TAXE PERÇUE
TASSA PAGATA
Periodico
della della
Comunità
Periodico
Emigranti
in collaborazione
Comunità
Emigranti
il Comune
per i con
moriaghesi
in di
paese,
Moriago
in Italia della
e nel Battaglia
mondo.
Redazione: Comunità Emigranti di Moriago
Microscopico paese, è vero
via Roma 29 Tel. 0039 0438 890833
Paese da nulla, ma però… (Aldo Palazzeschi)
[email protected]
Anno XXVIII N° 94 Aut. Trib. TV nº 645/87
Dicembre 2013
Recapito postale: via P.zza della Vittoria 14
31010 Moriago della Battaglia (TV)
Telefax 0039 0438 892833
Poste Italiane Spa - Sp. Ab. PT DCB TV • D.L. 353/03 cv L.46/04 art.1 c.2
A.Spader
Buone Feste
Albo d’oro
n. 94 • Qui Moriago - pag. 2
Albo d’Oro
Antoniazzi Silvia Rosa................................ 20,00
Astuti Boris................................................150,00
Baron Adriano............................................ 50,00
Baron Claudio............................................. 20,00
Baron Luigi................................................. 20,00
Baron Mariarosa......................................... 20,00
Battaglia Marisa........................................ 100,00
Bellè Alida.................................................. 20,00
Bellè Matilde............................................... 20,00
Bianchin Alessandro................................... 20,00
Bortolamiol Luciana................................... 20,00
Bortoluzzi Angelo Greco Carmela............. 50,00
Bortoluzzi Antonio .................................... 50,00
Bressan Tiziana........................................... 20,00
Campiolo Otacilio....................................... 50,00
Cecchin Jolanda.......................................... 20,00
Colomberotto Stella.................................... 30,00
Colomberotto Aldo..................................... 30,00
Colomberotto Paolo.................................... 30,00
Corazzin Manuel......................................... 20,00
Daniele Morgan.......................................... 20,00
Per inviare un bonifico alla
Comunità Emigranti
di Moriago della Battaglia
Fermo posta 31010 Moriago della Battaglia (TV) Italia.
Dai Paesi della Comunità Europea e dall’Italia:
IBAN
IT63 D050 3588 30003657 0102 696
Dai Paesi fuori della Comunità Europea, resto del Mondo:
BIC VEBHIT2M
(VENETO BANCA MORIAGO DELLA BATTAGLIA)
De Faveri Gianfranco................................ 50,00
De Faveri Gianni......................................... 20,00
De Poi Stella.............................................. 20,00
Favero Aldo................................................ 20,00
Favero Angiolina......................................... 25,00
Favero Ermenegildo................................... 30,00
Favrel Innocente......................................... 20,00
Favrel Maria in Simonetti.......................... 20,00
Fazzari Giuseppe....................................... 20,00
Gallina Gai Vilma..................................... 20,00
Merotto Lino............................................... 30,00
Monet Bruna Favrel................................... 20,00
N.N............................................................. 20,00
N.N............................................................. 50,00
N.N........................................................... 100,00
N.N............................................................. 30,00
Orlandi Giuseppe........................................ 30,00
Perizzato Olivo........................................... 30,00
Renato P.L Colomberrotto Bruna.............. 30,00
Rizzetto Adriano........................................ 20,00
Rizzetto Angelina...................................... 30,00
Rizzettto Gugliemina............................... 100,00
Scarpel Gemma......................................... 20,00
Sigismondi Bressan.................................... 20,00
Stival Leone............................................... 30,00
Tamai don Noè........................................... 80,00
Trinca Flora................................................ 20,00
Trinca Maria Luisa.................................... 20,00
Vassalli Giovanni....................................... 20,00
(Contributi liberali al 20.10.2013)
Si avvisano i lettori muniti di posta elettronica, soprattutto se residenti all’estero, che è possibile ricevere il giornale anche in formato elettronico .pdf . Basta farne richiesta all’indirizzo
di posta elettronica, a cui si può spedire anche la corrispondenza:
[email protected]
Qui Moriago anno XXVIII n. 94 Dicembre 2013
Quadrimestrale Edito dalla Comunità Emigranti, in collaborazione con il
Comune di Moriago della Battaglia
Reg. al Nº 645/87 del Registro Stampa del Tribunale di Treviso. Poste Italiane Spa
Sped. Abb. Postale DCB TV D.L. 353/2003 conv. L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1 c.2
TASSA PAGATA TAXE PERçUE. Direttore Responsabile: Riccardo Masini
Composizione elettronica: Editronic Cornuda (TV) - Stampa: Grafiche Bronca di Moriago della Battaglia (TV)
Chi vuol scrivere a
“Qui Moriago”
può mandare un fax al
n. 0039 0438 892803
oppure una Email
all’indirizzo di posta
elettronica:
quimoriago@comune.
moriago.tv.it
C’è vero progresso solo quando i vantaggi di nuova tecnologia diventano per tutti. (Henry Ford)
pag. 3 - Qui Moriago • n. 94
Notizie in breve
Qui Moriago 2.0
Raccogliamo il testimone
lasciato da Enrico Tonello e
a partire da questo numero
il periodico avrà una nuova
veste, diciamo una versione
2.0. Come avrete tutti notato
la testata ora porta la dicitura
“Qui Moriago. Periodico
della Comunità Emigranti in collaborazione con il
Comune di Moriago della
Battaglia” infatti l’Amministrazione Comunale ha
deciso di supportare con
mezzi e personale la Comunità Emigranti nella stesura,
realizzazione e distribuzione
del periodico.
Com’è noto il “Qui Moriago” è nato per raccontare
la vita quotidiana e l’emigrazione moriaghese nel mondo
arrivando oggi a divulgare
fatti storici, culturali, religiosi, ricreativi e sportivi del
territorio comunale e, più in
generale, del Veneto. Credendo che l’opera svolta dal
periodico sia molto importante in quanto contribuisce
a valorizzare, specialmente
nelle nuove generazioni, le
tematiche sociali, economiche e soprattutto culturali del
nostro territorio, Comune e
Comunità Emigranti hanno
trovato un accordo per garantire la continuità dello stesso.
La grafica tanto cara ai lettori rimarrà invariata mentre
saranno ampliati i contenuti
con alcune pagine dedicate
all’attività amministrativa e
ad altre associazioni del territorio e sarà distribuito a tutte
le famiglie oltre agli attuali
abbonati residenti in Italia e
all’estero.
I lettori più “tecnologici”
possono inoltre ricevere la
propria copia direttamente
al proprio indirizzo di posta
elettronica, basta farne richiesta all’indirizzo quimoriago
@comune.moriago.tv.it.
Speriamo di riuscire a
ben continuare quanto fatto
finora da chi precedentemente si è curato del periodico e
ricordiamo che chiunque può
proporre la pubblicazione di
un articolo purché in linea
con lo spirito e i contenuti
del “Qui Moriago” e cioè che
parli, ad esempio, di storia ed
emigrazione moriaghese –
mosnighese, eventi sportivi,
culturali, sociali e piccole
curiosità.
Si precisa che i termini in
cui far pervenire i testi per i
numeri di giugno e dicembre
sono rispettivamente il 15
aprile e il 15 ottobre.
Grazie a tutti per l’attenzione.
Buona lettura!
Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente. (Seneca)
Da l 5 giugno 2013
l’Amministrazione ha una
propria pagina istituzionale
su Facebook, uno dei principali social network.
È un modo per avvicinarci alle persone che,
sempre più frequentemente, utilizzano i nuovi strumenti di comunicazione
interattiva e rappresenta
una grande opportunità per
coinvolgere, soprattutto i
giovani, a vivere il proprio
territorio.
In questo modo si vuol
favorire la promozione del
paese e renderlo più dinamico attraverso un rapporto diretto con gli utenti e
la partecipazione attiva
raggiungendo facilmente
anche i residenti all’estero
che possono essere così
informati su ciò che accade
nel loro paese natio.
Siete tutti invitati a visitare la pagina facebook
sulla quale potete trovare fotografie dei recenti
eventi e notizie sull’attività
amministrativa quali convocazione del Consiglio
Comunale, modifica della
raccolta del secco e nuovi
arrivi di libri e dvd per la
Biblioteca Comunale.
n. 94 • Qui Moriago - pag. 4
Ai lettori di “Qui Moriago”
Un caro saluto ai lettori
del “Qui Moriago”.
Con grande entusiasmo
e soddisfazione l’Amministrazione Comunale ha
voluto collaborare in maniera fattiva alla realizzazione di questo ormai
storico periodico.
Il “Qui Moriago” ha
raccontato la storia di tantissime famiglie del nostro
Comune, le storie dell’emigrazione, le vicende sociali, politiche e culturali del
nostro territorio.
È arrivato nelle case dei
nostri moriaghesi all’estero, ha contribuito a far
sentire i nostri emigranti
vicini alla loro terra.
Ora il periodico arriverà nelle case di tutte le
famiglie del Comune mantenendo intatto il proprio
obiettivo e il proprio stile
con lo scopo di dare spazio
anche alla vita amministrativa, a tutte le associazioni e a tutti coloro che
volessero dare il proprio
contributo scrivendo un
articolo.
Ringrazio il Presidente
della Comunità Emigranti,
Giuseppe Pollini, e tutto il
Consiglio per avere da subito condiviso la necessità
di arrivare ad un giornalino che avesse un’ampia
diffusione.
Il “Qui Moriago” sarà
il periodico di tutti i cit-
tadini di Moriago e dei
nostri emigranti all’estero
e continuerà a raccontare le vicende del nostro
territorio dando doveroso
spazio alla nostra storia,
al nostro territorio e alle
nostre tradizioni.
Auguro a tutti i lettori
un sereno Natale e buon
2014!
Il Sindaco
Giuseppe Tonello
Il periodico della Comunità Emigranti di Moriago della Battaglia da
questo numero ospiterà al
proprio interno comunicazioni riguardanti le attività
dell’Amministrazione Comunale.
È stato stipulato un accordo con il nostro Sindaco Giuseppe Tonello
basato sulla possibilità di
conglobare in un unico
giornale notizie del Comune e della Comunità
Emigranti.
Il Sindaco ed il Presidente della Comunità Emigranti di Moriago
Il tutto ci permette anche, dal punto di vista
finanziario, di tirare un
sospiro di sollievo. I costi
del periodico sono stati
fin qui abbastanza gravosi,
ogni numero ci svuotava la
cassa di circa mille euro,
nonostante ci fossero le
offerte di sostegno.
Le spese saranno ora
suddivise proporzionalmente tra noi e l’Amministrazione Comunale, che
fornirà il periodico anche
a tutte le famiglie del Comune.
La Comunità Emigranti
di Moriago continuerà a
sostenersi con le vostre
offerte dell’Albo d’Oro. Ci
scusiamo se il nominativo
di qualche offerente non è
stato riportato nell’elenco
che viene pubblicato in
ogni numero, il problema
è dovuto alla mancata comunicazione da parte della
banca dei vostri versamenti. Cercheremo di rimediare a questo inconveniente.
Grazie al vostro contributo possiamo continuare
il nostro rapporto di comunicazione con voi lettori e
portarvi così a conoscenza
dei fatti e delle attività di
Moriago e di Mosnigo.
Il Presidente
Comunità Emigranti di
Moriago della Battaglia
Giuseppe Pollini
So’ responsabile de queo che digo, no de queo che te capissi tì. (Detto nostrano)
pag. 5 - Qui Moriago • n. 94
Il consiglio comunale dei ragazzi
Il Consiglio Comunale dei
Ragazzi è un progetto di cittadinanza attiva che da molti
anni viene promosso e attivamente sostenuto dall’Amministrazione Comunale di Moriago della Battaglia, rivolto a
tutti gli studenti della Scuola
Secondaria di Primo Grado.
Il CCR offre ai ragazzi
un’occasione per essere protagonisti e partecipi attivamente alla vita di comunità
attraverso una esperienza
unica di cittadinanza attiva,
che li avvicinerà alle Istituzioni, intraprendendo così
un percorso di autonomia e
responsabilità civica che li
porterà a conoscere le opportunità e le possibilità del
proprio paese.
Le elezioni del 30 ottobre
hanno decretato la vittoria
della lista “Power Team” del
candidato sindaco Cristiano
Piccolo che si insedierà il
prossimo 9 novembre 2013.
Con lo slogan “Pensaci, votaci, divertiamoci” il nuovo
consiglio, coadiuvato dalle
operatrici di comunità, por-
terà avanti le seguenti progettualità:
• Divertimento tra tutte le
età: realizzare un pomeriggio di animazione e
di incontro con le altre
generazioni;
• Giornata di giochi, musica e nutella party rivolta
a tutta la scuola;
• Realizzazione di un cortometraggio tra le vie
del paese con il coinvolgimento dei ragazzi del
territorio.
Il nuovo CCR è ora composto, oltre dal Sindaco Cristiano Piccolo, anche da: Ivan
Gelmo, Simone Scattolin,
Matteo Stella, Luis Grace
Caruso, Marco De Conti,
Alessia Gardenal, Giorgia
Gelmo, Luca Paladin, Senih
Zununi, Clara De Conti, Sara
Oloman e Chiara Marcuzzo.
Auguriamo al nuovo Consiglio Comunale dei Ragazzi
di portare avanti con entusiasmo e creatività le nuove
proposte.
Borse di studio a.s. 2012-2013
Il giorno 23 ottobre 2013
presso la “Casa del Musichiere”
si è tenuta l’annuale cerimonia
di consegna delle borse di studio agli alunni che al termine
dell’a.s. 2012/2013 si sono diplomati dalla Scuola Secondaria
di I grado di Moriago (ex scuola
media) con una votazione minima di otto/decimi. I premiati
quest’anno sono stati: Alberto
Casagrande, Marco Ferracin,
Martina Sartor, Deborah Zilli,
Nicola Collodet, Asia Facci,
Christian Frare, Nicola Gregolon, Imane Jakhane, Isacco
Miserini, Silvia Pillot, Noemi
Giuseppina Salomon, Luca Viviani e Francesca Zancanaro.
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini. (Dante Alighieri)
L’Assessore alla Cultura
Paola Pillon
n. 94 • Qui Moriago - pag. 6
Racconti
Un filo dal nostro passato per tessere il nostro futuro
La storia di emigrazione di Giovanni Testa
periodico
Ai lettori del
“Qui Moriago” vogliamo far
conoscere una delle tante storie di emigrazione dei giovani
di un tempo.
In questo caso la storia
di Giovanni Testa e le sue
origini: raccolta dettagliatamente con una capillare
ricerca dalla pronipote Silvia
Piazza e presentata
all’esame di stato
della Classe 5ª A
Liceo Scientifico
I.S.I.S.S. “G. Verdi” di Valdobbiadene nell’anno
scolastico
2005/2006.
Abbiamo
trovato il lavoro di notevole interesse e
pertanto ne pubblichiamo
alcuni estratti.
Sintesi della vita di mio
nonno Giovanni
Nasce il 06.08.1905 a
Moriago della Battaglia, frequenta la scuola fino alla
terza elementare, poi lavora
come apprendista presso un
falegname per imparare il
mestiere.
- Nel 1924 emigra in Francia
(19 anni), lavora in Alta
Savoia per la costruzione
di dighe idroelettriche, facendo il manovale.
- Nel 1926 ritorna in Italia
per prestare il servizio militare.
- Nel 1931 torna in Francia in
Alta Savoia per la costruzione di dighe idroelettriche.
- Tra il 1937 e il 1938 lavora
per la costruzione di una
diga idroelettrica a Izourt
nei Pirenei.
- Nel frattempo, dopo aver
conosciuto la compaesana Zamai Silvia, torna a
Moriago e, approfittando
della breve pausa invernale
di chiusura del cantiere, il
19.1.1939 la sposa.
- Il mese dopo riparte sempre
per il cantiere nei Pirenei.
- Il 24.3.1939 una valanga
travolge il cantiere ad Izourt
(28 morti di cui 26 italiani,
egli si salva).
- Il 12.10.1939 nasce il primo
figlio, Mario; rimpatria per
vederlo.
