Giovanni
Riempite
d’acqua le giare
unico evangelista che narra evento nozze di Cana
vocabolario con significato duplice o molteplice
dopo la scelta dei primi discepoli di Gesù
all’interno del “libro dei segni”
vuole introdurre il lettore nel mistero di Cristo
Giovanni 2,1-11
Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la
madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse:
«Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o
donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi:
«Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la
purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù
disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo.
Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola».
Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata
vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo
sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli
disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po'
brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino
buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea,
manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Tre giorni dopo
fine settimana inaugurale missione di Gesù
1° Giovanni testimonia di fronte ai farisei
2° Giovanni presenta l'Agnello
3° i discepoli di Giovanni seguono Gesù
4° altri discepoli seguono Gesù
7° (tre giorni dopo) nozze di Cana
nuova creazione
sabato = giorno riposo di Dio
nel celebrare il sabato Israele vive la parola profetica:
“Tuo sposo è il tuo Creatore” (Is 54,5)
giorno di resurrezione
“Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà
rialzare” (Os 6,2)
legamento di Isacco per il sacrificio avviene il terzo
giorno (Gen 22,4-8)
il primo incontro di Giuseppe con i fratelli avviene il
terzo giorno (Gen 42,18 ss.)
il terzo giorno c’è lo scisma tra il regno del Nord e il
regno del Sud (1Re 12,12-13)
è il giorno dell’alleanza tra Dio e il popolo: “al terzo
giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una
nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba:
tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da
tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo
dall’accampamento incontro a Dio …” (Es 19,16)
alleanza = matrimonio
Torah = dono di nozze dello sposo alla sposa,
per introdurla nella stanza nuziale (cf. Ct 2,4)
Sinai = cantina, stanza del vino buono (cf. Ct
8,4), che l’amato dà all’amata (vino = Torah)
Gesù si rivela a Cana come Dio sul Sinai
il vino di Cana, che sostituisce l’acqua, è la
legge nuova, quella dell’amore
ci fu uno sposalizio
sposi?
l’evangelista, non vuole parlare delle nozze di per sé
esprime l’amore che lega Dio al suo popolo
Gesù incarna pienamente il segno sponsale: egli è venuto
per celebrare un matrimonio con l’umanità. Cristo è lo
sposo, la Chiesa la sposa
gamos = matrimonio (di solito c’è plurale gamoi)
singolare perché l’alleanza è una
questo avviene all'indomani della chiamata dei discepoli (i
singoli chiamati sono divenuti gruppo): è la celebrazione
delle nozze tra Gesù e la comunità
a Cana di Galilea
al di sopra di Cafarnao, sul monte, borgata sperduta, di
povera gente
Gesù va in Galilea, dove godeva una libertà maggiore che in
Giudea, perseguitato
Gesù annuncia il suo programma a Cana, dove tornerà
dopo aver cominciato il suo lavoro in Giudea (3,22ss)
Cana (da verbo ebraico qanàh = acquistare, creare):
allusione al popolo acquistato, creato da Dio
dalla Galilea non può venire un profeta (ironia teologica)
farisei a Nicodemo: “Sei forse anche tu della Galilea?
Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea!”
(7,52)
c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle
nozze anche Gesù con i suoi discepoli
Maria emerge sopra tutti gli altri personaggi
Maria era lì, mentre Gesù e i suoi discepoli erano
invitati (secondo i vangeli apocrifi Maria è la zia
dello sposo)
Gv non nomina mai Maria per nome, ma solo nella
sua relazione a Gesù
secondo le usanze, le nozze duravano circa sette
giorni: Gesù arriva con i suoi solo l'ultimo giorno,
sua madre è già lì
la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino»
non si rivolge al capo del banchetto, responsabile delle
provvisioni, ma a Gesù
Maria rappresenta l’Antico Israele che attende il giorno
promesso dal Signore (cf. Ger 31,1) e pone la sua
fiducia nel suo Messia
famiglia povera, i ricchi non mancano mai di vino
sono i poveri i testimoni del primo segno
è la povertà di chi ha sete di un rapporto più vivo con
Dio, di chi ha sete di qualcosa di profondo
richiamo alla sete di Israele (Es) e alla sete di Gesù
sulla croce (Gv 19,28)
il vino è componente essenziale della festa e
simbolo dell’amore fra lo sposo e la sposa
segno di cattivo presagio e di maledizione
mancando il vino manca la gioia
il vino rappresenta la gioia che gli sposi provano
nell'amarsi (Cantico dei Cantici 4,10)
nella grande apocalisse di Isaia il vino rappresenta la
gioia del banchetto escatologico, che è caratterizzato
dalla eccellenza del vino (Is 25,6)
la mancanza di vino è segno che le istituzioni giudaiche
ormai non reggono più, c’è bisogno di qualcosa di nuovo;
è segno anche dell’infedeltà di Israele
Maria qui rappresenta quel resto di Israele che ha
conservato la fede e che ancora è capace di aspettare
l'intervento salvifico di Dio
in Maria, Israele prende le distanze dall'antica alleanza
per prepararsi ad aderire alla nuova ("non hanno più
vino“ e non "non abbiamo più vino”)
la legge mosaica, che ha perduto la forza di unire Dio e
l'uomo, adesso deve cedere il passo a un'altra legge e a
un altro mediatore: essa non è capace di introdurre
l'uomo a una vera e profonda comunione con Dio,
facendogli gustare l'intimità sponsale con Lui
Che ho da fare con te, o donna?
