NOTA INFORMATIVA IMPORTANTE CONCORDATA CON L’AGENZIA EUROPEA DEI MEDICINALI (EMA) E L’AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO (AIFA) Gennaio 2011 Nota informativa sul danno epatico grave associato all’uso di Multaq (dronedarone). Gentile Operatore Sanitario • Riassunto o Sono stati riportati casi di danno epatico, inclusi due casi di insufficienza epatica con necessità di trapianto, in pazienti trattati con dronedarone. Alcuni di questi casi si sono manifestati subito dopo l’inizio del trattamento. o Ai pazienti a cui viene prescritto dronedarone, devono essere effettuati test di funzionalità epatica: prima dell’inizio della terapia, su base mensile per sei mesi, al 9° e al 12° mese, e successivamente su base periodica. o I pazienti che attualmente stanno assumendo dronedarone devono essere contattati entro il prossimo mese in modo da poter effettuare i test di funzionalità epatica e successivamente dovranno essere esaminati, come descritto sopra, in base a quando è iniziato il trattamento. o Se i livelli di alanina amino transferasi (ALT) sono elevati a ≥ 3 volte il limite superiore di normalità (ULN), tali livelli dovranno essere rimisurati entro 48-72 ore. Se i livelli di ALT sono confermati a ≥ 3 x ULN dopo la rimisurazione, il trattamento con dronedarone deve essere sospeso. o Ai pazienti deve essere consigliato di contattare immediatamente gli operatori sanitari in caso di segni o sintomi di danno epatico. La comunicazione di queste informazioni è stata concordata con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). • Ulteriori informazioni sul problema di sicurezza Dronedarone è indicato in pazienti adulti clinicamente stabili con una storia di fibrillazione atriale oppure con fibrillazione atriale non permanente in corso (FA), per prevenire una recidiva di FA o per diminuire la frequenza ventricolare. Da quando dronedarone è stato autorizzato nel 2009, sono stati riportati casi di anomalie nei test di funzionalità epatica e di danno epatocellulare nei pazienti trattati con dronedarone, inclusi due casi di insufficienza epatica acuta con necessità di trapianto. I due casi di trapianto di fegato si sono verificati a 4,5 e a 6 mesi dall’inizio del trattamento in pazienti con test di funzionalità epatica basale nella norma.In un caso la lesione epatica non è stata reversibile dopo la sospensione della terapia con dronedarone. Sebbene entrambi i pazienti stessero assumendo farmaci concomitanti, non si può escludere una relazione causale con dronedarone. − Il paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego” del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) sarà aggiornato con queste nuove raccomandazioni specifiche: o I test di funzionalità epatica devono essere effettuati prima dell’inizio del trattamento con dronedarone e poi ripetuti mensilmente per sei mesi, al 9° ed al 12° mese e da allora in poi periodicamente o Se i livelli di ALT sono elevati a ≥ 3 volte il limite superiore del valore di normalità (ULN), i livelli di ALT dovranno essere rimisurati entro 48-72 ore. Se i livelli di ALT sono confermati a ≥ 3 x ULN, il trattamento con dronedarone deve essere sospeso. Indagini appropriate ed un’attenta osservazione dei pazienti devono continuare fino alla normalizzazione dei livelli di ALT. o Ai pazienti deve essere consigliato di riportare immediatamente al proprio medico qualsiasi sintomo di potenziale danno epatico (come dolore addominale intenso di nuova insorgenza, anoressia, nausea, vomito, febbre, malessere, affaticamento, ittero, urine di colore scuro o prurito). − Il paragrafo 4.8 “Effetti indesiderati” del RCP includerà reazioni avverse a carico del fegato (ad es. test di funzionalità epatica anormali (frequenza comune ≥1/100 - <1/10) e danno epatocellulare, inclusa insufficienza epatica acuta potenzialmente fatale (frequenza rara ≥1/10.000 - <1/1.000). Per i pazienti che attualmente stanno assumendo dronedarone i test di funzionalità epatica devono essere effettuati entro il prossimo mese e successivamente in