Bologna 22-24 maggio 2015 47 Villa Armandi Avogli Trotti via San Donato 198/200 Nella storia località San Sisto, dietro al cancello d’ingresso ombreggiato da tigli dei civici 198 e 200, si trova il piccolo edificio per portineria e custodia. Il viale di accesso alla villa è affiancato da una imponente siepe, in prevalenza da acero campestre, nel cui sviluppo si apre un passaggio ad arco verso quella che era la parte produttiva della tenuta. In fondo al viale di accesso spiccano due monumentali platani, che risaltano anche da lontano. Nella parte ornamentale della tenuta, che si sviluppa in buona parte lungo via San Donato, si notano molti altri grandi alberi, probabilmente tutti coevi e risalenti all’impianto del giardino nei primi decenni dell’Ottocento. Dal cancello di ingresso un vertice dell’area si spinge a sud e vicino al confine risalta un grande cedro della California (Calocedrus decurrens). Verso nord una bella siepe alberata con olmi campestri, gelsi, alberi di Giuda, robinie, sofore, aranci amari e biancospini chiude il parco lungo via San Donato, mentre tra l’area boscata e il prato un gruppo scultoreo sullo sfondo risalta di un folto cespuglio di bambù. In questa zona, tra i tanti sempreverdi, si impongono un grande cedro del Libano e un elegante abete del Caucaso (Abies nordmanniana). Più avanti si distinguono mirabolani a foglia rossa, un grande carpino, numerosi platani, due grandi tassi affiancati e, sul fianco della villa, una maestosa magnolia sempreverde. Nel fitto sottobosco dell’area boscata, ricco di specie spontanee, si incontra una grotticella in gesso con statua della Vergine. Sul confine della villa verso nord-est si scorge un tratto di muro confinario sormontato da merli, secondo il gusto ottocentesco. Il moderno aspetto della villa si deve all’architetto Enzo Zacchiroli, che la ricostruì su quanto restava dell’edificio voluto da Letizia Murat Pepoli (1802-1859), inglobando nella nuova costruzione la sala da pranzo ovale ricca di decorazioni pittoriche attribuite ad Antonio Basoli (i proprietari conservano due planimetrie, datate 1856, della vecchia villa denominata Villetta Murat). Accanto si trova il vecchio nucleo colonico, oggi recuperato a scopo abitativo; nella corte sono presenti noci, vari alberi da frutto, pioppi neri e sambuchi. Nel parco sono temporaneamente esposte per l’occasione sette opere dello scultore Achille Ghedini (Volando con Dafne, Il bacio - The kiss, Risveglio delle Valchirie, Danza di Dafne, Apollo e Dafne, Avvinte come l'edera, Donne). Ho iniziato a scolpire a 35 anni dopo l’incontro con Giacomo Manzù nel 1975. Il richiamo dell'arte è stato improvviso e fortissimo e a nulla è valso a frenarlo la razionalità dovuta agli studi scientifici e all’attività di ingegnere. In quasi 40 anni ho realizzato più di 400 opere, di cui la metà in legno, scolpendo sia alberi interi che parte di essi. La scultura degli alberi permette di interpretare lo spirito del materiale e di cogliere nel legno forme di vita simili a quelle umane o più in generale di esseri viventi. A cura di Fondazione Villa Ghigi. In collaborazione con Bologna Welcome