IL CALITRANO
periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni
Spedizione in abb. postale comma 20/C Legge 662/96 Filiale di Firenze
ANNO XVIII - NUMERO 8
(nuova serie)
LUGLIO-AGOSTO 1998
IN
QUESTO NUMERO
IL CALITRANO
ANNO XVIII - N. 8 n. s.
Uscire dal disagio
di Raffaele Salvante
3
Associazione Romana
dei Calitrani
4
Dalla Svizzera
4
I Calitrani
di Germania
5
Direttore
Raffaella Salvante
6
Direttore Responsabile
A. Raffaele Salvante
Leonetto e Sansonetto
di P. Gerardo Cioffari
IN COPERTINA:
La storia di un paese è fatta anche di
aspetti particolari, spesso dimenticati o
addirittura sconosciuti ai più, come questo scorcio di Vico Lampariello, ngimma a
lu Vuccul’, subito a destra, salendo le
scale di fronte all’abitazione della famiglia Metallo (fis’ch’).
Paesaggio urbano che nel suo piccolo ci
tramanda i valori – che scandiscono tuttora quel quotidiano ritmato dalle usanze e ricorrenze della nostra civiltà contadina – come documenti del passato e nel
conservare le forme, pure in un momento
in cui il nostro paese – e soprattutto il
suo centro storico – è interessato da radicali trasformazioni.
(Foto Flash)
RICORDA
CHE LA TUA OFFERTA
È DECISIVA
PER LA PUBBLICAZIONE
DI QUESTO GIORNALE
Periodico quadrimestrale
di ambiente - dialetto - storia e tradizioni
dell’Associazione Culturale
“Caletra”
Contratti matrimoniali
secenteschi in Calitri
di Emilio Ricciardi
10
La pittura di Piera Ierna
di Rosaria Bombaci
12
Le monete della civita
di Oliveto Citra
di Damiano Pipino
13
14
Tra fiere e sagre
di Donato Mazzeo
14
MOVIMENTO
DEMOGRAFICO
15
SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 17
Erbe di casa nostra
di Alba Algeri
Segreteria
Martina Salvante
Direzione, Redazione, Amministrazione
50142 Firenze - Via A. Canova, 78
Tel. 055/78.39.36
Spedizione in abbonamento postale 50%
C. C. P. n. 11384500
DIALETTO E CULTURA
POPOLARE
Fondato nel 1981
19
Nuovi orizzonti
per il turismo molisano
di Carla Marinelli
20
LA NOSTRA BIBLIOTECA
22
La collaborazione è aperta a tutti, ma in
nessun caso instaura un rapporto di
lavoro ed è sempre da intendersi a titolo
di volontariato.
I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei
singoli autori, i quali se ne assumono le
responsabilità di fronte alla legge.
Il giornale viene diffuso gratuitamente.
Attività editoriale di natura non
commerciale nei sensi previsti dall’art. 4
del DPR 16.10.1972 n. 633 e successive
modificazioni.
Le spese di stampa e postali sono coperte
dalla solidarietà dei lettori.
Stampa: Polistampa - Firenze
SI RESTITUISCONO
LE FOTO
Presso lo stand de
“Il Calitrano” all’interno
della 17ª Fiera
Interregionale di Calitri
vengono restituite tutte le
foto che sono servite per la
pubblicazione del libro.
Un sincero, caloroso
ringraziamento alla vostra
squisita gentilezza e cortesia.
• Si prega di segnalare
“sempre” il cambio di
indirizzo completo delle sue
componenti.
• Segnalare “sempre” la
eventuale mancata
recezione del giornale.
• Esigete dal postino il
giornale con l’etichetta
portante il vostro indirizzo.
Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981
del Tribunale di Firenze
Il Foro competente per ogni controversia è
quello di Firenze.
Accrediti su c/c postale n. 11384500 intestato a “IL CALITRANO” - Firenze oppure
c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede Centrale della
Cassa di Risparmio di Firenze Spa - Via
Bufalini, 6 - 50122 Firenze - ABI 6160.6 CAB 2800
Chiuso in stampa il 20 luglio 1998
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
UNA STAGIONE DI FRAGILITÀ SOCIALE
USCIRE DAL DISAGIO
Il disimpegno e il lasciar fare sono pericolosi. Occorre una sollecitazione che deve venire da noi,
ma soprattutto dai giovani, in un modo nuovo, più incisivo, risolutivo e coinvolgente.
ome non comprendere l’attuale diso-
C rientamento delle coscienze?
– dopo tanto clamore le ultime elezioni
amministrative hanno fatto rilevare un
forte calo di partecipanti, con basse
percentuali di votanti: un paese che
faticosamente tende a costruire il
nuovo e si ritrova ancora a fare i conti
con nodi che non sembra in grado di
sciogliere o di superare con le sue istituzioni “svilite nella litigiosità politica
che ha causato troppa insofferenza ed
estraneità”;
– la guardia di Finanza, controllando il
bilancio di circa 400 aziende, non ne
ha trovato “uno” regolare; e il dilagare del fenomeno della corruzione,
suscita un diffuso clima di amarezza e
di sfiducia;
– l’immane tragedia di “fango” che si è
consumata fra le province di Avellino e di Salerno, ha riaperto le frustranti diatribe, puramente formali
senza profondo contenuto sostanziale, sulla prevenzione, sul controllo del
territorio e così via;
– lo sfascio della magistratura che oggi
si presenta in tutta la sua dura evidenza, con l’incapacità assoluta di difendere il cittadino che a volte - ma sempre più spesso - è costretto a farsi giustizia da se; un fenomeno a cui dobbiamo guardare con profonda preoccupazione, ma anche con ferma determinazione;
– mentre da un lato sono formidabili i
problemi etico-sociali sugli scenari di
fine millennio, con le carestie, la
fame, la corsa all’armamento atomico,
le guerre fratricide, la rinascente
discriminazione razziale ed etnica ecc.
che ci interpellano per rispondere alle
sollecitazioni dei bisogni più urgenti,
dall’altro – attoniti e perplessi – assistiamo all’ascesa di case di moda e
stilisti in genere che redigono, ogni
anno, bilanci arcimiliardari come non
era mai successo prima d’ora; come si
può conciliare la morte per fame di
circa 60.000 bambini al giorno con la
ricchezza spesa nell’abbigliamento
firmato e molto spesso falsamente firmato?
Questo quadro generale di rottura,
di sfiducia e di collasso, proprio nell’impossibilità reale di confidare nelle
istituzioni della repubblica, fa crescere a
dismisura – purtroppo – le cosiddette
virtù del disimpegno e della disaffezione, un accentuato egoismo nella
ricerca spasmodica del benessere individuale, quale segno tangibile delle
inquietudini, dei contrasti e delle contraddizioni che affliggono l’uomo
moderno in una forma di disfattismo
storico preoccupante.
Questo mondo di vacua verbosità e
di spregiudicata incoerenza non potrà
cambiare mai, né si potrà recuperare se
non ci sarà mobilitazione delle coscienze con la costruzione di un tessuto
sociale costituito da valori e da rinnovata coscienza umana.
Capacità di ascolto e disponibilità
al dialogo, al confronto in ogni campo,
costituiscono un fattore indispensabile
di crescita interiore, sociale e democratica che attraverso “il lavoro” che dà
dignità all’uomo, attraverso la tolleranza, la giustizia e uno stato sociale di
diritto, danno attuazione al processo di
maturazione della coscienze, per operare sempre e comunque in uno spirito
unitario di solidarietà verso gli altri,
solidarietà che da alla nostra speranza
una ampiezza planetaria che la rende
continuamente sana e feconda.
Spetta a noi, e in particolar modo ai
giovani, la responsabilità di scegliere le
forme concrete d’impegno e di presenza
non solo più coerenti, ma anche più
efficaci, con una disponibilità, un senso
di fraternità e di reciproco amore, con
una capacità di resistenza e di non omologazione alle forze vincenti e alla pseudo cultura e con un grado di pazienza e
di umiltà.
Nei confronti dei giovani dobbiamo riconoscere – col cuore contrito –
che grava il peso di una società degli
adulti frammentata e disumana, senza
ideali e senza regole, inquinata da mille
3
individualismi e da mille compromessi,
mentre la gioventù è per sua natura età
di scelte che saranno motivate e
responsabili se potranno far riferimento
a valori forti, perché i giovani sono
molto sensibili all’autenticità e alla
semplicità e rifiutano una società invasa dall’ipocrisia e dai disvalori, ma
debbono e vogliono sentirsi corresponsabili nel cammino dell’intera comunità.
Occorre, perciò, puntare – come
momento privilegiato – su proposte
essenziali, forti e coinvolgenti, che non
chiudano i giovani in prospettive di
compromesso e nei loro mondi esclusivi, ma li aprano alla più vasta comunità
della società e della mondialità, capace
di coinvolgere anche quei giovani
distratti, o indifesi alle pressioni delle
varie ideologie consumistiche, che
devastano le loro speranze e la loro
gioia di vivere.
Infatti, le opere della pace nascono
da un rinnovamento interiore che si
esprime particolarmente in coerente
stile di vita e nell’acquisizione di una
sempre maggiore capacità di dialogo,
di condivisione, di accoglienza del
diverso.
Perciò, non bisogna assolutamente
abbassare la guardia, è – infatti – nel
rispondere a questa esigenza che si
diventa lievito della storia.
Raffaele Salvante
Una cosa va ribadita di
nuovo: il superfluo dei paesi
ricchi deve servire ai paesi
poveri. Diversamente, ostinandosi nella loro avarizia,
non potranno che suscitare il
giudizio di Dio e “la collera
dei poveri”, con conseguenze
imprevedibili.
(Populorum progressio 49)
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
la comunità di origine, sono state richiamate dal presidente
dell’ARC dott. Antonio Cicoira le motivazioni ed i valori sui
quali si fonda l’associazione ed è stato rivolto un invito a rafforzare e diffondere l’amicizia, la fratellanza e la solidarietà.
Durante il pranzo un gruppo di giovani venuto da Calitri, ha
allietato i commensali con intonatissimi canti popolari Calitrani, accompagnati dai virtuosismi del fisarmonicista Vito
TATEO; la festa si è protratta fino alle ore 24,00 con un ricco
buffet, musica dal vivo, ballo ed estrazione di premi, facendo
registrare l’entusiasmo ed il gradimento di tutti gli intervenuti.
L’Associazione Romana dei Calitrani, nell’ambito delle
celebrazioni della 6ª giornata dell’emigrante, che si svolgerà a
Calitri, ha programmato le seguenti manifestazioni:
ASSOCIAZIONE ROMANA
DEI CALITRANI
omenica 26 aprile 1998, presso il ristorante “Picar”, nella
D
suggestiva cornice del “LUNEUR” di Roma si sono ritrovati circa 250 partecipanti per celebrare la 6ª Assemblea Generale dei soci dell’Associazione Romana dei Calitrani.
Hanno partecipato il sindaco di Calitri prof. Vito Marchitto,
il vice sindaco ing. Emilio Cicoira, il presidente dell’associazione dei Calitrani in Svizzera sig. Antonio Zarrilli, il sig.
Angelo Zazzarino in rappresentanza del padre Antonio, presidente dell’associazione dei Calitrani in Venezuela, il presidente dell’Associazione Pro-Loco Calitri sig. Giovanni Rinaldi, il
presidente dell’Associazione Aletrium dott. Antonio Nicolais, il
presidente dell’Associazione Il Sipario sig. Donato Frasca, lo
studioso e ricercatore Padre Gerardo Cioffari O.P.
Hanno inviato messaggi il presidente dell’Associazione
Figli dell’Irpinia, il presidente dell’Associazione dei Calitrani
in Germania sig. Giovanni Fierravanti ed il presidente dell’Associazione “Donne per il sociale” signora Rosa Fierravanti.
Nel corso di questo ormai tradizionale appuntamento che
consente a vecchi amici di ritrovarsi e di rinsaldare i legami con
Domenica 30 Agosto 1998, ore 21
(nella chiesa dell’Immacolata Concezione)
Concerto del duo SALZA - PERGOLIZZI
musiche per tromba e pianoforte:
Per la prima volta a Calitri due solisti di livello
internazionale.
Sabato 6 Settembre 1998
ore 16,30 - Manifestazione Folcloristica;
ore 21,00 - Serata danzante con buffet e premi.
E.P.S.A.I.M.
Ente Autonomo Promozione e Sviluppo Aree
Interne del Mezzogiorno
Dai valore al tuo tempo.
Visita la fiera,
per costruire il tuo futuro.
XVII edizione
dal 30 agosto al 6 settembre 1998
DALLA SVIZZERA
ari lettori del Calitrano, stimati soci dell’ALECS, mi preme
Cscrivere due righe a proposito di questa nuova iniziativa
della nostra associazione: “gita al Gardaland e visita alla
città di Verona”, preparata dal comitato di San Gallo.
Verona è conosciuta per il più famoso balcone del mondo,
quello della romantica storia d’amore tra Giulietta e Romeo; Di
Maio Leonardo e Gautieri Giuseppe con l’aiuto di Fatone
Canio hanno organizzato la gita, senza aiuto di agenzie turistiche, via telefono e fax hanno vagliato le varie possibilità, giungendo a quella più interessante dal punto di vista prezzo/qualità
Il bus partito da Balsthal è arrivato puntuale a Flawil dove è
salito il gruppo di San Gallo, partendo per Lugano dove si
sono aggiunti i ticinesi; inutile raccontare l’entusiasmo di arrivare a destinazione, dove subito ci si è resi conto che a causa
della miriade di giostre (tutte comprese nel prezzo d’ingresso)
ci sarebbero voluti più giorni per visitarlo interamente.
Tanti si sono detti: “qui ci ritorneremo ancora una volta”;
immaginate la gioia dei grandi e non solo dei bambini, perché
questo parco offre divertimenti per tutte le età; la sera eravamo
tutti stanchi per le corse da un teatro con giochi di prestigio alla
vasca dei delfini, alla funivia ecc.
Verona, maggio 1998 visita a Gardaland dei Calitrani emigrati in Svizzera.
Durante il viaggio verso l’hotel si è avuta l’occasione di fermarsi ad un supermercato dove ci siamo riforniti di specialità
4
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
italiane. L’hotel si è rivelato molto bello, il mangiare ottimo ed
abbondante, le camere tutte con servizi, telefono e TV; durante e dopo l’abbondante cena i ragazzi si sono tuffati nella piscina dell’hotel approfittando del clima mite per fare un bel bagno
all’aperto.
Il mattino del 17 maggio siamo partiti alla volta di Verona, con l’aiuto di una guida che nel tragitto ci ha descritto i
luoghi che attraversavamo, collegandoli alla storia della
repubblica di Venezia; una volta a Verona, abbiamo iniziato
la visita da piazza Bra, dove subito colpisce l’imponenza
dell’Arena, poi ci siamo diretti alla casa di Giulietta, dove
tutti hanno scattato innumerevoli foto sia sotto il famoso
balcone che nel cortile dove si trova una statua di Giulietta,
poi passando per piazza Signoria e piazza Erbe siamo entrati nell’Arena; una volta fuori assalto alle bancarelle per comprare dei souvenir.
Risaliti sul bus abbiamo fatto un giro per vedere i monumenti di Verona distanti dal centro, e per finire in bellezza
siamo andati sulla collina della madonna di Lourdes per ammirare dall’alto la città.
Durante il viaggio di ritorno verso la Svizzera il comitato
ha distribuito dei foglietti per ogni famiglia, perché scrivessero
consigli e critiche in merito alla gita svolta; tutti contenti per
l’organizzazione, mentre riguardo la durata, tutti erano concordi nel fare una gita di più giorni.
La festa ALECS 1998 si terrà il 26 settembre 1998 presso la sala del Centro Lusc di Troglio vicino Pontetresa, e
sarà gestita dal comitato e non dal ristorante, per avere sui
tavoli le specialità paesane; non mancherà la musica.
