ESCURSIONI 2009 U.O.E.I. Unione Operaia Escursionisti Italiani Sezione “Alberto Casari” Bergamo L.go Porta Nuova, 10 24122 Bergamo Tel. Fax. 035.238405 www.bergamo.uoei.it e-mail:[email protected] Gita al rifugio Antonio Stoppani (Gruppo del Resegone) da Lecco Rifugio Antonio STOPPANI m. 890 (Resegone) Dalla stazione ferroviaria di Lecco (220 m. circa) a piedi in circa ore 2.15 (dislivello 670 m). Possibilità di raggiungere in Autobus (linea 5) il piazzale di partenza della funivia per i piani di Erve (m. 603) (Dislivello 290 m, 50 minuti). Ritorno: medesimo itinerario (oppure possibilità di tornare dal sentiero n. 27 (Campo de Boi - Madonna della Rovinata – Lecco). Partenza: Stazione di Bergamo alle ore 7:45 Coordinatori: Bresciani Milena – Vecchi Gabriele In caso di necessità comunicare Con il: 3 4 6 . 4 2 3 3 3 9 7 Rifugio Antonio STOPPANI m. 890 (Resegone) da Lecco - Gita con il Treno - Partenza Stazione FS di Bergamo alle ore 7:45 Dalla stazione ferroviaria di Lecco (220 m. circa) a piedi in circa ore 2.15 (dislivello 670 m). Possibilità di raggiungere in Autobus (linea 5) il piazzale di partenza della funivia per i piani di Erve (m. 603) (Dislivello 290 m, 50 minuti). Ritorno: medesimo itinerario (possibilità di tornare dal sentiero n. 27 (Campo de Boi - Madonna della Rovinata - Lecco). Coordinatori: Bresciani Milena - Vecchi Gabriele Rifugio Antonio Stoppani Sulle pendici del Resegone, ci accoglie il rifugio Stoppani, che per la sua posizione si presta ad essere tappa per la lunga salita alla cima del monte, come anche meta di comode passeggiate nel verde o base per arrampicate, salite su vie ferrate e lunghi itinerari escursionistici nelle Prealpi Lecchesi. Il Rifugio Antonio Stoppani (m. 890) Insomma, un luogo in cui trascorrere tranquille giornate immersi nel verde di un'ambiente naturale che è, nello stesso tempo, vicino e lontano alla città: vicino perchè lo si può raggiungere in brevissimo tempo da Lecco, lontano perchè qui si può respirare l'aria genuina di un momento di distensione e divertimento in buona compagnia, guardando dall'alto la pianura e la città che, con lo stress e la confusione, sembrano stare ad anni luce di distanza! Tel: Nicola: +39 347 0323045. - abitazione: +39 0341 735386 – e- mail: [email protected] Itinerario di acceso al rifugio PRIMO ITINERARIO: Dal parcheggio della stazione della funivia per i piani d'Erna (sentiero n. 1) Dal piazzale della funivia (raggiungibile dalla stazione di Lecco con l'autobus n. 5) e ci avviamo verso destra in direzione di un evidente cartellone giallo che segnala i percorsi: Campo de' Boi - Monte Magnodeno - Ferrata Pizzo d'Erna - Rifugio Stoppani - Piani d'Erna - Monte Resegone. Dopo aver disceso alcuni gradini entriamo nel bosco e ci incamminiamo in lieve discesa tenendoci sempre sul percorso principale per altro ben segnalato con dei cartelli gialli. Raggiungiamo poi una stradina asfaltata. Un cartello indica a sinistra il sentiero n. 18 per il Passo del Cammello raggiungibile in ore 2.30. Andiamo invece a destra e, superato il sentiero che porta alla Falesia d'Erna, (m. 580) si prosegue sulla strada asfaltata fino a dove l'asfalto termina davanti al cancello di una azienda agricola a fianco della quale riparte la mulattiera. Contornando la recinzione della tenuta, riprendiamo a salire nel bosco con poca pendenza. Ignoriamo successivamente alcuni sentieri: il primo (m. 630) che seguendo la recinzione si dirige verso Campo de Boi, un altro sul lato opposto, un terzo (m. 650) che conduce alla via ferrata del Pizzo d'Erna e un quarto che si inerpica sulla montagna. Troviamo poi il sentiero 4A (descritto nel secondo itinerario) che si innesta da destra (m. 710). Il sentiero non è molto evidente e occorre far riferimento ad un albero con un cartello "Operazione Montagna Pulita". Ad un bivio, contrassegnato da una targa SEL, andiamo a destra (m. 715). Dopo pochi metri in piano riprendiamo a salire più ripidamente. Usciamo dal bosco e quasi in piano passiamo tra un'icona raffigurante una madonna con bambino, una croce ed un vecchio albero. Raggiungiamo un bivio (m. 770); i segnavia indicano a sinistra Costa, Rifugio Azzoni-Resegone (ore 2.50), Rifugio Stoppani e Erna; diritto il sentiero n. 1A per il rifugio Azzoni e per Campo de' Boi. Entrambi i percorsi conducono alla