in ebraico mah li welak = donna che cosa a me e a te?
espressione usata per prendere le distanze
non c’è un rimprovero, ma nuova relazione tra Gesù e la madre
gynai = donna sposata o promessa sposa
Gen 2,23: “Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle
mie ossa. La si chiamerà donna (gyne)”
Maria qui è la nuova Eva: mentre la coppia Adamo-Eva è
all’origine della disobbedienza, la coppia Gesù-Maria inaugura
la nuova obbedienza
in Ap 12 identificazione tra la donna e il popolo: il segno
grandioso che appare in cielo, la donna vestita di sole, è il
popolo di Dio
Non è ancora giunta la mia ora
l'ora del Messia è decisa dal Padre
in essa sarà svelata la gloria di Dio
anticipa, nel segno del vino, la gloria di Dio, che
svelerà sul Golgota nell'effusione dello Spirito
ora misteriosa della passione, del passaggio da
questo mondo al Padre (Gv 13,1-17,1)
promessa di quanto avverrà con la morte di Gesù
Fate quello che vi dirà
Maria si sottomette all'economia dell'ora
"Il popolo rispose: Quanto il Signore ha detto,
noi lo faremo" (Es 19,8)
Maria dà voce alla professione di fedeltà del
popolo
l'accoglienza della Parola può riempire in modo
sovrabbondante l'insufficienza umana
Vi erano là sei giare di pietra per la
purificazione dei Giudei, contenenti
ciascuna due o tre barili
le giare di pietra per i giudei non diventavano mai
impure come quelle di terracotta
un barile corrisponde a circa 40 litri
non si dice che contenessero acqua
allusione alla Legge, scritta su tavole di pietra
le giare sono lì (ekei), avverbio che indica il loro
esserci, la loro presenza nel cuore dell'antica alleanza
le giare sono sei: numero che indica incompletezza, o
imperfezione, in quanto si oppone al sette (simbolo di
pienezza)
il IV vangelo registra in tutto sei feste: 3 pasque, una
festa di cui non ci viene detto il nome (5,1), poi la festa
delle Capanne e la festa della dedicazione del Tempio
indica la loro provvisorietà, in quanto stanno per essere
sostituite dal nuovo ordinamento dell'era messianica
le sei giare non sono capaci di produrre nei credenti una
reale purificazione
la vera purificazione operata dall'interno sarà invece
prodotta dal sangue di Cristo, il vino offerto come dono
del Messia
Riempite d'acqua le giare … Ora attingete
duplice movimento: uno esteriore (“riempite”),
che è azione umana, e uno interiore (“attingete”),
perché la nuova alleanza è ora scritta dentro, nel
cuore
le giare vengono riempite fino all'orlo e ciò indica
la sovrabbondanza del dono escatologico della
salvezza donata da Dio in Cristo
l'antica alleanza viene trasformata senza essere
eliminata: le sue strutture portanti, come il
Decalogo, restano valide, ma da ora in poi saranno
vissute nello Spirito
E come ebbe assaggiato l'acqua
diventata vino, il maestro di tavola, che
non sapeva di dove venisse (ma lo
sapevano i servi che avevano attinto
l'acqua), chiamò lo sposo
il dono del Messia è un amore nuovo, che nasce
tra Dio e Israele
il miracolo del mutamento dell'acqua non è
descritto, ma è presentato di riflesso attraverso
la reazione del maestro di tavola, che non sa
riconoscere l'origine del dono messianico
dove = pòthen
nel quarto vangelo è connesso con l’identità misteriosa di
Gesù e l’origine dei suoi doni salvifici: lo Spirito, l’acqua,
il pane (Gv 3,8; 4,11; 6,5)
“Il Cristo non sappiamo da dove venga” (Gv 7,27)
“Costui non sappiamo di dove sia”(Gv 9,29)
“Di dove sei?” (Gv 19,9) di Pilato
il vino di Cana, come per l'identità del Messia, "non si sa
di dov'è“
si associa al mistero di Cristo come dono escatologico
vino buono
kàlos = buono, bello
un solo altro testo biblico precisa la qualità del
vino, la profezia di Is 25,6: “un banchetto di
vini eccellenti,… di vini raffinati”
Gv presenta Gesù come colui che offre ora il
banchetto atteso
il vino buono di Cana indica anche il sangue
che sgorga dal costato di Cristo
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli
arché = inizio, principio
seméia = segni
il segno di Cana è il “principio” dei segni di Gesù
il termine ricorre 17 volte nel IV Vangelo per
indicare l’attività rivelatrice e salvifica di Dio
