Nome file: 5_(8).doc L.15 Criteri di scelta L.15.1 Soluzioni preferenziali La coesistenza di varie tipologie strutturali ad armatura pretesa e ordinaria è correlata in gran parte ad esigenze di carattere merceologico ed a fattori di consuetudine costruttiva locale. Tuttavia per quanto attiene gli aspetti statici, i solai ad elementi precompressi offrono le maggiori garanzie per quanto concerne resistenza a fessurazione e minore deformabilità e su di essi dovrebbe pertanto indirizzarsi la preferenzialità nelle scelte. Dal punto di vista funzionale prevalgono considerazioni rivolte alla fisionomia organizzativa dell’impresa ed alle condizioni d’impiego. Di specifica applicazione nelle medie costruzioni e nella ristrutturazione edilizia risultano i solai a travetti. Essi sono convenienti anche in cantieri grandi con edifici aventi una distribuzione planimetrica complessa o non regolare. I pannelli alveolari, particolarmente congeniali all’edilizia industriale (viste anche le caratteristiche di autoportanza), possono trovare conveniente applicazione anche nell’edilizia civile, soprattutto con le soluzioni di minor spessore. I solai a lastre prefabbricate, specialmente adatti per medie e grandi portate, sono di prevalente impiego nell’edilizia industriale, sociale e del terziario. Le lastre tralicciate ad a.l. consentono maggiore flessibilità geometrica e vengono pertanto utilizzate anche in edilizia civile, soprattutto come copertura di autorimesse, in virtù delle loro caratteristiche antincendio. L.15.2 Guida al predimensionamento L’esigenza primaria da assolvere, nel senso che deve precedere il dimensionamento agli effetti tensionali, è la definizione di un’altezza strutturale di solaio che preservi dall’eccessiva deformazione elastica. Per i solai in edilizia residenziale, costituendo di fatto il sovraccarico una invariante, risulta più agevole la correlazione luce-altezza. A copertura del vasto campo applicativo inerente all’edilizia industriale ed al terziario, con solai generalmente su medie e grandi portate, caratterizzati inoltre da consistenti variazioni nel valore del carico totale “s” (accidentale più permanente) si ritiene proponibile l’uso del diagramma seguente. Tale diagramma fornisce i valori di K (parametro dimensionale) in funzione della luce l ( in metri) e delle condizioni vincolari, valore che inserito nella relazione: [s] = [KN/m2] H = 4, 64 K 3 s permette di trovare l’altezza totale H del solaio in cm. 1° esempio: l = 8,75 m s = 11,00 KN/m2 vincolo: semplice appoggio K = 4,70 H = 4, 64 4,70 111/ 3 = 48, 5 cm = l / 18 222 Nome file: 5_(8).doc Inserire figura: ArtsPDF - SOLAI/pag 219.tif Figura L.15.1 – Andamento dei valori del parametro dimensionale K in funzione della luce L e delle condizioni vincolari del solaio. 2° esempio: l = 7,50 m s = 6,50 KN/m2 vincolo: continuità K = 3,40 H = 4, 64 3,40 6, 501/ 3 = 29, 5 cm = l / 25 il metodo risponde alla condizione f l / 1000 (freccia in campata) pur limitando le condizioni vincolari alle due situazioni fondamentali e tenendo conto delle variazioni del sovraccarico s, costituisce un’utile e necessaria integrazione alle sommarie indicazioni sui rapporti di snellezza contenute nelle norme. Queste in particolare, per i solai alleggeriti con blocchi in laterizio forniscono i seguenti valori: H l/25 per solai ad armatura ordinaria H l/30 per solai ad elementi precompressi. Si può infine ricordare che un accettabile metodo di scelta dell’altezza di un solaio è quello di abbinare alle imposizioni normative, il controllo della deformazione, di fondamentale importanza anche per il comportamento strutturale delle opere sussidiarie gravanti sul solaio quali pareti, tramezzi e carichi locali. Naturalmente quanto detto sulla scelta dell’altezza di un solaio e delle sua rigidezza, può non essere esteso alla generalità dei casi, ma costituisce un’utile indicazione, considerando che la deformazione di un solaio deve essere valutata dal progettista in funzione delle condizioni effettive di esercizio. 