nostra meta. Il percorso principale è quello che sale a sinistra. Attraversate le vecchie baite della frazione Costa (m. 800), raggiungiamo la cappellina votiva dedicata ai caduti del Resegone dove vale la pena sostare un attimo. Torniamo poi a salire, al fresco del castagneto, e arriviamo ad un bivio dove una freccia bianca indica di procedere verso destra. Al bivio successivo è invece una freccia gialla ad indicare il sentiero a sinistra. Ora il percorso è meno ripido. Poco dopo raggiungiamo il rifugio. Dal parcheggio della funivia: Tempo: ore 0.50 - Dislivello: m. 287 SECONDO ITINERARIO: A piedi dalla Stazione ferroviaria di Lecco attraversando Acquate e Malnago (Sentieri 3+4A+1). Dalla stazione Ferroviaria di Lecco (Piazza Lega Lombarda) si attraversa a piedi la città verso Nord-Est (circa 2 Km) fino a raggiungere (ad Acquate) la mulattiera che conduce al rifugio. Da piazza Lega Lombarda si gira a destra in via Montello e poi nuovamente a destra in via Alessandro Volta. Alla rotonda, Largo Montenero, si prendere la 1° via a destra, Corso Giacomo Matteotti; si oltrepassa su un cavalcavia la ferrovia e si prosegue oltrepassando anche via 11 Febbraio: dopo circa 600 m si svolta a destra in via Solferino e quindi dopo altri 200 m circa si piega a sinistra in via Caldone che si percorre per altri 200 metri fino a girare a destra in via Marsala; in fondo a via Marsala si piega a sinistra in via Ugo Foscolo e quindi nuovamente a destra in viale Monegrappa, dopo circa 50 metri si imbocca a sinistra via Salita dei Bravi e dopo altri 100 metri si imbocca via Renzo Tramaglino; giunti in fondo si gira a sinistra in via Lucia. Continuiamo poi sulla destra, su fondo selciato, e poco dopo raggiungiamo la casa ritenuta tradizionalmente come quella di Lucia Mondella (siamo nella località "Acquate" di Lecco). Più avanti giriamo a sinistra in via Resegone, una mulattiera acciottolata e a gradini che porta verso "Malnago". Si supera l'acquedotto che si incontra sulla destra mentre da sinistra arriva e termina qui una strada asfaltata (m. 305, circa 30 minuti dalla partenza). Poco dopo si raggiunge una grotta con la Madonna di Lourdes, un monumento ai caduti e una fonte. Qui la mulattiera si divide e si prosegue verso destra in salita. Mappa dell'tinerario di attraversamento della città Lasciato a sinistra un sentiero, camminando tra muretti a secco raggiungiamo un ponticello con il quale attraversiamo la statale 36. Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione. Ora la mulattiera diventa una stradina asfaltata. Ignoriamo a sinistra Via Roncale e raggiungiamo un tornante della strada, via ai Poggi, che sale verso la funivia dei Piani d'Erna (m. 380). Seguiamo la strada verso destra in leggera discesa per circa duecento metri, fino a trovare sulla sinistra, accanto al cartello che indica l'inizio della frazione di Falghera, la stradina che dovremo percorrere (m. 365). I segnavia indicano: Baita Cavagiozzo e sentiero n. 3 per Deviscio, Rifugio Stoppani e Rifugio Azzoni. Saliamo su fondo dapprima in cemento e poi acciottolato. A sinistra ci sono le mura di recinzione di alcune case mentre sull'altro lato la vista può spaziare su Lecco. Troviamo poi un'edicola con una madonna e ignoriamo due sentieri che si staccano sulla destra. La stradina ora è sterrata e pianeggiante. Ai lati ci sono alcuni alberi. Trascurato un altro piccolo sentiero sulla destra, raggiungiamo un bivio (m. 435). Andiamo a sinistra seguendo l'indicazione del sentiero Combi e un bollo giallo. Sulla destra ci accompagna una lunga staccionata in legno. Ignorato un ripido sentiero che sale a sinistra, riprendiamo a salire. Su un masso vediamo il segnavia 3 su bandierina di colore rosso-bianco-giallo. Un altro sentiero sale a sinistra ma proseguiamo diritto come indica una freccia rossa e un segnavia che segnala la Baita Cavagiozzo. Il percorso ora è quasi pianeggiante. Lasciato a destra un cancello verde, troviamo, sempre a destra, vari tavoli e panche che precedono la Baita A.N.A. di Acquate (m. 475). La sterrata termina subito dopo. Di fronte abbiamo un bivio con due sentieri. Una freccia rossa indica di andare a destra; dobbiamo invece andare a sinistra passando accanto al metanodotto. Camminiamo tra due muretti a secco seguendo bolli di colore giallo e azzurro. Troviamo