- Il 27.4.1940 ritorna in Francia (Savoia) per lavorare
come cuoco in un cantiere.
- L’11.6.1940 è internato nel
campo di concentramento
di Gurs, e viene liberato il
19.7.1940.
- Il 20.7.1940 rimpatria in
Italia.
- Si ferma a Moriago della
Battaglia, compiendo lavori
saltuari di manovalanza.
- Il 10.9.1942 nasce il secondo
figlio, Franco.
- Nel 1946 lavora in Toscana
Albero Genealogico
della
famiglia Testa
nell’edilizia,
come manovale.
- Nel
1947
ritorna a Moriago della Battaglia, ma è disoccupato.
- Nel 1948, sempre disoccupato, s’iscrive alle liste di
collocamento.
- Nel 1949 riparte per la
Francia come clandestino,
viene imprigionato a Mulhouse (Alsazia) e liberato da un impresario edile
francese che gli fornisce un
lavoro e un alloggio.
- Nel 1952 avviene il ricongiungimento della famiglia in Francia; i figli sono
costretti ad imparare da
zero una nuova lingua e ad
ambientarsi.
- Nel 1954 nasce la terza
figlia, Marta.
- Il 03.07.1971 riceve la me-
daglia d’oro come premio
per i 40 anni da emigrante.
- Muore il 19 luglio 1987, un
mese e mezzo dopo la mia
nascita.
Cause dell’emigrazione
italiana e veneta
e flussi migratori
– Inizio ‘900 –
Il Quartier del Piave:
alcune caratteristiche
Il Quartier del Piave e la
Vallata erano fino alla metà
dell’800 isolati dal resto del
Trevigiano. La corrente di
traffico più vicina era costituita dalla strada napoleonica
che congiungeva Venezia con
Vienna. La zona quindi non
poteva beneficiare dei nuovi
mezzi di locomozione e comunicazione.
Solo nel tardo 800 furono
costruite quelle che sono anche oggi le arterie più
frequentate, cioè quelle
che da Pieve capoluogo del
Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo. (Dalai Lama)
pag. 7 - Qui Moriago • n. 94
Quartier del Piave raggiungono Susegana attraverso i
Mercatelli, Vidor attraverso
la piana di Sernaglia da un
lato e la zona pedecollinare
dall’altro. La maggior vivacità di traffico favorì un certo
incremento della vita economica soprattutto a Follina, da
secoli l’unico centro fiorente
dal punto di vista industriale.
Agli inizi del ‘900 la zona
del Quartier del Piave si presentava molto carente dal
punto di vista di quelli che
oggi riteniamo servizi indispensabili e irrinunciabili
quali l’istruzione, l’illuminazione, la posta, l’acqua potabile, il telefono e l’assistenza.
L’agricoltura e l’allevamento rimanevano però le
principali fonti di vita per
le popolazioni locali, nonostante la scarsa fertilità del
suolo, le limitate possibilità
idriche e le continue minacce
rappresentate dalla fillossera, dall’afta epizootica e
dalla diaspri pentagona. La
viticoltura, la bachicoltura,
la produzione di frumento,
granoturco e sorgo rosso con-
tinuavano ad essere da secoli
le attività agricole più fiorenti.
I bozzoli di seta costituivano
una fonte importante di liquidità per i contadini. “Quasi
tutte le famiglie contadine si
dedicavano all’allevamento
dei bachi da seta, lavoro
molto impegnativo che durava circa venti giorni in
primavera durante i quali
si facevano grandi sacrifici
anche per l’alloggio in modo
da collocare i bachi in stanze
calde”.
Moriago, paese natale
di mio nonno
Struttura agraria e
condizione dei contadini
La struttura agraria era
ancora di tipo feudale: pochissime grandi proprietà
lavorate da mezzadri, e parallelamente numerosissimi
piccoli appezzamenti di terra
posseduti da contadini indipendenti che ne traevano
scarse risorse. “Fra le aziende agricole più vaste vi erano
quelle dei Conti di Collalto,
dei Brandolini, dei Balbi Valier e degli Albertini”.
Le condizioni che reggevano i contratti di mezzadria erano durissime: il
proprietario poteva mandar
via il contadino a causa di
una scarsa raccolta dovuta a
disgrazie metereologiche. La
spartizione del raccolto era
spesso inferiore alla metà per
il mezzadro ed anche i doni in
natura fatti al padrone diminuivano fortemente il reddito
del contadino.
Nelle campagne c’era la
miseria, con il suo male, la
pellagra, che conobbe una
rapida espansione nel Veneto intorno agli anni 1880.
Il Veneto era in testa alle
regioni italiane a causa della
scarsa alimentazione a base
di polenta.
La scarsità delle risorse
agricole e artigianali, l’eccedenza della popolazione,
la fame aggravata da avversità metereologi che come la
grandine o la siccità, costrinsero i contadini del Quartier
del Piave all’esodo di fronte
all’impossibilità di trovare
lavoro. Il Veneto è stato chiamato la “Calabria del Nord”.
Per quanto riguarda il suo
contributo all’emigrazione, il
fenomeno migratorio fa parte
di una lunga tradizione della
storia veneta e in particolare
del Quartier del Piave. La
Marca Trevigiana ha fornito
truppe notevoli alla grande
trasmigrazione transoceanica
e a quella intereuropea.
Prima Guerra Mondiale
Una pausa forzata nel
flusso migratorio
Alla vigilia della Grande
Guerra, la situazione socio –
economica del Quartier del
Piave è delicata. La Prima
Guerra Mondiale interrompe
bruscamente il flusso migratorio. Gli espatri dal Veneto,
che erano circa 800 mila nel
1913, scendono a circa 90
mila all’anno nel periodo
1915 – 1918 compensati dai
numerosi rimpatri. Si continua a pensare all’emigrazione
come ad una soluzione per
poter vivere, ma la guerra
che colpisce i paesi limitrofi
rallenta le partenze.
All’inizio del conflitto
tanti italiani rimpatriano e
bisogna provvedere al loro
lavoro. I Comuni intraprendono alcune opere pubbliche
e la sistemazione delle strade
per dar lavoro ai disoccupati o
almeno a parte di loro. A Moriago si riadatta e si amplia
la strada delle fontanelle che
congiunge il capoluogo con
Col San Martino. Di fronte
al gran numero di disoccupati, il Comune dà il via ad
altri progetti quali i fabbricati scolastici, le fognature e
l’acquedotto. A Moriago, nel
Natale del 1914, i Comuni
acquistano grano che poi
vendono ai più poveri al di
sotto del prezzo di mercato.
L’emigrazione tra le
due guerre
Riprende l’esodo
I grandi proprietari terrieri controllano ancora la
situazione. Si riprende la via
dell’esodo interno ed esterno;
i muratori non hanno case da
ricostruire, anche se la zona
è quasi totalmente distrutta,
perché non vengono pagati; i
piccoli proprietari stentano a
vivere sulle loro misere terre
e per di più sono colpiti dal
crollo del prezzo dei bozzoli
dei bachi da seta.
Se tutti si battessero soltanto secondo le proprie opinioni, la guerra non si farebbe mai. (Lev Tolstoj)
n. 94 • Qui Moriago - pag. 8
A questa misera il Governo non pone nessun rimedio,
si sovrappone il peso del
dominio fascista, il cui scopo
è quello di soffocare ogni
tentativo di ribellione, ogni
rivendicazione da parte degli
operai o dei contadini. Tra
le due guerre però non è più
l’America la meta principale
dell’esodo. Nel primo dopoguerra l’esodo è massiccio,
anche se diminuiscono d’importanza i due sbocchi migratori tradizionali: gli Stati
Uniti chiudono le frontiere
imponendo delle quote e gli
Imperi Centrali, vinti , sono
alle prese con gravi difficoltà
economiche e instabilità politica. Hanno loro stessi troppa
disoccupazione per essere in
grado di dar lavoro agli operai ed agli artigiani italiani.
Catene migratorie
Dagli inizi del ‘900 in poi,
si fa sempre più importante
l’emigrazione intereuropea
verso la Francia, la Svizzera
e il Belgio, rispetto a quella
transoceanica verso l’America. Gli uomini partono e
ritornano una volta all’anno
con la stessa valigia, mentre
per alcuni è definitiva già la
partenza prima della Grande
Guerra. I primi arrivati spianano il terreno per i seguenti.
La meta principale degli
emigrati diviene la Francia,
bisognosa di braccia per ricostruire il paese, le case, le ferrovie, le strade e per lavorare
nei campi e i Veneti, come i
Friulani, partono verso questo
paese. Dopo i primi tentativi,
il movimento migratorio si
amplifica; le catene migratorie funzionano e gli emigrati
fanno in modo che parenti ed
amici li raggiungano. Le colonie venete si radicano nelle
regioni che hanno, tra il 1920
e il 1930, maggior bisogno di
manodopera e che non hanno
di che soddisfarlo.
Il picco dell’emigrazione
si constata negli anni 1935
e 1936. Nel 1936 la popolazione di Moriago è al punto
minimo con 2.270 abitanti.
Di fronte a tale spopolamento
il Comune, constatato l’esodo
definitivo, censisce le persone
partite. L’emigrazione delle
famiglie viene notata solo
quando ci si accorge che
esse non ritornano più. Non
tutti gli emigranti vanno a
far registrare la loro partenza.
Popolazione di Moriago
Anno
Abitanti
1931
2.624
1932
2.679
1933
2.676
1934
2.639
1935
2.502
1936
2.270
1937
2.287
1938
2.293
1939
2.321
1940
2.445
1941
2.445
1942
2.440
La popolazione di Moriago non aumenta agli inizi
degli anni ’30, nonostante
l’incremento delle nascite, il
che significa che si mantiene
un flusso migratorio e addirittura il numero di abitanti
diminuisce. In effetti non
si tratta di un’emigrazione
stagionale ma di una permanente. Non sono più solo gli
uomini a partire, ma intere
famiglie. La scelta “obbligata” si fa definitiva. Benché le
cifre siano molto incomplete
la Francia è il paese verso il
quale si dirigono la maggior
parte delle famiglie; seguono
la Svizzera e il Belgio. Quelli
che partono sono gli uomini
nati alla fine del’800 o all’inizio del ‘900.
Condizioni dell’operaio
emigrato in Francia
L’operaio emigrato deve
avere la carta d’identità del
lavoratore resa obbligatoria
dalla legge del 10 agosto
1926, che consente di controllare il lavoro degli stranieri
in Francia. Nel 1931, quando
la crisi economica colpisce
la Francia, diventa più difficile ottenerla e, senza carta,
il lavoratore straniero viene
espulso. Tantissimi sono i
moriaghesi e i sernagliesi
che emigrano nelle Alpi (Alta
Savoia) e nei Pirenei (Ariège),
tra i quali anche mio nonno
Giovanni, che lavora per la
costruzione di dighe idro
– elettriche. L’industria elettrica conosce, dopo la Prima
Guerra Mondiale, un periodo
di accelerato sviluppo. La
ricerca di bacini montani da
imbrigliare, la costruzione
di nuovi impianti e di grandi
serbatoi per far fronte all’aumento delle continue richieste
di settori ed industrie che
sempre più vanno utilizzando l’energia idroelettrica,
le costruzioni di ferrovie,
tramvie, industrie chimiche
e meccaniche proseguono
senza sosta, attirando molti
emigranti.
Il cantiere di Izourt diviene, all’inizio del 1939,
una priorità del Ministero
della guerra francese, il quale
esige l’ultimazione rapida dei
lavori della diga per poter
fornire elettricità alla fabbrica d’alluminio di Auzat e
contribuire così ai preparativi
della guerra che minaccia di
scoppiare. Le condizioni di
lavoro sono proibitive, gli
operai lavorano dall’alba alla
sera tardi ad alta quota, sotto
la morsa del freddo e la stretta
glaciale dei venti.
Racconto di una catastrofe
Il 24 marzo del 1939 accadde una catastrofe. Già
da due giorni una violenta
tempesta s’infuria rendendo
impossibile il procedere dei
lavori. Il 24 marzo alle 6
del mattino, nessuno nota
l’enorme vortice che si sta
formando fuori; sotto l’effetto congiunto dei venti, un
mini tornado si sta creando.
S’ingrossa, si gonfia sempre
più, spostandosi rapidamente
e distruggendo tutto al suo
passaggio. Ha un diametro
di 60m.
Alle 7.30 il tornado si
abbatte sulle baracche dove
sono alloggiati alcuni degli
operai italiani. In una frazione di secondo il tornado
fa scoppiare due baracche,
seppellendole sotto la neve e
scoperchiandone altre.
Muoiono 28 operai di cui
26 italiani. I loro corpi sono
seppelliti nel piccolo cimitero
di Vicdessos, perché le famiglie sono troppo povere per
affrontare la spesa del ritorno
in Patria. Fortunatamente
mio nonno si salva.
Foto dei funerali delle vittime
della catastrofe
2ª Guerra Mondiale
Internamento di mio nonno
Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena di vivere. (Ernesto Che Guevara)
pag. 9 - Qui Moriago • n. 94
nel campo di concentramento di Gurs
Nell’ottobre del 1939 mio
nonno torna in Italia per la
nascita del figlio primogenito,
ma non trovando lavoro, il 27
aprile del 1940 riparte per la
Francia (Savoia) per lavorare
come cuoco. L’11 giugno
1940, durante una retata, mio
nonno viene internato nel
campo di concentramento
di Gurs (bassi Pirenei). Mio
nonno viene liberato il 19
luglio del 1940.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale blocca
l’emigrazione, provocando i
rimpatri di tanti emigranti.
Gli italiani all’estero sono
sconvolti dall’inizio della
guerra, particolarmente in
Francia, paese al quale l’Italia dichiara guerra nel 1940,
mettendo gli italiani in posizione di nemici del paese nel
quale hanno scelto d’andare
e dove vogliono vivere. Tanti
tornano in Italia ma questa è
solo una parentesi nella loro
storia di emigranti. Anche
mio nonno, rimpatriato dopo
la liberazione dal campo di
Gurs, rimane in Italia fino
al 1948.
Emigrazione nel
secondo dopoguerra
Non appena finisce la
guerra il flusso migratorio riprende, ma soprattutto come
emigrazione interna. Le condizioni economiche del dopoguerra non consentono ai
moriaghesi e neppure agli
altri veneti di poter vivere
nelle loro comunità. “Nel
1945, il Quartier del Piave
era un’area tanto depressa da
poter essere paragonata ad
alcune zone del Meridione.
Ad un’agricoltura notoriamente tra le più povere della
provincia faceva riscontro
la totale assenza di attività
industriali, fatta eccezione
per il mobilificio Baseggio
di Barbisano, il lanificio
Paoletti di Follina, le filande
Amadio di Sernaglia e Farra. Invero troppo poco per
le migliaia di persone che
cercavano lavoro”.
Emigrazione di mio
nonno in Toscana
Seguendo il f lusso
dell’emigrazione interna,
nel 1946 mio nonno emigra
in Toscana per lavorare in
un cantiere edile di Vaiano
(Prato).
Ritorno a Moriago
Nel 1947 m io non no
Giovanni, torna a Moriago. Le condizioni di vita
non migliorano; c’è ancora
molta difficoltà a trovare
lavoro. I giornali dell’epoca
riportano quotidianamente,
in maniera quasi ossessiva,
titoli di questo tenore “Disoccupazione”, “I contributi
per lenire la disoccupazione”,
“dimostrazione di disoccupati
per l’allontanamento delle
donne dagli uffici”, “Nuova
dimostrazione di disoccupati”, “Provvedimento contro la
disoccupazione”, “Iniziativa
lavori straordinaria a favore
dei disoccupati”, “Lavori pubblici e disoccupazione”, ecc.
Partenza definitiva per
la Francia (Alsazia)
Mio nonno non riesce a
trovare un lavoro in Italia ed
è così costretto a ripartire
per la Francia. Spesso gli
uomini e le donne arrivano
clandestinamente nei paesi
stranieri oppure con il passaporto da turista, perché
non c’è tempo di attendere le
lunghe pratiche burocratiche
per aspettare i permessi di
soggiorno.