223 Nome file: 5_(8).doc L.15.3 Solai a tecnologia mista L’importanza del recupero e della ristrutturazione in edilizia, viene sempre più evidenziata da interventi e soluzioni che assicurano a questo comparto uno sviluppo sempre più crescente, sia per la maggior sensibilità in tema di conservazione e recupero anche di edifici “comuni”, sia per una rivalutazione ambientale e storica del patrimonio edilizio esistente. Solitamente si tratta di interventi sul costruito che richiedono tecnologie particolari, materiali compatibili fra vecchio e nuovo, prodotti di finitura adeguati all’architettura da conservare e restaurare, arricchimento del confort ambientale. A questi fini, la gamma di componenti e prodotti esistenti, si è ampliata con nuove tipologie costruttive anche al di fuori della tecnica specifica del laterizio e del calcestruzzo. Il solaio a travetti in legno lamellare e normalmente tavelle in cotto a vista come soffitto, si inserisce in questa linea di interventi non solo di recupero, ma anche di nuova edilizia per quelle soluzioni di pregio già della tradizione costruttiva, ma riproposte ora con una tecnologie industrializzata per componenti di qualità. Questa tipologia di solaio per la sua morfologia, è caratterizzato da leggerezza, facilità di posa, adattabilità planimetrica, semplicità di ancoraggio a strutture esistenti o di nuova realizzazione. L.15.3.1 Solaio in legno lamellare e laterizio a vista Costituito da travetti in legno lamellare a sezione rettangolare con piede di 12 cm, altezza standard di 13,2 – 16,5 – 19,8 – 23,1 cm è caratterizzato da un’armatura metallica a traliccio elettrosaldato e zincato fuoriuscente all’estradosso del travetto ed a questo saldato con resine epossidiche in modo da realizzare a solaio gettato, una struttura mista legno-cemento armato di adeguata portata e rigidezza. Sui travetti disposti normalmente ad interasse di 55 cm si posano a secco delle tavelle forate in cotto di 5 cm di spessore appositamente sagomate ai bordi per abbinarsi ad incastro e fungenti da cassero per il getto di una soletta superiore in calcestruzzo armato come per un comune solaio a travetti e blocchi. Il legno dei travetti normalmente è tinto color noce, ma può a richiesta essere adeguato a colorazioni di altre essenze; le tavelle all’intradosso sono a vista con superficie sabbiata. Inserire figura: ArtsPDF - SOLAI/pag 222.tif Figura L.15.2 – Schema di sezione di solaio in legno lamellare e laterizio a vista. 224 Nome file: 5_(8).doc L.15.3.2 Elementi progettuali dei solai in legno lamellare e laterizio a vista Solaio in Legno lamellare e laterizio a vista Interasse i = 55 cm Inserire figura: ArtsPDF - SOLAI/pag 223.tif 19,8 24,8 23,1 28,1 [cm] [KN/m2] 22,2 1,70 23,2 1,95 25,5 1,73 26,5 1,98 28,8 1,76 29,8 2,01 32,1 1,79 33,1 2,04 tavolati 21,5 [cm] 4 5 4 5 4 5 4 5 pavimento 16,5 Peso proprio solaio [cm] 18,2 Totale Travetto e tavella [cm] 13,2 Soletta Travetto LUCI LIMITE D’IMPIEGO (per montaggi con e senza rompitratta in presenza di tavolati divisori) Altezza solaio Sovraccarichi Luci limite d’impiego Per Per montaggio permanenti accidenta montaggio senza li con rompitratta rompitratta interasse m 2,40 [KN/m2] 0,80 0,80 0,80 0,80 0,80 0,80 0,80 0,80 [KN/m2] 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 [KN/m2] 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 [m] 4,44 4,58 4,93 5,07 5,39 5,54 5,83 5,99 [m] 3,50 3,50 4,31 4,31 5,09 5,09 5,83 5,85 Le ipotesi per la determinazione delle caratteristiche prestazionali sono: modulo di elasticità del calcestruzzo Ecls = 25000 N/mm2 Modulo di elasticità del legno lamellare Ell = 9000 N/mm2 Coefficiente di omogeneizzazione Ecls/Ell = 2,77 Nelle determinazioni dei dati utili d’impiego sono stati considerati i seguenti valori limite: Materiali Calcestruzzo Legno lamellare Resistenza caratteristica [N/mm2] Rck 25 Tensioni ammissibili [N/mm2] c = 8,5 ll 8 – taglio ll 0,6 La struttura in legno lamellare e laterizio, oltre che nei solai, può essere convenientemente impiegata con falda inclinata di sottotetto a vista per ambienti di particolare utilizzo quali mansarde e tavernette. 