Le imposte Le entrate veneziane IMPOSTE INDIRETTE IMPOSTE DIRETTE DEBITO PUBBLICO VARIE 1 Le entrate veneziane IMPOSTE INDIRETTE DAZI AL CONSUMO DAZI DI ENTRATA, USCITA E TRANSITO DAZIO DEL SALE Le entrate veneziane IMPOSTE DIRETTE VENEZIANI: IMPRESTITI, POI DECIMA E TANSA SUDDITI: GRAVEZZE 2 Le entrate veneziane DEBITO PUBBLICO IMPRESTITI DECIME A RESTITUIR MONTI DEPOSITI IN ZECCA PRESTITI COLLEGATI AL SISTEMA ELETTORALE Le entrate veneziane VARIE BENI DEMANIALI: beni comunali beni del fisco beni dei ribelli miniere POLITICA MONETARIA 3 La terraferma: le imposte dirette ONERI PERSONALI Lavori pubblici Opere militari Cernide e ordinanze Guastatori rematori ONERI REALI Dadia delle lance Prestiti e sussidi Ordini di banca 1517: tassa delle genti d’arme 1528: ordinanze di archibugieri 1529: Sussidio La terraferma: le imposte dirette: La dadia delle lance 1411: Padova offre 100 lance a Venezia per guerra contro Sigismondo d’Ungheria 1417: il dono diventa obbligo e viene esteso a Verona e Vicenza Anni successivi: contributo in denaro 1434: anche Treviso e Brescia ( in tutto 100.000 duc. Poi nel corso del ‘400 il totale si riduce a 70.000 4 La terraferma: le imposte dirette: la dadia delle lance Imposta di quotità e non di ripartizione L’ammontare è stabilito dal centro e viene ripartito per quote (carati) tra le varie province All’interno delle varie province viene suddiviso tra i corpi contribuenti: città, clero e territorio 5 I rettori in terraferma i centri principali Padova 1 podestà 1 capitano 2 Camerlenghi 2 castellani 1 podestà 1 capitano 1 camerlengo 1 podestà 1 capitano 2 camerlenghi 2 castellani Treviso 1 podestà e capitano 2 camerlenghi 1 podestà e capitano 1 podestà e capitano 1 luogotenente 1 marescalco 1 tesoriere Vicenza Verona Belluno Feltre Udine Bergamo 1 podestà 1 capitano 1 camerlengo 1 podestà 1 capitano 2 camerlenghi 1 castellano Brescia Rovigo 1 podestà e capitano 1 camerlengo Crema 1 podestà e capitano 1 camerlengo Podestà Podestà Podestà I Rettori in Terraferma: i centri minori TREVISO Conegliano Serravalle Podestà e Capitano Podestà Asolo Podestà Castelfranco Mestre Podestà Podestà Noale Motta Oderzo Portobuffolé Podestà Giurisdizioni private Collalto – Ceneda – Cordignano – Valmareno - San Polo - San Donà 6 7 I Rettori in Terraferma: i centri minori PADOVA Cittadella Podestà Este Podestà Monselice Podestà Camposampiero Podestà Castelbaldo Podestà Piove di Sacco Podestà Montagnana Podestà Vicariati del comune di Padova Mirano, Oriago, Teolo, Arquà e Anguillara 8 I rettori in terraferma: i centri minori. VICENZA Lonigo Podestà Podestà Bassano Marostica Podestà e capitano Podestà Cologna Vicariati del comune di Vicenza ……………………………….. Territorio vicentino Podesterie veneziane Vicariati cittadini Giurisdizioni private 9 I rettori in terraferma: i centri minori. VERONA Legnago Soave Podestà e provveditore Capitano Peschiera Podestà e provveditore Vicariati del comune di Verona Vicariati privati ……………. 10 I rettori in terraferma: i centri minori. BRESCIA Asola • Salò provveditore • Anfo • castellano Lonato provveditore castellano Provveditore Orzinuovi provveditore Vicariati del comune di Brescia ……………. Vicariati privati 11 I rettori in terraferma: i centri minori. BERGAMO Romano Podestà e provveditore Martinengo Podestà e provveditore Vicariati del comune di Bergamo Quadre ……………………………….. La terraferma: le imposte dirette: la ripartizione Quota di tutta la Terraferma QUOTA PROVINCIALE (carato) CITTA’ CLERO TERRITORIO 12 La terraferma: le imposte dirette: la ripartizione CITTA’ CLERO TERRITORIO La terraferma: le imposte dirette: la ripartizione CITTA’ TERRITORIO Capacità contributiva di città e territorio in presenza di trasferimenti di proprietà. Per riequilibrare le quote di imposta è necessario rifare la ripartizione 13 La dadia delle lance: ripartizione Provincia Quota Trevigiano 10.000 Padovano 24.000 Vicentino 14.000 Veronese 6.000 Bresciano 14.000 Totale 68.000 La terraferma: le imposte dirette: la ripartizione CARATO PROVINCIALE ESTIMO GENERALE’ CITTA’ CLERO TERRITORIO 14 La terraferma: le imposte dirette: la ripartizione CARATO DEL CORPO (Città, clero, territorio) ESTIMO PARTICOLARE’ Appartenenti al corpo (cittadini, ecclesiastici, distrettuali’ Economia 15 Le “vie” del sale veneziano Il commercio mediterraneo alla fine del Medioevo Italia centro settentrionale Europa centrale e nord occidentale Prodotti manifatturieri (tessili) Metalli preziosi e ferro Levante 16 Il commercio mediterraneo alla fine del Medioevo Levante musulmano e colonie ”da mar” spezie droghe allume e materie tintorie cotone e seta grano, vino e frutta secca sale Venezia e Europa Le mude Mude: convogli di navi organizzati per i trasporti commerciali Prima del ‘200: Adriatico Dal XIII secolo: in tutto il Mediterraneo Dagli anni trenta del ‘300 il Senato comincia a mettere all’incanto le galere “grosse” di proprietà statale per noleggiarle al miglior offerente (patrono della galera) Capitanio del convoglio: ufficiale statale stipendiato Compagnie delle galere (parcenevoli) Periodo aureo: il ’400 17 Le mude Romania (Costantinopoli) Siria (Cipro e piccola Armenia) Alessandria (Egitto) Inghilterra e Fiandre (dal 1317) Aigues Mortes (dal 1402) Barbaria (Tripoli, Tunisi) dal 1436 “trafego” (porti Africa del Nord) 18 Le galere Navi “pubbliche” (quasi sempre) costruite in Arsenale Galere “grosse”: 2-3 alberi 250-300 tonnellate di carico 180 uomini di equipaggio Galere sottili: Più lunghe e sottili 1 albero Navi da guerra 19 20 Le navi “tonde” Cocche (fino a fine ‘400) Caracche (600-700 tonn.): XVI sec. Galeoni 21 22 23 Le difficoltà della navigazione a vela G. Priuli, Diari, vol. II Adì 9 dicto [settembre 1501]. Ni foronno lettere da Lisbona di Portogallo de primo di agosto, et per lettere da Genoa et da Lion et diversse bande se intendeva come in Portogallo heranno gionte le charavelle charige di spettie, che se aspectavanno, [.,..], quale venivanno da Cholochut tre dele dite charavelle, et una dala mina de l’oro, la qual avea grande quantità de auro. Et sopra dicte charavelle aveanno quella quantitade de spettie, che di sopra se diceva, tamen variamente se parlava, chuj piui et chuj menno; unum est che ni hera quantitate grandissima di spetie, maxime piper et chanelle et zenzer; pochi altri dicevanno esser cantara 300 di spettie in tutto, et uno canter hera l. 150 di pexo. Tamen pocho per hora importava la quantitade dele spetie, ma la importantia hera il viazo trovatto et il trafego, che ogni anno se trazevanno piui quantitade di spetie. Questa nova, chome di sopra se dice, fu reputata pessima nova per la citade veneta et alchuni sapientissimi volevanno che questa cossa fusse principio dela ruina del Stato Veneto, perchè non hè dubio che li trafegi deli viazi et dela marchadantia et le navigation che facevanno ogni anno la citade veneta, quelli heran il nutrimento et il lacte, dove se sostentava la predicta Republica, et sine dubio da questi traffegi et viazi, per la utilitade, che ogni anno tragevanno di quelli, heranno li Senatori Veneti ascendutti a tanto honor et gloria et famma et exaltatione, quanto se atrovavanno. 