base alle raccomandazioni contenute nelle informazioni sulla prescrizione tenendo in considerazione quando è iniziato il trattamento con dronedarone. Si ricorda agli operatori sanitari che dronedarone è controindicato nei pazienti con insufficienza epatica grave. • Invito alla segnalazione di reazioni avverse: Gli operatori sanitari devono comunicare qualsiasi evento avverso serio sospetto che può essere associato all’uso di Multaq (in conformità con la legislazione vigente in Italia). Informazioni su questa comunicazione Le informazioni sul prodotto (RCP e Foglio Illustrativo) saranno aggiornate per includere queste informazioni e saranno distribuite non appena revisionate e approvate dall’EMA. Non appena disponibile, verrà distribuito il materiale educazionale aggiornato. L’AIFA coglie l’occasione per ricordare a tutti gli Operatori Sanitari l’importanza della segnalazione delle reazioni avverse da farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio rischio favorevole nelle reali condizioni di impiego. Le Segnalazioni di Sospetta Reazione Avversa da Farmaci devono essere inviate al Responsabile di Farmacovigilanza della Struttura di appartenenza dell’Operatore stesso. La presente Nota Informativa viene anche pubblicata sul sito dell’AIFA (www.agenziafarmaco.it) la cui consultazione regolare è raccomandata per la migliore informazione professionale e di servizio al cittadino. 24 > farmacovigilanza Dialogo sui farmaci • n. 1/2011 Novità sulle reazioni avverse segnalazioni di farmacovigilanza MR LUPPINO1 GRAVE EPATOTOSSICITà, EVENTI CARDIACI E RENALI Dronedarone Antiaritmici Multaq®/Sanofi-Aventis Classe A PT AIFA/PHT modifica RCP Il 14 gennaio scorso, la FDA ha reso noto di avere ricevuto diversi report di danno epatocellulare e di insufficienza epatica in soggetti trattati con dronedarone, antiaritmico recentemente autorizzato per la terapia della fibrillazione atriale (DsF 6/2010, pag. 275-7). Tra le segnalazioni, 2 casi di insufficienza epatica acuta, con estesa necrosi epatocellulare, che hanno richiesto il trapianto di fegato in donne di circa 70 anni di età in trattamento con dronedarone da 4,5 e da 6 mesi, rispettivamente1. Entrambe le pazienti, prima di intraprendere la terapia con il nuovo antiaritmico, non presentavano alterazioni della funzionalità epatica1. Non sono state rilevate cause alternative all’assunzione di dronedarone per lo sviluppo della grave ADR1. L’EMA, il 21 gennaio scorso, ha pubblicato un comunicato stampa nel quale ha annunciato di avere intrapreso una revisione del profilo beneficio/rischio di dronedarone2,3. L’Agenzia europea ha evidenziato che, sebbene i pazienti che hanno subito il trapianto di fegato stessero assumendo anche altri farmaci (non specificati), la correlazione causale tra il grave evento avverso e dronedarone non può essere esclusa2. La prima azione regolatoria intrapresa dall’EMA, ed implementata contestualmente dall’AIFA3, è stata la modifica dello RCP di dronedarone mediante l’inserimento delle reazioni epatiche tra gli effetti indesiderati del farmaco e l’introduzione, tra le avvertenze, della raccomandazione di effettuare i test di funzionalità epatica con una precisa periodicità2,3. I test di funzionalità epatica dovranno, infatti, essere effettuati prima di iniziare la terapia con il farmaco, ogni mese entro i primi 6 mesi di trattamento, al nono e al dodicesimo mese e successivamente periodicamente2,3. Infine, l’EMA ha invitato i medici prescrittori a ricontattare, entro il mese di febbraio, i pazienti che stanno già ricevendo il farmaco in modo da controllare i livelli degli enzimi epatici2,3. La FDA, tuttavia, contrariamente all’Agenzia europea ha dichiarato che non è noto se il monitoraggio periodico della funzionalità epatica e della bilirubina possa essere considerato una misura in grado di prevenire lo sviluppo del grave danno epatico correlabile a dronedarone1. 