due sbarre, una per parte, che chiudono l'ingresso ai prati a lato del percorso. Ignoriamo altri sentieri che si staccano da quello che stiamo percorrendo e continuiamo diritto in salita. Lasciata a destra una vecchia casa, raggiungiamo un bivio (m. 500). Un segnavia del Rotary indica la direzione dalla quale proveniamo. Andiamo a destra in salita nel bosco. Saliamo in modo abbastanza ripido fino a raggiungere un cancello marrone che a sinistra porta ad un apiario (m. 540). Usciti dal bosco, costeggiamo la recinzione dell'Azienda Agricola Deviscio. Poi giriamo a sinistra e ci troviamo di fronte al Pizzo d'Erna. A destra vediamo tre mura parallele che precedono una grande stalla. La stradina, ora asfaltata, prosegue a sinistra entrando nell'azienda. Andiamo invece a destra e tra due case troviamo l'inizio di un sentiero (m. 575). Un cartello indica Campo de Buoi. Prendiamo questo sentiero e rientriamo nel bosco. Sulla sinistra, tra gli alberi, c'è una rete metallica. Terminata la recinzione il sentiero si divide e andiamo a sinistra (m. 605). Troviamo poi un altro sentiero parallelo sulla destra. Con pochi passi in discesa a destra ci portiamo su questo sentiero e torniamo a salire. Si tratta di sentieri poco frequentati e potremmo avere l'impressione di avere sbagliato percorso ma un segnavia 4A su fondo rosso, che troviamo poco dopo, ci rassicura. Più avanti incrociamo il sentiero pianeggiante che sulla destra conduce a Campo dei Buoi (m. 625). Lo attraversiamo e continuiamo diritto seguendo un segnavia 4A. Saliamo ripidamente, incontrando alcuni bolli di colore giallo oppure rosso, fino a sbucare sul percorso n. 1 descritto nel primo itinerario (m. 710). Qui bisognerà prestare attenzione al ritorno in quando nulla indica il sentiero 4A, per altro poco visibile. Unico punto di riferimento è un cartello "Operazione Montagna Pulita" inchiodato su un albero accanto all'imbocco del sentiero. Andiamo a destra e poco dopo troviamo un bivio contrassegnato da una targa SEL dove dobbiamo andare a destra. Anche questa targa può essere un buon punto di riferimento. Continuiamo poi come descritto nel primo itinerario fino alla meta. Tempo impiegato: ore 2.15-2.30 - Dislivello : m. 625 Itinerario di ritorno sentiero n. 27 (Campo de Boi - Madonna della Rovinata - Lecco) Dal rifugio si imbocca il sentiero sulla destra che in leggera discesa, attraversando un bosco di abeti, circondando una forra, a tratti protetto da una staccionata in legno, scende verso la Baita Sorriso e la località Compo di Boi. Dopo aver raggiunto una fila di case poste sulla sinistra del sentiero, aiutati da alcuni gradini di legno, si scende sul sentiero che scende fino a raggiungere, girando a destra, la mulattiera che scende dal rifugio Azzoni. Scendiamo ancora superando un ruscello che attraversa il cammino e una cascina. Più avanti, a sinistra si imbocca un sentiero (m. 845) che passa accanto ad un grande agrifoglio e quindi ad una stalla davanti alla quale ci sono alcuni tronchi adattati a panchina. Ora il sentiero scende tra prati e qualche albero. Raggiungiamo un torrentello che invade anche il sentiero e richiede un guado, in caso di recenti e abbondanti piogge. Un successivo torrente viene invece superato con due ponticelli in legno. Continuiamo quasi in piano, lasciando una casa alla destra e quindi riprendiamo a scendere, attraversiamo un torrentello appoggiando gli scarponi sulle pietre che affiorano dall'acqua, attraversando un boscto di faggi al quale segue un bosco di betulle, fino a vedere in basso a destra un prato con un tavolo in legno e delle panche. Continuiamo in piano e poi il leggera salita fino ad un bivio dove ci teniamo a destra. Torniamo a scendere in una faggeta e poi percorriamo un breve tratto in piano, un altro in salita, poi di nuovo in piano fino al bivio (m. 800) sul quale a sinistra viene segnalato il sentiero n. 25 per il Magnodeno. Andiamo invece a destra e, dopo un paio di curve riprendiamo a scendere in lieve pendenza; scendiamo con dei ripidi zig-zag passando accanto ad un rivolo che scende a sinistra, superiamo una teleferica e entriamo nel bosco iniziando a percorrere un lungo traverso a mezza costa. Il sentiero è stretto ed un po' esposto. Solo alla fine c'è una protezione a destra. Ancora in discesa aggiriamo una casa dal