24 Donde che essendo stato trovato questo novo viazo per il Re di Portogallo et che le spetie, quale doveanno venir da Cholochut, Cuzim et altri lochi de India in Alexandria over Barutti et postea venir a Venetia, et in questo locho venetto capitava postea tutto il mondo per comprar simel spetierie et portavanno lo auro, lo argentto et ogni altra marchadantia, dove cum il danaro se poteva sustentar ogni guerra, ahora, essendo trovato questo novo viagio per il Re di Portogallo, tute le spetierie, quale tendevanno la volta del Caiero, tute capiteranno in Portogallo per le charavelle, che anderanno in l’India a Cholochut et altri lochi a prenderle, et in questo modo li Venetiani non potranno aver spetie nè in Alexandria nè a Barutti, et, manchando le spetie a Venetiam, mancheranno et la utillitade et li danari, et ex consequenti, manchando li danari, non potranno far chossa che bona sia, et a pocho a pocho se conveniranno consumar et pervenir in niente. Tamen questi heran pronostici prusumptuosi, perchè li cielli potranno disponer altramente. Et veramente li marchadantti venetti stevanno di mala voglia, judicando che li viazi dovessenno esser molto poveri, dubitando in la Soria non poter aver spetierie, che da Portogexi saranno state levate in la India, et postea i marchadantti Todeschi et altre natione, che solevano venir a comprar le spetierie a Venetia, per aver piui utilitade et meglior marchatto se ne anderanno in Portogallo a levar le spetie, perchè chadaun zercha la utilitade sua: tutavolta il seguito di questa materia dimonstra lo effecto. 25 Da fine ‘400-inizio ‘500 Espansione turca Via delle spezie Sviluppo delle grandi monarchie (economia) Concorrenza delle manifatture europee Progressiva, lenta diminuzione delle attività commerciali e interesse per l’investimento fondiario. Ma fenomeno molto lento e graduale Né la via del Capo di Buona Speranza, né lo sviluppo del Baltico. 26 Produzione manifatturiera Nel ‘500 Venezia era diventata uno dei principali centri industriali d’Europa. Lana Seta Vetri Saponi Libri L’industria era venuta ad affiancarsi alla mercatura, sostenendo l’attività economica Rimane prospera quando è già in crisi a Firenze dagli anni ’90 del Cinquecento Produzione manifatturiera Dal secondo decennio del ‘600 la produzione industriale inizia un declino inarrestabile In particolare la lana 1607: 1032 capimastri (624 occupati) 1650: 730 (180 occupati) 1716: 105 (27) La crisi è dovuta al fatto che i mercati del Levante si rivolgono sempre più ai concorrenti dell’Europa del Nord (inglesi e olandesi) 27 Chiesa «Arricordiamoci di Fiorenza, repubblica come noi con huomini di gran spirito, che non potevano soportare la servitù, nondimeno li haveva havuto doi papi Lion Xmo et Clemente settimo, et è andata in servitù perché finalmente loro hanno voluto che la sua famiglia non solo sia la prima dell'altre, ma che commandi a tutti gli altri». Leonardo Donà al Senato, 1588 28 31 luglio 1411: Consiglio dei Dieci - esclusione di tutti i patrizi titolari di prelature e benefici ecclesiastici dalle sedute dei Dieci e del Senato in cui si discuta «aliquid de factibus papae, aut de obedienti-bus et inobedientibus papae, et qualibet alia re quae posset spectare ad papam». - Anche i loro familiari (padri, fratelli, zii o nipoti): solo coloro che «non sentiant passionem beneficiorum» potevano garantire che il loro «iuditium semper procedat et terminetur secundum iustitiam, bonum et honorem nostri Dominii e status nostri» - il fatto stesso di detenere un ufficio ecclesiastico o di godere di una rendita proveniente dai beni della Chiesa poteva far velo a