1. Dirigente Farmacista, Azienda ULSS 20 Verona. Informazioni aggiuntive sul profilo di sicurezza di dronedarone sono state pubblicate tra la fine del 2010 e l’inizio di quest’anno dall’Institute for Safe Medication Practices4 (ISMP)*. Dalla sua commercializzazione in USA (luglio 2009), le segnalazioni di reazioni avverse gravi relative a dronedarone sono state 387 in totale4. Tra queste, nel 25,8% (100 casi) l’evento riportato era il peggioramento o la nuova insorgenza di insufficienza cardiaca, condizione per la quale il farmaco è controindicato. Tra i disturbi del ritmo, 18 i casi di bradicardia, 47 quelli di tachicardia atriale e 13 quelli di tachicardia ventricolare4. Secondo il rapporto ISMP, nel primo quadrimestre del 2010, dronedarone è stato il farmaco con il più elevato numero di segnalazioni di aritmie. Sono state rilevate anche 33 segnalazioni di interazioni tra il farmaco e il warfarin con aumento dell’azione di quest’ultimo4. Insieme agli eventi avversi cardiaci, sono stati evidenziati anche 20 casi di danno renale, tra i quali 4 report di insufficienza renale acuta4,5. Indipendentemente dal rapporto dell’ISMP, i segnali che la FDA sta attualmente valutando comprendono 3 eventi: insufficienza cardiaca congestizia, torsades de pointes e potenziale interazione con warfarin6. In Italia, tra settembre 2010 e gennaio 2011, nella Rete Nazionale sono state rilevate 17 segnalazioni spontanee relative a dronedarone, di cui 5 gravi. Tra gli eventi avversi, 2 casi di aritmie (blocco AV, bradicardia) e 3 report di insufficienza renale. * L’ISMP è un’organizzazione no-profit statunitense che, con cadenza quadrimestrale, pubblica dei rapporti sui segnali di farmacovigilanza particolarmente significativi emersi dall’analisi del database della FDA nel quale confluiscono le segnalazioni spontanee sia da parte di operatori sanitari e cittadini sia report provenienti dalle ditte farmaceutiche. 1. FDA, January 2011. Multaq® (dronedarone) - Drug safety Communication: risk of severe liver injury. www.fda.gov (accesso del 17.01.2011). 2. EMA, Press release 21.01.2011. Meeting highlights from the CHMP. www.emea.europa.eu (accesso del 25.01.2011). 3. AIFA, Nota Informativa Importante 21.01.2011. www.agenziafarmaco.it (accesso del 25.01.2011). 4. The Institute for Safe Medication Practices. QuarterWatch: 2010 Quarter 1. www.ismp.org (accesso del 02.02.2011). 5. The Institute for Safe Medication Practices. QuarterWatch: 2010 Quarter 2. www.ismp.org (accesso del 02.02.2011). 6. Potential signals of serious risks/new safety information identified from the AERS. www.fda.gov (accesso del 02.02.2011). gravi Aritmie Dolasetron Antiemetici ed antinausea Anzemet®/Sanofi-Aventis Classe A Le correlazione tra dolasetron e lo sviluppo di aritmie cardiache (prolungamento degli intervalli QT e PR e l’allargamento del complesso QRS) costituisce un evento avverso noto di dolasetron, antiemetico per via ev autorizzato in Italia nella prevenzione e nel trattamento dell’emesi da chemioterapia e nella prevenzione di nausea e vomito post-operatori. Il rischio di tali reazioni, inoltre, può aumentare in modo dosedipendente e in età pediatrica (uso controindicato in Italia). farmacovigilanza < 25 Dialogo sui farmaci • n. 1/2011 Il 17 dicembre 2010, la FDA ha eliminato l’indicazione d’uso di dolasetron come antiemetico per la prevenzione di nausea e vomito associati alla chemioterapia, a causa dell’incremento del rischio di sviluppare torsades de pointes, aritmia potenzialmente fatale1. Permane, invece, l’impiego del farmaco per la prevenzione della nausea e del vomito post-operatori per la quale è previsto l’impiego di una dose inferiore di farmaco1. L’azione regolatoria della FDA si è basata sui risultati di uno studio condotto dalla ditta produttrice del farmaco e raccomandato dall’Agenzia stessa, su 80 volontari sani randomizzati a dolasetron 100 mg o 300 mg (dose non autorizzata) oppure a placebo. Gli esiti dello studio hanno mostrato un incremento significativo del rischio di prolungamento dell’intervallo QT, PR e QRS in modo dose-dipendente1. Inoltre, il rischio è risultato maggiore in particolari categorie di pazienti: anziani, soggetti con pregresse patologie cardiache e con funzionalità renale compromessa. La FDA, inoltre, ha raccomandato di correggere condizioni di ipocaliemia e di ipomagnesiemia prima della somministrazione di dolasetron, controindicata nei soggetti che presentano la sindrome del QT lungo congenita. In Italia, attualmente, non è stata pubblicata alcuna comunicazione in merito. L’ultima Dear Doctor Letter su dolasetron pubblicata dall’AIFA risale al 2006, con la quale ne veniva controindicato l’utilizzo nei soggetti di età <18 anni, a causa dell’incremento del rischio di modifiche dell’intervallo QT (DsF 4/2006, pag. 178). 1. FDA, December 2010. Anzemet® (dolasetron mesylate): Drug Safety Communication-Reports of abnormal heart rhythms. www. fda.gov (accesso del 20.12.2010). AUMENTO DEI CASI DI PML Natalizumab Immunosoppressori Tysabri®/Biogen Dompè Classe H OSP Secondo l’ultimo aggiornamento (gennaio 2011) comunicato dalla ditta produttrice di natalizumab, i casi totali confermati di Leucoencefalopatia Multifocale Progressiva (PML) correlati a natalizumab sono aumentati ad 85, tra i quali 16 decessi, mentre i rimanenti 69 pazienti ancora in vita presentano vari gradi di disabilità1. Le ultime informazioni in merito al grave evento avverso provenienti dall’EMA risalgono esattamente ad un anno fa, in corrispondenza dell’ultima revisione del profilo beneficio/rischio del farmaco (DsF 1/2010, pag. 29) dalla quale si evinceva che, in quel momento, i casi confermati a livello mondiale erano 31 ed i decessi erano 8. Il corrispondente tasso di incidenza di PML, relativo ad un periodo di 24 mesi di somministrazione di natalizumab, è ora di 2,13/1.000 soggetti trattati, ben superiore al valore di 1/1.000 pazienti evidenziato durante gli studi registrativi1. Allo stato attuale, non sono ancora disponibili in commercio dei test diagnostici che consentano di stratificare a priori il rischio di sviluppare la PML in pazienti candidati alla terapia con natalizumab. La ditta produttrice del farmaco ha comunque reso noto che è in fase di studio un test diagnostico in grado rilevare la presenza nel plasma o nel siero di anticorpi anti-virus JC2. Il virus JC, responsabile della PML è presente in molti soggetti e potrebbe infatti essere riattivato dalla somministrazione di un immunosoppressore come natalizumab2. 1. Biogen reports 6 new cases of PML with Tysabri®. www.reuters. com (accesso del 01.02.2011). 2. Biogen Idec and Elan seek update Tysabri® labels in US an EU. Scrip 2011; 3529: 19. POTENZIALE RISCHIO DI CANCRO: AGGIORNAMENTO FDA Insulina glargine Insuline ed analoghi Lantus®/Sanofi-Aventis Classe A PHT La FDA, mediante un comunicato stampa pubblicato il 12 gennaio 2011, ha reso noto di avere completato la revisione, intrapresa nel luglio 2009 (DsF 4/2009, pag. 177), sugli studi osservazionali che avevano evidenziato una potenziale correlazione tra insulina glargine e aumento del rischio di cancro1,2. Secondo l’Agenzia statunitense, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile confermare la correlazione tra insulina glargine e il grave evento avverso1. Gli studi esaminati, infatti, presentavano diversi limiti metodologici tra cui una durata troppo breve, poche informazioni sui fattori di rischio per l’insorgenza di cancro (fumo, obesità, storia familiare di cancro) e sull’utilizzo di antidiabetici nel periodo precedente gli studi1. La FDA, comunque, ha chiaramente specificato che la revisione sul profilo di sicurezza nel lungo termine di insulina glargine è ancora in corso e che richiederà l’analisi di nuovi elementi1. La ditta produttrice del farmaco, infatti, sta conducendo 3 nuovi studi epidemiologici per valutare la potenziale correlazione tra il rischio di cancro e insulina glargine, i cui risultati sono attesi per la fine di giugno di quest’anno1,2. La FDA, inoltre, sta valutando l’opportunità di effettuare studi ulteriori mediante l’utilizzo del database dell’US Department of Veterans Affairs1,2. Infine, a fine 2011, saranno disponibili i risultati dello studio ORIGIN, RCT iniziato nel 2003 su 12.612 pazienti randomizzati a insulina glargine o a trattamento standard il cui end point I è di tipo cardiovascolare (DsF 4/2010, pagg. 14852). Dato che l’ORIGIN non è stato disegnato per rilevare l’incremento del rischio di eventi neoplastici, un recente emendamento renderà possibile valutare gli eventuali casi di cancro rilevati da parte di uno specifico panel di esperti1. 