IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Spedizione in abb. postale comma 20/C Legge 662/96 Filiale di Firenze ANNO XVIII - NUMERO 8 (nuova serie) LUGLIO-AGOSTO 1998 IN QUESTO NUMERO IL CALITRANO ANNO XVIII - N. 8 n. s. Uscire dal disagio di Raffaele Salvante 3 Associazione Romana dei Calitrani 4 Dalla Svizzera 4 I Calitrani di Germania 5 Direttore Raffaella Salvante 6 Direttore Responsabile A. Raffaele Salvante Leonetto e Sansonetto di P. Gerardo Cioffari IN COPERTINA: La storia di un paese è fatta anche di aspetti particolari, spesso dimenticati o addirittura sconosciuti ai più, come questo scorcio di Vico Lampariello, ngimma a lu Vuccul’, subito a destra, salendo le scale di fronte all’abitazione della famiglia Metallo (fis’ch’). Paesaggio urbano che nel suo piccolo ci tramanda i valori – che scandiscono tuttora quel quotidiano ritmato dalle usanze e ricorrenze della nostra civiltà contadina – come documenti del passato e nel conservare le forme, pure in un momento in cui il nostro paese – e soprattutto il suo centro storico – è interessato da radicali trasformazioni. (Foto Flash) RICORDA CHE LA TUA OFFERTA È DECISIVA PER LA PUBBLICAZIONE DI QUESTO GIORNALE Periodico quadrimestrale di ambiente - dialetto - storia e tradizioni dell’Associazione Culturale “Caletra” Contratti matrimoniali secenteschi in Calitri di Emilio Ricciardi 10 La pittura di Piera Ierna di Rosaria Bombaci 12 Le monete della civita di Oliveto Citra di Damiano Pipino 13 14 Tra fiere e sagre di Donato Mazzeo 14 MOVIMENTO DEMOGRAFICO 15 SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 17 Erbe di casa nostra di Alba Algeri Segreteria Martina Salvante Direzione, Redazione, Amministrazione 50142 Firenze - Via A. Canova, 78 Tel. 055/78.39.36 Spedizione in abbonamento postale 50% C. C. P. n. 11384500 DIALETTO E CULTURA POPOLARE Fondato nel 1981 19 Nuovi orizzonti per il turismo molisano di Carla Marinelli 20 LA NOSTRA BIBLIOTECA 22 La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a titolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le responsabilità di fronte alla legge. Il giornale viene diffuso gratuitamente. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del DPR 16.10.1972 n. 633 e successive modificazioni. Le spese di stampa e postali sono coperte dalla solidarietà dei lettori. Stampa: Polistampa - Firenze SI RESTITUISCONO LE FOTO Presso lo stand de “Il Calitrano” all’interno della 17ª Fiera Interregionale di Calitri vengono restituite tutte le foto che sono servite per la pubblicazione del libro. Un sincero, caloroso ringraziamento alla vostra squisita gentilezza e cortesia. • Si prega di segnalare “sempre” il cambio di indirizzo completo delle sue componenti. • Segnalare “sempre” la eventuale mancata recezione del giornale. • Esigete dal postino il giornale con l’etichetta portante il vostro indirizzo. Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981 del Tribunale di Firenze Il Foro competente per ogni controversia è quello di Firenze. Accrediti su c/c postale n. 11384500 intestato a “IL CALITRANO” - Firenze oppure c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede Centrale della Cassa di Risparmio di Firenze Spa - Via Bufalini, 6 - 50122 Firenze - ABI 6160.6 CAB 2800 Chiuso in stampa il 20 luglio 1998 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 UNA STAGIONE DI FRAGILITÀ SOCIALE USCIRE DAL DISAGIO Il disimpegno e il lasciar fare sono pericolosi. Occorre una sollecitazione che deve venire da noi, ma soprattutto dai giovani, in un modo nuovo, più incisivo, risolutivo e coinvolgente. ome non comprendere l’attuale diso- C rientamento delle coscienze? – dopo tanto clamore le ultime elezioni amministrative hanno fatto rilevare un forte calo di partecipanti, con basse percentuali di votanti: un paese che faticosamente tende a costruire il nuovo e si ritrova ancora a fare i conti con nodi che non sembra in grado di sciogliere o di superare con le sue istituzioni “svilite nella litigiosità politica che ha causato troppa insofferenza ed estraneità”; – la guardia di Finanza, controllando il bilancio di circa 400 aziende, non ne ha trovato “uno” regolare; e il dilagare del fenomeno della corruzione, suscita un diffuso clima di amarezza e di sfiducia; – l’immane tragedia di “fango” che si è consumata fra le province di Avellino e di Salerno, ha riaperto le frustranti diatribe, puramente formali senza profondo contenuto sostanziale, sulla prevenzione, sul controllo del territorio e così via; – lo sfascio della magistratura che oggi si presenta in tutta la sua dura evidenza, con l’incapacità assoluta di difendere il cittadino che a volte - ma sempre più spesso - è costretto a farsi giustizia da se; un fenomeno a cui dobbiamo guardare con profonda preoccupazione, ma anche con ferma determinazione; – mentre da un lato sono formidabili i problemi etico-sociali sugli scenari di fine millennio, con le carestie, la fame, la corsa all’armamento atomico, le guerre fratricide, la rinascente discriminazione razziale ed etnica ecc. che ci interpellano per rispondere alle sollecitazioni dei bisogni più urgenti, dall’altro – attoniti e perplessi – assistiamo all’ascesa di case di moda e stilisti in genere che redigono, ogni anno, bilanci arcimiliardari come non era mai successo prima d’ora; come si può conciliare la morte per fame di circa 60.000 bambini al giorno con la ricchezza spesa nell’abbigliamento firmato e molto spesso falsamente firmato? Questo quadro generale di rottura, di sfiducia e di collasso, proprio nell’impossibilità reale di confidare nelle istituzioni della repubblica, fa crescere a dismisura – purtroppo – le cosiddette virtù del disimpegno e della disaffezione, un accentuato egoismo nella ricerca spasmodica del benessere individuale, quale segno tangibile delle inquietudini, dei contrasti e delle contraddizioni che affliggono l’uomo moderno in una forma di disfattismo storico preoccupante. Questo mondo di vacua verbosità e di spregiudicata incoerenza non potrà cambiare mai, né si potrà recuperare se non ci sarà mobilitazione delle coscienze con la costruzione di un tessuto sociale costituito da valori e da rinnovata coscienza umana. Capacità di ascolto e disponibilità al dialogo, al confronto in ogni campo, costituiscono un fattore indispensabile di crescita interiore, sociale e democratica che attraverso “il lavoro” che dà dignità all’uomo, attraverso la tolleranza, la giustizia e uno stato sociale di diritto, danno attuazione al processo di maturazione della coscienze, per operare sempre e comunque in uno spirito unitario di solidarietà verso gli altri, solidarietà che da alla nostra speranza una ampiezza planetaria che la rende continuamente sana e feconda. Spetta a noi, e in particolar modo ai giovani, la responsabilità di scegliere le forme concrete d’impegno e di presenza non solo più coerenti, ma anche più efficaci, con una disponibilità, un senso di fraternità e di reciproco amore, con una capacità di resistenza e di non omologazione alle forze vincenti e alla pseudo cultura e con un grado di pazienza e di umiltà. Nei confronti dei giovani dobbiamo riconoscere – col cuore contrito – che grava il peso di una società degli adulti frammentata e disumana, senza ideali e senza regole, inquinata da mille 3 individualismi e da mille compromessi, mentre la gioventù è per sua natura età di scelte che saranno motivate e responsabili se potranno far riferimento a valori forti, perché i giovani sono molto sensibili all’autenticità e alla semplicità e rifiutano una società invasa dall’ipocrisia e dai disvalori, ma debbono e vogliono sentirsi corresponsabili nel cammino dell’intera comunità. Occorre, perciò, puntare – come momento privilegiato – su proposte essenziali, forti e coinvolgenti, che non chiudano i giovani in prospettive di compromesso e nei loro mondi esclusivi, ma li aprano alla più vasta comunità della società e della mondialità, capace di coinvolgere anche quei giovani distratti, o indifesi alle pressioni delle varie ideologie consumistiche, che devastano le loro speranze e la loro gioia di vivere. Infatti, le opere della pace nascono da un rinnovamento interiore che si esprime particolarmente in coerente stile di vita e nell’acquisizione di una sempre maggiore capacità di dialogo, di condivisione, di accoglienza del diverso. Perciò, non bisogna assolutamente abbassare la guardia, è – infatti – nel rispondere a questa esigenza che si diventa lievito della storia. Raffaele Salvante Una cosa va ribadita di nuovo: il superfluo dei paesi ricchi deve servire ai paesi poveri. Diversamente, ostinandosi nella loro avarizia, non potranno che suscitare il giudizio di Dio e “la collera dei poveri”, con conseguenze imprevedibili. (Populorum progressio 49) Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 la comunità di origine, sono state richiamate dal presidente dell’ARC dott. Antonio Cicoira le motivazioni ed i valori sui quali si fonda l’associazione ed è stato rivolto un invito a rafforzare e diffondere l’amicizia, la fratellanza e la solidarietà. Durante il pranzo un gruppo di giovani venuto da Calitri, ha allietato i commensali con intonatissimi canti popolari Calitrani, accompagnati dai virtuosismi del fisarmonicista Vito TATEO; la festa si è protratta fino alle ore 24,00 con un ricco buffet, musica dal vivo, ballo ed estrazione di premi, facendo registrare l’entusiasmo ed il gradimento di tutti gli intervenuti. L’Associazione Romana dei Calitrani, nell’ambito delle celebrazioni della 6ª giornata dell’emigrante, che si svolgerà a Calitri, ha programmato le seguenti manifestazioni: ASSOCIAZIONE ROMANA DEI CALITRANI omenica 26 aprile 1998, presso il ristorante “Picar”, nella D suggestiva cornice del “LUNEUR” di Roma si sono ritrovati circa 250 partecipanti per celebrare la 6ª Assemblea Generale dei soci dell’Associazione Romana dei Calitrani. Hanno partecipato il sindaco di Calitri prof. Vito Marchitto, il vice sindaco ing. Emilio Cicoira, il presidente dell’associazione dei Calitrani in Svizzera sig. Antonio Zarrilli, il sig. Angelo Zazzarino in rappresentanza del padre Antonio, presidente dell’associazione dei Calitrani in Venezuela, il presidente dell’Associazione Pro-Loco Calitri sig. Giovanni Rinaldi, il presidente dell’Associazione Aletrium dott. Antonio Nicolais, il presidente dell’Associazione Il Sipario sig. Donato Frasca, lo studioso e ricercatore Padre Gerardo Cioffari O.P. Hanno inviato messaggi il presidente dell’Associazione Figli dell’Irpinia, il presidente dell’Associazione dei Calitrani in Germania sig. Giovanni Fierravanti ed il presidente dell’Associazione “Donne per il sociale” signora Rosa Fierravanti. Nel corso di questo ormai tradizionale appuntamento che consente a vecchi amici di ritrovarsi e di rinsaldare i legami con Domenica 30 Agosto 1998, ore 21 (nella chiesa dell’Immacolata Concezione) Concerto del duo SALZA - PERGOLIZZI musiche per tromba e pianoforte: Per la prima volta a Calitri due solisti di livello internazionale. Sabato 6 Settembre 1998 ore 16,30 - Manifestazione Folcloristica; ore 21,00 - Serata danzante con buffet e premi. E.P.S.A.I.M. Ente Autonomo Promozione e Sviluppo Aree Interne del Mezzogiorno Dai valore al tuo tempo. Visita la fiera, per costruire il tuo futuro. XVII edizione dal 30 agosto al 6 settembre 1998 DALLA SVIZZERA ari lettori del Calitrano, stimati soci dell’ALECS, mi preme Cscrivere due righe a proposito di questa nuova iniziativa della nostra associazione: “gita al Gardaland e visita alla città di Verona”, preparata dal comitato di San Gallo. Verona è conosciuta per il più famoso balcone del mondo, quello della romantica storia d’amore tra Giulietta e Romeo; Di Maio Leonardo e Gautieri Giuseppe con l’aiuto di Fatone Canio hanno organizzato la gita, senza aiuto di agenzie turistiche, via telefono e fax hanno vagliato le varie possibilità, giungendo a quella più interessante dal punto di vista prezzo/qualità Il bus partito da Balsthal è arrivato puntuale a Flawil dove è salito il gruppo di San Gallo, partendo per Lugano dove si sono aggiunti i ticinesi; inutile raccontare l’entusiasmo di arrivare a destinazione, dove subito ci si è resi conto che a causa della miriade di giostre (tutte comprese nel prezzo d’ingresso) ci sarebbero voluti più giorni per visitarlo interamente. Tanti si sono detti: “qui ci ritorneremo ancora una volta”; immaginate la gioia dei grandi e non solo dei bambini, perché questo parco offre divertimenti per tutte le età; la sera eravamo tutti stanchi per le corse da un teatro con giochi di prestigio alla vasca dei delfini, alla funivia ecc. Verona, maggio 1998 visita a Gardaland dei Calitrani emigrati in Svizzera. Durante il viaggio verso l’hotel si è avuta l’occasione di fermarsi ad un supermercato dove ci siamo riforniti di specialità 4 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 italiane. L’hotel si è rivelato molto bello, il mangiare ottimo ed abbondante, le camere tutte con servizi, telefono e TV; durante e dopo l’abbondante cena i ragazzi si sono tuffati nella piscina dell’hotel approfittando del clima mite per fare un bel bagno all’aperto. Il mattino del 17 maggio siamo partiti alla volta di Verona, con l’aiuto di una guida che nel tragitto ci ha descritto i luoghi che attraversavamo, collegandoli alla storia della repubblica di Venezia; una volta a Verona, abbiamo iniziato la visita da piazza Bra, dove subito colpisce l’imponenza dell’Arena, poi ci siamo diretti alla casa di Giulietta, dove tutti hanno scattato innumerevoli foto sia sotto il famoso balcone che nel cortile dove si trova una statua di Giulietta, poi passando per piazza Signoria e piazza Erbe siamo entrati nell’Arena; una volta fuori assalto alle bancarelle per comprare dei souvenir. Risaliti sul bus abbiamo fatto un giro per vedere i monumenti di Verona distanti dal centro, e