quell'imparzialità di giudizio «absque scrupulo conscientie et passione animi» indispensabile per i membri della gruppo dirigente G. Priuli, Diari, II p. 141, giugno 1501 Adì 16 de questo, merchore. Fo facto le exequie funebre del Rev.mo cardinale Zenno, morto a Padoa, come di sopra se dice, et foronno facte nela chiexia de S. Marco' in questo modo, videlicet in la predicta chiexia fu facto uno baldachino funebre molto eminente et [142] alto, segondo se conviene ali cardinali, circhundatto dintorno di chandellottii et torze molto honorate, et sotto questo baldachino fu posto una capsa tuta coperta di restagno d’oro in locho del corpo del predicto Cardinale, et dali quattro canttoni del dicto baldachino fu posto uno torzo per chadauno de L. 25 l’uno, et atorno la capsa ni heranno quatro vestitti de mantelli longi cum 4 ventoli, zoè uno per chadauno in manno, quali facevanno sempre ventto sopra la dicta capsa per dimonstratione la vita nostra esser uno ventto. 29 Foronno principiate le exequie a hore 10, et prima fu portatto la predicta capsa del suo deposito copertta, ut dicitur, dala chiexia deli Santi Fillippo et Jacommo per tutta la piaza, honoratissimamente, sotto una ombrella, cum 4 episcopi residenti a Venetia driedo et cum zercha persone 110 dela sua fameglia driedo, tutti cum li sui mantelli longissimi, et conducta la dicta capsa cum il capitollo de S. Marcho, zoè li canonici et pretti di chiexia, et da zercha torze 300 in manno de marineri ad uno per uno in la chiexia predicta de S. Marcho, fu posta soto il baldachino preparatto, et tutti li marineri cum le torze foronno posti di sopra la chiessia, la qual hera tuta coperta di telle negre d’intorno cum le arme del Cardinal. Et in dicta chiexia, ale diete exequie, se atrovava il Serenissimo Principe Venetto, li oratori et tutta la Signoria Venetta bem acompagnatta, et fu cantata una solemnissima messa, come se conveniva, et in questo interim principiò a farssi la processione ordinata et principiò a passar tutte le scuole di tute le arte dela cità veneta, zoè il loro penello cum duo torze date per la Signoria per chadauno, et a chadauna di queste scuole et penelli, come se chiamavanno, foronno date, duo torze et marzelli tre per quelli portavanno, li quali forono penelli 200 inzercha. Dipoi passonno le cinque scuole deli batudi dela cità de Venetia, molto honoratamente, cum torze 140 per una, dele quale torze 70 li foronno date per la Signoria per chadauna schuola et torze 70 metevanno loro dele schuolle, et foronno in tuto torze 700, et a tutti li fratelli dele scuole predicte foronno datti soldi 25 di piccoli per chadauno, che, tutti quanti potevanno, se ne venenno vestitti per bechar li marchetti, che foronno in queste scuole 5 di battutti da persone zercha 2200 in 2500, et le sue candelle etiam a chadauno. Dipoi sequitenno a passar tutti li fratti de ogni condictione abitante a Venettia, et postea tutti li pretti dala chierexia di Venettia, et chadauno, sì frate, come prete, li fo datto uno candellotto per uno in manno et soldi .... per chadauno. Fo dipoi et in questo interim facto per d. Angello Cabriel, patritio venetto, una oratione dignissima in laude et honore del predicto Cardinale, come in similibus se suol fare. Et foronno compite le dicte exequie a hore 15 inzercha. Et heri tantto estremo et grandissimo caldo in la dicta chiexia per tanta luminaria di forssi 1200 torze et altri candelotti, tutti di zera biancha, che non se poteva star in predicta chiexia, et non he possibel judicharlo. Et fu tenuto et existimato una chossa dignissima da vedere et già molti anni non veduto le piui sumptuoxe exequie. Per quanto fo cum veritade dicto, he stato spexo in queste exequie, omnibus computatis, ducati 3000, tenuto il conto per li signori Procuratori di ultra, benché il predicto Cardinale per suo testamento habia lassato ducati 4000 per queste sue' exequie; tamen il resto fu datto per amor di Dio a diverssi bisognoxi, che fo meglior opera. 