1. FDA, January 2011. Lantus® (insulin glargine). www.fda.gov (accesso del 20.01.2011). 2. US FDA finds no clear cancer link with Lantus®. Scrip 2011; 3531: 17. 72 > FARMACOVIGILANZA Novità sulle reazioni avverse segnalazioni di farmacovigilanza MR LUPPINO1 EPATOTOSSICITÀ ED EVENTI CARDIACI Dronedarone Antiaritmici Multaq®/SANOFI-AVENTIS Classe A PT AIFA/PHT Nel gennaio scorso l’EMA e la FDA avevano pubblicato dei comunicati sulla potenziale correlazione tra uso di dronedarone e reazioni avverse a livello epatico (danno epatocellulare e insufficienza epatica), inclusi 2 casi di insufficienza epatica acuta che avevano determinato il trapianto di fegato (DsF 1/2011, pag. 24). Sia la FDA che l’EMA, tuttavia, non avevano fornito nessuna informazione sull’effettivo numero delle segnalazioni pervenute. Un aggiornamento in tal senso è stato recentemente pubblicato dall’Agenzia regolatoria canadese1 che ha evidenziato come, a 16 mesi dalla data di prima commercializzazione del farmaco in Canada ed in USA (luglio 2009), le segnalazioni post-marketing di eventi avversi epatobiliari erano 155, di cui 84 gravi. Il profilo di sicurezza di dronedarone, tuttavia, aveva già mostrato, sia durante la sperimentazione clinica che nel postmarketing, di essere gravato anche da eventi avversi di tipo cardiaco, in particolare peggioramento o nuova insorgenza di insufficienza cardiaca, condizione per la quale il farmaco è controindicato2. A pubblicare dati aggiornati su questo evento avverso è l’Agenzia regolatoria britannica2 rendendo noto che, fino a gennaio 2011, a livello mondiale le segnalazioni di peggioramento o nuova insorgenza di insufficienza cardiaca erano 257. Un incremento maggiore del doppio rispetto ai 100 casi notificati fino al marzo 2010 dall’Institute for Safe Medication Practices statunitense (ISMP)3. Si ricorda che il rapporto beneficio/rischio del nuovo antiaritmico è in revisione da parte dell’EMA dallo scorso gennaio. Nel frattempo, il suo RCP è stato già modificato per includere diverse raccomandazioni sul monitoraggio della funzionalità epatica ad intervalli temporali costanti. 1. Health Canada, March 2011. Updated safety information for Multaq® (dronedarone) in regards to hepatocellular liver injury. www. hc-sc.gc.ca (accesso del 05.04.2011). 2. Dronedarone: risk of cardiac failure and risk of hepatotoxicity. Drug Safety Update 2011; 4: A1. 3. The Institute for Safe Medication Practices. QuarterWatch: 2010 Quarter 1. www.ismp.org (accesso del 02.02.2011). 1. Dirigente Farmacista, Azienda ULSS 20 Verona. Dialogo sui farmaci • n. 2/2011 FRATTURE ATIPICHE DEL FEMORE: EFFETTO DI CLASSE Acido alendronico, acido clodronico, acido zoledronico, ibandronato, risedronato Bifosfonati MODIFICA Tutte le specialità e gli equivalenti RCP Classe A Nota 79 e Nota 42, Classe H RNRL e Classe C Il 15 aprile scorso, il CHMP dell’EMA1 ha pubblicato i risultati della revisione, riportata contestualmente dall’AIFA2, intrapresa nel settembre del 2010 su richiesta dell’Agenzia regolatoria britannica e della Commissione Europea, sulla correlazione tra l’uso dei bifosfonati per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi e l’aumento del rischio di fratture atipiche del femore. Sulla base della valutazione di segnalazioni post-marketing (di cui non viene specificato il numero), di dati pubblicati in letteratura forniti dalle ditte produttrici dei farmaci in oggetto, di studi epidemiologici, il CHMP è giunto alla conclusione che le fratture atipiche del femore costituiscono un effetto di classe dei bifosfonati, evento che sarà implementato negli RCP di tutti i principi