per finire in bellezza siamo andati sulla collina della madonna di Lourdes per ammirare dall’alto la città. Durante il viaggio di ritorno verso la Svizzera il comitato ha distribuito dei foglietti per ogni famiglia, perché scrivessero consigli e critiche in merito alla gita svolta; tutti contenti per l’organizzazione, mentre riguardo la durata, tutti erano concordi nel fare una gita di più giorni. La festa ALECS 1998 si terrà il 26 settembre 1998 presso la sala del Centro Lusc di Troglio vicino Pontetresa, e sarà gestita dal comitato e non dal ristorante, per avere sui tavoli le specialità paesane; non mancherà la musica. Fin d’ora ringraziamo il comitato ticinese che nelle persone del presidente di zona – De Nicola Vito tel. 091 972 40 69 – i coniugi Ricciardi Antonietta e Francesco tel. 091 994 81 35 – Russo Giuseppe tel. 091 972 15 08 – Per la zona di Balsthal Zarrilli Antonio tel. 062 391 03 85 – Per la zona di San Gallo Gautieri Giuseppe tel. 071 393 55 05 sono a vostra completa disposizione per informazioni e prenotazioni. Un caloroso saluto a tutti i Calitrani nel mondo. Il presidente onorario Gautieri Giuseppe DALLA GERMANIA “Ricevere ancora la vostra fiducia mi commuove e mi rende orgoglioso – ha esordito Fierravanti – ringrazio tutti per questo ma vi confesso che mi sento ancora più felice nel constatare che del nuovo Comitato Direttivo fanno parte anche due giovanissime, nate e cresciute qui, quindi non emigrate – Ilenia Masullo e Marcella Zabatta – e che nel frattempo la nostra associazione può annoverare tra i suoi iscritti tutti i Calitrani di Germania: segno questo che i tempi per la costituzione dell’Associazione erano maturi e che i nostri propositi erano quelli giusti e lungimiranti”. Ha sottolineato e rivolto un appello ai membri del nuovo Comitato Direttivo e a tutti i soci di tenere sempre presente e perseguire gli scopi dell’Associazione: la continuità nel tempo del rapporto con Calitri; difendere ed esaltare i valori delle proprie tradizioni; amicizia e solidarietà tra conterranei. È importante guardare al futuro e lavorare insieme coinvolgendo sempre più i giovani che pur consapevoli dei grandi valori della cultura e delle tradizioni dei propri genitori hanno bisogno di stimoli per riscoprire la loro calitranità. Il Presidente ha concluso augurandosi che le Istituzioni calitrane aiutino in questo contesto l’associazione e si impegnino nella diffusione della cultura e della storia “del nostro borgo natio con materiale didattico e con azioni concrete come per esempio onorandoci con qualche gruppo folcloristico o cantante – a Calitri ce se sono ed anche ottimi – sarebbe il miglior regalo che il Sindaco potrebbe farci per solennizzare degnamente il quinquennio dell’A.C.R.I.G.” Il 5° incontro avverrà, sempre a Friburgo, il 3 ottobre 1998. Il nuovo direttivo è composto da: presidente Giovanni Fierravanti – vice presidente Canio Metallo – segreteria Giacinta Tuozzolo Lepre – cassiera Ilenia Masullo – vice cassiera Maria Galgano – membri del direttivo Antonietta Della Valve – Raul Lepre – Canio Pastore – Monica Pastore – Elvira Zabatta – Marcella Zabatta – revisori dei conti Michele Caruso e Nicola Marotta – supplente revisore dei conti Canio Galgano. I CALITRANI DI GERMANIA SI AFFIDANO ANCORA A GIOVANNI FIERRAVANTI A.C.R.I.G. – Associazione dei Calitrani di Germania – nel L’corso dell’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci, svoltasi il 28.02 u.s. nei locali delle ACLI di Friburgo ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali. Dopo un doveroso indirizzo di benvenuto espresso agli intervenuti, il presidente uscente Giovanni Fierravanti nella sua relazione ha illustrato il bilancio consuntivo relativo all’anno appena trascorso e ripercorso la breve storia dell’A.C.R.I.G. dichiarandosi soddisfatto del lavoro compiuto, anche se “la soddisfazione – ha affermato – è temperata dalla consapevolezza che non tutto è stato possibile realizzare. Da fare c’è veramente tanto!”. Non ha mancato di ringraziare i membri del Comitato Direttivo che lo hanno affiancato in questi anni e i soci che lo hanno sostenuto e di proporre, a grandi linee, anche le attività da realizzare negli anni a venire allo scopo di rafforzare ruolo e funzioni del sodalizio. Vivace e sana è stata la discussione che ne è scaturita e che ha offerto molti spunti di riflessione. Alla fine i numerosi partecipanti, ben il 68% degli iscritti, hanno apprezzato e sottolineato con parole di plauso il lavoro finora svolto e di incoraggiamento per quello da svolgere. Fierravanti è stato riconfermato all’unanimità a dirigere anche per i prossimi cinque anni le sorti dell’Associazione. La riconferma poi anche di molti membri è particolarmente significativa: l’Assemblea ha voluto assicurare una costruttiva continuità alla linea finora seguita ed esprimere in modo incontrovertibile che le aspettative e le sollecitazioni della base sono state realizzate. 5 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 P. GERARDO CIOFFARI O. P. Leonetto e Sansonetto Problemi di genealogia e cronologia nella storia di Calitri Alla morte del primo Gesualdo, signore di Calitri (cioè Mattia I), nel 1322 ricevette la sua eredità (Calitri e Auletta) il di lui figlio Nicola II, che in un atto del 1325 appare come signore di Cayano (cioè Caggiano), Calitri e Auletta. Il figlio di Nicola II, Giannotto Gesualdo, ereditò i suddetti feudi, come risulta da documenti del 1328, 1329, 1331 e 1332. Alla morte di Giannotto, fu il fratello Mattia II ad ottenere il feudo di Calitri. Lo stesso nel 1336 appare come marito di Giovannella di Diano, figlia di Marino di Burgenza. Successivamente signore di Calitri è Lionetto, capitano a guerra di Ladislao, il quale ha anche i feudi di Caggiano, Auletta, Caposele e Gesualdo (mentre Palo e Baragiano appartengono a Sansonetto e Pescopagano e Quaglietta a Giovannello). Più tardi, signore di Calitri divenne Luigi, figlio di Sansonetto. Cui successe non un figlio di Luigi, ma un suo nipote di nome Cola, figlio di Sansone (1471). Nel 1482 abbiamo invece Luise. Fratello di Cola. Infine (per quanto riguarda Calitri), signore di Calitri diviene Fabrizio, un figlio di Luise, che sposa la figlia del principe di Melfi. sul punto di inviare alla redazione de Il Calitrano la contiEIIIronuazione della storia di Calitri, comprendente il periodo di Luigi Gesualdo (1480-1517), quando una telefonata con mio nipote Canio Maffucci mi ha convinto che, invece, è opportuno fermarsi un momento e fare il punto della situazione relativamente al Tre e al Quattrocento. La cosa è tanto più necessaria in quanto il rapporto fra lo storico ed il lettore non è come fra chi già sa tutto e chi apprende. Lo storico non sa tutto, sa soltanto come funziona il meccanismo dei documenti. Sa più del comune lettore se su quell’argomento si può trovare ancora dell’altro, oppure è stato detto quasi tutto. La funzione dello storico è di scavare negli archivi per trovare qualcosa in più rispetto a quanto detto in precedenza, ed eventualmente meglio contestualizzare la vicenda trattata. Ovviamente le notizie non vengono trovate tutte insieme, ma emergono un po’ alla volta. Per cui, le puntate su Il Calitrano non vanno intese come la parola definitiva, ma solo come cose belle trovate sino a quel momento. Successivamente possono essere trovate altre cose che vanno ad arricchire e persino a correggere le prededenti. Questo mi sembra il momento di fare il punto su quanto detto sinora e apportare qualche aggiunta e qualche correzione. 2. Falsi problemi e… conferme Quali sono i problemi che sorgono da questa genealogia? Alcuni sono falsi problemi, altri sono veri. Falsi problemi sono quelli relativi alla numerazione aggiunta al nome (Nicola II, III, Luigi I, II, III, e così via). È infatti sufficiente guardare alle date per capire di quale Nicola o Luigi si tratti. Il numero è d’altronde soggettivo, in quanto dipende dalla collocazione di quel nome nella famiglia Gesualdo in generale, oppure di quel nome in rapporto a Calitri. Così, ad esempio, Nicola II (nella famiglia Gesualdo) fu il primo Nicola ad avere la signoria di Calitri. In una storia di Calitri dev’essere indicato come I o come II? Entrambi sono legittimi. Io ho sinora preferito indicarlo in rapporto a Calitri, quindi come primo. Ma si può tranquillamente cambiare metodo e mantenere il numero gesualdino piuttosto che calitrano. L’importante è capirsi. Da adesso in poi cambierò metodo e adotterò anch’io la numerazione della famiglia piuttosto che la signoria di Calitri. La cosa è per di più auspicabile poiché, incoerentemente (anche se giustamente) ho chiamato Luigi II il primo Luigi signore di Calitri. Luigi I, infatti, personaggio di primo piano all’epoca di re Carlo III di Durazzo, non fu signore di Calitri. Quindi, ad evitare confusione è opportuno riscrivere la genealogia calitrana alla luce di quella ufficiale dei Gesualdo. Di conseguenza, anche se è un falso problema, è opportuno rinominare Nicola II colui che fu il primo Nicola signore di Calitri (mentre Nicola I non aveva nulla a che vedere con il nostro paese). Del resto il primo re di Napoli si chiama Ruggero II (1130-1154), essendo Ruggero I soltanto conte di Sicilia. Il figlio di Nicola II, che in questo manoscritto è chiamato Giannotto, è ovviamente lo stesso che io ho chiamato Giovanni. Sfortunatamente non ho trovato i documenti del 1328, 1329, 1331 e 1332 di cui parla il manoscritto brancacciano. 1. La “genealogia” gesualdina nel manoscritto Brancacciano II F 13 Solitamente dedico la prima quindicina di gennaio a ricerche nella Biblioteca del Pontificio Istituto Orientale di Roma al fine di aggiornare o approfondire le tematiche da me trattate come professore di Storia della Teologia Russa a Bari. Quest’anno ho voluto fare uno strappo, e una parte di questa quindicina l’ho trascorsa all’Archivio di Stato di Napoli ed alla Biblioteca Nazionale della città partenopea. I risultati della ricerca saranno pubblicati nei prossimi numeri de Il Calitrano. Una prima pista me l’aveva indicata l’amico Emilio Ricciardi col quale mi sono visto a Napoli. Poi ho voluto procedere ad una verifica diretta della documentazione calitrana e irpina che si trova in quel ricchissimo archivio. Fra i tanti scavi nelle antiche carte mi sono imbattuto in un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Napoli, costituito da una raccolta che ha la seguente collocazione: Brancacciana, II F 13, mentre le relative carte portano il titolo appunto di Genealogia della Famiglia Gesualdo. Come ho avuto modo di dire in altri interventi, le fonti principali sui discendenti dei Gesualdo sono Scipione Ammirato, Camillo de Lellis e Ferrante Della Marra. Talvolta però scritti minori possono presentare qualche particolare interessante o rinforzare le probabilità per una soluzione piuttosto che per un’altra. Tale il caso di questo breve manoscritto della fine del Cinquecento o inizi del Seicento. Prima di qualsiasi considerazione critica, eccone una rapida sintesi. 6 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Per il periodo che va da Mattia I a Mattia II (1304-1370) il breve manoscritto da me ritrovato non offre interessanti suggerimenti. Il che non dev’essere neppure sottovalutato. Significa infatti che la ricostruzione storica relativa a quel periodo è fondamentalmente valida, e che quindi i signori di Calitri siano stati: l’autorità del De Lellis, avevo eliminato Leonetto e parlato di Nicola III (anche se l’ho chiamato II, come signore di Calitri). Ho fatto notare che anche l’Ammirato parla di Leonetto, ma non gli ho dato il peso giusto, essendo il De Lellis più recente e a conoscenza del testo dell’Ammirato. Qui però gli elementi dati intorno a Leonetto sono tali che fanno propendere l’ago della bilancia in senso inverso. Senza dire che mitigano l’oscurità del periodo che va dal 1400 al 1410, che con una certa perplessità ho lasciato in sospeso. Mattia I (1304-1321) Nicola II (1321-1326) Giovanni (1326-1333) Mattia II (1333-1370) Il manoscritto ignora dunque Nicola III, e parla di Leonetto, senza indicare chi fosse il padre. Passa direttamente a dire che era signore di Calitri (insieme ad Auletta, Caggiano, Caposele e Gesualdo). Quindi specifica che era “capitano a guerra” di Ladislao. Che l’autore di questi appunti manoscritti non fosse uno sprovveduto si evince dai particolari offerti a proposito di altri signori Gesualdo, e cioè che Palo e Baragiano appartenevano a Sansonetto mentre Pescopagano e Quaglietta a Giovannello. La parentela tra Sansonetto (che io ho chiamato Sansone) e Leonetto, non è specificata, ma da altre fonti sappiamo che erano fratelli. Il particolare che fosse “capitano a guerra” di Ladislao è davvero importante, almeno quanto l’esclusione di Sansone dalla signoria di Calitri. Ed è in fondo l’ultimo errore che il nostro copista fa prima di ricostituire l’ordine col figlio di Sansone (o Sansonetto), Luigi. Ma questi errori, omissioni e reticenze sono abbondantemente scusabili, sia perché noi li possiamo correggere da altre fonti sia perché le due notizie forniteci (Leonetto “capitano a guerra”, e Sansone “signore di Palo e Baragiano”) sono troppo preziose. In tal modo, anche se non ci sono noti i dettagli situazionali e cronologici, una certa luce si rifrange sul periodo 1390-1410. La seconda metà di questo ventennio l’avevo attribuita ancora a Nicola III, lasciando inoltre in sospeso il decennio successivo. Ora, sempre avvertendo che si tratta di date approssimative, possiamo con una buona fiducia incastonare il nome di Leonetto fra i signori di Calitri, e precisamente fra Nicola III e Sansone. Quanto ai personaggi correlati, è opportuno ricordare un altro falso problema. Il nome dei protagonisti è spesso alterato nella società medioevale e specialmente nelle famiglie nobili napoletane. Invece di Giovanni si incontra spesso Giannotto, invece di Leone si ha Leonetto, invece di Giovanna si ha Giovannella, invece di Sansone si trova Sansonetto, invece di Luigi si trova Luise o Ludovico o Alvise (che è sempre Luigi), invece di Antonio si ha Antonello, invece di Carlo si trova Carluccio. 