convegni
di Aldo Colombo
Florbusiness: un convegno
all'insegna della positività
G
iovedì 21 Febbraio presso
l’Hotel Pineta di Ruvo di Puglia, nell’ambito di Florbusiness, si è svolto il convegno ‘Come
superare le barriere all’apprendimento, innovare e promuovere il proprio
punto vendita’.
Cosimo Pagano ha aperto il convegno
precisando che il tema della serata sarebbe stato l’ottimismo. Cosimo ha poi
ricordato Graziano Giovannelli consegnando una targa alla figlia Arianna.
Arianna, visibilmente commossa, ha
ringraziato la Puglia per l’ospitalità impressionante. Essendo venuta a tutte
le edizione, ha potuto apprezzare un
gruppo di aziende che investono e migliorano, e che hanno una produzione
di eccellenza.
Cosimo ha ricordato di essere in floricoltura dal 1972: all’epoca non si sentiva la necessità di associarsi, l’offerta
era molto superiore alla domanda e si
vendeva sul posto, un vero e proprio
Km 0 ante litteram. Ora è cambiato
tutto e sul mercato si sono create situazioni difficili da affrontare. Una tra
le prime necessità è quella di creare
aggregazione per essere meglio rappresentati sul mercato, e con questo
spirito è nato il Florbusiness. Si tratta
di un gruppo di imprenditori che condividono gli obiettivi e che si sono aggregati non solo per mettere insieme
le produzioni ma, anche e soprattutto,
le proprie conoscenze e professionalità, con programmi comuni per migliorare l’offerta. Cosimo ha ricordato
la collaborazione di Florbusiness con
istituti di certificazione, tra cui MPS:
entro la fine dell’anno tutte le aziende
saranno certificate. La certificazione
implica il rispetto dell’ambiente e l’in6
Flortecnica 4.2013
Il tavolo dei relatori.
serimento nei propri programmi della
riduzione dell’impatto ambientale. Le
aziende di Florbusiness devono fare
gruppo per il mercato nazionale, ma
devono guardare attentamente anche ad altri paesi, specialmente quelli
del bacino del Mediterraneo. Questo
obiettivo se l’erano poste 5 anni fa all’inizio della collaborazione. Rispondere
alle esigenze del mercato è il dovere di
ogni imprenditore. È necessario associarsi per creare maggior equilibrio
fra singoli, realizzare sinergie e quindi
produrre soluzioni adatte al mercato.
Alcuni obiettivi sono già stati raggiunti: di anno in anno c’è sempre più interesse e partecipazione da parte degli
operatori. Però, ha proseguito Cosimo,
non bisogna mai essere appagati dai
traguardi raggiunti e bisogna cercare di ottimizzarsi ponendosi sempre
nuovi traguardi, accordando sempre
più attenzione verso il mercato e il
consumatore ed essere propensi ai
cambiamenti che ci si pongono. Florbusiness è un’associazione di filiera,
forse l’unica nel suo genere, un’esperienza di collaborazione che ha unito
produttori e distributori di prodotti
e servizi che a vario titolo forniscono
vari canali di vendita. Cosimo si è detto certo che questa sia stata l’arma vincente e continuerà ad esserlo. “Se continueremo, ognuno di noi, a occupare
i diversi ruoli nella catena distributiva,
questa collaborazione sarà destinata
ad affermarsi sempre di più, ma se al
contrario ci saranno delle invasioni di
campo vedremo allontanarsi i nostri
obiettivi. Io sono convinto che comunque che il nostro gruppo si rafforzerà
sempre di più ed è quello che auguro a
tutti coloro che hanno dei progetti in
comune.”
Cosimo ha poi dato un po’ di numeri
sulla manifestazione: le aziende hanno oltre 120 ettari di produzione con
oltre 20 milioni di piante prodotte,
convegni
tra piantine da ricoltivare e piante da
esterno e da interno. 500 sono gli occupati, tra quadri, dirigenti, personale
specializzato e operai. Va poi considerato l’indotto che le aziende vanno a
creare, come le aziende di trasporto, di
terricci, vasi, materiali, etc.
Cosimo ha poi ringraziato gli operatori
per il passaparola nei confronti dei colleghi, passaparola che ha funzionato
davvero: chi è venuto al primo anno è
rimasto contento e così è accaduto negli anni successivi, attirando sempre
più operatori.
Cosimo ha poi aggiunto: “Nel convegno cercheremo con l’aiuto dei diversi relatori come fare a muoverci in un
mercato sempre più difficile ma nel
contempo quello più affascinante,
quello del verde. Lo faremo analizzando i diversi aspetti, ma soprattutto
lavorando sui dati positivi, obiettivi
che si possono e si devono raggiungere. Saranno gli oratori che ci spiegheranno perché si possono raggiungere.
L’attenzione per il verde, finalmente
anche in Italia sta assumendo una
notevole importanza culturale e commerciale. Questo aspetto ci deve far
riflettere: dobbiamo anche noi contribuire a diffondere la cultura del verde.“
Il Dott. Ambrosi, presidente della
CCIA di Bari, ha avviato il Convegno.
Ambrosi ha elogiato gli imprenditori
che partecipano al Florbusiness. Nella
provincia di Bari, ci sono 210 produttori e 40 vivai, quindi è un settore che
Arianna Giovannelli e Cosimo Pagano.
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Flortecnica 4.2013
Cosimo Pagano
Alessandro Ambrosi
non si può certo trascurare o definire
di secondo piano dal punto di vista
economico. Ambrosi ha ricordato uno
slogan che era stato lanciato diverso
tempo fa dalla Regione Puglia: “Puglia,
dove la natura è colore”, uno slogan
che si adatta benissimo al settore florovivaistico.
Cosimo Pagano ha poi chiamato il
Direttore dell’Ufficio Olandese dei
Fiori, Ivo Brautigam, accompagnato
da Charles Lansdorp, responsabile
dell’Ufficio Olandese dei Fiori in Italia.
Secondo Cosimo, tra produttori italiani e produttori olandesi non ci deve essere guerra ci deve essere collaborazione, sia dal punto di vista commerciale,
sia, in un momento come questo, andare verso il grande pubblico. Cosimo
ha ricordato la grande manifestazione
presso la fiera del Levante ‘In attesa
della Festa dei Nonni’: Brautigam era
presente anche in occasione di quella
serata. L’Ufficio Olandese dei Fiori, in
quell’occasione ha dato davvero una
mano. Quindi, è necessario un sforzo
comune, per poter cercare di spingere
di più verso il grande pubblico, e questo andrà a favore di tutto il settore. Ivo
Brautigam ha ricordato che è la quarta
volta che viene in Italia. In Olanda,
come in tutta Europa c’è la crisi e an-
che l’Ufficio Olandese dei fiori ha dovuto essere ridimensionato. Durante
quest’anno l’ente ha dovuto fare delle
scelte difficili su quali Paesi scegliere
per una collaborazione, ma Brautigam
ha rassicurato che quest’anno continuerà il rapporto con l’Italia. La Festa
dei Nonni sarà uno degli impegni principali e sarà promossa in tutta Europa,
sarà reso un grande evento, e BBH investirà su questo evento.