attivi1. Fino al momento attuale, l’EMA aveva confermato tale ADR solo per alendronato, in seguito alla prima revisione sul profilo di sicurezza dei bifosfonati, pubblicata nel 2009. L’azione regolatoria dell’Agenzia europea arriva piuttosto in ritardo rispetto a quanto attuato in USA dalla FDA che aveva già disposto la modifica degli RCP di tutti i bifosfonati nell’ottobre 2010 (DsF 5/2010, pag. 220). Le informazioni rese note dall’EMA non si discostano da quanto precedentemente evidenziato dalla FDA, la cui revisione su questa classe terapeutica è comunque ancora in corso. L’aumento del rischio di fratture atipiche del femore da bifosfonati rappresenta un evento avverso raro che, tuttavia, è stato documentato soprattutto in corrispondenza di terapie di durata ≥5 anni. Viene quindi raccomandato ai medici di rivalutare periodicamente la necessità di prescrivere la terapia, soprattutto quando questa è a lungo termine, e di tenere presente che, frequentemente, le fratture da stress al femore possono essere bilaterali. I pazienti, di contro, dovrebbero essere efficacemente informati sulla possibilità del verificarsi di tale evento durante la terapia con bifosfonati, i cui sintomi predittivi consistono in dolore, debolezza o fastidio a livello di anca, coscia o inguine1, che possono presentarsi anche mesi prima dell’effettiva frattura (DsF 5/2010, pag. 220). Ad ulteriore conferma di quanto riportato dalle Agenzie regolatorie, sono i risultati di uno studio caso-controllo di tipo nested nell’ambito di una coorte di 205.466 donne canadesi ≥68 anni di età esposte alla terapia con bifosfonati (alendronato, risedronato o etidronato) per oltre 7 anni e seguite fino alla prima frattura atipica del femore3. Gli esiti dello studio hanno confermato una correlazione statisticamente significativa tra uso di bifosfonati per ≥5 anni e aumento del rischio di fratture atipiche del femore (OR 2,74; IC 95% 1,25-6,02); una durata d’uso inferiore ai 5 anni, invece, non ha mostrato una differenza significativa in termini di questo tipo di fratture imputabile alla terapia3. Gli Autori dello studio hanno stimato che nella popolazione valutata sarebbe stato possibile prevenire circa 1 frattura atipica su 10 se l’esposizione ai bifosfonati non avesse superato i 5 anni3. 1. EMA, Press release 15 April 2011. www.emea.europa.eu (accesso del 15.04.2011). FARMACOVIGILANZA < 73 Dialogo sui farmaci • n. 2/2011 2. AIFA, Comunicato stampa 15 Aprile 2011. www.agenziafarmaco.it (accesso del 15.04.2011). 3. Park-Wyllie LY et al. Bisphosphonate use and the risk of subtrochanteric or femoral shaft fractures in older women. JAMA 2011; 305: 783-89. 4. lavare accuratamente le mani dopo ogni uso1. 1. AIFA, Nota Informativa Importante, Aprile 2011. www.agenziafarmaco.it (accesso del 08.04.2011). 2. New drugs and indications in 2010: inadequate assessment; patients at risk. Prescrire International 2011; 20: 105-10. REAZIONI DI FOTOSENSIBILIZZAZIONE Ketoprofene crema, gel, schiuma, soluzione cutanea, cerotti FANS per uso topico Tutte le specialità e gli equivalenti Classe C POTENZIALE RISCHIO DI SECONDI TUMORI PRIMARI MODIFICA RCP Nel mese di aprile, l’AIFA1 ha pubblicato una Nota Informativa Importante con la quale ha riportato nuovamente quanto già divulgato nell’agosto 2010 (DsF 4/2010, pag. 169) in merito all’aumento del rischio di reazioni di fotosensibilizzazione da ketoprofene per uso topico, dovute alla fotodegradazione del farmaco in presenza di luce solare e di casi di co-sensibilizzazione con il filtro UV octocrilene (contenuto in diversi prodotti cosmetici e per la cura della persona). Circa un anno fa, infatti, l’Agenzia italiana aveva già disposto la modifica degli RCP di tutte le formulazioni ad uso topico di ketoprofene sulla base della revisione europea del profilo di sicurezza cutanea del farmaco1. L’EMA, pur confermando la valutazione positiva del rapporto beneficio/rischio di ketoprofene, aveva disposto la modifica del regime di fornitura dell’antinfiammatorio da farmaco da banco a medicinale con