3. Problemi veri. Leonetto, signore di Calitri (1390-1410)? Se i precedenti sono falsi problemi, non così quando si passa al periodo successivo a Mattia II (1370-1420). Chi ha letto la prima edizione della Storia di calitri dell’Acocella e poi legge la seconda, non può fare a meno di notare le oscillazioni e perfino le contraddizioni. Il motivo è semplice: la successione di un signore dopo l’altro non si è conservata nei documenti. Molti di questi sono andati perduti. Le difficoltà nello stabilire chi fosse il signore di Calitri in un dato momento possono essere interne o esterne. Quelle interne nascono dal fatto che il padre, mentre esercitava la sua signorìa, già istituiva la successione del figlio. Ma questa diveniva effettiva solo alla morte del padre, a meno che il padre non passava al figlio anche l’esercizio del potere. Determinare quale di queste due possibilità si verificasse nel caso specifico è molto difficile. Le difficoltà esterne nascono dal riconoscimento regio. Purtroppo l’autorità regia Il fatto che Leonetto fosse capitano a guerra di era spesso inefficace in alcune zone, se non addiLadislao spinge il nostro pensiero in due direrittura nulla. Il che vale soprattutto per il periodo zioni, una cronologica e l’altra geografica. Ele1382-1442, allorché in molte zone governava il re L’Armatura di Carlo Gesualdo, che si menti che sono importanti e utili a farci capire provenzale, Luigi I, II o III, (ancora Luigi, proprio trova presso il castello di Konopiste, cosa può essere accaduto, e quindi a risolvere mentre ci sono in giro Luigi I e Luigi II Gesual- Praga. forse quel rompicapo di cui ebbe a soffrire l’Ado!) invece del re durazzesco. Di conseguenza non basta avere un cocella nella sua Storia di Calitri. Come generale dell’esercito di documento per sapere chi fosse il signore di Calitri, è necessario Ladislao, sul finire del 1407, Leonetto dovette seguire il re nel sapere anche se il territorio di Calitri era sotto i re durazzeschi Lazio e in Toscana. Rendendosi conto che la campagna militare (Carlo III e Ladislao) o sotto i provenzali (Luigi I, II, o III). Altrisarebbe durata molti anni (volendo il re di Napoli fare da arbitro menti si rischia di non distinguere il signore titolare dal signore della politica italiana), Leonetto potrebbe aver lasciato il suo feudo effettivo. di Calitri (affidamento, concessione, o vendita) al fratello Sansone. Al suo ritorno potrebbe non averlo richiesto indietro, anche perché in perfetta armonia politica con lo stesso Sansone, ed in contrasto Il manoscritto brancacciano, ad esempio, non menziona Nicola con i cugini Elia e Antonello. come successore di Mattia II nella signoria di Calitri. Parla, invece, di Leonetto. In altri termini omette colui (Nicola III Gesualdo, 13701390) che io ho trattato nel numero di novembre dicembre 1996 de Il Calitrano, mentre parla di colui (Leonetto) che ho omesso. Io avevo proceduto in senso inverso rispetto ad Acocella, che nella prima edizione della Storia di Calitri aveva parlato di Nicola, nella seconda (sull’autorità dell’Ammirato) solo di Leonetto. Sul- 4. Una possibile soluzione: entrambi signori di Calitri La difficoltà nel determinare l’ordine dei signori di Calitri nasce dal fatto che spesso Calitri non era un feudo che andava 7 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 data dell’epigrafe di Costanza di Capua è erroneamente riportata. Col 1444 avremmo, infatti, un diciassettenne padre di nove figli (anzi, la moglie gli era sopravvissuta !). Che sia la data di morte di Costanza a dover essere corretta si evince dal fatto (affermato dallo stesso De Lellis) che Sansonetto nel 1452 fu nominato conte di Conza, e quindi era vivo. Invece del MCCCCXXXXIIII (1444), si dovrebbe leggere dunque MCCCCLXXXIIII (1484). Data la conformazione del numero romano, il 1484 mi sembra la data più accettabile, poiché sarebbe il risultato di un solo errore (l’aver messo una X al posto di una L). La sostituzione della lettera potrebbe essere avvenuta inavvertitamente anche per un disguido tipografico, il che spiegherebbe il fatto che il De Lellis non sentisse la necessità di dare una spiegazione. Diversamente, bisognerebbe immaginare un errore multiplo. Di Sansonetto resta comunque ignota la modalità in cui divenne conte di Conza, essendo questo titolo separato dalla signorìa di Calitri, facendo capo non a Luigi II, bensì a Luigi I (appartenente ad un ramo diverso dei Gesualdo, diversificatosi cioè dopo Mattia II). Molto probabilmente, Luigi II di Calitri (alleato del vincitore Alfonso), quando nel 1436 entrò in possesso dei beni dei cugini Elia ed Antonello (rispettivamente figli di Luigi I e Antonio), alleati della sconfitta e defunta Giovanna II, divenne anche signore di Conza, senza il titolo di conte. Il titolo fu riconosciuto invece al figlio Sansonetto. Il quale solo in questo senso può essere detto primo conte, vale a dire del ramo calitrano, ma non primo conte di Conza della famiglia Gesualdo, in quanto anche Luigi I era stato conte di Conza molto prima. automaticamente al conte di Conza, anzi. Nel periodo che ci interessa (1370-1420) il Gesualdo più famoso era Luigi I, il quale come maggiordomo del re Carlo III, nel 1381 ottenne la contea di Conza, tolta ad Isabella del Balzo, dichiarata “ribelle”. Aveva seguito re Carlo III di Durazzo in Ungheria e fu lui a portare a Napoli (1386) la notizia del ferimento (che poi risultò mortale) del re in un attentato. Ancora nel 1413 era il più noto dei figli di Mattia II, tanto che Ladislao lo teneva tra i suoi primi condottieri. Subito dopo Luigi, tra i primi signori del regno si affermò Ruggero, che nel 1392 era maresciallo, nonché ciambellano. Nicola III, il signore di Calitri, rimase dunque in ombra rispetto ai suddetti intraprendenti fratelli Luigi e Ruggero. Molto probabilmente dunque sia Nicola III che il figlio Leonetto furono signori di Calitri. Senza bisogno di allungare la signoria di Mattia II su Calitri fino alla sua morte (avvenuta intorno al 1393), è più ragionevole mantenere la cronologia precedentemente riportata del 1370 circa come anno della concessione di Calitri a Nicola III, che avrebbe esercitato il suo governo per un ventennio circa (1370-1390), per poi trasmetterlo a Leonetto per il ventennio successivo (1390-1410). Fermo restando che queste sono date arrotondate, e che vanno intese in senso approssimativo. Non avendo altre notizie, l’Ammirato aveva affermato: Non si ha altra memoria (di Leonetto), e dovette morirsi senza figlioli vedendosi in non molto tempo posseduti i suoi beni da fratelli e da nipoti. L’Acocella, a sua volta, gli fa trasmettere i beni feudali al nipote Sansone, aggiungendo che quest’ultimo era sposato ad Antonella di Porcelleto (secondo Ferrante Della Marra, 22, rimasta vedova (di Giovannello d’Alagna), Antonella Porcelletta si rimarita a Sansonetto di Gesualdo, da cui nasce il Principe di Venosa). Ma noi sappiamo che il Sansone marito di Antonella era fratello di Leonetto. E così il Sansonetto che fu perdonato insieme a Leonetto nel 1422. La trasmissione della signorìa di Calitri non avvenne dunque da Leonetto al nipote, bensì al fratello. 6. Una tavola genealogica del Tre e Quattrocento Senza procedere ad una tavola definitiva della genealogia gesualdina di Calitri (che faremo al termine delle nostre ricerche), è opportuno fare qui il punto della situazione per il Tre e Quattrocento. In maiuscolo ed in neretto sono indicati i signori di Calitri, con un corpo grafico più piccolo gli altri componenti della famiglia. 5. Un altro rompicapo: Sansonetto. Un altro problema che sorge nella genealogia gesualdina relativa a Calitri è quello di Sansonetto, da non confondere col nonno Sansone. Il nipote nel 1452 ricevette da re Alfonso il titolo di conte di Conza. Eppure il De Lellis dice che la moglie Costanza di Capua morì nel 1444, rimanendo vedova di lui dopo avergli generato 9 figli. Il De Lellis dice soltanto che era figlio di Luigi II Gesualdo, benché malamente chiamato col titolo di Conte di Consa. Non si pone cioè il problema di come Sansonetto abbia potuto avere nove figli a soli 17 anni (essendo nato nel 1427/28 da Luigi II di Calitri ed Emilia o Cornelia Mormile). Il fatto che non si sia accorto di una incongruenza così evidente farebbe pensare che l’errore non stia tanto nel padre di Sansonetto (che dovrebbe essere proprio Luigi II, piuttosto che Elia, figlio di Luigi I), quanto piuttosto nella data di morte di Costanza di Capua (sua vedova). Elia II 1 Nicola I 2 Roberto3 MATTIA I4 Francesca5 Filippa6 (1304-1321) Primo signore di Calitri della famiglia Gesualdo Già signore di Ripalonga compra Calitri e Castiglione da Raimondo del Balzo (1304) Vende Castiglione (1313) a Ruggero di Bisaccia e Carbonara Acquista Auletta, Roccella e S. Fele (1315-1317) Sposa Costanza di Caggiano Maria7 Filippa8 NICOLA II9 Francesca10 (1321-1326) Combatte nell’esercito di Giovanni di Gravina Una controversia con S. Maria in Elce (1308) farebbe supporre che già prima fosse associato come signore di Calitri Sposa Clemenza della Marra GIOVANNI11 Il De Lellis avrebbe almeno dovuto tentare una spiegazione. Poteva parlare di un matrimonio precedente di Luigi II di Calitri. Tanto più che egli confuta l’opinione di alcuni che avevano scritto che moglie di Luigi stata fusse una figliuola di Pietro Ruffo Conte di Catanzaro. Ora, qui due sono le possibilità: o Sansonetto era figlio di Elia Gesualdo, figlio di Luigi I di Conza (cosa che nessuno afferma), o era effettivamente figlio di Luigi II di Calitri. Ma anche in questo secondo caso, due sono le possibilità: o era nato da un precedente matrimonio di Luigi II di Calitri, oppure la (1326-1333) MATTIA II12 Francesco13 Bisaccia (1333-1370) Castiglione Signore di Calitri, Caggiano e Auletta. 1331. Sposa Giovannella di Diano 1340. Sposa Antonella Acquaviva Governa Calitri nel difficilissimo periodo della peste e dell’invasione ungherese. Dalla nipote Margherita (figlia di Francesco) recupera Castiglione, ormai diruto 8 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Nicola III14 Roberto Calitri Giovannello Ruggero15 Pescopagano Conza Luigi16 10 De Lellis, 10. Sposa Gentile di Grandinato (Della Marra, 192). 11 De Lellis, 10. Detto anche Giannotto. 12 De Lellis, 11. Secondo Della Marra, p. 143, Marino di Diano maritò Giovanna sua figliuola l’anno 1332 a Mattia, figliuolo primogenito di Nicolò di Gesualdo e di Clementia della Marra: il qual Mattia era Signor di Cagiano, Auletta e Calitro, e Ciamberlano di Rè Roberto: e morta Giovanna di Diano sua prima moglie, si rimaritò con Antonella Acquaviva figliuola di Corrado Conte di San Valentino. Si legge che ei comprasse, come Maestro Rationale e del Consiglio in nome di Rè Roberto l’anno 1331 da Adinolfo di Somma Cavaliero, quel Palagio dirimpetto a S. Agostino, dove infin’al presente giorno si fa la Zecca Regia. 13 De Lellis, 10. Signore di Bisaccia diviene sposando Giovanna d’Antiochia. 14 De Lellis, 12. 15 A. Cutolo, Re Ladislao, Napoli 1968, p. 140, 168, 175. 16 De Lellis, 11-12; Della Marra, 70; Cutolo, Re Ladislao, 57; ASPN 1888, 768. 17 De Lellis, 12. Faraglia, 142, 169. 18 Ammirato. Le date sono approssimative. De Lellis, 12. Faraglia, 224, n.1 (perdonato da Giovanna II). 19 De Lellis, 12. Faraglia, 224, n. 1. Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, 1601/7, pone il matrimonio con Antonella di Porcelletto al 1391. 20 De Lellis, 13 21 De Lellis, 13. Faraglia, 84 (sposa Domenico di Bosio degli Attendoli, portandogli in dote diversi feudi pugliesi) 22 De Lellis, 13. Faraglia, 326 (sp. Emilia Mormile nel 1427). 23 Sposa Petracone Caracciolo. Il De Lellis, p. 13, riporta anche l’epigrafe sul sepolcro (†1473). 24 Molto probabilmente la data di morte della moglie Costanza di Capua (De Lellis, p. 14) è errata. Invece del 1444 dovrebbe leggersi 1484 (non potendo Sansonetto aver fatto 9 figli all’età di 17 anni). 25 De Lellis, p. 15. 26 Epigrafi nel De Lellis, p. 15. 27 Epigrafe (+1523) in De Lellis, p. 15 Elia Bisaccia NICOLA III (1370-1393 circa) È il primogenito, con molti feudi (Calitri, Auletta, Caggiano, Fontanarosa, ecc.) oscurato però dalla fama del quartogenitoLuigi I, personaggio di spicco alla corte di Carlo III di Durazzo Carluccio17 Vicario Generale della Calabria LEONETTO SANSONE (1393-1410 circa)18 (1410-1436)19 Capitano a guerra di Ladislao detto anche Sansonetto Il passaggio di Calitri al fratello Sansone fu sempre in sintonia potrebbe essere avvenuto quando con Leonetto nelle scelte dovette seguire Ladislao a Roma politiche Minora20 Giovannella21 LUIGI II22 Caterina23 1436-1471 1427. Sposa Emilia Mormile 1436. Ottiene i feudi dello zio Antonello 1442. Alfonso conferma i feudi 1452 partecipa alla giostra per la nascita di Federico 1460. Rotta di Sarno. Passa all’Orsini Sansonetto24 Sp. Costanza di Capua († 1444) 7 figli e due figlie (Altobella e Ippolita) 1452. Conte di Conza NICOLA IV25, Cesare, Antonio, Fabrizio, Massenzio26, Carlo, LUIGI III 1471-1480 1471. Il re gli conferma Calitri 1477. Accompagna Alfonso, duca di Calabria, in Catalogna a scortare la 2ª moglie di Ferrante 1480-1517 NOTE 1 De Lellis, 6 2 De Lellis, 8-9. Su Nicola I numerosi regesti in Francesco Scandone, I comuni del Principato Ultra, Samnium, 1941, 50-54. Secondo Ferrante Della Marra, Discorsi, p. 137, Nicola I nel 1304 sposò Giovanna della Marra da cui ebbe Margherita (signora di Pescopagano), sposa di Aimerico di Sus. Da questi ultimi nasce Maria (ma a p. 408 è detta Filippa), che nel 1304 sposa Giovanni di Ceccano. Nicola I sarebbe morto prima del 1308, quando Giovanna della Marra (assai terribil donna, p. 149), appare vedova e sposata con Tommaso di Balvano. 