Arturo Croci, primo oratore e moderatore della serata, ha ringraziato il pubblico e le aziende e ha detto che aveva
accettato l’invito solo a condizione di
non parlare di negatività. “Tutti sappiamo come vanno le cose oggi: il problema è che tutto il mondo economico
e della comunicazione cerca di attrarre
la nostra attenzione con le cose negative. Ora, questa società di cose positive
ne ha tante. Noi facciamo un mestiere
positivo. Con questo, non voglio dire
che la negatività non c’è, voglio solo
dirvi che la vera Battaglia d’Inghilterra è nella nostra testa. Quindi, il saper
cambiare dipende da noi”.
Florbusiness ha portato un notevole cambiamento qui. È stato scelto
il tema: “Garden max business”, ma
non è un tema riferito solo al garden.
Il tema è come massimizzare il no-
convegni
Charles Lansdorp, Ivo Brautigam (Direttore dell'Ufficio Olandese dei Fiori) e Cosimo Pagano.
stro lavoro. La speranza di Croci era
che i presenti uscissero dal convegno
guardando il mondo in modo diverso.
“Dite all’uomo una verità e gli avrete
risolto un problema per un giorno.
Insegnate a un uomo a ragionare e lui
lo farà per tutta la vita. In questo breve attimo cercherò non di insegnarvi
a ragionare perché lo sapete fare magari meglio di me, ma magari di darvi qualche spunto in più. Quando noi
guardiamo alla nostra vita, al nostro
lavoro, il passato ci sembra sempre
migliore. Il presente è sempre grigio,
il futuro è qualcosa di inesistente. In
realtà, vi garantisco che la vita oggi è
migliore dappertutto sul pianeta, la
vita è migliorata moltissimo negli ultimi anni e quindi questa immagine va
rovesciata. Il futuro è splendente, e ve
lo dice qualcuno come i grandi del passato. Rothschild diceva: “Voi pensate
che ai miei tempi fosse facile: non era
così”. Ford non aveva la radio in casa,
non aveva il bagno non aveva l’acqua
calda ed era un miliardario. Ora il più
povero di noi ha la televisione, il telefonino; in Nigeria ci sono 35 milioni
di smartphone in funzione. Quindi,
quello che funziona sono i nostri sogni: sogni vuol dire che noi dobbiamo
avere degli obiettivi, ma gli obiettivi
non devono mai limitarci nell’azione.
La conoscenza è quindi importante,
così come il processo: la definizione di
processo è molto semplice ma la gente
dimentica spesso quello che vuol dire.
10 Flortecnica 4.2013
Arturo Croci e Marco Orlandelli.
Il processo inizia con comunicazione,
cioè noi dobbiamo comunicare, parlare, vedere. Dopo c’è intuizione, viene
fuori il famoso pensiero laterale, l’idea.
Dopo di che c’è la progettazione, dopo
c’è l’implementazione, e alla fine c’è il
risultato. Qualsiasi cosa voi facciate,
non si può scappare da questa definizione: non si può partire dal risultato
senza progettazione, senza tutto il resto. Cioè oggi non si può pretendere di
avere se qualcuno non si mette a fare.
La società ci giudica sempre per quello
che abbiamo, però quello che abbiamo
dipende dalla nostra abilità a fare le
cose, e questo dipende da chi siamo
noi. Io sono un ex allievo di una scuola
di floricoltura. Ho imparato a coltivare
a Minoprio, in quegli anni, e in questa
sala ci sono molti miei compagni di
scuola.”
Croci ha poi citato frasi pronunciate in
convegni risalenti addirittura al 1948
e al 1964 che sembrano ancora attualissime, come “È assurdo pensare che
la floricoltura possa sopravvivere di
fronte alla dinamica evoluzione economica, tecnica, commerciale.”
Croci ha proseguito “E noi siamo qui
ancora a ripeterci le solite cose? Se
guardate bene questi grafici (i dati
sull’import-export), quello che conta
è semplicemente l’importazione che
noi abbiamo dall’Olanda. L’Olanda è
il nostro primo fornitore, ma è anche
un nostro grande cliente, perché quante piante noi mandiamo lì? Ebbene, il
materiale delle piante da coltivare sta
aumentando, e questo vuol dire che le
aziende piantano, e questo vuol dire
che chi fa la fortuna di una pianta è
sempre il coltivatore, perché ci crede.
Se il coltivatore non ci crede, non pianta.”
“I consumi, è vero, si sono abbassati
negli ultimi anni, e drammaticamente. Allora adesso vi faccio un’altra domanda: cosa avete fatto voi, singolarmente, per fare in modo che i consumi
aumentassero? Con quali strumenti
le aziende floricole hanno cercato di
superare l’ennesima tempesta recessiva?”
Nella diapositiva era illustrato un divieto d’accesso ai Don Chisciotte. “Chi
va a combattere i nostri amici olandesi, i mulini a vento? Come potete
rispondere alla competizione? In due
modi: abbassando i costi, diventando
più bravi, oppure facendo qualcosa
che gli altri non possono fare”. Croci ha consigliato ai produttori locali
di lavorare con il clima, sfruttando le
condizioni particolari di tutto il Sud
Italia, con una grande quantità di luce
nel periodo invernale: “C’’è un grande
convegni
assortimento di piante che voi potete
coltivare e loro no. E quindi non dovete guardare sempre a una condizione
di competizione, ma di collaborazione,
di partnership. Loro sono più bravi a
distribuire? Va bene, voi siete più bravi
a produrre, bisogna che voi produciate
bene, precisamente e in tanti modi. Bisogna guardare al mondo a 360 gradi.
Il mercato, soprattutto, la qualità non
è una pianta bella: è tutto l’insieme.
Perché voi potete avere delle piante
bellissime, ma se poi non siete in grado di consegnarle nei tempi giusti, nei
modi giusti, nelle forme giuste, non
le vendete. Quindi lì il miglioramento
deve essere continuo”.