si tratta del prototipo di una serie di segni che
seguiranno
manifestò la sua gloria
la rivelazione della gloria richiama Es 24,17
dove si rivela la gloria di Dio ad Israele
Gv vuole inserire il segno di Cana in una linea
teofanica
la gloria del Dio del Sinai è presente nell'uomo
Gesù di Nazareth e si manifesta fin dall'inizio
della sua attività fino alla rivelazione finale
che è quella della croce
i suoi discepoli credettero in lui
mentre il maestro di tavola "non sa di dov'è" il
vino, i discepoli invece lo sanno e così soltanto
essi contemplano la sua gloria e si dice che
credettero
Gv non dice nulla degli altri partecipanti alle
nozze, anzi la sposa non è mai citata
Gesù si manifesta per i suoi discepoli ed essi
credono, mentre Maria credeva già
qui Gesù sposa i suoi discepoli, qui inizia la fede della
chiesa, qui nasce la chiesa
collegamento con Es 19
quando il popolo d’Israele giunse al Sinai, Dio
chiamò Mosè dal monte e gli disse di riferire agli
Israeliti che il Signore li aveva fatti “venire fino a lui”
portandoli “su ali d’aquila”
la sua proposta: “Se vorrete ascoltare la mia voce e
custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la
proprietà fra tutti i popoli” fu accolta e il popolo
rispose: “Quanto il Signore ha detto noi lo faremo!”
ma poi il Signore si rivolge a Gerusalemme come sposa
amata e infedele: “Mi ricordo di te, dell’affetto della tua
giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento,
quando mi seguivi nel deserto, in una terra non
seminata” (Ger 2,2); Israele ha “abbandonato il
Signore suo Dio”: “Già da tempo hai infranto il tuo
giogo, hai spezzato i tuoi legami e hai detto: Non ti
servirò! Infatti sopra ogni colle elevato e sotto ogni
albero verde ti sei prostituita” (Ger 2,19-20)
il Signore dichiara che, a causa della loro ostinazione
nel male, inutili sono i riti di purificazione: “Anche se ti
lavassi con la soda e usassi molta potassa, davanti a me
resterebbe la macchia della tua iniquità” (Ger 2,22)
allora il Signore stesso cercherà la sua sposa infedele
e la colmerà del suo amore: “Perciò, ecco, la attirerò
a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor
in porta di speranza. Là canterà come nei giorni
della sua giovinezza... Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella
benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò a me nella
fedeltà e tu conoscerai il Signore” (Os 2,16-17)
anche se sei giare enormi sono stabilmente là, al
cuore della festa di nozze, l’acqua non basta a
renderla pura, la festa di nozze non può riuscire.
Non è con la moltiplicazione dei riti, non è con
l’abbondante acqua che ritroverà la sua giustizia
una nuova alleanza è offerta da Dio al suo popolo
tramite Gesù
egli viene a rifare alleanza con la sposa infedele
non con l’acqua della punizione, ma con il vino
della festa
quella di Gesù è un’alleanza migliore della
precedente, che si era mostrata insufficiente: ora il
vino è “buono” o “bello” (v. 10) e abbondante al
massimo “fino all’orlo” (v. 7)
a queste nozze non siamo semplici invitati, ma la
sposa stessa
Maria, come madre, è la voce che ci indica la strada,
come un tempo fece Mosè: “Fare quello che egli vi
dirà” (v. 5)
i servi sono coloro che seguono l’indicazione di
Maria ed eseguono il comando del Signore: la loro
risposta sta tutta nei fatti, come fu quella di Abramo
(Gen 12,1-4)
sul racconto pende il richiamo a un’“ora” (v. 4)
ancora da venire
tutto il vangelo di Gv si proietta verso quest’ora, che
solo al c. 12, sulla soglia della Passione, Gesù
dichiarerà venuta
la nuova alleanza, come quella antica, sarà celebrata
nel sangue, non di “giovenchi” (Es 24,5), ma di Gesù
è sul Golgota che avviene la vera celebrazione
dell’alleanza rinnovata
sotto la croce, ancora la madre e un discepolo amato
che è figura della sposa amata
prendendo la madre di Gesù “fra le cose sue” (Gv
19,27), il discepolo imparerà da lei, come un giorno i
servi del banchetto di nozze, la via della fedeltà
all’alleanza
credere è dunque riconoscere in Gesù il vero sposo e
accogliere la nuova alleanza che Dio offre al mondo
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Giovanni - Parrocchia S.Lucia