3 Da Scandone: nel 1290 possiede il castello di Ripalonga insieme a Mattia. De Lellis, 8, non parla di Roberto, ma di Roberta. 4 De Lellis, 8-10. Scandone, 56. Della Marra, 68 (Ramondo del Balzo, primogenito del conte di Avellino, … non ancora succeduto alla stato, vendette a Mattia di Gesualdo Calistri, Terra a lui conceduta gli anni addietro insieme con Castiglione de Rè Carlo II). A p. 247, lo stesso, nel riferire il matrimonio con Costanza di Caggiano, parla di Mattia come Signor di Calitri e d’altre Terre. A p. 192 afferma che l’anno 1325 haveva dato Francesca sua figliola per moglie… a Gentile Grandinati. Il che sta ad indicare che il 1321 è l’anno della concessione di Calitri al figlio, ma non della sua morte. 5 De Lellis, 8. Da Scandone (p. 50), nel 1277 sposa Rinaldo d’Avella 6 Da Scandone: sposa nel 1284 Egidio de Mustarol. 7 De Lellis, 10 (sposa Landolfo d’Aquino). Della Marra, p. 192, lo chiama Landulfello d’Aquino, signor della Grotta Menarda. 8 De Lellis, 10. Ma potrebbe essere un errore, visto che la Filippa che sposa Egidio de Mustarol è sorella, non figlia, di Mattia I (vedi n. 6). 9 De Lellis, 10. Il Della Marra, p. 356, riporta che ebbe una lite con la madre Costanza Marzana di Caggiano, e che questa impugnò il processo come non valido, essendo presidente Filippo di Sangineto. Questo, a suo dire, non poteva essere imparziale, in quanto la moglie di Nicola II, Clemenza della Marra, era figlia della di lui sorella (Costanza di Sangineto). Il cardinale Alfonso Gesualdo, nato a Calitri il 20 ottobre 1540, ai piedi di S. Gennaro, nel duomo di Napoli. 9 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 EMILIO RICCIARDI CONTRATTI MATRIMONIALI SECENTESCHI IN CALITRI ell’Archivio di Stato di Napoli si N conserva un volume di strumenti del notaio calitrano Nicolantonio Rosa, redatti tra il 1605 e il 1612 1. Oltre alle consuete pratiche notarili (compravendite, testamenti, etc), il volume contiene alcuni contratti matrimoniali. Teresa Di Maio, nel suo libro sugli usi e i costumi di Calitri 2, sottolinea, a proposito del matrimonio, l’importanza che avevano gli accordi economici tra i genitori dei due sposi, descrivendo le accanite trattative che intercorrevano tra le famiglie. I contratti matrimoniali secenteschi sono gli antenati degli accordi descritti da Teresa Di Maio, con in più l’ufficialità delle intese sancite davanti a un notaio. In questi patti, stipulati tra il padre della ragazza e il futuro marito, le spose non avevano voce in capitolo: potevano decidere solo il colore dell’abito che avrebbero ricevuto in regalo dallo sposo. Qui di seguito sono stati trascritti alcuni brani di questi contratti, particolarmente interessanti per la lingua nella quale sono redatti, una sorta di dialetto colto, a metà tra la lingua giurisdizionale notarile e il dialetto parlato; e per le descrizioni dei corredi matrimoniali, ricche di informazioni sull’abbigliamento dei calitrani, sull’arredamento delle abitazioni e sugli oggetti della vita quotidiana di quei tempi. Tra i brani presentati c’è un’ampia varietà di situazioni: si coglie subito la differenza tra i contratti delle persone più povere, come la vedova Marianna Zuglio, impegnata a ripartire equamente la proprietà fra tre figlie in età da marito, e come Carlo Di Lorenzo, che per formare la dote della figlia deve ricorrere al Monte di Pietà istituito dal principe Gesualdo 3 ; e i patti stipulati dai più facoltosi, che possono promettere ai futuri sposi anche un pezzo di terra, come fa Donato Scoca, o un ricco corredo, come quello minuziosamente descritto nell’accordo tra Serafino Rabasca e il genero Francesco Cicoira. Un caso curioso è rappresentato dai fratelli Cesare e Bartolomeo Frucci, veri esperti di patti matrimoniali all’uso di Calitri, avendo maritato ben quattro sorelle per dividere il meno possibile l’eredità paterna; nello strumento redatto per dare in moglie le sorelle Filippa e Lucrezia a due fratelli, Girolamo e Mariano Toglia, i due Frucci sembrano preoccupati soprattutto di prevenire ogni futura pretesa delle sorelle sui beni di famiglia. In conclusione i contratti matrimoniali secenteschi, oltre a essere un’importante fonte per lo studio della storia sociale di Calitri, descrivono con tinte vivaci aspetti del costume e delle tradizioni che vanno scomparendo e costituiscono, al di là del loro interesse documentario, una piacevole lettura. N.B. Per una migliore lettura sono stati modernizzati l’uso delle maiuscole e la punteggiatura e sono state sciolte le abbreviazioni. Tuttavia, a causa della pessima grafia del notaio, non è stato possibile interpretare con certezza alcuni termini dialettali, il cui significato rimane a chi scrive sconosciuto. Chi, leggendo, riuscisse a riconoscere qualcuno di questi vocaboli e a spiegarne il significato, farà cosa gradita comunicandolo alla redazione della rivista. * * * Napoli, Archivio di Stato, Notai di altre province, vol. 75/1, notaio Nicolantonio Rosa (f. 1) Die 4 mensis 7(m)bris 4.e Indic.nis 1605 Caletri [...] Cap(ito)li m(at)rimoniali pacti et co(n)ve(n)zioni al nome de dio […] tra m(ast)ro carlo de Laurenzo p(ad)re leg(itim)o e naturale di Camilla p(redet)ta sua fig(li)a p(er) la quale p(ro)mette ut infra, e lo d(et)to donato paschalicchio sop(r)a lo d(et)to m(at)rimonio gia co(n)tratto tra d.ta Camilla e lo detto donato V(ide)L(ice)t: in p(rimi)s […] in pecunia numerata doc(a)ti cinqua(n)ta quattro inclusi li vinticinq(ue) doc.ti p(ro)messi dalli distribuzioni del monte pio lasciato dalla bona m(emori)a del principe fabricio dalli quali doc.ti cinqua(n)ta quatro al p(rese)nte d.to donato 10 si confessa haverne havuto […] docati dudici, e lo resta(n)te p(ro)mette d(et)to m(ast)ro carlo pagarli fra anni quatro cioè ogni anno infine la quarta parte da hoggi ava(n)ti numera(n)do, et in corredo d(et)to m(ast)ro carlo p(ro)mette uno matarazzo pieno de lana, quatro lenzola de cosine de doie pezze e mezza l’uno delle quale ne sono ricevute doie lenzola, uno piomazzo bia(n)co ricevuto, dui coscini l’uno lavorato di seta e l’altro bia(n)co, doie tovaglie di tela l’una lavorata di seta e l’altra se(p)pia, uno ava(n)tilietto de lana de diversi coluri ricevuto, uno saccone de lana, tre brazze de misale, una cascia alla fatta di s(an)to fele, uno coretto4 novo di saia di ascoli p(er) li vestiti, e di rama e fierro secondo il solito, e co(n)suetudine di Calitro eccepto però la caldara gra(n)di che no(n) la p(ro)mette [...] (f. 37) die 28 mensis Januarij 4.e Indic(tio)nis 1606 Caletri In n(ost)ri p(rese)ntia […] co(n)stitutis fran(cis)co de josephe cicoyra t(er)re Caletri age(n)te ad infra(scrip)ta […] p(ro) se, suisq(ue) her(ede)s et succ(essore)s ex una parte et serafino rabascha eiusde(m) de Caletri age(n)te similit(er) ad infra(scrip)ta […] pro se, suisq(ue) h(erede)s et succ(essore)s ex parte altra. Ambe partes ipse sponte asseruerunt pariter cora(m) nob(is) fuisse contrattu(m) m(at)rimoniu(m) inter dictu(m) franc(isc)um ex una, et Perna(m) rabascha(m) filia(m) legitima(m) et naturale(m) dicti serafini sub die 21 p(rese)ntis me(n)sis in maiori ecc(les)ia d(ic)te t(er)re cu(m) benedizione sacerdotali et co(n)templa(tio)ne dicti m(at)rimonij jam co(n)tratti dictus fran(cis)cus sponte recepit et habuit […] cora(m) nob(is) infra(scrip)ta bona dotalia et corredalia V(ide)L(icet): dui matarazzi bia(n)chi dui piomazzi listati di bo(m)mace colli endeme5 bia(n)che dent(r)o piene di penne, tre para de lenzola de cosine cioe doie para di tre pezzi l’uno co(n) lenze lavorate ad aco di filo bia(n)co e l’altro paro de doie pezze e mezza l’uno co(n) riticelle bia(n)che accattatizze 6, uno sproviero7 di tela de cosine di brazze quaranta di Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 pezzi decedotto co(n) lo primo de li q(ua)li a la napolitana cosuto a catinella, doie cultri bamacegne de doie pezze e mezza l’una, uno saccone de lana de diversi coluri e lavuri, una coperta p(er) li matarazzi di stoppa de brazze sidici, una cop(er)tella di lana lavorata di brazze sei p(er) torneialetto8, cinq(ue) coscini coll’endeme dent(r)o cioe uno paro lavor(at)o de filo bianco ad aco, uno coscino lavorato de seta carmosina9, et un’altro lavorato di seta negra, e l’altro de setino marancino, co(n) zagarella verde intorno, tre tovaglie di tela del ulmo di palmi sei l’una carrosate cioe una di seta carmosina, l’altra di seta negra, e l’altra de filo bia(n)co, quatro tovaglie di pasta fatte a mesali di quattro brazze l’una, uno mesale di quatro brazze, otto brazze di avanti tavole, seu stoiabucchi10piani quatro ca(m)mise de do(n)na cioe una co(n) maniche di tela del ulmo lavorate di seta negra a bocca et allo collaro, l’altra lavorata de filo bia(n)co allo collaro colle maniche di tela del ulmo, l’altra colle maniche di tela ba(m)mmacegna co(n) ardicelle a bocca e la tira da alto a bascio, e l’altra di maniche di tela de cosine co(n) ardicelle bia(n)che da alto a bascio, uno ba(n)cale di lana de diversi coluri e lavuri di brazze quatro, una cop(er)tella di lana de brazze tre de diversi coluri p(er) la fazzatora, et un’altra simile di brazze tre p(er) lo quartaro una spara de lana p(er) la mescetora de uno palmo e mezo, uno para de bisazzole di lana pelosa spaccate p(er) sella, una tovaglia di tela comone de palmi quattro seppia, uno coretto verde de saia di ascoli p(er) li vestiti un poco usitato guarnito de velluto carmosino alli pietti solo, uno paro de maniche di sta(b)betto11 pavonazzo guarnite de velluto negro, una ca(m)misa di sta(b)betto guarnita de velluto negro p(er) li pietti, uno amantisino di setino russo co(n) la tocca12 torchina, una tovaglia de carpia p(er) testa de do(n)na, una caldara grande de rama de libre tre(n)tasei, una coc(hi)arella in ca(m)bio de lo barile de libre sei incirca, la cochiara delli maccaruni de rama, la cocchiara cupa de fierro, la scomarola de fierro, la cop(er)chia p(er) la pignata de rama, la rasola13, lo spito14de fierro, la catena p(er) lo foco, la paletta p(er) lo foco, la paletta della fazzatora, una cascia a l’usanza di santo fele […] detto fran(cis)co […] have ricevuto ancora la lana delli dui matarazzi, la lana de cinq(ue) coscini, la sartagina de rama, lo cardo p(er) le cosine, li piettini p(er) la lana, et una caldara piccola de rama de capacità de una mescetora, et in pecunia numerata haverne riceputo d(ett)i d(oca)ti cinqua(n)ta lo di della d.ta sposa e ce(n)to cinqua(n)ta altri à cu(m)plimento delli d(ocati) 200 p(ro)messi p(er) cap(ito)li matrimoniali in diverse partite […] (f. 71) die 26 me(n)sis Januarij 6.e Indic.nis 1608 Caletri […] In primis lo d.to donato p(ro)mette in dote […] della d(et)ta Antonia sua figlia al d(et)to gioseppo socero et al d.o Nu(n)cio marito de d.ta Antonia in pecunia numera(n)da doc(a)ti settanta dui de car(li)ni d’arg(en)to […] dui matarazzi pieni di lana, tre para de le(n)zola di tre pezzi l’uno, e tutti altri panni, rama e fierro seco(n)do lo solito della t(er)ra di Calitro, e de più uno pezzo di t(er)ra seminatoria di capacità di t(omo)la sei incirca sito nel t(er)ritorio, e pertine(n)tie della t(er)ra di calitro dove se dice a cerrutolo ius(ta) li altri beni di esso donato, e l’aga- Questo ti chiede il Signore: pratica la giustizia, ama la misericordia, e vivi in umiltà col tuo Dio. dote cioe una dote p(er) una delle doie sorelle hoggi sposate co(n) li detti dui fr(at)elli di toglia […] et uno vestito p(er) una de saia di Ascoli secu(n)do se usa comonem(en)te nella t(er)ra di Calitro, guarniti di velluto p(er) li pietti solo, e maniche et ama(n)tisini secu(n)do si trovano in podere de d(et)te figliole al p(rese)nte, e delle le(n)zola ne sia uno paro p(er) una di tre piezzi, e lle resta(n)ta de doi piezze e meza lo le(n)zulo nelli quali dinari e robbe p(ro)messe si ci inte(n)dano le dote lasciate p(er) lo q(uonda)m gio. fruscio lor comone p(ad)re, et ogni altra p(re)tendenza che potessero p(re)te(n)dere d(et)te figliole delli beni paterni materni f(rat)erni sororij et altri […] e versa vice li d(et)ti ger(on)imo e mariano di toglia f(ra)telli in solidu(m) p(ro)mettono adobbare d(et)te figliole loro moglie di uno coretto p(er) una di grana di fiorenza guarniti in velluto p(er) li pietti solo del colore ad arbitrio dille d(ett)e figliole di una ca(m)misa rossa p(er) una di sta(b)betto russo, de doie para di maniche p(er) una di velluto carmosino di calse tovaglie ama(n)tisini doie […] et altri ornam(en) ti di testa seco(n)do loro condizione […] (Michea VI - 8) to dello lago della serpe, et altri co(n)fini […] et versavice li d(et)ti gioseppo, e nu(n)cio p(ro)mettono adobare la d.ta Ant(oni)a de uno coretto de sta(b)betto guarnito de velluto p(er) li pietti solo del colore che piacera alla do(n)na, di maniche di velluto carmosino, tovaglie di testa, et altri ornam(en)ti seco(n)do la co(n)dizione loro […] (f. 80) Die nono me(n)sis nove(m)bris 7.e indic.nis 1608 Caletri […] Promissioni de dota, che fanno cesaro e bar(tolome)eo frusci fra(te)lli in solidu(m) a lucrezia, et a foleppa fruscio loro sorelle carnale V(ide)L(icet): In pecunia numera(n)da doc(a)ti ce(n)to sessa(n)ta cioe otta(n)ta doc.ti p(er) ciascheduna di d(et)te sorelle […] che fossero pagati de d(et)ti cinqua(n)ta a te(m)po della sposa, cioe docati vinticinq(ue) p(er) ciascheduna, e li resta(n)ti de d.ti ce(n)todece fra tre a(n)ni da hoggi avanti numerati cioe ogni anno la terza parte, e di pa(n)narezza corredo rama e fierro seco(n)do l’uso di calitro, e del m(edesi)mo ch’essi fra(te)lli ha(n)no dato al’altre doie loro sorelle maritate cioe q(ue)lle cose che si trovara(n)no fatte se cu(n)signara(n)no hoggi di della loro sposa fatta, e in resta(n)te te(m)po tre anni […], e s’intendano doie 11 (f. 95) die 28 7(m)bris 