convegni di Aldo Colombo Florbusiness: un convegno all'insegna della positività G iovedì 21 Febbraio presso l’Hotel Pineta di Ruvo di Puglia, nell’ambito di Florbusiness, si è svolto il convegno ‘Come superare le barriere all’apprendimento, innovare e promuovere il proprio punto vendita’. Cosimo Pagano ha aperto il convegno precisando che il tema della serata sarebbe stato l’ottimismo. Cosimo ha poi ricordato Graziano Giovannelli consegnando una targa alla figlia Arianna. Arianna, visibilmente commossa, ha ringraziato la Puglia per l’ospitalità impressionante. Essendo venuta a tutte le edizione, ha potuto apprezzare un gruppo di aziende che investono e migliorano, e che hanno una produzione di eccellenza. Cosimo ha ricordato di essere in floricoltura dal 1972: all’epoca non si sentiva la necessità di associarsi, l’offerta era molto superiore alla domanda e si vendeva sul posto, un vero e proprio Km 0 ante litteram. Ora è cambiato tutto e sul mercato si sono create situazioni difficili da affrontare. Una tra le prime necessità è quella di creare aggregazione per essere meglio rappresentati sul mercato, e con questo spirito è nato il Florbusiness. Si tratta di un gruppo di imprenditori che condividono gli obiettivi e che si sono aggregati non solo per mettere insieme le produzioni ma, anche e soprattutto, le proprie conoscenze e professionalità, con programmi comuni per migliorare l’offerta. Cosimo ha ricordato la collaborazione di Florbusiness con istituti di certificazione, tra cui MPS: entro la fine dell’anno tutte le aziende saranno certificate. La certificazione implica il rispetto dell’ambiente e l’in6 Flortecnica 4.2013 Il tavolo dei relatori. serimento nei propri programmi della riduzione dell’impatto ambientale. Le aziende di Florbusiness devono fare gruppo per il mercato nazionale, ma devono guardare attentamente anche ad altri paesi, specialmente quelli del bacino del Mediterraneo. Questo obiettivo se l’erano poste 5 anni fa all’inizio della collaborazione. Rispondere alle esigenze del mercato è il dovere di ogni imprenditore. È necessario associarsi per creare maggior equilibrio fra singoli, realizzare sinergie e quindi produrre soluzioni adatte al mercato. Alcuni obiettivi sono già stati raggiunti: di anno in anno c’è sempre più interesse e partecipazione da parte degli operatori. Però, ha proseguito Cosimo, non bisogna mai essere appagati dai traguardi raggiunti e bisogna cercare di ottimizzarsi ponendosi sempre nuovi traguardi, accordando sempre più attenzione verso il mercato e il consumatore ed essere propensi ai cambiamenti che ci si pongono. Florbusiness è un’associazione di filiera, forse l’unica nel suo genere, un’esperienza di collaborazione che ha unito produttori e distributori di prodotti e servizi che a vario titolo forniscono vari canali di vendita. Cosimo si è detto certo che questa sia stata l’arma vincente e continuerà ad esserlo. “Se continueremo, ognuno di noi, a occupare i diversi ruoli nella catena distributiva, questa collaborazione sarà destinata ad affermarsi sempre di più, ma se al contrario ci saranno delle invasioni di campo vedremo allontanarsi i nostri obiettivi. Io sono convinto che comunque che il nostro gruppo si rafforzerà sempre di più ed è quello che auguro a tutti coloro che hanno dei progetti in comune.” Cosimo ha poi dato un po’ di numeri sulla manifestazione: le aziende hanno oltre 120 ettari di produzione con oltre 20 milioni di piante prodotte, convegni tra piantine da ricoltivare e piante da esterno e da interno. 500 sono gli occupati, tra quadri, dirigenti, personale specializzato e operai. Va poi considerato l’indotto che le aziende vanno a creare, come le aziende di trasporto, di terricci, vasi, materiali, etc. Cosimo ha poi ringraziato gli operatori per il passaparola nei confronti dei colleghi, passaparola che ha funzionato davvero: chi è venuto al primo anno è rimasto contento e così è accaduto negli anni successivi, attirando sempre più operatori. Cosimo ha poi aggiunto: “Nel convegno cercheremo con l’aiuto dei diversi relatori come fare a muoverci in un mercato sempre più difficile ma nel contempo quello più affascinante, quello del verde. Lo faremo analizzando i diversi aspetti, ma soprattutto lavorando sui dati positivi, obiettivi che si possono e si devono raggiungere. Saranno gli oratori che ci spiegheranno perché si possono raggiungere. L’attenzione per il verde, finalmente anche in Italia sta assumendo una notevole importanza culturale e commerciale. Questo aspetto ci deve far riflettere: dobbiamo anche noi contribuire a diffondere la cultura del verde.“ Il Dott. Ambrosi, presidente della CCIA di Bari, ha avviato il Convegno. Ambrosi ha elogiato gli imprenditori che partecipano al Florbusiness. Nella provincia di Bari, ci sono 210 produttori e 40 vivai, quindi è un settore che Arianna Giovannelli e Cosimo Pagano. 8 Flortecnica 4.2013 Cosimo Pagano Alessandro Ambrosi non si può certo trascurare o definire di secondo piano dal punto di vista economico. Ambrosi ha ricordato uno slogan che era stato lanciato diverso tempo fa dalla Regione Puglia: “Puglia, dove la natura è colore”, uno slogan che si adatta benissimo al settore florovivaistico. Cosimo Pagano ha poi chiamato il Direttore dell’Ufficio Olandese dei Fiori, Ivo Brautigam, accompagnato da Charles Lansdorp, responsabile dell’Ufficio Olandese dei Fiori in Italia. Secondo Cosimo, tra produttori italiani e produttori olandesi non ci deve essere guerra ci deve essere collaborazione, sia dal punto di vista commerciale, sia, in un momento come questo, andare verso il grande pubblico. Cosimo ha ricordato la grande manifestazione presso la fiera del Levante ‘In attesa della Festa dei Nonni’: Brautigam era presente anche in occasione di quella serata. L’Ufficio Olandese dei Fiori, in quell’occasione ha dato davvero una mano. Quindi, è necessario un sforzo comune, per poter cercare di spingere di più verso il grande pubblico, e questo andrà a favore di tutto il settore. Ivo Brautigam ha ricordato che è la quarta volta che viene