tetto molto spiovente, Cà del Cippo (m. 735). Continuando diritti si lascia il sentiero e si imbocca una stradina sterrata che compie una curva e ripassa sotto la casa con il tetto spiovente. Alla destra il panorama ci regala le Grigne. La stradina esce dagli alberi, gira a destra, supera due case e continua ascendere fino ad incontrare, piegando a sinistra, le case e lo spiazzo di Campo de Boi. Si tiene la destra al bivio e si procede in leggera salita. Sulla sinistra ci sono delle case in un prato. Superiamo un ruscelletto su di un piccolo ponte ed un gruppo di alberi e proseguiamo in piano, tra i prati, verso Lecco, fino a raggiungere un quadrivio dove non ci sono indicazioni (m. 665). Davanti a noi vediamo una chiesetta. Sulla sinistra in piano si va all'Istituto La Madonnina, Andiamo a destra e scendendo raggiungiamo e lasciamo a sinistra due vecchi cartelli arrugginiti ed illeggibili (m. 610). Ad una curva a destra ignoriamo un sentiero che si stacca sull'altro lato e mentre la pendenza diminuisce, continuiamo a scendere. Il sentiero a volte si sdoppia ma solo per aggirare un gruppo di alberi, in prevalenza castagni, e poi torna a riunirsi. Raggiungiamo un bivio (m. 490). I segnavia indicano a destra il percorso Giorgio Combi, noi invece proseguiamo a sinistra, superiamo due case recintate sulla destra e continuiamo a scendere. Poco più avanti ignoriamo un sentiero che si stacca a destra e raggiungiamo la Fontana Marietta, posta sulla sinistra (m. 465). Una targa ricorda che nell'anno 2000 è stata restaurata a cura dell'ANA di Belledo. Per bere possiamo utilizzare una tazza legata ad una catenella. Torniamo a scendere, un filo metallico chiude sulla destra l'accesso a un sentiero. Camminando quasi in piano raggiungiamo una casa che lasciamo sulla sinistra, poco più avanti inizia il il bosco e copre alle nostre spalle la vista del Resegone. Poi in leggera discesa superiamo altre due case a sinistra, oltre una recinzione. Troviamo una targa gialla che segnala il percorso Giorgio Combi (Bonacina-Camposecco) e torniamo a scendere rapidamente. Ad un bivio continuamo diritti ignorando a sinistra il sentiero per Neguggio e continuiamo in leggera discesa seguendo una rete verde alla sinistra. Superiamo poi la Baita degli Alpini (m. 425). Ad una curva a sinistra ignoriamo un sentiero che si stacca a destra, come pure alla successiva curva un altro sulla sinistra. Ora il bosco diventa meno fitto e rapidamente si giunge all'altezza della chiesa della Madonna della Rovinata (m. 405) dalla quale si può godere di una bella vista panoramica su Lecco e sul lago. La mulattiera scende alternando tratti più o meno ripidi e superando man mano quattordici Cappelle. Ogni cappella contiene una pregevole raffigurazione in bronzo della relativa stazione della Via Crucis. Nei punti in cui la pendenza è maggiore, a lato c'è un corrimano in legno. Per raggiungerla la chesa della madonna della Rovinata bisogna abbandonare il tracciato principale e fare una piccola digressione su un sentiero verso destra (ne vale la pena). Tornati sul percorso principale all'altezza della tredicesima cappella della via Crucis, possiamo proseguire con la mulattiera in ripida discesa, fino a raggiungere un grande masso sul quale è stata tracciata una poesia-preghiera: "Terso in ciel è il chiaro azzurro, del ruscel leve è il sussurro, e l'uccel dal gaio trillo, cede a notte il canto al grillo. Spumeggiante è il fiume accanto, e dei fior vario è l'incanto. Tutto è bello, valli e monti, aurore, albe e tramonti. Ed un grido vien dal cuore: grazie a Te, mio buon Signore." Poco prima della decima cappella passiamo sotto i cavi dell'alta tensione. Continuando a scendere ripidamente superiamo un rivolo che attraversa la mulattiera ai cui margini ci sono alcuni rudimentali panchine e sedili fatti con dei tronchi di legno (m. 350). Alla settima cappella la pendenza diminuisce sensibilmente. Alla quarta cappella la mulattiera gira a destra, mentre sulla sinistra si stacca un sentiero. Uscendo dal bosco si raggiunge la seconda cappella dove la pendenza torna ripida. Al termine della via Crucis e della mulattiera si attraversa il torrente Bione e girando a sinistra si entra in Lecco. Passando accanto all'Ospedale Manzoni, si attraversa la città in direzione della Stazione ferroviara.