30 31 Le diocesi del Dogado fino al 1451 Grado Cittanova Jesolo Torcello Chioggia Castello 32 Le diocesi della Terraferma 33 Vescovi nella terraferma (1405-1550) Stranieri 24% Sudditi 9% TOT.VE 67% G. Priuli, Diari, IV [p. 37] Venivanno ettiam imputati li Padri et Senatori Venetti, che se volevanno impazar in li benefitij ecclesiastici, che tale jurisdictione aspectava al Pontifice et non a loro, et tutti li benefitij ecclesiastici, quali vachavanno soto il Stato et jurisdictione veneta, tutti loro volevanno comferirli et conciederli a chj loro piaceva et apareva, non avendo rispecto ala Sede Apostolica, che veramente hera malissimo facto, quia scriptura est, quod Dei Deo et quod Cexaris Cexari, et li antiqui progenitori venetti non se haverianno ingeriti né impazatti in simile colactione di beneficij, ma lassavanno il charigo ali Pontifici, alli quali aspectavanno simile jurisdictione. Donde che ogni matina in el Colegio coram Principe et Consiliariis se tractava et agitava de simel licte et controversie ecclesiastice, et tutta la matina se consumma in simile disputatione, che doverianno essere state mandate ali sui judici competenti. Tamen, perchè ahora li nobelli venetti, quali haveano principiato a gustar questi simili benefitij ecclesiastici et prelature et li apareva bona chossa godere et triunfare sotto l'ombra del campanielle, non lasavanno passar uno benefitio vachante, che non lo volessenno impetrare, et, per cagione deli brogy, et pratiche, et parentadi, tuta la matina in Colegio disputavanno' de simil benefitij, non stimando il Pontifice, et senza advertentia alchuna scrivevanno in Curia Romana ali sui oratori venetti residenti, che volessenno impetrare tali benefitij ad requisictione deli nobelli veneti, et, quando il Pontifice non voleva consentire a tale ellectione facta per li Padri Veneti, loro li donavanno il posesso contra la voluntade del Papa, quale hera sua jurisdictione et aspectava a lui, quia Pontifex est Dominus benefitiorum. 34 Tamen [38] tanta hera la superbia veneta, che non existemava nè Pontifici, nè la Chiexia Romana et ahora tropo bene hanno cognosciuto l'auctoritade pontifitia, quanto vale, perchè per experientia hanno veduto che questo Pontifice cum la sua potentia et auctoritade ha animato lo Stato Veneto; et li Padri antiqui venetti scampavanno quanto dal focho a doverle impazar in questi beneffitij ecclesiastici, et hora se fazeva tuto il contrario. Et questo procedeva, perché li nobelli venetti, divenutti et acresciuti in grande numero, et manchando la marchadantia rispecto il viagio trovato de Cholochut, zoè dela India, da Portogalexi, per viver convenivanno farasi prelatti et vivere cum li benefitij ecclesiastici, et ogni giorno, ut ita dicam, nel Senatto li Padri Venetti convenivanno et heranno astrecti per le pregierie et pratiche de scrivere a Roma in recomandatione di qualche nobille veneto. Et se questa ruina non procedeva ahora del Statto Veneto, judico che sarianno acresciuti il numero deli nobelli veneti facti pretti over prelati, che sarianno statti piui numero de quello sarianno statti li beneffitij. Tamen, essendo seguita questa inimicitia del Pontifice cum il Statto Veneto et non volendo sentire il