in Italia. In Olanda, come in tutta Europa c’è la crisi e an- che l’Ufficio Olandese dei fiori ha dovuto essere ridimensionato. Durante quest’anno l’ente ha dovuto fare delle scelte difficili su quali Paesi scegliere per una collaborazione, ma Brautigam ha rassicurato che quest’anno continuerà il rapporto con l’Italia. La Festa dei Nonni sarà uno degli impegni principali e sarà promossa in tutta Europa, sarà reso un grande evento, e BBH investirà su questo evento. Arturo Croci, primo oratore e moderatore della serata, ha ringraziato il pubblico e le aziende e ha detto che aveva accettato l’invito solo a condizione di non parlare di negatività. “Tutti sappiamo come vanno le cose oggi: il problema è che tutto il mondo economico e della comunicazione cerca di attrarre la nostra attenzione con le cose negative. Ora, questa società di cose positive ne ha tante. Noi facciamo un mestiere positivo. Con questo, non voglio dire che la negatività non c’è, voglio solo dirvi che la vera Battaglia d’Inghilterra è nella nostra testa. Quindi, il saper cambiare dipende da noi”. Florbusiness ha portato un notevole cambiamento qui. È stato scelto il tema: “Garden max business”, ma non è un tema riferito solo al garden. Il tema è come massimizzare il no- convegni Charles Lansdorp, Ivo Brautigam (Direttore dell'Ufficio Olandese dei Fiori) e Cosimo Pagano. stro lavoro. La speranza di Croci era che i presenti uscissero dal convegno guardando il mondo in modo diverso. “Dite all’uomo una verità e gli avrete risolto un problema per un giorno. Insegnate a un uomo a ragionare e lui lo farà per tutta la vita. In questo breve attimo cercherò non di insegnarvi a ragionare perché lo sapete fare magari meglio di me, ma magari di darvi qualche spunto in più. Quando noi guardiamo alla nostra vita, al nostro lavoro, il passato ci sembra sempre migliore. Il presente è sempre grigio, il futuro è qualcosa di inesistente. In realtà, vi garantisco che la vita oggi è migliore dappertutto sul pianeta, la vita è migliorata moltissimo negli ultimi anni e quindi questa immagine va rovesciata. Il futuro è splendente, e ve lo dice qualcuno come i grandi del passato. Rothschild diceva: “Voi pensate che ai miei tempi fosse facile: non era così”. Ford non aveva la radio in casa, non aveva il bagno non aveva l’acqua calda ed era un miliardario. Ora il più povero di noi ha la televisione, il telefonino; in Nigeria ci sono 35 milioni di smartphone in funzione. Quindi, quello che funziona sono i nostri sogni: sogni vuol dire che noi dobbiamo avere degli obiettivi, ma gli obiettivi non devono mai limitarci nell’azione. La conoscenza è quindi importante, così come il processo: la definizione di processo è molto semplice ma la gente dimentica spesso quello che vuol dire. 10 Flortecnica 4.2013 Arturo Croci e Marco Orlandelli. Il processo inizia con comunicazione, cioè noi dobbiamo comunicare, parlare, vedere. Dopo c’è intuizione, viene fuori il famoso pensiero laterale, l’idea. Dopo di che c’è la progettazione, dopo c’è l’implementazione, e alla fine c’è il risultato. Qualsiasi cosa voi facciate, non si può scappare da questa definizione: non si può partire dal risultato senza progettazione, senza tutto il resto. Cioè oggi non si può pretendere di avere se qualcuno non si mette a fare. La società ci giudica sempre per quello che abbiamo, però quello che abbiamo dipende dalla nostra abilità a fare le cose, e questo dipende da chi siamo noi. Io sono un ex allievo di una scuola di floricoltura. Ho imparato a coltivare a Minoprio, in quegli anni, e in questa sala ci sono molti miei compagni di scuola.” Croci ha poi citato frasi pronunciate in convegni risalenti addirittura al 1948 e al 1964 che sembrano ancora attualissime, come “È assurdo pensare che la floricoltura possa sopravvivere di fronte alla dinamica evoluzione economica, tecnica, commerciale.” Croci ha proseguito “E noi siamo qui ancora a ripeterci le solite cose? Se guardate bene questi grafici (i dati sull’import-export), quello che conta è semplicemente l’importazione che noi abbiamo dall’Olanda. L’Olanda è il nostro primo fornitore, ma è anche un nostro grande cliente, perché quante piante noi mandiamo lì? Ebbene, il materiale delle piante da coltivare sta aumentando, e questo vuol dire che le aziende piantano, e questo vuol dire che chi fa la fortuna di una pianta è sempre il coltivatore, perché ci crede. Se il coltivatore non ci crede, non pianta.” “I consumi, è vero, si sono abbassati negli ultimi anni, e drammaticamente. Allora adesso vi faccio un’altra domanda: cosa avete fatto voi, singolarmente, per fare in modo che i consumi aumentassero? Con quali strumenti le aziende floricole hanno cercato di superare l’ennesima tempesta recessiva?” Nella diapositiva era illustrato un divieto d’accesso ai Don Chisciotte. “Chi va a combattere i nostri amici olandesi, i mulini a vento? Come potete rispondere alla competizione? In due modi: abbassando i costi, diventando più bravi, oppure facendo qualcosa che gli altri non possono fare”. Croci ha consigliato ai produttori locali di lavorare con il clima, sfruttando le condizioni particolari di tutto il Sud Italia, con una grande quantità di luce nel periodo invernale: “C’’è un grande convegni assortimento di piante che voi potete coltivare e loro no. E quindi non dovete guardare sempre a una condizione di competizione, ma di collaborazione, di partnership. Loro sono più bravi a distribuire? Va bene, voi siete più bravi a produrre, bisogna che voi produciate bene, precisamente e in tanti modi. Bisogna guardare al mondo a 360 gradi. Il mercato, soprattutto, la qualità non è una pianta bella: è tutto l’insieme. Perché voi potete avere delle piante bellissime, ma se poi non siete in grado di consegnarle nei tempi giusti, nei modi giusti, nelle forme giuste, non le vendete. Quindi lì il miglioramento deve essere continuo”. E per contro, le aziende sono subissate dalle regole, mentre il sogno di tutti è un’azienda senza carta! Croci ha fatto l’esempio dei marchi, delle certificazioni: “Tra un po’ le certificazioni non lasciano più vedere il prodotto che c’è dietro, e con queste cose noi ci dobbiamo combattere tutti i giorni”. Sul depliant del convegno, si parlava di limitazioni della conoscenza. “Cos’è che limita la nostra conoscenza? Ve lo siete mai chiesti? Fondamentalmente due considerazioni: lo sapevo già e non sono d’accordo. Bene, quando uno pensa così, è già partito con una presunzione così alta che non sarà in grado di recepire nessun’altra cosa. Ma soprattutto non sarà in grado di recepire l’innovazione. Innovazione significa essenzialmente sbagliare. Sbagliare dà fastidio a ognuno di noi: ma Edison, ad esempio, prima di trovare i materiali giusti per la lampadina ne distrusse migliaia durante i collaudi. Ma per lui non furono fallimenti perché questo lo portò ad arrivare alla lampadina, Con questo non dico che voi dobbiate andare in azienda e sbagliare un giorno dopo l’altro. Voi dovete andare in azienda, avere la vostra piattaforma, ma anche giocare, sperimentare cose nuove, perché se non andate a 12 Flortecnica 4.2013 cercare cose nuove, saremo ancora qui fra 40 anni a raccontarcela. E il mercato va avanti”. In un’altra diapositiva si vedeva un paio di occhiali: “Gli occhiali non sono lì per caso: in futuro, Google, Internet, sarà tutto sugli occhiali: voi potrete avere una quantità di informazioni incredibili, ma le avete già oggi. Ai miei tempi, avere un protocollo di coltivazione era impossibile, oggi voi lo avete in 30 secondi neanche, il tempo di cercarlo. Ma soprattutto, per innovare, voi dovete uscire da quella che si chiama ‘area di confort’, che è la vostra azienda, sono le vostre abitudini, sono le cose che fate ogni giorno. Uscire dall’area di confort significa mettersi in gioco, rischiare, non avere paura di fare brutte figure. Venendo qui per ascoltarci stasera, voi avete fatto già un grande passo in avanti. E questo passo in avanti magari vi permetterà di pensare diversamente”. Croci ha poi mostrato un’immagine di una coltivazione verticale, fotografia scattata alla Floriade. “Con le nuove lampade a Led, con le nuove tecnologie, noi oggi siamo in grado di coltivare nei palazzi. Questo è un modello, un prototipo, però guardate che nei prossimi 10-15 anni, il 15% delle verdure che noi mangeremo sarà coltivato in torri, in palazzi dove saranno coltivate esclusivamente piante alimentari, slegandosi completamente dal concetto del terreno, inquinando molto meno. E poi ci sono le ‘speaking plants’, le piante che parlano. Ora ci sono delle macchine che possono fare una sorta di TAC a una pianta, e la pianta dice cosa le manca, se è attaccata da parassiti, come deve essere trattata. Ma nel futuro ci sarà un chip che sarà collegato a ogni pianta, che sarà collegato a un computer che vi dirà esattamente come la dovete trattare. Ma non solo voi, lo potrà fare anche il vostro consumatore, tutto questo sta arrivando, Alessandro Pagano. Gilberto Cristanini è già qui. E questo non vuol dire che coltiveremo meno piante; ne coltiveremo di più. Quindi dovete servir bene la vostra clientela. La conclusione è promuovere il proprio mestiere in tutte le possibili maniere, perché se noi non promuoviamo il nostro mestiere, chi lo farà per noi? E adesso vi do una prova: negli anni della crisi più nera, recente, negli Stati Uniti c’è un mercato che non è mai andato indietro, ed è quello degli animali da compagnia. Se voi guardate, il 45% delle famiglie americane ha un cane. Nel mangime per gli animali, il fatturato è sempre cresciuto: sapete perché? Perché per gli americani un cane è qualcosa che migliora la qualità della vita, e la gente vuole cose che migliorino la loro vita. La gente non sa ancora che il verde, le piante, sono qualcosa di essenziale per la qualità della vita. Ma se non glielo insegniamo noi, chi lo fa?” Croci ha poi ricordato la Festa dei convegni The orchid professionals ® since 1933 Nonni, ringraziando Cosimo Pagano, Presidente Onorario della Festa dei Nonni, mentre nella diapositiva c’era l’indimenticato fondatore, Franco Locatelli. “La festa dei Nonni non è solamente un motivo per vendere qualche fiore in più. Sì, è anche quello, ma serve anche a tenere unite le generazioni; serve per insegnare ai nostri bambini qualcosa sul nostro pianeta e sulla qualità della vita, e per tenere unite le famiglie, con un fiore, con una pianta, Perché noi non vendiamo un prodotto, non abbiamo mai venduto un prodotto. Se noi pensiamo di andare in giro a vendere prodotti, abbiamo sbagliato tutto. Noi vendiamo emozioni, qualità della vita, un pezzo di natura, un essere vivente, questo noi lo abbiamo dimenticato. Chi lo fa tutti i giorni, magari se lo dimentica, però la gente dall’altra parte no”. Arturo ha poi parlato di promozione: “Orticolario è una piccola fiera, che si svolge da quattro anni sul Lago di Como, a Villa Erba. Ebbene, lo scenario è molto bello, è una zona di consumo molto importante, tra le più importanti d’Italia. Là ci sono 23.000 persone che vanno, che pagano un biglietto di 14 euro, per andare a vedere i fiori e le piante, Questa fiera costa 300.000 euro, quindi si autofinanzia. Ha prodotto 500 articoli sulla stampa nazionale, 30 ore di trasmissioni televisive, e non vi è costata niente. Allora perché non date un po’ di impegno in più per la festa dei Nonni, o per tante altre cose. No, caro Ivo Brautigam, noi non ti chiediamo soldi, ti chiediamo più materiale, più piante, più fiori, e di lavorare insieme”. Croci ha citato una frase di Einstein: la conoscenza è limitata, la fantasia circonda il mondo. “La conoscenza è il passato, la fantasia è il futuro. Guardate sempre alla parte più luminosa della vita. Vorrei concludere con la frase di un pubblicitario degli anni ’20: ‘non c’è Leader nella produzione di giovani piante di Orchidee www.floricultura.com +31 (0)251 20 30 60 nessun sostituto per la passione per il lavoro’. Non importa quali tecniche ognuno di noi usa, ma da quello che ho visto ci sono molti che hanno passione per questo mestiere. Croci ha introdotto, come secondo oratore, un altro ex allievo