225 Nome file: 5_(8).doc L.15.3.3 Consigli per la posa in opera Rompitratta In fase di posa e getto è necessario predisporre un rompitratta intermedio ad interasse variabile fra i 2,00 ÷ 2,50 metri in funzione della luce. Posa travetti I travetti, avvolti in una guaina protettiva in poliestere, dovranno appoggiare sulle strutture portanti (travi o murature) per almeno 7 ÷ 10 cm. Sul piano d’appoggio, ben costipato e livellato, verrà successivamente disposta l’armatura dei cordoli di imposta in cui confluirà anche la sporgenza di testata del traliccio. Posa tavelle Lasciando protetto il legno, occorrerà liberare il traliccio metallico dall’avvolgimento di polietilene ed accostare ad incastro le tavelle in laterizio sul bordo superiore dei travetti, controllandone sempre la complanarità. Getto di completamento Il collegamento con le strutture portanti di perimetro o intermedie deve essere realizzato con rete elettrosaldata appoggiata sui bracci sporgenti del traliccio e da eventuali armature integrative d’appoggio. Le tavelle dovranno essere adeguatamente bagnate e il getto della soletta e del cordolo di bordo, da prevedersi di classe non inferiore ai 25,0 N/mm2, ben costipato, e non eccessivamente fluido. Disarmo A stagionatura avvenuta si provvederà a liberare completamente i travetti dalla guaina di protezione tagliando l’involucro a filo d’appoggio delle tavelle e ad eliminare eventuali macchie o residui di conglomerato. Inserire figura: ArtsPDF - SOLAI/1 di pag 225.tif Figura L.15.3 – Particolare d’incrocio complanare dei travetti mediante inserimento della testata in apposite scarpe metalliche. 226 Nome file: 5_(8).doc Inserire figura: ArtsPDF - SOLAI/2 di pag 225.tif Figura L.15.4 – Particolare d’appoggio dei travetti in legno sulle strutture portanti. L.16 I solai nel contesto strutturale dell’edificio L.16.1 Le azioni sui solai Le azioni sui solai si esplicano essenzialmente sotto forma di forze verticali (distribuite e concentrate) e vengono di norma considerate statiche, ossia tali da non imprimere accelerazioni traducibili in incrementi significativi di intensità delle azioni medesime. Le azioni possono essere distinte essenzialmente in: Azioni permanenti: peso proprio; peso di elementi costruttivi portanti; cedimenti di vincoli precompressione Azioni variabili: di lunga durata: neve e vento; peso di mobili e suppellettili; peso di merce immagazzinata; peso di automobili parcheggiate; effetti reologici di breve durata: carico dovuto a persone; carico dovuto a veicoli in transito; variazioni di temperatura; azioni sismiche e/o dinamiche Le azioni di tipo a) sono azioni fisse, vale a dire a dislocazione spaziale determinata, mentre le b) sono azioni libere che comportano l’analisi della loro dislocazione più gravosa sul solaio. 227 Nome file: 5_(8).doc Nella verifica con il metodo delle tensioni ammissibili si assumevano i valori dei carichi indicati nel D.M. 16/01/1996. Nella verifica con il metodo agli stati limite gli stessi valori possono essere considerati ancora quali valori caratteristici di orientamento. Per ogni altra azione si dovrà fare riferimento alle apposite regolamentazioni in vigore. L.16.1.1 Carichi permanenti In mancanza di conoscenza diretta, valori orientativi dei carichi permanenti si possono valutare in base ai pesi unitari riportati nelle tabelle del D.M. 16/01/1996. Per gli orizzontamenti delle ordinarie case di abitazione, il carico costituito da tramezzi di peso minore di 1,50 KN/m2 potrà essere ragguagliato ad un carico uniformemente distribuito quando i solai abbiano adeguata capacità di ripartizione trasversale. L.16.1.2 Carichi accidentali di esercizio L’entità dei carichi accidentali di esercizio, comprensivi degli effetti dinamici ordinari, a parte quanto previsto da regolamenti specifici può desumersi dal prospetto riportato. Per officine con servizio pesante, autorimesse, magazzini ed altri locali destinati a portare carichi eccezionali i sovraccarichi dovranno determinarsi caso per caso in base ad analisi specifica. 