E per contro, le aziende sono subissate
dalle regole, mentre il sogno di tutti è
un’azienda senza carta! Croci ha fatto
l’esempio dei marchi, delle certificazioni: “Tra un po’ le certificazioni non
lasciano più vedere il prodotto che c’è
dietro, e con queste cose noi ci dobbiamo combattere tutti i giorni”.
Sul depliant del convegno, si parlava
di limitazioni della conoscenza. “Cos’è
che limita la nostra conoscenza? Ve lo
siete mai chiesti? Fondamentalmente due considerazioni: lo sapevo già
e non sono d’accordo. Bene, quando
uno pensa così, è già partito con una
presunzione così alta che non sarà in
grado di recepire nessun’altra cosa.
Ma soprattutto non sarà in grado di
recepire l’innovazione. Innovazione significa essenzialmente sbagliare. Sbagliare dà fastidio a ognuno di noi: ma
Edison, ad esempio, prima di trovare i
materiali giusti per la lampadina ne distrusse migliaia durante i collaudi. Ma
per lui non furono fallimenti perché
questo lo portò ad arrivare alla lampadina, Con questo non dico che voi dobbiate andare in azienda e sbagliare un
giorno dopo l’altro. Voi dovete andare
in azienda, avere la vostra piattaforma, ma anche giocare, sperimentare
cose nuove, perché se non andate a
12 Flortecnica 4.2013
cercare cose nuove, saremo ancora qui
fra 40 anni a raccontarcela. E il mercato va avanti”.
In un’altra diapositiva si vedeva un
paio di occhiali: “Gli occhiali non sono
lì per caso: in futuro, Google, Internet,
sarà tutto sugli occhiali: voi potrete
avere una quantità di informazioni incredibili, ma le avete già oggi. Ai miei
tempi, avere un protocollo di coltivazione era impossibile, oggi voi lo avete in 30 secondi neanche, il tempo di
cercarlo. Ma soprattutto, per innovare, voi dovete uscire da quella che si
chiama ‘area di confort’, che è la vostra
azienda, sono le vostre abitudini, sono
le cose che fate ogni giorno. Uscire
dall’area di confort significa mettersi
in gioco, rischiare, non avere paura
di fare brutte figure. Venendo qui per
ascoltarci stasera, voi avete fatto già
un grande passo in avanti. E questo
passo in avanti magari vi permetterà
di pensare diversamente”.
Croci ha poi mostrato un’immagine di
una coltivazione verticale, fotografia
scattata alla Floriade. “Con le nuove
lampade a Led, con le nuove tecnologie, noi oggi siamo in grado di coltivare nei palazzi. Questo è un modello, un
prototipo, però guardate che nei prossimi 10-15 anni, il 15% delle verdure
che noi mangeremo sarà coltivato in
torri, in palazzi dove saranno coltivate
esclusivamente piante alimentari, slegandosi completamente dal concetto
del terreno, inquinando molto meno.
E poi ci sono le ‘speaking plants’, le
piante che parlano. Ora ci sono delle
macchine che possono fare una sorta
di TAC a una pianta, e la pianta dice
cosa le manca, se è attaccata da parassiti, come deve essere trattata. Ma nel
futuro ci sarà un chip che sarà collegato a ogni pianta, che sarà collegato a
un computer che vi dirà esattamente
come la dovete trattare. Ma non solo
voi, lo potrà fare anche il vostro consumatore, tutto questo sta arrivando,
Alessandro Pagano.
Gilberto Cristanini
è già qui. E questo non vuol dire che
coltiveremo meno piante; ne coltiveremo di più. Quindi dovete servir bene
la vostra clientela. La conclusione è
promuovere il proprio mestiere in tutte le possibili maniere, perché se noi
non promuoviamo il nostro mestiere,
chi lo farà per noi? E adesso vi do una
prova: negli anni della crisi più nera,
recente, negli Stati Uniti c’è un mercato che non è mai andato indietro, ed
è quello degli animali da compagnia.
Se voi guardate, il 45% delle famiglie
americane ha un cane. Nel mangime
per gli animali, il fatturato è sempre
cresciuto: sapete perché? Perché per
gli americani un cane è qualcosa che
migliora la qualità della vita, e la gente
vuole cose che migliorino la loro vita.
La gente non sa ancora che il verde, le
piante, sono qualcosa di essenziale per
la qualità della vita. Ma se non glielo
insegniamo noi, chi lo fa?”
Croci ha poi ricordato la Festa dei
convegni
The orchid professionals
®
since 1933
Nonni, ringraziando Cosimo Pagano,
Presidente Onorario della Festa dei
Nonni, mentre nella diapositiva c’era
l’indimenticato fondatore, Franco Locatelli. “La festa dei Nonni non è solamente un motivo per vendere qualche
fiore in più. Sì, è anche quello, ma serve anche a tenere unite le generazioni;
serve per insegnare ai nostri bambini
qualcosa sul nostro pianeta e sulla
qualità della vita, e per tenere unite le
famiglie, con un fiore, con una pianta,
Perché noi non vendiamo un prodotto, non abbiamo mai venduto un prodotto. Se noi pensiamo di andare in
giro a vendere prodotti, abbiamo sbagliato tutto. Noi vendiamo emozioni,
qualità della vita, un pezzo di natura,
un essere vivente, questo noi lo abbiamo dimenticato. Chi lo fa tutti i giorni,
magari se lo dimentica, però la gente
dall’altra parte no”.
Arturo ha poi parlato di promozione:
“Orticolario è una piccola fiera, che
si svolge da quattro anni sul Lago di
Como, a Villa Erba. Ebbene, lo scenario è molto bello, è una zona di consumo molto importante, tra le più
importanti d’Italia. Là ci sono 23.000
persone che vanno, che pagano un biglietto di 14 euro, per andare a vedere
i fiori e le piante, Questa fiera costa
300.000 euro, quindi si autofinanzia.
Ha prodotto 500 articoli sulla stampa
nazionale, 30 ore di trasmissioni televisive, e non vi è costata niente. Allora
perché non date un po’ di impegno in
più per la festa dei Nonni, o per tante
altre cose. No, caro Ivo Brautigam, noi
non ti chiediamo soldi, ti chiediamo
più materiale, più piante, più fiori, e di
lavorare insieme”.
Croci ha citato una frase di Einstein:
la conoscenza è limitata, la fantasia
circonda il mondo. “La conoscenza è il
passato, la fantasia è il futuro. Guardate sempre alla parte più luminosa della
vita. Vorrei concludere con la frase di
un pubblicitario degli anni ’20: ‘non c’è
Leader nella produzione di
giovani piante di Orchidee
www.floricultura.com +31 (0)251 20 30 60
nessun sostituto per la passione per
il lavoro’. Non importa quali tecniche
ognuno di noi usa, ma da quello che
ho visto ci sono molti che hanno passione per questo mestiere.