della Scuola di Minoprio, Marco Orlandelli. “Oltre all’Organizzazione Orlandelli, Marco ha anche un’azienda di progettazione di garden, di punti vendita, ed è diventato così bravo che l’anno scorso è stato chiamato dall’Associazione Internazionale del ‘Do It Yourself’ per tenere una conferenza a Parigi. Questa conferenza è piaciuta ed è stato invitato per quest’anno a Las Vegas al National Hardware Show la fiera più grande del ferramenta degli Stati Uniti. Di conseguenza io e Cosimo quando abbiamo organizzato questo convegno, abbiamo pensato: noi abbiamo delle risorse così importanti e ce le lasciamo andare in giro”. Marco ha esordito così: “Come ha detto Arturo, vengo invitato spesso a conferenze: sono stato a Bruxelles e [email protected] 0182 594059 A andrò a Las Vegas e poi a Mosca. Vado a parlare in conferenze per la grande distribuzione specializzata, andando a parlare del settore della floricoltura, descrivendo quelli che sono i trend, di come sta andando questo settore che è la mia grande passione. Be’, oggi, questa sera sono qui in una platea di floricoltori, quindi non mi permetto di dire qualcosa sulla floricoltura, ho pensato però che forse, visto che da diversi anni lavoro con la grande distribuzione, possa interessare a voi sapere qualcosa sulla grande distribuzione, come la Grande Distribuzione Specializzata vede il nostro settore.” Ha iniziato presentandosi: “Sono Marco Orlandelli, Amministratore Delegato della Organizzazione Orlandelli, con mio fratello, mia sorella, mia madre e mio padre e un folto staff, da qualche generazione lavoriamo nel settore della floricoltura. Operiamo attraverso 5 aziende, un garden centre (Valle dei Fiori), attraverso la Giardini Valle dei Fiori facciamo progettazione, realizzazione e manutenzione di 4.2013 Flortecnica 13 convegni Bartolomeo Di Chio. giardini; abbiamo un’azienda agricola, dove produciamo piante per il nostro garden. Poi c’è l’Organizzazione Orlandelli, probabilmente la più conosciuta in questa sala, dove progettiamo e realizziamo carrelli ed espositori per la floricoltura e la grande distribuzione. E poi c’è Enter Green, che è la società a cui si riferiva prima Arturo, dove progettiamo nuovi concept per la floricoltura e la grande distribuzione, tutto per vendere più piante e più fiori. Da qualche tempo abbiamo aperto un ufficio in America per assecondare quelle che sono le tendenze di quella parte del mondo. Con i nostri prodotti forniamo molti tra i migliori garden centre e home centre al mondo. Questo solo per precisare quello che siamo io e cosa facciamo con il mio gruppo”. Il titolo dello ‘speech’ di Marco era Green Checkmate, ‘Scacco Matto Verde’: “Ho voluto presentare la floricoltura come un gioco, perché quando il gioco è bello, a tutti piace giocare. Il settore della floricoltura è in un certo senso legato a quello della Green Economy e al settore della eco-sostenibilità e per noi che operiamo nel mondo della floricoltura e, più specificamente nel mondo dei garden centre, ha queste essenza della sostenibilità e del prodotto ecosostenibile nel proprio DNA. Il Garden 14 Flortecnica 4.2013 Centre tradizionale (e mi ci includo anche io con il nostro garden centre), con il proprio management e le proprie strategie, credo stia prendendo una piccola, piccolissima parte di questo mercato. I social network, internet e i giornali, stanno tutti parlando di questo trend del verde. Però, se il garden centre non usufruisce di tutte queste potenzialità di mercato, chi lo sta facendo? Io credo che ci sia una nuova cultura del verde che sta crescendo e che non ci sia nessuno, se non pochi, che la stiano insegnando. Non sapevo cosa avrebbe detto Arturo nel suo speech, ma mi sembra che siamo sulla stessa linea. In realtà, qualcuno il business della floricoltura l’ha messo nel mirino, per esempio, ma non è questo l’esempio più eclatante, ma chi sta in un settore parallelo al nostro, la Bosch, da 10 anni con gli elettroutensili per il giardinaggio, sta aumentando del 10% ogni anno e questo sta a significare che qualcuno ci crede in questo business”. Marco ha proseguito facendo un esempio di come il trend del Natale sia invece partito proprio dai garden centre tradizionali: “Andiamo indietro di circa 20-22 anni fa: il trend del Natale, a quell’epoca era confinato a qualche piccolo mercatino di Natale, soprattutto nelle città del Nord Italia o del Nord Europa. Circa 20 anni fa, i Garden Centre, compreso il mio, hanno cominciato ad allestire piccoli spazi con articoli natalizi, arredi, alberi, palline, etc. Nel giro di breve tempo, i gardenisti hanno visto in quel settore un potenziale mercato, un settore notevole, e in poco tempo, in tutto il mondo, il Garden Centre si è appropriato di questo business. Certo gli altri non sono stati lì a guardare, non è rimasto inosservato che alla domenica, al sabato, i parcheggi dei garden fossero pieni, e qui qualcuno si sarà chiesto “ma come mai quell’azienda è piena di macchine”. Quando hanno visto che i garden erano pieni per il Natale, nella GDO qualcuno ha detto “Aspetta un attimo che una fetta di questo mercato vado a prendermela io”. E così è stato”. Marco si chiede ancora oggi il perché il business del Natale sia partito e cresciuto nei garden centre, e come mai non si sia sviluppato altrove. Ha poi citato un altro esempio, in cui invece i garden centre sono forse rimasti indietro: “In un certo senso, sta accadendo anche qui, ma siamo ancora un po’ indietro, ma io sto vivendo la situazione anche in America, dove è esaltata all’ennesima potenza: in questo momento, la GDS ha visto nel settore del verde, delle piante e dei fiori, uno sviluppo importante, un trend che, come dicevo prima, collegato alla eco-sostenibilità, può dare grandi guadagni. Ripeto, è un fattore attrattivo, ma non solo. Ma allora cosa dobbiamo fare noi? Stiamo facendo la cosa giusta? Stiamo facendo le giuste strategie nei confronti del consumatore per assecondare le sue richieste?” Marco ha poi citato David Ben Gurion, che divenne il primo Primo Ministro Israeliano, nel 