Papa per le sopradicte cauxe et altre dicte assai di sopra nominar il Stato Venetto, chadauno se ritirava et abstiniva da farssi ecclesiastico, non potendo aver benefitij nè ettiam avere da vivere, et hera meglio atrovarssi layco, sperando per altra via sustentar la vita loro. Et ahora in la citade veneta, quando uno nobille havea molti fiolli, ne faceva uno prete et tutti vivevanno soto l'ombra sua, fino che fussenno devenuti in qualche etade, che heranno provisti de altri benefitij. Papi veneziani Gregorio XII (Angelo Correr) 1406-1415 Eugenio IV (Gabriele Condulmer, nipote ex sorore), 1431-1447 Paolo II (Pietro Barbo, nipote ex sorore) 1464-1471 35 Riforma della Chiesa ruolo fondamentale di un gran numero di patrizi veneziani nel movimento di riforma che si diffuse nei primi decenni del XV secolo (istituzioni monastiche e regolari in genere, esteso a quelle secolari Inizia con il grande slancio della riforma domenicana (a Venezia: Giovanni Dominici e Tommaso Caffarini): fine 300. influsso su ecclesiastici patrizi e cittadini Specie sugli ispiratori dei canonici secolari di S.Giorgio in Alga: gruppo che si raccolse attorno a Gabriele Condulmer ed Antonio Correr Dall’isola veneziana, forte dell'appoggio di Gregorio XII, irradia il proprio ideale di riforma della comunità canonicale nel Veneto e in Italia influenza forte sulla riforma benedettina di S.Giustina di Padova => congregazione riformata omonima Legame con Eugenio IV, Gabriele Condulmer, forse il più ispirato tra i leader della riforma. Lorenzo Giustinian (1381-1456) primo patriarca di Venezia. Beato. Principale protagonista del movimento di S Giorgio in Alga Promuove, con l’appoggio e lo stimolo di Gregorio XII e poi di Eugenio IV la riforma osservante delle case dell’ordine benedettino Santa Giustina di Padova (Ludovico Barbo, priore di San Giorgio in Alga) 1409 1419 della Congregazione “de unitate” Necessità della riforma delle strutture e del funzionamento della chiesa secolare vescovi riformatori Ludovico Barbo a Treviso Francesco Malipiero a Verona Lorenzo Giustinian a Venezia Ermolao Barbaro a Verona La congregazione de Unitate giocò quindi un ruolo importante nella storia religiosa di Venezia e delle diocesi della terraferma,: culla di una sorta di “chiesa veneta” Ma ruolo dei papi veneziani 36 Questa caratteristica di forte tensione spirituale e di volontà riformatrice della chiesa nell’ambiente veneziano e veneto tocca l’apice con il pontificato di Eugenio IV ma permane poi per tutta la seconda metà del ‘400, sia pure ad un livello meno elevato nella gerarchia (ma card. Marco Barbo) Si salda con le istanze riformatrichi che all’inizio del ‘500 tornano con forza in gioco nella chiesa cattolica. Tommaso Giustinian e Paolo Querini, monaci camaldolesi, scrivono nel 1513 il Libellus ad Leonem X Riforme necessarie per rinnovare la Chiesa Coerenza con la tradizione veneziana 37 Gasparo Contarini (1483-1542) Amico di Querini e Giustinian Scelta diversa: azione nel secolo contrapposta al ritiro a vita contemplativa e di preghiera Carriera politica nelle magistrature veneziane Collegio, Consiglio dei X, ambascerie 1529: trattative di pace con Carlo V e Clemente VII (=> Bologna) Forte influenza nel determinare la vittoria di quella parte del patriziato che voleva l’accordo con il papa (fino all’ultimo decennio del ‘500=> interdetto) Autore del De Magistratibus et Republica venetorum Autore del De officio episcopi 1517 1535: cardinale 1536: vescovo di Belluno Protagonista del rinnovamento della Chiesa e del tentativo di dialogo con i protestanti 1537: Consilium de