Croci ha introdotto, come secondo
oratore, un altro ex allievo della Scuola
di Minoprio, Marco Orlandelli. “Oltre
all’Organizzazione Orlandelli, Marco
ha anche un’azienda di progettazione
di garden, di punti vendita, ed è diventato così bravo che l’anno scorso è stato chiamato dall’Associazione Internazionale del ‘Do It Yourself’ per tenere
una conferenza a Parigi. Questa conferenza è piaciuta ed è stato invitato
per quest’anno a Las Vegas al National
Hardware Show la fiera più grande del
ferramenta degli Stati Uniti. Di conseguenza io e Cosimo quando abbiamo
organizzato questo convegno, abbiamo pensato: noi abbiamo delle risorse
così importanti e ce le lasciamo andare
in giro”.
Marco ha esordito così: “Come ha
detto Arturo, vengo invitato spesso a
conferenze: sono stato a Bruxelles e
[email protected] 0182 594059 A
andrò a Las Vegas e poi a Mosca. Vado
a parlare in conferenze per la grande
distribuzione specializzata, andando
a parlare del settore della floricoltura,
descrivendo quelli che sono i trend, di
come sta andando questo settore che è
la mia grande passione. Be’, oggi, questa sera sono qui in una platea di floricoltori, quindi non mi permetto di dire
qualcosa sulla floricoltura, ho pensato
però che forse, visto che da diversi
anni lavoro con la grande distribuzione, possa interessare a voi sapere qualcosa sulla grande distribuzione, come
la Grande Distribuzione Specializzata
vede il nostro settore.”
Ha iniziato presentandosi: “Sono
Marco Orlandelli, Amministratore
Delegato della Organizzazione Orlandelli, con mio fratello, mia sorella, mia
madre e mio padre e un folto staff, da
qualche generazione lavoriamo nel
settore della floricoltura. Operiamo
attraverso 5 aziende, un garden centre
(Valle dei Fiori), attraverso la Giardini
Valle dei Fiori facciamo progettazione, realizzazione e manutenzione di
4.2013 Flortecnica 13
convegni
Bartolomeo Di Chio.
giardini; abbiamo un’azienda agricola,
dove produciamo piante per il nostro
garden. Poi c’è l’Organizzazione Orlandelli, probabilmente la più conosciuta
in questa sala, dove progettiamo e realizziamo carrelli ed espositori per la
floricoltura e la grande distribuzione.
E poi c’è Enter Green, che è la società a cui si riferiva prima Arturo, dove
progettiamo nuovi concept per la floricoltura e la grande distribuzione,
tutto per vendere più piante e più fiori. Da qualche tempo abbiamo aperto
un ufficio in America per assecondare
quelle che sono le tendenze di quella
parte del mondo. Con i nostri prodotti forniamo molti tra i migliori garden
centre e home centre al mondo. Questo solo per precisare quello che siamo
io e cosa facciamo con il mio gruppo”.
Il titolo dello ‘speech’ di Marco era Green Checkmate, ‘Scacco Matto Verde’:
“Ho voluto presentare la floricoltura
come un gioco, perché quando il gioco
è bello, a tutti piace giocare. Il settore
della floricoltura è in un certo senso legato a quello della Green Economy e al
settore della eco-sostenibilità e per noi
che operiamo nel mondo della floricoltura e, più specificamente nel mondo
dei garden centre, ha queste essenza
della sostenibilità e del prodotto ecosostenibile nel proprio DNA. Il Garden
14 Flortecnica 4.2013
Centre tradizionale (e mi ci includo anche io con il nostro garden centre), con
il proprio management e le proprie
strategie, credo stia prendendo una
piccola, piccolissima parte di questo
mercato. I social network, internet e i
giornali, stanno tutti parlando di questo trend del verde. Però, se il garden
centre non usufruisce di tutte queste
potenzialità di mercato, chi lo sta facendo? Io credo che ci sia una nuova
cultura del verde che sta crescendo e
che non ci sia nessuno, se non pochi,
che la stiano insegnando. Non sapevo cosa avrebbe detto Arturo nel suo
speech, ma mi sembra che siamo sulla
stessa linea. In realtà, qualcuno il business della floricoltura l’ha messo nel
mirino, per esempio, ma non è questo
l’esempio più eclatante, ma chi sta in
un settore parallelo al nostro, la Bosch,
da 10 anni con gli elettroutensili per il
giardinaggio, sta aumentando del 10%
ogni anno e questo sta a significare che
qualcuno ci crede in questo business”.
Marco ha proseguito facendo un
esempio di come il trend del Natale sia
invece partito proprio dai garden centre tradizionali: “Andiamo indietro di
circa 20-22 anni fa: il trend del Natale,
a quell’epoca era confinato a qualche
piccolo mercatino di Natale, soprattutto nelle città del Nord Italia o del Nord
Europa. Circa 20 anni fa, i Garden
Centre, compreso il mio, hanno cominciato ad allestire piccoli spazi con
articoli natalizi, arredi, alberi, palline,
etc. Nel giro di breve tempo, i gardenisti hanno visto in quel settore un potenziale mercato, un settore notevole,
e in poco tempo, in tutto il mondo, il
Garden Centre si è appropriato di questo business. Certo gli altri non sono
stati lì a guardare, non è rimasto inosservato che alla domenica, al sabato, i
parcheggi dei garden fossero pieni, e
qui qualcuno si sarà chiesto “ma come
mai quell’azienda è piena di macchine”. Quando hanno visto che i garden
erano pieni per il Natale, nella GDO
qualcuno ha detto “Aspetta un attimo
che una fetta di questo mercato vado a
prendermela io”. E così è stato”.
Marco si chiede ancora oggi il perché
il business del Natale sia partito e cresciuto nei garden centre, e come mai
non si sia sviluppato altrove. Ha poi
citato un altro esempio, in cui invece i garden centre sono forse rimasti
indietro: “In un certo senso, sta accadendo anche qui, ma siamo ancora
un po’ indietro, ma io sto vivendo la
situazione anche in America, dove è
esaltata all’ennesima potenza: in questo momento, la GDS ha visto nel settore del verde, delle piante e dei fiori,
uno sviluppo importante, un trend
che, come dicevo prima, collegato alla
eco-sostenibilità, può dare grandi guadagni. Ripeto, è un fattore attrattivo,
ma non solo. Ma allora cosa dobbiamo
fare noi? Stiamo facendo la cosa giusta? Stiamo facendo le giuste strategie
nei confronti del consumatore per assecondare le sue richieste?”