1948, quando venne fondato lo Stato di Israele e che quindi venne chiamato a fare qualcosa che prima di lui nessuno aveva mai fatto. Una sua massima era: “Tutti gli esperti sono esperti di qualcosa che è stato. Non esistono esperti di qualcosa che sarà: per diventare esperti del futuro, all’esperienza deve subentrare la visione.” Marco ha commentato: “Penso che in questa sala di esperienza nella floricoltura ce ne sia da vendere. Di ‘vision’ non lo so. Sulla scia di questa massima, alcuni anni fa decisi di partecipare a una fiera non del settore della floricoltura, non c’entrava niente, ma andai lo stesso con i miei espositori, i miei carrelli. Si trattava di una fiera in Germania che si fa ogni tre anni: su oltre 3000 espositori ero l’unico che ave- convegni va espositori per piante e fiori. Credo quella volta di aver avuto una certa visione. Pensai che la nostra esperienza nel settore delle piante e dei fiori potesse essere applicata al mondo della GDO, adattandola chiaramente alle loro esigenze. Be’, durante quella fiera conobbi una persona che venne al mio stand e mi chiese che cosa stessi facendo lì con i miei prodotti. Gli spiegai, con molta passione, che cosa facevamo, gli dissi che avevo un garden centre, che facevamo giardini. Questa persona disse: “La settimana prossima sono in Italia e vengo a trovarti.” La settimana seguente andai io da lui e, seduti a tavola mi disse: “Senti, Marco, non sto cercando soci, non sto cercando soldi, sto solo cercando qualcuno che venga qui in Ucraina a insegnare un mestiere alla mia gente, perché nei miei centri di Grande Distribuzione Specializzata vedo che c’è un sempre crescente interesse dei consumatori per il verde. Ed è nato così il rapporto con Epicentre, la più grossa catena di ipermercati, che ha ora 40 centri in tutto il Paese”. Marco ha poi citato la teoria dell’80-20 di Vilfredo Pareto (1848-1923), secondo cui Il 20 per cento delle cause provoca l’80% degli effetti: “Detto così non significa niente. Se invece andiamo ad applicare questo principio alla grande distribuzione, significa che il 20% dei prodotti fa l’80% del fatturato. Questo vuol dire che, a rotazione, quando un prodotto non rientra per fatturato nella fascia del 20%, vengono fatte delle serie considerazioni se va tenuto o se va escluso. È ovvio che questo, applicato nel mondo della floricoltura, nel Garden Centre, va calibrato bene. Ad esempio, se nel vostro garden ci sono 10 primule e ne vengono vendute 5, se la settimana successiva si pensa che bastino quelle 5 primule, si sbaglia. Perché se non le si vende, probabilmente perché sono brutte, la settimana dopo ancora non le si ricompra, e passa la stagione. Allora, un carissimo amico australiano, che ha diversi garden centre, mi ha insegnato: “Marco, le risposte non sono in ufficio, non sono con i software. Se ti fai delle domande, le risposte le devi andare a cercare nella serra. “ Questo diciamo che ancora è il gap che la grande distribuzione, affidandosi a dei meccanismi molto statici, non è ancora riuscita ad entrare prepotentemente nel mondo delle piante e dei fiori, ma ci arriverà. Allora, dicevo che abbiamo grandi possibilità di crescere e credo che abbiamo tra le mani una grande opportunità di crescita. Come nel trend degli articoli natalizi, il garden può fare la differenza. Quindi credo che dobbiamo guardare e imparare dalla grande distribuzione, così come la grande distribuzione guarda e impara da noi. Ad esempio sulla base del principio di Pareto dobbiamo cercare di fare la stessa cosa anche noi. Ad esempio, dob4.2013 Flortecnica 15 convegni biamo un po’ rivoluzionare il tradizionale layout i nostri garden centre, cercare di fare dei layout che partano non dall’interno ma dall’esterno: già quando il cliente arriva nel parcheggio deve vivere un’esperienza. Noi, quando progettiamo un garden centre, oltre agli interior designer utilizziamo anche gli architetti del paesaggio, e questo fa la differenza alla fine di un progetto. Il concept che noi proponiamo come Organizzazione Orlandelli prende spunto dalle logiche intelligenti che abbiamo acquisito lavorando a stretto contatto con la grande distribuzione specializzata”. Marco Orlandelli ha poi proseguito: “Ci sono tre cose fondamentali che sono da tenere presenti quando si realizza un’esposizione; la prima è l’emozionare: a partire dal parcheggio devo creare emozioni verso il cliente. Secondo, l’esaltare le caratteristiche estetiche e qualitative delle piante. Mi capita spesso di entrare nei garden centre (non solo italiani) e di trovare una situazione ai miei occhi un po’ scarsa, bancali alla destra, bancali alla sinistra, tutti alla stessa altezza, con il corridoio in mezzo, e questo crea poca dinamicità nell’ambiente di vendita, cosa che invece dobbiamo creare. E tutto questo, io lo dico sempre sia ai garden centre sia alla grande distribuzione, prima di vendere piante e fiori, create emozioni con piante e fiori. Un’ultima cosa e parlo a chi pensa che lo sviluppo del business del verde nella grande distribuzione specializzata sia un male. Non è così: questa dinamica aumenterà la passione nei confronti del verde e farà aumentare i consumi di piante e fiori, e l’aumento del consumo porterà sempre più appassionati a confrontarsi con gli esperti del settore. Quindi, se siete esperti, non tenetelo per voi, fatelo sapere al di fuori dei vostri cancelli e, per parafrasare Ben Gurion, unite l’esperienza alla visione. 