obbligo di prescrizione medica, attualmente già in vigore Italia1. Va tuttavia ricordato che la revisione EMA era stata richiesta dall’Agenzia regolatoria francese che, nel dicembre del 2009, aveva già sospeso la commercializzazione delle formulazioni topiche del farmaco. Tale sospensione era riconducibile sia all’incremento del rischio di sviluppare rare ma gravi (incluse le ospedalizzazioni) reazioni di fotosensibilizzazione da ketoprofene sia al profilo di efficacia del farmaco ritenuto debole/moderato ed a breve termine (DsF 1/2010, pag. 29). Anche la rivista indipendente Prescrire ha incluso ketoprofene topico tra i medicinali che dovrebbero essere definitivamente ritirati dall’Agenzia europea a causa del loro sfavorevole rapporto beneficio/rischio2. Le ultime disposizioni emanate dalla Commissione Europea e recepite dall’AIFA consistono nella riformulazione delle informazioni già presenti negli RCP dei medicinali ad uso topico contenenti ketoprofene (sezioni “controindicazioni, avvertenze speciali, effetti indesiderati”). È stata inoltre prevista la diffusione di materiale informativo che i farmacisti dovranno consegnare ai pazienti e di una check-list destinata ai medici da utilizzare come promemoria al momento della prescrizione1. Si ricorda, infine, che in corso di terapia con ketoprofene topico è necessario: 1. evitare l’esposizione alla luce solare diretta (anche quando il cielo è velato), compreso il solarium, durante e nelle 2 settimane successive al trattamento; 2. proteggere dal sole, tramite indumenti, le zone trattate; 3. non usare il farmaco sotto bendaggio occlusivo; Lenalidomide Immunosoppressori Revlimid®/CELGENE Classe H RNRL A marzo, l’EMA1 ha reso noto di avere iniziato una revisione sulla potenziale correlazione tra l’uso di lenalidomide e il rischio di sviluppare secondi tumori primari, osservato nel corso di studi clinici nei quali l’antineoplastico era testato per indicazioni non autorizzate. In Italia, l’AIFA ha pubblicato una Nota Informativa Importante2 sul farmaco la cui indicazione terapeutica autorizzata è il trattamento in seconda linea, in associazione a desametasone, del mieloma multiplo. Dalle informazioni rese note dalla FDA3, che contestualmente all’Agenzia europea ha pubblicato una comunicazione in merito, le evidenze in corso di valutazione provengono dai risultati preliminari di studi controllati nei quali i pazienti esposti a lungo termine al farmaco, rispetto al gruppo di controllo, hanno mostrato un incremento dell’incidenza di secondi tumori primari, in particolare di leucemia mieloide acuta e di linfoma delle cellule B3. Allo stato attuale, sia l’EMA che la FDA non hanno modificato le condizioni d’uso di lenalidomide ma hanno sottolineato che l’impiego dell’antineoplastico al di fuori delle indicazioni autorizzate non può essere raccomandato1,3. In Italia, l’AIFA4 ha raccomandato ai medici prescrittori di limitare il trattamento con lenalidomide alla durata strettamente necessaria e di porre attenzione nel monitorare l’eventuale comparsa di seconde neoplasie. L’Agenzia, inoltre, sconsiglia l’uso del farmaco al di fuori delle indicazioni autorizzate tranne per quelle off-label presenti nel relativo elenco riconosciutoa. Infine, in attesa della conclusione della revisione EMA, l’AIFA ha raccomandato di sospendere le sperimentazioni su lenalidomide in pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo4. a Indicazione off-label autorizzata in Italia: trattamento di pazienti anemici trasfusione-dipendenti, con sindrome mielodisplastica a rischio basso o intermedio-1, portatori di delezione 5q- associata o meno ad altre anomalie cromosomiche. 1. EMA, Meeting highlights from the CHMP, 14-17 March 2011. www. ema.europa.eu (accesso del 08.04.2011). 2. AIFA, Nota Informativa Importante 14 Aprile 2011. www.agenziafarmaco.it (accesso del 08.04.2011). 3. FDA, April 2011. Revlimid® (lenalidomide). www.fda.gov (accesso del 08.04.2011). 