Marco ha poi citato David Ben Gurion,
che divenne il primo Primo Ministro
Israeliano, nel 1948, quando venne
fondato lo Stato di Israele e che quindi venne chiamato a fare qualcosa che
prima di lui nessuno aveva mai fatto.
Una sua massima era: “Tutti gli esperti sono esperti di qualcosa che è stato.
Non esistono esperti di qualcosa che
sarà: per diventare esperti del futuro,
all’esperienza deve subentrare la visione.”
Marco ha commentato: “Penso che in
questa sala di esperienza nella floricoltura ce ne sia da vendere. Di ‘vision’
non lo so. Sulla scia di questa massima, alcuni anni fa decisi di partecipare a una fiera non del settore della
floricoltura, non c’entrava niente, ma
andai lo stesso con i miei espositori, i
miei carrelli. Si trattava di una fiera in
Germania che si fa ogni tre anni: su oltre 3000 espositori ero l’unico che ave-
convegni
va espositori per piante e fiori. Credo quella volta di aver
avuto una certa visione. Pensai che la nostra esperienza
nel settore delle piante e dei fiori potesse essere applicata
al mondo della GDO, adattandola chiaramente alle loro
esigenze. Be’, durante quella fiera conobbi una persona
che venne al mio stand e mi chiese che cosa stessi facendo
lì con i miei prodotti. Gli spiegai, con molta passione, che
cosa facevamo, gli dissi che avevo un garden centre, che
facevamo giardini. Questa persona disse: “La settimana
prossima sono in Italia e vengo a trovarti.” La settimana
seguente andai io da lui e, seduti a tavola mi disse: “Senti,
Marco, non sto cercando soci, non sto cercando soldi, sto
solo cercando qualcuno che venga qui in Ucraina a insegnare un mestiere alla mia gente, perché nei miei centri di
Grande Distribuzione Specializzata vedo che c’è un sempre crescente interesse dei consumatori per il verde. Ed è
nato così il rapporto con Epicentre, la più grossa catena di
ipermercati, che ha ora 40 centri in tutto il Paese”.
Marco ha poi citato la teoria dell’80-20 di Vilfredo Pareto
(1848-1923), secondo cui Il 20 per cento delle cause provoca l’80% degli effetti: “Detto così non significa niente.
Se invece andiamo ad applicare questo principio alla grande distribuzione, significa che il 20% dei prodotti fa l’80%
del fatturato. Questo vuol dire che, a rotazione, quando
un prodotto non rientra per fatturato nella fascia del
20%, vengono fatte delle serie considerazioni se va tenuto
o se va escluso. È ovvio che questo, applicato nel mondo
della floricoltura, nel Garden Centre, va calibrato bene.
Ad esempio, se nel vostro garden ci sono 10 primule e ne
vengono vendute 5, se la settimana successiva si pensa
che bastino quelle 5 primule, si sbaglia. Perché se non le
si vende, probabilmente perché sono brutte, la settimana
dopo ancora non le si ricompra, e passa la stagione. Allora, un carissimo amico australiano, che ha diversi garden
centre, mi ha insegnato: “Marco, le risposte non sono in
ufficio, non sono con i software. Se ti fai delle domande,
le risposte le devi andare a cercare nella serra. “ Questo
diciamo che ancora è il gap che la grande distribuzione,
affidandosi a dei meccanismi molto statici, non è ancora riuscita ad entrare prepotentemente nel mondo delle
piante e dei fiori, ma ci arriverà. Allora, dicevo che abbiamo grandi possibilità di crescere e credo che abbiamo
tra le mani una grande opportunità di crescita. Come nel
trend degli articoli natalizi, il garden può fare la differenza. Quindi credo che dobbiamo guardare e imparare dalla
grande distribuzione, così come la grande distribuzione
guarda e impara da noi.
Ad esempio sulla base del principio di Pareto dobbiamo
cercare di fare la stessa cosa anche noi. Ad esempio, dob4.2013 Flortecnica 15
convegni
biamo un po’ rivoluzionare il tradizionale layout i nostri garden centre, cercare di fare dei layout che partano non
dall’interno ma dall’esterno: già quando il cliente arriva nel parcheggio deve
vivere un’esperienza. Noi, quando progettiamo un garden centre, oltre agli
interior designer utilizziamo anche
gli architetti del paesaggio, e questo fa
la differenza alla fine di un progetto.
Il concept che noi proponiamo come
Organizzazione Orlandelli prende
spunto dalle logiche intelligenti che
abbiamo acquisito lavorando a stretto
contatto con la grande distribuzione
specializzata”.
Marco Orlandelli ha poi proseguito:
“Ci sono tre cose fondamentali che
sono da tenere presenti quando si
realizza un’esposizione; la prima è l’emozionare: a partire dal parcheggio
devo creare emozioni verso il cliente.
Secondo, l’esaltare le caratteristiche
estetiche e qualitative delle piante.
Mi capita spesso di entrare nei garden
centre (non solo italiani) e di trovare
una situazione ai miei occhi un po’
scarsa, bancali alla destra, bancali alla
sinistra, tutti alla stessa altezza, con il
corridoio in mezzo, e questo crea poca
dinamicità nell’ambiente di vendita,
cosa che invece dobbiamo creare. E
tutto questo, io lo dico sempre sia ai
garden centre sia alla grande distribuzione, prima di vendere piante e fiori,
create emozioni con piante e fiori.
Un’ultima cosa e parlo a chi pensa che
lo sviluppo del business del verde nella
grande distribuzione specializzata sia
un male. Non è così: questa dinamica
aumenterà la passione nei confronti
del verde e farà aumentare i consumi
di piante e fiori, e l’aumento del consumo porterà sempre più appassionati a
confrontarsi con gli esperti del settore.
Quindi, se siete esperti, non tenetelo
per voi, fatelo sapere al di fuori dei
vostri cancelli e, per parafrasare Ben
Gurion, unite l’esperienza alla visione.
16 Flortecnica 4.2013
Francesco Bruno Gnisci.
Arturo Croci, commentando l’intervento di Marco Orlandelli, ha detto:
“Quando voi entrate in un supermercato, quanta emozione avete? Nessuna! E chi vi dà retta? Molto probabilmente nessuno. E allora cosa dovete
fare nel vostro garden, imitare la grande distribuzione o andare completamente dall’altra parte? E il cliente che
entra da voi trova un ambiente amichevole, ed è tutta un’altra cosa. Chi è
il vostro cliente? È un cliente che viene
casualmente o è un cliente fisso? Cosa
fa delle piante? Quando ha bisogno di
chiedere un’informazione, da chi va, al
Supermercato? Non fanno ancora la
vendita assistita, costa troppo a loro.