Nell’autunno del 1948
mio nonno parte clandestinamente assieme ad un altro
moriaghese, Italo Pillon. Con
il treno vanno fino all’ultima
stazione ferroviaria italiana e
assieme ad una guida alpina
valicano a piedi, di notte, il
passo del Moncenisio, poi,
riprendono il treno per Mulhouse (Alsazia), dove vengono imprigionati per otto giorni, accusati d’immigrazione
clandestina. Vengono liberati
da un impresario edile che
fornisce loro lavoro e casa.
Il ricongiungimento
della famiglia
Nel 1952 mio nonno chiama in Francia la famiglia, che
così si ricongiunge.
I miei due zii, Mario e
Franco, che all’epoca hanno
rispettivamente 13 e 10 anni,
quando giungono a Mulhouse con mia nonna, devono
iniziare la scuola elementare
francese, frequentandola fin
dal primo anno, perché non
conoscono la lingua.
Tutta la famiglia alloggia
in una baracca costruita in
riva ad un canale in centro
città.
La famiglia si stabilisce
in Francia; i due figli vivono
ancor oggi in Alsazia, solo
mia madre Marta ritorna in
Italia per sposarsi.
Mio nonno farà ritorno
in Italia, dopo la morte della
moglie nel 1979 per ricongiungersi con la figlia e morirà nel 1987, anno della mia
nascita. I miei due zii invece
diventano cittadini francesi.
Conclusione
Conoscere la vita di mio
nonno mi ha insegnato che
le conquiste della vita sono
spesso frutto di sacrifici e di
sofferenze.
Silvia Piazza
Le notizie, se non riportate, non hanno alcun impatto. Tanto valeva che non fossero mai accadute. (Gay Telese)
n. 94 • Qui Moriago - pag. 10
Ambiente
“Puliamo il Mondo” è
l’edizione italiana di Clean
Up The World, il più grande
appuntamento di volontariato ambientale nel mondo,
nato a Sidney nel 1989, che
coinvolge centinaia di paesi
e oltre 35 milioni di persone.
Da diversi anni l’Amministrazione Comunale
aderisce a questa iniziativa
di cura e pulizia che è allo
stesso tempo concreta e
simbolica per chiedere e
avere un territorio più pulito
e vivibile ed il cui valore
educativo contribuisce a
sviluppare il senso civico
di appartenenza dei partecipanti.
Nonostante il tempo non
fosse dei migliori quasi 40
volontari, tra adulti e bambini, si sono ritrovati sabato 28
settembre verso le ore 15.00
circa all’esterno della Sala
Polifunzionale di Mosnigo
pronti per “liberare” dai rifiuti varie zone del territorio
comunale.
Passeggiata ecologica
via Chiesa, via Presti, via
Zalamena, Piazza Albertini, via Aldo Moro, Strada S. Marco, via XXV
Aprile, via Croce (breve
tratto) e via Roma;
2)via Sentier (all’altezza
dell’Az. Agricola), via
Faveri, via Vidor, zona
industriale di Mosnigo,
via Monte Grappa
(lungo la SP 34);
immancabili mozziconi di
sigaretta (soprattutto nei
parchi) e carte di caramelle
anche alcuni rifiuti più particolari tipo pezzi di marmo
(ribattezzati da un partecipante “meteoriti stradali”),
3) via Raboso, via
degli Alpini, via
San Gaetano, via
Fiume, via Levade, via Croce;
Dopo la distribuzione
dei kit (cappello, guanti,
sacchetto e pettorine per i
bambini) i partecipanti sono
stati divisi in 4 gruppi, così
da aver un maggiore raggio
di azione, che si sono occupati delle seguenti zone:
1)parco Don Angelo Frare
da dove passando per il
parchetto con la pista di
pattinaggio si è giunti in
4) all’altezza degli impianti sportivi alcuni componenti
del precedente gruppo
si sono “staccati” e, una
volta trasportati dal camion del Comune, hanno
battuto via S. Rocco (partendo da Rattan Wood) e
via Roma.
Anche quest’anno la raccolta, ahinoi, è stata più che
proficua trovando oltre agli
l’ambiente. L’occasione ha
inoltre permesso, nell’attesa
degli altri gruppi, di dare
uno sguardo alla nuova sede
della Biblioteca e a tutti i
nuovi libri e dvd presenti.
Per concludere si ringraziano tutti i partecipanti
che con entusiasmo si sono
rimboccati le maniche e si
sono presi cura del nostro
territorio per renderlo più
bello e pulito e confidiamo
in una partecipazione ancora maggiore per la prossima
edizione.
Chiara Breda
parafanghi, pezzi di scooter
e copricerchi delle ruote
delle automobili.
Verso le ore 17.30 circa
i gruppi hanno iniziato ad
arrivare presso la “Casa
del Musichiere” dove sullo
spiazzo sul retro era stato
allestito un piccolo rinfresco a base di panini, bibite
e dolcetti per rifocillare un
po’ tutti i volontari dopo
aver speso tante energie per
Abbiamo la Terra non in eredità dai genitori, ma in affitto dai figli. (Proverbio indiano)
pag. 11 - Qui Moriago • n. 94
Pedalando lungo il Piave
Il Piave è noto in tutta
Italia come il “Fiume Sacro
alla Patria” in memoria dei
combattimenti di cui fu teatro durante la Prima Guerra
Mondiale e proprio per la sua
importanza storica quest’anno l’Amministrazione Comunale di Moriago ha deciso di
proporre, per l’ormai annuale
cicloescursione, un percorso
che arrivasse il più possibile
vicino al Fiume.
Domenica 22 settembre
alle 10.00 ha avuto quindi inizio il giro in bicicletta. Gli oltre 60 partecipanti, alcuni dei
quali provenienti dai Comuni
di Valdobbiadene, Vidor, Pieve di Soligo e Sernaglia della
Battaglia, hanno percorso via
degli Arditi per raggiungere
l’Isola dei Morti e proseguire
lungo viale Brigata Messina,
Dopo una breve pausa il
giro è proseguito lungo viale
Monte Grappa ed alcuni sentieri particolarmente sterrati
che hanno fatto più volte rallentare l’allegra combriccola
a causa di alcuni passaggi che
obbligavano i più a spingere
la bici a mano per superare,
ad esempio, l’avvallamento
ghiaioso.
Nonostante questi imprevisti e qualche piccola caduta,
per fortuna sempre senza
conseguenze, si è finalmente
giunti in prossimità del Piave.
A questo punto un’altra pausa
era d’obbligo! In un attimo
tutte le bici sono state “abbandonate” alla bell’e meglio
per dirigersi, soprattutto i più
piccoli, in riva al Fiume per
ammirarlo e… tirare qualche
sasso nell’acqua.
Piazzale Vaccari, uscire dal
parco attraverso alcune “stradine perse” e rientrare per il
cancello di Fontigo e giungere attraverso viale XXII
Corpo d’Armata alla Piazzale
Ragazzi del ’99 dove il gruppo proveniente da Vidor stava
ascoltando attentamente le
spiegazioni del sig. Antonio
Signoretti.
Una volta che tutti sono
risaliti in sella alla propria
bici non restava altro che
percorrere l’ultimo tratto di
percorso per giungere alla
“Casermetta” ed incontrare il
gruppo proveniente da Sernaglia della Battaglia.
106 persone con pasta e degli
ottimi dolcetti.
Dopo il caffè i partecipanti erano liberi di tornare alle
proprie abitazioni oppure di
starsene ancora un po’ all’interno del parco lasciando
che i bambini si divertissero
sui giochi oppure facendo
una passeggiata per vedere
i laghetti.
Una volta giunti alla “Casermetta” patatine e bibite
fresche attendevano i prodi
ciclisti ed è stato arduo convincerli ad abbandonare il
ristoro per ascoltare il sig.
Antonio Signoretti che illustrava un po’ la storia del
parco dell’Isola dei Morti e
le sue peculiarità come ad
esempio le piante presenti.
Sebbene in questo tipo di
iniziative ci sia sempre stato
un positivo riscontro da parte
della popolazione, bisogna
sottolineare che quest’anno la
partecipazione è stata davve-
Al termine del momento
didattico buona parte dei
partecipanti si sono fermati
per il pranzo offerto dalle
Amministrazioni Comunali
organizzanti. Come sempre
i volontari della Pro Loco di
Moriago si sono dimostrati
più che bravi a “sfamare”
ro considerevole e si può pertanto ritenere che l’iniziativa
sia stata un successo. Si ringrazia infine i volontari della
Pro Loco per l’allestimento
del pranzo e il sig. Signoretti
per il momento istruttivo. Al
prossimo anno!
Chiara Breda
In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso. (Aristotele)
n. 94 • Qui Moriago - pag. 12
Storia locale
Zatèr, un’altra leggenda del Piave
L’uso della zattera come
mezzo di trasporto si perde
nella notte dei tempi.
Per oltre dieci secoli la
Piave è stata solcata dalle
zattere, ed è quasi impossibile oggi pensare che questo
fiume ridotto a poco più di
un rigagnolo, violentato da
dighe, centrali idroelettriche,
canali per irrigazioni, selvaggiamente privato della sua dignità, fosse quello in grado di
trasportare con la forza delle
sue acque i tronchi dai boschi
del Cadore, del Cansiglio, del
Montello fino al mare, e che
su enormi zattere viaggiassero anche uomini e merci: burro e formaggi eccellenti dei
pascoli montani, carbonella,
legna da ardere, pietre molari
delle cave di Tisoi e Bolzano
Bellunese, pirite cuprifera
delle miniere agordine, ferro
lavorato e chiodi dalle fucine
zoldane, e vino pregiato dei
colli trevigiani.
Il trasporto dei tronchi fu
quello più epico perché contraddistinto dalle inumane
fatiche cui erano sottoposti i
boscaioli che abbattevano le
piante con la “manèra” prima, e gli zatèr che pilotavano
le zattere stracolme lungo il
percorso della Piave fino al
mare, poi.
Gli zatèr si erano costituiti
in una società denominata
“Fameja dei Zatèr e Menadas de la Piave” il 3 Agosto
del 1492 a Venezia in Palazzo
Ducale, con il patrocinio e
la benedizione di Agostino
Barbarigo, Doge di Venezia
dal 1486 al 1501.
La società aveva per oggetto sociale il trasporto di
legname con le zattere sulla
Piave, ma col passare del tempo anche di merci, persone,
Comelico, dell’Ampezzano
e dell’Agordino i tronchi
erano di abete bianco, rosso
e larice; mentre quelli del
Cansiglio erano di faggio.
Servivano soprattutto
per le migliaia di pali per
le fondazioni di Venezia,
per l’edilizia, le alberature
e le strutture delle galee da
battaglia della flotta militare, per quella da pesca e
quella per il trasporto merci
e persone della Serenissima
Repubblica.
Dai tre boschi messi sotto
protezione da una legge della
Serenissima: il Somadida,
il Cansiglio e il Montello,
arrivavano legni speciali; in
particolare il Montello forniva i roveri che servivano per
le parti portanti, le ordinate
e le chiglie delle navi.
I tronchi venivano abbattuti e spogliati dei rami dai
boscaioli con le “manere”
e, ma solo in tempi molto
recenti, con le seghe a mano,
e dai vari boschi arrivavano
alla Piave e i suoi affluenti
in particolare il Cordevole
attraverso i cosiddetti “viali
di avallamento” e altri sistemi a seconda delle quantità.
Una volta in acqua cominciavano le menade, cioè
la fluitazione dei tronchi
verso il Cidolo di Perarolo
dove il Boite confluisce nel-
Il Porto fluviale di Perarolo nel 1870
I boscaioli del Cansiglio
Il manamaestro e il manafant, piloti di prova
animali e cose, sulla tratta
Perarolo / Venezia.
Gli zatèr si distinguevano
in: menadas (quelli che portavano i tronchi sciolti fino
al cidolo di Perarolo); ligatori (quelli che costruivano
e assemblavano le zattere);
infine gli zatèr veri e propri ,
quelli che le pilotavano lungo
il tortuoso corso della Piave.
Ancora, si dividevano in:
caporal di manamestro (il
capo equipaggio), caporal di
manafant (il secondo) infine
i codagn (quelli che stavano
a poppa).
Dai boschi del Cadore, del
Un viale in avvallamento
A chi discende nello stesso fiume sopraggiungono acque sempre nuove. (Eraclito)
pag. 13 - Qui Moriago • n. 94
la Piave che si ingrossava e
permetteva quindi il loro trasporto a mezzo delle zattere,
e qui gli “ zatèr ” costruirono
il Cidolo.
I menadas oltre che a
provvedere alla regolare fluitazione dei tronchi verso il
cidolo, dovevano poi caricarli
sulle zattere.
Il cidolo era una specie di
diga che fermava i tronchi ma
non l’acqua che defluiva attraverso numerose saracinesche
che impedivano, all’occorrenza, che una piena portasse
a valle i tronchi ancora da
lavorare e andassero perduti.
Le seghe, idrauliche, potevano segare nel senso longitudinale tronchi fino alla
lunghezza di 5 metri, oltre
questa misura i travi e le tavole venivano squadrate con
la “manera da squarador”.
Zater in posa per una foto ricordo
Un menadas
Modellino del Cidolo
A questo punto entravano
in azione gli zatèr che prendevano in consegna le zattere
piene di tronchi per trasportarli alle varie segherie per la
loro trasformazione in varie
tipologie.
Tra Perarolo e Castellavazzo erano in funzione
tredici grandi impianti di
segheria per complessive 122
seghe, e altri due impianti si
trovavano nel territorio di
Sedico, alla confluenza del
Cordevole nella Piave, con
20 seghe.
I segantini vi lavorano
giorno e notte a turni continui, le seghe erano del tipo
alla veneziana, progettate nel
1485 da Leonardo da Vinci,
ma alcune fonti autorevoli e
affidabili affermano che un
qualche tipo di sega esisteva
già lungo la Piave, ancora
prima dell’anno Mille.
Su ogni zattera prestavano
servizio da un minimo di due
fino ad un massimo di quattro
zatèr, secondo il peso e la
grandezza della zattera stessa.
Gli zatèr erano uomini
fortissimi, intrepidi e rotti
a tutte le intemperie e disumane fatiche, e pilotavano le
zattere in quali che fossero le
condizioni meteorologiche.
Le zattere venivano costruite a moduli lunghi dieci
piedi veneti, 4,20 metri circa
per nove piedi di larghezza,
4,0 metri scarsi.
I moduli venivano quindi
assemblati fra di loro con
bulloni snervati e ritorti atti
a garantirne l’assemblaggio
e resistere alle impetuose
correnti della Piave, che imprimevano alle zattere pericolose sbandate in prossimità
delle anse, e agli inevitabili
urti contro le rocce.
Così assemblate le zattere potevano raggiungere
anche la lunghezza di oltre
venti metri, a seconda delle
merci trasportate, che erano
sempre accompagnate da una
“carta”, l’odierna bolla di
consegna, in calce alla quale
c’era la scritta “che Dio ci
porti a salvamento”.
C’erano anche le zattere
speciali, quando si trattava
di trasportare legni che andavano a formare gli alberi
delle navi, che arrivavano fino
a 25-28 metri di lunghezza.
nienti da Perarolo dopo aver
caricato il legame lavorato
dalle segherie, partivano per
Belluno e qui le consegnavano agli zatèr del posto, che
il giorno dopo a loro volta
partivano all’alba e arrivavano a Falzè di Piave intorno a
Pilotaggio sulle acque “in amor” della Piave
I dati più aggiornati partono dal 1700, anno in cui le
zattere trasportavano ogni
stagione, che andava da Aprile a Luglio, legname prelavorato in quantità pari a 350.000
tronchi provenienti dalla Piave e oltre 50.000 dal Cordevole. Dagli altri affluenti della
Piave le quantità fornite erano
quasi trascurabili.
Dalla partenza di Perarolo
a Venezia i porti intermedi
erano: Longarone, Belluno,
Falzè di Piave, Ponte di Piave,
Venezia porto d’arrivo.
