre più propensi a
tenere conto, per la soluzione dei casi, dei dati telerilevati conferendo loro il
valore di prova al fine di accertare le responsabilità e di stabilire il rapporto
causale tra l’evento che ha provocato il danno e le conseguenze dannose
(si pensi all’inquinamento prodotto da navi o alle discariche abusive). Il
secondo profilo tiene conto degli strumenti, sempre più sofisticati, per il
monitoraggio automatico degli scarichi industriali o per tenere sotto controllo le aree a rischio. Il terzo considera le applicazioni che derivano dalle
∗
Professore di Diritto pubblico comparato e Diritto dell’ambiente, Università degli Studi di
Pavia.


Giovanni Cordini
nuove conoscenze nel campo della genetica (come in tema di tracciabilità degli alimenti), al fine di rafforzare la tutela della salute di persone ed
animali. Le conoscenze scientifiche, inoltre, sono essenziali per definire le
“norme tecniche” che, in molti settori del diritto applicato assumono un
ruolo decisivo e integrano costantemente le disposizioni di base.
. I parchi e la valorizzazione della montagna: le ragioni per un convegno
L’istituzione dei primi parchi (Yosemite Valley e Yellowstone), nella seconda metà del XIX secolo, non rappresentò un momento di verifica delle
contraddizioni insite nel rapporto tra sviluppo industriale e “qualità della
vita”. Una tale scelta si propose come intervento circoscritto ad un’area
del territorio che, se pure consistente, non incontrava delle opposizioni
insuperabili dato che non contrastava, in quel momento, con altrettanto rilevanti interessi produttivi o speculativi. Conservare integralmente il quadro
paesaggistico e i beni naturali presenti era, anzitutto, un’opzione culturale
che riusciva possibile proprio nella considerazione che in quei luoghi, talora
impervi e selvaggi, non si erano ancora stabiliti degli importanti insediamenti umani. Questo indirizzo trova una conferma in quasi tutti i Paesi
che, per lungo tempo e talora fino ai giorni nostri, hanno potuto stabilire
delle regole stringenti per la tutela e la conservazione di aree territoriali non
urbanizzate. In un contesto territoriale che assume queste caratteristiche,
in effetti, il conflitto tra l’ecosfera naturale e l’urbanismo, nel corso del
tempo, è rimasto assai contenuto in quanto si appalesa soltanto nel momento in cui l’aggressione all’ambiente naturale risulta in tutta evidenza,
attraverso insediamenti ed attività. Ciò nondimeno oggi, proprio in relazione alla montagna, si rende necessaria una riflessione che prendendo le
mosse dai regimi di conservazione apra degli orizzonti diversi per tenere
conto dell’esigenza di conciliare ambiente e sviluppo attraverso la via della
valorizzazione dei territori e un più diffuso e convinto coinvolgimento delle
popolazioni. Come è noto, a livello internazionale, con le conferenze delle
Nazioni Unite (da RIO  a RIO ) si sono posti e consolidati taluni
principi che devono orientare le politiche ambientali: lo sviluppo sostenibile,
la prevenzione e il principio di precauzione, la regola “chi inquina paga”, il
concetto di responsabilità comuni ma differenziate in relazione allo sviluppo; i diritti delle future generazioni. Si tratta di affermazioni di principio e
di conseguenti indirizzi gestionali che sono stati recepiti in numerosi testi
costituzionali e che, perciò, costituiscono delle linee guida fondamentali per
orientare e indirizzare le legislazioni ambientali di molti Paesi. Il convegno
promosso dall’Associazione “Club Giuristi dell’Ambiente” in cooperazione
Premessa

con il Parco Nazionale del Gran Paradiso in Valle d’Aosta ha consentito
di focalizzare l’attenzione sulla montagna e, in particolare, di affrontare i
problemi della tutela e della valorizzazione da diverse prospettive di studio
e sulla base di concrete esperienze. Un primo orizzonte è stato proprio
quello internazionale e comparato, con un’attenzione specifica rivolta all’ambito comunitario europeo. Sono stati, poi, presi in esame, da specialisti
autorevoli, taluni differenti profili della legislazione relativa alla montagna
e alle aree protette, con attenzione rivolta anche agli strumenti di governo
e di amministrazione, alle incentivazioni e alle dinamiche che incidono
sul territorio. Nella giornata di venerdì  giugno i soci del “club giuristi
dell’ambiente” e i relatori hanno potuto incontrare i dirigenti del Parco
Nazionale del Gran Paradiso e partecipare ad un colloquio di studio e ad una
visita guidata. Questo incontro ha consentito di acclarare sia alcuni indirizzi
strategici nella gestione delle risorse ambientali del parco, sia l’impegno
concreto degli operatori per la salvaguardia di una delle aree più interessanti
e di qualità del nostro ambiente montano. Il Convegno di sabato  giugno
presso il Centro Visitatori del Parco Nazionale del Gran Paradiso ha fatto
seguito a questa visita in loco dando corso all’ampio confronto scientifico
documentato in questo volume.
A nome dell’Associazione desidero esprimere sentimenti di grata riconoscenza al Presidente della Comunità del Parco del Gran Paradiso, al
Presidente e al Direttore del Parco, alla Fondation Grand Paradis, alla Banca
di Credito Cooperativo della Valle d’Aosta, alle autorità locali — in particolare il Comune di Rhêmes–Notre–Dame e la Comunità Montana Grand
Paradis — e a tutti i relatori che hanno accolto l’invito e partecipato ai lavori
del convegno rendendo possibile la pubblicazione dei relativi atti.
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