Voi invece siete lì e siete un punto di
riferimento. E siete quindi il fornitore
ideale. Quindi imparate dalla Grande
Distribuzione a fare in modo completamente diverso”.
Poi Arturo ha introdotto il relatore
successivo, Alessandro Pagano, e gli ha
chiesto, in quanto produttore in un’azienda affermata: “Come formate l’assortimento della vostra azienda, quali
sono i criteri che vi portano a scegliere
queste piante? Qual è la positività della tua scelta?”
Alessandro Pagano ha cominciato così
il suo intervento: “Una sera di gennaio
si stava organizzando questo convegno e Arturo disse che serviva qualcuno del mondo della produzione per
fare un po’ la fotografia del nostro settore e mi ha mandato queste domande, raccomandandosi di essere un po’
ottimista. Però sappiamo tutti che le
vendite nel mese di gennaio sono quelle che sono, e fuori c’erano tra 0 e -2 °C,
il Natale non era stato da segnalare nel
Guinnes dei primati. Quindi gli ingredienti per fare un discorso sull’ottimismo non erano poi così genuini. Invece, fermandosi un po’ a vedere un po’
la situazione del nostro settore, sono
emerse alcune particolarità che ci portano a dire che stiamo cavalcando il cavallo giusto. Spesso siamo influenzati
dall’esposizione mediatica concentrata
sulle negatività, così come una morte
fa senz’altro più notizia di una nascita.
Invece nel nostro settore di positività
ce ne sono tante. Io ne ho individuate
cinque per stasera ma si potrebbe allargare di gran lunga questo capitolo.”
Alessandro Pagano ha proseguito: “Intanto ho notato che siamo un comparto in continua evoluzione e cambiamento. E questo ce lo dicono i numeri.
Sono partito da una statistica sul consumo di piante da appartamento e ho
fatto un confronto tra quelle che sono
state le vendite negli ultimi 10 anni
e quelle dei 10 anni precedenti. Devo
dire che è paradossale notare come
quattro articoli della ‘top ten’ siano
nella classifica delle piante europee
completamente nuove. Se confrontiamo le piante più vendute nel 2002 con
quelle del 2012, non ci sono più quattro delle prime cinque: Ficus, Philodendron, Dracaena ed Hedera, che sono
scese nelle posizioni. E, se questo è un
lato negativo, c’è ne è anche uno positivo, perché contestualmente sono
entrate altre quattro piante nella ‘top
ten’ che rappresentano ora addirittura il 46% dei volumi di vendita che si
fanno in tutta Europa. Può darsi che
per tanti anni siamo stati sempre a cavalcare gli stessi articoli e ora c’è stata
un’inversione di tendenza. È per que-
convegni
Cosimo Pagano e il Sindaco di Ruvo, Vito Nicola Ottombrini.
sto che dico che siamo un settore abbastanza dinamico,
perché abbiamo capito il momento, abbiamo capito il consumatore e gli abbiamo dato ascolto. Un po’ come quanto
è accaduto per la musica: per 20, 30 o 40 anni abbiamo
ascoltato musica solo sul vinile. Però poi è uscito il compact disc ora, che sono passati poco più di 20 anni dall’introduzione dei cd, possiamo ascoltare la musica su qualsiasi supporto digitale. Così è avvenuto anche nel nostro
settore: eravamo abituati a Croton e Dieffenbachia, articoli
che ora sono praticamente scomparsi. Al contrario, due articoli come Dipladenia e Phalaenopsis non è che fossero inesistenti ma contavano ben poco nel mercato che avevamo.
Quindi questo è un aspetto positivo del nostro mercato,
che si può ricollegare a quanto diceva l’Amministratore Delegato di un’importante azienda americana: “Assicuratevi
solamente di cambiare, poi tutto il resto viene da sé”. Un
altro suo pensiero era: “Guardate il mondo come realtà e
non come quello che noi avremmo voluto che fosse”. Quindi, la prima positività è basata sul dinamismo produttivo,
che si è evoluto solo nel corso di un decennio”.
Alessandro ha continuato: “Una seconda positività è un dinamismo commerciale, unito a quello del mondo produttivo. Pensiamo alle piante verdi di una certa dimensione,
che avevano un mercato enorme 10 anni fa, e che ora non
esistono più. Ora ci siamo inventati dei vasi più grandi per
mettervi all’interno piante di dimensioni medio-piccole:
questo di fatto ci ha portato un duplice beneficio, perché
vendiamo la pianta ma vendiamo anche il vaso. Tutto questo, solo 10-12 anni fa era solo per pochi, non per tutti;
quindi abbiamo captato quello che il consumatore ci stava
chiedendo, abbiamo capito che la pianta grande occupava
troppo spazio. E allora ci siamo inventati l’alternativa, ad
esempio con la pianta piccola che viene venduta con il vasetto abbinato.
Un terzo aspetto positivo, è la marginalità delle nostre
aziende. Quando parliamo tra di noi, parliamo tutti di bassa marginalità e questo va bene, perché di questi tempi,
avere bassa marginalità rispetto a chi non ce l’ha proprio
è sicuramente un aspetto positivo. Il nostro settore forse
vive una crisi di liquidità, come tutti, ma non stiamo vi4.2013 Flortecnica 17
convegni
vendo una crisi economica. Il settore
delle piante esiste ed è vivo. Secondo
me, una crisi finanziaria è molto più
facile da risolvere che non una economica. Credo che tutti siamo d’accordo
che sia meglio avere qualche problema
di liquidità, che possiamo risolvere,
piuttosto che avere un problema economico, come non avere più clienti;
questo sarebbe molto più difficile da
risolvere sul mercato”.
Alessandro Pagano ha poi proseguito:
“Non dimentichiamo che vendiamo
beni che non sono di prima necessità, intesa come necessità di vita, di
sopravvivenza. Sappiamo tutti quali
sono i benefici di una pianta, quelli
estetici, quelli ambientali e quelli funzionali, ma sicuramente senza acqua si
muore, senza una pianta non si muore. Quindi questo è un aspetto positivissimo del nostro settore, quello di
avere ancora dei margini sia pur piccoli, ci auguriamo tutti che siano migliori
nei prossimi anni, ma questi margini
ci sono ancora.