Le prime zattere prove-
mezzogiorno dopo un tragitto
di quasi settanta chilometri.
Quando occorreva si fermavano sotto il Montello a S.
Mama per caricare i roveri.
Giunti a Falzè gli zatèr
di Belluno consegnavano
le zattere a quelli del posto
o a quelli di Nervesa che le
avrebbero pilotate sino a Ponte di Piave. Da qui, a Venezia.
Gli zattieri bellunesi da
Falzè facevano ritorno a casa
a piedi, attraverso Follina e
il passo di San Boldo tracciando una strada che da essi
prese il nome: la “calzattera”.
Non c’è bisogno di viaggiare nel tempo per essere degli storici. (Isaac Asimov)
n. 94 • Qui Moriago - pag. 14
Porto di Falzè di Piave, il modulo per formare le zattere
La strada, tra Falzè e
Soligo, in qualche tratto è
ancora percorribile.
Da allora Falzè lega le
sue fortune al via vai di
uomini e merci d’ogni tipo;
più il tempo passa più si intensifica il traffico, in tutte le
stagioni, fino a raggiungere
la media di otto/dieci zattere
al giorno per un totale annuo
intorno alle tremila unità,
ma ci furono anni in cui i
passaggi delle zattere furono
maggiori.
Al Porto fluviale di Falzè, inoltre, funzionava a
pieno regime anche il Passo
Barca, con servizio di traghettatura di merci e persone sulla sponda del Montello
e viceversa.
L’ultima corsa ufficiale
delle zattere si tenne nel
1942.
Ma oramai i tempi cambiavano e fin dal 1921 le
merci e le persone cominciarono a viaggiare con i
più moderni mezzi: treni,
camion, ecc.
Nel secondo dopoguerra
ci furono nel corso degli
anni manifestazioni di carattere dimostrativo degli
zatèr sulla Piave, e una di
queste si tenne il 15 Luglio
del 1992 in occasione del
500° anniversario della fondazione della loro società.
una delle zattere perse il
controllo e si rovesciò proprio davanti all’Isola dei
Morti di Moriago; gli zatèr
caddero in acqua ed uno di
loro, Ezio Losso di Codissago perse la vita.
Le ricerche dello sfortunato zatèr, alle quali partecipava anche il padre, si
protrassero per molte ore e
alla fine fu trovato cadavere
proprio davanti all’ex Porto
Fluviale e Passo Barca di
Falzè.
E qui, nel 20° anniversario della sua scomparsa,
hanno voluto commemorarlo tutti i componenti della
“Fameja dei zatèr e menadas de la Piave” erigendo
in memoria dello sfortunato
zatèr che sognava da sempre
di andare a Venezia come i
suoi avi un singolarissimo
monumento, molto bello e
impreziosito da una targa
ricordo, contestualmente
alla inaugurazione ufficiale
del nuovo Parco fluviale di
Falzè.
L’ex Passo Barca di Falzè
Per quella particolare
occasione gli zatèr misero
in acqua tre zattere per una
fluitata di commemorazione
da Perarolo a Venezia.
Quel giorno le acque impetuose e ribelli della Piave,
complici le piogge torrenziali dei giorni precedenti
andarono, come dicevano
i vecchi di un tempo, “in
amor”.
Ci volle tutta la loro maestria per pilotarle e tutto
sembrava andare per il meglio quando, in prossimità di
Falzè di Piave meta prevista
dagli zatèr per una sosta,
Il monumento allo Zatèr scomparso
Poco distante dal monumento è anche indicato il
punto esatto dell’attracco del
“passo barca” con relativa
locandina che ne racconta
la storia.
Ancora, poco più sotto
del monumento, è messo in
bella mostra un modulo di
una zattera e relativi remi di
governo, simile a quello dei
tempi che furono, costruito
sul posto dagli zatèr ligadori
lo stesso giorno della commemorazione.
La Piave amata e cantata
da grandi scrittori e poeti,
quali D’Annunzio, Hemingway, Comisso, Zanzotto e
Buzzati arriva al mare dopo
un percorso di circa 220
Km sfociando in laguna a
Venezia dopo aver attraversato luoghi di rara bellezza,
troppi per poterli elencare
tutti ma non per tenermeli
nella memoria e nel cuore;
in Comelico, in Cadore, in
Valbelluna; nella pianura
veneta della Marca Gioiosa
di Treviso in quella che fu la
Serenissima Repubblica dei
Dogi di Venezia.
Non è più impetuosa e
ribelle la Piave, le sue acque non vanno più in amor,
salvo alluvioni come quella
del ’92, non è più percorsa
dalle grandi zattere pilotate
con rara maestria e sprezzo
del pericolo dai leggendari
zatèr che, rischiando la propria vita, diedero un impulso
straordinario all’economia
dei territori che attraversavano.
Quando mi capita di vederla, e mi capita spesso, ridotta ad un rigagnolo o poco
più, mi prende un groppo in
gola; è divenuta preda del
“dio progresso” che ne ha
fatto scempio sfregiandola
e mortificandola.
Tuttavia… anzi, proprio
per questo, m’ è ancora più
cara.
Alessandro D’Alto
L’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge. (Gustave Flaubert)
pag. 15 - Qui Moriago • n. 94
“Sono un ragazzo del
Basso Piave, un ragazzo
del Grappa, del Pasubio.
Sono un vecchio fanatico
del Veneto, e qui lascerò il
mio cuore … e sul Piave ho
trovato la spiegazione di me
stesso”.
Ernest Hemingway
(da una lettera a Bernard Berenson)
Codissago di Castellavazzo, Museo e sede della Fameia dei zater e menadas de la Piave
ricordo è atto di per sé a
medicare tutte le malinconie della vita e tale, da far
meraviglia come non sia il
divertimento preferito da
mezza umanità”.
Napoleone Cozzi
(dalla rivista “Alpi Giulie” n. 4
del 1899)
****
“Vi sono forse oggi altre acque in tutta la Patria
nostra? Ditemelo! V’è oggi
una sete d’anima italiana
che si possa estinguere altrove? Ditemelo!”
Gabriele D’Annunzio
1918 in occasione della Vittoria
Modellino in legno della sega di Leonardo. Veniva azionata dall’energia
idraulica che metteva in moto la ruota, quindi un complesso sistema di
ingranaggi e coppieconiche azionavano i movimenti alternati della lama
della sega e del carrello porta tronchi. Questo si spostava lateralmente
di un’unità per volta, a seconda dello spessore voluto delle tavole o travi,
in modo sincronizzato. Il funzionamento della sega era reso così il più
automatico possibile.
Ringraziamenti
Al Museo degli Zattieri
di Codissago nella persona del Signor Arnaldo
Olivier, Castaldo della
“Fameja dei Zatèr e Menadas de la Piave” per le
immagini e alcune notizie
tratte dal sito web dedicato
agli zattieri della Piave, ad
Armando Pisanello per la
foto del porto di Perarolo
1870 tratta dalla sua collezione, al Museo della
Scienza e della Tecnica
di Milano per l’immagine
della sega di Leonardo,
e ADPhotogallery per le
altre fotografie.
****
Così i Poeti cantarono
La Piave
“Là v’è la franca salute
dell’acqua
Sani come acqua vi siamo noi”.
Andrea Zanzotto
****
“Tra le cose, pure, che
muovevano molto la fantasia, c’era il Piave … Il
Piave era per me insieme
un piacere visivo e un piacere acustico, coi suoi vari
rametti gorgoglianti tra le
pietre bianche… con questi
colori straordinari del fondo, viola, azzurro, verde…”.
Dino Buzzati
****
“Il tratto da Perarolo
a Longarone dura un paio
d’ore e sono le più belle
della vita.
È un complesso d’incantevoli sensazioni che si
succedono veloci e continue. È un sogno irradiato
da immagini deliziose. È
un tripudio, di cui il solo
****
“Fiume maschio per meriti di guerra”.
Oreste Battistella
Nervesa della Battaglia, 1923
****
Il blasone di un
veneto famoso
“Il Veneto è la mia Patria. Sebbene esista una
Repubblica Italiana, questa
espressione astratta non è
la mia Patria. Noi veneti
abbiamo girato il mondo,
ma la nostra Patria, quella
per cui, se dovessimo combattere, combatteremmo, è
soltanto il Veneto. Quando
vedo scritto all’imbocco dei
ponti sul Piave “fiume sacro
alla Patria”, mi commuovo, ma non perché penso
all’Italia bensì perché penso
al Veneto”.
Goffredo Parise
da “Il Corriere della Sera”,
Milano, 7 Febbraio 1982
****
I fiumi sono strade che camminano, e che portano dove si vuol andare. (Blaise Pascal)
Mosnigo
n. 94 • Qui Moriago - pag. 16
Mosnigo
La Chiesetta degli Emigranti
Poco dopo aver fondato
la Comunità Emigranti di
Mosnigo nel 1953, il suo
Consiglio ha sentito il bisogno di dedicare qualcosa di
duraturo, e per quei bei tempi,
di eccezionale alla stessa.
Di monumenti dedicati agli
Emigranti in quegli anni non
si sentiva neanche parlarne,
ma i nostri avveduti fondatori
con molta bravura ed intuito
decisero di costruire una cappella per ricordare per sempre
questo fenomeno dell’emigrazione, che incalzava rapidamente in tutte le famiglie,
con i suoi disagi sia per gli
emigranti effettivi sia per i
famigliari, che rimanevano
in paese. Mancava il locale
per poterla costruire ed ecco
che il parroco di allora di
Mosnigo, Don Erminio Lorenzet, non si oppose quando
gli chiesero di donare una
parte di fabbricato nell’asilo parrocchiale per questo
scopo molto interessante e
significativo. La stanza per
questa chiesetta si mostrò
un po’ piccolina ed allora
in poco tempo riuscirono ad
acquisire un piccolo pezzo
di terreno confinante, così
poterono abbattere un pezzo
di muro e costruire una parte
dietro l’altare. In un inverno
realizzarono i loro sogni e
con l’aiuto di tutti terminarono questa piccola opera,
molto modesta, ma senz’altro
piacevole e voluta da tutti.
L’inaugurazione nel ’58
fu celebrata, come sempre
in quel tempo, il giorno 3
gennaio, onorata dall’eccezionale presenza dell’allora
vescovo di Vittorio Veneto
Giuseppe Carraro, il quale
diede la prima benedizione e
consacrazione, fu una grande
festa. La chiesetta fu dedicata
alla Madonna di Lourdes e
la statua della Madonna fu
posizionata nella gritta, con
ai suoi piedi inginocchiata
Bernadette; sei anni fa sono
stati rinfrescati e ridipinte
le statue, e fatti i rintocchi
Per ridere
un po’
Annunci divertenti
apparsi sulle bacheche
delle parrocchie in giro
per l’Italia
1) Per tutti quanti tra voi
hanno figli e non lo sanno,
abbiamo un’area attrezzata per i bambini!
necessari. Da diversi anni le
messe infrasettimanali a Mosnigo vengono celebrate in
questa chiesetta molto intima
e piacevole. Chiudo ringraziando i Trevisani nel Mondo
che mi danno sempre queste
opportunità di esprimere il
mio pensiero e in qualche
modo far conoscere il mio
paese e la nostra comunità
Emigranti e Trevisani nel
Mondo.
Tanti saluti a tutti.
Claudio Rizzetto
(da “Trevisani nel Mondo”)
2) Giovedì alle 5 del pomeriggio ci sarà un raduno del Gruppo Mamme.
Tutte coloro che vogliono
entrare a far parte delle
Mamme sono pregate di
rivolgersi al parroco nel
suo ufficio.
3) Il gruppo di recupero della
fiducia in se stessi si riunisce Giovedì sera alle 7.
Per cortesia usate le porte
sul retro.
4) Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! È un buon modo
per liberarvi di quelle cose
inutili che vi ingombrano
la casa. Portate i vostri
mariti.
5) Il coro degli ultrasessantenni verrà sciolto per
tutta l’estate, con i ringraziamenti di tutta la
parrocchia.
6) Ricordate nella preghiera
tutti quanti sono stanchi
e sfiduciati della nostra
Parrocchia
7) Martedì sera, cena a base
di fagioli nel salone parrocchiale. Seguirà concerto.
Ogni santo ha un passato, mentre ogni peccatore ha un futuro. (Oscar Wilde)
pag. 17 - Qui Moriago • n. 94
Tradizioni
Palio 2013
Domenica 8 settembre si
è svolto il 17° Palio “Assalto
al Castello” di Vidor, che per
la quinta volta consecutiva
ha visto la partecipazione
del nostro Comune.
La giornata dei nostri
atleti è iniziata con la benedizione degli attrezzi nel
piazzale della Chiesa di Vidor, subito dopo la S. Messa,
seguita poi dal pranzo presso “La Stiva” a Mosnigo. Per
alcuni volontari della Pro
Loco di Moriago, invece, la
mattinata è iniziata presto,
con l’allestimento del chiosco ai piedi del Castello.
Nel pomeriggio c’è stata
la sfilata in costume medievale di tutte le contrade,
dall’Abbazia Santa Bona
di Vidor sino al Castello, e
come ogni anno i figuranti
di Moriago e Mosnigo si
sono fatti notare e hanno
fatto spettacolo grazie ai
loro abiti molto vari.
Al termine del corteo la
vera sfida ha avuto inizio!
L’obbiettivo era il raggiungimento della vetta del Castello nel minor tempo possibile, utilizzando due attrezzi:
una scala e una trave. Nella
prima parte della percorso
due donne hanno portato a
spalla la trave mentre nella
seconda parte quattro uomini a staffetta hanno portato
la trave.
La nostra squadra, molto
competitiva e temuta dagli
avversari, si è piazzata al 3°
posto nella classifica generale (tempo 2’47’’77 cent.) e al
1° posto nella classifica della
scala (tempo 1’10’’95 cent.).
È quindi doveroso compli-
mentarsi con tutti gli atleti
e atlete del nostro Comune
che hanno partecipato e che
si sono guadagnati un posto
sul podio. Bravi ragazzi
continuate così!!!
A fare da contorno a
tutto ciò c’era il nostro fornitissimo stand enogastronomico che sin dal primo anno
è stato definito il “miglior
chiosco”. Perché? Beh, oltre ad essere ben rifornito,
è molto grande, ricco di
addobbi colorati rappresentanti la nostra contrada
(ovvero il rosso e l’azzurro)
e offre molto divertimento!
Quest’anno c’era musica
accompagnata dai balli delle
ragazze del Gruppo Giovani
Comunale e… la Zumba!
Ecco perché il nostro chiosco è sempre super affollato
e super apprezzato!
La sera presso la Sala
Polifunzionale di Vidor c’è
stata prima la premiazione
delle squadre e poi una festa
con dj che si è prolungata
fino a notte fonda.
Venerdì 20 settembre
presso la Casa degli Alpini
di Moriago si è tenuta una
cena per ringraziare tutti e
per festeggiare insieme ed
il divertimento non è certo
mancato.
Per concludere, a nome
di tutti gli organizzatori,
ringraziamo gli atleti, i figuranti, gli addetti al chiosco,
l’Amministrazione Comunale, la Pro Loco di Moriago
e quanti si sono prestati per
la buona riuscita della manifestazione.
Arrivederci al prossimo
anno, vi attendiamo numerosi!!!!
Gli organizzatori
La maniera di dare val di più di ciò che si da. (Pierre Corneille)
Perché il Palio?
Con il Palio si rievoca
l’assalto dei Barbari al
Castello di Vidor, avvenuto attorno al 1200,
e per l’occasione viene aperta al pubblico
l’Abbazia di S. Bona.
Le squadre gareggianti
rappresentano le Contrade che all’epoca erano sotto il dominio e la
giurisdizione dei Signori
di Vidor.
Alla manifestazione
partecipano anche i Palii
gemellati: Petritoli (nelle
Marche) e Moriago della
Battaglia il cui territorio, insieme a quelli di
Mosnigo, Nosledo, Sernaglia e Fontigo, faceva
parte del dominio e della
giurisdizione del Castello di Vidor.
n. 94 • Qui Moriago - pag. 18
La Fogarata
Il 2013 sta finendo e un
nuovo anno è alle porte e
così anche i falò di inizio
anno, una tradizione popolare
diffusa in tutto il Nordest.