Fin d’ora ringraziamo il comitato ticinese che nelle persone
del presidente di zona
– De Nicola Vito tel. 091 972 40 69
– i coniugi Ricciardi Antonietta e Francesco
tel. 091 994 81 35
– Russo Giuseppe tel. 091 972 15 08
– Per la zona di Balsthal Zarrilli Antonio tel. 062 391 03 85
– Per la zona di San Gallo Gautieri Giuseppe
tel. 071 393 55 05
sono a vostra completa disposizione per informazioni e prenotazioni.
Un caloroso saluto a tutti i Calitrani nel mondo.
Il presidente onorario
Gautieri Giuseppe
DALLA GERMANIA
“Ricevere ancora la vostra fiducia mi commuove e mi rende
orgoglioso – ha esordito Fierravanti – ringrazio tutti per questo
ma vi confesso che mi sento ancora più felice nel constatare
che del nuovo Comitato Direttivo fanno parte anche due
giovanissime, nate e cresciute qui, quindi non emigrate – Ilenia
Masullo e Marcella Zabatta – e che nel frattempo la nostra
associazione può annoverare tra i suoi iscritti tutti i Calitrani di
Germania: segno questo che i tempi per la costituzione
dell’Associazione erano maturi e che i nostri propositi erano
quelli giusti e lungimiranti”.
Ha sottolineato e rivolto un appello ai membri del nuovo
Comitato Direttivo e a tutti i soci di tenere sempre presente e
perseguire gli scopi dell’Associazione: la continuità nel tempo
del rapporto con Calitri; difendere ed esaltare i valori delle
proprie tradizioni; amicizia e solidarietà tra conterranei. È
importante guardare al futuro e lavorare insieme coinvolgendo
sempre più i giovani che pur consapevoli dei grandi valori
della cultura e delle tradizioni dei propri genitori hanno bisogno
di stimoli per riscoprire la loro calitranità.
Il Presidente ha concluso augurandosi che le Istituzioni
calitrane aiutino in questo contesto l’associazione e si
impegnino nella diffusione della cultura e della storia “del
nostro borgo natio con materiale didattico e con azioni
concrete come per esempio onorandoci con qualche gruppo
folcloristico o cantante – a Calitri ce se sono ed anche ottimi
– sarebbe il miglior regalo che il Sindaco potrebbe farci per
solennizzare degnamente il quinquennio dell’A.C.R.I.G.”
Il 5° incontro avverrà, sempre a Friburgo, il 3 ottobre 1998.
Il nuovo direttivo è composto da: presidente Giovanni
Fierravanti – vice presidente Canio Metallo – segreteria Giacinta
Tuozzolo Lepre – cassiera Ilenia Masullo – vice cassiera Maria
Galgano – membri del direttivo Antonietta Della Valve – Raul
Lepre – Canio Pastore – Monica Pastore – Elvira Zabatta –
Marcella Zabatta – revisori dei conti Michele Caruso e Nicola
Marotta – supplente revisore dei conti Canio Galgano.
I CALITRANI DI GERMANIA
SI AFFIDANO ANCORA
A GIOVANNI FIERRAVANTI
A.C.R.I.G. – Associazione dei Calitrani di Germania – nel
L’corso dell’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci, svoltasi
il 28.02 u.s. nei locali delle ACLI di Friburgo ha proceduto al
rinnovo delle cariche sociali.
Dopo un doveroso indirizzo di benvenuto espresso agli
intervenuti, il presidente uscente Giovanni Fierravanti nella
sua relazione ha illustrato il bilancio consuntivo relativo
all’anno appena trascorso e ripercorso la breve storia dell’A.C.R.I.G. dichiarandosi soddisfatto del lavoro compiuto,
anche se “la soddisfazione – ha affermato – è temperata dalla
consapevolezza che non tutto è stato possibile realizzare. Da
fare c’è veramente tanto!”. Non ha mancato di ringraziare i
membri del Comitato Direttivo che lo hanno affiancato in questi
anni e i soci che lo hanno sostenuto e di proporre, a grandi
linee, anche le attività da realizzare negli anni a venire allo
scopo di rafforzare ruolo e funzioni del sodalizio.
Vivace e sana è stata la discussione che ne è scaturita e
che ha offerto molti spunti di riflessione.
Alla fine i numerosi partecipanti, ben il 68% degli iscritti,
hanno apprezzato e sottolineato con parole di plauso il lavoro
finora svolto e di incoraggiamento per quello da svolgere.
Fierravanti è stato riconfermato all’unanimità a dirigere
anche per i prossimi cinque anni le sorti dell’Associazione. La
riconferma poi anche di molti membri è particolarmente
significativa: l’Assemblea ha voluto assicurare una costruttiva
continuità alla linea finora seguita ed esprimere in modo
incontrovertibile che le aspettative e le sollecitazioni della base
sono state realizzate.
5
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
P. GERARDO CIOFFARI O. P.
Leonetto e Sansonetto
Problemi di genealogia e cronologia
nella storia di Calitri
Alla morte del primo Gesualdo, signore di Calitri (cioè Mattia
I), nel 1322 ricevette la sua eredità (Calitri e Auletta) il di lui
figlio Nicola II, che in un atto del 1325 appare come signore di
Cayano (cioè Caggiano), Calitri e Auletta. Il figlio di Nicola II,
Giannotto Gesualdo, ereditò i suddetti feudi, come risulta da documenti del 1328, 1329, 1331 e 1332. Alla morte di Giannotto, fu il
fratello Mattia II ad ottenere il feudo di Calitri. Lo stesso nel 1336
appare come marito di Giovannella di Diano, figlia di Marino di
Burgenza. Successivamente signore di Calitri è Lionetto, capitano
a guerra di Ladislao, il quale ha anche i feudi di Caggiano, Auletta, Caposele e Gesualdo (mentre Palo e Baragiano appartengono a
Sansonetto e Pescopagano e Quaglietta a Giovannello). Più tardi,
signore di Calitri divenne Luigi, figlio di Sansonetto. Cui successe
non un figlio di Luigi, ma un suo nipote di nome Cola, figlio di
Sansone (1471). Nel 1482 abbiamo invece Luise. Fratello di Cola.
Infine (per quanto riguarda Calitri), signore di Calitri diviene
Fabrizio, un figlio di Luise, che sposa la figlia del principe di
Melfi.
sul punto di inviare alla redazione de Il Calitrano la contiEIIIronuazione
della storia di Calitri, comprendente il periodo di Luigi
Gesualdo (1480-1517), quando una telefonata con mio nipote
Canio Maffucci mi ha convinto che, invece, è opportuno fermarsi
un momento e fare il punto della situazione relativamente al Tre e
al Quattrocento.
La cosa è tanto più necessaria in quanto il rapporto fra lo storico ed il lettore non è come fra chi già sa tutto e chi apprende. Lo
storico non sa tutto, sa soltanto come funziona il meccanismo dei
documenti. Sa più del comune lettore se su quell’argomento si
può trovare ancora dell’altro, oppure è stato detto quasi tutto. La
funzione dello storico è di scavare negli archivi per trovare qualcosa in più rispetto a quanto detto in precedenza, ed eventualmente meglio contestualizzare la vicenda trattata.
Ovviamente le notizie non vengono trovate tutte insieme, ma
emergono un po’ alla volta. Per cui, le puntate su Il Calitrano
non vanno intese come la parola definitiva, ma solo come cose
belle trovate sino a quel momento. Successivamente possono essere trovate altre cose che vanno ad arricchire e persino a correggere le prededenti. Questo mi sembra il momento di fare il punto su
quanto detto sinora e apportare qualche aggiunta e qualche correzione.
2. Falsi problemi e… conferme
Quali sono i problemi che sorgono da questa genealogia? Alcuni sono falsi problemi, altri sono veri.
Falsi problemi sono quelli relativi alla numerazione aggiunta al
nome (Nicola II, III, Luigi I, II, III, e così via). È infatti sufficiente guardare alle date per capire di quale Nicola o Luigi si tratti. Il
numero è d’altronde soggettivo, in quanto dipende dalla collocazione di quel nome nella famiglia Gesualdo in generale, oppure di
quel nome in rapporto a Calitri. Così, ad esempio, Nicola II (nella
famiglia Gesualdo) fu il primo Nicola ad avere la signoria di Calitri. In una storia di Calitri dev’essere indicato come I o come II?
Entrambi sono legittimi. Io ho sinora preferito indicarlo in rapporto
a Calitri, quindi come primo. Ma si può tranquillamente cambiare
metodo e mantenere il numero gesualdino piuttosto che calitrano.
L’importante è capirsi.
Da adesso in poi cambierò metodo e adotterò anch’io la numerazione della famiglia piuttosto che la signoria di Calitri. La cosa
è per di più auspicabile poiché, incoerentemente (anche se giustamente) ho chiamato Luigi II il primo Luigi signore di Calitri.
Luigi I, infatti, personaggio di primo piano all’epoca di re Carlo III
di Durazzo, non fu signore di Calitri. Quindi, ad evitare confusione è opportuno riscrivere la genealogia calitrana alla luce di quella ufficiale dei Gesualdo.
Di conseguenza, anche se è un falso problema, è opportuno
rinominare Nicola II colui che fu il primo Nicola signore di Calitri
(mentre Nicola I non aveva nulla a che vedere con il nostro paese).
Del resto il primo re di Napoli si chiama Ruggero II (1130-1154),
essendo Ruggero I soltanto conte di Sicilia.
Il figlio di Nicola II, che in questo manoscritto è chiamato
Giannotto, è ovviamente lo stesso che io ho chiamato Giovanni.
Sfortunatamente non ho trovato i documenti del 1328, 1329, 1331
e 1332 di cui parla il manoscritto brancacciano.
1. La “genealogia” gesualdina nel manoscritto Brancacciano II
F 13
Solitamente dedico la prima quindicina di gennaio a ricerche
nella Biblioteca del Pontificio Istituto Orientale di Roma al fine di
aggiornare o approfondire le tematiche da me trattate come professore di Storia della Teologia Russa a Bari. Quest’anno ho voluto fare uno strappo, e una parte di questa quindicina l’ho trascorsa
all’Archivio di Stato di Napoli ed alla Biblioteca Nazionale della
città partenopea. I risultati della ricerca saranno pubblicati nei
prossimi numeri de Il Calitrano.
Una prima pista me l’aveva indicata l’amico Emilio Ricciardi
col quale mi sono visto a Napoli. Poi ho voluto procedere ad una
verifica diretta della documentazione calitrana e irpina che si
trova in quel ricchissimo archivio.
Fra i tanti scavi nelle antiche carte mi sono imbattuto in un
manoscritto della Biblioteca Nazionale di Napoli, costituito da
una raccolta che ha la seguente collocazione: Brancacciana, II F
13, mentre le relative carte portano il titolo appunto di Genealogia
della Famiglia Gesualdo.
Come ho avuto modo di dire in altri interventi, le fonti principali sui discendenti dei Gesualdo sono Scipione Ammirato, Camillo de Lellis e Ferrante Della Marra. Talvolta però scritti minori
possono presentare qualche particolare interessante o rinforzare le
probabilità per una soluzione piuttosto che per un’altra. Tale il
caso di questo breve manoscritto della fine del Cinquecento o
inizi del Seicento. Prima di qualsiasi considerazione critica, eccone una rapida sintesi.
6
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
Per il periodo che va da Mattia I a Mattia II (1304-1370) il
breve manoscritto da me ritrovato non offre interessanti suggerimenti. Il che non dev’essere neppure sottovalutato. Significa infatti che la ricostruzione storica relativa a quel periodo è fondamentalmente valida, e che quindi i signori di Calitri siano stati:
l’autorità del De Lellis, avevo eliminato Leonetto e parlato di
Nicola III (anche se l’ho chiamato II, come signore di Calitri). Ho
fatto notare che anche l’Ammirato parla di Leonetto, ma non gli ho
dato il peso giusto, essendo il De Lellis più recente e a conoscenza
del testo dell’Ammirato. Qui però gli elementi dati intorno a Leonetto sono tali che fanno propendere l’ago della bilancia in senso
inverso. Senza dire che mitigano l’oscurità del periodo che va dal
1400 al 1410, che con una certa perplessità ho lasciato in sospeso.
Mattia I (1304-1321)
Nicola II (1321-1326)
Giovanni (1326-1333)
Mattia II (1333-1370)
Il manoscritto ignora dunque Nicola III, e parla di Leonetto,
senza indicare chi fosse il padre. Passa direttamente a dire che era
signore di Calitri (insieme ad Auletta, Caggiano, Caposele e
Gesualdo). Quindi specifica che era “capitano a guerra” di Ladislao.
Che l’autore di questi appunti manoscritti non fosse uno sprovveduto si evince dai particolari offerti a proposito di altri signori
Gesualdo, e cioè che Palo e Baragiano appartenevano a Sansonetto mentre Pescopagano e Quaglietta a Giovannello. La parentela tra Sansonetto (che io ho chiamato Sansone) e Leonetto,
non è specificata, ma da altre fonti sappiamo
che erano fratelli.
Il particolare che fosse “capitano a guerra” di
Ladislao è davvero importante, almeno quanto
l’esclusione di Sansone dalla signoria di Calitri.
Ed è in fondo l’ultimo errore che il nostro copista fa prima di ricostituire l’ordine col figlio di
Sansone (o Sansonetto), Luigi. Ma questi errori,
omissioni e reticenze sono abbondantemente
scusabili, sia perché noi li possiamo correggere
da altre fonti sia perché le due notizie forniteci
(Leonetto “capitano a guerra”, e Sansone “signore di Palo e Baragiano”) sono troppo preziose.
In tal modo, anche se non ci sono noti i dettagli
situazionali e cronologici, una certa luce si
rifrange sul periodo 1390-1410. La seconda
metà di questo ventennio l’avevo attribuita ancora a Nicola III, lasciando inoltre in sospeso il
decennio successivo. Ora, sempre avvertendo
che si tratta di date approssimative, possiamo
con una buona fiducia incastonare il nome di
Leonetto fra i signori di Calitri, e precisamente
fra Nicola III e Sansone.
Quanto ai personaggi correlati, è opportuno ricordare un altro
falso problema. Il nome dei protagonisti è spesso alterato nella
società medioevale e specialmente nelle famiglie nobili napoletane.
Invece di Giovanni si incontra spesso Giannotto, invece di Leone si
ha Leonetto, invece di Giovanna si ha Giovannella, invece di Sansone si trova Sansonetto, invece di Luigi si trova
Luise o Ludovico o Alvise (che è sempre Luigi),
invece di Antonio si ha Antonello, invece di Carlo
si trova Carluccio.
3. Problemi veri. Leonetto, signore di Calitri
(1390-1410)?
Se i precedenti sono falsi problemi, non così
quando si passa al periodo successivo a Mattia II
(1370-1420). Chi ha letto la prima edizione della
Storia di calitri dell’Acocella e poi legge la
seconda, non può fare a meno di notare le oscillazioni e perfino le contraddizioni. Il motivo è
semplice: la successione di un signore dopo l’altro non si è conservata nei documenti. Molti di
questi sono andati perduti.
Le difficoltà nello stabilire chi fosse il signore
di Calitri in un dato momento possono essere
interne o esterne. Quelle interne nascono dal fatto
che il padre, mentre esercitava la sua signorìa,
già istituiva la successione del figlio. Ma questa
diveniva effettiva solo alla morte del padre, a
meno che il padre non passava al figlio anche l’esercizio del potere. Determinare quale di queste
due possibilità si verificasse nel caso specifico è
molto difficile. Le difficoltà esterne nascono dal
riconoscimento regio. Purtroppo l’autorità regia
Il fatto che Leonetto fosse capitano a guerra di
era spesso inefficace in alcune zone, se non addiLadislao spinge il nostro pensiero in due direrittura nulla. Il che vale soprattutto per il periodo
zioni, una cronologica e l’altra geografica. Ele1382-1442, allorché in molte zone governava il re L’Armatura di Carlo Gesualdo, che si menti che sono importanti e utili a farci capire
provenzale, Luigi I, II o III, (ancora Luigi, proprio trova presso il castello di Konopiste, cosa può essere accaduto, e quindi a risolvere
mentre ci sono in giro Luigi I e Luigi II Gesual- Praga.
forse quel rompicapo di cui ebbe a soffrire l’Ado!) invece del re durazzesco. Di conseguenza non basta avere un
cocella nella sua Storia di Calitri. Come generale dell’esercito di
documento per sapere chi fosse il signore di Calitri, è necessario
Ladislao, sul finire del 1407, Leonetto dovette seguire il re nel
sapere anche se il territorio di Calitri era sotto i re durazzeschi
Lazio e in Toscana. Rendendosi conto che la campagna militare
(Carlo III e Ladislao) o sotto i provenzali (Luigi I, II, o III). Altrisarebbe durata molti anni (volendo il re di Napoli fare da arbitro
menti si rischia di non distinguere il signore titolare dal signore
della politica italiana), Leonetto potrebbe aver lasciato il suo feudo
effettivo.
di Calitri (affidamento, concessione, o vendita) al fratello Sansone.