Un quarto aspetto positivo è che lavoriamo con un prodotto ‘povero’. Chi
avrebbe mai pensato che un’orchidea
si sarebbe potuta acquistare a 10.000
lire? Solo 10 anni fa nessuno ci poteva
pensare. Oggi si può acquistare un’orchidea a 5 euro. Chi avrebbe mai potuto pensare di poter vendere un geranio
a 1900 lire al pubblico: nessuno! Oggi
qualche supermercato può vendere un
geranio a 0.99 per attirare la sua clientela. Quindi questo è molto importante perché non so quali altri settori
merceologici diversi dal nostro possano dare l’opportunità al consumatore
finale di poter portare a casa qualcosa
di bello, di colorato, di vivo con solo
pochi euro. L’ultimo aspetto positivo è
che abbiamo una bassissima comunicazione. Un aspetto positivo perché se
già oggi con una comunicazione bassissima, si potrebbe dire praticamente
inesistente, siamo comunque in grado
18 Flortecnica 4.2013
di stare su un mercato, di portare a
casa dei margini, dei risultati, di essere dinamici, in continua evoluzione,
immaginate, se cambiasse questo scenario, cosa il nostro settore potrebbe
diventare. Noi siamo sconosciuti ai
più, ho avuto modo personalmente
di constatarlo quando abbiamo partecipato con il consorzio che presiedo
alla Fiera del Levante, dove abbiamo
semplicemente allestito degli stand di
arredamento. Questo per trasmettere
il concetto ‘Arreda con il Verde’, per
far vedere alla gente che accanto a un
divano una pianta ci sta benissimo o
accanto a una cucina una pianta ci sta
benissimo. C’era qualche espositore
del settore dell’arredamento che ci ha
rimproverato perché la gente andava
negli stand a vedere le piante e non
più i mobili, ma la cosa più assurda che
veniva fuori era che la gente chiedeva
se le piante erano vere. Questo ci fa
capire che il nostro mercato è ancora
sconosciuto, che abbiamo una potenzialità di crescita davvero enorme. Un
piccolo passo fatto da tutti ci potrebbe
permettere davvero di fare un risultato enorme. C’è un altro che si può
applicare anche a Florbusiness: se uno
va da solo va molto veloce, ma se va
insieme va sicuramente lontano. Io
spero che qualcuno, anche a livello nazionale, prenda in mano la situazione
perché davvero ne potremmo trarne
beneficio tutti quanti, con una campagna pubblicitaria mediatica. Ai miei
collaboratori dico sempre: “In azienda
i problemi sono tanti, ma le soluzioni
sono tantissime e quindi quando c’è
una soluzione in più al problema, ce la
possiamo fare tutti quanti”.
Arturo Croci ha commentato che il
messaggio finale di Alessandro Pagano era fortissimo: “Insieme si va da
qualche parte: ricordo benissimo una
delle considerazioni che facevo quando ero in coma, che guardava all’importanza di chi ero io, mi sono chiesto,
ma se un essere umano è importante
solo per se stesso, ma che valore ha?
Se non è utile agli altri, che valore ha?
Sembra una cosa semplice, ma questo
Florbusiness, come le Porte Aperte
a Marsala, come la Festa dei Nonni,
come tante altre cose, sono lo sforzo
comune di tanta gente che lavora insieme verso una direzione che sia utile
a tutti. Come si lavora insieme? Questa è un’altra bella domanda. Ed è per
questo che abbiamo un oratore come
Gilberto Cristanini. Non vi dico chi è e
cosa fa ma se andate in Internet vedrete chi è cosa ha fatto e cosa stia facendo. Ma lo voglio definire un ‘facitore di
uomini’.
Gilberto Cristanini ha esordito così:
“Non pensate alle cose positive che
avete vissuto nell’ultima settimana.
Cosa state pensando? Qualcuno ha
pensato a cose positive? Non pensate a come avete lasciato la camera da
letto questa mattina, e non pensate a
come avete lasciato il vostro letto questa mattina. Dove siete andati con la
testa? Il nostro cervello non conosce
la parola non, e quindi per dare un significato alla parola ‘non’ ha bisogno
di visualizzarla. Ogni sistema vivente
che non cresce e si evolve è destinato
a scomparire.
Noi come persone fisiche siamo un
sistema, la vostra famiglia è un sistema, la vostra azienda è un sistema.
La vostra associazione è un sistema e
noi come persone siamo un sistema.
Con i nostri sottosistemi di valori, regole, condizioni. E un sistema cresce
ed evolve attraverso l’interazione delle singole parti. Quando l’interazione
delle singole parti non è più funzionale allo scopo comune, non è più funzionale a uno scopo più alto, la persona, il sistema, si chiude su sé stesso,
si chiude verso l’esterno, si atrofizza,
con la conseguenza che è quella di
scomparire. La società in cui viviamo è
contrassegnata da due parole: cambia-
convegni
mento e complessità. Niente è più facile: le nostre certezze vengono messe
in discussione, e tante risposte che abbiamo trovato con molta difficoltà non
ci sono più utili o, peggio ancora, tante
risposte rischiano di diventare ostacoli nel comprendere il nuovo. Alcuni
ostacoli al cambiamento sono la forza
dell’abitudine, la diffidenza, la difesa
del proprio territorio, con i presupposti che questo comporta, la paura.”
Cristanini ha proseguito: “Vi devo dire
una cosa: questo quadro desolante
può cambiare. Ma come? Può cambiare cambiando prospettiva, cambiando
angolazione, cambiando punto di vista. Ogni ostacolo, se usato in modo
creativo, può diventare una sorgente
di energia. Provate a immaginare una
resistenza. Una resistenza può diventare una sorgente di energia quando se
ne inverte la direzione. E allora, la diffidenza può diventare rispetto e ascolto, la difesa apertura e collaborazione,
la paura coraggio. Nessun successo
passato garantisce un successo futuro.
Oggi il tutto è in relazione con il tutto, e questo significa complessità. E il
modo migliore per affrontare la complessità è quello di iniziare un processo
di riflessione da e con diversi punti di
vista. Individuare alternative diverse,
scenari di successo diversi. La complessità non può essere gestita con
una soluzione certa e univoca. La complessità, come hanno detto gli amici
relatori precedenti, viene gestita con
l’innovazione e l’innovazione significa
cambiamento. Ma non cambiamento
fine a sé stesso. È necessario cogliere
cosa cambiare, è necessario cogliere
cosa è necessario cambiare. E dove?
In noi stessi! Nelle nostre aziende, nei
rapporti che abbiamo con il mercato,
con i clienti, con i fornitori e anche con
i concorrenti.”