Data la sua larga diffusione
ne esistono moltissime versioni e denominazioni, solo in
Veneto troviamo ad esempio
panevìn o panaìn, fogarata
e bubarata. Qui di seguito proponiamo pertanto un
estratto di un articolo apparso
qualche anno fa su “Mondo
Agricolo Veneto”, il settimanale d’informazione agricola,
culturale e tradizioni a cura
della Giunta Regionale del
Veneto.
«Non sappiamo quanta
verità ci sia, con riferimento
all’estinguersi della civiltà
contadina, nelle parole di
monsignor Giovanni Brotto:
“Nessuna civiltà tramonta.
Semmai passa nella civiltà
successiva...Non c’è, dunque, un tramonto di civiltà
contadina, ma uno scambio e
un’integrazione di valori che
giovano allo sviluppo globale
di tutta la società” (da “Terra
del mio paese”, 1986). Sta di
fatto che una festa laico – religiosa come quella della Befana (storpiamento di Epifania,
cioè manifestazione di Cristo
ai Magi), legata al Panevin,
resiste da secoli in Veneto e
altrove nella sue molteplici
versioni.
La storia della vecchina
che viene nelle case dal camino per premiare i bambini
buoni e punire i cattivi è
alquanto moderna, mentre la
versione prettamente rurale
del Panevin si perde nella
notte dei tempi ed ha radici
magiche e precristiane. Ri-
guardo l’usanza comunque
di “brusare la vècia” con
un falò, diffusa in gran parte
del Veneto la sera prima
dell’Epifania “che tute le
feste la se porta via”, gli
esperti ci dicono che questa
festività si diffuse nel cristianesimo occidentale dal
IV secolo d. C. Sostituiva un
po’ alla volta i “saturnali”
pagani, dedicati appunto al
dio Saturno, protettore dei
raccolti e dell’agricoltura, in
coincidenza con il solstizio
d’inverno. Per l’occasione nel
mondo romano, dopo feste
orgiastiche, si mandava a
morte il re raffigurato da un
pupazzo.
Il rogo della “vècia” si
ricollegherebbe a queste antiche costumanze, ma impregnate adesso dello spirito
della nuova religione, e alla
manifestazione pubblica di
CristoDio. Nel Panevin veneto, con differenze da zona
a zona, la sera antecedente
l’Epifania nelle campagne si
facevano ardere le “pìrolepàrole” (derivazione di pira),
o “brugnei”, ossia cataste di
legna, o paglia, di forma piramidale e molto alte, sostenute
da un palo centrale. I ragazzi
intanto preparavano le “varòle”, specie di torce con delle
fascinette legate al capo di un
bastone con cui appiccavano
il fuoco alle cataste cantando
“Brugnèo! Brugnèo!/ ogni
vaca un vedèo/ ogni dona
un putèo/ ogni vegna un mastèo”. Sono evidentemente
canti di speranza, di buon
auspicio e di esorcismo della
miseria, sempre incombente
nelle campagne. [omissis]
In breve nel trevigiano
la sera prima dell’Epifania
(chiamata anche “pasqueta”)
era il bimbo più piccolo ad
attizzare il fuoco, quindi si
alzavano grida ed applausi,
donne e ragazzi scuotevano
alberi da frutta e avvolgevano
i tronchi con un ramo di sali-
ce per augurare l’abbondanza.
Nella notte il “boèr” portava
fieno alle bestie e ritornava
sul luogo del falò gridando
una filastrocca di buon auspicio per la nuova stagione gettando altra paglia sul
fuoco residuo. Il palo doveva
rimanere in loco per almeno
otto giorni altrimenti si poteva esser colpiti da febbri.»
Ancora oggi la fiamma
simboleggia la speranza e la
forza di bruciare il vecchio,
per questo si continua ad
osservare la direzione delle
scintille per capire se l’anno
che verrà sarà o meno positivo. Allora non ci resta che
attendere e come dicevano
i nostri nonni “Se ‘l fun ‘l
va a matìna, ciòl su ‘l sàc
e và a farina; se ‘l fun ‘l va
a sera pàn e poènta a pièn
caliera” ossia “Se il fumo
va a oriente, prendi il sacco
e vai a farina; se il fumo va
a occidente, pane e pentola
piena di polenta”.
Fogarata 1963
Non avevano trattori nè il ragno per il trasporto della legna
e l’accastamento del falò di
Epifania.
Anni ‘60, carretto
a mano e scala per
arrivare nei pressi della cima
con la legna
che r iuscivamo a raccattare in
campagna sui prati e
anche per i portici delle
case della cornarotta: ecco
come veniva innalzata a quel
tempo la catasta di legna in con-
trada San Rocco.
La foto mostra uno di questi falò, quello dell’Epifania
1963, cinquant’anni fa.
Sullo sfondo a sinistra
la vecchia officina
di Gino Conte,
sulla dest ra
l’adiacenza a
sud dell’abitazione di Italo
Perruccon.
Quelli della foto, indovinate chi sono!
Ci vuole un po’ di storia per spiegare un po’ di tradizione. (Bob Marley)
Enrico Tonello
pag. 19 - Qui Moriago • n. 94
Festa in fameja
Anche quest’anno il Gruppo Alpini di Mosnigo ha organizzato la tradizionale Festa in Fameja, che è diventata
negli anni un apprezzato appuntamento degli iscritti con
le loro famiglie e i sempre più
numerosi simpatizzanti.
La manifestazione ha
avuto inizio giovedì 25 aprile, Festa della Liberazione,
con l’alza bandiera presso la
cappellina della Casa degli
Alpini. Protagonisti sono stati
i bambini della scuola dell’infanzia San Francesco di Mosnigo, diretti dalle insegnanti
Suor Claudia e sig.ra Elena
Buosi, che si sono esibiti con
sicurezza e maestria sorprendente nel canto di “Fratelli
d’Italia” all’Alzabandiera e
con altre canzoncine durante
la Santa Messa. Il tutto era
alternato da brani suonati con
la tromba dell’alpino Bruno
Tormena. Immancabili sono
stati “Signore delle cime” e
il “Silenzio”.
L’atmosfera era veramente
intensa e commovente. Lo testimoniava anche il continuo
spostarsi dei numerosi genitori dei bambini che, muniti di
cineprese e fotocamere, desideravano immortalare quegli
attimi di grande tenerezza.
Tramite la loro maestra
poi i bambini hanno voluto
ricordare l’evento regalando
agli alpini un loro simpatico
disegno di gruppo. Sullo
sfondo è disegnato l’immancabile cappello con la penna
nera e l’Italia vestita dal tricolore. Sopra sono stati scritti
dei pensierini, scaturiti dalle
domande sul corpo degli
alpini e dalle riflessioni che
i bambini, soprattutto quelli
dell’ultimo anno, hanno fatto
durante le lezioni. Sono tutti
molto belli. Ne cito uno per
tutti: “gli alpini sono come
il sole, illuminano il mondo”.
La mattinata si è conclusa
nella generale commozione
dei presenti (hanno partecipato anche alcune mamme
extracomunitarie) attorno
ad un tavolo imbandito sia
per gli alpini piccoli, sia per
quelli più attempati.
Sabato 27 Aprile, dopo
tanti preparativi per un’impeccabile organizzazione,
alle ore 17.00, doveva aver
inizio la marcia non competitiva “DO PASSET E NA
CORSETA”. Quest’anno il
tempo, a dir poco dispettoso,
poco prima dell’orario di
partenza, ha cominciato a
scaricare tanta di quell’acqua
da dissuadere anche i più
temerari. Ma, proprio come
recita una canzone degli alpini: “o con le scarpe o senza
scarpe i miei alpini li voglio
qua…” anche il nostro capogruppo Giuseppe Frezza, ha
richiesto che ugualmente venisse onorata la tradizione e
al grido “siamo o non siamo
alpini” una buona trentina di
baldi alpini si sono sacrificati
e dopo essersi inzaccherati sul limaccioso fango dei
Palù, sempre sotto la pioggia
battente, hanno completato il
percorso, rispettando così anche questa volta la tradizione.
Alla sera, ore 20.30, ha
avuto luogo la rappresentazione teatrale “L’onorevole
Campodarsego” recitata dalla Compagnia el Piovan di
Padernello. Il pubblico non
era numerosissimo, come
l’opera avrebbe meritato, ma
la sala degli alpini era piena
e quel che più conta i presenti
si sono divertiti, sorridendo
in continuazione sui vizi e
virtù, debolezze umane dei
protagonisti vissuti un secolo
e mezzo fa. Considerazione
generale finale: gli uomini
d’oggi, grosso modo, sono
ancora gli stessi.
Domenica 28 Aprile,
grande giornata di chiusura
della manifestazione. All’alba accensione del fuoco per
cuocere lo spiedo. Alle 10.00
L’opera umana più bella è essere utile al prossimo. (Sofocle)
gli alpini schierati, con l’inseparabile cappello e tentando
di imitare le figure dei bei
tempi passati, hanno presenziato alla S. Messa al campo
e deposto al loro monumento,
per onorare e commemorare “quelli che sono andati
avanti”, una corona speciale,
perché una vera piccola opera
d’arte in ferro, sapientemente
forgiato e cromato a più colori, dall’alpino mosnighese
Ubaldo Contessotto.
Alla cerimonia è seguito il
pranzo sociale molto frequentato e la ricca lotteria. Non
dimentichiamo mai che gli
alpini di vino se ne intendono, di cucina hanno una gran
passione e ogni motivo per
loro è buono per organizzare
una festa. Con questi ingredienti, le loro manifestazioni
non possono che concludersi
sempre bene.
Il Gruppo Alpini di
Mosnigo
(da “L’Alpin del
Piave” Luglio 2013)
n. 94 • Qui Moriago - pag. 20
Territorio
Il volo dell’aquila
A rischio la sopravvivenza dell’aquila reale tra Col Visentin e Monte Cesen
L’aquila reale, il più emblematico dei rapaci, è destinata a scomparire dai cieli
della provincia di Treviso.
Le attività dell’uomo, infatti,
stanno irrimediabilmente
pregiudicando la presenza
di questo volatile. Gli studi
compiuti dagli esperti di organizzazioni quali, la Società
trevigiana di scienze naturali,
i Faunisti veneti ed il Centro
italiano studi ornitologici,
hanno evidenziato come da
tre anni a questa parte le aquile reali (Aquila chrysaetos)
non riescano più a nidificare
nella Marca.
All’origine del fenomeno vi sono due circostanze
che all’apparenza potrebbero
sembrare banali ma per il
delicato equilibrio di questa
specie si sono rivelate devastanti, vale a dire: l’apertura
di una nuova strada, presso
uno dei nidi e l’intensificarsi
del traffico vicino ad un secondo sito di nidificazione.
Nel territorio trevigiano le
coppie adulte d’aquila reale
che possono riprodursi (raggiungono la maturità sessuale
verso i quattro anni) sono
due ma, di queste solamente
una vi nidifica, l’altra pur
sorvolando il Monte Grappa
si è stabilita nel Vicentino.
questi volatili hanno la consuetudine di costruire più
nidi pertanto, se in due dei
tre a loro disposizione non
riescono a deporre le uova,
la potenzialità riproduttiva è
irrimediabilmente compromessa e con essa il futuro di
questa specie nella Marca,
che certo non può essere affidato ai pochi esemplari di
giovani erratici provenienti
dalle Dolomiti, talvolta avvistati dai naturalisti. «Si pensa
che l’aquila viva soprattutto
in luoghi remoti ed isolati,
magari in prossimità delle
cime montuose ma non è
così – spiega il naturalista
Francesco Mezzavilla, che da
oltre dieci anni studia questo
rapace in provincia di Treviso
– l’aquila reale è una specie
che da sempre è presente in
quest’area, nidificando in
vari siti tra il Monte Cesen e
il Col Visentin ma spingendosi anche in spettacolari voli,
fino al Montello dove il più
delle volte gli osservatori la
scambiano per una poiana».
Una presenza che appartiene quindi a pieno titolo alla
fauna locale di quest’angolo
di Veneto dove purtroppo,
non c’è sufficiente consapevolezza della sua importanza. I nidi di questo rapace
si trovano in aree SIC (Siti
d’importanza comunitaria)
e ZPS (Zone di protezione
speciale) quindi in ambiti ad
alto grado di salvaguardia
ambientale; ciò nonostante, la
disattenzione di chi amministra il territorio ha permesso
la realizzazione di una nuova
strada ai piedi di un nido
benché la normativa europea
imponga la tutela delle specie
protette. «I naturalisti non
sono stati consultati prima
di approvare la nuova strada
– precisa il prof. Mezzavilla
– e così i trevigiani dovranno
dire addio all’aquila reale
che altrove convive con l’uomo, grazie ad una sorta di
scambio reciproco, dato che
i pascoli montani dell’alpeggio assicurano loro radure
ideali per cacciare piccoli
mammiferi come le lepri.
Questo rapace nutrendosi
anche di carogne è un eccellente spazzino e predando gli
esemplari più deboli (anziani
o malati), contribuisce al
contenimento delle malattie; la sua scomparsa creerà
pertanto un danno all’ecosistema».
La riproduzione di questa
specie si verifica generalmente a marzo nelle Prealpi
della Marca, periodo in cui
gli escursionisti tornano a
frequentare i sentieri montani, dopo la pausa invernale,
disturbando l’ennesimo sito
di nidificazione della coppia trevigiana; l’itinerario,
un tempo poco frequentato,
negli ultimi anni è diventato
purtroppo meta di molti visitatori che inconsapevolmente
impediscono alla femmina di
deporre le uova.
Scelte amministrative
poco accorte e circostanze
sfortunate stanno minando
quindi la presenza futura del
maestoso rapace in questa
provincia, dove i nidi presenti sono solo tre, numero
solitamente esiguo per questa
specie (l’aquila reale arriva ad
avere fino a dieci nidi contemporaneamente) ma che fa
ben comprendere la difficoltà, per il volatile, di trovare
luoghi consoni alla nidificazione. L’antropizzazione e la
presenza umana, sono quindi
all’origine del pericolo che le
aquile reali corrono nel trevigiano, così come purtroppo si
sta verificando anche in altre
zone d’Italia e non solo.
Ingrid Feltrin
(da “Insieme con fiducia”)
Due cose mi hanno sempre sorpreso: l’intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. (Tristan Bernard)
pag. 21 - Qui Moriago • n. 94
Momenti Felici
Coloriamo il mondo
Anche l’azzurro cielo con
le sue giocose nivee nuvole
rischiarate da un giallo sole,
si è associato ad una giornata
ricca di colori. “Coloriamo il Mondo”: 7ª edizione
dell’annuale festa dei bambini
che hanno frequentato l’ultimo anno di alcune Scuole
d’Infanzia Paritarie aderenti
alla F.I.S.M. (Federazione
Italiana Scuole Materne) di
Treviso: Mosnigo, Moriago
della Battaglia, Col San Martino, Soligo, Pieve di Soligo,
Solighetto, Sernaglia della
Battaglia e Falzè di Piave.
Gli otto asili hanno formato un gruppo di circa 250
fanciulli cosiddetti “Grandi”, accompagnati dai genitori e dagli insegnati, e si
sono ritrovati, per la 3ª volta
consecutiva, presso la Sala
Polifunzionale di Mosnigo il
9 maggio 2013 dalle ore 9.00
alle 15.00.
La festa si è svolta sotto
lo sguardo vigile dei volontari della Protezione Civile,
di personale medico (Luigi
Zancanaro) coadiuvato da un
servizio sanitario con ambulanza, e di n. 4 “controllori
del traffico” (Cesare, Giancarlo, Araldo e Gianfranco).
Indispensabile anche il lavoro
svolto da Maria che con il
personale della Pro Loco di
Mosnigo ha sistemato e pulito
il salone.