Al suo ritorno potrebbe non averlo richiesto indietro, anche perché
in perfetta armonia politica con lo stesso Sansone, ed in contrasto
Il manoscritto brancacciano, ad esempio, non menziona Nicola
con i cugini Elia e Antonello.
come successore di Mattia II nella signoria di Calitri. Parla, invece, di
Leonetto. In altri termini omette colui (Nicola III Gesualdo, 13701390) che io ho trattato nel numero di novembre dicembre 1996 de Il
Calitrano, mentre parla di colui (Leonetto) che ho omesso.
Io avevo proceduto in senso inverso rispetto ad Acocella, che
nella prima edizione della Storia di Calitri aveva parlato di Nicola,
nella seconda (sull’autorità dell’Ammirato) solo di Leonetto. Sul-
4. Una possibile soluzione: entrambi signori di Calitri
La difficoltà nel determinare l’ordine dei signori di Calitri
nasce dal fatto che spesso Calitri non era un feudo che andava
7
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
data dell’epigrafe di Costanza di Capua è erroneamente riportata.
Col 1444 avremmo, infatti, un diciassettenne padre di nove figli
(anzi, la moglie gli era sopravvissuta !).
Che sia la data di morte di Costanza a dover essere corretta si
evince dal fatto (affermato dallo stesso De Lellis) che Sansonetto
nel 1452 fu nominato conte di Conza, e quindi era vivo. Invece
del MCCCCXXXXIIII (1444), si dovrebbe leggere dunque
MCCCCLXXXIIII (1484). Data la conformazione del numero
romano, il 1484 mi sembra la data più accettabile, poiché sarebbe
il risultato di un solo errore (l’aver messo una X al posto di una
L). La sostituzione della lettera potrebbe essere avvenuta inavvertitamente anche per un disguido tipografico, il che spiegherebbe il fatto che il De Lellis non sentisse la necessità di dare una
spiegazione. Diversamente, bisognerebbe immaginare un errore
multiplo.
Di Sansonetto resta comunque ignota la modalità in cui divenne
conte di Conza, essendo questo titolo separato dalla signorìa di
Calitri, facendo capo non a Luigi II, bensì a Luigi I (appartenente ad
un ramo diverso dei Gesualdo, diversificatosi cioè dopo Mattia II).
Molto probabilmente, Luigi II di Calitri (alleato del vincitore
Alfonso), quando nel 1436 entrò in possesso dei beni dei cugini
Elia ed Antonello (rispettivamente figli di Luigi I e Antonio),
alleati della sconfitta e defunta Giovanna II, divenne anche signore di Conza, senza il titolo di conte. Il titolo fu riconosciuto invece al figlio Sansonetto. Il quale solo in questo senso può essere
detto primo conte, vale a dire del ramo calitrano, ma non primo
conte di Conza della famiglia Gesualdo, in quanto anche Luigi I
era stato conte di Conza molto prima.
automaticamente al conte di Conza, anzi. Nel periodo che ci interessa (1370-1420) il Gesualdo più famoso era Luigi I, il quale
come maggiordomo del re Carlo III, nel 1381 ottenne la contea di
Conza, tolta ad Isabella del Balzo, dichiarata “ribelle”. Aveva
seguito re Carlo III di Durazzo in Ungheria e fu lui a portare a
Napoli (1386) la notizia del ferimento (che poi risultò mortale) del
re in un attentato. Ancora nel 1413 era il più noto dei figli di
Mattia II, tanto che Ladislao lo teneva tra i suoi primi condottieri.
Subito dopo Luigi, tra i primi signori del regno si affermò Ruggero, che nel 1392 era maresciallo, nonché ciambellano.
Nicola III, il signore di Calitri, rimase dunque in ombra rispetto ai suddetti intraprendenti fratelli Luigi e Ruggero.
Molto probabilmente dunque sia Nicola III che il figlio Leonetto furono signori di Calitri. Senza bisogno di allungare la
signoria di Mattia II su Calitri fino alla sua morte (avvenuta intorno al 1393), è più ragionevole mantenere la cronologia precedentemente riportata del 1370 circa come anno della concessione
di Calitri a Nicola III, che avrebbe esercitato il suo governo per un
ventennio circa (1370-1390), per poi trasmetterlo a Leonetto per il
ventennio successivo (1390-1410). Fermo restando che queste
sono date arrotondate, e che vanno intese in senso approssimativo.
Non avendo altre notizie, l’Ammirato aveva affermato: Non si
ha altra memoria (di Leonetto), e dovette morirsi senza figlioli
vedendosi in non molto tempo posseduti i suoi beni da fratelli e da
nipoti. L’Acocella, a sua volta, gli fa trasmettere i beni feudali al
nipote Sansone, aggiungendo che quest’ultimo era sposato ad
Antonella di Porcelleto (secondo Ferrante Della Marra, 22, rimasta
vedova (di Giovannello d’Alagna), Antonella Porcelletta si rimarita a Sansonetto di Gesualdo, da cui nasce il Principe di Venosa).
Ma noi sappiamo che il Sansone marito di Antonella era fratello di
Leonetto. E così il Sansonetto che fu perdonato insieme a Leonetto nel 1422. La trasmissione della signorìa di Calitri non avvenne
dunque da Leonetto al nipote, bensì al fratello.
6. Una tavola genealogica del Tre e Quattrocento
Senza procedere ad una tavola definitiva della genealogia
gesualdina di Calitri (che faremo al termine delle nostre ricerche), è
opportuno fare qui il punto della situazione per il Tre e Quattrocento. In maiuscolo ed in neretto sono indicati i signori di Calitri, con
un corpo grafico più piccolo gli altri componenti della famiglia.
5. Un altro rompicapo: Sansonetto.
Un altro problema che sorge nella genealogia gesualdina relativa a Calitri è quello di Sansonetto, da non confondere col nonno
Sansone. Il nipote nel 1452 ricevette da re Alfonso il titolo di
conte di Conza. Eppure il De Lellis dice che la moglie Costanza
di Capua morì nel 1444, rimanendo vedova di lui dopo avergli
generato 9 figli.
Il De Lellis dice soltanto che era figlio di Luigi II Gesualdo,
benché malamente chiamato col titolo di Conte di Consa. Non si
pone cioè il problema di come Sansonetto abbia potuto avere nove
figli a soli 17 anni (essendo nato nel 1427/28 da Luigi II di Calitri
ed Emilia o Cornelia Mormile). Il fatto che non si sia accorto di
una incongruenza così evidente farebbe pensare che l’errore non
stia tanto nel padre di Sansonetto (che dovrebbe essere proprio
Luigi II, piuttosto che Elia, figlio di Luigi I), quanto piuttosto
nella data di morte di Costanza di Capua (sua vedova).
Elia II 1
Nicola I 2 Roberto3
MATTIA I4
Francesca5 Filippa6
(1304-1321)
Primo signore di Calitri della famiglia Gesualdo
Già signore di Ripalonga
compra Calitri e Castiglione da Raimondo del Balzo (1304)
Vende Castiglione (1313) a Ruggero di Bisaccia e Carbonara
Acquista Auletta, Roccella e S. Fele (1315-1317)
Sposa Costanza di Caggiano
Maria7
Filippa8
NICOLA II9
Francesca10
(1321-1326)
Combatte nell’esercito di Giovanni di Gravina
Una controversia con S. Maria in Elce (1308) farebbe supporre
che già prima fosse associato come signore di Calitri
Sposa Clemenza della Marra
GIOVANNI11
Il De Lellis avrebbe almeno dovuto tentare una spiegazione.
Poteva parlare di un matrimonio precedente di Luigi II di Calitri.
Tanto più che egli confuta l’opinione di alcuni che avevano scritto che moglie di Luigi stata fusse una figliuola di Pietro Ruffo
Conte di Catanzaro. Ora, qui due sono le possibilità: o Sansonetto era figlio di Elia Gesualdo, figlio di Luigi I di Conza (cosa che
nessuno afferma), o era effettivamente figlio di Luigi II di Calitri.
Ma anche in questo secondo caso, due sono le possibilità: o era
nato da un precedente matrimonio di Luigi II di Calitri, oppure la
(1326-1333)
MATTIA II12
Francesco13
Bisaccia
(1333-1370)
Castiglione
Signore di Calitri,
Caggiano e Auletta.
1331. Sposa Giovannella di Diano
1340. Sposa Antonella Acquaviva
Governa Calitri nel difficilissimo periodo
della peste e dell’invasione ungherese.
Dalla nipote Margherita (figlia di Francesco)
recupera Castiglione, ormai diruto
8
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
Nicola III14
Roberto
Calitri
Giovannello
Ruggero15
Pescopagano
Conza
Luigi16
10 De Lellis, 10. Sposa Gentile di Grandinato (Della Marra, 192).
11 De Lellis, 10. Detto anche Giannotto.
12 De Lellis, 11. Secondo Della Marra, p. 143, Marino di Diano maritò
Giovanna sua figliuola l’anno 1332 a Mattia, figliuolo primogenito di Nicolò
di Gesualdo e di Clementia della Marra: il qual Mattia era Signor di Cagiano,
Auletta e Calitro, e Ciamberlano di Rè Roberto: e morta Giovanna di Diano
sua prima moglie, si rimaritò con Antonella Acquaviva figliuola di Corrado
Conte di San Valentino. Si legge che ei comprasse, come Maestro Rationale e
del Consiglio in nome di Rè Roberto l’anno 1331 da Adinolfo di Somma
Cavaliero, quel Palagio dirimpetto a S. Agostino, dove infin’al presente giorno si fa la Zecca Regia.
13 De Lellis, 10. Signore di Bisaccia diviene sposando Giovanna d’Antiochia.
14 De Lellis, 12.
15 A. Cutolo, Re Ladislao, Napoli 1968, p. 140, 168, 175.
16 De Lellis, 11-12; Della Marra, 70; Cutolo, Re Ladislao, 57; ASPN
1888, 768.
17 De Lellis, 12. Faraglia, 142, 169.
18 Ammirato. Le date sono approssimative. De Lellis, 12. Faraglia, 224,
n.1 (perdonato da Giovanna II).
19 De Lellis, 12. Faraglia, 224, n. 1. Scipione Mazzella, Descrittione del
Regno di Napoli, 1601/7, pone il matrimonio con Antonella di Porcelletto al
1391.
20 De Lellis, 13
21 De Lellis, 13. Faraglia, 84 (sposa Domenico di Bosio degli Attendoli,
portandogli in dote diversi feudi pugliesi)
22 De Lellis, 13. Faraglia, 326 (sp. Emilia Mormile nel 1427).
23 Sposa Petracone Caracciolo. Il De Lellis, p. 13, riporta anche l’epigrafe
sul sepolcro (†1473).
24 Molto probabilmente la data di morte della moglie Costanza di Capua
(De Lellis, p. 14) è errata. Invece del 1444 dovrebbe leggersi 1484 (non potendo Sansonetto aver fatto 9 figli all’età di 17 anni).
25 De Lellis, p. 15.
26 Epigrafi nel De Lellis, p. 15.
27 Epigrafe (+1523) in De Lellis, p. 15
Elia
Bisaccia
NICOLA III
(1370-1393 circa)
È il primogenito, con molti feudi
(Calitri, Auletta, Caggiano, Fontanarosa, ecc.)
oscurato però dalla fama del quartogenitoLuigi I,
personaggio di spicco alla corte di Carlo III di Durazzo
Carluccio17
Vicario
Generale
della
Calabria
LEONETTO
SANSONE
(1393-1410 circa)18
(1410-1436)19
Capitano a guerra di Ladislao
detto anche Sansonetto
Il passaggio di Calitri al fratello Sansone fu sempre in sintonia
potrebbe essere avvenuto quando con Leonetto nelle scelte
dovette seguire Ladislao a Roma
politiche
Minora20
Giovannella21
LUIGI II22
Caterina23
1436-1471
1427. Sposa Emilia Mormile
1436. Ottiene i feudi dello zio Antonello
1442. Alfonso conferma i feudi
1452 partecipa alla giostra per la nascita di Federico
1460. Rotta di Sarno. Passa all’Orsini
Sansonetto24
Sp. Costanza di Capua († 1444)
7 figli e due figlie (Altobella e Ippolita)
1452. Conte di Conza
NICOLA IV25, Cesare, Antonio, Fabrizio, Massenzio26, Carlo, LUIGI
III
1471-1480
1471. Il re gli conferma Calitri
1477. Accompagna Alfonso, duca di Calabria,
in Catalogna a scortare la 2ª moglie di Ferrante
1480-1517
NOTE
1 De Lellis, 6
2 De Lellis, 8-9. Su Nicola I numerosi regesti in Francesco Scandone, I
comuni del Principato Ultra, Samnium, 1941, 50-54. Secondo Ferrante Della
Marra, Discorsi, p. 137, Nicola I nel 1304 sposò Giovanna della Marra da cui
ebbe Margherita (signora di Pescopagano), sposa di Aimerico di Sus. Da questi ultimi nasce Maria (ma a p. 408 è detta Filippa), che nel 1304 sposa Giovanni di Ceccano. Nicola I sarebbe morto prima del 1308, quando Giovanna
della Marra (assai terribil donna, p. 149), appare vedova e sposata con Tommaso di Balvano.
3 Da Scandone: nel 1290 possiede il castello di Ripalonga insieme a
Mattia. De Lellis, 8, non parla di Roberto, ma di Roberta.
4 De Lellis, 8-10. Scandone, 56. Della Marra, 68 (Ramondo del Balzo,
primogenito del conte di Avellino, … non ancora succeduto alla stato, vendette a Mattia di Gesualdo Calistri, Terra a lui conceduta gli anni addietro
insieme con Castiglione de Rè Carlo II). A p. 247, lo stesso, nel riferire il
matrimonio con Costanza di Caggiano, parla di Mattia come Signor di
Calitri e d’altre Terre. A p. 192 afferma che l’anno 1325 haveva dato Francesca sua figliola per moglie… a Gentile Grandinati. Il che sta ad indicare
che il 1321 è l’anno della concessione di Calitri al figlio, ma non della sua
morte.
5 De Lellis, 8. Da Scandone (p. 50), nel 1277 sposa Rinaldo d’Avella
6 Da Scandone: sposa nel 1284 Egidio de Mustarol.
7 De Lellis, 10 (sposa Landolfo d’Aquino). Della Marra, p. 192, lo chiama
Landulfello d’Aquino, signor della Grotta Menarda.
8 De Lellis, 10. Ma potrebbe essere un errore, visto che la Filippa che
sposa Egidio de Mustarol è sorella, non figlia, di Mattia I (vedi n. 6).
9 De Lellis, 10. Il Della Marra, p. 356, riporta che ebbe una lite con la
madre Costanza Marzana di Caggiano, e che questa impugnò il processo
come non valido, essendo presidente Filippo di Sangineto. Questo, a suo dire,
non poteva essere imparziale, in quanto la moglie di Nicola II, Clemenza
della Marra, era figlia della di lui sorella (Costanza di Sangineto).
Il cardinale Alfonso Gesualdo, nato a Calitri il 20 ottobre 1540, ai piedi
di S. Gennaro, nel duomo di Napoli.
9
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
EMILIO RICCIARDI
CONTRATTI MATRIMONIALI
SECENTESCHI IN CALITRI
ell’Archivio di Stato di Napoli si
N
conserva un volume di strumenti del
notaio calitrano Nicolantonio Rosa,
redatti tra il 1605 e il 1612 1. Oltre alle
consuete pratiche notarili (compravendite, testamenti, etc), il volume contiene
alcuni contratti matrimoniali.