8.e Indic.nis 1609 caletri […] cesare de Napoli, et Joseppo de napoli dicti cesaris fil(ius) […] ex una parte, et Cesare fastigio d(ic)te t(er)re caletri agens […] p(ro) parte Laure sue filie leg(itim)e et naturale ac uxoris dicti Joseppi et nuri dicti cesaris ex parte altra dicti quide(m) pater et filius […] receperunt coram nobis infra(scrip)ta bona V(ide)L(icet): I(n)p(rimi)s uno matarazzo bia(n)co pieno di lana, et un’alt(ro) similm(en)te bia(n)co pieno di capizzi, doie para de lenzola de cosine di pezze doie e mezza l’uno paro, e l’altro di tre pezzi co(n) riticelle bianche l’uno paro, e l’altro de filo ruggio accattatizze, uno sproviero de tela de cosine di pezzi decedotto di brazze quaranta cosuti a catinelle bia(n)che senza cappitella, uno saccone di lana de diversi coluri e lavuri al’usanza de calitro, una cop(er)tella di lana lavorata de diversi coluri di brazze sei p(er) torneialietto, un’altra cop(er)tella di lana di brazze sette e dui palmi che è p(er) la fazzatora e p(er) lo quartaro, una tovaglia di tela della cava di de palmi sei co(n) lenze accattate a pizzilli intorno bianchi, un’altra tovaglia di palmi sei lavorata co(n) lenze de seta carmosina accattatizze di tela della cava, uno cuscino bianco lavorato a mano di pu(n)ti reali vaca(n)te, un’endema bianca vaca(n)te Il CALITRANO de piomazzo dui quartari gra(n)di de capacita de uno t(omol)o l’uno, doie ceste de capacità de uno mezzetto e mezzo l’uno, tre cestelluccie piccole […] (f. 116) Die 7 me(n)sis maij X.e Indic(tio)nis 1612 Caletri Cap(ito)li e p(ro)messione di dote che fa Maria(n)na della vocella de Calitro vedova del q(uonda)m Donato di Ang(e)lo de Zuglio ad Angelella Zuglio figlia leg(itim)a e naturale di essa Maria(n)na e del detto q(uonda)m Donato e […] ad Ant(oni)o na(n)nariello figlio leg(iti)mo e naturale de gioseppo nannariello de d(et)ta t(er)ra de calitro […] In primis li p(ro)mette la grotta integra che fu del detto q.m Donato sotto la casa p(er) prima di sua habitatione ateso15 al’altra figlia Sveva li ha data la casa cioe lo solaro sopra la grotta, e la casa di sop(ra) resta p(er) dote al’altra N. 6 n. s. - Novembre-Dicembre 1998 figliola Diana, e che in ditta grotta essa Maria(n)na si reserva che si ci possa tenere una botte piena de vino o acquata l’anno sua vita dura(n)te: de più p(ro)mette la mita 16 della vigna alla machia da spartirsi co(n) Sveva p(redet)ta ateso l’altra mita e stata p(ro)messa in dote a ditta Sveva de più li p(ro)mette la terza parte de tutti li t(er)ritorij che sono del detto q.m donato che se lle spartono totte tre le sorelle, a co(m)passo como si potra. Ite(m) dui matarazzi bia(n)chi uno pieno di capizzi novo e l’altro vaca(n)te usato, dui capezzali de lietto uno novo lavorato di ba(m)mace e l’altro bia(n)co usato etc […] di rama una caldara piccola di capacita de una mescetora nova, una sartagina nova di rama nova la cochiara delli maccaruni nova, la scomarola nova, la cochiara cupa nova, la catena p(er) lo foco nova, lo spito de fierro, la paletta della fazzatora, la cop(er)chia della LA PITTURA DI PIERA IERNA pignata, e la grattacasa, e p(er) li vestiti li p(ro)mette la go(n)nella bruna di grana usata como si trova, et uno paro di maniche di sta(b)betto usitate guarnite di raso verde e l’ama(n)tisino rosso usato […]. NOTE 1 La collocazione del volume mi è stata indicata da p. Gerardo Cioffari, che qui ringrazio. 2 Cfr. T. DI MAIO, Calitri. Usi, costumi, racconti e canti, Calitri 1978, pp. 13-16 e 34-40. 3 Fabrizio II Gesualdo (1538-1591). All’epoca dei protocolli del notaio Rosa il feudatario di Calitri era il figlio di Fabrizio, Carlo (m. 1613). 4 Corsetto. 5 Fodere interne. 6 Attaccate, cucite. 7 Vocabolo dal significato sconosciuto. 8 Vocabolo dal significato sconosciuto. 9 Color cremisi. 10 Vocabolo dal significato sconosciuto. 11 Vocabolo dal significato sconosciuto. 12Vocabolo dal significato sconosciuto. 13 Vocabolo dal significato sconosciuto. 14 Vocabolo dal significato sconosciuto. a pittrice Ierna si forma in un ambiente di artisti, infatti, sia la Lpittura. madre che la zia hanno una notevole predestinazione alla La sua arte è legata ai ricordi dei suoi molteplici viaggi, dipinge pagode cinesi velate di malinconia, lembi di mare e paesaggi della sua bella Siracusa, anche il tramonto e l’alba sono visti sotto la luce ombrata. I soggetti dei suoi quadri sono vari, dalla natura morta ai volti, ai fiori, che sono quelli che lei ama dipingere. La tecnica preferita è l’acquerello che è molto impegnativa, perché il suo pregio sta nella freschezza e nella trasparenza del colore che la Ierna sa adoperare con disinvoltura e naturalezza. In quasi tutte le sue opere prevale il colore nero, che l’artista mescola ad altri colori complementari, creando così gli effetti di luce e di ombre. La sua pittura è spontanea e particolare. Nonostante la varietà e l’importanza degli elementi delle sue composizioni, notiamo un mondo di umanità semplice e profonda. Per questo suo modo di essere l’artista non fa copiatura, ne riferimento ad altri pittori. Rosaria Bombaci Calitri, agosto 1997, gruppo pallavolo nel campo polivalente intestato a “Peppino Di Milia”. Gli istruttori, da sinistra, sono: Creddo Emilio - dottor Peppino Galgano di Umberto - Sansone Michele - Cerreta Alfonso - ing. Del Re Giuseppe (foto Galgano). 12 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 DAMIANO PIPINO LE MONETE RINVENUTE SULLA CIVITA DI OLIVETO CITRA SOSTENGONO LA SCONFITTA DI PIRRO AI CAMPI ARUSINI a “Civita” di Oliveto Citra, località a L ridosso del paese dove emergenze archeologiche attestano l’esistenza di un antico centro abitato, sorto durante la prima Età del Ferro ad opera di gente di civiltà Hallastattiana, giunta dalla sponda adriatica, e distrutto probabilmente da un evento bellico, forse durante le proscrizioni di Silla. Quì, in questi ultimi anni, nel corso di lavori agricoli, oltre ad alcuni trienti, qualche asse e qualche sesterzo romani di età repubblicana ed alcune litre campane, sono state rinvenute due monete in bronzo (gr. 26,5 di peso e mm. 17 di diametro), sulle quali sono riportati i seguenti motivi: sul dritto la testa di un uomo e, sul verso, un elefante in movimento con la proboscide in giù. Attribuirne l’appartenenza non è facile se si considera che l’elefante venne reppresentato in diverse coniazioni. Attraverso la storia del mondo romano si trova, infatti, che nell’estate del 280 a.C. ad Eraclea i Romani furono terrificati dal loro primo incontro in battaglia con gli elefanti di Pirro, che chiamarono “buoi Lucani”, subendo una grave sconfitta. Pirro sfruttò la sua vittoria lanciandosi verso Roma forse con la speranza che gli alleati di Roma avrebbero abbracciato la sua causa: ma fu deluso. Napoli e Capua serrarono contro di lui le porte della città, quindi ripiegò verso Taranto, mentre il suo esercito si ritirò nei quartieri invernali in Campania. L’avventura di Pirro in Italia si concluse nel 275 a.C. quando attaccò frettolosamente e di notte l’esercito romano guidato dal console Manio Curio. La battaglia secondo la tradizione fu combattuta presso Maleventum (la futura Beneventum); BELOCH Karl Julius (Nieder Petschkendorf, Slesia 1854 - Roma 1929), il più grande studioso tedesco di storia antica, mette in questione l’ubicazione e identifica il luogo della battaglia con una località vicino Paestum, i Campi Arusini. Gli elefanti di Pirro vennero rappresentati su una moneta di Taranto e su un aes signatum italico1. Nella battaglia sull’Oreto, località tra Palermo e Lilibeo (oggi Marsala), Cecilio Metello distrusse l’esercito cartaginese condotto da Asdrubale (249 a.C.); furono catturati tutti gli elefanti che il Metello trasportò a Roma e li esibì nel Circo; per la prima volta il popolo romano poté vedere gli elefanti africani (quelli di Pirro erano indiani). In seguito i Cecilii Metelli adottarono l’elefante come una specie di emblema familiare, spesso usato nelle coniazioni emesse dai membri della famiglia che furono preposti alla zecca. A seguito della battaglia di Canne (agosto 216 a.C.) il prestigio di Roma in Italia ne fu scosso; molte città del sannio, dell’Apulia e quasi tutta la Lucania e il Bruzio insorsero a favore di Annibale e, peggio ancora, Capua ed altre città della Campania seguirono in autunno il loro esempio. Nell’occasione Capua, Atella e Calatia coniarono monete (soprattutto in bronzo) come atto di indipendenza, su alcune di esse erano effigiati elefanti. Durante la spedizione in Gallia (58-49 a.C.) sotto Giulio Cesare furono coniate monete d’argento da una zecca itinerante per pagare i soldati; sulle stesse venne rappresentato un elefante con la proboscide in su a simboleggiare l’armata romana che schiaccia il drago gallico, in esergo CAESAR, mentre sull’altro lato erano rappresentati gli attributi sacerdotali del Pontifex Maximus, ufficio che Cesare ricopriva in quegli anni. Molte di queste monete sono state rinvenute di recente nella selva di Teutoburgo (Germania) dove i Romani subirono una delle più grandi sconfitte della loro storia (9 d.C.): Gli scrittori romani si limitarono a 13 riportare l’evento ammettendo che l’impero aveva perso le aquile della XII, XIII e XIX legione; di fatto andò perduta metà dell’intera armata del Reno. Alla luce di quanto sin qui riportato riteniamo di potere ipotizzare che le monete in argomento siano in qualche modo riferibili a gente adusa all’esercizio delle armi; se le stesse dovessero appartenere alle emissioni di Pirro, la loro presenza sulla Civita di Oliveto Citra, se non dovuta ai traffici commerciali che intercorsero fra Taranto e le colonie greche sulla costa tirrenica, potrebbe voler significare che da queste parti fossero i quartieri invernali dell’esercito epirota, nonché avvalorare quanto affermato dal BELOCH, cioè che la sconfitta di Pirro da parte di Manio Curio non avvenne presso Benevento bensì vicino a Paestum, ai Campi Arusini. NOTA 1 BELOCH K.J.: Griechische Geschichte, IV, 2, p.476 e Romische Geschichte, p. 466 segg. Auguri vivissimi a don SALVATORE SIANI parroco di Contursi Terme per i suoi 50 anni di sacerdozio. Ad maiora semper. Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 DIALETTO E CULTURA POPOLARE A CURA DI RAFFAELE SALVANTE Va a scavà a Santa Saharìa vai a scavare a Santa Zaccaria MODI DI DIRE M’ n’ vech’ bben’ me la godo M’ sembra n’all’vrier’ mi sembra un levriero L’ann’ janch’sciat’ lo hanno riempito di false accuse A trippa chiena a pancia piena Eia amar’ v’len’ è amaro come il veleno Hav’ r’mast’ tutt’ spatantat’ ha lasciato tutto aperto Ij la vesc’ neura io vedo nera la situazione Mitt’ man’ a la sacca metti mano al portafogli Ng’eia ngappat’, lu fessa ci è cascato, l’incauto Stam’ qua a la m’rescia stiamo qui all’ombra A la sera tanta bbarun’, a la matina tanta cazzun’ a sera tutti si sentono baroni, la mattina tutti stanchi Figl’ r’ viecch’, schiav’ r’aut’ figli di vecchi, schiavi di altre persone Cu pan’ e mier’ nun s’ mor’ con pane e vino non si muore Li uaj r’ mamma s’ r’ chiang’ tata i guai della mamma, se li piange il babbo A omm’n’ pacc’, rall’ m’glier’ a uomo pazzo, dagli moglie PROVERBI Aust’ s’ pahan’ li riebb’t’ ad Agosto si pagano i debiti Lu pesc’ Sand’ fac’ chiov’ il peggior Santo fa piovere Pajes’ chi vaj, usanza chi truov’ paese che vai, usanza che trovi Mangia, vev’ e sfavegghia mangia, beve e vaneggia TRA FIERE E SAGRE, SETTEMBRE RISCOPRE LA CULTURA POPOLARE Dalla Fiera Interregionale dell’irpina Calitri, alla mostra - mercato del Pecorino di Filiano, passando per un inatteso, gratificante incontro. alla XVI edizione della Fiera Interregionale D di Calitri, inaugurata domenica 31 agosto 1997 dal presidente del Senato on.le Mancino (per iniziativa dell’Epsaim) alla Mostra-Mercato del formaggio pecorino di Filiano (PZ) solo una settimana di differenza cronologica. Ma ovunque spira, da sempre, l’aria della festa, degli incontri fugaci fra parenti ed amici emigrati da tempo, oltre che con le novità tecnologiche e le produzioni tipiche delle regioni meridionali e delle comunità montane ,da quella del Vulture, all’Alto Basento, a quella dell’Ofanto e dell’Ufita. Proprio a Calitri, fra macchinari, oggettistica, pelletteria, mobili, miele e confetture diverse, gastronomia tipica, un angolo dedicato alla Cultura, con la maiuscola, l’abbiamo scoperto, incontrando graditamente A. Raffaele Salvante. I suoi interessi culturali sono in direzione delle tradizioni popolari e della dialettologia pura, operando “extra moenia” a Firenze. Infatti, pur lavorando in un Istituto di Credito Fiorentino, appassionatamente attaccato alle radi- ci della sua terra natale calitrana, ha dato vita diciotto anni fa e fra mille difficoltà di ogni - al periodico “Il Calitrano” quadrimestrale di ambiente, storia, dialetto e tradizioni popolari. Un primo approccio, generico e di circostanza, poi con un largo sorriso si scopre che Salvante e chi lo intervista hanno in comune l’amore incondizionato per le proprie origini storiche e demologiche, in sintonia con la nota massima di Cicerone. Salvante, che oltre ad essere ragioniere, possiede un titolo di studio conseguito presso l’Università Gregoriana di Roma dopo quattro anni di frequenza e una specializzazione in studi sociali, conseguita sempre a Roma presso la Pro Deo, dopo aver pubblicato una raccolta di canti popolari Calitrani ed un volume di proverbi Calitrani, ha recentemente dato alle stampe un ponderoso volume con veri e propri “reperti” fotografici Calitrani e perle di pariemologia locale. E come rammenta, in seconda di copertina, l’illustre antropologo lucano Giovanni Battista Bronzini - recentemente insignito della targa 14 d’oro “Una vita per la Lucania” - oggi distinguiamo sul campo etnografico, tre tipi di fotografia antropologica, a scopo di documentazione della storia dei comportamenti, degli orientamenti