Dopo la presentazione degli organizzatori e l’esecuzione di alcuni canti nel salone,
nel piazzale antistante, messo
a disposizione dal Comune
di Moriago della Battaglia,
i giovani hanno percorso un
itinerario didattico – educativo integrando ai vari giochi
una relazione di amicizia con
nuovi compagni osservando
le norme di comportamento
spiegate con calma e costanza
dalle insegnanti.
Finiti i giochi tutti si sono
spostati nel vicino “Parco
Don Angelo Frare” dove
una vasca riempita di acqua e
girini ha intrattenuto e soddisfatto la grande curiosità dei
bambini. I piccoli esploratori,
si sono a tal punto immersi
nella ricerca dei piccolissimi e guizzanti girini che, il
più delle volte,emergevano
dall’acqua con le manine
vuote, come un secchiello
“forato”, e bagnati fino a
metà braccia! Da istintivi
esploratori a riflessivi allievi
radunati nel salone della Sala
Polifunzionale dove dopo il
Cenando a base di... patate
Santina Adami e Maria Antonietta Vendramini
discorso del Presidente della
F.I.S.M. di Treviso, Giancarlo Frare, e del Sindaco
di Moriago della Battaglia,
Giuseppe Tonello, hanno
chiuso la giornata intonando
delle canzoni assieme agli
educatori.
“Coloriamo il Mondo”
ha dato la possibilità ad ogni
bambino di misurare la propria capacità di vivere con
familiarità nel gruppo grazie
alla partecipazione ai giochi
e al canto nonché al dialogo.
Claudio Dalla Gasperina
Nell’ambito della 29ª FESTA DELLA PATATA organizzata dalla Pro Loco di Moriago
non poteva mancare la tradizionale serata gastronomica per la promozione del prodotto e
l’incontro con i produttori.
Quest’anno, giovedì 25 luglio, è stata curata dalla Locanda da Toronto che ha appositamente studiato i piatti da proporre utilizzando varietà di patata a volte poco conosciute,
come ad esempio la patata blu, coltivate nella zona.
La cena è stata presentata, come di consuetudine, dalla madrina Maria Antonietta Vendramini, promotrice del nostro pregiato tubero
in Italia e nel Mondo. Inizio con un aperitivo
di benvenuto accompagnato da un cartoccio di patate alle erbette. Particolarmente
apprezzati dai numerosi presenti sono stati
il nido di julienne di patate con insalatina
di anatra ed i rotolini di coniglio e patate
al vino rosso, due tipi di carne da sempre
presenti nella tradizionale cucina veneta.
La vita non è nè brutta né bella, ma è originale! (Italo Svevo)
n. 94 • Qui Moriago - pag. 22
Sport
Frasi celebri su
“Biciclette e corridori”
W il
Il 16 maggio 2013 Moriago vive un evento straordinario: il passaggio del GIRO
D’ITALIA.
I giorni precedenti il paese è in fermento.
Tutti dimostrano il loro
affetto per questa manifestazione che da quasi cent’anni
attraversa l’Italia da Nord a
Sud.
La bellezza di questo
evento sta nell’attesa e per
farlo vivo tutti hanno voluto
dare un contributo addobbando il paese in maniera straordinaria, dimostrando così
il proprio affetto per la corsa
rosa che mancava a Moriago
dagli anni ’60.
La gente, cosciente di assistere al passaggio del Giro,
patrimonio storico dell’Italia,
non voleva perdere questa
occasione per farne parte,
anche per un solo minuto,
quanto dura il passaggio dei
corridori.
Ogni lampione, casa, negozio, esercizio pubblico
e recinzione, grazie anche
all’iniziativa del Comune,
è stato avvolto, tappezzato,
imbandierato da nastri rosa
e bandiere italiane.
Biciclet t e d ipi nt e d i
rosa… Numerosissime le
scritte inneggianti il giro e i
corridori.
A mio modesto parere le
più belle:
“La famiglia Marcon saluta il Giro”;
“Penelope saluta il Giro”.
Anche la Bernardina, ex
postina di Mosnigo, sul terrazzo della sua casa, su un
lenzuolo bianco, ha scritto a
colori “W il Giro”.
Poi sono passati i corridori… un attimo! Da brivido!
Bellissimo!!!
Dopo un mese dal passaggio nessuno aveva ancora
tolto gli addobbi, i cartelli,
le scritte e la bicicletta rosa,
come se si volesse proteggere l’evento… riviverlo…
ricordarlo.
Il tempo? Meraviglioso
anche se pioveva.
Io, appassionatissimo di
ciclismo, dico grazie a tutti!
Luigi Favero
(foto di Valeria Martini)
I corridori ritardatari, anime dannate che Dante si è
dimenticato di cantare. (Vasco Pratolini)
Le corse si vincono quando si può, raramente quando si
vuole. (Fausto Coppi)
Pronte sono le biciclette lustrate come nobili cavalli alla
vigilia del torneo. Il cartellino rosa del numero è fissato al
telaio coi sigilli. Il lubrificante le ha abbeverate al punto
giusto. I sottili pneumatici lisci e tesi come giovani serpenti.
(Dino Buzzati)
La bicicletta è un modo di accordare la vita con il tempo
e lo spazio, è l’andare e lo stare dentro misure ancora umane.
(Sergio Zavoli)
I corridori devono avere un’anima misteriosa, come i
cavalli di razza che sentono l’ora del gran premio, prima che
arrivi, dalle vibrazioni del vento. (Bruno Raschi)
Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia
(Marco Pantani)
Un uomo solo al comando… la sua maglia è bianca e
celeste… il suo nome è Fausto Coppi. (Mario Ferretti nella
radiocronaca della tappa Cuneo – Pinerolo del Giro d’Italia
del 1949)
La bicicletta non è un viluppo di metallo, un insieme
inerte di leve e ruote. È arte birmana. Sinfonia. Un dono della
vita. Trasforma in musica storie di uomini. Anche tragedie.
(Claudio Gregori)
La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti. (Albert Einstein)
Siete degli assassini! (Octave Lapide agli organizzatori
del Tour de France dopo la prima tappa pirenaica della
storia, 1910)
Il ciclismo è il massimo di possibilità poetica consentita
al corpo umano. (Alfredo Oriani)
La bicicletta è l’immagine visibile del vento. (Cesare
Angelini)
Il ciclismo è come l’amore: vince chi fugge! (Ambrogio
Morelli)
La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e
scendere non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e
nei dispiaceri insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio
alla ricerca di se stessi. (Ivan Basso)
Bambini e non in trepidante attesa davanti la Scuola Primaria
Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la
razza umana ci sia ancora speranza. (Herbert George Wells)
Quando la strada sale non ti puoi nascondere. (Eddy Merckx)
pag. 23 - Qui Moriago • n. 94
Ardita Moriago anni ‘70
Come presidente di una
società di atletica, la Veneto
Banca Montebelluna, sono
spesso in giro per stadi, ma
quello di Conegliano è per me
speciale, non che sia particolare, anzi, ma l’episodio che
mi è capitato è uno di quelli
che ti porti dentro per sempre.
Era l’estate del ‘70 e
dovevo decidere con quale
squadra di calcio tesserarmi,
la scelta era tra Moriago e
Valdobbiadene, a Vidor non
c’era. La più semplice era
la prima, più comoda per
gli allenamenti e poi avrei
ritrovato i compagni di scuola
delle medie di Sernaglia, che
conoscevo bene.
La squadra era allenata da
un certo Enrico Tonello aiutato da Gildo Frezza. Il primo
sapeva il fatto suo e si faceva
ascoltare, per il secondo, più
vicino a noi come età, era
più dura e a distanza d’anni
posso dire che se ci avesse
dato 4 calci sul sedere, a
tutti, avrebbe fatto solo il suo
dovere. Non eravamo cattivi
ma “pieni de bon temp” e
poi tra di noi c’erano artisti
veri come Luigino Favero e
Luigi D’Agostini, insomma la
cagnara anche simpatica era
sempre all’ordine del giorno.
L’allenamento si svolgeva
sul campo dell’Ardita, con
le ragazze dell’atletica che
guardavamo da rispettosa
distanza, non per timidezza
ma per un altro particolare:
il loro tecnico si chiamava
Bruno Pollini, di professione vigile comunale, e non
volevamo noie, perché tra
marmitte e carburatori credo
non ci fosse un motorino del
tutto in regola. La compagnia
era buona e ci si divertiva, i
In alto da sinistra: Lanfranco Vassalli, Fioravante Tognon, Gelindo Spagnol, Flavio Rasera, Romualdo Covolan,
Aldo Marsura, Franco PerruconIn basso da sinistra: Erminio Ceccato, Luigi D’Agostini, Terenzio Gambin,
Silvano Peruccon, Corrado Frezza, Luigi Favero
risultati non erano male e la
classifica ci vedeva dietro
alle squadre più blasonate,
4° o 5° posto. Arrivammo
all’ultima di campionato del
girone d’andata, in trasferta
contro il Conegliano che era
in testa visto che aveva vinto
tutte le partite.
Di quella compagine si
raccontavano tante storie, che
l’allenatore era un ex portiere
della serie A (Narciso Soldan
ex portiere del Milan), che i
nostri avversari erano quasi
reclutati da club importanti
della serie A…, di certo erano
fortissimi. Ci portava Gildo
con il pulmino della ditta
Frezza ed il resto stipati in 4 o
5 sulla Cinquecento dell’allenatore. Ricordo benissimo la
nostra entrata in campo prepartita, scherzavamo, battute
e i soliti quattro tiri in porta,
poi uscirono loro inquadrati,
correvano, scattavano e più
impressionante nessuno fiatava! Avevamo già perso! E
così fu! Alla fine del primo
tempo il risultato era 6 a 0,
ricordo come fosse adesso
quei momenti, mi sorprese
vedere Enrico parlare serenamente con l’arbitro prima
e dirigenti del Conegliano
poi, non si vergognava della
sua squadra. Noi eravamo
negli spogliatoi, in silenzio,
testa bassa neanche la voglia
di bere il tè quando lui entrò
non parlò subito e poi ci disse
«…e niente da dire sono veramente forti» aspettò ancora
un po’, continuò «Andiamo a
casa?» e dopo un’altra pausa
riprese, da buon Alpino «O
ghe fene veder che i coioni li
aven anca noi» nessuno parlò, ma entrammo in campo
decisi, finì 7 a 1.
Il nostro campionato ini-
Non importa quanto corri ma qanto cuore metti in campo. (Lionel Messi)
ziò quel secondo tempo e il
girone di ritorno fu veramente un’altra cosa, tutte vittorie,
aspettavamo l’ultima giornata, in casa contro “el Coneian” e si giocò alla pari, se
non fosse per un “incidente”
del nostro portiere e capitano,
che ad onore del vero ci aveva
salvato il risultato tante volte,
avremmo vinto anche quella,
finì 1 a 1.
Non ho mai dimenticato
quel campionato potrei raccontare partita per partita,
sono stati momenti veramente
forti, una gran bella compagnia, credo sia giusto ringraziare allenatori, dirigenti e
accompagnatori per quello
che hanno fatto per noi, certo
sono passati più di quaranta
anni, ma ci ricordiamo di loro
con sincera simpatia.
GRAZIE!!!
Romualdo Covolan
n. 94 • Qui Moriago - pag. 24
La Time Sport (ora Altea Gym)
La ginnastica artistica
nel nostro territorio ha raggiunto dei buoni risultati e
riconoscimenti sia a livello
dilettantistico che agonistico,
guadagnando gradualmente
maggiore attenzione mediatica grazie all’attività della società polisportiva Time Sport.
La Società, recentemente
confluita nella AlteaGym di
Sernaglia della Battaglia, è
allenata dalla moriaghese
Michela Ghizzo e conta circa
200 giovani iscritti, di vari
Comuni del Quartier del
Piave, che praticano la ginnastica artistica nelle palestre
di Moriago della Battaglia,
Bigolino e Barbisano, il pattinaggio artistico a Vidor e
Col San Martino, e la ginnastica ritmica a Sernaglia della
Battaglia.
La Time Sport è stata
un grande vivaio di giovani ragazzi i cui meriti sono
stati riconosciuti attraverso
la conquista di coppe, medaglie e buoni piazzamenti
nei vari Campionati Provinciali, Regionali e Nazionali.
Nell’albo d’oro sono troviamo questi ragazzi e ragazze: Benny Gervalla, Aurora
Lucchetta, Laura De Vido,
Rebecca Zannoni, Marina
Pillon, Sara Perin, Maria
Julia Fernandes, Luis Caruso,
Nicla Colomberotto, Giulia
Colomberotto, Lorenzo Ciotta, Elena Viviani, Jmane Jakane, Martina Sartor, Giulia
Corazzin, Annalisa Viviani,
Marco Martini, Arianna De
Conti, Daisy D’Arsiè, Elena
Fornasier, Valentina Piccolo,
Elena Gallina, Veronica Paset, Barbara Bosco, Angelica
Poloniato, Ilenia Gugel, Lara
Lorenzon, Barbara Bosco,
Angela Callegaro, Nicolò
Grava e Irene Gugel.
Un ricco medagliere
dall’oro al bronzo che ha
arricchito anche il rapporto
che dal 2011 la Time Sport ha
istituito con la Gymnasium di
Treviso, unica società agonistica ginnica della provincia
di Treviso a militare in serie
A, della quale alcuni dei sopraccitati atleti sono entrati a
far parte.
Piazzamenti e medaglie
sono la testimonianza, oltre
del costante impegno fra gioco e sacrificio dei giovani atleti, del grande insegnamento
dimostrato negli anni dalla
Time Sport che ha sempre
mantenuto una soddisfacente
continuità nella disciplina
che aiuta alla convivenza di
gruppo, accettando e rafforzando le capacità, abilità e la
bravura.
Soddisfatta dei risultati
l’acclamata allenatrice della
Time Sport, Michela Ghizzo, che ha dichiarato: «Ho
sempre detto ai miei ragazzi
di partecipare e fare bene.
I risultati non contano, ciò
che ha davvero valore per me
sono i sacrifici fatti in Palestra. Questo è il significato
profondo dell’essere atleti. E
questo ha portato ai risultati:
l’ultima gara l’abbiamo vinta
con il cuore».
Nella seduta del 24.7.2013
del Consiglio Comunale il
Sindaco, Giuseppe Tonello,
nel comunicare le ultime
quattro vittorie ottenute dai
ragazzi della Time Sport ha
così elogiato la nostra giovane paesana Elena Viviani,
premiata con medaglia d’oro
a fine giugno, «Al Torneo Federazione Ginnastica Italiana (FGI) di Pesaro la locale
associazione sportiva Time
Sport ha piazzato ben 4 giovani atleti sul podio, tra cui
una ragazza di Moriago della
Battaglia. Con l’Oro alla
trave, Elena Viviani di Moriago della Battaglia è stata
incoronata Campionessa
Italiana. Un plauso ad Elena
da parte di tutto il Consiglio
Comunale». Ai Campionati
Regionali, inoltre, nelle gare
A.I.C.S. (Associazione Italiana Cultura e Sport) fra le 15
atlete che hanno partecipato
nella sezione di ginnastica ritmica, oltre all’oro conquistato
da Ilenia Gugel di Miane, le
due moriaghesi Martina Sartor e Jmane Jakhane si sono
rispettivamente classificate 2ª
nella fune e 4ª nelle specialità
corpo libero, nella palla e
nella fune.
Claudio Dalla Gasperina
(testo e foto)
Un’atleta d’oro a Moriago
Elena Viviani, figlia di Roberto
Viviani ed Arianna Francovigh
La nostra piccola Elena Viviani, classe 2003, atleta della
Time Sport di Sernaglia della Battaglia, ha conquistato il
titolo di Campionessa Italiana alla Trave (1° livello 1ª fascia).
La medaglia d’oro, con tanto di inno nazionale suonato, le è
stata consegnata durante il Torneo Nazionale F.G.I. (Federazione Ginnastica Italiana) svoltosi a Pesaro a fine giugno.