Teresa Di Maio, nel suo libro sugli
usi e i costumi di Calitri 2, sottolinea, a
proposito del matrimonio, l’importanza
che avevano gli accordi economici tra i
genitori dei due sposi, descrivendo le
accanite trattative che intercorrevano tra
le famiglie. I contratti matrimoniali
secenteschi sono gli antenati degli accordi descritti da Teresa Di Maio, con in più
l’ufficialità delle intese sancite davanti a
un notaio. In questi patti, stipulati tra il
padre della ragazza e il futuro marito, le
spose non avevano voce in capitolo:
potevano decidere solo il colore dell’abito che avrebbero ricevuto in regalo dallo
sposo.
Qui di seguito sono stati trascritti
alcuni brani di questi contratti, particolarmente interessanti per la lingua nella
quale sono redatti, una sorta di dialetto
colto, a metà tra la lingua giurisdizionale
notarile e il dialetto parlato; e per le
descrizioni dei corredi matrimoniali, ricche di informazioni sull’abbigliamento
dei calitrani, sull’arredamento delle abitazioni e sugli oggetti della vita quotidiana di quei tempi.
Tra i brani presentati c’è un’ampia
varietà di situazioni: si coglie subito la
differenza tra i contratti delle persone più
povere, come la vedova Marianna Zuglio, impegnata a ripartire equamente la
proprietà fra tre figlie in età da marito, e
come Carlo Di Lorenzo, che per formare la dote della figlia deve ricorrere al
Monte di Pietà istituito dal principe
Gesualdo 3 ; e i patti stipulati dai più
facoltosi, che possono promettere ai futuri sposi anche un pezzo di terra, come fa
Donato Scoca, o un ricco corredo, come
quello minuziosamente descritto nell’accordo tra Serafino Rabasca e il genero
Francesco Cicoira. Un caso curioso è
rappresentato dai fratelli Cesare e Bartolomeo Frucci, veri esperti di patti
matrimoniali all’uso di Calitri, avendo
maritato ben quattro sorelle per dividere
il meno possibile l’eredità paterna; nello
strumento redatto per dare in moglie le
sorelle Filippa e Lucrezia a due fratelli,
Girolamo e Mariano Toglia, i due Frucci sembrano preoccupati soprattutto di
prevenire ogni futura pretesa delle sorelle sui beni di famiglia.
In conclusione i contratti matrimoniali secenteschi, oltre a essere un’importante fonte per lo studio della storia
sociale di Calitri, descrivono con tinte
vivaci aspetti del costume e delle tradizioni che vanno scomparendo e costituiscono, al di là del loro interesse documentario, una piacevole lettura.
N.B. Per una migliore lettura sono
stati modernizzati l’uso delle maiuscole e
la punteggiatura e sono state sciolte le
abbreviazioni. Tuttavia, a causa della
pessima grafia del notaio, non è stato
possibile interpretare con certezza alcuni
termini dialettali, il cui significato rimane a chi scrive sconosciuto.
Chi, leggendo, riuscisse a riconoscere
qualcuno di questi vocaboli e a spiegarne
il significato, farà cosa gradita comunicandolo alla redazione della rivista.
* * *
Napoli, Archivio di Stato, Notai di altre
province, vol. 75/1, notaio Nicolantonio
Rosa
(f. 1) Die 4 mensis 7(m)bris 4.e Indic.nis
1605 Caletri [...]
Cap(ito)li m(at)rimoniali pacti et
co(n)ve(n)zioni al nome de dio […] tra
m(ast)ro carlo de Laurenzo p(ad)re
leg(itim)o e naturale di Camilla p(redet)ta
sua fig(li)a p(er) la quale p(ro)mette ut
infra, e lo d(et)to donato paschalicchio
sop(r)a lo d(et)to m(at)rimonio gia
co(n)tratto tra d.ta Camilla e lo detto
donato V(ide)L(ice)t: in p(rimi)s […] in
pecunia numerata doc(a)ti cinqua(n)ta
quattro inclusi li vinticinq(ue) doc.ti
p(ro)messi dalli distribuzioni del monte
pio lasciato dalla bona m(emori)a del
principe fabricio dalli quali doc.ti cinqua(n)ta quatro al p(rese)nte d.to donato
10
si confessa haverne havuto […] docati
dudici, e lo resta(n)te p(ro)mette d(et)to
m(ast)ro carlo pagarli fra anni quatro cioè
ogni anno infine la quarta parte da hoggi
ava(n)ti numera(n)do, et in corredo d(et)to
m(ast)ro carlo p(ro)mette uno matarazzo
pieno de lana, quatro lenzola de cosine
de doie pezze e mezza l’uno delle quale
ne sono ricevute doie lenzola, uno piomazzo bia(n)co ricevuto, dui coscini l’uno
lavorato di seta e l’altro bia(n)co, doie
tovaglie di tela l’una lavorata di seta e
l’altra se(p)pia, uno ava(n)tilietto de lana
de diversi coluri ricevuto, uno saccone de
lana, tre brazze de misale, una cascia alla
fatta di s(an)to fele, uno coretto4 novo di
saia di ascoli p(er) li vestiti, e di rama e
fierro secondo il solito, e co(n)suetudine
di Calitro eccepto però la caldara gra(n)di
che no(n) la p(ro)mette [...]
(f. 37) die 28 mensis Januarij 4.e Indic(tio)nis 1606 Caletri
In n(ost)ri p(rese)ntia […] co(n)stitutis fran(cis)co de josephe cicoyra t(er)re
Caletri age(n)te ad infra(scrip)ta […]
p(ro) se, suisq(ue) her(ede)s et succ(essore)s ex una parte et serafino rabascha eiusde(m) de Caletri age(n)te similit(er) ad
infra(scrip)ta […] pro se, suisq(ue)
h(erede)s et succ(essore)s ex parte altra.
Ambe partes ipse sponte asseruerunt pariter cora(m) nob(is) fuisse contrattu(m)
m(at)rimoniu(m) inter dictu(m)
franc(isc)um ex una, et Perna(m) rabascha(m) filia(m) legitima(m) et naturale(m) dicti serafini sub die 21 p(rese)ntis
me(n)sis in maiori ecc(les)ia d(ic)te
t(er)re cu(m) benedizione sacerdotali et
co(n)templa(tio)ne dicti m(at)rimonij jam
co(n)tratti dictus fran(cis)cus sponte recepit et habuit […] cora(m) nob(is)
infra(scrip)ta bona dotalia et corredalia
V(ide)L(icet): dui matarazzi bia(n)chi dui
piomazzi listati di bo(m)mace colli endeme5 bia(n)che dent(r)o piene di penne,
tre para de lenzola de cosine cioe doie
para di tre pezzi l’uno co(n) lenze lavorate ad aco di filo bia(n)co e l’altro paro de
doie pezze e mezza l’uno co(n) riticelle
bia(n)che accattatizze 6, uno sproviero7
di tela de cosine di brazze quaranta di
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
pezzi decedotto co(n) lo primo de li
q(ua)li a la napolitana cosuto a catinella,
doie cultri bamacegne de doie pezze e
mezza l’una, uno saccone de lana de
diversi coluri e lavuri, una coperta p(er) li
matarazzi di stoppa de brazze sidici, una
cop(er)tella di lana lavorata di brazze sei
p(er) torneialetto8, cinq(ue) coscini coll’endeme dent(r)o cioe uno paro
lavor(at)o de filo bianco ad aco, uno
coscino lavorato de seta carmosina9, et
un’altro lavorato di seta negra, e l’altro
de setino marancino, co(n) zagarella
verde intorno, tre tovaglie di tela del ulmo
di palmi sei l’una carrosate cioe una di
seta carmosina, l’altra di seta negra, e l’altra de filo bia(n)co, quatro tovaglie di
pasta fatte a mesali di quattro brazze
l’una, uno mesale di quatro brazze, otto
brazze di avanti tavole, seu stoiabucchi10piani quatro ca(m)mise de do(n)na
cioe una co(n) maniche di tela del ulmo
lavorate di seta negra a bocca et allo collaro, l’altra lavorata de filo bia(n)co allo
collaro colle maniche di tela del ulmo,
l’altra colle maniche di tela ba(m)mmacegna co(n) ardicelle a bocca e la tira da
alto a bascio, e l’altra di maniche di tela
de cosine co(n) ardicelle bia(n)che da alto
a bascio, uno ba(n)cale di lana de diversi
coluri e lavuri di brazze quatro, una
cop(er)tella di lana de brazze tre de diversi coluri p(er) la fazzatora, et un’altra
simile di brazze tre p(er) lo quartaro una
spara de lana p(er) la mescetora de uno
palmo e mezo, uno para de bisazzole di
lana pelosa spaccate p(er) sella, una tovaglia di tela comone de palmi quattro seppia, uno coretto verde de saia di ascoli
p(er) li vestiti un poco usitato guarnito de
velluto carmosino alli pietti solo, uno paro
de maniche di sta(b)betto11 pavonazzo
guarnite de velluto negro, una ca(m)misa
di sta(b)betto guarnita de velluto negro
p(er) li pietti, uno amantisino di setino
russo co(n) la tocca12 torchina, una tovaglia de carpia p(er) testa de do(n)na, una
caldara grande de rama de libre
tre(n)tasei, una coc(hi)arella in ca(m)bio
de lo barile de libre sei incirca, la cochiara delli maccaruni de rama, la cocchiara
cupa de fierro, la scomarola de fierro, la
cop(er)chia p(er) la pignata de rama, la
rasola13, lo spito14de fierro, la catena
p(er) lo foco, la paletta p(er) lo foco, la
paletta della fazzatora, una cascia a l’usanza di santo fele […] detto fran(cis)co
[…] have ricevuto ancora la lana delli dui
matarazzi, la lana de cinq(ue) coscini, la
sartagina de rama, lo cardo p(er) le cosine, li piettini p(er) la lana, et una caldara
piccola de rama de capacità de una
mescetora, et in pecunia numerata haverne riceputo d(ett)i d(oca)ti cinqua(n)ta lo
di della d.ta sposa e ce(n)to cinqua(n)ta
altri à cu(m)plimento delli d(ocati) 200
p(ro)messi p(er) cap(ito)li matrimoniali
in diverse partite […]
(f. 71) die 26 me(n)sis Januarij 6.e
Indic.nis 1608 Caletri […]
In primis lo d.to donato p(ro)mette
in dote […] della d(et)ta Antonia sua
figlia al d(et)to gioseppo socero et al d.o
Nu(n)cio marito de d.ta Antonia in pecunia numera(n)da doc(a)ti settanta dui de
car(li)ni d’arg(en)to […] dui matarazzi
pieni di lana, tre para de le(n)zola di tre
pezzi l’uno, e tutti altri panni, rama e fierro seco(n)do lo solito della t(er)ra di Calitro, e de più uno pezzo di t(er)ra seminatoria di capacità di t(omo)la sei incirca
sito nel t(er)ritorio, e pertine(n)tie della
t(er)ra di calitro dove se dice a cerrutolo
ius(ta) li altri beni di esso donato, e l’aga-
Questo ti chiede il Signore:
pratica la giustizia,
ama la misericordia,
e vivi in umiltà col tuo Dio.
dote cioe una dote p(er) una delle doie
sorelle hoggi sposate co(n) li detti dui
fr(at)elli di toglia […] et uno vestito p(er)
una de saia di Ascoli secu(n)do se usa
comonem(en)te nella t(er)ra di Calitro,
guarniti di velluto p(er) li pietti solo, e
maniche et ama(n)tisini secu(n)do si trovano in podere de d(et)te figliole al
p(rese)nte, e delle le(n)zola ne sia uno paro
p(er) una di tre piezzi, e lle resta(n)ta de
doi piezze e meza lo le(n)zulo nelli quali
dinari e robbe p(ro)messe si ci inte(n)dano
le dote lasciate p(er) lo q(uonda)m gio.
fruscio lor comone p(ad)re, et ogni altra
p(re)tendenza che potessero p(re)te(n)dere
d(et)te figliole delli beni paterni materni
f(rat)erni sororij et altri […]
e versa vice li d(et)ti ger(on)imo e
mariano di toglia f(ra)telli in solidu(m)
p(ro)mettono adobbare d(et)te figliole
loro moglie di uno coretto p(er) una di
grana di fiorenza guarniti in velluto p(er)
li pietti solo del colore ad arbitrio dille
d(ett)e figliole di una ca(m)misa rossa
p(er) una di sta(b)betto russo, de doie
para di maniche p(er) una di velluto carmosino di calse tovaglie ama(n)tisini doie
[…] et altri ornam(en) ti di testa
seco(n)do loro condizione […]
(Michea VI - 8)
to dello lago della serpe, et altri co(n)fini
[…] et versavice li d(et)ti gioseppo, e
nu(n)cio p(ro)mettono adobare la d.ta
Ant(oni)a de uno coretto de sta(b)betto
guarnito de velluto p(er) li pietti solo del
colore che piacera alla do(n)na, di maniche di velluto carmosino, tovaglie di testa,
et altri ornam(en)ti seco(n)do la
co(n)dizione loro […]
(f. 80) Die nono me(n)sis nove(m)bris
7.e indic.nis 1608 Caletri […]
Promissioni de dota, che fanno cesaro
e bar(tolome)eo frusci fra(te)lli in solidu(m) a lucrezia, et a foleppa fruscio loro
sorelle carnale V(ide)L(icet): In pecunia
numera(n)da doc(a)ti ce(n)to sessa(n)ta
cioe otta(n)ta doc.ti p(er) ciascheduna di
d(et)te sorelle […] che fossero pagati de
d(et)ti cinqua(n)ta a te(m)po della sposa,
cioe docati vinticinq(ue) p(er) ciascheduna, e li resta(n)ti de d.ti ce(n)todece fra tre
a(n)ni da hoggi avanti numerati cioe ogni
anno la terza parte, e di pa(n)narezza corredo rama e fierro seco(n)do l’uso di calitro, e del m(edesi)mo ch’essi fra(te)lli
ha(n)no dato al’altre doie loro sorelle
maritate cioe q(ue)lle cose che si trovara(n)no fatte se cu(n)signara(n)no hoggi
di della loro sposa fatta, e in resta(n)te
te(m)po tre anni […], e s’intendano doie
11
(f. 95) die 28 7(m)bris 8.e Indic.nis 1609
caletri […]
cesare de Napoli, et Joseppo de
napoli dicti cesaris fil(ius) […] ex una
parte, et Cesare fastigio d(ic)te t(er)re
caletri agens […] p(ro) parte Laure sue
filie leg(itim)e et naturale ac uxoris dicti
Joseppi et nuri dicti cesaris ex parte altra
dicti quide(m) pater et filius […] receperunt coram nobis infra(scrip)ta bona
V(ide)L(icet): I(n)p(rimi)s uno matarazzo
bia(n)co pieno di lana, et un’alt(ro)
similm(en)te bia(n)co pieno di capizzi,
doie para de lenzola de cosine di pezze
doie e mezza l’uno paro, e l’altro di tre
pezzi co(n) riticelle bianche l’uno paro, e
l’altro de filo ruggio accattatizze, uno
sproviero de tela de cosine di pezzi decedotto di brazze quaranta cosuti a catinelle bia(n)che senza cappitella, uno saccone di lana de diversi coluri e lavuri al’usanza de calitro, una cop(er)tella di lana
lavorata de diversi coluri di brazze sei
p(er) torneialietto, un’altra cop(er)tella di
lana di brazze sette e dui palmi che è
p(er) la fazzatora e p(er) lo quartaro, una
tovaglia di tela della cava di de palmi sei
co(n) lenze accattate a pizzilli intorno
bianchi, un’altra tovaglia di palmi sei
lavorata co(n) lenze de seta carmosina
accattatizze di tela della cava, uno cuscino bianco lavorato a mano di pu(n)ti reali
vaca(n)te, un’endema bianca vaca(n)te
Il CALITRANO
de piomazzo dui quartari gra(n)di de
capacita de uno t(omol)o l’uno, doie
ceste de capacità de uno mezzetto e
mezzo l’uno, tre cestelluccie piccole […]
(f. 116) Die 7 me(n)sis maij X.e Indic(tio)nis 1612 Caletri
Cap(ito)li e p(ro)messione di dote che
fa Maria(n)na della vocella de Calitro
vedova del q(uonda)m Donato di
Ang(e)lo de Zuglio ad Angelella Zuglio
figlia leg(itim)a e naturale di essa
Maria(n)na e del detto q(uonda)m Donato
e […] ad Ant(oni)o na(n)nariello figlio
leg(iti)mo e naturale de gioseppo nannariello de d(et)ta t(er)ra de calitro […]
In primis li p(ro)mette la grotta integra che fu del detto q.m Donato sotto la
casa p(er) prima di sua habitatione
ateso15 al’altra figlia Sveva li ha data la
casa cioe lo solaro sopra la grotta, e la
casa di sop(ra) resta p(er) dote al’altra
N. 6 n. s. - Novembre-Dicembre 1998
figliola Diana, e che in ditta grotta essa
Maria(n)na si reserva che si ci possa
tenere una botte piena de vino o acquata
l’anno sua vita dura(n)te: de più
p(ro)mette la mita 16 della vigna alla
machia da spartirsi co(n) Sveva p(redet)ta
ateso l’altra mita e stata p(ro)messa in
dote a ditta Sveva de più li p(ro)mette la
terza parte de tutti li t(er)ritorij che sono
del detto q.m donato che se lle spartono
totte tre le sorelle, a co(m)passo como si
potra.