culturali dell’epoca in esame, oltre che del “modus vivendi” del passato. Lo stesso clima che, “mutatis mutandis”, respiriamo, fra uno scampanellìo delle greggi al pascolo, le vivaci e nostalgiche musiche degli organetti e le forme “in bella mostra” dei pastori di Filiano e dei giovani allevatori con il pallino del Consorzio. Il pecorino di Filiano trarrà insegnamento dalle esperienze dei produttori del “Fiore” della Sardegna, nelle tavole rotonde al Castello Federiciano di Lagopesole e fra le stradine linde e di pietra levigata della patria dei prodotti caseari e del pecorino “con la lacrima”, vanto della gastronomia lucana nel mondo. Donato Mazzeo (curatore ed autore fecondo di numerosi volumi, operatore culturale attivissimo, collaboratore di varie riviste e fra queste la “Basilicata Comunità Arbereshe”) Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 MOVIMENTO DEMOGRAFICO Rubrica a cura di Anna Rosania I dati, relativi al periodo dal 27.02.1998 al 17.06.1998, sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri. NATI Lucrezia Luigi di Pasquale e di Maffucci Angela Germano Paolo di Antonio e di Di Benedetto Erminia Margotta Francesco di Silvestro e di Cestone Maria Laurentini Lorenzo di Fabio e di Palumbo Emmanuela Donatiello Mario di Giuseppe e di Tornillo Patrizia Armiento Marta di Giuseppe e di Di Martino M. Rosaria Zabatta Margherita di Antonio e di Sena Rachele Briuolo Maria di Giovanni e di Zarrilli Donatina Miele Andrea di Vincenzo e di D’Ambrosio Franca D’Ettore Stefano Maria di Angelo Raffaele e di Simone Anna Vittoria Galgano Marianna di Antonio e di Galgano Alfonsina Galgano Rosanna di Giuseppe e di Zabatta Antonietta Vallario Matteo di Leonardo e di Cerreta Luciana Lettieri Claudio di Angelo e di Schettino Giuseppina 07.03.1998 19.03.1998 22.04.1998 25.04.1998 28.04.1998 30.04.1998 02.05.1998 11.05.1998 17.05.1998 26.05.1998 04.06.1998 12.06.1998 14.06.1998 15.06.1998 MATRIMONI Di Maio Michele e Di Guglielmo Anna Caterina Zarrilli Giuseppe e Tancredi Giuseppina Antonicelli Marco e Tozzi Lucia Moroni Gino Alberto e Toglia Giuseppina Alberta 04.04.1998 30.04.1998 16.05.1998 30.05.1998 Maria Antonia Di Maio Pietro Borea 21.03.1892 † 27.01.1969 08.06.1880 † 31.12.1962 Il tempo passa, ma il vostro amato ricordo resta nei nostri cuori. Borea Michele 21.01.1945 † 02.08.1997 Sei andato via senza dirci addio, con te hai portato via un po’ di noi. Ad un anno dalla tua scomparsa, tua moglie, i tuoi figli, tuo genero, i nipotini ti ricordano con tanto amore ed orgoglio. MORTI Cestone Maria Gerarda Di Milia Teodora Di Leo Teresa Di Napoli Donato Borea Giovanna Margotta Antonietta Armiento Francesca Lucadamo M. Lucia Russo Valentina Caputo Maria Parisi M. Giuseppa Del Cogliano Antonio Vallario M. Francesca Zarrilli Colomba Codella Vito Di Cairano Giovanni Zarrilli Lorenzo Martiniello Giuseppe Antonio Di Guglielmo Mariangela Pasqualicchio M. Teresa Codella Luigi Di Napoli Francesca Di Milia Flavia Cestone Giovanni Germano Vincenza Di Cairano Lucia Corazzelli M. Giuseppa Di Milia M. Filomena Cubelli Concetta Nicolais Antonio Cicoira Angela Abate Giovanni Maffucci Giovanni Ungherese Nicola Cestone Vito Di Guglielmo Angela Corazzelli Giuseppe Tateo Cherubina 02.06.1911 - 27.02.1998 20.09.1924 - 28.02.1998 28.02.1923 - 02.03.1998 16.03.1906 - 05.03.1998 25.08.1906 - 05.03.1998 03.03.1933 - 05.03.1998 07.11.1908 - 14.03.1998 23.12.1924 - 18.03.1998 23.06.1920 - 19.03.1998 12.11.1911 - 20.03.1998 19.02.1920 - 21.03.1998 25.04.1915 - 22.03.1998 24.07.1908 - 27.03.1998 17.10.1902 - 29.03.1998 29.04.1911 - 30.03.1998 06.11.1915 - 31.03.1998 03.10.1914 - 01.04.1998 15.06.1917 - 05.04.1998 28.11.1907 - 07.04.1998 30.07.1909 - 11.04.1998 07.03.1926 - 15.04.1998 05.10.1901 - 16.04.1998 28.11.1948 - 25.04.1998 09.10.1917 - 28.04.1998 08.08.1915 - 30.04.1998 10.12.1908 - 01.05.1998 20.04.1911 - 05.05.1998 10.01.1920 - 07.05.1998 17.10.1920 - 15.05.1998 23.06.1897 - 15.05.1998 22.01.1910 - 17.05.1998 25.08.1919 - 18.05.1998 22.06.1943 - 26.05.1998 01.03.1909 - 01.06.1998 26.09.1909 - 02.06.1998 09.08.1910 - 08.06.1998 05.08.1930 - 10.06.1998 10.12.1915 - 17.06.1998 15 Cerreta Pasquale 22.12.1907 † 16.07.1997 Dopo un anno dalla tua scomparsa ti ricordiamo con tanto amore ed affetto; i figli, le nuore il genero e i nipoti tutti. Canio Mauro 16.01.1947 † 19.10.1997 Un lungo anno è passato da quando ci hai lasciato e sarai, per sempre nei nostri cuori, e con lo stesso amore di sempre, e con la speranza che un giorno ci riuniremo ancora. Tua moglie, tua madre, i figli, e i parenti tutti. Per una sempre più fattiva e proficua collaborazione vi invitiamo a farci pervenire poesie in dialetto calitrano Il CALITRANO Calitri 11.10.1997, Senerchia Giuseppe e Dragone Raffaela, circondati dall’amore e dall’affetto dei parenti e amici, festeggiano il 50° anno di matrimonio. Auguri vivissimi. N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 I nonni Elvira e Giovanni Zabatta, haland’, sono orgogliosi della loro prima nipotina, Giuseppina Cioffi nata il 3.12.1997. Calitri 28.12.1997, Maffucci Rosa, ang’legghia nata il 08.04.1921 e Armiento Canio, caram’zzett’ nato il 30.11.1912, insieme alla pronipote Corazzelli Anna, nel giorno del suo battesimo. Calitri 1960, da sinstra Galgano Vincenzo, paon’ , la sorella Galgano Francesca e il marito Galgano Giovanni, zampaglion’ che puliscono la massa del grano (pal’scià) - (foto Armiento) Passo della Taverna 1974, Russo Grazia e Maffucci Francesco. Una foto ricordo scattata da Federico Carola dal terreno di “baffo di granoturco”. Calitri 1975/76, Margotta Lucia, Zabatta Antonietta e Galgano Francesca che raccolgono il granone (tr’zz’l’ià). Calitri 1983, fontana Pr’ulacchj’, da sinistra Caputo Stefano, Cianci Gaetana, Cianci Antonia e Maffucci Francesco. 16 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 SOLIDARIETÀ COL GIORNALE Maffucci Mario (4 Strade di Lavaiano) - Di Napoli Mario (Bollate) - Cerreta Ciro (Avellino) - Margotta Teodora (Poggibonsi) Giorgio Fedele (Teramo) - Gervasi Gerardo (Olgiate Comasco) Maffucci Canio (Napoli) - Cerreta Luigi (Bari) - Cicoira Anselmo (Nova M.se) - Di Napoli Antonio (Rho) - Romano Sabato (Bellizzi) - Cerreta Angelo (Frattocchie/Marino) - Zabatta Giuseppe (Nova M.se) - Colicchio don Angelo (Aquilonia). DA CALITRI 5.000: Acocella Maria Rosa. 10.000: Germano Angela - Zarrilli Giovanna - Di Cairano Michele - Di Milia Giuseppe, Sage 29 - Ricciardi Fernando Cestone Giuseppe, Contrada Carruozzo - Cerreta Giovanni, via A. Manzoni 5 - Metallo Michele - Galgano Giovanni Metallo Franca e Giovanni - Vallario Lorenzo - D’Amelio Pietro Del Cogliano Serafina - Cianfano Nerina - Sperduto Giovanni Cialeo Canio Vincenzo - Siconolfi Anna - Chick’s Cross Cafè ex Codella - Gargiulo Vanda. 20.000: Capossela Giuseppe (Genova Pontex) - De Rosa Attilio (Treviso) - Leone Giovanni (Milano) - Marchitto Lucia (Brescia) Rabasca Italo (Avellino) - Melaccio Vito (Giussano) - Di Milia Vincenzo (Cormano) - Zabatta Salvatore (Milano) - Cerreta Michele (Carrara) - Di Fronzo Pasquale (Mirabella Eclano) Cicoira Luigi (Padova) - Di Cosmo Pasquale (Poggibonsi) - Cristiani Salvatore (Poggibonsi) - Cristiani Maria in Vallario (Poggibonsi) Borea Vincenzo (Morrovalle) - Margotta Angelo (Ancona) Battaglia Domenico (Firenze) - Pastore Vincenzo (Fornaci di Barga) - Scoca Racioppi Filomena (Castelfiorentino) - Codella Pasqualino (Cermenate) - Gautieri Alfonso (Cadorago) - Margotta Canio (Meda) - Buglione Gerardo (Cantù) - Buldo Antonia (Varallo Pombia) - Sansone Giacinta (Torino) - Ricciardi Berardino (Torino) - Gautieri Canio (Mariano C. Se) - Manzoli Flavia e Ascanio (Genova) - Di Napoli Pio Salvatore (Roma) - Fierravanti Vito (Lavena Ponte Tresa) - Abate Gaetano (Salerno) - Di Napoli Vincenzo (Bologna) -Panniello Nicola (Brindisi) - Longhitano Giuseppe (Salerno) - Ardolino Francesco (Maddaloni) - Lovecchio Paolo (Brindisi) - Germano Giuseppina (Trofarello) - Di Cairano Antonia (Palombara) - Capossela Vito (Scandiano) - Codella Berardino (Roma) - Zabatta Francesco (Roma) - Cestone Metallo (Bergamo) - Cantini Giovanni (Osio Sotto) - Panniello Gaetano (Bari) - Zabatta Mario (Cantù) - Malanca Canio (Lentate S.S.) Lamanna Pasquale (S. Andrea di Conza) - Marchese Antonio (Cervinara) - Araneo Vincenza Rubino (Mariano C.se) - Metallo Rocco (Scandiano) - Sperduto Gerardo (Cinisello Balsamo) Gautieri Vito (Moncalieri) - Scoca Giuseppe (Bologna) - Di Carlo Canio (Avellino) - Corcione Achille (Caserta) - Di Muro Pasquale (Rignano Sull’Arno) - Acocella Vito Antonio (Lentate S. S.) - Di Maio Giacinta (Cogliate) - Fierro Nicola (Salerno) - Acocella Margherita (Pescopagano) - Savanella Michela Ferroso (Bari) Paoletta Erminio (Portici) - Abate Giuseppe Nicola (Avellino) Fastiggi Giuseppina (Limbiate) - Gallucci Maria (Parona) - Zarrilli Vincenzo (Castiglione delle Stiviere) - Cerreta Vincenzo (Torino) Tetta Antonio (Napoli) - Russo Salvatore (Quarto di Gossolengo) Pipino Damiano (Conturtsi Terme) - Cianci Michele (Mariano C.se) - Frasca Rosetta (Roma) - Lattarulo Pietro (Bisaccia) - Di Cairano Teresa (Torino) - Gallucci Maria Filomena (Acqui Terme) Gautieri Vito (Acqui Terme) - Stanco Lucia (Casalgrande) - Rubino Canio (Briosco) - Di Cairano Antonio (Guidonia). 15.000: Acocella Antonietta - Galgano Domenico - Di Napoli Luigi - Galgano Michele, Contrada Paludi di Pittoli - Tuozzolo Antonio Vincenzo - Di Maio Giovanni - Di Cairano Canio Cialeo Francesco - Tornillo Michele. 20.000: Del Moro Vincenzo - Maffucci Michele - Maffucci Maria Teresa - Suore di Gesù Redentore - Scolamiero Maria Mauro Giuseppe - Margotta Concetta - Margotta Angela Maffucci Maria - Stanco Maria Antonia - Armiento Maria Giuseppa - Galgano Addolorata - Bruniello Giuseppina Nannariello Migliorina - Elektron di Maffucci Antonio - Araneo Michele - Cerreta Mariannina, C/da Sambuco 1 - Di Roma Antonio - Di Cecca Giovanni - Zarrilli Antonio, corso Matteotti, 31 - Pasqualicchio Marianna Antonietta - Zarrilli Maria Grazia Zabatta Gerardino Antonio - Giarla Angelo - Russo Michelino, cont.da Sambuco - Maffucci Di Maio Benedetta - Fastiggi Lucietta ved. Stanco - Cianci Giuseppe - Fiordalisi Vito Michele - Di Maio Giovanna - Della Badia Anna - Zarrilli Maria Grazia - Maffucci Canio - Di Maio Giuseppe - Zarrilli Francesco via Verdi, 35 - Di Carlo Canio - Capossela Giuseppe. 25.000: Nicolais Cristina - Circolo 78 - Panniello Giovanni. 30.000: Di Roma Giuseppe - Metallo Gerardo - Buldo Maria Veneziano Rocco - Cialeo Canio - Galgano Vincenzo 1° Castello, 38 - Nigro Vito - Contino Vito Antonio - Paolantonio Francesco - Sansone Lorenzina - De Rosa Corrado - Galgano Giuseppe Antonio - Scilimpaglia Pasqualino. 50.000: Pontillo Gaetano - Metallo Fiorina - Margotta Antonio, via M.A. Cicoira - Di Napoli P. Salvatore - Di Cecca Giuseppe Di Maio Teresa - Zarrilli Donato - Di Napoli Salvatore Antonio Senerchia Giuseppe - Cerreta Giuseppe, via Papa Giovanni 2 Paolantonio Rosetta. 25.000: Cubelli Lorenzo (Cesate) - Pivano Federico (Firenze) - Di Cosmo Vincenzo (Poggibonsi) - Di Napoli Angelo (Porto Torres) Di Carlo Attilio (Cordenons) - Cerreta Clorinda (Roma) - Cantore Anna (S. Margherita Ligure) - Del Re Michele (Gera Lario) Leone Michele (Caltignaga) - Vallario Anna Maria (Bologna). DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE 10.000: Di Napoli Giuseppe (Brescia) - Gallo Vito ( Pontedera) - Cianci Giacinta (Treggiaia) - Di Cosmo Giovanni (Cantù) Zarrilli Luigi (Poggibonsi) - Rabasca Teresa (Milano) - Buglione Rocco (Roma) - Briuolo Luigi (Alessandria) - Polestra Oriele (Roma) - Gabellini Lorenzo (Firenze) - Cocchiarella Ettore (S.Andrea di Conza) - Cringoli Ada (S.Angelo dei Lombardi) Mariani Emilio (Morra De Sanctis) - Galgano Mario (Roma) Immerso Antonietta (Velletri) - Cecere Marco (Firenze) - Cesta Angela (Bologna) - Stanco Abate Angela (Montoro Inferiore) N.N. (Arese) - Zarrilli Michele (Novate M.se) - De Nicola Rosa (Avellino) - Zarrilli Giuseppe (Bollate). 30.000: Armiento Michelina (Alessandria) - Caputo Canio (Carosino) - Margotta Mario (S.Donato M.se) - Nicolais Dina e Vincenzo (S.Donato M.se) - Panniello Gaetano (Roma) - Buldo Cesare Giovanni (Varese) - Maffucci Giovanni (Mariano C.se) Maffucci Giuseppe (Milano) - Cubelli P. Francesco (Pistoia) Donatiello Giovanni (Scandiano) - Cocoira Antonio (Rimini) Cerreta Giovanni (Camnago di Lentate) - Di Napoli Fortunato (Garbagnate M.se) - Sperduto Vito (Cornaredo) - Zarrilli Vito (Roma) - Nivone Antonio (S.Angelo dei Lombardi) - Di Milia don Michele (Senerchia) - Di Giuseppe Egidio (Foggia) - De Matteo Di Maio Ersilia (Roma) - Mazziotti Antonia (S. Marinella) - Cubelli Michele (Bologna) - Scoca Mauro (Chieti) - Zarrilli Michele (Roma) - Maffucci Canio Giovanni (Roma) - Della Badia Donato 15.000: N. N. (Collebeato) - Di Cosmo Michele (Poggibonsi) De Felice Michele (Avellino) - Di Roma Mario (Mariano C.se) - 17 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 (Gallarate) - Maffucci Vincenzo (Bregnano) - Cianci Antonietta (Bollate) - Della Badia Angelo (Napoli) - Di Cairano Mario (Torre Gaia) - Rainone Vincenzo (Lentate S. S.) - Nicolais Maria (Latina) - Codella Michele (Pavona di Albano) - Nicolais Antonio (Ponte Tresa) - Ruggiero Musmarra Giulia (Napoli) - Manno Carlo (Novedrate) - Di Milia Angela Marino (Nova M.se) - Metallo Maria (Scandiano) - Scarano Anita (Lucrezia) - Del Cogliano Antonio (Salerno) - Cerreta Vincenzo (Camnago di Lentate) Del Cogliano Concettina (Leccio) - Cerreta Orazio (Caselle) Rizzi Mario (Minturno) - Di Cecca Teresa (Marano). Galgano Vincenzo (Brindisi) - De Rosa Luciana (Roma) - Metallo Vincenzina (Roma) - Buono Marcello (Avellino) - Melaccio Mario (Avellino) - Cubelli Tonino (Bologna) - Di Maio Gaetano (Trento) - Di Cairano Vincenzo (Francavilla al Mare) - Cerreta Canio (Firenze) - Gallucci Vincenzina (Napoli) - Berrilli Giovanni (Roma). 