emendanda ecclesia Stretto rapporto con il Libellus Non attuato 1541: legato pontificio alla Dieta di Ratisbona. Tentativo di conciliazione, anche sulla “giustificazione per sola fede” 38 Forte influenza nel determinare una posizione di tipo “spiritualista” nella società veneziana (contro gli eccessi del potere temporale del papa e per un ritorno della chiesa alla tradizione evangelica) Ciò determina anche una posizione non del tutto allineata sulla Controriforma La riforma a Venezia 1532: Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti (futuro Paolo IV, 1555-1559) invia a Roma da Venezia un memoriale Situazione preoccupante Inosservanza pratiche religiose Pubblici sermoni e dispute sulla fede Libri eretici Predicazione idee luterane: dal 1524 (comunità tedesca) Primi provvedimenti nel 1531: allontanamento Bartolomeo Fonzio Ma rapporti con amici veneziani Preoccupazione del nunzio Girolamo Aleandro Larga diffusione delle opere di Erasmo Successo anche dell’opera Beneficio di Cristo 1543-1549 forse 40.000 copie Richiamo alla spiritualità evangelica, alla meditazione cristologica => introduzione ai problemi del rinnovamento della chiesa. Buona per chi intendesse il rinnovamento come riforma interna Ma anche per chi invece volesse contestare alla radice l’autorità della Chiesa 39 Molti fautori del rinnovamento, anche nel patriziato Filippo Melantone, discepolo prediletto di Lutero, scrive nel 1539 la lettera “ad Venetos quosdam studiosos Evangelii”. Pubblicata con l’intestazione ad “senatum Venetum”. Destinatari ignoti ma importanza dell’invito fatto al recupero degli antichi valori cristiani che Roma aveva perduto Poiché la vostra è l'unica città al mondo in cui nel corso di molti secoli si è conservato un vero regime aristocratico, che per sua natura è antitetico alla tirannia, tanto piú è necessario che ivi le menti dei migliori abbiano ad essere libere, e pronte a condannare le crudeli ingiustizie che altrove riempiono la Chiesa. Perciò vi esorto con tutte le mie forze ad operare con il vostro ingegno ed il prestigio a santificare la gloria di Dio: questo sforzo è il piú gradito ai suoi occhi Caso più clamoroso di adesione al protestantesimo di un patrizio Vettore Soranzo vescovo di Bergamo dal 1547 Arrestato sotto l’accusa di non credere nel libero arbitrio e di essere ammiratore di Lutero e Bucer (libro di M. Firpo, Vittore Soranzo vescovo ed eretico. Riforma della Chiesa e Inquisizione nell'Italia del Cinquecento, Bari Laterza 2006) Ma anche Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia (sospetto) Andrea Zantani, vesc. Limassol. Costituisce una piccola comunità luterana a Conegliano. Arrestato, poi fugge a Chiavenna (centro emigrazione ereticale) 40 Pier Paolo Vergerio, (non patrizio) Uomo di lettere e giurista Carriera ecclesiastica vesc. di Capodistria Nunzio in Germania Aderisce al protestantesino: convinto che la riforma in Italia non deve essere solo una serie di esperienze individuali, o di piccoli gruppi chiusi, ma avesse bisogno dell’appoggio politico di un principe che la organizzasse. Fiducia nella Repubblica di Venezia (Melantone?)1546 Inghilterra Lega di Smalcalda Fallisce tutto per sconfitta di Muehlberg (1547) Guillaume Postel (1552) Giordano Bruno (1590) Venezia e Enrico IV Interdetto, Sarpi: rapporti con i Protestanti 41 1540: approvazione della regola della Compagnia di Gesù 1542: Congregazione del Sant’Uffizio o dell’Inquisizione Accolta a Venezia, anche se affiancata dai Tre Savi all’eresia e dai Rettori (nel dominio) Indice dei libri proibiti: 1554-55, poi 1559 Bolla in Coena Domini 42