Gilberto ha citato una sua esperienza
recente: “Nel 2010, tre imprenditori
come voi hanno deciso di intrapren-
dere con me un percorso di sviluppo
personale e imprenditoriale. Io sono
un formatore, un coach aziendale, e
un formatore manageriale e imprenditoriale. Sono di Mantova, provengo
da un’azienda, ho lavorato 14 anni in
tre gruppi industriali, scalando velocemente tutti i livelli di responsabilità,
e in 7 anni a essere dirigente in una
multinazionale americana, come direttore sviluppo amministrativo e valorizzatore delle risorse umane, e poi
una multinazionale giapponese. Dopo
14 anni mi sono messo in proprio e ho
costituito una società di consulenze
aziendali, la G consulenze di Mantova.
Quindi, nel 2010 questi imprenditori
(due soci in una prima azienda, marito e moglie in una seconda azienda, e
una terza azienda in cui si sta ultimando un passaggio generazionale), erano
concorrenti; poi hanno cominciato
ad ascoltarsi, in modo diverso, a confrontarsi in un modo diverso e hanno cominciato a collaborare in modo
propositivo e positivo, ottenendo ottimi risultati. Hanno creato una rete
di impresa. Le reti di impresa sono
nate in Italia nel 2009, sono nate da
poco. Questa è stata una delle prime
reti di impresa: siamo nel settore tessile, ma sono imprenditori come voi,
che si sono resi conto che se avessero
continuato con lo stesso modo di fare
e di pensare nel proprio piccolo, non
avrebbero raggiunto risultati futuri positivi, né per loro, né per la loro
azienda, né per la propria famiglia.
Quali sono i vantaggi di un’alleanza
di cervelli? Con un’alleanza di cervelli, vedendo le situazioni complesse da
diversi punti di vista, hanno creato un
business davvero interessante. Hanno
creato una serie di vantaggi: il primo
è la generazione di maggior valore,
cioè hanno creato quello che si dice la
sinergia. Il tutto è superiore alla somma delle singole parti. Ma generare un
maggior valore significa fare un fattu-
rato molto, molto superiore rispetto
alla singola azienda. Si conseguono
economie di scala. Hanno acquisito
nuovi clienti che prima per ogni singola azienda erano inaccessibili. Ogni
azienda è cresciuta e si è sviluppata. I
loro clienti in questo momento sono
alcuni dei principali protagonisti del
mondo italiano della moda. Ma cosa
ha consentito ai sei imprenditori, due
soci fratelli, marito e moglie, padre e
figlio con passaggio generazionale, di
ottenere questi risultati?” Sulla diapositiva proiettata si leggeva “Il vero
viaggio di scoperta non consiste nel
cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”
Cristanini ha proseguito: “Quindi cosa
hanno cambiato questi sei signori?
Hanno cambiato il loro modo di pen-
4.2013 Flortecnica 19
CONVEGNI
sare e quindi il loro modo di agire.
Hanno abbassato ostacoli e barriere e
questo ha consentito loro di vedere oltre, di allargare gli orizzonti, di ampliare le prospettive. E poi hanno iniziato
da subito un processo di miglioramento continuo, a livello tecnologico, a livello organizzativo e a livello di risorse umane. E c’è una caratteristica per
ogni sistema che tende all’eccellenza: è
il miglioramento continuo dei processi
di relazione e interazione tra le persone che costituiscono il sistema. Con
questi sei imprenditori, si è condiviso
uno scopo comune, creare business di
eccellenza, e questo è simile alla vostra
lungimiranza imprenditoriale di fare
sistema e proporre, come ho letto sul
sito, “L’eccellenza italiana che coltiva il
futuro.”
Dopo aver trovato lo scopo comune,
per arrivare poi a declinarlo abbiamo
fatto sei incontri collegiali. Poi ho chiesto loro “Ma chi volete essere?” E dopo
tre cene e diversi caffè hanno definito
la loro identità: essere una squadra di
successo. Bene, avete condiviso uno
scopo comune, la vostra ‘Vision’, avete definito chi siete e chi volete esse-
re, adesso ho bisogno di sapere quali
sono i vostri principi organizzativi, i
valori che sosterranno il vostro modo
di fare e quindi di comportarvi tra di
voi. E hanno individuato la carta dei
valori. Eccoli: rispetto tra di noi e del
nostro personale, collaborazione reciproca, massima disponibilità, fiducia e
responsabilità sociale.
Gilberto ha concluso così: “Bene, un
ultimo tassello e siete pronti per questo bellissimo e sfidante percorso che
avete deciso voi di intraprendere. Gli
ho chiesto: “Come vi sentirete, come vi
sentite?” e la loro risposta è stata “Rete
di imprese efficace ed efficiente. Persone di successo con idee chiare e nuove, persone consapevoli della propria
forza. L’aggregazione: è nei momenti
di difficoltà, di complessità che l’aggregazione dà e continua a dare energia
e nuova passione. Per creare qualcosa
che fino a ieri non c’era, non avevamo
gli occhi per vedere e per guardare con
attenzione, quello che era necessario
aggiungere.”
L’intervento di Cristanini si è concluso con un breve filmato tratto da uno
dei più noti film dedicati agli sport,
‘Ogni maledetta domenica’, in cui Al
Pacino, coach di una squadra di football americano, motiva i suoi giocatori
a guadagnare il campo centimetro per
centimetro.
Il convegno si è concluso con gli interventi di Bartolomeo Di Chio dell’Associazione Italiana Garden Center, con
quello del Professor Francesco Bruno
Gnisci, Premio Nobel per la Pace con
l’Associazione Medici contro il Nucleare e con quello del Sindaco di Ruvo.
persone
Lutto per la scomparsa di Egidio
Bonanomi
Egidio Bonanomi di anni 75 è scomparso lo scorso 12 marzo, negli anni
sessanta fu il primo a introdurre in
Lombardia la coltivazione della Soia.
Insieme al fratello Peppino e ai fratelli Fabio e Ulderico Spreafico avevano
dato vita nel 1962 alla Plastecnic di
Perego Brianza che ha festeggiato, lo
scorso anno, i primi 50 anni di vita.
Per Egidio l'amicizia e i rapporti
umani erano la cosa più importante, nonostante fosse in pensione da
diverso tempo alcuni clienti lo chiamavano ancora per avere consigli
sulla coltivazione e lui era sempre
disponibile.
Ai famigliari e ai collaboratori della
Società Plastecnic le più sentite condoglianze da parte di Arturo Croci,
dalla redazione di Flortecnica e da
tutti gli amici florovivaisti.
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