228 Nome file: 5_(8).doc L.16.1.3 Valori dei sovraccarichi variabili per edifici (secondo il D.M. 16/01/1996) Verticali ripartiti [KN/m2] Verticali concentrati [KN] Ambienti non suscettibili di affollamento (locali abitazione e relativi servizi, alberghi, uffici non aperti al pubblico) e relativi terrazzi a livello praticabili. ……………………………………………………. 2,00 2,00 Ambienti suscettibili di affollamento (ristoranti, caffè, banche, ospedali, uffici aperti al pubblico, caserme) e relativi terrazzi a livello praticabili. …………………………………………………… 3,00 2,00 Ambienti suscettibili di grande affollamento (sale convegni, cinema, teatri, chiese, negozi, tribune con posti fissi) e relativi terrazzi a livello praticabili. ……………………………………………………. 4,00 3,00 Sale da ballo, palestre, tribune libere, aree di vendita con esposizione diffusa (mercati, grandi magazzini, librerie, ecc.) e relativi terrazzi a livello praticabili, balconi e scale. …………………………………... 5,00 4,00 5 Balconi, ballatoi e scale comuni (esclusi quelli pertinenti alla Cat. 4). 4,00 2,00 6 Sottotetti accessibili (per sola manutenzione). ……………………… 1,00 2,00 7 Coperture: non accessibili; …………………………………………. accessibili: secondo categoria di appartenenza (da 1 a 4); speciali (impianti, eliporti, altri): secondo il caso. ……... 0,50 –– –– 1,20 –– –– 2,50 2 10,0 6,00 6,00 Cat. Tipo di locale 1 2 3 4 8 9 Rimesse e parcheggi: per autovetture di peso a pieno carico fino a 30 KN; …... per transito di automezzi di peso superiore a 30 KN: da valutarsi caso per caso. Archivi, biblioteche, magazzini, depositi, laboratori, officine e simili: da valutarsi secondo il caso, ma comunque: ………………… 229 Nome file: 5_(8).doc L.16.1.4 Sovraccarichi permanenti (pesi propri e portati) PESI PER ELEMENTI COSTRUTTIVI MATERIALI Calcestruzzi Calcestruzzo ordinario (non armato) Calcestruzzo armato, ordinario e precompresso Malte Malta di calce Malta di cemento Malta bastarda (di calce o cemento) Malta di gesso Intonaco Peso dell’unità di volume o di superficie [KN/m3] 24 25 18 21 19 12 20 Manti di copertura Manto impermeabilizzante di asfalto o simile Manto impermeabilizzante prefabbricato con strati bituminosi di feltro, di vetro e simili Tegole maritate (embrici e coppi) Sottotegole di tavelloni forati (spessori 3 + 4 cm) Lamiere di acciaio ondulate o nervate Lamiere di alluminio ondulate o nervate Lastre traslucide di resina artificiale, ondulate o nervate Lastre ondulate di amianto-cemento [KN/m2] 0,03 Materiali di costruzione Sabbia Ghiaia e pietrisco Sabbia e ghiaia bagnata Sabbia e ghiaia asciutta Calce in polvere Cemento in polvere Cenere di coke Ceneri volanti Gesso Pomice [KN/m3] 17 15 20 19 10 14 7 10 13 7 Laterizio Muratura di mattoni pieni Muratura di mattoni semipieni Muratura di mattoni forati 0,10 0,60 0,35 0,12 0,05 0,10 0,20 18 10 9 230 Nome file: 5_(8).doc I sovraccarichi verticali concentrati formano oggetto di verifiche locali distinte e non vanno sovrapposti ai corrispondenti ripartiti; essi vanno applicati su un’impronta di 50 50 mm, salvo che per la cat. n. 8, per la quale si applicano su due impronte di 200 200 mm, distanti 1,60 metri. I valori riportati nel prospetto sono da considerare come minimi, per condizioni di uso corrente delle rispettive categorie. Altri regolamenti potranno imporre valori superiori, in relazione ad esigenze specifiche. I sovraccarichi indicati nel presente paragrafo non vanno cumulati, sulle medesime superfici, con quelli relativi alla neve. In presenza di sovraccarichi atipici (quali macchinari, serbatoi, depositi interni, impianti, ecc.) le intensità andranno valutate caso per caso, in funzione dei massimi prevedibili; tali valori dovranno essere esplicitamente indicati nelle documentazioni di progetto e di collaudo statico. L.16.1.4 Effetti termici Per le strutture in c.a. e c.a.p. si ammettono scarti di temperatura rispetto alla media locale pari a ± 15°C per le strutture direttamente esposte e 10°C per quelle non direttamente esposte alle variazioni atmosferiche. In generale la variazione di temperatura potrà essere considerata uniforme per tutte le membrature di una costruzione: qualora però siano prevedibili differenze sensibili di temperatura per la diversità di esposizione ed altro, ne