4. AIFA-Ricerca e sperimentazione clinica, 6 Aprile 2011. www.agenziafarmaco.it (accesso del 08.04.2011). Health Canada Endorsed Important Safety Information on Multaq® March 10, 2011 Dear Health Care Professional: Subject: Updated Safety Information for Multaq® (dronedarone) in regards to hepatocellular liver injury Sanofi-aventis Canada Inc. in collaboration with Health Canada, would like to inform you of important new safety information regarding Multaq (dronedarone). During the 16 months following initial launch of Multaq (July 20th, 2009), 155 postmarketing cases (87 serious cases) reporting hepatobiliary adverse events, including rare cases of hepatic failure, have been received. Some cases were suspected of drug-induced hepatic injury with a predominant hepatocellular pattern of injury, including two foreign post-marketing case reports of acute hepatic failure requiring transplantation. A definitive causal relationship between Multaq and these cases has not been established. Exposure to Multaq through September 2010 was estimated at 79,503 patient-years. Multaq is indicated for the treatment of patients with a history of, or current atrial fibrillation to reduce the risk of cardiovascular hospitalization due to atrial fibrillation. • • • • • Healthcare professionals should discuss with their patients this new important safety information regarding Multaq treatment. Patients treated with Multaq should be advised to immediately report symptoms suggesting hepatic injury (such as anorexia, nausea, vomiting, fatigue, right upper abdominal quadrant pain, jaundice, dark urine, or itching). It has not been established that routine periodic monitoring of hepatic enzymes would enable early detection of severe liver injury. However, healthcare professionals should consider obtaining periodic hepatic serum enzymes, especially during the first 6 months of treatment. If hepatic injury is suspected, Multaq should be discontinued immediately and followed by necessary blood tests. The safety of restarting Multaq in patients who have sustained liver injury from any cause is unknown; accordingly, its use in such patients is not recommended. The two cases of acute hepatic failure requiring transplantation occurred at 4.5 and 6 months after initiation of Multaq in patients with previously normal hepatic serum enzymes. Both patients were female and approximately 70 years of age. In the first case, the patient had underlying intermittent atrial fibrillation, arterial hypertension and stable coronary artery disease. She was treated with Multaq for 4.5 months. Two weeks prior to hospitalization she reported increased exhaustion and tiredness. One week prior to admission she discontinued Multaq, and at the time of admission she was noted to have jaundice, coagulopathy, transaminitis and hyperbilirubinemia, which progressed to hepatic encephalopathy over the next nine days. A pre-transplant workup did not reveal another etiology of liver failure. In the second case, the patient had a medical history of paroxysmal atrial fibrillation and Sjögren’s syndrome. Following 6 months of treatment with Multaq, she developed weakness, abdominal pain, coagulopathy, transaminitis and hyperbilirubinemia. She was transplanted 1 month later; no alternate etiology for liver failure was identified in the transplant work-up. In both cases, the explanted liver showed evidence of extensive hepatocellular necrosis. Sanofi-aventis has been working with Health Canada, and Multaq Product Monograph was revised to include this new safety information. Managing marketed health product-related adverse reactions depends on health care professionals and consumers reporting them. Reporting rates determined on the basis of spontaneously reported post-marketing adverse reactions are generally presumed to underestimate the risks associated with health product treatments. Any case of serious hepatocellular liver injury or other serious or unexpected adverse reactions in patients receiving Multaq (dronedarone hydrochloride) should be reported to sanofi-aventis Canada Inc. or Health Canada at the following addresses: