Sintesi non tecnica 1 INDICE 1 PREMESSA............................................................................................................pag. 2 2 DISPONIBILITA' DEI SITI.......................................................................................pag. 5 3 NOTIZIE STORICHE.............................................................................................. pag. 6 4 REGIME IDROLOGICO DEL CORSO D'ACQUA................................................ pag. 18 5 CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE.................................................... pag. 31 6 CURVA DI UTILIZZAZIONE DELL'IMPIANTO E STIME DI PRODUZIONE........ pag. 35 7 DESCRIZIONE DELLE OPERE......................................................... ................. pag. 47 Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 2 1 - PREMESSA L'impianto idroelettrico in progetto vede come proponente la società: Immobiliare Lanificio Maurizio Sella S.p.A. Gruppo Banca Sella Piazza Gaudenzio Sella, 1 13900 BIELLA C.F. 02942540150 p.iva 01273550028 Capitale sociale Euro 19.500.000,00 Iscritta al n°8493 registro Imprese – C.C.I.A.A. di Biella Società soggetta alla direzione e coordinamento di Banca Sella Holding S.p.A. Essa ha una capacità finanziaria tale da poter offrire ampie garanzie economiche per assicurare l’effettiva realizzazione dell’impianto e la rimessa in pristino dello stato dei luoghi a seguito della dismissione dell’impianto. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto idroelettrico ad acqua fluente, con l'installazione di due distinte turbine, poste in successione l'una rispetto all'altra, che permettono di sfruttare la stessa portata d'acqua derivata nei due salti geodetici disponibili. La derivazione avviene dal torrente Cervo, in Comue di Biella, nella stessa posizione in cui era presente la storica traversa ad arco in calcestruzzo (cosiddetta “diga Maddalena”) che in passato permetteva di prelevare acqua su entrambe le sponde, posta a metà tra la confluenza dei torrenti Cervo e Oropa e il Ponte della Maddalena, realizzando una nuova opera di presa dotata di paratoia gonfiabile con scudo metallico di protezione ad abbattimento automatico. Come opere di adduzione vengono utilizzati, in buona parte, gli antichi manufatti che già storicamente convogliavano l'acqua verso gli sfruttamenti per produzione di forza motrice, con attenti e puntuali interventi di recupero. Relativamente a questo aspetto, la proprietà, oltre alla finalità di produrre energia da fonte rinnovabile, intende raggiungere, con questo progetto, l'importante e ambizioso obiettivo di Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 3 recuperare l'antica roggia e gli storici manufatti che consentivano di distribuire l'acqua alle varie utenze, testimonianze di "archeologia industriale" di grande valore, riconosciute tali anche dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici con l'istituzione del proprio vincolo nel 1988, dando, in questo modo, completezza agli interventi di riqualificazione dell'intera area che sono già stati realizzati. La proposta deve essere dunque inquadrata e valutata in questo contesto particolare che conferisce all'investimento un valore aggiunto: con interventi relativamente contenuti, all'intero complesso di proprietà potrà essere restituita sia la funzione produttiva sia quella architettonica e documentale legata al recupero degli antichi percorsi d'acqua. I canali ed i manufatti preesistenti, che vengono riutilizzati nel nuovo impianto, erano dimensionati rispetto alla portata massima dell'antica concessione, pari a 1600 l/s. Questo valore diventa necessariamente anche la portata massima derivabile del nuovo progetto. Di seguito si riportano i principali parametri dell'impianto. Qmax = 1600 l/s Qmedia annua = 730,23 l/s D.M.V. base = 720 l/s CENTRALE 1: Salto lordo (max) = 6,55 m Pnominale (media) = 46,9 kW Pmax (effettiva) = 81,4 kW Eannua (effettiva) = 321726 kWh Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 4 CENTRALE 2: Salto lordo (max) = 13,50 m Pnominale (media) = 96,7 kW Pmax (effettiva) = 164,2 kW Eannua (effettiva) = 654776 kWh COMPLESSIVAMENTE: Pnominale (media) = 143,6 kW Pmax (effettiva) = 245,6 kW Eannua (effettiva) = 976502 kWh Il progetto è già stato assoggettato alla fase di Verifica della procedura di V.I.A. e la Provincia di Biella, con D.D. n. 1953 del 15/11/52013 ha ritenuto di sottoporlo alla successiva fase di Valutazione. L'attuale documentazione tecnica viene, dunque, presentata per il giudizio di compatibilità ambientale nel procedimento di V.I.A. (Fase di valutazione), ai sensi dell’art.12 L.R. 14.12.1998 n. 40, e, contestualmente, per il rilascio dell'autorizzazione unica, ai sensi dell’art. 12 D.Lgs. 387/03 e s.m.i., oltre che per l'ottenimento della concessione di derivazione, ai sensi del D.P.G.R. 29 Luglio 2003 n. 10/R: essa contiene le integrazioni e gli approfondimenti tecnici che sono stati richiesti durante l'istruttoria della fase di Verifica e riportati nella stessa Determina provinciale. INQUADRAMENTO NORMATIVO E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Si rimanda alla Relazione ambientale (Elaborato A13) e all'elaborato A19 "Aspetti urbanistici". Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 5 2 - DISPONIBILITÀ DEI SITI Tutte le nuove opere in progetto insistono su terreni di proprietà del proponente, fatto salvo, naturalmente la traversa di derivazione che è su sedime demaniale. Anche i manufatti esistenti che vengono interessati da interventi di adeguamento o ripristino sono di proprietà, ad eccezione del canale di adduzione e della la vasca di carico della centrale 1 che sono collocati nell'edificio di proprietà Ponte della Maddalena spa, ma che rientrano comunque nella disponibilità del proponente in virtù della Convenzione Boussù - Sella del 23/03/1923 (rogito Notaio Ernesto Ramella) che fu stipulata in occasione della realizzazione della galleria in roccia (si rimanda al successivo capitolo "Notizie storiche") e che si allega integralmente in calce alla relazione tecnica particolareggiata. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 6 3 - NOTIZIE STORICHE Considerato il valore storico delle aree interessate dall'impianto e le caratteristiche dello stesso progetto, che, inserendosi nell'ambito della riqualificazione dell'intero complesso ex Lanificio Sella, intende valorizzare gli antichi manufatti che convogliavano l'acqua per produrre forza motrice, è opportuno fornire alcune notizie storiche a riguardo. Le antiche "vie d'acqua" sono, peraltro, esplicito riferimento del vincolo istituito nel 1988 dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici sull'intera area compresa fra i due ponti (Maddalena e Chiavazza), il torrente Cervo e la Via C. Sella, di cui si riportano di seguito i documenti istitutivi. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 7 Figura 3.1 - Vincolo Soprintendenza Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 8 Figura 3.2 - Vincolo Soprintendenza - Relazione storica Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 9 Figura 3.3 - Vincolo Soprintendenza - Cartografia Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 10 La ricostruzione della storia delle antiche derivazioni d'acqua che interessavano i terreni e i fabbricati di proprietà del proponente è desunta dalla relazione del 1920 firmata dall'ing. Luigi Cucco e vistata dal Consiglio Superiore dei LL.PP. il 15/01/1934. Figura 3.4 - Planimetria del 1873 con indicazione della diga a valle del ponte della Maddalena Nella ricostruzione storica della antica Roggia Molinaria di Chiavazza, si fa riferimento ad una diga stabile formata da travi in legno (orizzontali e verticali ancorate in roccia sul fondo e con chiavarde al lati) posta a valle del ponte della Maddalena (Figura 4.1) le cui acque derivate attraversano in un primo tratto i fondi di proprietà Gaudenzio Sella (dal 1910 proprietario a seguito divisione con Maurizio Sella) ivi alimentando una ruota idraulica con un salto di 5 metri. (Figure 4.2 e 4.3 profilo e planimetria). Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 11 Figura 3.5 - Profilo del 1882 Il successivo canale di scarico prosegue fino ai termini della proprietà Maurizio Sella, dove è situato un partitore che divide le acque in due parti a favore rispettivamente di Maurizio Sella e del Comune di Chiavazza. La ruota Maurizio Sella è alimentata dal partitore, quindi solo per una quota di competenza rispetto alla portata complessivamente derivata, e restituisce le acque a monte del ponte di Chiavazza dopo un salto di 7 metri su ruota (è il luogo in cui è prevista dal nuovo progetto la centrale 2). La roggia di Chiavazza alimenta in successione due lavanderie, il mulino Roberto Mosca (con una ruota di diametro 5 metri) e, infine, provvede ad irrigare i campi di Chiavazza. L'acqua prelevata dalla Roggia Molinaria, tiene conto che a monte del ponte della Maddalena, all'altezza della presa del Lanificio Boussù esiste una "diga" che suddivide la portata del T.Cervo in due parti uguali, una per gli utenti della sponda destra ed una per quelli della sponda sinistra, ciascuna valutata in 1500 l/s. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica Figura 3.6 - Planimetria 12 Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 13 La Roggia Molinaria di Chiavazza ha tuttavia origini molto più antiche. Documenti che risalgono al sedicesimo secolo accennano all'esistenza di testimonianze del 1300. Da una carta datata 10 maggio 1548 si apprende che il Barone Antonio Mondella sulla sponda sinistra del Cervo a valle del Ponte della Maddalena, dove possedeva già un mulino (con tre macine), una pesta da canapa ed una pesta da riso (con una macina ciascuno), aveva già allora stabilito una cartiera (due batterie con alberi, ruota e maglio). Con tutti questi opifici veniva utilizzato l'intero salto a monte del partitore, che sarebbe poi passato di proprietà a Gaudenzio Sella. Lo stesso Mondella possedeva anche una fucina con ruota che utilizzava le acque del ramo destro a valle del partitore. Questo secondo salto venne venduto dagli eredi del Mondella alla Congregazione di Oropa nel 1695 che già possedeva ivi un prato sul quale fece costruire un Albergo di Virtù (filatoio di seta con lanificio).Gli eredi Mondella vendettero il salto di monte (già citato come Gaudenzio Sella) a Gio Lorenzo Robiolio nel 1795. Nel 1849 le sorelle Camilla e Polissena Robiolio lo vendettero alla Ditta Maurizio Sella. Nel 1910 la proprietà a monte del partitore passò all'ing. Gaudenzio Sella.Per quanto riguarda il secondo salto, il Santuario di Oropa vendette filatoio e lanificio a Gio. Agostino Crolle che a sua volta cedette in due successivi atti del 1835 e del 1836 l'intera proprietà alla stessa Ditta Maurizio Sella. Nell'agosto 1921, l'anno successivo alla relazione dell'ing. Cucco sullo stato di consistenza della Roggia Molinaria, una piena distrugge la diga in legno a valle del ponte della Maddalena. Il parziale scardinamento delle rocce su cui poggiava e a cui era collegata impedirono la ricostruzione nello stesso sito. Gaudenzio e Corradino Sella rimediano al disastro facendo progettare e costruire (negli anni 1923 1924) una galleria in roccia che consentisse di prelevare le acque dal T. Cervo direttamente dallo scarico dell'impianto Lanificio Boussù S.A. assicurando così la prosecuzione dell'attività industriale e garantendo gli usi di valle, diventando, di fatto, contitolari della derivazione Boussù (Convenzione Boussù - Sella del 23-03-1923, rogito Notaio Ernesto Ramella). Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica Figura 3.7 - Planimetria della derivazione sul T. Cervo e della galleria in roccia 14 Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 15 Gli antichi diritti all'utilizzo dell'acqua, sanciti da istanza di riconoscimento negli anni 20, furono definitivamente riconosciuti (dopo l'entrata in vigore del Testo Unico sulle Acque Pubbliche ed Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 16 Impianti Elettrici nel 1933) con Disciplinare n° 207 del 11/08/1937 e D.M n° 603 del 10/02/1939. Il Lanificio Boussù S.A. (oggi Pria - Ponte della Maddalena spa) nel diciannovesimo secolo approvvigionava energia dal torrente mediante una presa di ripartizione in pietraia mobile derivante in sponda destra dal T.Cervo (T. Oropa compreso), mentre l'ampliamento dello stesso edificio Boussù in sponda sinistra si approvvigionava mediante chiusa a semialveo alimentata dalle acque di infiltrazione e della roggia Chiavazzella. Sistema questo che è stato poi modificato con la cosiddetta “Diga Maddalena” consistente in una traversa ad arco in piano derivante ugual portata (16 moduli max ciascuno già richiesti nel 1926-1927) in sinistra e destra. Fino all'evento del 1921 il ramo sinistro alimentava la sola ruota Buossù S.A. mentre il ramo destro alimentava il Boussù S.A. e poi, in successione, la conceria Serralunga, il Lanificio Trombetta e l'opificio F.lli V. ed E. Sella. Dopo la costruzione della galleria, la presa di sinistra divenne essenziale anche per la proprietà Gaudenzio e Maurizio Sella. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica Mello Rella & Associati - ingegneria - 17 Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 18 4 - REGIME IDROLOGICO DEL CORSO D'ACQUA La sezione di presa del canale della centrale è ubicata lungo il T. Cervo, poco a valle della confluenza con il T. Oropa, in Comune di Biella, a quota di circa 400 mslm (401,70 quota sommità traversa di derivazione - parte fissa). Il bacino idrografico sotteso dalla sezione di presa è rappresentato nella tavola T2 ed è caratterizzato dai seguenti parametri geometrici: 123.635 km2 52.32 km superficie: perimetro: lunghezza asta: 22.09 km rapporto di circolarità: 0.57 coefficiente di uniformità: 1.33 rapporto di allungamento: 0.57 quota massima: 2556 m s.l.m. quota minima: 402 m s.l.m. quota media: 1296 m s.l.m. T. CERVO - VALLE T. OROPA CURVA IPSOGRAFICA quota (m s.l.m.) 2600 2500 2400 2300 2200 2100 2000 quota max bacino = 2556 1900 1800 1700 1600 1500 1400 1300 1200 1100 1000 900 800 700 600 500 400 300 quota media = 1296 quota min = 402 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115 120 125 130 superficie (km2) Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 19 Ai fini della stima della produzione dell'impianto, il regime idrologico del T. Cervo alla sezione di presa viene definito elaborando i dati di portata delle stazioni idrometriche più prossime. Ricostruire il regime idrologico del corso d'acqua da misure reali di portata giornaliera, senza ricorrere a più aleatori metodi di regionalizzazione, permette di valutare in modo più corretto (e cautelativo) l'effettiva disponibilità della risorsa idrica, in relazione anche alla presenza, a monte della derivazione, di prelievi ad uso irriguo e idropotabile senza restituzione. Differente approccio sarà, invece, utilizzato per la determinazione del deflusso minimo vitale, il cui valore prescinde dall'eventuale presenza di captazioni che possono ridurre la disponibilità della risorsa idrica alla sezione di presa. Le sezioni idrometriche di cui si dispongono i dati giornalieri di livelli e di portata (fonte Arpa Piemonte) sono quella di Passobreve, in Comune di Sagliano Micca (ponte strada per Oneglie) e di Vigliano B.se (ponte Vigliano - Candelo), situate rispettivamente a monte e a valle della sezione di presa. In particolare, la stazione di Passobreve è posta circa 7 km a monte della sezione di presa e sottende una bacino di estensione pari a 74,76 km2, mentre quella di Vigliano B.se è ubicata circa 6 km a valle ed ha un bacino di 131,08 km2. Le misure disponibili si riferiscono al periodo di osservazione 2003 - 2012. Malgrado non sia particolarmente ampio, presenta regimi idrologici annui significativamente diversi, tra cui anche il periodo siccitoso del 2003, per cui può essere considerato un intervallo sufficiente per caratterizzare l'andamento idrologico medio annuo del T. Cervo, senza timori di sovrastimare i valori di portata. Alla sezione di presa, il T. Cervo presenta caratteristiche idrologiche molto più affini alla stazione di Vigliano che a quella di Passobreve: le differenze fra le quote altimetriche risultano più contenute (73 metri rispetto a Vigliano e quasi 200 metri rispetto a Passobreve), ma, soprattutto, le superfici dei corrispondenti bacini variano di molto poco (123,63 km2 alla sezione di presa, 131,08 km2 a Vigliano e 74,76 km2 a Passobreve), essendo presenti nel tratto intermedio solo pochi affluenti di scarsa rilevanza. Occorre tuttavia precisare che, nel tratto di corso d'acqua tra la presa e la stazione idrometrica di Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 20 Vigliano, sono presenti una serie di prelievi ad uso irriguo che non restituiscono la portata derivata. Pertanto, quando sono attive tali derivazioni, la portata istantanea del T. Cervo a Vigliano può risultare anche sensibilmente minore rispetto alla sezione di presa, non essendo presenti tra le due sezioni altri apporti idrici significativi. Talvolta, nei periodi in cui sono attive le derivazioni ad uso irriguo e i deflussi sono particolarmente basse, la portata rilevata a Vigliano risulta perfino inferiore a quella misurata a Passobreve, malgrado, nel tratto intermedio, il T. Cervo riceva diversi affluenti, fra cui anche il T. Oropa. I grafici seguenti mettono a confronto, a titolo di esempio, le portate giornaliere misurate nelle due stazioni di Passobreve e Vigliano nell'anno 2011; il secondo grafico è un dettaglio del periodo fine estate - inizio autunno, quando i prelievi ad uso irriguo erano attivi e le portate in alveo particolarmente basse. E' ben evidente l'inversione della situazione di cui si è parlato. STAZIONI IDROMETRICHE DI PASSOBREVE E VIGLIANO CONFRONTO DATI DI PORTATA ANNO 2011 20.00 PASSOBREVE 18.00 VIGLIANO B.SE 16.00 14.00 PORTATA (m3/s) 12.00 10.00 8.00 6.00 4.00 2.00 0.00 01/01/11 01/02/11 01/03/11 01/04/11 01/05/11 01/06/11 01/07/11 01/08/11 01/09/11 01/10/11 01/11/11 01/12/11 GIORNI Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 21 STAZIONI IDROMETRICHE DI PASSOBREVE E VIGLIANO CONFRONTO DATI DI PORTATA ANNO 2011 DETTAGLIO PERIODO DI MAGRA ESTATE- AUTUNNO 10.00 9.00 PASSOBREVE VIGLIANO B.SE 8.00 7.00 3 PORTATA (m /s) 6.00 5.00 4.00 3.00 2.00 1.00 0.00 01/07/11 01/08/11 01/09/11 01/10/11 01/11/11 GIORNI Di seguito sono elencate le derivazioni senza restituzione (comprese anche le utenze di tipo industriale, di cui non è noto il recapito finale) che, dalle informazioni e dai dati raccolti, risultano presenti a monte della stazione idrometrica di Vigliano B.se sull'intero bacino idrografico sotteso. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 22 Di queste, le derivazioni presenti nel tratto compreso fra la stazione idrometrica di Vigliano e la sezione di presa sono solo cinque, prevalentemente ad uso irriguo, ma hanno un peso piuttosto rilevante in termini di portata prelevata, essendo la somma dei prelievi massimi di concessione di circa 2150 l/s, rispetto ai quasi 3000 l/s complessivamente sottratti all'intero bacino. Il carattere stagionale dei prelievi ad uso irriguo e la loro variabilità in funzione delle reali necessità dell'agricoltura, rendono estremamente difficoltoso valutarne l'effettiva consistenza durante l'anno. Il grafico riportato alla pagina precedente, benché si riferisca alla stazione di Passobreve e non alla sezione di presa, conferma questo aspetto mostrando una variabilità piuttosto elevata, senza un preciso rapporto, nelle differenze fra le coppie di portata riferite allo stesso giorno. Alla luce di questi ragionamenti appare evidente che l'utilizzo dei dati della stazione idrometrica di Vigliano per ricostruire il regime idrologico del T. Cervo alla sezione di presa, in alcuni periodi dell'anno (stagione irrigua e basse portate) può fornire risultati meno attendibili, in quanto tende a sottostimare la portata realmente disponibile. Tuttavia, ai fini della stima della risorsa idrica e quindi della produzione dell'impianto, si ritiene più corretto riferirsi solo ai dati reali misurati nella stazione idrometrica di Vigliano, operando una semplice proporzione fra le superfici dei bacini, senza introdurre ulteriori parametri correttivi per cercare di considerare i prelievi presenti nel tratto intermedio. Sarebbe questo uno sterile esercizio accademico che non porterebbe in ogni caso a risultati significativi, trattandosi, oltretutto, di un breve intervallo di basse portate che ha un peso poco rilevante nel calcolo della produzione complessiva dell'impianto. La portata disponibile sarà in questo modo stimata con una moderata cautela, che si ritiene corretto Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 23 considerare anche ai fini della sostenibilità dell'impianto dal punto di vista economico. Per ogni anno di misurazione sono state calcolate le portate giornaliere nella sezione di presa (T. Cervo a valle della confluenza col T. Oropa) direttamente dai dati della stazione idrometrica di Vigliano, ricorrendo ad una semplice proporzione fra le superfici dei due bacini sottesi: SBiella - presa = 123,63 km2 SViglino = 131,08 km2 Il grafico seguente rappresenta su scala temporale le portate giornaliere così ottenute, che consente di apprezzare con immediatezza il regime idrologico annuale del corso d'acqua. sezione di presa - portate giornaliere anni 2003 - 2012 120 100 portata (m3/s) 80 60 40 20 0 2003 2004 2005 2006 Mello Rella & Associati - ingegneria - 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 24 Riordinando in modo decrescente i 365 dati giornalieri di ogni anno e facendone la media, si ottiene la curva di durata delle portate media per il periodo di osservazione, da cui si può ricavare il numero di giorni teorico in cui è stata presente in alveo una portata uguale o superiore ad un determinato valore. La retta di compenso della curva di durata delle portate definisce la portata media annua del corso d'acqua, corrispondente a 3800 l/s. sezione di presa curva di durata delle portate naturali elaborazione misure stazione idrometrica Vigliano - anni 2003-2012 24 22 20 18 3 portate (m /s) 16 14 12 10 8 6 3 Q media annua = 3,80 m /s 4 2 0 0 50 100 150 200 250 300 350 giorni I valori caratteristici della curva di durata così ottenuta sono i seguenti: Q10 = 22,86 m3/s Q91 = 3,90 m3/s Q182 = 1,45 m3/s Q274 = 0,53 m3/s Q355 = 0,07 m3/s Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 25 E' interessante confrontare questi valori con i risultati che si ottengono applicando le formule di regionalizzazione SIMPO. Q10 = 17,3 m3/s Q91 = 6,4 m3/s Q182 = 3,3 m3/s Q274 = 2,0 m3/s Q355 = 1,3 m3/s con qMEDA = 41,60 l/s km2 Q MEDA = 5,14 m3/s I valori ottenuti con le formule SIMPO, pur con le approssimazioni proprie dei modelli statistici, rappresentano in modo piuttosto fedele il regime teorico naturale del corso d'acqua. E' naturale che nel nostro caso, in cui sono presenti una serie di derivazioni ad uso irriguo, potabile ed industriale sull'intero bacino, risulta una significativa differenza fra le portate realmente disponibili e quelle naturali teoriche, fatto salvo i valori più elevati che non risentono di questo effetto. Occorre tuttavia ricordare come la curva delle portate disponibili nella sezione di presa sia stata ricavata dai dati misurati nella stazione idrometrica di Vigliano B.se che, come già precisato, risultano in parte condizionati dalla presenza, a valle della sezione di presa, delle principali derivazioni ad uso irriguo dell'intero bacino. Considerando che più di due terzi dei prelievi (in condizione di massima derivazione) sono presenti nel tratto compreso tra la sezione di presa e la stazione di Vigliano, le differenze evidenziate dal grafico risultano indubbiamente più marcate rispetto alla situazione reale. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 26 sezione di presa curva di durata delle portate medie - confronto col metodo SIMPO 24 22 20 18 Q10 (SIMPO) portate (m3/s) 16 curva di durata rivavata dalle misure di portata della stazione idrometrica di Vigliano B.se 14 12 10 8 Q91 (SIMPO) 6 4 Q182 (SIMPO) Q274 (SIMPO) 2 Q355 (SIMPO) 0 0 50 100 150 200 250 300 350 giorni In quale posizione precisa si collochi l'effettiva curva di durata delle portate del corso d'acqua alla sezione di presa, fra quella ricavata dai dati di Vigliano e quella ottenuta dalle formule SIMPO, è estremamente difficile definirlo, considerato che le derivazioni presenti sono condizionate dalle variabili esigenze di tipo irriguo, oltre che dalle stesse condizioni di portata del corso d'acqua. A conferma che un peso rilevante in queste differenze è legato alle derivazioni di tipo irriguo, si riportano di seguito i grafici delle portate medie mensili alla sezione di presa ricavate dai dati di Vigliano e calcolate con le formule SIMPO, dove si riscontra una differenza molto marcata principalmente nei mesi di giugno, luglio e agosto, mentre nei mesi di aprile, maggio e novembre si verifica addirittura la situazione opposta. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 27 portata media mensile - sezione di presa Elaborazione misure stazione idrometrica di Vigliano - anni 2003-2012 10.00 9.00 portata media mensile (mc/s) 8.00 7.00 6.00 5.00 4.00 Q media = 3,80 3.00 2.00 1.00 0.00 G F M A M G L A S O N D S O N D portata media mensile - sezione di presa Metodo SIMPO 10.000 9.000 portata media mensile (mc/s) 8.000 7.000 6.000 Q media = 5,144 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0.000 G F M Mello Rella & Associati - ingegneria - A M G L A Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 28 Come già detto in precedenza, aver applicato un approccio cautelativo alle analisi idrologiche per stimare l'effettiva disponibilità della risorsa idrica, non può che essere un elemento di maggior evidenza della sostenibilità economico-finanziaria dell'impianto, fermo restando, naturalmente, che il calcolo delle portate da rilasciare in alveo dovrà invece considerare il regime teorico naturale del corso d'acqua, indipendentemente dai prelievi già presenti. ANNO IDROLOGICO SCARSO Lo studio delle caratteristiche idrologiche del bacino da utilizzare deve fornire una ricostruzione accurata del regime delle portate nella sezione di presa (Q media annua, Q medie mensili e curva di durata delle portate) anche per l'anno idrologico scarso, al netto dei prelievi legittimamente in atto a monte. Con il termine di anno idrologico scarso si intende quello caratterizzato da portate medie con frequenza di superamento dell'80%. Nei grafici e nelle tabelle che seguono sono indicati i valori di portata caratteristici dell'anno idrologico scarso, riferiti alla sezione di presa, ottenuti dall'analisi statistica della serie storica della stazione idrometrica di Vigliano Biellese. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 29 anno idrologico scarso portata media mensile - sezione di presa Elaborazione misure stazione idrometrica di Vigliano - anni 2003-2012 10.00 anno medio 9.00 portata media mensile (mc/s) anno idrologico scarso 8.00 7.00 6.00 5.00 4.00 Q media annua = 3,80 mc/s (anno medio) 3.00 Q media annua = 2,49 mc/s (anno idrologico scarso) 2.00 1.00 0.00 G F G F M M A A M M G L Q media mensile (mc/s) G L A A S S O N D O N D Q media annua (mc/s) ANNO MEDIO 1.21 1.24 3.02 6.81 9.31 5.41 1.57 1.50 3.50 2.38 6.21 2.71 3.80 ANNO SCARSO 0.73 0.52 0.91 2.90 2.85 0.48 0.24 0.36 0.70 0.53 1.12 0.74 2.49 Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 30 anno idrologico scarso curva di durata delle portate naturali - sezione di presa elaborazione misure stazione idrometrica Vigliano - anni 2003-2012 24 22 20 anno scarso 18 anno medio portate (m3/s) 16 14 12 10 8 6 4 2 0 0 50 100 150 200 250 300 350 giorni Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 31 5 - CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE Il Regolamento Regionale n. 8/R del 17 luglio 2007, pubblicato sul Bollettino Ufficiale n. 29 del 19 luglio 2007 ed in vigore dal 4 agosto 2007, contiene le "Disposizioni per la prima attuazione delle norme in materia di deflusso minimo vitale (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61)". Il calcolo del Deflusso Minimo Vitale idrologico e di base vengono condotti secondo i disposti dell'Allegato A del citato Regolamento Regionale. Dai calcoli , si ottengono i seguenti risultati: DMV idrologico = 566 l/s DMV base = 622 l/s Si è scelto, anche sulla base dei risultati delle analisi di tipo idrobiologio, a cui si rimanda per ogni approfondimento, di adottare un valore sensibilmente più elevato di quello che si ottiene dai calcoli e che la legge consentirebbe di accettare: DMV base adottato = 720 l/s Per il tipo di derivazione in oggetto, la norma impone l'applicazione del DMV di base e la modulazione dei rilasci, in modo da conservare, seppur attenuata, la naturale variabilità del regime dei deflussi. Il fattore correttivo riguardante la modulazione della portata è applicato secondo le modalità di calcolo di cui all’allegato C del Regolamento (Modulazione di Tipo A). Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 32 Il dispositivo per il rilascio del DMV presente nell'opera di presa è tale da garantire un valore del parametro X mai inferiore al 20%, situazione particolarmente favorevole dal punto di vista ambientale. La portata rilasciata alla sezione di presa, per per Qt > DMV base, soddisfa, pertanto, la seguente equazione: Qr = 720 + X% (Qt - 720) (l/s) X = 20% per la condizione di massimo prelievo (Qderivata = 1600 l/s) X > 20% per portate inferiori, variabile in funzione della portata naturale nel corso d'acqua Qt. Questa variabilità del parametro X è dovuta al fatto che la portata naturale si divide nel canale di derivazione e nella bocca di rilascio del DMV in modo diverso a seconda delle condizioni di portata del corso d'acqua, poiché le leggi dell'idraulica che governano il sistema dipendono dal livello idrico che si instaura a monte della traversa, in base alle caratteristiche geometriche dei manufatti. Q naturale Q rilsciata Q derivata 3 m /s 0.720 0.800 0.900 1.000 1.100 1.200 1.300 1.400 1.500 1.600 1.700 1.800 1.900 2.000 2.100 2.200 2.300 2.400 2.500 2.600 2.700 2.722 Mello Rella & Associati - ingegneria - 3 m /s 0.720 0.768 0.790 0.812 0.833 0.854 0.874 0.894 0.914 0.933 0.952 0.970 0.988 1.006 1.023 1.040 1.056 1.072 1.087 1.103 1.117 1.122 3 m /s 0.000 0.032 0.110 0.188 0.267 0.346 0.426 0.506 0.586 0.667 0.748 0.830 0.912 0.994 1.077 1.160 1.244 1.328 1.413 1.497 1.583 1.600 X % 60 39 33 30 28 27 26 25 24 24 23 23 22 22 22 21 21 21 20 20 20 Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 33 PORTATA DERIVABILE Le portate derivabili alla sezione di presa si ottengono sottraendo alle portate naturali le portate da rilasciare secondo il tipo di modulazione sopra descritta.Con riferimento alla curva di durata delle portate naturali definita al capitolo precedente, si può ricavare la corrispondente curva delle portate derivabili. sezione di presa curva di durata delle portate naturali e delle portate derivabili 18 16 portate naturali DMV(modulato) portate derivabili = portate naturali - DMV(modulato) 14 3 portate (m /s) 12 10 8 6 4 2 0 0 50 100 150 200 250 300 350 giorni Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 34 In modo del tutto analogo, si ricava la curva di durata delle portate derivabili per l'anno idrologico scarso. Anno idrologico scarso - sezione di presa curva di durata delle portate naturali e delle portate derivabili 18 16 portate naturali DMV(modulato) portate derivabili = portate naturali - DMV(modulato) 14 portate (m3/s) 12 10 8 6 4 2 0 0 50 100 150 200 250 300 350 giorni Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 35 6 - CURVA DI UTILIZZAZIONE DELL'IMPIANTO E STIME DI PRODUZIONE La portata massima di derivazione, in genere, viene scelta in base a valutazioni di carattere tecnico economico a partire dalla curva di durata delle portate derivabili. Nel caso in esame, invece, i canali e i manufatti già presenti, che si intendono conservare e recuperare per il loro utilizzo in questo impianto, sono dimensionati rispetto all'antica concessione, la cui portata massima di derivazione era fissata in 1600 l/s; pertanto l'ambito delle portate derivate è stato definito in partenza e non è stata esaminata la pluralità delle possibili soluzioni. Fissando la portata minima di funzionamento della turbina a 1/10 della portata massima, ovvero a 160 l/s, rispetto alla curva di durata delle portata derivabili è possibile definire l'area di utilizzazione dell'impianto. curva di utilizzazione delle portate 2.0 1.8 portate utilizzate portate derivabili 1.6 1.2 3 portate (m /s) 1.4 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 365 355 345 335 325 315 305 295 285 275 265 255 245 235 225 215 205 195 185 175 165 155 145 135 125 115 95 105 85 75 65 55 45 35 25 5 15 0.0 giorni Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 36 Secondo la curva di utilizzazione, l'impianto è in grado di funzionare 228 giorni all'anno, di cui 121 giorni con la portata massima di 1600 l/s. Per l' "anno irdologico scarso" la curva di utilizzazione è la seguente. Anno idrologico scarso curva di utilizzazione delle portate 2.0 portate utilizzate 1.8 portate derivabili 1.6 1.2 3 portate (m /s) 1.4 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 365 355 345 335 325 315 305 295 285 275 265 255 245 235 225 215 205 195 185 175 165 155 145 135 125 115 95 105 85 75 65 55 45 35 25 5 15 0.0 giorni In questa ipotesi l'impianto sarebbe attivo 174 giorni all'anno, con 83 giorni a massimo regime. CALCOLO DELLA POTENZA NOMINALE DELL'IMPIANTO Il volume d'acqua turbinato annualmente corrisponde all'area della curva di utilizzazione dell'impianto; esso è pari a 23.028.673 m3. Ne consegue che la portata media annua turbinata è di 730,23 l/s, mentre la portata media turbinata rispetto ai soli giorni di funzionamento dell'impianto è di 1143,93 l/s. L'impianto utilizza la stessa portata derivata con due distinte turbine Kaplan, in modo da poter Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 37 sfruttare entrambi i salti già presenti storicamente. In condizione di massima derivazione la prima centrale ha un salto utile lordo H1 di 6,55 m, misurato tra il pelo libero nella vasca di carico di monte (401,30 m slm) e il livello nel canale di restituzione nel giardino (394,75 m slm), essendo installata una turbina a reazione. Analogamente, la seconda turbina ha un salto utile lordo H2 di 13,50 m, misurato tra il pelo libero nella vasca di carico in prossimità dell'ingresso del giardino (394,65 m slm) e il livello nel canale di restituzione al T. Cervo (381,15 m slm). Pertanto la potenza nominale di ciascuna turbina risulta: Pnom (1) = 9,81 x Qmedia x H1 = 46,9 kW Pnom (2) = 9,81 x Qmedia x H2 = 96,7 kW e la potenza nominale dell'impianto: Pnom (1+2) = 143,6 kW STIMA DELLA PRODUZIONE DELL'IMPIANTO La potenza e l'energia effettivamente prodotti dall'impianto dipendono principalmente dai rendimenti della turbina ηt e del generatore ηg e dalle perdite di carico lungo la condotta forzata ∆H, parametri che variano in funzione della portata derivata Q. La potenza effettiva risulta: Peffettiva = ηt x ηg x 9,81 x Q x (Hlordo - ∆H) Anche il salto Hlordo, soprattutto in presenza di salti contenuti, può essere legato alla variazione della portata derivata. I livelli d'acqua nella vasca di carico e nel canale di restituzione possono infatti Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 38 variare sia per il reale comportamento idraulico dei canali fugatori nelle diverse condizioni di funzionamento, sia per determinate impostazioni che possono essere assegnate alle turbine per variare il livello di carico in diverse situazioni di funzionamento. E' questo il caso della centrale 1, per la quale il livello nella vasca di carico, fissato alla quota di sfioro di 401,30 m slm in condizione di massimo prelievo, si deve abbassare progressivamente fino alla quota di 400,90 m slm quando la portata si riduce a quella minima di funzionamento dell'impianto, essendo la soglia di imbocco del canale di derivazione a quota 400,93 m slm. La produzione dell'impianto viene stimata introducendo i risultati dei calcoli idraulici che saranno presentati in modo più approfondito nei successivi capitoli. Per quanto riguarda, invece, i rendimento di turbina e generatore, si riporta di seguito la tabella dei rendimenti delle turbine Kaplan che si prevedono di installare (dati dichiarati dal fornitore): Opening % 100 80 60 40 20 Discharge cub.m/sec 1,60 1,28 0,96 0,64 0,32 eta turbine % 87,8 90,2 89,9 84,1 73,3 P turbine kW 187 152 113 71 31 eta gen % 94,3 94,0 94,5 93,5 91,0 RENDIMENTO COMPLESSIVO TURBINA E GENERATORE ηt x ηg 1.00 0.90 0.80 rendimento 0.70 0.60 0.50 0.40 0.30 0.20 0.10 0.00 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 Q/Qn Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 39 Dai valori di portata giornalieri della curva di durata, è così possibile stimare la produzione effettiva dell'impianto, sia in termini di potenza che di energia, come risulta dalla tabella e dai grafici riportati nelle pagine seguenti. La tabella riporta solo un riassunto dei principali risultati di calcolo, estrapolando dai 365 giorni solo quelli più significativi. Il DMV di base (720 l/s) è disponibile in alveo per 255 giorni all'anno, ma, la derivazione è attiva per un periodo minore, di soli 228 giorni, in quanto deve essere disponibile nella derivazione la portata minima per il funzionamento della turbina (160 l/s). Per questo stesso motivo, si osserva che, all'avvio dell'impianto, la portata rilasciata è di 804 l/s, sensibilmente più alta del DMV base e, fino a quel momento, la presenza dell'impianto non determina alcuna riduzione della portata naturale. Si potrebbe pertanto asserire che il DMV reale è di 804 l/s, anziché quello teorico di 720, perché questa è la portata minima che viene garantita a valle della presa quando l'impianto in funzione. Secondo la curva di durata, l'impianto è in grado di funzionare per 122 giorni a massimo regime con la portata massima di concessione di 1600 l/s. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica Mello Rella & Associati - ingegneria - 40 Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 41 curva di produzione (potenza effettiva) CENTRALE 1 240 220 200 potenza effettiva (kW) 180 160 140 120 100 Pmax =81 kW 80 60 40 20 365 355 345 335 325 315 305 295 285 275 265 255 245 235 225 215 205 195 185 175 165 155 145 135 125 115 95 105 85 75 65 55 45 35 25 5 15 0 giorni curva di produzione (energia giornaliera e cumulata nell'anno) CENTRALE 1 7000 800000 700000 energia prodotta giornalmente energia cumulata 500000 4000 400000 E anno = 321726 kWh 3000 300000 E giorno max = 1953 kWh 2000 200000 1000 100000 365 355 345 335 325 315 305 295 285 275 265 255 245 235 225 215 205 195 185 175 165 155 145 135 125 115 105 95 85 75 65 55 45 35 25 0 5 0 giorni Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. energia cumulata (kWh) 600000 5000 15 energia prodotta giornalmente (kWh) 6000 Sintesi non tecnica 42 curva di produzione (potenza effettiva) CENTRALE 2 240 220 200 180 potenza effettiva (kW) Pmax =164 kW 160 140 120 100 80 60 40 20 365 355 345 335 325 315 305 295 285 275 265 255 245 235 225 215 205 195 185 175 165 155 145 135 125 115 95 105 85 75 65 55 45 35 25 5 15 0 giorni curva di produzione (energia giornaliera e cumulata nell'anno) CENTRALE 2 7000 800000 energia prodotta giornalmente energia cumulata E giorno max = 3941 kWh 500000 4000 400000 3000 300000 2000 200000 1000 100000 365 355 345 335 325 315 305 295 285 275 265 255 245 235 225 215 205 195 185 175 165 155 145 135 125 115 105 95 85 75 65 55 45 35 25 0 5 0 giorni Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. energia cumulata (kWh) 600000 5000 15 energia prodotta giornalmente (kWh) 700000 E anno = 654776 kWh 6000 Sintesi non tecnica 43 curva di produzione complessiva dell'impianto (potenza effettiva) CENTRALE 1 + CENTRALE 2 260 Pmax =246 kW 240 220 200 160 140 120 100 80 60 40 20 giorni produzione complessiva dell'impianto (energia giornaliera e cumulata nell'anno) CENTRALE 1 + CENTRALE 2 7000 1100000 E anno = 976502 kWh E giorno max = 5894 kWh 1000000 6000 900000 energia cumulata 700000 4000 600000 500000 3000 400000 2000 energia cumulata (kWh) 800000 energia prodotta giornalmente 5000 300000 200000 1000 100000 365 355 345 335 325 315 305 295 285 275 265 255 245 235 225 215 205 195 185 175 165 155 145 135 125 115 105 95 85 75 65 55 45 35 25 15 0 5 0 giorni Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. 365 355 345 335 325 315 305 295 285 275 265 255 245 235 225 215 205 195 185 175 165 155 145 135 125 115 95 105 85 75 65 55 45 35 25 5 15 0 energia prodotta giornalmente (kWh) potenza effettiva (kW) 180 Sintesi non tecnica 44 La produzione dell'impianto è stata valutata con riferimento alla curva di durata delle portate, ottenuta come media delle curve di durata di ogni anno di cui si dispongono le misure idrometriche, dal 2003 al 2012. Si ritiene di aver utilizzato l'approccio più corretto per stimare la produzione dell'impianto, rispetto, ad esempio a valutazioni riferite alle portate medie mensili. Per la presenza di picchi di portata, esse tenderebbero, infatti, a sovrastimare la reale disponibilità idrica utile al prelievo, falsando ogni tipo di valutazione rispetto ai giorni di funzionamento dell'impianto e alla produzione attesa. Se si osserva il grafico delle portate medie mensili riportato nel capitolo dell'idrologia, costruito in base alle misure della stazione idrometrica di Vigliano, è facile dimostrare quanto si è affermato. Risulterebbe infatti, che l'impianto potrebbe funzionare tutti i giorni all'anno, essendo la portata media del mese più scarso (gennaio con 1,21 m3/s) comunque tale da assicurare, in base alla modulazione del DMV, un prelievo di 0,35 m3/s, e la portata massima di concessione risulterebbe disponibile, al netto dei rilasci, per ben 6 mesi all'anno (182 giorni). In soli 6 mesi il volume turbinabile risulterebbe pertanto di circa 25 milioni di m3, e quello complessivo annuo di circa 38 milioni, rispetto ai circa 23 milioni calcolati in base alla curva di durata delle portate. Tuttavia è interessante poter apprezzare come la produzione si distribuisce nei diversi mesi dell'anno. Per avere uno scenario realistico, la portata naturale media mensile, come dimostrato, è un parametro non sempre attendibile. Disponendo di dati giornalieri di portata, è stato, invece, possibile simulare il funzionamento dell'impianto per ogni singolo giorno del periodo di cui si dispongono le misure (2003-2012) e calcolare direttamente la media mensile dell'energia prodotta dall'impianto. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 45 Simulazione di funzionamento dell'impianto nel periodo 2003 - 2012 potenza effettiva 250 225 potenza effettiva (kW) 200 175 150 125 100 75 50 25 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Simulazione di funzionamento dell'impianto nel periodo 2003 - 2012 produzione media mensile 160000 140000 energia media mensile (kWh) 120000 100000 80000 60000 40000 20000 0 g f m a Mello Rella & Associati - ingegneria - m g l a s o n d Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 46 STIMA DI PRODUZIONE DELL'IMPIANTO NELL'ANNO IDROLOGICO SCARSO Per l'anno idrologico scarso la stima di produzione dell'impianto risulta la seguente. Anno idrologico scarso produzione complessiva dell'impianto (energia giornaliera e cumulata nell'anno) CENTRALE 1 + CENTRALE 2 1100000 7000 energia prodotta giornalmente 1000000 energia cumulata 900000 800000 5000 E anno = 714859 kWh 700000 4000 600000 500000 3000 400000 2000 300000 200000 1000 100000 0 5 15 25 35 45 55 65 75 85 95 105 115 125 135 145 155 165 175 185 195 205 215 225 235 245 255 265 275 285 295 305 315 325 335 345 355 365 0 giorni Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. energia cumulata (kWh) energia prodotta giornalmente (kWh) E giorno max = 5894 kWh 6000 Sintesi non tecnica 47 7 - DESCRIZIONE DELLE OPERE L'impianto idroelettrico è ad acqua fluente, con derivazione dal T. Cervo, poco a monte del Ponte della Maddalena, e restituzione in prossimità del ponte di Chiavazza. Il tratto di corso d'acqua sotteso all'impianto è lungo circa 850 metri. L'impianto è costituito da due distinte centrali di produzione, in modo da poter sfruttare separatamente i due salti geodetici disponibili, come già storicamente avveniva, conservando l'antico canale a cielo aperto all'interno del giardino per trasferire l'acqua dallo scarico della centrale di monte alla vasca di carico della centrale di valle. Le opere che costituiscono l'impianto, in sequenza da monte verso valle, sono: - opera di derivazione (compresi sistema di rilascio del D.M.V. e rampa per passaggio ittiofauna); - canale di adduzione; - vasca di carico centrale 1; - galleria e condotta forzata centrale 1; - centrale 1; - canale aperto; - vasca di carico centrale 2; - condotta forzata centrale 2; - centrale 2; - canale di restituzione; - opere di connessione all'Enel. OPERA DI DERIVAZIONE L'opera di derivazione è ubicata sostanzialmente nella stessa posizione in cui era presente la storica traversa ad arco in calcestruzzo (cosiddetta “diga Maddalena”) che in passato permetteva di prelevare acqua su entrambe le sponde, posta a metà tra la confluenza dei torrenti Cervo e Oropa e Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 48 il Ponte della Maddalena. La precedente struttura, già danneggiata nella parte centrale, in particolare in seguito all'evento di piena del 2002, è stata quasi totalmente demolita negli anni seguenti in occasione di