Ite(m) dui matarazzi bia(n)chi uno
pieno di capizzi novo e l’altro vaca(n)te
usato, dui capezzali de lietto uno novo
lavorato di ba(m)mace e l’altro bia(n)co
usato etc […] di rama una caldara piccola di capacita de una mescetora nova, una
sartagina nova di rama nova la cochiara
delli maccaruni nova, la scomarola nova,
la cochiara cupa nova, la catena p(er) lo
foco nova, lo spito de fierro, la paletta
della fazzatora, la cop(er)chia della
LA PITTURA DI
PIERA IERNA
pignata, e la grattacasa, e p(er) li vestiti li
p(ro)mette la go(n)nella bruna di grana
usata como si trova, et uno paro di maniche di sta(b)betto usitate guarnite di raso
verde e l’ama(n)tisino rosso usato […].
NOTE
1 La collocazione del volume mi è stata indicata da p. Gerardo Cioffari, che qui ringrazio.
2 Cfr. T. DI MAIO, Calitri. Usi, costumi, racconti e canti, Calitri 1978, pp. 13-16 e 34-40.
3 Fabrizio II Gesualdo (1538-1591). All’epoca dei protocolli del notaio Rosa il feudatario di
Calitri era il figlio di Fabrizio, Carlo (m. 1613).
4 Corsetto.
5 Fodere interne.
6 Attaccate, cucite.
7 Vocabolo dal significato sconosciuto.
8 Vocabolo dal significato sconosciuto.
9 Color cremisi.
10 Vocabolo dal significato sconosciuto.
11 Vocabolo dal significato sconosciuto.
12Vocabolo dal significato sconosciuto.
13 Vocabolo dal significato sconosciuto.
14 Vocabolo dal significato sconosciuto.
a pittrice Ierna si forma in un ambiente di artisti, infatti, sia la
Lpittura.
madre che la zia hanno una notevole predestinazione alla
La sua arte è legata ai ricordi dei suoi molteplici viaggi, dipinge pagode cinesi velate di malinconia, lembi di mare e
paesaggi della sua bella Siracusa, anche il tramonto e l’alba
sono visti sotto la luce ombrata.
I soggetti dei suoi quadri sono vari, dalla natura morta ai
volti, ai fiori, che sono quelli che lei ama dipingere. La tecnica
preferita è l’acquerello che è molto impegnativa, perché il suo
pregio sta nella freschezza e nella trasparenza del colore che la
Ierna sa adoperare con disinvoltura e naturalezza.
In quasi tutte le sue opere prevale il colore nero, che l’artista mescola ad altri colori complementari, creando così gli
effetti di luce e di ombre.
La sua pittura è spontanea e particolare. Nonostante la
varietà e l’importanza degli elementi delle sue composizioni,
notiamo un mondo di umanità semplice e profonda. Per questo
suo modo di essere l’artista non fa copiatura, ne riferimento ad
altri pittori.
Rosaria Bombaci
Calitri, agosto 1997, gruppo pallavolo nel campo polivalente intestato a “Peppino Di Milia”. Gli istruttori, da sinistra, sono: Creddo Emilio - dottor Peppino
Galgano di Umberto - Sansone Michele - Cerreta Alfonso - ing. Del Re Giuseppe (foto Galgano).
12
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
DAMIANO PIPINO
LE MONETE RINVENUTE SULLA CIVITA
DI OLIVETO CITRA SOSTENGONO LA
SCONFITTA DI PIRRO AI CAMPI ARUSINI
a “Civita” di Oliveto Citra, località a
L ridosso del paese dove emergenze
archeologiche attestano l’esistenza di un
antico centro abitato, sorto durante la prima
Età del Ferro ad opera di gente di civiltà
Hallastattiana, giunta dalla sponda adriatica,
e distrutto probabilmente da un evento bellico, forse durante le proscrizioni di Silla.
Quì, in questi ultimi anni, nel corso di
lavori agricoli, oltre ad alcuni trienti, qualche asse e qualche sesterzo romani di età
repubblicana ed alcune litre campane, sono
state rinvenute due monete in bronzo (gr.
26,5 di peso e mm. 17 di diametro), sulle
quali sono riportati i seguenti motivi: sul
dritto la testa di un uomo e, sul verso, un
elefante in movimento con la proboscide
in giù.
Attribuirne l’appartenenza non è facile
se si considera che l’elefante venne reppresentato in diverse coniazioni. Attraverso la
storia del mondo romano si trova, infatti,
che nell’estate del 280 a.C. ad Eraclea i
Romani furono terrificati dal loro primo
incontro in battaglia con gli elefanti di
Pirro, che chiamarono “buoi Lucani”,
subendo una grave sconfitta. Pirro sfruttò la
sua vittoria lanciandosi verso Roma forse
con la speranza che gli alleati di Roma
avrebbero abbracciato la sua causa: ma fu
deluso.
Napoli e Capua serrarono contro di lui
le porte della città, quindi ripiegò verso
Taranto, mentre il suo esercito si ritirò nei
quartieri invernali in Campania. L’avventura di Pirro in Italia si concluse nel 275
a.C. quando attaccò frettolosamente e di
notte l’esercito romano guidato dal console
Manio Curio.
La battaglia secondo la tradizione fu
combattuta presso Maleventum (la futura
Beneventum); BELOCH Karl Julius (Nieder Petschkendorf, Slesia 1854 - Roma
1929), il più grande studioso tedesco di storia antica, mette in questione l’ubicazione e
identifica il luogo della battaglia con una
località vicino Paestum, i Campi Arusini.
Gli elefanti di Pirro vennero rappresentati su una moneta di Taranto e su un aes
signatum italico1.
Nella battaglia sull’Oreto, località tra
Palermo e Lilibeo (oggi Marsala), Cecilio
Metello distrusse l’esercito cartaginese condotto da Asdrubale (249 a.C.); furono catturati tutti gli elefanti che il Metello trasportò a Roma e li esibì nel Circo; per la
prima volta il popolo romano poté vedere
gli elefanti africani (quelli di Pirro erano
indiani).
In seguito i Cecilii Metelli adottarono
l’elefante come una specie di emblema
familiare, spesso usato nelle coniazioni
emesse dai membri della famiglia che furono preposti alla zecca. A seguito della battaglia di Canne (agosto 216 a.C.) il prestigio di Roma in Italia ne fu scosso; molte
città del sannio, dell’Apulia e quasi tutta la
Lucania e il Bruzio insorsero a favore di
Annibale e, peggio ancora, Capua ed altre
città della Campania seguirono in autunno
il loro esempio.
Nell’occasione Capua, Atella e Calatia
coniarono monete (soprattutto in bronzo)
come atto di indipendenza, su alcune di
esse erano effigiati elefanti.
Durante la spedizione in Gallia (58-49
a.C.) sotto Giulio Cesare furono coniate
monete d’argento da una zecca itinerante
per pagare i soldati; sulle stesse venne rappresentato un elefante con la proboscide in
su a simboleggiare l’armata romana che
schiaccia il drago gallico, in esergo CAESAR, mentre sull’altro lato erano rappresentati gli attributi sacerdotali del Pontifex
Maximus, ufficio che Cesare ricopriva in
quegli anni.
Molte di queste monete sono state rinvenute di recente nella selva di Teutoburgo
(Germania) dove i Romani subirono una
delle più grandi sconfitte della loro storia (9
d.C.): Gli scrittori romani si limitarono a
13
riportare l’evento ammettendo che l’impero
aveva perso le aquile della XII, XIII e XIX
legione; di fatto andò perduta metà dell’intera armata del Reno.
Alla luce di quanto sin qui riportato
riteniamo di potere ipotizzare che le monete in argomento siano in qualche modo riferibili a gente adusa all’esercizio delle armi;
se le stesse dovessero appartenere alle
emissioni di Pirro, la loro presenza sulla
Civita di Oliveto Citra, se non dovuta ai
traffici commerciali che intercorsero fra
Taranto e le colonie greche sulla costa tirrenica, potrebbe voler significare che da
queste parti fossero i quartieri invernali dell’esercito epirota, nonché avvalorare quanto
affermato dal BELOCH, cioè che la sconfitta di Pirro da parte di Manio Curio non
avvenne presso Benevento bensì vicino a
Paestum, ai Campi Arusini.
NOTA
1 BELOCH K.J.: Griechische Geschichte, IV,
2, p.476 e Romische Geschichte, p. 466 segg.
Auguri vivissimi
a don SALVATORE SIANI
parroco di Contursi Terme
per i suoi
50 anni di sacerdozio.
Ad maiora semper.
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
DIALETTO E CULTURA POPOLARE
A CURA DI RAFFAELE SALVANTE
Va a scavà a Santa Saharìa
vai a scavare a Santa Zaccaria
MODI DI DIRE
M’ n’ vech’ bben’
me la godo
M’ sembra n’all’vrier’
mi sembra un levriero
L’ann’ janch’sciat’
lo hanno riempito di false accuse
A trippa chiena
a pancia piena
Eia amar’ v’len’
è amaro come il veleno
Hav’ r’mast’ tutt’ spatantat’
ha lasciato tutto aperto
Ij la vesc’ neura
io vedo nera la situazione
Mitt’ man’ a la sacca
metti mano al portafogli
Ng’eia ngappat’, lu fessa
ci è cascato, l’incauto
Stam’ qua a la m’rescia
stiamo qui all’ombra
A la sera tanta bbarun’, a la matina tanta cazzun’
a sera tutti si sentono baroni, la mattina tutti stanchi
Figl’ r’ viecch’, schiav’ r’aut’
figli di vecchi, schiavi di altre persone
Cu pan’ e mier’ nun s’ mor’
con pane e vino non si muore
Li uaj r’ mamma s’ r’ chiang’ tata
i guai della mamma, se li piange il babbo
A omm’n’ pacc’, rall’ m’glier’
a uomo pazzo, dagli moglie
PROVERBI
Aust’ s’ pahan’ li riebb’t’
ad Agosto si pagano i debiti
Lu pesc’ Sand’ fac’ chiov’
il peggior Santo fa piovere
Pajes’ chi vaj, usanza chi truov’
paese che vai, usanza che trovi
Mangia, vev’ e sfavegghia
mangia, beve e vaneggia
TRA FIERE E SAGRE, SETTEMBRE
RISCOPRE LA CULTURA POPOLARE
Dalla Fiera Interregionale dell’irpina Calitri, alla mostra - mercato
del Pecorino di Filiano, passando per un inatteso, gratificante incontro.
alla XVI edizione della Fiera Interregionale
D
di Calitri, inaugurata domenica 31 agosto
1997 dal presidente del Senato on.le Mancino
(per iniziativa dell’Epsaim) alla Mostra-Mercato
del formaggio pecorino di Filiano (PZ) solo una
settimana di differenza cronologica.
Ma ovunque spira, da sempre, l’aria della festa,
degli incontri fugaci fra parenti ed amici emigrati
da tempo, oltre che con le novità tecnologiche e le
produzioni tipiche delle regioni meridionali e
delle comunità montane ,da quella del Vulture,
all’Alto Basento, a quella dell’Ofanto e dell’Ufita.
Proprio a Calitri, fra macchinari, oggettistica,
pelletteria, mobili, miele e confetture diverse,
gastronomia tipica, un angolo dedicato alla Cultura, con la maiuscola, l’abbiamo scoperto,
incontrando graditamente A. Raffaele Salvante. I
suoi interessi culturali sono in direzione delle
tradizioni popolari e della dialettologia pura, operando “extra moenia” a Firenze.
Infatti, pur lavorando in un Istituto di Credito
Fiorentino, appassionatamente attaccato alle radi-
ci della sua terra natale calitrana, ha dato vita diciotto anni fa e fra mille difficoltà di ogni - al
periodico “Il Calitrano” quadrimestrale di
ambiente, storia, dialetto e tradizioni popolari.
Un primo approccio, generico e di circostanza,
poi con un largo sorriso si scopre che Salvante e
chi lo intervista hanno in comune l’amore incondizionato per le proprie origini storiche e demologiche, in sintonia con la nota massima di Cicerone. Salvante, che oltre ad essere ragioniere,
possiede un titolo di studio conseguito presso
l’Università Gregoriana di Roma dopo quattro
anni di frequenza e una specializzazione in studi
sociali, conseguita sempre a Roma presso la Pro
Deo, dopo aver pubblicato una raccolta di canti
popolari Calitrani ed un volume di proverbi Calitrani, ha recentemente dato alle stampe un ponderoso volume con veri e propri “reperti” fotografici Calitrani e perle di pariemologia locale.
E come rammenta, in seconda di copertina, l’illustre antropologo lucano Giovanni Battista
Bronzini - recentemente insignito della targa
14
d’oro “Una vita per la Lucania” - oggi distinguiamo sul campo etnografico, tre tipi di fotografia antropologica, a scopo di documentazione
della storia dei comportamenti, degli orientamenti culturali dell’epoca in esame, oltre che del
“modus vivendi” del passato.
Lo stesso clima che, “mutatis mutandis”, respiriamo, fra uno scampanellìo delle greggi al
pascolo, le vivaci e nostalgiche musiche degli
organetti e le forme “in bella mostra” dei pastori
di Filiano e dei giovani allevatori con il pallino
del Consorzio. Il pecorino di Filiano trarrà insegnamento dalle esperienze dei produttori del
“Fiore” della Sardegna, nelle tavole rotonde al
Castello Federiciano di Lagopesole e fra le stradine linde e di pietra levigata della patria dei
prodotti caseari e del pecorino “con la lacrima”,
vanto della gastronomia lucana nel mondo.
Donato Mazzeo
(curatore ed autore fecondo di numerosi volumi,
operatore culturale attivissimo, collaboratore di varie
riviste e fra queste la “Basilicata Comunità Arbereshe”)
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
MOVIMENTO DEMOGRAFICO
Rubrica a cura di Anna Rosania
I dati, relativi al periodo dal 27.02.1998 al 17.06.1998, sono stati rilevati
presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.