16 Flortecnica 4.2013 Francesco Bruno Gnisci. Arturo Croci, commentando l’intervento di Marco Orlandelli, ha detto: “Quando voi entrate in un supermercato, quanta emozione avete? Nessuna! E chi vi dà retta? Molto probabilmente nessuno. E allora cosa dovete fare nel vostro garden, imitare la grande distribuzione o andare completamente dall’altra parte? E il cliente che entra da voi trova un ambiente amichevole, ed è tutta un’altra cosa. Chi è il vostro cliente? È un cliente che viene casualmente o è un cliente fisso? Cosa fa delle piante? Quando ha bisogno di chiedere un’informazione, da chi va, al Supermercato? Non fanno ancora la vendita assistita, costa troppo a loro. Voi invece siete lì e siete un punto di riferimento. E siete quindi il fornitore ideale. Quindi imparate dalla Grande Distribuzione a fare in modo completamente diverso”. Poi Arturo ha introdotto il relatore successivo, Alessandro Pagano, e gli ha chiesto, in quanto produttore in un’azienda affermata: “Come formate l’assortimento della vostra azienda, quali sono i criteri che vi portano a scegliere queste piante? Qual è la positività della tua scelta?” Alessandro Pagano ha cominciato così il suo intervento: “Una sera di gennaio si stava organizzando questo convegno e Arturo disse che serviva qualcuno del mondo della produzione per fare un po’ la fotografia del nostro settore e mi ha mandato queste domande, raccomandandosi di essere un po’ ottimista. Però sappiamo tutti che le vendite nel mese di gennaio sono quelle che sono, e fuori c’erano tra 0 e -2 °C, il Natale non era stato da segnalare nel Guinnes dei primati. Quindi gli ingredienti per fare un discorso sull’ottimismo non erano poi così genuini. Invece, fermandosi un po’ a vedere un po’ la situazione del nostro settore, sono emerse alcune particolarità che ci portano a dire che stiamo cavalcando il cavallo giusto. Spesso siamo influenzati dall’esposizione mediatica concentrata sulle negatività, così come una morte fa senz’altro più notizia di una nascita. Invece nel nostro settore di positività ce ne sono tante. Io ne ho individuate cinque per stasera ma si potrebbe allargare di gran lunga questo capitolo.” Alessandro Pagano ha proseguito: “Intanto ho notato che siamo un comparto in continua evoluzione e cambiamento. E questo ce lo dicono i numeri. Sono partito da una statistica sul consumo di piante da appartamento e ho fatto un confronto tra quelle che sono state le vendite negli ultimi 10 anni e quelle dei 10 anni precedenti. Devo dire che è paradossale notare come quattro articoli della ‘top ten’ siano nella classifica delle piante europee completamente nuove. Se confrontiamo le piante più vendute nel 2002 con quelle del 2012, non ci sono più quattro delle prime cinque: Ficus, Philodendron, Dracaena ed Hedera, che sono scese nelle posizioni. E, se questo è un lato negativo, c’è ne è anche uno positivo, perché contestualmente sono entrate altre quattro piante nella ‘top ten’ che rappresentano ora addirittura il 46% dei volumi di vendita che si fanno in tutta Europa. Può darsi che per tanti anni siamo stati sempre a cavalcare gli stessi articoli e ora c’è stata un’inversione di tendenza. È per que- convegni Cosimo Pagano e il Sindaco di Ruvo, Vito Nicola Ottombrini. sto che dico che siamo un settore abbastanza dinamico, perché abbiamo capito il momento, abbiamo capito il consumatore e gli abbiamo dato ascolto. Un po’ come quanto è accaduto per la musica: per 20, 30 o 40 anni abbiamo ascoltato musica solo sul vinile. Però poi è uscito il compact disc ora, che sono passati poco più di 20 anni dall’introduzione dei cd, possiamo ascoltare la musica su qualsiasi supporto digitale. Così è avvenuto anche nel nostro settore: eravamo abituati a Croton e Dieffenbachia, articoli che ora sono praticamente scomparsi. Al contrario, due articoli come Dipladenia e Phalaenopsis non è che fossero inesistenti ma contavano ben poco nel mercato che avevamo. Quindi questo è un aspetto positivo del nostro mercato, che si può ricollegare a quanto diceva l’Amministratore Delegato di un’importante azienda americana: “Assicuratevi solamente di cambiare, poi tutto il resto viene da sé”. Un altro suo pensiero era: “Guardate il mondo come realtà e non come quello che noi avremmo voluto che fosse”. Quindi, la prima positività è basata sul dinamismo produttivo, che si è evoluto solo nel corso di un decennio”. Alessandro ha continuato: “Una seconda positività è un dinamismo commerciale, unito a quello del mondo produttivo. Pensiamo alle piante verdi di una certa dimensione, che avevano un mercato enorme 10 anni fa, e che ora non esistono più. Ora ci siamo inventati dei vasi più grandi per mettervi all’interno piante di dimensioni medio-piccole: questo di fatto ci ha portato un duplice beneficio, perché vendiamo la pianta ma vendiamo anche il vaso. Tutto questo, solo 10-12 anni fa era solo per pochi, non per tutti; quindi abbiamo captato quello che il consumatore ci stava chiedendo, abbiamo capito che la pianta grande occupava troppo spazio. E allora ci siamo inventati l’alternativa, ad esempio con la pianta piccola che viene venduta con il vasetto abbinato. Un terzo aspetto positivo, è la marginalità delle nostre aziende. Quando parliamo tra di noi, parliamo tutti di bassa marginalità e questo va bene, perché di questi tempi, avere bassa marginalità rispetto a chi non ce l’ha proprio è sicuramente un aspetto positivo. Il nostro settore forse vive una crisi di liquidità, come tutti, ma non stiamo vi4.2013 Flortecnica 17 convegni vendo una crisi economica. Il settore delle piante esiste ed è vivo. Secondo me, una crisi finanziaria è molto più facile da risolvere che non una economica. Credo che tutti siamo d’accordo che sia meglio avere qualche problema di liquidità, che possiamo risolvere, piuttosto che avere un problema economico, come non avere più clienti; questo sarebbe molto più difficile da risolvere sul mercato”. Alessandro Pagano ha poi proseguito: “Non dimentichiamo che vendiamo beni che non sono di prima necessità, intesa come necessità di vita, di sopravvivenza. Sappiamo tutti quali sono i benefici di una pianta, quelli estetici, quelli ambientali e quelli funzionali, ma sicuramente senza acqua si muore, senza una pianta non si muore. Quindi questo è un aspetto positivissimo del nostro settore, quello di avere ancora dei margini sia pur piccoli, ci auguriamo tutti che siano migliori nei prossimi anni, ma questi margini ci sono ancora. Un quarto aspetto positivo è che lavoriamo con un prodotto ‘povero’. Chi avrebbe mai pensato che un’orchidea si sarebbe potuta acquistare a 10.000 lire? Solo 10 anni fa nessuno ci poteva pensare. Oggi si può