Omelia di don Ferruccio
II domenica di Quaresima
Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo.
In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo
fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato
davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero
candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che
conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù:
«Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una
per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando
quando una nube luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una
voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono
compiaciuto. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la
faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e,
toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non
videro più nessuno, se non Gesù solo.
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate
a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto
dai morti».
Prima del grande annuncio
della Passione,
Gesù porta i “suoi” sul Tabor,
a vedere il suo vero volto.
E Pietro, affascinato da quella visione,
non esita a manifestare tutta la gioia
che prova nello stare con Gesù,
mentre esprime la sua ingenua affermazione:
"Maestro, è bello per noi stare qui,
facciamo tre tende…".
La risposta non si fa attendere.
Ed ecco una voce dalla nube che dice:
"Questi è il Figlio mio, l'amato...
Ascoltatelo!"
ASCOLTATELO è una parola chiave.
Nella Bibbia il verbo «ascoltare»
non significa soltanto «udire»,
ma equivale spesso a «obbedire»
(Es 6,12; Mt 18,15-16).
La raccomandazione che il Padre fa
a Pietro, Giacomo e Giovanni e,
attraverso loro, anche a noi,
è di "mettere in pratica” ciò che Gesù insegna.
Quella voce ci "sveglia"
e ci fa prendere coscienza
che ciò che importa è
ascoltare Gesù.
Egli, oggi, ci invita a scendere dal monte
e a metterci in ascolto dei fratelli,
in particolare dei più "poveri".
E così trasfigurati dalla Parola vissuta,
possiamo anche rimettere in moto
la dignità di chi l'ha smarrita
e risvegliare in tanti cuori la sete di Dio.
Una testimonianza significativa e molto bella è quella di Chiara Amirante,
che racconta così:
«Ho iniziato a recarmi di notte in strada, nelle zone più ‘calde’ di Roma,
spinta da un semplice desiderio:
Condividere la Gioia dell’incontro con Cristo Risorto
proprio con quei fratelli che erano più disperati.
Non immaginavo davvero che avrei incontrato
un popolo così sterminato di giovani soli,
emarginati, sfregiati nella profondità del cuore e della dignità,
vittime dei terribili tentacoli di piovre infernali e della più infame delle schiavitù.
Ho provato
con un certo timore e tremore
ad entrare in punta di piedi
nelle zone ‘calde’.
Tanti dei cosiddetti delinquenti,
non erano di fatto persone cattive,
ma persone non amate;
ragazzi con una grande sensibilità,
ma con il cuore ‘impietrito’
dalle troppe violenze subite.
Molti dei ragazzi che incontravo
in strada ‘normale’ di notte in zone
così pericolose, dopo aver condiviso
con me qualcosa della loro storia
piena di sofferenza e spesso di
disperazione mi dicevano:
“Ora però raccontaci qualcosa di te.
Che ci fa una ragazza come te
qui in mezzo a noi?.
Non ti rendi conto di quanto è pericoloso?
Possibile che metti a rischio la tua vita
per persone che neanche conosci?
Ma chi te lo fa fare?…”»
E Chiara Amirante continua:
«Con semplicità condividevo anche io
qualcosa della mia storia
e di come l’incontro con Cristo Risorto
avesse sconvolto la mia esistenza.
La reazione era quasi sempre di
sorpresa, curiosità e di incredibile
apertura:
“Se la Gioia che vedo nel tuo sguardo - mi
dicevano - viene davvero da Gesù e se è
Lui che ti spinge a rischiare la tua vita
per noi, parlaci un po’ di ‘sto Gesù!!!”
ed iniziavano a bombardarmi di
domande.
Il più delle volte questi incontri
si concludevano con una richiesta accorata:
“Portaci via da questo ‘inferno della strada’,
vogliamo incontrare anche noi ‘questo’ Gesù
che ha cambiato la tua vita!”
È assolutamente urgente
metterci in ascolto con tutto il nostro cuore
del grido di Gesù crocifisso:
”Perché mi hai abbandonato?”
che si ripete nel grido
di ogni nostro fratello più piccolo,
povero, disperato,
emarginato, abbandonato
nei ‘deserti’ delle nostre metropoli.»
E conclude Chiara Amirante:
«In questi anni ho visto migliaia di giovani passare dalla ‘morte’ alla Vita
grazie all’incontro con Cristo Risorto, li ho visti percorrere le stesse strade
dove prima seminavano, violenza, droga, prostituzione, ‘morte’…
testimoniando ora con entusiasmo l’Amore di Dio
e che Cristo è la Via la Verità, la Vita!»
Quell’ascolto di Gesù che il Padre ci chiede,
il lasciarci trasfigurare dalla Parola,
non può che dilatare il nostro cuore,
per "far spazio" ad ogni fratello
che incontriamo.
“O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio,
nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi
del nostro spirito, perché possiamo godere
la visione della tua gloria”.
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Ogni mia parola
e buona “immersione” nella Parola!
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