NATI
Lucrezia Luigi di Pasquale e di Maffucci Angela
Germano Paolo di Antonio e di Di Benedetto Erminia
Margotta Francesco di Silvestro e di Cestone Maria
Laurentini Lorenzo di Fabio e di Palumbo Emmanuela
Donatiello Mario di Giuseppe e di Tornillo Patrizia
Armiento Marta di Giuseppe e di Di Martino M. Rosaria
Zabatta Margherita di Antonio e di Sena Rachele
Briuolo Maria di Giovanni e di Zarrilli Donatina
Miele Andrea di Vincenzo e di D’Ambrosio Franca
D’Ettore Stefano Maria di Angelo Raffaele e di Simone Anna Vittoria
Galgano Marianna di Antonio e di Galgano Alfonsina
Galgano Rosanna di Giuseppe e di Zabatta Antonietta
Vallario Matteo di Leonardo e di Cerreta Luciana
Lettieri Claudio di Angelo e di Schettino Giuseppina
07.03.1998
19.03.1998
22.04.1998
25.04.1998
28.04.1998
30.04.1998
02.05.1998
11.05.1998
17.05.1998
26.05.1998
04.06.1998
12.06.1998
14.06.1998
15.06.1998
MATRIMONI
Di Maio Michele e Di Guglielmo Anna Caterina
Zarrilli Giuseppe e Tancredi Giuseppina
Antonicelli Marco e Tozzi Lucia
Moroni Gino Alberto e Toglia Giuseppina Alberta
04.04.1998
30.04.1998
16.05.1998
30.05.1998
Maria Antonia Di Maio
Pietro Borea
21.03.1892 † 27.01.1969
08.06.1880 † 31.12.1962
Il tempo passa, ma il vostro amato ricordo resta nei
nostri cuori.
Borea Michele
21.01.1945 † 02.08.1997
Sei andato via senza
dirci addio, con te hai
portato via un po’ di noi.
Ad un anno dalla tua
scomparsa, tua moglie, i
tuoi figli, tuo genero, i
nipotini ti ricordano con
tanto amore ed orgoglio.
MORTI
Cestone Maria Gerarda
Di Milia Teodora
Di Leo Teresa
Di Napoli Donato
Borea Giovanna
Margotta Antonietta
Armiento Francesca
Lucadamo M. Lucia
Russo Valentina
Caputo Maria
Parisi M. Giuseppa
Del Cogliano Antonio
Vallario M. Francesca
Zarrilli Colomba
Codella Vito
Di Cairano Giovanni
Zarrilli Lorenzo
Martiniello Giuseppe Antonio
Di Guglielmo Mariangela
Pasqualicchio M. Teresa
Codella Luigi
Di Napoli Francesca
Di Milia Flavia
Cestone Giovanni
Germano Vincenza
Di Cairano Lucia
Corazzelli M. Giuseppa
Di Milia M. Filomena
Cubelli Concetta
Nicolais Antonio
Cicoira Angela
Abate Giovanni
Maffucci Giovanni
Ungherese Nicola
Cestone Vito
Di Guglielmo Angela
Corazzelli Giuseppe
Tateo Cherubina
02.06.1911 - 27.02.1998
20.09.1924 - 28.02.1998
28.02.1923 - 02.03.1998
16.03.1906 - 05.03.1998
25.08.1906 - 05.03.1998
03.03.1933 - 05.03.1998
07.11.1908 - 14.03.1998
23.12.1924 - 18.03.1998
23.06.1920 - 19.03.1998
12.11.1911 - 20.03.1998
19.02.1920 - 21.03.1998
25.04.1915 - 22.03.1998
24.07.1908 - 27.03.1998
17.10.1902 - 29.03.1998
29.04.1911 - 30.03.1998
06.11.1915 - 31.03.1998
03.10.1914 - 01.04.1998
15.06.1917 - 05.04.1998
28.11.1907 - 07.04.1998
30.07.1909 - 11.04.1998
07.03.1926 - 15.04.1998
05.10.1901 - 16.04.1998
28.11.1948 - 25.04.1998
09.10.1917 - 28.04.1998
08.08.1915 - 30.04.1998
10.12.1908 - 01.05.1998
20.04.1911 - 05.05.1998
10.01.1920 - 07.05.1998
17.10.1920 - 15.05.1998
23.06.1897 - 15.05.1998
22.01.1910 - 17.05.1998
25.08.1919 - 18.05.1998
22.06.1943 - 26.05.1998
01.03.1909 - 01.06.1998
26.09.1909 - 02.06.1998
09.08.1910 - 08.06.1998
05.08.1930 - 10.06.1998
10.12.1915 - 17.06.1998
15
Cerreta Pasquale
22.12.1907 † 16.07.1997
Dopo un anno dalla tua
scomparsa ti ricordiamo
con tanto amore ed
affetto; i figli, le nuore il
genero e i nipoti tutti.
Canio Mauro
16.01.1947 † 19.10.1997
Un lungo anno è passato
da quando ci hai lasciato
e sarai, per sempre nei
nostri cuori, e con lo
stesso amore di sempre,
e con la speranza che un
giorno ci riuniremo
ancora.
Tua moglie, tua madre,
i figli, e i parenti tutti.
Per una sempre
più fattiva e proficua
collaborazione
vi invitiamo
a farci pervenire
poesie in dialetto
calitrano
Il CALITRANO
Calitri 11.10.1997, Senerchia Giuseppe e
Dragone Raffaela, circondati dall’amore e
dall’affetto dei parenti e amici, festeggiano il
50° anno di matrimonio. Auguri vivissimi.
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
I nonni Elvira e Giovanni Zabatta, haland’,
sono orgogliosi della loro prima nipotina,
Giuseppina Cioffi nata il 3.12.1997.
Calitri 28.12.1997, Maffucci Rosa, ang’legghia
nata il 08.04.1921 e Armiento Canio, caram’zzett’ nato il 30.11.1912, insieme alla
pronipote Corazzelli Anna, nel giorno del
suo battesimo.
Calitri 1960, da sinstra Galgano Vincenzo, paon’ , la sorella Galgano
Francesca e il marito Galgano Giovanni, zampaglion’ che puliscono la
massa del grano (pal’scià) - (foto Armiento)
Passo della Taverna 1974, Russo Grazia e Maffucci Francesco. Una foto
ricordo scattata da Federico Carola dal terreno di “baffo di granoturco”.
Calitri 1975/76, Margotta Lucia, Zabatta Antonietta e Galgano
Francesca che raccolgono il granone (tr’zz’l’ià).
Calitri 1983, fontana Pr’ulacchj’, da sinistra Caputo Stefano, Cianci
Gaetana, Cianci Antonia e Maffucci Francesco.
16
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
SOLIDARIETÀ COL GIORNALE
Maffucci Mario (4 Strade di Lavaiano) - Di Napoli Mario (Bollate)
- Cerreta Ciro (Avellino) - Margotta Teodora (Poggibonsi) Giorgio Fedele (Teramo) - Gervasi Gerardo (Olgiate Comasco) Maffucci Canio (Napoli) - Cerreta Luigi (Bari) - Cicoira Anselmo
(Nova M.se) - Di Napoli Antonio (Rho) - Romano Sabato (Bellizzi)
- Cerreta Angelo (Frattocchie/Marino) - Zabatta Giuseppe (Nova
M.se) - Colicchio don Angelo (Aquilonia).
DA CALITRI
5.000: Acocella Maria Rosa.
10.000: Germano Angela - Zarrilli Giovanna - Di Cairano
Michele - Di Milia Giuseppe, Sage 29 - Ricciardi Fernando Cestone Giuseppe, Contrada Carruozzo - Cerreta Giovanni,
via A. Manzoni 5 - Metallo Michele - Galgano Giovanni Metallo Franca e Giovanni - Vallario Lorenzo - D’Amelio Pietro Del Cogliano Serafina - Cianfano Nerina - Sperduto Giovanni Cialeo Canio Vincenzo - Siconolfi Anna - Chick’s Cross Cafè ex
Codella - Gargiulo Vanda.
20.000: Capossela Giuseppe (Genova Pontex) - De Rosa Attilio
(Treviso) - Leone Giovanni (Milano) - Marchitto Lucia (Brescia) Rabasca Italo (Avellino) - Melaccio Vito (Giussano) - Di Milia
Vincenzo (Cormano) - Zabatta Salvatore (Milano) - Cerreta
Michele (Carrara) - Di Fronzo Pasquale (Mirabella Eclano) Cicoira Luigi (Padova) - Di Cosmo Pasquale (Poggibonsi) - Cristiani
Salvatore (Poggibonsi) - Cristiani Maria in Vallario (Poggibonsi) Borea Vincenzo (Morrovalle) - Margotta Angelo (Ancona) Battaglia Domenico (Firenze) - Pastore Vincenzo (Fornaci di Barga)
- Scoca Racioppi Filomena (Castelfiorentino) - Codella Pasqualino
(Cermenate) - Gautieri Alfonso (Cadorago) - Margotta Canio
(Meda) - Buglione Gerardo (Cantù) - Buldo Antonia (Varallo
Pombia) - Sansone Giacinta (Torino) - Ricciardi Berardino (Torino)
- Gautieri Canio (Mariano C. Se) - Manzoli Flavia e Ascanio
(Genova) - Di Napoli Pio Salvatore (Roma) - Fierravanti Vito
(Lavena Ponte Tresa) - Abate Gaetano (Salerno) - Di Napoli
Vincenzo (Bologna) -Panniello Nicola (Brindisi) - Longhitano
Giuseppe (Salerno) - Ardolino Francesco (Maddaloni) - Lovecchio
Paolo (Brindisi) - Germano Giuseppina (Trofarello) - Di Cairano
Antonia (Palombara) - Capossela Vito (Scandiano) - Codella
Berardino (Roma) - Zabatta Francesco (Roma) - Cestone Metallo
(Bergamo) - Cantini Giovanni (Osio Sotto) - Panniello Gaetano
(Bari) - Zabatta Mario (Cantù) - Malanca Canio (Lentate S.S.) Lamanna Pasquale (S. Andrea di Conza) - Marchese Antonio
(Cervinara) - Araneo Vincenza Rubino (Mariano C.se) - Metallo
Rocco (Scandiano) - Sperduto Gerardo (Cinisello Balsamo) Gautieri Vito (Moncalieri) - Scoca Giuseppe (Bologna) - Di Carlo
Canio (Avellino) - Corcione Achille (Caserta) - Di Muro Pasquale
(Rignano Sull’Arno) - Acocella Vito Antonio (Lentate S. S.) - Di
Maio Giacinta (Cogliate) - Fierro Nicola (Salerno) - Acocella
Margherita (Pescopagano) - Savanella Michela Ferroso (Bari) Paoletta Erminio (Portici) - Abate Giuseppe Nicola (Avellino) Fastiggi Giuseppina (Limbiate) - Gallucci Maria (Parona) - Zarrilli
Vincenzo (Castiglione delle Stiviere) - Cerreta Vincenzo (Torino) Tetta Antonio (Napoli) - Russo Salvatore (Quarto di Gossolengo) Pipino Damiano (Conturtsi Terme) - Cianci Michele (Mariano
C.se) - Frasca Rosetta (Roma) - Lattarulo Pietro (Bisaccia) - Di
Cairano Teresa (Torino) - Gallucci Maria Filomena (Acqui Terme) Gautieri Vito (Acqui Terme) - Stanco Lucia (Casalgrande) - Rubino
Canio (Briosco) - Di Cairano Antonio (Guidonia).
15.000: Acocella Antonietta - Galgano Domenico - Di Napoli
Luigi - Galgano Michele, Contrada Paludi di Pittoli - Tuozzolo
Antonio Vincenzo - Di Maio Giovanni - Di Cairano Canio Cialeo Francesco - Tornillo Michele.
20.000: Del Moro Vincenzo - Maffucci Michele - Maffucci
Maria Teresa - Suore di Gesù Redentore - Scolamiero Maria Mauro Giuseppe - Margotta Concetta - Margotta Angela Maffucci Maria - Stanco Maria Antonia - Armiento Maria
Giuseppa - Galgano Addolorata - Bruniello Giuseppina Nannariello Migliorina - Elektron di Maffucci Antonio - Araneo
Michele - Cerreta Mariannina, C/da Sambuco 1 - Di Roma
Antonio - Di Cecca Giovanni - Zarrilli Antonio, corso Matteotti,
31 - Pasqualicchio Marianna Antonietta - Zarrilli Maria Grazia Zabatta Gerardino Antonio - Giarla Angelo - Russo Michelino,
cont.da Sambuco - Maffucci Di Maio Benedetta - Fastiggi Lucietta
ved. Stanco - Cianci Giuseppe - Fiordalisi Vito Michele - Di Maio
Giovanna - Della Badia Anna - Zarrilli Maria Grazia - Maffucci
Canio - Di Maio Giuseppe - Zarrilli Francesco via Verdi, 35 - Di
Carlo Canio - Capossela Giuseppe.
25.000: Nicolais Cristina - Circolo 78 - Panniello Giovanni.
30.000: Di Roma Giuseppe - Metallo Gerardo - Buldo Maria Veneziano Rocco - Cialeo Canio - Galgano Vincenzo 1°
Castello, 38 - Nigro Vito - Contino Vito Antonio - Paolantonio
Francesco - Sansone Lorenzina - De Rosa Corrado - Galgano
Giuseppe Antonio - Scilimpaglia Pasqualino.
50.000: Pontillo Gaetano - Metallo Fiorina - Margotta Antonio,
via M.A. Cicoira - Di Napoli P. Salvatore - Di Cecca Giuseppe Di Maio Teresa - Zarrilli Donato - Di Napoli Salvatore Antonio Senerchia Giuseppe - Cerreta Giuseppe, via Papa Giovanni 2 Paolantonio Rosetta.
25.000: Cubelli Lorenzo (Cesate) - Pivano Federico (Firenze) - Di
Cosmo Vincenzo (Poggibonsi) - Di Napoli Angelo (Porto Torres) Di Carlo Attilio (Cordenons) - Cerreta Clorinda (Roma) - Cantore
Anna (S. Margherita Ligure) - Del Re Michele (Gera Lario) Leone Michele (Caltignaga) - Vallario Anna Maria (Bologna).
DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE
10.000: Di Napoli Giuseppe (Brescia) - Gallo Vito ( Pontedera)
- Cianci Giacinta (Treggiaia) - Di Cosmo Giovanni (Cantù) Zarrilli Luigi (Poggibonsi) - Rabasca Teresa (Milano) - Buglione
Rocco (Roma) - Briuolo Luigi (Alessandria) - Polestra Oriele
(Roma) - Gabellini Lorenzo (Firenze) - Cocchiarella Ettore
(S.Andrea di Conza) - Cringoli Ada (S.Angelo dei Lombardi) Mariani Emilio (Morra De Sanctis) - Galgano Mario (Roma) Immerso Antonietta (Velletri) - Cecere Marco (Firenze) - Cesta
Angela (Bologna) - Stanco Abate Angela (Montoro Inferiore) N.N. (Arese) - Zarrilli Michele (Novate M.se) - De Nicola Rosa
(Avellino) - Zarrilli Giuseppe (Bollate).
30.000: Armiento Michelina (Alessandria) - Caputo Canio
(Carosino) - Margotta Mario (S.Donato M.se) - Nicolais Dina e
Vincenzo (S.Donato M.se) - Panniello Gaetano (Roma) - Buldo
Cesare Giovanni (Varese) - Maffucci Giovanni (Mariano C.se) Maffucci Giuseppe (Milano) - Cubelli P. Francesco (Pistoia) Donatiello Giovanni (Scandiano) - Cocoira Antonio (Rimini) Cerreta Giovanni (Camnago di Lentate) - Di Napoli Fortunato
(Garbagnate M.se) - Sperduto Vito (Cornaredo) - Zarrilli Vito
(Roma) - Nivone Antonio (S.Angelo dei Lombardi) - Di Milia don
Michele (Senerchia) - Di Giuseppe Egidio (Foggia) - De Matteo Di
Maio Ersilia (Roma) - Mazziotti Antonia (S. Marinella) - Cubelli
Michele (Bologna) - Scoca Mauro (Chieti) - Zarrilli Michele
(Roma) - Maffucci Canio Giovanni (Roma) - Della Badia Donato
15.000: N. N. (Collebeato) - Di Cosmo Michele (Poggibonsi) De Felice Michele (Avellino) - Di Roma Mario (Mariano C.se) -
17
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
(Gallarate) - Maffucci Vincenzo (Bregnano) - Cianci Antonietta
(Bollate) - Della Badia Angelo (Napoli) - Di Cairano Mario (Torre
Gaia) - Rainone Vincenzo (Lentate S. S.) - Nicolais Maria (Latina)
- Codella Michele (Pavona di Albano) - Nicolais Antonio (Ponte
Tresa) - Ruggiero Musmarra Giulia (Napoli) - Manno Carlo
(Novedrate) - Di Milia Angela Marino (Nova M.se) - Metallo
Maria (Scandiano) - Scarano Anita (Lucrezia) - Del Cogliano
Antonio (Salerno) - Cerreta Vincenzo (Camnago di Lentate) Del Cogliano Concettina (Leccio) - Cerreta Orazio (Caselle) Rizzi Mario (Minturno) - Di Cecca Teresa (Marano).