dovrà essere tenuto debito conto. A tale proposito si può ritenere che l’effetto termico sia di scarso rilievo nei normali solai intermedi non esposti a escursioni termiche rilevanti, mentre assume notevole importanza nei seguenti casi: solai confinanti con l’esterno (porticati, coperture piane, coperture a falda); solai in edifici con impianto di riscaldamento caratterizzato da un forte grado di intermittenza (edifici scolastici). In questi casi oltre a proteggere mediante adeguate coibentazioni le superficie dei solai a contatto con l’ambiente esterno, giova interrompere la continuità trasversale mediante giunti di dilatazione ogni 4 cm circa, come indica il prospetto che segue. Inserire figura: ArtsPDF - SOLAI/pag 231.tif Figura L.15.5 – Particolari di interruzione della continuità mediante giunto di dilatazione. L.16.1.5 Effetti reologici Sono essenzialmente dovuti alla viscosità ed al ritiro dei conglomerati. Il fenomeno viscoso si traduce principalmente in un aumento delle deformazioni. Al ritiro conseguono un aumento della c in zona compressa e della ct in zona tesa con migrazione di tensioni al laterizio che può portarsi ad uno stato microfessurato. Ne deriva come sia del tutto sconsigliabile l’uso di cementi che diano luogo ad eccessivi fenomeni di ritiro. 231 Nome file: 5_(8).doc L.16.2 I solai in zona sismica Ai solai in zona sismica è essenzialmente richiesto un efficiente funzionamento a “diaframma orizzontale rigido” per assicurare il trasferimento e la ripartizione delle azioni sismiche sugli elementi strutturali verticali. La funzione di collegamento orizzontale, di importanza fondamentale per la stabilità globale di una struttura in zona sismica, è imperniata su tre requisiti che il solaio deve possedere: resistenza adeguata alle azioni previste in esercizio; rigidezza sia trasversale che nel proprio piano; collegamento efficace con le strutture verticali. L.16.2.1 Criteri generali di dimensionamento Il conseguimento dei tre suddetti requisiti si fonda sull’applicazione dei seguenti criteri pratici di dimensionamento sia del solaio che dei collegamenti: l rapporto di snellezza (solai ad elementi in c.a.p. 25 , solai ad armatura ordinaria H l 20 ); H larghezza massima blocchi in laterizio (al netto di alette e naselli) 42 cm; tensione di esercizio massima armatura ordinaria 240 N/mm2; spessore minimo soletta collaborante (per qualunque tipologia) 4 cm; armatura minima soletta (trasversale alla luce) 6/25 cm; interasse massimo nervature trasversali di collegamento 2,2 metri; armatura minima nervature di collegamento 4 10; staffatura minima nervature di collegamento 6/25 cm. Qualora la tipologia del solaio non consenta la realizzazione di nervature trasversali di collegamento sarà opportuno incrementare adeguatamente lo spessore minimo della soletta e la relativa armatura di distribuzione. Per applicazioni su muratura valgono le seguenti ulteriori indicazioni: larghezza cordolature orizzontali = spessore del muro - 6 cm; altezza cordolature orizzonatli = altezza solaio; 15 cm; staffatura cordolature orizzontali = 6/25 cm. Per assicurare il richiesto effetto di incatenamento le intersezioni delle armature dei cordoli potranno avere le disposizioni rappresentate nella fig. L.15.6. 232 Nome file: 5_(8).doc Inserire figura: ArtsPDF - SOLAI/pag 233.tif Figura L.15.6 – Particolari delle intersezioni delle armature dei cordoli di solai in zona sismica. L’appoggio dei solai sulle murature deve estendersi almeno per una profondità pari a metà cordolo, con un minimo di 12 cm. Per i solai realizzati con travetti prefabbricati in cemento armato ordinario e precompresso la costituzione di un ancoraggio efficace agli effetti dei momenti e delle azioni orizzontali e verticali può compendiarsi nel modo raffigurato in fig. L.15.7, da cui si ravvisa anche l’opportunità di presidiare i nodi anche con armatura atta a sopperire ad inversioni di segno del momento. Inserire figura: ArtsPDF - SOLAI/pag 234.tif Figura L.15.7 – Particolari delle armature integrative agli estremi della campata del solaio per l’inversione dei momenti. 233