Il percorso di qualificazione ha visto Elena impegnata nelle
gare regionali, svoltesi a Belluno nel mese di aprile, durante
le quali ha gareggiato in tutte le specialità (corpo libero, trave
e trampolino), ottenendo alla trave un punteggio favorevole
all’accesso alle fasi nazionali. Da aprile in poi Elena e le
sue altre compagne della Time Sport qualificatesi per le nazionali, allenate e supportate dalla loro allenatrice Michela
Ghizzo, hanno iniziato un duro percorso di preparazione
fatto di allenamenti quotidiani. La determinazione e la
passione delle ragazze e di Michela, che ha creduto in loro
fino in fondo, hanno fatto si che l’oro di Elena non sia stato
l’unico bensì parte di un grandioso poker di titoli nazionali
per la Time Sport.
Franco Francovigh (il nonno)
Soddisfa più la sconfitta pulita dove hai dato tutto, piuttosto che una vittoria ottenuta barando. (Yuri Chechi)
pag. 25 - Qui Moriago • n. 94
1ª edizione 3P, Piave, Patata, Prosecco
Domenica 4 agosto 2013
si è svolta a Moriago della Battaglia la storica gara
ciclistica per la categoria
Allievi, giunta alla 49ª edizione, denominata “Medaglia
d’oro Cav. Lodi Rizzetto”.
Quest’anno la manifestazione
è stata arricchita anche da
altre due gare destinate alle
categorie donne Allieve e
donne Esordienti denominate
“1° Trofeo Presti Scavi” e “1°
Trofeo Dal Zotto Srl”.
L’intera kermesse è stata
intitolata “3P, Piave Patata,
Prosecco” e nel logo vi sono
disegnate tre ruote di bicicletta, una azzurra e due rosa, per
richiamare le tre gare della
giornata.
In onore delle tre partenze
(3P), si è voluto legare lo sport
al territorio. Le eccellenze
della zona (Piave, Patata e
Prosecco), sono state scelte come simbolo e prodotti
caratteristici per definire e
caratterizzare il nostro paese. Il logo 3P si presta a
questa duplice lettura che
ben è riuscita a sposare sport
e peculiarità del territorio,
raggiungendo così l’obiettivo
che gli organizzatori si erano
proposti.
Novità assoluta per Moriago le due gare di ciclismo
femminile. L’idea di introdurre le gare femminili è venuta
a Mirco Presti che da alcuni
anni segue la figlia nelle competizioni trova trovandosi di
fatto inserito nel mondo del
ciclismo femminile, meno co-
nosciuto e blasonato, ma non
per questo meno emozionante
e spettacolare, sempre ricco
di pubblico e di appassionati
che ogni domenica visitano i
luoghi delle manifestazioni
in Triveneto. Ci si è chiesti
“Perché non portare anche
a Moriago una competizione
femminile?”. Una volta proposta l’idea ha subito ottenuto
l’entusiastico consenso di
altri appassionati e l’appoggio
organizzativo della Società
Ciclistica Cav. Lodi.
La prima domenica di
agosto, sotto un sole cocente, si sono ritrovati per le
strade di Moriago circa 300
giovani ciclisti/e provenienti
principalmente dal Veneto
ma anche dal Trentino Alto
Adige, dalla Lombardia, dal
Friuli Venezia Giulia e c’era
addirittura una ragazzina
dalla Slovenia.
La manifestazione ha preso il via alle ore 9.30 con il
gioioso saluto delle campane
della chiesa parrocchiale e un
centinaio di ragazze della categoria Esordienti hanno iniziato a percorrere il circuito
che si snodava tra Moriago e
Mosnigo per 37 Km, tragitto
che ha poi visto l’affermarsi
dell’atleta trentina Letizia
Paternoster.
Loris Rizzetto, Presidente della
S.C. Cav. Lodi, consegna ad Anna
Presti, corridore di casa, un mazzo
di fiori prima della partenza
È stato quindi il turno
delle Allieve al cui percorso, per ottenere un maggior
chilometraggio, era stato
Dove posso arrivare? Non lo so, ma ci provo sempre. (Usain Bolt)
aggiunto un tratto di strada
che sconfinava nei Comuni
limitrofi. I tratti di salita così
introdotti hanno condotto le
circa 60 atlete nel cuore dei
vigneti del Prosecco con la
salita del Follo e Guia. Una
gara molto faticosa, disputata
in un “mezzogiorno di fuoco”
che ha visto la vittoria di Sofia
Bertizzolo, atleta veneta.
Per concludere nel pomeriggio è stato il turno della
gara maschile. Centocinquanta ragazzi si sono cimentati
nello stesso circuito pianeggiante delle ragazze ripetuto
per ben sette volte dopodiché,
come vuole la tradizione,
hanno dovuto affrontare il
temuto “Combai” nel circuito collinare di 26 Km. Alla
fine ad avere la meglio su un
gruppetto di 7 fuggitivi è stato il corridore veneto Nicolas
Dalla Valle.
Dopo tanta fatica gli atleti più meritevoli sono stati
premiati con generosità. A
tutti i primi 10 di ogni gara
n. 94 • Qui Moriago - pag. 26
Momenti felici
è stato consegnato un sacco
di patate di Moriago e del
buon prosecco oltre a coppe
e medaglie.
Un ringraziamento agli
sponsor e a tutte le persone
che hanno presidiato gli incroci affinché le gare si svolgessero in massima sicurezza.
Un particolare ringraziamento va alla signora Santina, titolare della “Locanda
Toronto”, che ha provveduto
al pranzo per le persone di
servizio, nonché alla famiglia
Favero del “Caffè Centrale”
che ha ospitato gli atleti,
maschi e femmine, per le
premiazioni.
Soddisfatti gli organizzatori sia per la notevole
partecipazione di atleti sia
per l’interesse ed il coinvolgimento degli abitanti del Comune di Moriago che hanno
sfidato la calura estiva pur di
non perdersi questa giornata
all’insegna del ciclismo giovanile.
Società Ciclistica
Cav. Lodi Rizzetto
(foto di Mario Sterpin)
Il raduno degli artiglieri
Tre giorni di festa per gli
Artiglieri, e simpatizzanti,
della Sezione di Moriago –
Mosnigo in occasione del
28° Raduno Nazionale a
Prato dal 20 al 23 giugno
2013. Il viaggio storico culturale guidato è proseguito
per Firenze e Siena. Ecco
alcune foto a ricordo di tale
evento.
Valerio Pillon
Alcuni Artiglieri
Foto ricordo dei partecipanti in Piazza del Campo - Siena
bacco
e Venere
(proverbio)
L’uomo consiste inFumo,
due parti,
la sua
mente e ilriducono
suo corpo.lʼuomo
Solo cheinil cenere
corpo si diverte
di più. (Woody Allen)
pag. 27 - Qui Moriago • n. 94
Cultura
Voglia di... Musica!
MusicaIncontro è una
associazione musicale nata
dalla collaborazione fra il
Comune di Moriago della
Battaglia (TV) e il Corpo
Bandistico di Moriago della
Battaglia – 1827, storica formazione musicale presente
sul territorio fin dall’anno
1827. L’amore per la musica
e la consapevolezza della sua
valenza socio – culturale ha
portato questi due Enti ad
unire le forze ed a investire
nel progetto.
L’attività della scuola in
questi anni è stata possibile
grazie alla volontà del Corpo Bandistico, all’impegno
culturale ed economico del
Comune di Moriago, nella
persone del sindaco Giuseppe
Tonello, Presidente dell’Associazione MusicaIncontro, e
all’entusiasmo delle famiglie
sempre presenti ad ogni evento coinvolgente la scuola ed il
corpo bandistico, fatto questo
particolarmente importante
nella formazione e sensibilizzazione dei giovani fin dalla
più tenera età.
Musicaincontro si propone di diffondere la cultura
musicale nel territorio attraverso l’organizzazione di
corsi musicali per lo studio
di diversi strumenti sia tradizionalmente appartenenti
all’organico bandistico che
non.
La nostra scuola si distingue per la particolare
attenzione data alla musica
di insieme, attività che porta
soddisfazione e un valore
aggiunto: apprendere come
“divertirsi e suonare insieme
con rispetto”. Le lezioni di
musica di insieme fanno parte
integrante del programma didattico senza costi aggiuntivi
per le famiglie.
La scuola di musica nei
tre anni scolastici di attività,
si è sviluppata progressivamente fino ad aprire i corsi
di: canto moderno, chitarra,
clarinetto, flauto, percussioni,
pianoforte, sassofono, tromba, trombone, violino, laboratori ritmici corali, corsi di
propedeutica musicale presso
la Scuola Materna e la Scuola
Primaria di Moriago. I corsi
sono articolati in modo tale
da permettere agli allievi la
scelta tra indirizzo bandistico,
indirizzo “classico”, volto ad
una possibile proseguimento
a livello di Conservatorio, e
indirizzo “libero”, volto ad
un arricchimento culturale –
personale. Tutti gli indirizzi
prevedono una preparazione
di base comune che permette
quindi all’alunno di passare
da un indirizzo all’altro, modificando solo il programma
di studio.
Oggi, conta circa 60 alunni. Nonostante i pochi anni di
attività, grazie al M. Gianni
Moretton, l’entusiasmo e lo
studio degli alunni e l’appoggio delle famiglie, è riuscita
a preparare degli allievi ad
esami di Conservatorio : Michael Colomberotto ha conseguito la licenze di teoria e
solfeggio ed è stato ammesso
quest’anno al triennio di sassofono (laurea di primo livello) presso il conservatorio di
Trento; Luca Andreatta, Ma-
nuel Fregolent e Giusi Grotto
hanno conseguito quest’anno
la certificazione “A” di sassofono dei corsi preaccademici
presso i conservatori di Ferrara e Venezia.
La scuola si avvale della
collaborazione di insegnanti
altamente qualificati, spinti
dall’entusiasmo e dalla comune convinzione che “suonare
insieme” porti ad un armonioso sviluppo psico – fisico
dell’alunno.
La scuola, al fine di migliorare l’offerta formativa,
quest’anno ha istituto delle
facilitazioni economiche per i
corsi ad indirizzo bandistico,
con l’auspicio di ampliare
la gamma di strumenti tipici bandistici, soprattutto
nell’ambito dei legni e degli
ottoni, strumenti poco conosciuti e di grande espressività.
Tali facilitazioni sono state
possibili grazie al desiderio
da parte della banda e del
comune di investire su questi
corsi, in quanto spinti dalla
volontà di mantenere viva la
straordinaria realtà storico –
culturale del paese quale è la
banda di Moriago.
A conclusione di ogni
anno scolastico, la scuola
saluta i suoi allievi, genitori,
insegnanti e tutti coloro che
si sono impegnati durante
l’anno con saggi finali e una
produzione scolastica, che
consta di uno spettacolo finale coinvolgente tutti gli alunni
in formazione orchestrale e
da camera, coro e voce narrante, che ha sempre riscosso
il favore dei partecipanti e del
numeroso pubblico.
La Direttrice
Anna Bonaldo
Senza musica la vita sarebbe un errore. (Friedrich Nietzsche)
Saccol, magie
alla fisarmonica
Nella vasta galleria di
musicisti di cui Treviso è
prodiga c’è Mariano Saccol,
di Moriago della Battaglia,
virtuoso della fisarmonica che iniziò a suonare da
ragazzo per poi affinarsi
all’Accademia Lanaro di
Roma e successivamente
sotto la guida del maestro
Marcosignori. Nella tradizione veneta la fisarmonica
classica ha un posto di rilievo per i repertori popolari, ma Saccol si cimenta
volentieri in splendidi brani
classici: dalla “Czardas”
alla “Cavalleria rusticana”,
i pezzi più noti di Schubert, Strauss, Bach, Chopin
e Albinoni, l’incantevole
“Pipistrello” di Strauss o
l’impegnativa e suggestiva
“Gazza ladra” di Rossini.
Brani che ha rivisitato a
modo suo, traendone, grazie
all’elettronica, suggestioni
uniche. Protagonista di tante
tournées all’estero il musicista trevigiano conquista
le platee, aggiungendo al
talento grande disponibilità,
per gli applauditissimi “fuori programma”.
n. 94 • Qui Moriago - pag. 28
Storia e territorio
DVD e nuovi
orari Bibiloteca
A proposito di Biblioteca… ricordiamo a tutti che è
altresì possibile prendere in
prestito fino ad un massimo
di 3 (tre) dvd alla volta per
un periodo non superiore ai
7 (sette) giorni.
In caso di mancata restituzione entro tale termine
sarà applicata una penalità
pari ad 0,50 €/giorno (ad
esempio se si riconsegna
dopo 10 giorni la penalità è
pari a € 1,50 per i tre giorni
di ritardo).
Sulla pagina Facebook
del Comune saranno tempestivamente pubblicati i nuovi
arrivi per cui controllatela
spesso!
Ora che la Biblioteca
è stata trasferita presso la
“Casa del Musichiere” sono
stati anche ampliati gli orari
di apertura. Dal 1° novembre
sono i seguenti:
Giorno
Orario
Lunedì
15.00 - 18.30
Martedì
09.00 - 12.30
Mercoledì
09.00 - 12.30
15.00 - 18.30
Giovedì
Venerdì
09.00 - 12.30
14.00 - 17.30
Biblioteca Comunale
In seguito alla modifica
dello Statuto della Biblioteca
Comunale, approvato con
delibera di Consiglio n. 31
del 24 luglio 2013, è stato nominato il nuovo Comitato Biblioteca. Il suddetto Comitato è ora formato dai seguenti
11 componenti: l’Assessore
alle Attività Culturali, Paola Pillon (nominata altresì
Presidente), il Bibliotecario
Comunale, Franco Morello,
il prof. e storico locale Enrico
Dall’Anese, Tiziano Gardenal, Fiorella Breda, Marco
Damuzzo (Pro Loco Moriago), Stefano Bressan (Pro
Loco Mosnigo), Maria Assunta Moro (T.E.A.), Olivo
Perizzato (Corpo Bandistico
“Moriago della Battaglia –
1827”), Dino Casagrande
(AssociazioneCis) e Paolo
Manto (istituzioni scolastiche). Il compito del Comitato
Biblioteca sarà quello di
predisporre un programma
di attività e proposte che
interessino trasversalmente
non solo le varie categorie
sociali e culturali, ma anche
tutte le fasce di età, tenendo
conto degli interessi sicuramente diversi. L’obiettivo
sarà quello di diversificare le
proposte, poiché pur se i temi
possono essere gli stessi nei
contenuti, diverse saranno le
modalità di espressione e di
interesse nei loro confronti.
Altro obiettivo importante sarà il coordinamento
dell’attività delle singole
Associazioni, pur nel rispetto
delle autonomie individuali,
al fine di creare delle sinergie
attive volte al perseguimento
di macro obiettivi, incentivando una dialettica che
Libri recentemente acquistati per la Biblioteca Comunale
sia stimolo di crescita per
l’attività culturale.
Nei prossimi anni le occasioni e gli spunti per le
attività di certo non mancheranno: tema trasversale
e portante sarà il centenario
della Grande Guerra con
l’Isola dei Morti che sarà
punto di riferimento e teatro
delle celebrazioni.
Grazie alla nuova sede
della Biblioteca, inaugurata
a maggio di quest’anno, si
offre ora un’adeguata struttura e il relativo supporto
logistico, potenzialità che il
Comitato cercherà di valorizzare al massimo attraverso
l’organizzazione dei vari
eventi culturali che verranno
proposti.
Altro progetto, molto ambito, è quello di riuscire a
creare un Punto Informativo,
che si occupi della promozione e divulgazione di materiale sui temi storici, ambientali e culturali del nostro
territorio per svilupparne le
potenzialità che sicuramente
non scarseggiano.
Come possiamo vedere la
carne al fuoco è tanta, dunque non resta che augurare al
neo Comitato, ed augurarci,
un buon lavoro!
Il Comitato Biblioteca
Paola Pillon
Grazie a…
Approfittiamo di questo spazio per mandare
un ringraziamento particolare alla sig.ra Beatrice Rom che con la sua
donazione ha permesso
l’acquisto di molti libri
e dvd per la biblioteca
nonché alla sig.ra Alida
Bellè per aver donato un
imponente numero di libri appartenuti al defunto
marito Giuseppe Favero.