Galgano Vincenzo (Brindisi) - De Rosa Luciana (Roma) - Metallo
Vincenzina (Roma) - Buono Marcello (Avellino) - Melaccio Mario
(Avellino) - Cubelli Tonino (Bologna) - Di Maio Gaetano (Trento)
- Di Cairano Vincenzo (Francavilla al Mare) - Cerreta Canio
(Firenze) - Gallucci Vincenzina (Napoli) - Berrilli Giovanni
(Roma).
35.000: Germano Canio (Prato) - Di Napoli Attilio (Torino) Russo Giuseppe (Trento) - Della Valva Francesco (Bollate).
100.000: Famiglia Margotta (Roseto degli Abruzzi) - Cubelli
Mario (Bergamo) - Nicolais Rocco (Roma) - De Rosa Carlo
(Belluno) - Montagnani Roberto (Panzano) - Leone Mario (Bari) N.N. (Viareggio) - Tuozzolo Giovannino (Roma) - Tuozzolo
Donato (Roma) - Bazzani Paolo (Tavarnelle V. Pesa) - Chiodi
De Ascentiis Doriana (Roseto degli Abruzzi) - Marra Raffaele
(Caserta).
60.000: Di Cairano Giuseppe (Milano).
80.000: Scoca Pasquale (Lavena Ponte Tresa).
40.000: Paradiso Gaetano (Lioni) - Esposito Carlo (Napoli) Mollica Antonio (Novara).
50.000: Mobilio Domenico (Firenze) - Armiento Michelangelo
(Roma) - Poli Gino (Firenze) - Di Napoli Vincenzo (Cellatica) Senerchia Agostino (Nova Milanese) - Maffucci Donato (Mariano
C.se) - Vallario Piero (Cusano Milanino) - Giannini Mario
(Firenze) - Messina Giuseppe (Roma) - Cioni Giovanni
(Montelupo F.no) - Cianci Michele (Firenze) - Frasca Vincenzo
(Roma) - Sacchitella Caterina (Siena) - Galgano Antonio
(Novara) - Lucentini Marcello (Firenze) - Lampariello Vincenzo
(Nova M.se) - Toglia Sergio (Napoli) - Leone Angelo (Abano
Terme) - Metallo Giuseppe (Bagnoli) - Gervasi Giovanni
(Fogliano Redipuglia) - Armiento Michele (Caselle T.se) - Cestone
Giuseppe (Poggibonsi) - Cerreta Canio (Roma) - Zabatta Canio
(Lentate S.S.) - Ungherese Maria e Natale ( Paderno D.) - Di
Milia Michele (Gallarate ) - Gautieri Mario e Lina (Senago) Maffucci Vincenzo (Colle Val D’Elsa) - Norelli Francesco (Roma)
- Gautieri Antonietta (Rizzolo di Reana) - Nappi Gaetana
(Bergamasco) - Bartolena Cristiano (Firenze) - Acocella Michele
(Napoli) - Tozzoli Scarecchia Elisa (Napoli) - Acocella Crescenzo
(Lentate S.S.) - Armiento Giuseppe (Viareggio) - Galgano
Vincenzo (Melfi) - Del Donno Manfredi (S.Croce del Sannio) - De
Rosa Michelangelo (Leumann) - Chirico Angela ed Ettore (Teora)
- Ricciardi Francesco (Roma) - Di Napoli Francesco (Biella) - Di
Maio Michele (Napoli) - Zazzarino Vincenzo (Mercogliano) Cerreta Canio (Valmadrera) - Cestone Gina (Roma) - Metallo
Teresa (Roma) - Dattilo Ricca Maria (Frattamaggiore) - Del
Cogliano D’Argenzio M. Michela (Caserta) - Zabatta Michele (S.
Giorgio a Cremano) - Di Milia Luigi (Taranto) - Vitamore Maria
Filomena (Roma) - Rubino Michele (Ameglia) - Polestra Vito
Michele (Castiglione delle Stiviere) - Cianci Mario (Napoli) -
Abbiamo ricevuto, edito
dalla Pro loco di Calitri,
il nuovo numero
del periodico
“OFANTO”
che ha ripreso così,
dopo alcuni anni,
la pubblicazione.
È un segnale positivo di
progresso, una fiaccola che
va tenuta accesa come
palestra di formazione.
Sinceri auguri
di buon lavoro.
DALL’ESTERO
SVIZZERA: Associazione Lavoratori Calitrani in Svizzera
L. 594.000.
GERMANIA: Metallo Mauro DM 50 - Salvante Giovanni DM
50 - Briuolo Antonio DM 50 - Fierravanti Giovanni DM 50 Armiento Vincenzo DM 50 - Bianchi / Prata 25.000.
U. S. A.: Polestra Frank $ 200 - Caputo Anna $ 100 - Codella
Arthur $ 20 - Toglia Mario $ 10 - Dunham Marlene $ 15 Caputo
Stefanpo $ 50 - Borea Donato $ 20 - Gallo Lucia $ 10 - Toglia
Canio $ 10 - Simone Giuseppe $ 10 - Pavese Angelina $ 20 Claroni Geoffrey 50.000 - Di Napoli Angelo $ 10 - Salvante
Vincenza $ 10 - De Rosa Egger Eleanor $ 14 - Scoca Vincie ed
Edward $ 20 - Mauro Giuseppina $ 50.
CANADA: Di Cairano Michele $ 40 - Margotta Vincenzo $ 20.
Chiediamo scusa e comprensione per
qualsiasi involontaria omissione
Calitri 1970, “Festa della mamma” presso la Scuola Materna “Regina Margherita”, gestita dalle
suore di Calitri e alloggiata per l’ultimo anno nei locali del Palazzo del Barone”, nei pressi del
Municipio. Da sinistra : Maffucci Maria Teresa, Di Cecca Angela, Bozza Maria Antonietta, Paolantonio
Francesco, Cestone Antonio, Margotta Antonio, Rosania Vincenzina, Zabatta Lucia, Iannece Michelina,
Di Napoli Rosetta, Galgano Cosimina, Gautieri Angela, Ruberto Vincenzo e Di Cosmo Nina.
Questa foto è dedicata - con amore - da tutte le mamme che sono state alunne presso questa scuola
materna, alle suore che quest’anno lasciano il loro servizio a favore dell’infanzia.
18
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
Erbe di Casa Nostra
CONCORSI
LA CAROTA
È
una pianta da orto con una grossa
radice di colore arancione, nutriente,
diuretica ed antisettica; ottima in cucina
per il suo gusto dolce, è una pianta che
dura dalla primavera all’autunno e generalmente si fa uso della radice.
Il succo di carota ha molteplici benefici; alcuni studiosi hanno trovato che è
un prezioso agente protettivo con il vantaggio di essere gradevole a tutti, contiene molta vitamina A e contiene sali
minerali come il calcio, il rame, il
magnesio, il potassio, il sodio, il fosforo,
lo zolfo ed il ferro.
La vitamina A mantiene in ottima
condizione la mucosa circostante le pareti della cavità del corpo. La mucosa è formata da due strati, lo strato superiore
conosciuto come l’epitelio, sotto di esso
si trova una membrana conosciuta come
un ammasso di fibre muscolari che sono
estremamente flessibili ed elastiche.
La vitalità di questo strato interno
dipende da un adeguato rifornimento di
vitamine A, che aiuta la crescita delle
ossa e dei denti, mantiene in salute i tessuti corporei e catalizza le normali funzioni ghiandolari, oltre ad essere resistenti alle infezioni.
In un certo senso l’importanza della
vitamina A è valida per gli organi della
vista; forse scoperta durante la seconda
guerra mondiale; oggi si ritiene che la
vitamina A non solo migliora la vista notturna, ma è di aiuto a coloro che svolgono
un lavoro in un ambito a forte illuminazione.
Le carote sono molto salutari e benefiche per mantenere sana la pelle, per
curare le screpolature e l’ispessimento
dell’epidermide; le carote migliori sono
quelle dal colore chiaro ed intenso, coltivate in terreno ricco di concime naturale.
La polpa fresca di una carota grattugiata è un buon rimedio per curare le
piaghe cancerogene e le scottature; i
semi di carota sono diuretici; è usata
per mantenere l’appetito e favorire la
buona digestione; è opportuno sottolineare che, nel nostro organismo la vitamina E previene la distruzione della
vitamina A.
Con questo vegetale si fanno squisite
marmellate e deliziosi dolci; tradizionalmente il carotene produce melanina,
sostanza che aiuta l’abbronzatura delle
persone con cute bianca.
Algeri Alba
(da Retorbido)
19° RADUNO INTERNAZIONALE
“FESTA DEL CAMPEGGIATORE”
dal 4 al 6 settembre 1998
organizzato da
Ufficio di Stato per il Turismo
Federazione Campeggiatori Sammarinesi
Prenotazione obbligatoria
entro il 29 agosto 1998
Per informazioni:
Federazione
Campeggiatori Sammarinesi
tutti i venerdì sera
dalle ore 21.00 alle ore 23.00
presso la Sede Sociale
tel. e fax 0549/90.69.96.
Ferri Lino, tel. 0541/38.34.18 (ore pasti)
Censoni Carlo, tel. 0549/90.01.30 (ore pasti)
Uffico di Stato per il Turismo
(dal lunedì al venerdì)
dalle 8,30 alle 14.00
tel. 0549/88.24.12 - 88.24.11.
PREMIO INTERNAZIONALE
DI NARRATIVA E SAGGISTICA
“ Antonio SEBASTIANI
(il MINTURNO)”
l Sodalizio culturale Cristoforo SPARAGNA, l’Amministrazione Comunale di
IMINRURNO
e l’Editore Armando CARAMANICA indicono il Premio Internazionale di Narrativa e saggistica 1998.
La premiazione avverrà il 5.12.1998 nella
sala Consiliare del Palazzo Municipale di
MINTURNO, al primo premio sarà assegnato un assegno da 1.000.000, un quadro
della pittrice Antonietta Ascione, una pergamena di merito, cena e pernottamento
per due persone presso l’Hotel VILLA
ELEONORA, per la notte del 5.12.1998,
offerto da Antonio PAPPA, titolare dell’attività alberghiera.
Scadenza per la presentazione delle opere
31 luglio 1998, per ogni ulteriore informazione e per chiedere il regolamento, rivolgersi a Mario RIZZI, via Monte Ducale,
20 - 04026 MINTURNO (LT) - tel. 077165348.
PREMIO NAZIONALE DI POESIA
“SUESSA MATER”
VII Edizione
l Centro Culturale Diocesani di Sessa
Aurunca bandisce, per iniziativa di S. E.
Mons. Antonio NAPOLETANO Vescovo
di questa città, la VII Edizione del Premio
Nazionale di Poesia “Suessa Mater” (fondato da S. E. Mons. Raffaele NOGARO),
da assegnare ad una lirica di ispirazione
cristiana.
Alla lirica vincitrice sarà assegnato un
dipinto del valore di cinque milioni dell’artista Celestino CASABURI, il secondo classificato riceverà un quadro del pittore Antonio TROIA, al terzo classificato
sarà assegnata un’artistica opera offerta
dall’Istituto Statale d’ARTE di Cascano.
Scadenza per la presentazione delle liriche
31 luglio 1998, per informazioni rivolgersi
alla Segreteria del Premio presso il Vicario Generale - Curia Vescovile Piazza
Duomo, 2 - 81037 Sessa Aurunca (CE).
I
SPAZIO DONNA ’99
rivista PRESENZA, indice la nuova
di SPAZIO DONNA 99. Si
Lpuòaedizione
concorrere con poesie e narrativa,
sezione speciale “lettera d’amore”. Informazioni presso la Segreteria del Premio
SPAZIO DONNA, via Palma, 67 - 80040
STRIANO (NA), unendo il francobollo.
Una rara immagine dell’antica chiesa di S.
Rocco a Calitri, nel corso Matteotti.
19
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
CARLA MARINELLI
NUOVI ORIZZONTI
PER IL TURISMO MOLISANO
o scritto più volte sul turismo molisaH
no, ma ora l’argomento deve essere
integrato, diventando fonte primaria di
nuove iniziative, “convocando soprattutto
le energie e la creatività delle generazioni
più giovani”. L’offerta turistica del nostro
Paese è seconda a quella degli USA e può
vantare un fatturato che si aggira intorno ai
100.000 miliardi annui, con circa 50 mila
addetti nel settore.
A poco a poco però, la presenza di
turisti stranieri sul territorio Nazionale va
restringendosi: dato emblematico è il calo
del 15% delle presenze registrato nel
periodo 1990/1996. La tendenza è purtroppo in crescita e si assiste a modificare
i gusti dei consumatori, orientati soprattutto verso le nuove mete del mediterraneo e verso le più o meno paradisiache
isole oltre Oceano.
La svalutazione della nostra moneta,
rispetto al dollaro e al marco, ha fatto
accendere nuove speranze tra gli operatori,
speranze purtroppo subito deluse; la Regione Molise è parte di questo discorso generale, infatti nonostante gli slogans dell’accoppiata mare - monti, il turismo regionale
non decolla, anzi in qualche caso, regredisce; ecco perché si presenta la necessità di
uno studio approfondito sulle cause del
fenomeno e sul cambiamento in atto nelle
tendenze e nei gusti dei consumatori.
L’abbandono dell’Italia, appare perlomeno di difficile spiegazione se si considera l’immenso patrimonio storico, artistico, monumentale e naturalistico del
nostro Paese, ma indubbiamente scendono
in campo molteplici fattori di crisi, primo
fra tutti la crisi economica che investe la
maggior parte delle famiglie europee.
Valga ad esempio il “caso tedesco” ,
paese che è il maggior serbatoio di presenze turistiche per il nostro Paese; negli
ultimi tempi, vuoi per l’altissimo costo
dell’unificazione, vuoi per la generale fase
di recessione che investe il mondo occidentale, in Germania, il numero dei disoccupati ha raggiunto la ragguardevole cifra
di 3,6 milioni di unità ed è destinato sicuramente ad aumentare, comportando un
conseguente abbassamento del livello di
benessere, con una contestuale riduzione
dei consumi.
La modifica delle abitudini porta a
modifiche nella scala di priorità di consumo, a danno delle spese per i viaggi,
vacanze e tempo libero, in favore di consumi ritenuti prioritari; l’esempio appare
calzante nella situazione italiana ed a quella molisana in particolare. Nasce perciò
l’esigenza di inventare nuove formule,
escogitare nuove offerte in grado di risvegliare i sopiti interessi turistici dei consumatori: il tempo libero è entrato a pieno
titolo tra i fattori economici considerati
nella quantificazione del benessere dell’utente per la sua forte connotazione di elemento centrale dell’esistenza umana.
Il compito che attende le Istituzioni e
gli Enti di Promozione Turistica in particolare, deve perciò puntare a fornire sempre nuove proposte di svago per gli edonisti del tempo libero e sempre più interessanti mete di viaggio per coloro che fuggono dalle loro quotidiane realtà in cerca
di benessere psico-fisico.
La nostra Regione, per le sue caratteristiche geografiche, storiche ed ambientali è in grado di lanciare questa sfida
innovativa, infatti il territorio Regionale è
ricco di possibilità di avventura. Campitello Matese, Capracotta, Pietrabbondante, Termoli, Capomarino, Sepino e Larino, si presentano molto bene a fungere
da molla psicologica per attirare nella
regione i turisti; dette località necessitano
però di immediati interventi infrastrutturali e strutturali.
Per i cultori del free-time, per gli edonisti del tempo libero, occorre pensare a
qualcosa di nuovo; il turista è ormai stufo
della solita spiaggia e dei consueti monti,
vuole qualcosa di più. Ecco quindi presentarsi l’esigenza di rendere più accoglienti le nostre località turistiche, predisporre impianti per lo sport ed il tempo
libero, come strutture per gli sport equestri, i bacini per la pesca sportiva ed amatoriale, il potenziamento delle strutture per
la pratica degli sport acquatici, alla sentieristica nei boschi.
Programmare a livello regionale un
calendario di manifestazioni folcloristiche
e popolari, di sagre e di spettacoli di varia
natura, evitando sovrapposizioni in realtà
ricadenti in bacini di utenza omogenei;
20
coinvolgere il visitatore in attività di animazione delle località di soggiorno avrebbe
il risultato di impegnare il suo tempo
facendolo sentire parte integrante della
realtà che lo circonda; mentre per i turisti
meno esigenti è necessario promuovere più
l’immagine di nuove mete per i loro viaggi.
Dunque, accostare le vacanze a
momenti culturali è formula ormai vincente.
Occorre, perciò, valorizzare il patrimonio storico-monumentale di cui la
nostra Regione dispone, sottraendolo dall’indifferenza e dallo stato di completo
abbandono in cui attualmente versa; è
necessario creare occasioni culturali, promuovere il turismo scolastico e quello congressuale.
Inoltre è auspicabile un rilancio del
turismo religioso, in vista dell’anno 2000
che richiamerà in Italia circa 180 milioni
di fedeli, e di quello termale, volgendo
particolare attenzione alle terme di Sepino.
Il costo per la realizzazione dei progetti evidenziati, anche se rilevante in termini
assoluti, appare modesto a confronto ai
benefici che potrebbe apportare.
Gallucci Costantino fu Francesco e fu
Frucci Maria Francesca, nato il 18.08.1861
e deceduto il 03.10.1941 e la moglie Germano Maria Vincenza fu Giuseppe, nata il
10.06.1862 e deceduta il 20.12.1948.
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
Premio Nazionale “Biennale di Poesia” - Solofra 30 maggio 1998: Diploma di merito per il periodico “Il Calitrano” per la sua opera di
diffusione in Italia e all’estero, delle tradizioni e dialetto irpini.
Calitri 1935, da sinistra: Di Milia Vincenza
nata il 04.04.1909, spaccac’pogghj’, Scoca
Vincenzo, pisciap’rtiegghj’, e la nonna Di Maio
Angelarosa, curat’l’, 1867/1947.
Calitri, da sinistra Gallucci Maria, nata il
02.07.1935, Cubelli Giovanna di Vincenzo e
di Di Maio Angela nata il 18.11.1906 e deceduta il 25.08.1976, Gallucci Vincenzo fu
Costantino nato il 16.02.1900 e deceduto il
12.02.1970, Gallucci Vincenza nata il
06.11.1926 insieme alla nonna Germano
Maria Vincenza.
21
Calitri 1947, da sinistra in piedi: Metallo
pasquale, bianchin’, Vallario Teresa, Di Milia
Vito, u’ russ’ r’ spaccac’pogghj’; seduti: Di Maio
Angelarosa (1867/1947), curat’l’, Di Milia
Giuseppe e Di Milia Michele.
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
nell’opera “Gli antichi Italici”, di F. Scandone, di V. Acocella e
dei numerosi storici e di riviste specializzate.
I santuari cristiani nella zona sono visti come centri di spiritualità eredi di culti antichi, quale quello di Cibele, dei Dioscuri
e di Iside.
Di Maio Teresa
LA NOSTRA
BIBLIOTECA
CALLIGRAMMI DI VELLUTO SCURO di Giordana Bengalli.
Blu di Prussia editrice, Piacenza 1997.
L’ALTO OFANTO. PAESAGGI ASPETTI FISICI NEL QUADRO
STORICO di Cerrata Luigi. - Tipolitografia Pannisco, Calitri
1997.
autrice crea il suo mondo poetico con la naturalezza dettata
L’
dalla semplice spontaneità di uno sguardo, di un pensiero,
di un ricordo, sia pure nei limiti della quotidianità. Ma è lo
opera di 259 pagine è stata scritta negli anni Sessanta senza
L’
che l’autore potesse pubblicarla a causa della morte avvenuta nel 1971; lo scritto non è prolisso né pesante perché l’au-
scavare nel profondo che toglie alle cose di tutti i giorni la
loro pochezza per consegnarle all’attenzione degli altri pervase di significati e pulsioni, amore, dolore, gioia, tenerezza,
pianto.
La poesia, allora, diventa preghiera, canto, sentenza inappellabile di un processo di identificazione fra sé e la pagina scritta in
un gioco simbiotico che affascina, stimola, induce a pensare.
(E. Ribecchi)
tore ha articolato le sue ricerche sull’alta valle dell’Ofanto in
quattro parti: orizzonti geologici, la preistoria negli aspetti
fisici, al cospetto della preistoria e il panorama nel quadro storico.
Nelle prime due parti, dopo alcuni cenni sulla struttura geologica dell’Alto Ofanto, l’autore affronta le vicende tormentate di
queste zone dal paleogene all’era quaternaria; Luigi Cerrata si
era sempre interessato di geofisica studiando i luoghi dove il
suo lavoro lo aveva portato; negli anni Sessanta ormai stabilmente residente a Calitri rivolse la sua attenzione all’alta valle
dell’Ofanto, approfondendo l’argomento con passione, non
disgiunta da diligenza e spirito critico raccogliendo preziose
testimonianze.
La sua morte interruppe il lavoro così ben avviato e allora i
figli pensarono di raccogliere tutto il materiale elaborato per
darlo alle stampe come era intenzione del genitore, ma dolorose vicende, non ultimo il terremoto del 1980 che sconvolse
queste zone distruggendo anche la sua casa, resero vane queste
attenzioni. Finalmente per l’amore e la perseveranza della
figlia Anna Maria, gli studi sono stati pubblicati e messi a
disposizione di studiosi e di quanti, semplici cittadini, vogliono
conoscere meglio le proprie radici.
L’era quaternaria a sua volta divisa in pre-quaternaria, quaternario medio e quaternario superiore, percorre tutte le vicende
geofisiche di queste zone, in particolare delle terre del bacino
idrico dell’alta valle dll’Ofanto, le origini del primo vulcano
del Vulture, la massima attività del secondo cono, la climatologia regionale e la stazione preistorica di Venosa, seguendo la
teoria geofisica del prof. Beloussov sul continente atlantico
(p. 113 e segg.).
Nella terza parte affronta il problema delle genti nell’area
mediterranea esaminando il periodo neolitico ed eneolitico, la
climatologia, la prima ondata indoeuropea, gli approdi in
Puglia e la civiltà Apulo-Materana. L’espansione dei pastori
cacciatori sull’altopiano di Ariano e in Irpinia, la seconda
ondata indoeuropea, l’arrivo degli Italici e degli Umbro-Sabelli. La terza ondata di immigrazione porta i Dauni-Iapigi e i
Messapi sul Gargano che dilagano in Puglia avanzarono attraverso l’Ofanto nel cuore degli Appennini.
La quarta parte dopo un breve excursus sul primo tratto dell’Ofanto fra il Goleto e Lioni, parla delle vicende storiche
delle popolazioni residenti sulle due sponde dal quarto secolo
avanti Cristo e per tutto il primo millennio.
Le vie romane, l’Appia antica e l’itinerario di Antonino, l’Appia nuova e l’itinerario di Pentinez sono esaminate seguendo le
testimonianze di scrittori latini come Livio e di altri, di Mommsen, senza trascurare gli studi dei contemporanei quale Devoto
ANTONIO SEBASTIANI MINTURNO e GIOVANNI ANDREA
GESUALDO di Mario Rizzi - Caramanica Editore - Marina
di Minturno 1998
ario Rizzi, cronista puntuale, diligente, meticoloso, occuM
pandosi di due insigni personaggi cinquecenteschi della
sua città – Antonio Sebastiani, detto il Minturno e suo cugino
Giovanni Andrea Gesualdo, non ha ceduto alla tentazione del
discorso filosofico sull’estetica dell’autore del De Poeta, e
neppure ha voluto inoltrarsi nell’insidioso terreno della critica
letteraria per formulare giudizi di valore sulle ipotesi interpretative avanzate dal Gesualdo nel commento al Canzoniere di
Francesco Petrarca.
Anche i riferimenti storici, le inquadrature e le collocazioni
contestuali configurano, in questo libro, un’operazione volutamente leggera e fuggevole, infatti nel ricostruire la vita del
Minturno – del quale non si sapeva molto – sui dati offerti dal
fittissimo epistolario, Mario Rizzi ha portato allo scoperto una
vera messe di notizie che ci consentono di seguire il Minturno
nei suoi spostamenti in vari centri d’Italia, nei suoi rapporti col
primo maestro Agostino Nifo, nelle sue frequentazioni di corti
e di accademie, nell’esercizio lucido ed appassionato del suo
ruolo di vescovo, e infine nelle relazioni (platoniche, certo,
ma di un platonismo tentato dalla carne) con belle e colte gentildonne.
Quanto al Gesualdo, il Rizzi ha compiuto un’operazione di
vera e propria riesumazione, giacché quel fine letterato giaceva
sepolto in un oblio totale; ora sappiamo di lui tutto ciò che è
possibile sapere.
Dalla prefazione di Renato Filippelli
I BORBONI DI NAPOLI (Origini e Dinastia) di Filippo Russo.
- Edizioni G. C. “F. Guarini”, Solofra 1998.
hi avrà la pazienza di leggere questo libro fino in fondo, che
C
rappresenta la “verità storica” vista e descritta dalla letteratura dalla parte “perdente” (quella borbonica) o neutrale
22
Il CALITRANO
N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998
(quella dei cronisti e degli osservatori nazionali e stranieri,
dell’epoca), si renderà conto come anche il solo silenzio su
fatti, cose e personaggi abbia distorto quei fatti e quegli avvenimenti.
Per oltre un secolo, la gran parte degli italiani ha sentito solo il
suono trionfale delle “campane” piemontesi… e solo da alcune
decine di anni, con l’evadere dagli Archivi di Stato della ricca
documentazione di parte borbonica si sono cominciate a sentire le campane “napoletane”.
Questo libro è un lungo peregrinare nella storia muovendo
dalla nascita di Napoli per giungere – passando attraverso il
periodo ducale e delle dominazioni straniere – al regno di
Napoli e Sicilia; in quest’occasione Napoli ha incrociato il
suo destino con quello della più antica e potente Dinastia
Monarchica d’Europa: i Borbone.
Di essi non si poteva non parlare, né richiamare all’attenzione
del lettore quella che è stata nei secoli l’organizzazione e lo
sviluppo epocale delle Forze Armate napoletane.
Dalla premessa di Filippo Russo
riore, trattandosi in massima parte di edicole mute dell’originario oggetto di devozione, sostituito in seguito da immagini
più commerciali.
Alcuni tempietti, però, conservano gli antichi segni; altri, invece, sono stati di recente proposti con gusto e raffinatezza, come
alcuni pannelli in ceramica di tipo vietrese.
I segni iconografici a volte si trasformano, a volte restano
immutati. Cambiano i nomi da Cerere a Madonna dell’Abbondanza, da Mater Matuta a Madonna delle Grazie, da Odino
in San Michele. Resta ferma la continuità di una devozione che
il popolo sente esclusivamente sua nelle forme espressive.
Ed è anche per questo che nelle rappresentazioni a volte vengono “mischiate” le composizioni. A Corleto Monforte in un affresco del ’700 la Madonna del Rosario, oltre alle caratteristiche
del Bambino, del Rosario e di S. Domenico di Guzman, reca
l’effigie di Santa Rita che riceve il Rosario dal bambino. In tal
modo per esigenze devozionali del committente, la tradizionale
figura di Santa Caterina da Siena, propria di questa iconografia
della Madonna del Rosario, è stata sostituita da Santa Rita.
IL CULTO DEI SANTI NEL LAZIO MERIDIONALE FRA STORIA
E TRADIZIONI POPOLARI - Atti del convegno - Patrica, 21
gennaio 1996 - Istituto di storia e di arte del Lazio meridionale Centro di Anagni 1996.
VENOSA, LAVELLO, SPINAZZOLA, MINERVINO IN ETÀ
MODERNA di Antonio Capano. - Quaderno n. 1 TARSIA a
cura Centro U.N.L.A., Melfi 1998.
roponiamo ai lettori una collana di Quaderni che consentoPnizione
no un’agevole proposta editoriale, tempi rapidi nella defie più libera progettualità che non impegna né la Reda-
vasto mondo della santità e delle persone ritenute sante, nelItell’ambito
religioso e soprattutto in quello cattolico, è talmenesteso che neppure decine e decine di studi potrebbero rite-
zione, né il Comitato Scientifico. I Quaderni si differenziano
dalla precedente collana, che ha avuto pubblicato solo il n. 1,
non essendo “ristampa di volumi di difficile reperibilità”, e
per ciò stesso, esprimono al meglio l’indagine sul territorio e
risultano nuovi nella impostazione.
Ma già i numeri della rivista medesima (TARSIA) a suo tempo
pubblicati come “speciali”, erano chiaramente dei quaderni
anche se non ufficializzati. Ora diamo reale configurazione
nei nuovi lavori. Senza voler pretenziosamente accampare
profonde motivazioni, sottolineiamo la volontà di una proposizione fattiva e, forse, sistematica.
È, peraltro, in preparazione il secondo quaderno che tratterà del
territorio di Lacedonia.
(Dalla nota di Antonio F. Scola)
nersi sufficienti a farlo conoscere.
Allora si è pensato di dare un piccolo contributo anche noi,
allargando le indagini ad alcuni dei santi venerati in Ciociaria,
realizzando una panoramica differenziata per tagli di ricerca e
per livelli di approfondimento, raccogliendo materiali sul
mondo popolare riferito sia al passato recente che alla contemporaneità, al fine di costruire quell’archivio delle tradizioni popolari e dei comportamenti, delle mentalità e delle credenze, tanto auspicato e di così difficile e lenta realizzazione.
Ci guida sempre la consapevolezza che la panoramica degli
studi non si esaurirà; continuiamo a constatare che intorno ai
santi esistono molte tradizioni e molti usi; osserviamo che
sono in corso rapide trasformazioni dei culti a causa di una
società in cui i cambiamenti sono radicali e rapidissimi, mutazioni dovute anche al variato sentire religioso, oltre che alle
cambiate condizioni di vita materiale e culturale.
Questo convegno non pretende di calarsi al fondo di tali ambiti, molto più semplicemente intende solamente registrare e,
laddove possibile, analizzare momenti che possiamo pensare
salienti e significanti.
(Dalla Introduzione di Gioacchino Giammaria)
LE EDICOLE VOTIVE DEGLI ALBURNI Fotografie di Tonino
Antoniello e Giovanni Amoruso a cura di Generoso
Conforti, 1995.
Calitri 08.09.1996, processione dell’Immacolata Concezione al
corso Garibaldi, prima del Serrone; da sinistra don Ciro Guerra,
parroco di Pescopagano, don Vincenzo Cubelli, l’arcivescovo mons.
Mario Milano e il nostro compianto arciprete - sarà nominato
l’11.10.1996 - don Mario Malanga (FotoFlash).
P
iù di cento edicole votive dislocate in dodici paesi: potrebbe
essere questa la sintesi di una devozionalità popolare nel territorio della Comunità Montana degli Alburni. E si potrebbe
racchiudere il discorso in una lettura per la quasi totalità este23
Famiglia Gervasi, da sinistra: seconda fila Adelina nata nel 1893,Angela nata nel 1892, Rosa Elisa nata nel 1887, Perillo Arsenio marito
di Rosa; seduti Nicola Gervasi, nato a Calitri nel 1895 da Gervasi Angelo Maria e Margotta Maria Concetta, Laurelli Vincenzo,
secondo marito di Margotta Maria Concetta, Lucia nata nel 1901, Margotta Maria Concetta vedova Gervasi nata nel 1863,
Chiarina nata nel 1898 e Angela Maria nata nel 1899.
(Per gentile concessione del signor Jason Coffman da Phoenix nell’Arizona, in onore del suo bisnonno Gervasi Nicola nato a Calitri nel 1895)
In caso di mancato recapito si prega rispedire al mittente che si impegna ad accollarsi le spese postali.
Scarica

8 - Il Calitrano