interventi di sistemazione idraulica. Ne è rimasta solo una porzione residua in sponda sinistra, in prossimità della presa, che verrà demolita per realizzare la nuova opera. Si è invece ben conservato il vecchio canale in sponda destra che anticamente convogliava la portata derivata dalla "diga Maddalena" verso il ramo secondario del T. Cervo ed alimentava in successione una serie di stabilimenti industriali. Il primo tratto di canale, fin quasi ai resti del "Ponte delle Signore", crollato quasi completamente durante l'evento alluvionale del 2002 (il canale ne attraversa l'arcata minore che è l'unica parte rimasta indenne) è artificiale, ma quasi totalmente ostruito da depositi di materiale alluvionale, mentre quello successivo, fino al ramo secondario, è ricavato in roccia e risulta più pulito. Si intende sfruttare la presenza di questo canale per migliorare dal punto di vista ambientale le condizioni del ramo secondario del T. Cervo, particolarmente critiche per la presenza di vaste superfici di acqua stagnante. La nuova opera di presa, al superamento di una condizione di deflusso prefissata, potrà far defluire nel vecchio canale una parte della portata naturale del corso d'acqua, garantendo, con una certa frequenza, il ricircolo d'acqua nel ramo secondario. Attualmente questo avviene, invece, solo in occasione di eventi piena di una certa rilevanza. Per garantire questa funzione è necessario che nel vecchio canale vengano eseguiti il taglio della vegetazione e la rimozione dei depositi di materiale alluvionale, opere che il proponente intende realizzare quali misure di compensazione di carattere ambientale spontaneamente offerte (vedere elaborato A9). La traversa di derivazione prevista in progetto è suddivisa in una parte fissa ed una mobile; quest'ultima, posta centralmente rispetto all'alveo, è costituita da un sistema di ritenuta completamente abbattibile in caso di piena (paratoia gonfiabile con scudo metallico di protezione). Tale soluzione garantisce che i profili di piena non subiscano variazioni apprezzabili rispetto allo stato attuale, senza pertanto che siano modificate le condizioni di pericolosità del corso d'acqua (si rimanda per gli approfondimenti alla Relazione di compatibilità idraulica). Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 49 Nel corpo della traversa sono inoltre inseriti, sul lato orografico sinistro, il sistema per il rilascio del DMV e la successiva rampa per il passaggio dell'ittiofauna, e, tra questo e la gaveta centrale, la paratoia sghiaiatrice. La soluzione proposta è stata preventivamente concordata e condivisa con la Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici per quanto riguarda gli aspetti legati al paesaggio e con il Settore Decentrato OO.PP. e Difesa del Suolo della Regione Piemonte per le problematiche di natura idraulica. In particolare, con il Settore Decentrato OO.PP. di Biella sono stati esaminati e approfonditi anche gli ulteriori aspetti di natura idraulica emersi durante la fase di Verifica e l'attuale revisione del progetto contiene le modifiche e le precisazioni conseguenti a tali osservazioni. La parte fissa della traversa è formata da un nucleo centrale in calcestruzzo armato ammorsato al sottostante substrato roccioso con ancoraggi in barre d'acciaio, completamente rivestito da una struttura in massi arrotondati intasati con calcestruzzo, di forma approssimativamente trapezia. La presenza della roccia consente di escludere problemi di sifonamento. La realizzazione dell'opera di derivazione non può interferire sulla circolazione idrica nel ramo secondario, come è stato affermato nelle osservazioni del pubblico presentate in fase di Verifica, perché già attualmente esso non è alimentato dal torrente, essendo questo materialmente impedito dalla conformazione stessa della roccia, ma unicamente da immissioni laterali. Le due pareti inclinate di monte e valle sono mantenute volutamente irregolari, in modo da conferire alla parte in pietra una maggiore naturalità e favorire un migliore inserimento paesaggistico dell'opera, come desiderato dalla Soprintendenza. Per lo stesso motivo si prevede di impiegare, in particolare nella parte a vista, pietre d'alveo di volume non inferiore a 0,5 m3; queste potranno essere prelevate dagli scavi necessari per la realizzazione della stessa traversa, dalla pulizia del vecchio canale che alimenta il ramo secondario e dai modesti scavi necessari per liberare l'imbocco della presa, attualmente ostruito da materiale alluvionale. Diversamente dal progetto presentato per la fase di Verifica, non è più previsto il risezionamento dell'alveo in sponda destra, avendo valutato utile, in accordo con il Settore Decentrato OO.PP. e Difesa del Suolo, non alterare Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 50 eccessivamente l'attuale assetto morfologico dell'alveo per mantenere il flusso principale della corrente nella zona centrale. Qualora i massi d'alveo non fossero sufficienti, questi potranno essere integrati con altri forniti dall'impresa che, tuttavia, dovranno presentare forma, dimensioni e cromatismo del tutto simili a quelli già presenti. I massi di rivestimento dovranno essere ben ancorati al substrato roccioso sottostante e, soprattutto quelli del coronamento superiore, anche al nucleo centrale in calcestruzzo, per mezzo di chiodature (senza parti metalliche a vista). Il giunto in calcestruzzo fra i massi è mantenuto sufficientemente profondo in modo che, almeno sulle due pareti inclinate, risulti il più possibile nascosto dalla proiezione d'ombra delle stesse pietre. Anche in pianta la traversa presenta una forma piuttosto articolata che garantisce un miglior inserimento dell'opera dal punto di vista paesaggistico perché consente una composizione più armoniosa fra i vari elementi che la compongono, compresa la rampa per il passaggio dei pesci ad essa collegata. Il coronamento della parte fissa della traversa è a quota 401,65 m, leggermente più bassa della precedente "diga della Maddalena" (nel tratto che si è conservato la quota varia tra 401,81 e 401,98 m). Il tratto di traversa contro la sponda destra, per una larghezza di 3 m dal muro del fabbricato, è più basso di 5 cm per poter alimentare con maggiore frequenza il ramo secondario utilizzando l'antico canale. La traversa di derivazione presenta una gaveta centrale di 14,5 metri di larghezza, ribassata di 1,35 metri rispetto al coronamento fisso; in essa è installato un sistema di ritenuta dell'altezza utile di 1,30 metri che si abbassa automaticamente in caso di piena. La sommità della paratoia in esercizio è dunque 401,60 metri, che corrisponde al livello di invaso massimo senza tracimazione (il livello a cui corrisponde la derivazione massima è 401,53 m). Rispetto al progetto presentato in fase di Verifica, in accordo con il Settore Decentrato OO.PP. e Difesa del Suolo, la soglia della gaveta è stata abbassata di 30 cm e la larghezza ridotta di 2,50 metri, per mantenere il flusso della corrente nella zona centrale e non alterare l'attuale assetto morfologico dell'alveo. Inoltre, anche la quota del coronamento fisso è stato abbassato di 5 cm. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 51 Le nuove dimensioni della gaveta sono state valutate in modo che i livelli di piena, nella condizione di paratoia completamente abbattuta, subiscano modifiche ancor meno apprezzabili del progetto presentato in fase di Verifica, rispetto alla situazione attuale, come è dimostrato nello studio idraulico allegato. Tra la gaveta centrale e il dispositivo per il rilascio del D.M.V., ricavata fra i massi della traversa, è inserita la luce sghiaiatrice. Essa è dotata di paratoia metallica (sezione 1,10 x 1,50 m) ad azionamento automatico, posizionata in corrispondenza del nucleo centrale e, pertanto, totalmente invisibile all'esterno. Essa ha la funzione di mantenere pulita da sedimenti la zona di imbocco del canale di presa e la luce di rilascio del D.M.V. Viene azionata in modo automatico da un sensore di livello a monte della traversa, che si attiva quando l'acqua supera il livello 401,65, condizione in cui l'acqua comincia a sfiorare su tutta la traversa, e che ne garantisce il completo sollevamento prima che si raggiunga il livello di 401,80 a cui è previsto l'abbattimento della paratoia flessibile. PARATOIA FLESSIBILE CON SCUDO METALLICO Il sistema di ritenuta è una paratoia flessibile con scudo metallico. In pratica, funziona come una paratoia a ventola che, anziché essere regolata da un circuito oleodinamico con pistoni, viene sostenuta da un tubolare in tessuto gommato in un'unica campata, che può essere gonfiato ad aria o riempito d'acqua. In caso di aumento di portata, tale da determinare il superamento di un'altezza d'acqua predefinita sulla paratoia (nel caso assunta pari a 20 cm), il tubolare si sgonfia automaticamente facendo abbattere completamente lo scudo metallico, restituendo completamente libera la sezione della gaveta. L’impianto viene regolato da un sistema elettronico di controllo, collegato ad un sensore di livello a monte della traversa, ma lo sbarramento è in grado di abbattersi completamente, anche in caso di guasti o interruzione dell'energia elettrica, grazie ad una valvola a gravità che interviene meccanicamente al raggiungimento del livello prefissato, garantendo la massima sicurezza dal punto di vista idraulico (si rimanda per maggiori approfondimenti all'Elaborato A7 "Piano di Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 52 gestione e manutenzione") Il tubolare è realizzato in tessuto gommato con inserto tessile in poliammide rinforzato ad elevata tenacità allo scopo di conferire al manufatto gonfiabile l’allungamento necessario alle fibre per dissipare le sollecitazioni meccaniche trasmesse dallo scudo. Il cinematismo delle paratoie è realizzato senza componenti metalliche ma mediante cerniera continua in PE/PA ad elevata tenacità rivestita in materiale vulcanizzato sotto pressa, che funge anche da guarnizione di fondo. La paratoia a ventola è in acciaio, color ruggine, suddivisa in più moduli che vengono tra loro vincolati da strisce di tessuto gommato. Sono previsti teli di fine corsa che impediscono il ribaltamento dello scudo, realizzati in tessuto poliestere o poliammide ad elevata tenacità, anch'essi di color ruggine come lo scudo metallico. Inoltre la presenza dei teli consente di nascondere completamente alla vista il tubolare, che avrebbe altrimenti un evidente impatto. I teli di fine corsa ed il tubolare metallico, in caso di abbattimento, si ripiegano su se stessi e rimangono protetti al di sotto della stessa paratoia, evitando che il trasporto di materiale durante la piena li possa danneggiare. La scelta del color ruggine per lo scudo metallico e per i teli di fine corsa (le uniche parti a vista della paratoia) e, come si vedrà in seguito, anche per la griglia che copre il passaggio del D.M.V., è dettata dalla presenza, su entrambe le sponde del corso d'acqua, di antichi fabbricati industriali in generale stato di abbandono, con serramenti e parti metalliche da tempo arrugginiti. DISPOSITIVO PER IL RILASCIO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE Il sistema per il rilascio del DMV è costituito dalla sequenza di due luci tarate, fisse e non alterabili: una sottobattente rigurgitata, l'altra a stramazzo in parete spessa a efflusso libero. La seconda è posta in modo tale da realizzare un piccolo bacino di calma e mantenere sempre sommerso l'efflusso della luce sottobattente. Questa soluzione consente di meglio regolare la modulazione della portata rilasciata, senza compromettere la funzionalità dello stesso dispositivo per il passaggio dell'ittiofauna, essendo Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 53 prevista a valle dello stramazzo la rampa per i pesci. L'ipotesi di una semplice bocca a stramazzo sul corpo della traversa sarebbe risultata poco razionale, in quanto il rapporto fra portate derivate e rilasciate sarebbe stato fortemente condizionato dalla larghezza ridotta del canale di derivazione (il fattore di modulazione sarebbe aumentato fino al 40% in condizioni di massimo prelievo). Invece, la soluzione proposta consente, da una parte, di mantenere un rapporto di modulazione più congruo, dall'altra, di contenere le velocità di efflusso a valori compatibili con il passaggio dell'ittiofauna (si rimanda, per gli approfondimenti, alla Relazione Idrobiologica curata dal dott. Matteo Negro e dal dott. Pier Paolo Gibertoni). Le geometrie del sistema sono state dimensionate in modo da garantire il rilascio del DMV di base (720 l/s) quando il livello di monte raggiunge la soglia del canale di derivazione avendo cura di mantenere le velocità di efflusso attraverso le luci entro valori compatibili con la risalita della fauna ittica. Dopo vari tentativi di calcolo le dimensioni delle luci sono risultate le seguenti: - per la luce sottobattente: A = 0,48 m2 ottenuta con una luce di dimensioni 96 x 50 cm - per la bocca a stramazzo: L = 1,60 m con quota della soglia h.str = 400,20 m Per evitare che eventi di piena possano depositare pietre e tronchi nel bacino di calma interposto fra le due luci, che potrebbero richiedere l'intervento di mezzi meccanici altamente onerosi e di forte impatto ambientale, è prevista la realizzazione di un grigliato di copertura in profilati metallici ad H, color ruggine, amovibili in caso di necessità. Dal punto di vista della fauna ittica, questo elemento è assolutamente compatibile, essendo garantito un ampio passaggio della luce; anzi, può addirittura rappresentare una protezione contro la predazione da parte dell’avifauna ittiofaga (aironi e cormorani). Il materiale più fine che potrebbe attraversare la luce sottobattente e depositarsi nella vasca viene rimosso in modo automatico dall'apertura della paratoia sghiaiatrice, essendo il fondo inclinato verso l'imbocco e complanare con esso. La luce sottobattente è situata vicino alla paratoia sghiaiatrice, con una differenza di quota fra i due Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 54 fondi di 40 cm, in modo da evitare la formazione di depositi che ne possano progressivamente determinare l'ostruzione. Il sistema è dotato di asta idrometrica tarata, installata a monte della luce sottobattente, che consente un’immediata verifica del rispetto degli obblighi imposti anche da parte di personale non specializzato, come prevede il Regolamento Regionale n. 8/R del 17 luglio 2007 (vedere tavola T9). Il dispositivo di rilascio non è facilmente accessibile, pertanto è prevista anche l'installazione di un sensore di livello a monte della bocca, i cui dati saranno resi disponibili in tempo reale agli organi di controllo attraverso una pagina web dedicata. (cfr. Osservazione dell'Organo Tecnico riportato a pag. 3 del Verbale della seduta del 28/10/2013). RAMPA PER IL PASSAGGIO DELLA FAUNA ITTICA Il dispositivo per il rilascio del DMV alimenta la rampa per il passaggio della fauna ittica, situata a ridosso del muro di sponda esistente. Facendo riferimento alla Relazione Idrobiologica curata dal dott. Matteo Negro e dal dott. Pier Paolo Gibertoni, in base alle caratteristiche del corso d’acqua, della traversa e della specie prevalente, è stato scelto per il passaggio dei pesci una rampa rustica in pietrame. E', fra le varie soluzioni, quella che garantisce, in generale, il miglior inserimento dal punto di vista paesaggistico. Nel caso specifico, è ancora più favorevole in quanto la rampa presenta caratteristiche molto simili al paramento in pietra della traversa e si accosta ad essa in modo più gradevole, come se fosse il suo naturale proseguimento. Per ulteriori dettagli si rimanda alla Relazione Idrobiologica curata dal dott. Matteo Negro e dal dott. Pier Paolo Gibertoni. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 55 CONDIZIONI DI DEFLUSSO ALLA TRAVERSA AL VARIARE DELLA PORTATA La traversa di derivazione è stata progettata considerando i seguenti criteri di funzionamento: - fino al DMV base (720 l/s) tutta la portata naturale deve essere rilasciata e deve essere materialmente impedito il prelievo (il livello si mantiene al di sotto della soglia di imbocco del canale di derivazione); - quando la portata naturale è superiore a 720 l/s ed è possibile il prelievo, il DMV deve essere rilasciato secondo la modulazione indicata; - quando il prelievo ha raggiunto il valore massimo di concessione (1600 l/s), l'acqua in eccesso, oltre quella che transita dalle luci del D.M.V., si vuole far defluire prioritariamente sullo scudo metallico (ancora innalzato) della paratoia flessibile e, contemporaneamente, nel canale esistente in sponda destra per alimentare il ramo secondario (opera di compensazione ambientale); - quando l'acqua comincia a sfiorare su tutto il coronamento della traversa entra in azione, in automatico e in modo graduale, la paratoia sghiaiatrice; - quando l'altezza d'acqua sulla paratoia flessibile raggiunge 20 cm, il tubolare si svuota automaticamente e lo scudo si abbatte completamente restituendo l'intera sezione della gaveta. CANALE DI ADDUZIONE E VASCA DI CARICO CENTRALE 1 Per il canale di adduzione viene mantenuta la vecchia galleria situata sotto il cortile del fabbricato in sponda sinistra, che ha uno sviluppo di circa 65 metri. La sezione d'imbocco nel muro d'alveo, ad arco, misura 2 metri di larghezza e circa 80 cm di altezza in chiave. La quota della soglia è 400,93 metri. La vasca di carico è prevista nella camera situata alla fine della galleria; già storicamente questo vano assolveva a questa funzione per il salto sfruttato all'interno del fabbricato, alimentato attraverso un'apertura laterale dotata di paratoia. E' presente uno sfioratore laterale di troppo pieno a quota 401,30, in buone condizioni, con luce di scarico nel muro di sponda, che viene conservato Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 56 come scarico di emergenza. Un collegamento by-pass esterno al fabbricato aveva la funzione di mantenere attive le utenze di valle qualora il primo salto non fosse sfruttato: questo passaggio è quello che si intende utilizzare nel nuovo impianto per alimentare la galleria in roccia direttamente dalla vasca di carico. Dal punto di vista degli interventi, si rendono necessarie solo alcune modeste opere murarie di modifica e adattamento e una generale pulizia di tutta la galleria dal materiale inerte che è probabile si sia depositato durante le piene. Nel canale, lungo il muro di sponda, sono già presenti alcune luci di scarico dotate di paratoia vengono mantenute e riattivate con l'installazione di nuove paratoie ad azionamento automatico. La prima, poco distante dall'imbocco, ha funzione di dissabbiatore. Quella successiva, immediatamente a valle della spalla del Ponte delle Signore, oltre ad avere la funzione di ulteriore dissabbiatore, viene destinata anche come ispezione. Per questo motivo si prevede un modesto incremento dell'altezza attuale. L'ultima luce, alla fine del muro di sponda, è lo scarico dello sfioratore di troppo pieno. Le nuove paratoie saranno installate incassate in modo da non risultare visibili dall'esterno. Per quanto riguarda l'imbocco del canale, dovrà essere installata una paratoia piana di esclusione e regolazione del prelievo e una griglia fissa in acciaio dotata di sgrigliatore automatico per arrestare il materiale in sospensione. La paratoia è installata in aderenza al muro d'alveo in cui è ricavata la finestra di presa. I gargami, lo stelo e gli organi di manovra sono rivestiti da una struttura scatolare in acciaio color ruggine che ha anche la funzione di proteggezione dagli urti. Oltre ad escludere la derivazione in caso di necessità (ad esempio in condizioni di piena con elevato trasporto in sospensione), la paratoia ha anche lo scopo di regolare la quantità d'acqua prelevata affinché non venga superata la portata massima di concessione, assolvendo pertanto alla funzione di limitatore di portata. Infatti, al superamento della portata massima derivabile, la chiusura della paratoia sarà azionata automaticamente da un sistema elettronico che, ricevendo il dato fornito dal misuratore di portata Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 57 installato sulla condotta a monte della centrale 1, interviene in modo da mantenere costante il prelievo al valore massimo di concessione, indipendentemente dal livello d'acqua che si instaura a monte della traversa. A ridosso della paratoia è collocata la griglia per arrestare il materiale trasportato dalla corrente; è l'unica presente prima della turbina, non essendo possibile inserirne una seconda all'interno della galleria o nella vasca di carico per problemi di ispezione, pertanto la spaziatura dev'essere quella adeguata al tipo di turbina installata (25-30 mm). Considerate le difficoltà di accesso, che non rendono possibile l'asportazione del materiale sgrigliato, è prevista una griglia a lame orizzontali con sgrigliatore a scorrimento laterale senza estrazione. Un'apertura che scarica nella luce sghiaiatrice, attraverso una tubazione inserita nel corpo della traversa, si attiva contemporaneamente alla messa in funzione del pettine e crea una corrente di richiamo in grado di allontanare il materiale sgrigliato. Lo sfioratore della vasca di carico (401.30 m) è più alto della soglia di imbocco del canale (400.93 m); per garantire il prelievo in ogni situazione di portata, il livello nella vasca di carico non può essere mantenuto costante alla quota massima, ma deve essere adattato alle diverse condizioni che si stabiliscono a monte della presa. Il carico nella vasca deve essere regolato dalla turbina in funzione della portata prelevata, secondo una legge di variazione che consenta di sfruttare al meglio il salto disponibile. Dopo varie verifiche si è adottata l'equazione lineare: h(carico) = 400,9 + 0,25 Q che fornisce i seguenti risultati Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 58 GALLERIA E CONDOTTA FORZATA ALIMENTAZIONE CENTRALE 1 La portata derivata, mantenuta in pressione dalla vasca di carico, viene convogliata alla centrale 1, nel primo tratto, attraverso la galleria in roccia esistente, che viene alimentata direttamente dal collegamento by-pass per evitare il passaggio all'interno del fabbricato (non di proprietà) e, nel tratto successivo, da una nuova condotta metallica, che viene posata in una breve parte del canale a cielo aperto che costeggia il torrente a valle della galleria. Sia la galleria che il canale sono di proprietà del proponente ed erano i manufatti che già storicamente consentivano di trasportare l'acqua dalla restituzione del primo salto verso valle per lo sfruttamento nei successivi fabbricati industriali. La galleria, interamente scavata in roccia, presenta una sezione ad arco, di larghezza 1,80 metri, altezza 1,80 metri e si sviluppa per circa 110 metri, secondo quanto riportano i disegni reperiti presso gli archivi storici del proponente. Sono state verificate le condizioni della galleria circa l'idoneità della stessa all'utilizzo in pressione, essendo questa una osservazione dell'Organo Tecnico evidenziata nella seduta del 28/10/2013 della fase di Verifica (pag. 7 del relativo verbale), successivamente trattata anche durante la Conferenza dei Servizi del 05/11/2013. Per valutare lo stato della roccia, si è proceduto preliminarmente ad una ispezione con videocamera e successivamente ad un sopralluogo del tratto terminale di valle che è stato ripulito dai depositi di ghiaia e sabbia. L'esito di tali verifiche sono dettagliatamente illustrate nella Relazione geologica (Elaborato A10) a cui si rimanda per i necessari approfondimenti. Di seguito se ne riassumono le conclusioni. Le condizioni riscontrate nei tratti indagati consentono di confermare l'idoneità della galleria quale tratto di condotta in pressione, stante le ottime condizioni litologiche e la limitata presenza di fratturazioni attraverso le quali potrebbero aversi infiltrazioni e perdite idriche. A garanzia della tenuta idraulica della galleria in corrispondenza di fratturazioni più aperte è prevista la messa in opera di resine poliuretaniche a consistenza fluida, soggette a rilevante espansione e con indurimento rapido, prodotti usualmente impiegati per l'impermeabilizzazione di Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 59 rocce interessate da venute d'acqua o di strutture in calcestruzzo fessurate. Oltre a questo intervento, naturalmente, dovrà essere completata la pulizia della restante porzione di galleria dai depositi sabbiosi e ghiaiosi. In posizione arretrata rispetto allo sbocco della galleria in modo da non risultare visibile dall'esterno, deve essere realizzato un tamponamento in calcestruzzo all'imbocco della condotta metallica che garantisca la necessaria tenuta idraulica nel punto di raccordo. Il canale esistente, nel primo tratto vicino allo sbocco della galleria, fiancheggia il torrente; poi, attraversato il muro di sponda, prosegue all'interno del giardino di proprietà per la maggior parte del suo sviluppo. La centrale 1 è prevista appena a valle del muro, pertanto la posa della condotta metallica interessa solo il breve tratto di canale che si affaccia sul torrente, tra la galleria e il muro di sponda, e, a valle di questo, ancora i pochi metri necessari per raggiungere la turbina. La tubazione viene alloggiata all'interno del canale e completamente ricoperta di ghiaietto o sabbia, in modo da essere protetta dall'esposizione diretta dei raggi solari e, soprattutto, risultare completamente nascosta da qualunque punto di osservazione. Il canale apparirà esattamente come è oggi: quasi completamente ostruito dal materiale che le piene del corso d'acqua hanno depositato. Per gli interventi di posa della condotta nel canale e di pulizia della galleria, considerata la scarsa accessibilità dei luoghi, è previsto che il trasporto delle macchine operatrici, il carico e lo scarico dei materiali vengano eseguiti ricorrendo all'uso dell'autogru, da posizionare sulla sovrastante via C. Sella. La scelta del diametro della nuova condotta discende da criteri tecnico - economici: da una parte è necessario ridurre il più possibile le perdite di carico ed ottimizzare la producibilità dell'impianto, dall'altra devono essere attentamente valutati la sostenibilità economica dell'intervento e le difficoltà tecniche legate alla natura dei luoghi e ai manufatti preesistenti. Da questa analisi, è stata scelta una condotta in acciaio con diametro interno di 1000 mm, protetta esternamente con rivestimento poliuretanico ed internamente con resina epossidica. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 60 CENTRALE 1 La centrale 1 è posizionata a valle del Ponte della Maddalena, nel terreno di proprietà denominato Giardino delle Fabbriche, che fa parte del complesso immobiliare ex Lanificio Maurizio Sella, vincolato ai Beni Culturali e Paesaggistici ai sensi del D.Lgs 42/04. Essa sfrutta sostanzialmente lo stesso salto geodetico che storicamente veniva utilizzato all'interno dello stabilimento ex Lanificio Boussù. La galleria esistente e la nuova condotta metallica prevista nel primo tratto di canale che costeggia il torrente ne costituiscono la linea di alimentazione in pressione, mentre la restituzione della portata turbinata avviene nell'antica roggia che, attraversato il giardino, alimenta la successiva centrale 2. Si prevede di realizzare il locale centrale nell’estremità posta a Nord Ovest del Giardino in corrispondenza del tratto iniziale dell’antica Roggia Molinaria, a ridosso del muro di difesa spondale che separa il Giardino dal Torrente Cervo. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 61 Nel corso dei lavori di risanamento e restauro conservativo del Giardino della Fabbriche era stato effettuato un intervento di riqualificazione dell’intero Giardino, che deve essere completato proprio in corrispondenza dell’area in cui si prevede di inserire la centrale 1, dopo aver definito le opere inerenti la derivazione idroelettrica. Per consentire un miglior inserimento paesaggistico e ridurre il più possibile l'occupazione dell'antica roggia, che è, invece, obiettivo del progetto recuperare ed evidenziare quale elemento di rilievo nella riqualificazione complessiva del Giardino, è necessario posizionare la centrale il più vicino possibile al muro di sponda, compatibilmente con i raggi di curvatura della condotta posta a monte, e contenere le dimensioni del manufatto a quelle strettamente indispensabili per il solo alloggiamento di turbina e generatore, potendo installare i quadri elettrici ed il trasformatore nella successiva centrale 2. In merito all'osservazione emersa in fase di Verifica di posizionare la centrale 1 all’esterno della fascia di rispetto di cui al R.D. 523/1904, secondo la nota del Settore Decentrato OO.PP. e Difesa del Suolo della Regione Piemonte prot. n. 67213/14.09 del 04/11/2013, si è valutato, in accordo con lo stesso settore regionale, di realizzare una struttura in metallo facilmente rimovibile in caso di necessità, anziché in calcestruzzo come originariamente previsto. La turbina è collocata all’interno del canale esistente, che verrebbe modificato con un allargamento ai lati e un abbassamento del fondo, solo nel tratto strettamente necessario per consentire il posizionamento delle apparecchiature della centrale. La sovrastante struttura metallica di copertura rimovibile ha le dimensioni strettamente indispensabili per l’alloggiamento della turbina e del generatore. I quadri elettrici e il trasformatore sono collocati nella successiva centrale 2, che si trova a valle, all’interno degli esistenti fabbricati del complesso immobiliare Lanificio Maurizio Sella, per questo non è prevista nella centrale 1 la presenza di personale per la gestione ordinaria dell’impianto. Nell'allega tavola di progetto T10 si riportano le caratteristiche geometriche della centrale 1 con l'indicazione dei livelli di piena con Tr 200 e 500 anni, desunti da Studio idraulico per la realizzazione delle difese spondali lungo il Torrente Cervo, redatto dall'ing. Paolo Mello Rella, Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 62 prima della demolizione della traversa “Cerruti” posta a valle. Si ricorda infine che l’ubicazione del manufatto sopraccitato, che ospiterà la turbina, è stata individuata in corrispondenza del tratto iniziale dell’antica roggia molinaria in prossimità del muro di difesa spondale, per specifiche esigenze paesaggistiche e architettoniche in un contesto vincolato ai Beni Culturali e Paesaggistici. Proprio in ottemperanza alle richieste espresse dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio della Regione Piemonte si rende necessario mitigare l’impatto visivo del manufatto, ricoprendolo con terreno inerbito e rivestendo la facciata con pietre. Si precisa però che si tratta di un semplice rivestimento lapideo facilmente rimovibile come la struttura metallica. Per inserire il tubo diffusore all’uscita della turbina dovrà essere abbassato il livello del fondo della roggia in uscita dalla centrale di circa 1,5 m; il dislivello rispetto al fondo attuale della roggia verrà recuperato nella lunghezza di circa 5 m. Nella centrale 1 è prevista l'installazione di una turbina Kaplan a doppia regolazione ad asse orizzontale, con generatore asincrono, anch'esso ad asse orizzontale. In corrispondenza della centrale è prevista una tubazione by-pass che, in caso fosse necessario interrompere il funzionamento della turbina 1, garantisce comunque l'alimentazione del canale e la produzione della successiva centrale 2. CANALE DI ADDUZIONE E VASCA DI CARICO CENTRALE 2 Il progetto prevede di utilizzare l'attuale canale che attraversa il Giardino delle Fabbriche per convogliare a pelo libero la portata scaricata dalla centrale 1 fino alla vasca di carico della centrale 2. Con l'occasione si intende quindi recuperare e rendere nuovamente funzionale l'antica roggia che storicamente trasportava le acque prelevate dal torrente Cervo per generare forza motrice, che è un elemento di particolare interesse nell'ambito della riqualificazione complessiva dell'intera area, essendo, peraltro, esplicito riferimento del vincolo della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici istituito nel 1988. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 63 Gli attuali muri in pietra delle sponde del canale vengono naturalmente conservati, prevedendo solo limitati e puntuali interventi di ricucitura laddove presentano segni di degrado. Il fondo, attualmente in terra, deve invece essere ricondizionato, anche per garantire una maggiore stabilità agli stessi muri di sponda, prevedendo la realizzazione di un fondo in calcestruzzo lavato con ciottoli a vista (utilizzando nell'impasto inerti fino a 50 mm). Prima di raggiungere la vasca di carico, nel canale viene installata una griglia dotata di sgrigliatore automatico a catena, nella stessa posizione in cui è ancora presente quella storica, che sarà rimossa ed alloggiata sotto la tettoia come testimonianza di archeologia industriale. Lo sfioratore laterale situato a monte della griglia deve essere recuperato per essere utilizzato come scarico di emergenza. La vecchia paratoia di scarico deve essere sostituita da una nuova che ha la funzione di restituire la portata derivata al torrente Cervo qualora fosse necessario escludere la seconda centrale. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 64 La vasca di carico, situata lungo la roggia poco a monte del fabbricato adibito ad Università Aziendale, è già stata realizzata dalla proprietà contestualmente agli interventi di recupero del complesso edilizio, così come la posa del successivo tratto di condotta metallica fino al partitore, in virtù dei seguenti titoli autorizzativi: - Comune di Biella: D.I.A. n° 492 del 20/11/2009 (valida fino al 05/03/2016 a seguito di proroga) - Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici: parere prot. n° 3915 CL 34.19.07/102.50 del 05/03/2010. Ciò si rese necessario ed opportuno in quel momento trattandosi di interventi che non sarebbero più stati realizzabili in futuro per l'inaccessibilità dei siti ad avvenuto completamento dell'intervento edilizio. La vasca di carico è stata realizzata conformemente al progetto depositato, da cui sono tratti i particolari riportati nella tavola T6. Essa è ottenuta semplicemente con un locale abbassamento del fondo della roggia in corrispondenza dell'imbocco della condotta forzata, in modo da garantire un Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 65 sufficiente battente d'acqua ed un minimo volume per la sedimentazione. Per questioni di sicurezza la vasca di carico è coperta da lastre di pietra e l'ultimo tratto di canale (circa 20 metri) da traversine in legno. Il livello nella vasca di carico della centrale 2 viene mantenuto costante alla quota dello sfioratore posizionato più a monte (394,65 metri). CONDOTTA FORZATA CENTRALE 2 Dalla vasca di carico ha inizio la condotta forzata che alimenta la centrale 2. La posa della tubazione metallica era già prevista nel precedente progetto, che comprendeva anche la realizzazione della vasca di carico, autorizzato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici (prot. n° 3915 CL 34.19.07/102.50 del 05/03/2010) e presentato al Comune di Biella con D.I.A. n° 492 in data 20/11/2009 (valida fino al 05/03/2016 a seguito di proroga). Nel primo tratto, fino al "partitore", la tubazione è già stata posata in occasione dei lavori di recupero dei fabbricati, non essendo più possibile tale intervento in futuro per l'inaccessibilità dei siti ad avvenuto completamento delle opere edili. Nel secondo tratto, che comprende l'attraversamento della vasca del "partitore" ed il successivo tratto fino alla centrale 2, è invece ancora da eseguire. L'attuale progetto conferma sostanzialmente le stesse previsioni degli elaborati precedentemente descritti ed autorizzati. Come già espresso in precedenza, il diametro della condotta viene definito in base a criteri tecnico economici: da una parte, è necessario ridurre le perdite di carico ma, dall'altra, devono essere attentamente valutati la sostenibilità economica dell'intervento e le difficoltà tecniche legate alla natura dei luoghi e ai manufatti preesistenti. Da questa analisi, considerando in particolare le dimensioni dei vecchi cunicoli e la disponibilità di spazi ridotti, è stata scelta una condotta in acciaio con diametro interno di 1000 mm, protetta esternamente con rivestimento poliuretanico ed internamente con resina epossidica. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 66 Lo sviluppo complessivo della tubazione è di circa 230 metri; di questi metà risultano ancora da eseguire. La posa della condotta nella vasca del "partitore" diventa anche l'occasione per eseguire l'intervento di recupero del manufatto storico, che era una condizione rispetto a cui la Soprintendenza aveva vincolato il proprio parere. L'intervento viene dettagliatamente descritto nel paragrafo successivo. A valle del "partitore", per un ampio tratto, la condotta può essere posata direttamente all'interno del cunicolo che alimentava la vecchia turbina, evitando in questo modo la realizzazione di nuovi scavi. PARTITORE Stato di fatto La vasca del partitore si trova all’interno del complesso immobiliare ex Lanificio Maurizio Sella, vincolato ai Beni Culturali e Paesaggistici ai sensi del D.Lgs 42/04 ed è in adiacenza al fabbricato più antico e risalente al XVI secolo, all’interno del quale si trovava la Cartiera. La vasca aveva lo scopo di ripartire le acque che arrivavano dalla roggia molinaria verso le altre rogge poste a valle, che trasportavano l’acqua per le attività produttive site negli immobili del Lanificio. Attualmente il partitore ha perso la funzione di ripartizione delle acque, anche se sono stati conservati gli elementi del vecchio sistema di ripartizione, quali le paratoie e i canali di collegamento con le rogge poste a valle, mentre sono rimaste solo alcune parti della barriera in legno per il convogliamento delle acque. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 67 Descrizione intervento Il progetto dell’impianto idroelettrico prevede che la condotta forzata sia interrata lungo l’intero percorso all’interno del complesso immobiliare ex Lanificio Maurizio Sella ad eccezione del tratto che attraversa la vasca del partitore. La condotta, uscendo dall’arco in mattoni dell’immobile denominato “Cartiera”, si immette nella porzione posta a Sud est della vasca ed esce dalla vasca immettendosi nell’antico canale della roggia storica. In questo tratto si prevede che resti interrata solo la parte inferiore della condotta per circa 40 cm, mentre la parte rimanente resterà a vista. Interventi di mitigazione Nel tratto a vista si utilizzerà un colore diverso da quello della condotta interrata in modo tale da evidenziare e non nascondere la presenza della tubazione. Si prevede inoltre di ripristinare la presenza dell’acqua all’interno della vasca, riattivando sia la sorgente d’acqua sia la derivazione dal lago, entrambi provenienti dalla collina di San Gerolamo posta a monte del partitore: in questo modo all’interno della vasca si avrà un livello d’acqua Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 68 variabile in funzione delle condizioni meteorologiche e comunque con una quota massima pari alla quota di imposta dell’arco, da cui uscirà la condotta dalla Cartiera. Si procederà inoltre con gli interventi di risanamento conservativo sia delle opere murarie, quali l’arco in mattoni della Cartiera, sia delle opere di ripartizione delle acque, quali le paratoie e la barriera in legno, che serviva per distribuire le acque provenienti dalla roggia molinaria Eventuali ulteriori opere di mitigazione verranno valutate nel corso dell’esecuzione dei lavori. CENTRALE 2 E CANALE DI RESTITUZIONE Posizione e stato di fatto La centrale idroelettrica 2 verrà installata all’interno dell’immobile adibito ad archivio della Fondazione Sella, facente parte del complesso immobiliare ex Lanificio Maurizio Sella, vincolato ai Beni Culturali e Paesaggistici ai sensi del D.Lgs 42/04. In questa porzione di immobile si trovava la storica centrale per la produzione di energia con vasca di carico, che veniva alimentata dalle rogge presenti all’interno del complesso immobiliare. Descrizione intervento Il progetto prevede il posizionamento della turbina all’interno del locale originariamente adibito a vasca di carico, posto ai livelli -1 e -2 del fabbricato, e il mantenimento, al livello -2, dell’antico locale che ospitava la vecchia turbina, in cui verranno conservate e mantenute le parti ancora esistenti della precedente centrale. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 69 Al piano terra del fabbricato verrà ricavato il locale quadri elettrici, spostando verso Est l’ingresso all’archivio della Fondazione Sella. In corrispondenza del solaio di calpestio del piano terra verrà sostituta una parte del solaio con un grigliato metallico, per calare dall’alto la turbina e per gli eventuali successivi interventi di sostituzione di alcuni componenti. Verrà inoltre realizzata una scala metallica a chiocciola per accedere alla turbina, posta sul solaio del livello -2, per gli interveti di manutenzione. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 70 Non verrà eseguito nessun intervento comportante modifiche alla sagoma esterna e al prospetto del fabbricato ed esternamente non sarà visibile l’ingresso della condotta all’interno della centrale. Verrà inoltre conservata la rampa esistente di accesso all’archivio della Fondazione Sella. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 71 Turbina Anche nella centrale 2, come in quella precedente, è prevista l'installazione di una turbina Kaplan a doppia regolazione ad asse orizzontale, con generatore asincrono, ma di potenza praticamente doppia rispetto alla prima. Riguardo ai rendimenti di turbina e generatore, valgono le stesse considerazioni già fatte in precedenza. Canale di restituzione La centrale 2 scarica nel vecchio canale che restituisce la portata al torrente Cervo, ancora in ottimo stato di conservazione. E' previsto solo un intervento di manutenzione per rimuovere i sedimenti che si sono depositati nell'ultimo tratto in occasione delle piene. Il livello d'acqua all'uscita del diffusore della turbina, rispetto a cui viene determinato il salto utile, è 381,15 metri. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 72 Il canale si sviluppa all'interno del fabbricato di proprietà che costeggia il torrente fino al punto di restituzione, situato appena a monte del Ponte di Chiavazza. E' stata presa in considerazione l'ipotesi di spostare la restituzione più a monte per ridurre il tratto di corso d'acqua sotteso all'impianto, ma non è risultata ammissibile per problemi legati ai livelli di piena. OPERE PER CONNESSIONE RETE ENEL Descrizione intervento Il punto di consegna dell’energia idroelettrica sarà all’interno dell’esistente cabina ENEL, collocata in una porzione compartimentata del fabbricato, facente parte del complesso immobiliare Lanificio Maurizio Sella, situato lungo la via Corradino Sella, che collega i due ponti che attraversano il Cervo denominati di Chiavazza e della Maddalena. Utilizzando le infrastrutture esistenti interrate e le intercapedini dei fabbricati, verrà posato un cavo Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 73 di media tensione tra la centrale idroelettrica 2 e la cabina di trasformazione del Lanificio Maurizio Sella, adiacente al locale della cabina ENEL; all’interno della cabina di trasformazione verrà installato l’interruttore generale di protezione. All’interno della cabina ENEL verrà ricavato il locale contatori, con acceso separato dal resto della cabina: per evitare la realizzazione di un nuovo accesso sulla via Corradino Sella, con conseguente modifica del prospetto dell’immobile, si prevede di ricavare all’interno della cabina un corridoio su cui saranno realizzate le porte di accesso separate ai due locali. Non verrà eseguito nessun intervento comportante modifiche alla sagoma esterna e al prospetto del fabbricato, gli unici interventi previsti compartono una diversa distribuzione interna del locale cabina ENEL. In uno specifico elaborato è riportata tutta la documentazione amministrativa relativa ai rapporti con Enel. MISURAZIONE DELLE PORTATE PRELEVATE La misurazione dei prelievi e delle restituzioni è regolamentata dalla Regione Piemonte con Decreto della Presidente della Giunta Regionale 25 giugno 2007, n. 7/R, “Prima definizione degli obblighi concernenti la misurazione dei prelievi e delle restituzioni di acqua pubblica (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61)”. L’impianto idroelettrico in progetto è soggetto all'obbligo di installazione degli strumenti di misura e registrazione delle portate in quanto rientra nel campo di applicazione del regolamento, ai sensi dell'art. 4 comma 1 lettera a) del citato DPGR; essendo ad acqua fluente, ai sensi dell’art. 3 comma 2 dello stesso regolamento, non è invece soggetto alla misurazione delle restituzioni. Nel tratto rettilineo di condotta forzata che precede la prima centrale è prevista l’installazione di un misuratore magnetico che consente la registrazione dei valori rilevati su supporto informatico, consentendo quindi anche misurazioni volumetriche. Il misuratore di portata è collegato al sistema elettronico che comanda automaticamente l'apertura Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P. Sintesi non tecnica 74 della paratoia all'imbocco del canale di presa, che ha la funzione di limitare il prelievo alla portata massima di concessione. Mello Rella & Associati - ingegneria - Studio Tecnico di Fanton F. Gattardi L. Martiner Testa D. Massarotti E. Mello Rella P.