La lettura fa un uomo completo, il discorrere lo rende preparato e lo scrivere esatto. (Francis Bacon)
pag. 29 - Qui Moriago • n. 94
La nostra lingua
Dialetto - I vari aspetti di una lingua parlata
L’AssociazioneCis, in collaborazione con la libreria
“La Pieve”, ha organizzato
nei giorni 11, 12 e 13 ottobre
una rassegna culturale denominata “Dialetto – I vari
aspetti di una lingua parlata
– Viaggio tra le sfumature del
Dialetto Veneto della Sinistra
Piave”.
In questa prima edizione
particolare attenzione è stata
data al dialetto tipico della
Sinistra Piave; la rassegna si è
articolata in tre diverse serate,
ognuna delle quali ha trattato
il tema da un diverso punto di
vista, per evidenziare i diversi
aspetti del dialetto stesso,
spiegandone i vari risvolti
culturali, letterari e popolari:
La prima serata, denominata “Accademica”
è stata di approfondimento
sul dialetto Veneto con l’intervento di quattro esperti
di glottologia, linguistica e
storia del dialetto. L’introduzione è stata curata dal
Dr. Stefano Bressan, laureato in lettere ed esperto di
dialetto locale e glottologia,
sono poi intervenuti il Prof.
John Trumper, glottologo di
fama internazionale, il Dr.
Giovanni Tomasi, storico e
dialettologo ed il Prof. Luigi
Pianca, autore di un dizionario proprio sul dialetto della
Sinistra Piave.
La seconda serata, denominata “Letteraria”, è
stata dedicata alla lettura di
esponenti della letteratura
locale, interpretati dagli attori Monica Stella ed Enzo
Capitanio, introdotti dal Dr.
Stefano Bressan.
Questa serata ha proposto un viaggio attraverso gli
occhi di sei diversi autori,
diversi per spessore, fama ed
attività, ma
sempre
legati in
modo indissolubile,
per questa
par te dei
loro scritti,
al territorio
della Sinistra Piave.
Il terzo appuntamento,
un pomeriggio “Musicale”
intitolato “Parola de cantautór” – si è svolto in “Francia”
(via Conti a Mosnigo) in
un grande cortile rimasto
quasi intatto al passaggio
del tempo; si sono esibiti
Gianluigi Secco, Leo Miglioranza e Marco Napoletano in
un concerto “guidato” dalle
spiegazioni e dai commenti
di Gianluigi Secco etnomusicologo, passando per le
performance di tutti e tre gli
interpreti, musicisti ed autori
di indubbio spessore.
La rassegna ha riscosso un
notevole successo, soprattutto
da parte dei protagonisti, che
sono rimasti molto soddisfatti
dalla partecipazione e dalla
qualità del pubblico presente.
Il tema se pur non sempre
di facile comprensione, dato
anche lo spessore dei relatori,
ha acceso i riflettori su una
tematica sicuramente interessante ed indubbiamente
articolata, e che, nonostante
l’apparente semplicità nasconde una intensa attività di
ricerca e studio.
Questo sarà un sicuro
sprone per organizzare un altro appuntamento, il prossimo
anno, con analisi ed aspetti
sicuramente diversi, ma che
contribuiranno a far crescere
questo appuntamento dalla
forte connotazione culturale
locale per farlo diventare un
appuntamento fisso.
L’AssociazioneCis
Qualche curiosità…
Dante Alighieri, sommo poeta che tutti conoscono, nel suo “De vulgari
eloquentia” così parlava
dei Trevisani «[…] E con
questi citiamo anche i Trevisani, i quali, alla maniera dei Bresciani e dei
loro confinanti, usano la f
invece che la u, troncando
la parola: per esempio
‘nof’ per ‘nove’ e ‘vif’ per
vivo, il che, cosa veramente barbarica, riprovo».
Senza dubbio tali parlate
sono meno diffuse di un
tempo però è ancora possibile “imbattarci” in alcune
forme. Nel “Dizionario
del dialetto trevigiano di
Sinistra Piave” viene ad
esempio riporta la frase “Al
pióf, al nef, al fa calìf sul
me cortìf” ossia “Piove,
nevica, c’è nebbia sul mio
cortile”.
Nelle nostre parlate sopravvivono ancora oggi dei
termini di origine Longobarda o Tedesca. Qualche
esempio?
Termini longobardi
• Fiap/fiapo deriva da flap
“flaccido, moscio”, talvolta pronunciato Zhiap/
zhiapo;
• Rùspego/rùspio deriva da
“ruspi” ruvido, grezzo.
L’è rùspego: è burbero;
pèl rùspego: pelle ruvida;
• Bala cioè “palla”.
Termini tedeschi
• Smir da Schmiere era
un grasso per ungere le
ruote dei carri;
• Sina cioè rotaia;
• Graspa o sgnapa, rispettivamente da raspon e
Schnaps per dire grappa.
dal sito di
Trevisani nel Mondo
Fumo,
bacco indietro,
e Venerepiù
riducono
Più si riesce
a guardare
avanti silʼuomo
riusciràina cenere
vedere. (proverbio)
(Winston Churchill)
n. 94 • Qui Moriago - pag. 30
Storia e territorio
Cronaca di una domenica diversa
Sono Natalina Favero,
(par capirse Natalina de
Guido del caffè).
Da circa 13 anni porto
un gruppo di appassionati
di opera lirica, moriaghesi
e non, all’Arena di Verona. Per tenere il gruppo
in allegria in corriera è
mia abitudine, oltre alle
notizie riguardanti l’opera
che si andrà ad assistere,
leggere racconti spiritosi,
barzellette e qualcosa di
Terenzio Gambin che lui
mi da in anteprima, qualcosa di impegnativo prima
e di spiritoso poi.
Credo che tutti conoscano Terenzio, per il quale
nutro da sempre un grande
affetto e stima. In gioventù
portiere “pazzo” dell’Ardita Calcio e un po’ più
avanti con gli anni scrittore
e poeta. Ha pubblicato ormai tre libri nei quali, nel
descrivere storie di personaggi, fatti e tradizioni dei
nostri anni passati, mette
in parole sentimenti ed
emozioni.
Così anche quest’anno
alla mia richiesta «Hai
qualcosa da darmi?» «Sì
– mi ha risposto – ti do
un racconto su “Davide
Spagnol” ragazzo down
di Mosnigo che accompagno al lavoro quando
piove». Me lo porta, me lo
legge e… come sempre mi
commuovo. «Con questo
racconto – dice – ho vinto
il primo premio di prosa
ad Arquà Polesine, dove
domenica prossima 26
maggio, con Davide, suo
papà e mia moglie, andrò
per la premiazione».
Con loro alla premiazione d’onore di “Raise
ventiduesima edizione del
Premio di Poesia e Racconto nei dialetti veneti”
presso il Castello Estense,
sede del Comune, c’ero
anch’io. Componenti della
commissione giudicatrice
nomi illustri nel campo
della cultura, in qualità
di presidente Ivo Prandin,
giornalista e direttore del
Gazzettino prima di Giorgio Lago.
Verso la fine delle premiazioni è il momento di
Terenzio. Dopo la lettura
della motivazione Terenzio
legge “Incontràrse… par
capìr” tra un “sacco” di
applausi.
Durante le varie premiazioni sono intervenuti
Francesco Jori, scrittore ed
attualmente editorialista su
varie testate, ed altri ospiti
illustri.
Ad un certo punto la
Segretaria ha così annunciato un ospite: «Campione
italiano di nuoto nei 400,
800 e 1500 stile libero. Primatista europeo nei 800 e
1500, 5° nei 1500, 8° negli 800 ai campionati del
mondo a Loano del 2012».
Tutti i presenti, dopo
questa presentazione, si
aspettavano Filippo Magnini ed invece, accolto da
uno scrosciante battimano,
arriva nientepopodimeno
che il nostro Davide, detentore di così tanti titoli.
Non potete immaginare la
simpatia che ha suscitato in
tutti i presenti.
Conoscerlo per me è stata una meravigliosa sorpresa come la sua disarmante
sincerità ed intelligenza.
Al ritorno ho poi scoperto
che è un esperto della 1ª e
2ª Guerra Mondiale nonché
della Divina Commedia e
che alla sera studia diritto
perché, dice, «Voglio diventare Presidente della
Repubblica».
Poi tra una battuta e l’al-
tra, è molto spiritoso, alza
la radio a tutto volume ed a
squarciagola canta tutte le
canzoni di Vasco, Ligabue,
Zucchero ed altre rock star.
Un vero spasso e veramente una domenica diversa!
Natalina Favero
Motivazione
del premio
Per questo racconto si
può parlare di una finestra aperta sull’empatia,
cioè su quella qualità
umana che permette a
ciascuna persona consapevole e partecipe di
assumere su di sé anche
il sentire altrui, sia nel
bene come nel male.
L’autore, in questo
caso, racconta da “esterno” il dono gioioso che
ha ricevuto da un bambino down.
La Vita, il fatto elementare di esistere, è un
bene condivisibile.
E questo racconto è
un’emozione.
Il massimo che posso fare per un amico è semplicemente essergli amico. (Henry David Thoreau)
pag. 31 - Qui Moriago • n. 94
Davide Spagnol e Terenzio Gambin durante la premiazione
Incontràrse… par capìr
A D avide, ragaz zo
“down” quasi coetaneo dei
miei figli.
Ho sempre provato un
affetto spontaneo per lui, ma
adesso che ho modo di essere
spesso al suo fianco, sento
nei suoi confronti qualcosa
di più intenso… e una grande
riconoscenza.
A Davide sì, ma anche ai
genitori di tutti i “Davide”…
chiamati quotidianamente a
vivere in trincea.
Màşa facile par mi, adès,
dìrme che te vùi bén!
Ma mi, no’ me són catà
là, in te un secondo, da ‘l
pì contént de ‘sto mondo a
sprofondà sóte tèra!
No’ me són disperà par
quel che me era tocà!
No’ ò piandést, de scondión, làgrime àgre!
No’ me són domandà co
la testa in tra le màn còşa
che i ‘varìe dìta i altri!
No’ me són tormentà a
domandàrme:
“Ma parché proprio a ti?”
Co’ me fémena pì disperàda e tormentàda de
mi, confondésta fin a no’
èser forse gnanca bóna de
pensàr prima de tut a quel
fiól, a quel fiór ‘péna sbrocà
che sibèn che bèlche segnà,
colpe no’ ‘l ghe ‘n ‘véa e ‘l
dirìto de vìver ‘na vita, el se
lo ‘vèa conquistà.
Mi, no’ me són domandà
mìli ‘olte se esiste un Signór,
‘vànti de ‘rivàr a capìr che
no, no’ tu era un castigo!
Che no’ tu era un pecà!
Che no’ tu era un fiór né
pì brùt né de manco de i altri, ma un tesoro da desquèrder a piàn e da tégner ogni
dì sénpre pì strét, sénpre pì
strucà da la banda de ‘l cór!
Mi, sènfa cróse da portàr,
ma gràfie a Dio, anca privo
de fìşime a intorbidìrme la
mént, te incóntre adès su
la me strada, e te véde bèl,
par éntro e par fòra, te véde
nét, scèt, vero, spontaneo,
sincero, ingenuo, genuìn,
inocénte: “vergine” de tute
le nostre cativèrie, despoià
de tute le nostre invidie,
gelosie, busìe, onbrìe.
Nét fa un nifiól ‘péna
lavà!
Scèt fa àqua de sorgìva!
E me se ingrópa e me se
desgrópa el cór a parlàr co’
ti, parché, in te quel che me
dìe de volér consideràrte
fa un “normale” par farte
sentìr “un che cónta”, me
domànde còşa che vól dir
èser “normali” e me rénde
cónt de quànt ridicoli che
són noiàltri “inteligénti”
davanti a ti (e a quei come
ti), che no’ tu à bisònç de
far tant’altro de mi, parché
a ti, che la malìfia no’ tu sà
gnanca còşa che la sìe, no’
te ocóre de star là a pensàr
se l’é mèio de far cuşì o se
l’é mèio de far colà e tu fà e
tu dìs sénpre quel che te par.
Libero!
Sènfa la paura, sènfa la
vóia, sènfa l’intento de podér
o de volér fàrghe de ‘l mal a
qualchedùn.
E me inacòrde adès, amìgo méo, che mi che volé
iutàrte… són drio inparàr.
Che mi che pensé de parlàrte… stàe qua a scoltàrte.
Che mi che credé de dàrte… sòn sólche drìo avér.
E són contént!
Terenzio Gambin
Addio “Toscanina”
Il 6 ottobre 2013 ci ha lasciato Flavia Bertei,
conosciut a a
Moriago come
la “Toscanina”,
sposata con Giovanni Bortoluzzi
(Bosco).
Ne danno la
triste notizia il
figlio Angelo, la
nuora Carmen e
i nipoti Maurizio
e Tania.
Lascia in noi
un grande vuoto,
ci mancherà molto il suo sorriso che l’accompagnava sempre.
Cara mamma, riposa in pace, adesso sei assieme al
tuo Giovanni con cui l’anno scorso hai potuto festeggiare i 60 anni di matrimonio.
Angelo Bortoluzzi
Credi alla forza dei tuoi sogni e loro diventeranno realtà. (Sergio Bambarén)
n.n.94
94• •Qui
QuiMoriago
Moriago- pag. 32
Auguri Natalizi
[…] Un Guerriero della Luce è colui che è capace di comprendere il miracolo
della Vita e di lottare fino alla fine per qualcosa in cui crede. […]
[…] Un Guerriero della Luce condivide il proprio mondo con coloro che ama.
Cerca di esortarli a fare ciò che desidererebbero, ma che evitano per mancanza
di coraggio. In quei momenti, compare l’Avversario con due tavole in mano.
Su una è scritto: “Pensa di più a te. Riserva per te stesso le benedizioni, o
finirai per perdere tutto”.
Sull’altra si legge: “Chi sei tu per aiutare gli altri? Riesci forse a vedere
i tuoi difetti?”. Un Guerriero sa di avere dei difetti. Ma sa anche di non
poter crescere da solo, e di non poter allontanarsi dai compagni.
Allora scaglia le due tavole per terra, pur pensando che contengono un fondo di verità. Le tavole diventano polvere, e il Guerriero
continua a esortare chi gli sta vicino.
(da “Manuale del Guerriero della Luce” – Paulo Coelho)
Goditi la vita, il suo divertimento, il suo mistero, e sii semplicemente innocente come un bambino, senza domande e risposte.
Non preoccuparti di sapere e io ti prometto che conseguirai la
saggezza.
(Paulo Coelho)
Buone Feste a tutti
Paulo Coelho nato a Rio De Janeiro il 24 agosto 1947 è considerato uno degli autori
più importanti della letteratura mondiale. Proveniente da una famiglia borghese residente
nel quartiere residenziale di Botafogo, sin da giovanissimo mostra una vocazione artistica
ed una sensibilità fuori dal comune. Iscritto alla Scuola Gesuita San Ferdinando, mal ne
sopporta le regole, soprattutto l’imposizione della preghiera, pur scoprendo qui la propria
vocazione letteraria. Le sue opere sono state pubblicate in più di 150 paesi e tradotte in 59
lingue e vendendo 65 milioni di copie. Tra le sue opere ricordiamo: L’alchimista, Manuale
del guerriero della luce, Veronika decide di morire e Aleph.
Centenario della Prima Guerra Mondiale
L’Amministrazione Comunale in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale
sta organizzando alcune importanti iniziative e sta cercando documenti, fotografie e cartoline
riguardanti Moriago e Mosnigo in detto periodo.
Chiunque sia in possesso di detto materiale è pregato di portarne copia alla Biblioteca Comunale oppure trasmetterlo tramite e-mail all’indirizzo
[email protected].
Il materiale fornito in originale sarà ovviamente restituito.
Non dobbiamo avere paura della bontà e della tenerezza. (Papa Francesco I)
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Buone Feste - Comune di Moriago della Battaglia