35.000: Germano Canio (Prato) - Di Napoli Attilio (Torino) Russo Giuseppe (Trento) - Della Valva Francesco (Bollate). 100.000: Famiglia Margotta (Roseto degli Abruzzi) - Cubelli Mario (Bergamo) - Nicolais Rocco (Roma) - De Rosa Carlo (Belluno) - Montagnani Roberto (Panzano) - Leone Mario (Bari) N.N. (Viareggio) - Tuozzolo Giovannino (Roma) - Tuozzolo Donato (Roma) - Bazzani Paolo (Tavarnelle V. Pesa) - Chiodi De Ascentiis Doriana (Roseto degli Abruzzi) - Marra Raffaele (Caserta). 60.000: Di Cairano Giuseppe (Milano). 80.000: Scoca Pasquale (Lavena Ponte Tresa). 40.000: Paradiso Gaetano (Lioni) - Esposito Carlo (Napoli) Mollica Antonio (Novara). 50.000: Mobilio Domenico (Firenze) - Armiento Michelangelo (Roma) - Poli Gino (Firenze) - Di Napoli Vincenzo (Cellatica) Senerchia Agostino (Nova Milanese) - Maffucci Donato (Mariano C.se) - Vallario Piero (Cusano Milanino) - Giannini Mario (Firenze) - Messina Giuseppe (Roma) - Cioni Giovanni (Montelupo F.no) - Cianci Michele (Firenze) - Frasca Vincenzo (Roma) - Sacchitella Caterina (Siena) - Galgano Antonio (Novara) - Lucentini Marcello (Firenze) - Lampariello Vincenzo (Nova M.se) - Toglia Sergio (Napoli) - Leone Angelo (Abano Terme) - Metallo Giuseppe (Bagnoli) - Gervasi Giovanni (Fogliano Redipuglia) - Armiento Michele (Caselle T.se) - Cestone Giuseppe (Poggibonsi) - Cerreta Canio (Roma) - Zabatta Canio (Lentate S.S.) - Ungherese Maria e Natale ( Paderno D.) - Di Milia Michele (Gallarate ) - Gautieri Mario e Lina (Senago) Maffucci Vincenzo (Colle Val D’Elsa) - Norelli Francesco (Roma) - Gautieri Antonietta (Rizzolo di Reana) - Nappi Gaetana (Bergamasco) - Bartolena Cristiano (Firenze) - Acocella Michele (Napoli) - Tozzoli Scarecchia Elisa (Napoli) - Acocella Crescenzo (Lentate S.S.) - Armiento Giuseppe (Viareggio) - Galgano Vincenzo (Melfi) - Del Donno Manfredi (S.Croce del Sannio) - De Rosa Michelangelo (Leumann) - Chirico Angela ed Ettore (Teora) - Ricciardi Francesco (Roma) - Di Napoli Francesco (Biella) - Di Maio Michele (Napoli) - Zazzarino Vincenzo (Mercogliano) Cerreta Canio (Valmadrera) - Cestone Gina (Roma) - Metallo Teresa (Roma) - Dattilo Ricca Maria (Frattamaggiore) - Del Cogliano D’Argenzio M. Michela (Caserta) - Zabatta Michele (S. Giorgio a Cremano) - Di Milia Luigi (Taranto) - Vitamore Maria Filomena (Roma) - Rubino Michele (Ameglia) - Polestra Vito Michele (Castiglione delle Stiviere) - Cianci Mario (Napoli) - Abbiamo ricevuto, edito dalla Pro loco di Calitri, il nuovo numero del periodico “OFANTO” che ha ripreso così, dopo alcuni anni, la pubblicazione. È un segnale positivo di progresso, una fiaccola che va tenuta accesa come palestra di formazione. Sinceri auguri di buon lavoro. DALL’ESTERO SVIZZERA: Associazione Lavoratori Calitrani in Svizzera L. 594.000. GERMANIA: Metallo Mauro DM 50 - Salvante Giovanni DM 50 - Briuolo Antonio DM 50 - Fierravanti Giovanni DM 50 Armiento Vincenzo DM 50 - Bianchi / Prata 25.000. U. S. A.: Polestra Frank $ 200 - Caputo Anna $ 100 - Codella Arthur $ 20 - Toglia Mario $ 10 - Dunham Marlene $ 15 Caputo Stefanpo $ 50 - Borea Donato $ 20 - Gallo Lucia $ 10 - Toglia Canio $ 10 - Simone Giuseppe $ 10 - Pavese Angelina $ 20 Claroni Geoffrey 50.000 - Di Napoli Angelo $ 10 - Salvante Vincenza $ 10 - De Rosa Egger Eleanor $ 14 - Scoca Vincie ed Edward $ 20 - Mauro Giuseppina $ 50. CANADA: Di Cairano Michele $ 40 - Margotta Vincenzo $ 20. Chiediamo scusa e comprensione per qualsiasi involontaria omissione Calitri 1970, “Festa della mamma” presso la Scuola Materna “Regina Margherita”, gestita dalle suore di Calitri e alloggiata per l’ultimo anno nei locali del Palazzo del Barone”, nei pressi del Municipio. Da sinistra : Maffucci Maria Teresa, Di Cecca Angela, Bozza Maria Antonietta, Paolantonio Francesco, Cestone Antonio, Margotta Antonio, Rosania Vincenzina, Zabatta Lucia, Iannece Michelina, Di Napoli Rosetta, Galgano Cosimina, Gautieri Angela, Ruberto Vincenzo e Di Cosmo Nina. Questa foto è dedicata - con amore - da tutte le mamme che sono state alunne presso questa scuola materna, alle suore che quest’anno lasciano il loro servizio a favore dell’infanzia. 18 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Erbe di Casa Nostra CONCORSI LA CAROTA È una pianta da orto con una grossa radice di colore arancione, nutriente, diuretica ed antisettica; ottima in cucina per il suo gusto dolce, è una pianta che dura dalla primavera all’autunno e generalmente si fa uso della radice. Il succo di carota ha molteplici benefici; alcuni studiosi hanno trovato che è un prezioso agente protettivo con il vantaggio di essere gradevole a tutti, contiene molta vitamina A e contiene sali minerali come il calcio, il rame, il magnesio, il potassio, il sodio, il fosforo, lo zolfo ed il ferro. La vitamina A mantiene in ottima condizione la mucosa circostante le pareti della cavità del corpo. La mucosa è formata da due strati, lo strato superiore conosciuto come l’epitelio, sotto di esso si trova una membrana conosciuta come un ammasso di fibre muscolari che sono estremamente flessibili ed elastiche. La vitalità di questo strato interno dipende da un adeguato rifornimento di vitamine A, che aiuta la crescita delle ossa e dei denti, mantiene in salute i tessuti corporei e catalizza le normali funzioni ghiandolari, oltre ad essere resistenti alle infezioni. In un certo senso l’importanza della vitamina A è valida per gli organi della vista; forse scoperta durante la seconda guerra mondiale; oggi si ritiene che la vitamina A non solo migliora la vista notturna, ma è di aiuto a coloro che svolgono un lavoro in un ambito a forte illuminazione. Le carote sono molto salutari e benefiche per mantenere sana la pelle, per curare le screpolature e l’ispessimento dell’epidermide; le carote migliori sono quelle dal colore chiaro ed intenso, coltivate in terreno ricco di concime naturale. La polpa fresca di una carota grattugiata è un buon rimedio per curare le piaghe cancerogene e le scottature; i semi di carota sono diuretici; è usata per mantenere l’appetito e favorire la buona digestione; è opportuno sottolineare che, nel nostro organismo la vitamina E previene la distruzione della vitamina A. Con questo vegetale si fanno squisite marmellate e deliziosi dolci; tradizionalmente il carotene produce melanina, sostanza che aiuta l’abbronzatura delle persone con cute bianca. Algeri Alba (da Retorbido) 19° RADUNO INTERNAZIONALE “FESTA DEL CAMPEGGIATORE” dal 4 al 6 settembre 1998 organizzato da Ufficio di Stato per il Turismo Federazione Campeggiatori Sammarinesi Prenotazione obbligatoria entro il 29 agosto 1998 Per informazioni: Federazione Campeggiatori Sammarinesi tutti i venerdì sera dalle ore 21.00 alle ore 23.00 presso la Sede Sociale tel. e fax 0549/90.69.96. Ferri Lino, tel. 0541/38.34.18 (ore pasti) Censoni Carlo, tel. 0549/90.01.30 (ore pasti) Uffico di Stato per il Turismo (dal lunedì al venerdì) dalle 8,30 alle 14.00 tel. 0549/88.24.12 - 88.24.11. PREMIO INTERNAZIONALE DI NARRATIVA E SAGGISTICA “ Antonio SEBASTIANI (il MINTURNO)” l Sodalizio culturale Cristoforo SPARAGNA, l’Amministrazione Comunale di IMINRURNO e l’Editore Armando CARAMANICA indicono il Premio Internazionale di Narrativa e saggistica 1998. La premiazione avverrà il 5.12.1998 nella sala Consiliare del Palazzo Municipale di MINTURNO, al primo premio sarà assegnato un assegno da 1.000.000, un quadro della pittrice Antonietta Ascione, una pergamena di merito, cena e pernottamento per due persone presso l’Hotel VILLA ELEONORA, per la notte del 5.12.1998, offerto da Antonio PAPPA, titolare dell’attività alberghiera. Scadenza per la presentazione delle opere 31 luglio 1998, per ogni ulteriore informazione e per chiedere il regolamento, rivolgersi a Mario RIZZI, via Monte Ducale, 20 - 04026 MINTURNO (LT) - tel. 077165348. PREMIO NAZIONALE DI POESIA “SUESSA MATER” VII Edizione l Centro Culturale Diocesani di Sessa Aurunca bandisce, per iniziativa di S. E. Mons. Antonio NAPOLETANO Vescovo di questa città, la VII Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Suessa Mater” (fondato da S. E. Mons. Raffaele NOGARO), da assegnare ad una lirica di ispirazione cristiana. Alla lirica vincitrice sarà assegnato un dipinto del valore di cinque milioni dell’artista Celestino CASABURI, il secondo classificato riceverà un quadro del pittore Antonio TROIA, al terzo classificato sarà assegnata un’artistica opera offerta dall’Istituto Statale d’ARTE di Cascano. Scadenza per la presentazione delle liriche 31 luglio 1998, per informazioni rivolgersi alla Segreteria del Premio presso il Vicario Generale - Curia Vescovile Piazza Duomo, 2 - 81037 Sessa Aurunca (CE). I SPAZIO DONNA ’99 rivista PRESENZA, indice la nuova di SPAZIO DONNA 99. Si Lpuòaedizione concorrere con poesie e narrativa, sezione speciale “lettera d’amore”. Informazioni presso la Segreteria del Premio SPAZIO DONNA, via Palma, 67 - 80040 STRIANO (NA), unendo il francobollo. Una rara immagine dell’antica chiesa di S. Rocco a Calitri, nel corso Matteotti. 19 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 CARLA MARINELLI NUOVI ORIZZONTI PER IL TURISMO MOLISANO o scritto più volte sul turismo molisaH no, ma ora l’argomento deve essere integrato, diventando fonte primaria di nuove iniziative, “convocando soprattutto le energie e la creatività delle generazioni più giovani”. L’offerta turistica del nostro Paese è seconda a quella degli USA e può vantare un fatturato che si aggira intorno ai 100.000 miliardi annui, con circa 50 mila addetti nel settore. A poco a poco però, la presenza di turisti stranieri sul territorio Nazionale va restringendosi: dato emblematico è il calo del 15% delle presenze registrato nel periodo 1990/1996. La tendenza è purtroppo in crescita e si assiste a modificare i gusti dei consumatori, orientati soprattutto verso le nuove mete del mediterraneo e verso le più o meno paradisiache isole oltre Oceano. La svalutazione della nostra moneta, rispetto al dollaro e al marco, ha fatto accendere nuove speranze tra gli operatori, speranze purtroppo subito deluse; la Regione Molise è parte di questo discorso generale, infatti nonostante gli slogans dell’accoppiata mare - monti, il turismo regionale non decolla, anzi in qualche caso, regredisce; ecco perché si presenta la necessità di uno studio approfondito sulle cause del fenomeno e sul cambiamento in atto nelle tendenze e nei gusti dei consumatori. L’abbandono dell’Italia, appare perlomeno di difficile spiegazione se si considera l’immenso patrimonio storico, artistico, monumentale e naturalistico del nostro Paese, ma indubbiamente scendono in campo molteplici fattori di crisi, primo fra tutti la crisi economica che investe la maggior parte delle famiglie europee. Valga ad esempio il “caso tedesco” , paese che è il maggior serbatoio di presenze turistiche per il nostro Paese; negli ultimi tempi, vuoi per l’altissimo costo dell’unificazione, vuoi per la generale fase di recessione che investe il mondo occidentale, in Germania, il numero dei disoccupati ha raggiunto la ragguardevole cifra di 3,6 milioni di unità ed è destinato sicuramente ad aumentare, comportando un conseguente abbassamento del livello di benessere, con una contestuale riduzione dei consumi. La modifica delle abitudini porta a modifiche nella scala di priorità di consumo, a danno delle spese per i viaggi, vacanze e tempo libero, in favore di consumi ritenuti prioritari; l’esempio appare calzante nella situazione italiana ed a quella molisana in particolare. Nasce perciò l’esigenza di inventare nuove formule, escogitare nuove offerte in grado di risvegliare i sopiti interessi turistici dei consumatori: il tempo libero è entrato a pieno titolo tra i fattori economici considerati nella quantificazione del benessere dell’utente per la sua forte connotazione di elemento centrale dell’esistenza umana. Il compito che attende le Istituzioni e gli Enti di Promozione Turistica in particolare, deve perciò puntare a fornire sempre nuove proposte di svago per gli edonisti del tempo libero e sempre più interessanti mete di viaggio per coloro che fuggono dalle loro quotidiane realtà in cerca di benessere psico-fisico. La nostra Regione, per le sue caratteristiche geografiche, storiche ed ambientali è in grado di lanciare questa sfida innovativa, infatti il territorio Regionale è ricco di possibilità di avventura. Campitello Matese, Capracotta, Pietrabbondante, Termoli, Capomarino, Sepino e Larino, si presentano molto bene a fungere da molla psicologica per attirare nella regione i turisti; dette località necessitano però di immediati interventi infrastrutturali e strutturali. Per i cultori del free-time, per gli edonisti del tempo libero, occorre pensare a qualcosa di nuovo; il turista è ormai stufo della solita spiaggia e dei consueti monti, vuole qualcosa di più. Ecco quindi presentarsi l’esigenza di rendere più accoglienti le nostre località turistiche, predisporre impianti per lo sport ed il tempo libero, come strutture per gli sport equestri, i bacini per la pesca sportiva ed amatoriale, il potenziamento delle strutture per la pratica degli sport acquatici, alla sentieristica nei boschi. Programmare a livello regionale un calendario di manifestazioni folcloristiche e popolari, di sagre e di spettacoli di varia natura, evitando sovrapposizioni in realtà ricadenti in bacini di utenza omogenei; 20 coinvolgere il visitatore in attività di animazione delle località di soggiorno avrebbe il risultato di impegnare il suo tempo facendolo sentire parte integrante della realtà che lo circonda; mentre per i turisti meno esigenti è necessario promuovere più l’immagine di nuove mete per i loro viaggi. Dunque, accostare le vacanze a momenti culturali è formula ormai vincente. Occorre, perciò, valorizzare il patrimonio storico-monumentale di cui la nostra Regione dispone, sottraendolo dall’indifferenza e dallo stato di completo abbandono in cui attualmente versa; è necessario creare occasioni culturali, promuovere il turismo scolastico e quello congressuale. Inoltre è auspicabile un rilancio del turismo religioso, in vista dell’anno 2000 che richiamerà in Italia circa 180 milioni di fedeli, e di quello termale, volgendo particolare attenzione alle terme di Sepino. Il costo per la realizzazione dei progetti evidenziati, anche se rilevante in termini assoluti, appare modesto a confronto ai benefici che potrebbe apportare. Gallucci Costantino fu Francesco e fu Frucci Maria Francesca, nato il 18.08.1861 e deceduto il 03.10.1941 e la moglie Germano Maria Vincenza fu Giuseppe, nata il 10.06.1862 e deceduta il 20.12.1948. Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Premio Nazionale “Biennale di Poesia” - Solofra 30 maggio 1998: Diploma di merito per il periodico “Il Calitrano” per la sua opera di diffusione in Italia e all’estero, delle tradizioni e dialetto irpini. Calitri 1935, da sinistra: Di Milia Vincenza nata il 04.04.1909, spaccac’pogghj’, Scoca Vincenzo, pisciap’rtiegghj’, e la nonna Di Maio Angelarosa, curat’l’, 1867/1947. Calitri, da sinistra Gallucci Maria, nata il 02.07.1935, Cubelli Giovanna di Vincenzo e di Di Maio Angela nata il 18.11.1906 e deceduta il 25.08.1976, Gallucci Vincenzo fu Costantino nato il 16.02.1900 e deceduto il 12.02.1970, Gallucci Vincenza nata il 06.11.1926 insieme alla nonna Germano Maria Vincenza. 21 Calitri 1947, da sinistra in piedi: Metallo pasquale, bianchin’, Vallario Teresa, Di Milia Vito, u’ russ’ r’ spaccac’pogghj’; seduti: Di Maio Angelarosa (1867/1947), curat’l’, Di Milia Giuseppe e Di Milia Michele. Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 nell’opera “Gli antichi Italici”, di F. Scandone, di V. Acocella e dei numerosi storici e di riviste specializzate. I santuari cristiani nella zona sono visti come centri di spiritualità eredi di culti antichi, quale quello di Cibele, dei Dioscuri e di Iside. Di Maio Teresa LA NOSTRA BIBLIOTECA CALLIGRAMMI DI VELLUTO SCURO di Giordana Bengalli. Blu di Prussia editrice, Piacenza 1997. L’ALTO OFANTO. PAESAGGI ASPETTI FISICI NEL QUADRO STORICO di Cerrata Luigi. - Tipolitografia Pannisco, Calitri 1997. autrice crea il suo mondo poetico con la naturalezza dettata L’ dalla semplice spontaneità di uno sguardo, di un pensiero, di un ricordo, sia pure nei limiti della quotidianità. Ma è lo opera di 259 pagine è stata scritta negli anni Sessanta senza L’ che l’autore potesse pubblicarla a causa della morte avvenuta nel 1971; lo scritto non è prolisso né pesante perché l’au- scavare nel profondo che toglie alle cose di tutti i giorni la loro pochezza per consegnarle all’attenzione degli altri pervase di significati e pulsioni, amore, dolore, gioia, tenerezza, pianto. La poesia, allora, diventa preghiera, canto, sentenza inappellabile di un processo di identificazione fra sé e la pagina scritta in un gioco simbiotico che affascina, stimola, induce a pensare. (E. Ribecchi) tore ha articolato le sue ricerche sull’alta valle dell’Ofanto in quattro parti: orizzonti geologici, la preistoria negli aspetti fisici, al cospetto della preistoria e il panorama nel quadro storico. Nelle prime due parti, dopo alcuni cenni sulla struttura geologica dell’Alto Ofanto, l’autore affronta le vicende tormentate di queste zone dal paleogene all’era quaternaria; Luigi Cerrata si era sempre interessato di geofisica studiando i luoghi dove il suo lavoro lo aveva portato; negli anni Sessanta ormai stabilmente residente a Calitri rivolse la sua attenzione all’alta valle dell’Ofanto, approfondendo l’argomento con passione, non disgiunta da diligenza e spirito critico raccogliendo preziose testimonianze. La sua morte interruppe il lavoro così ben avviato e allora i figli pensarono di raccogliere tutto il materiale elaborato per darlo alle stampe come era intenzione del genitore, ma dolorose vicende, non ultimo il terremoto del 1980 che sconvolse queste zone distruggendo anche la sua casa, resero vane queste attenzioni. Finalmente per l’amore e la perseveranza della figlia Anna Maria, gli studi sono stati pubblicati e messi a disposizione di studiosi e di quanti, semplici cittadini, vogliono conoscere meglio le proprie radici. L’era quaternaria a sua volta divisa in pre-quaternaria, quaternario medio e quaternario superiore, percorre tutte le vicende geofisiche di queste zone, in particolare delle terre del bacino idrico dell’alta valle dll’Ofanto, le origini del primo vulcano del Vulture, la massima attività del secondo cono, la climatologia regionale e la stazione preistorica di Venosa, seguendo la teoria geofisica del prof. Beloussov sul continente atlantico (p. 113 e segg.). Nella terza parte affronta il problema delle genti nell’area mediterranea esaminando il periodo neolitico ed eneolitico, la climatologia, la prima ondata indoeuropea, gli approdi in Puglia e la civiltà Apulo-Materana. L’espansione dei pastori cacciatori sull’altopiano di Ariano e in Irpinia, la seconda ondata indoeuropea, l’arrivo degli Italici e degli Umbro-Sabelli. La terza ondata di immigrazione porta i Dauni-Iapigi e i Messapi sul Gargano che dilagano in Puglia avanzarono attraverso l’Ofanto nel cuore degli Appennini. La quarta parte dopo un breve excursus sul primo tratto dell’Ofanto fra il Goleto e Lioni, parla delle vicende storiche delle popolazioni residenti sulle due sponde dal quarto secolo avanti Cristo e per tutto il primo millennio. Le vie romane, l’Appia antica e l’itinerario di Antonino, l’Appia nuova e l’itinerario di Pentinez sono esaminate seguendo le testimonianze di scrittori latini come Livio e di altri, di Mommsen, senza trascurare gli studi dei contemporanei quale Devoto ANTONIO SEBASTIANI MINTURNO e GIOVANNI ANDREA GESUALDO di Mario Rizzi - Caramanica Editore - Marina di Minturno 1998 ario Rizzi, cronista puntuale, diligente, meticoloso, occuM pandosi di due insigni personaggi cinquecenteschi della sua città – Antonio Sebastiani, detto il Minturno e suo cugino Giovanni Andrea Gesualdo, non ha ceduto alla tentazione del discorso filosofico sull’estetica dell’autore del De Poeta, e neppure ha voluto inoltrarsi nell’insidioso terreno della critica letteraria per formulare giudizi di valore sulle ipotesi interpretative avanzate dal Gesualdo nel commento al Canzoniere di Francesco Petrarca. Anche i riferimenti storici, le inquadrature e le collocazioni contestuali configurano, in questo libro, un’operazione volutamente leggera e fuggevole, infatti nel ricostruire la vita del Minturno – del quale non si sapeva molto – sui dati offerti dal fittissimo epistolario, Mario Rizzi ha portato allo scoperto una vera messe di notizie che ci consentono di seguire il Minturno nei suoi spostamenti in vari centri d’Italia, nei suoi rapporti col primo maestro Agostino Nifo, nelle sue frequentazioni di corti e di accademie, nell’esercizio lucido ed appassionato del suo ruolo di vescovo, e infine nelle relazioni (platoniche, certo, ma di un platonismo tentato dalla carne) con belle e colte gentildonne. Quanto al Gesualdo, il Rizzi ha compiuto un’operazione di vera e propria riesumazione, giacché quel fine letterato giaceva sepolto in un oblio totale; ora sappiamo di lui tutto ciò che è possibile sapere. Dalla prefazione di Renato Filippelli I BORBONI DI NAPOLI (Origini e Dinastia) di Filippo Russo. - Edizioni G. C. “F. Guarini”, Solofra 1998. hi avrà la pazienza di leggere questo libro fino in fondo, che C rappresenta la “verità storica” vista e descritta dalla letteratura dalla parte “perdente” (quella borbonica) o neutrale 22 Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 (quella dei cronisti e degli osservatori nazionali e stranieri, dell’epoca), si renderà conto come anche il solo silenzio su fatti, cose e personaggi abbia distorto quei fatti e quegli avvenimenti. Per oltre un secolo, la gran parte degli italiani ha sentito solo il suono trionfale delle “campane” piemontesi… e solo da alcune decine di anni, con l’evadere dagli Archivi di Stato della ricca documentazione di parte borbonica si sono cominciate a sentire le campane “napoletane”. Questo libro è un lungo peregrinare nella storia muovendo dalla nascita di Napoli per giungere – passando attraverso il periodo ducale e delle dominazioni straniere – al regno di Napoli e Sicilia; in quest’occasione Napoli ha incrociato il suo destino con quello della più antica e potente Dinastia Monarchica d’Europa: i Borbone. Di essi non si poteva non parlare, né richiamare all’attenzione del lettore quella che è stata nei secoli l’organizzazione e lo sviluppo epocale delle Forze Armate napoletane. Dalla premessa di Filippo Russo riore, trattandosi in massima parte di edicole mute dell’originario oggetto di devozione, sostituito in seguito da immagini più commerciali. Alcuni tempietti, però, conservano gli antichi segni; altri, invece, sono stati di recente proposti con gusto e raffinatezza, come alcuni pannelli in ceramica di tipo vietrese. I segni iconografici a volte si trasformano, a volte restano immutati. Cambiano i nomi da Cerere a Madonna dell’Abbondanza, da Mater Matuta a Madonna delle Grazie, da Odino in San Michele. Resta ferma la continuità di una devozione che il popolo sente esclusivamente sua nelle forme espressive. Ed è anche per questo che nelle rappresentazioni a volte vengono “mischiate” le composizioni. A Corleto Monforte in un affresco del ’700 la Madonna del Rosario, oltre alle caratteristiche del Bambino, del Rosario e di S. Domenico di Guzman, reca l’effigie di Santa Rita che riceve il Rosario dal bambino. In tal modo per esigenze devozionali del committente, la tradizionale figura di Santa Caterina da Siena, propria di questa iconografia della Madonna del Rosario, è stata sostituita da Santa Rita. IL CULTO DEI SANTI NEL LAZIO MERIDIONALE FRA STORIA E TRADIZIONI POPOLARI - Atti del convegno - Patrica, 21 gennaio 1996 - Istituto di storia e di arte del Lazio meridionale Centro di Anagni 1996. VENOSA, LAVELLO, SPINAZZOLA, MINERVINO IN ETÀ MODERNA di Antonio Capano. - Quaderno n. 1 TARSIA a cura Centro U.N.L.A., Melfi 1998. roponiamo ai lettori una collana di Quaderni che consentoPnizione no un’agevole proposta editoriale, tempi rapidi nella defie più libera progettualità che non impegna né la Reda- vasto mondo della santità e delle persone ritenute sante, nelItell’ambito religioso e soprattutto in quello cattolico, è talmenesteso che neppure decine e decine di studi potrebbero rite- zione, né il Comitato Scientifico. I Quaderni si differenziano dalla precedente collana, che ha avuto pubblicato solo il n. 1, non essendo “ristampa di volumi di difficile reperibilità”, e per ciò stesso, esprimono al meglio l’indagine sul territorio e risultano nuovi nella impostazione. Ma già i numeri della rivista medesima (TARSIA) a suo tempo pubblicati come “speciali”, erano chiaramente dei quaderni anche se non ufficializzati. Ora diamo reale configurazione nei nuovi lavori. Senza voler pretenziosamente accampare profonde motivazioni, sottolineiamo la volontà di una proposizione fattiva e, forse, sistematica. È, peraltro, in preparazione il secondo quaderno che tratterà del territorio di Lacedonia. (Dalla nota di Antonio F. Scola) nersi sufficienti a farlo conoscere. Allora si è pensato di dare un piccolo contributo anche noi, allargando le indagini ad alcuni dei santi venerati in Ciociaria, realizzando una panoramica differenziata per tagli di ricerca e per livelli di approfondimento, raccogliendo materiali sul mondo popolare riferito sia al passato recente che alla contemporaneità, al fine di costruire quell’archivio delle tradizioni popolari e dei comportamenti, delle mentalità e delle credenze, tanto auspicato e di così difficile e lenta realizzazione. Ci guida sempre la consapevolezza che la panoramica degli studi non si esaurirà; continuiamo a constatare che intorno ai santi esistono molte tradizioni e molti usi; osserviamo che sono in corso rapide trasformazioni dei culti a causa di una società in cui i cambiamenti sono radicali e rapidissimi, mutazioni dovute anche al variato sentire religioso, oltre che alle cambiate condizioni di vita materiale e culturale. Questo convegno non pretende di calarsi al fondo di tali ambiti, molto più semplicemente intende solamente registrare e, laddove possibile, analizzare momenti che possiamo pensare salienti e significanti. (Dalla Introduzione di Gioacchino Giammaria) LE EDICOLE VOTIVE DEGLI ALBURNI Fotografie di Tonino Antoniello e Giovanni Amoruso a cura di Generoso Conforti, 1995. Calitri 08.09.1996, processione dell’Immacolata Concezione al corso Garibaldi, prima del Serrone; da sinistra don Ciro Guerra, parroco di Pescopagano, don Vincenzo Cubelli, l’arcivescovo mons. Mario Milano e il nostro compianto arciprete - sarà nominato l’11.10.1996 - don Mario Malanga (FotoFlash). P iù di cento edicole votive dislocate in dodici paesi: potrebbe essere questa la sintesi di una devozionalità popolare nel territorio della Comunità Montana degli Alburni. E si potrebbe racchiudere il discorso in una lettura per la quasi totalità este23 Famiglia Gervasi, da sinistra: seconda fila Adelina nata nel 1893,Angela nata nel 1892, Rosa Elisa nata nel 1887, Perillo Arsenio marito di Rosa; seduti Nicola Gervasi, nato a Calitri nel 1895 da Gervasi Angelo Maria e Margotta Maria Concetta, Laurelli Vincenzo, secondo marito di Margotta Maria Concetta, Lucia nata nel 1901, Margotta Maria Concetta vedova Gervasi nata nel 1863, Chiarina nata nel 1898 e Angela Maria nata nel 1899. (Per gentile concessione del signor Jason Coffman da Phoenix nell’Arizona, in onore del suo bisnonno Gervasi Nicola nato a Calitri nel 1895) In caso di mancato recapito si prega rispedire al mittente che si impegna ad accollarsi le spese postali.