acquistare un’orchidea a 5 euro. Chi avrebbe mai potuto pensare di poter vendere un geranio a 1900 lire al pubblico: nessuno! Oggi qualche supermercato può vendere un geranio a 0.99 per attirare la sua clientela. Quindi questo è molto importante perché non so quali altri settori merceologici diversi dal nostro possano dare l’opportunità al consumatore finale di poter portare a casa qualcosa di bello, di colorato, di vivo con solo pochi euro. L’ultimo aspetto positivo è che abbiamo una bassissima comunicazione. Un aspetto positivo perché se già oggi con una comunicazione bassissima, si potrebbe dire praticamente inesistente, siamo comunque in grado 18 Flortecnica 4.2013 di stare su un mercato, di portare a casa dei margini, dei risultati, di essere dinamici, in continua evoluzione, immaginate, se cambiasse questo scenario, cosa il nostro settore potrebbe diventare. Noi siamo sconosciuti ai più, ho avuto modo personalmente di constatarlo quando abbiamo partecipato con il consorzio che presiedo alla Fiera del Levante, dove abbiamo semplicemente allestito degli stand di arredamento. Questo per trasmettere il concetto ‘Arreda con il Verde’, per far vedere alla gente che accanto a un divano una pianta ci sta benissimo o accanto a una cucina una pianta ci sta benissimo. C’era qualche espositore del settore dell’arredamento che ci ha rimproverato perché la gente andava negli stand a vedere le piante e non più i mobili, ma la cosa più assurda che veniva fuori era che la gente chiedeva se le piante erano vere. Questo ci fa capire che il nostro mercato è ancora sconosciuto, che abbiamo una potenzialità di crescita davvero enorme. Un piccolo passo fatto da tutti ci potrebbe permettere davvero di fare un risultato enorme. C’è un altro che si può applicare anche a Florbusiness: se uno va da solo va molto veloce, ma se va insieme va sicuramente lontano. Io spero che qualcuno, anche a livello nazionale, prenda in mano la situazione perché davvero ne potremmo trarne beneficio tutti quanti, con una campagna pubblicitaria mediatica. Ai miei collaboratori dico sempre: “In azienda i problemi sono tanti, ma le soluzioni sono tantissime e quindi quando c’è una soluzione in più al problema, ce la possiamo fare tutti quanti”. Arturo Croci ha commentato che il messaggio finale di Alessandro Pagano era fortissimo: “Insieme si va da qualche parte: ricordo benissimo una delle considerazioni che facevo quando ero in coma, che guardava all’importanza di chi ero io, mi sono chiesto, ma se un essere umano è importante solo per se stesso, ma che valore ha? Se non è utile agli altri, che valore ha? Sembra una cosa semplice, ma questo Florbusiness, come le Porte Aperte a Marsala, come la Festa dei Nonni, come tante altre cose, sono lo sforzo comune di tanta gente che lavora insieme verso una direzione che sia utile a tutti. Come si lavora insieme? Questa è un’altra bella domanda. Ed è per questo che abbiamo un oratore come Gilberto Cristanini. Non vi dico chi è e cosa fa ma se andate in Internet vedrete chi è cosa ha fatto e cosa stia facendo. Ma lo voglio definire un ‘facitore di uomini’. Gilberto Cristanini ha esordito così: “Non pensate alle cose positive che avete vissuto nell’ultima settimana. Cosa state pensando? Qualcuno ha pensato a cose positive? Non pensate a come avete lasciato la camera da letto questa mattina, e non pensate a come avete lasciato il vostro letto questa mattina. Dove siete andati con la testa? Il nostro cervello non conosce la parola non, e quindi per dare un significato alla parola ‘non’ ha bisogno di visualizzarla. Ogni sistema vivente che non cresce e si evolve è destinato a scomparire. Noi come persone fisiche siamo un sistema, la vostra famiglia è un sistema, la vostra azienda è un sistema. La vostra associazione è un sistema e noi come persone siamo un sistema. Con i nostri sottosistemi di valori, regole, condizioni. E un sistema cresce ed evolve attraverso l’interazione delle singole parti. Quando l’interazione delle singole parti non è più funzionale allo scopo comune, non è più funzionale a uno scopo più alto, la persona, il sistema, si chiude su sé stesso, si chiude verso l’esterno, si atrofizza, con la conseguenza che è quella di scomparire. La società in cui viviamo è contrassegnata da due parole: cambia- convegni mento e complessità. Niente è più facile: le nostre certezze vengono messe in discussione, e tante risposte che abbiamo trovato con molta difficoltà non ci sono più utili o, peggio ancora, tante risposte rischiano di diventare ostacoli nel comprendere il nuovo. Alcuni ostacoli al cambiamento sono la forza dell’abitudine, la diffidenza, la difesa del proprio territorio, con i presupposti che questo comporta, la paura.” Cristanini ha proseguito: “Vi devo dire una cosa: questo quadro desolante può cambiare. Ma come? Può cambiare cambiando prospettiva, cambiando angolazione, cambiando punto di vista. Ogni ostacolo, se usato in modo creativo, può diventare una sorgente di energia. Provate a immaginare una resistenza. Una resistenza può diventare una sorgente di energia quando se ne inverte la direzione. E allora, la diffidenza può diventare rispetto e ascolto, la difesa apertura e collaborazione, la paura coraggio. Nessun successo passato garantisce un successo futuro. Oggi il tutto è in relazione con il tutto, e questo significa complessità. E il modo migliore per affrontare la complessità è quello di iniziare un processo di riflessione da e con diversi punti di vista. Individuare alternative diverse, scenari di successo diversi. La complessità non può essere gestita con una soluzione certa e univoca. La complessità, come hanno detto gli amici relatori precedenti, viene gestita con l’innovazione e l’innovazione significa cambiamento. Ma non cambiamento fine a sé stesso. È necessario cogliere cosa cambiare, è necessario cogliere cosa è necessario cambiare. E dove? In noi stessi! Nelle nostre aziende, nei rapporti che abbiamo con il mercato, con i clienti, con i fornitori e anche con i concorrenti.” Gilberto ha citato una sua esperienza recente: “Nel 2010, tre imprenditori come voi hanno deciso di intrapren- dere con me un percorso di sviluppo personale e imprenditoriale. Io sono un formatore, un coach aziendale, e un formatore manageriale e imprenditoriale. Sono di Mantova, provengo da un’azienda, ho lavorato 14 anni in tre gruppi industriali, scalando velocemente tutti i livelli di responsabilità, e in 7 anni a essere dirigente in una multinazionale americana, come direttore sviluppo amministrativo e valorizzatore delle risorse umane, e poi una multinazionale giapponese. Dopo 14 anni mi sono messo in proprio e ho costituito una società di consulenze aziendali, la G consulenze di Mantova. Quindi, nel 2010 questi imprenditori (due soci in una prima azienda, marito e moglie in una seconda azienda, e una terza azienda in cui si sta ultimando un passaggio generazionale), erano concorrenti; poi hanno cominciato ad ascoltarsi, in modo diverso, a confrontarsi in un modo diverso e hanno cominciato a collaborare in modo propositivo e positivo, ottenendo ottimi risultati. Hanno creato una rete di impresa. Le reti di impresa sono nate in Italia nel 2009, sono nate da poco. Questa è stata una delle prime reti di impresa: siamo nel settore tessile, ma sono imprenditori come voi, che si sono resi conto che se avessero continuato con lo stesso modo di fare e di pensare nel proprio piccolo, non avrebbero raggiunto risultati futuri positivi, né per loro, né per la loro azienda, né per la propria famiglia. Quali sono i vantaggi di un’alleanza di cervelli? Con un’alleanza di cervelli, vedendo le situazioni complesse da diversi punti di vista, hanno creato un business davvero interessante. Hanno creato una serie di vantaggi: il primo è la generazione di maggior valore, cioè hanno creato quello che si dice la sinergia. Il tutto è superiore alla somma delle singole parti. Ma generare un maggior valore significa fare un fattu- rato molto, molto superiore rispetto alla singola azienda. Si conseguono economie di scala. Hanno acquisito nuovi clienti che prima per ogni singola azienda erano inaccessibili. Ogni azienda è cresciuta e si è sviluppata. I loro clienti in questo momento sono alcuni dei principali protagonisti del mondo italiano della moda. Ma cosa ha consentito ai sei imprenditori, due soci fratelli, marito e moglie, padre e figlio con passaggio generazionale, di ottenere questi risultati?” Sulla diapositiva proiettata si leggeva “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi” Cristanini ha proseguito: “Quindi cosa hanno cambiato questi sei signori? Hanno cambiato il loro modo di pen- 4.2013 Flortecnica 19 CONVEGNI sare e quindi il loro modo di agire. Hanno abbassato ostacoli e barriere e questo ha consentito loro di vedere oltre, di allargare gli orizzonti, di ampliare le prospettive. E poi hanno iniziato da subito un processo di miglioramento continuo, a livello tecnologico, a livello organizzativo e a livello di risorse umane. E c’è una caratteristica per ogni sistema che tende all’eccellenza: è il miglioramento continuo dei processi di relazione e interazione tra le persone che costituiscono il sistema. Con questi sei imprenditori, si è condiviso uno scopo comune, creare business di eccellenza, e questo è simile alla vostra lungimiranza imprenditoriale di fare sistema e proporre, come ho letto sul sito, “L’eccellenza italiana che coltiva il futuro.” Dopo aver trovato lo scopo comune, per arrivare poi a declinarlo abbiamo fatto sei incontri collegiali. Poi ho chiesto loro “Ma chi volete essere?” E dopo tre cene e diversi caffè hanno definito la loro identità: essere una squadra di successo. Bene, avete condiviso uno scopo comune, la vostra ‘Vision’, avete definito chi siete e chi volete esse- re, adesso ho bisogno di sapere quali sono i vostri principi organizzativi, i valori che sosterranno il vostro modo di fare e quindi di comportarvi tra di voi. E hanno individuato la carta dei valori. Eccoli: rispetto tra di noi e del nostro personale, collaborazione reciproca, massima disponibilità, fiducia e responsabilità sociale. Gilberto ha concluso così: “Bene, un ultimo tassello e siete pronti per questo bellissimo e sfidante percorso che avete deciso voi di intraprendere. Gli ho chiesto: “Come vi sentirete, come vi sentite?” e la loro risposta è stata “Rete di imprese efficace ed efficiente. Persone di successo con idee chiare e nuove, persone consapevoli della propria forza. L’aggregazione: è nei momenti di difficoltà, di complessità che l’aggregazione dà e continua a dare energia e nuova passione. Per creare qualcosa che fino a ieri non c’era, non avevamo gli occhi per vedere e per guardare con attenzione, quello che era necessario aggiungere.” L’intervento di Cristanini si è concluso con un breve filmato tratto da uno dei più noti film dedicati agli sport, ‘Ogni maledetta domenica’, in cui Al Pacino, coach di una squadra di football americano, motiva i suoi giocatori a guadagnare il campo centimetro per centimetro. Il convegno si è concluso con gli interventi di Bartolomeo Di Chio dell’Associazione Italiana Garden Center, con quello del Professor Francesco Bruno Gnisci, Premio Nobel per la Pace con l’Associazione Medici contro il Nucleare e con quello del Sindaco di Ruvo. persone Lutto per la scomparsa di Egidio Bonanomi Egidio Bonanomi di anni 75 è scomparso lo scorso 12 marzo, negli anni sessanta fu il primo a introdurre in Lombardia la coltivazione della Soia. Insieme al fratello Peppino e ai fratelli Fabio e Ulderico Spreafico avevano dato vita nel 1962 alla Plastecnic di Perego Brianza che ha festeggiato, lo scorso anno, i primi 50 anni di vita. Per Egidio l'amicizia e i rapporti umani erano la cosa più importante, nonostante fosse in pensione da diverso tempo alcuni clienti lo chiamavano ancora per avere consigli sulla coltivazione e lui era sempre disponibile. Ai famigliari e ai collaboratori della Società Plastecnic le più sentite condoglianze da parte di Arturo Croci, dalla redazione di Flortecnica e da tutti gli amici florovivaisti. 20 Flortecnica 4.2013