L’APPROCCIO CLINICOLABORATORISTICO E STRUMENTALE AL MALATO REUMATICO Sviluppo di temi utili al riconoscimento e orientamento di gestione per le principali patologie. Condivisone e rispettivi impegni del Medico di Medicina Generale e dello Specialista nei percorsi di assistenza. Dott.ssa Laura Bazzichi, Ricercatrice in Reumatologia, dell’AOU di Pisa; Dott.ssa Lucia Fusconi, Reumatologa della A.USL8 Arezzo; Dott. Luciano Sabadini, Responsabile della Sezione di Reumatologia dell’A.USL8 Arezzo. La Reumatologia è la specialità che si occupa delle malattie non chirurgiche dell’apparato locomotore e delle malattie sistemiche del tessuto connettivo (SIR 1986). reuma s. m. (pl. -i ) Reumatismo. Microsoft® Encarta® Enciclopedia Premium. © 1993-2004 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati. reumatico agg. (pl. m. -ci ) Di reumatismo: dolori reumatici. Microsoft® Encarta® Enciclopedia Premium. © 1993-2004 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati. reumatismo s. m. Affezione caratterizzata da segni di infiammazione e sintomi dolorosi a carico dei muscoli e delle articolazioni; SIN. Reuma. Microsoft® Encarta® Enciclopedia Premium. © 1993-2004 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati. Il dolore in Reumatologia si pone al centro della valutazione clinica Il “reumatismo” inteso come dolore a carico dell’apparato locomotore, è la causa più frequente che conduce i pazienti affetti da malattie reumatiche a visita medica. La gran parte delle affezioni ‘spontanee’ dell’apparato locomotore riguarda le articolazioni e i tessuti di sostegno. La patologia dei tessuti connettivi condiziona anche manifestazioni sistemiche con impegno di altri organi e apparati (più frequentemente cute, occhio e rene, digerente, respiratorio e sistema nervoso) con valenze multidisciplinari per la gestione del malato. IL DOLORE REUMATICO I NOCICETTORI COINVOLTI SONO PRESENTI: • NELLA CUTE; • NELLE STRUTTURE SOMATICHE PROFONDE: • CAPSULE E LEGAMENTI; • PERIOSTIO ED ENDOSTIO DELL’OSSO SUBCONDRALE; • TENDINI, FASCE E GUAINE MUSCOLARI; • AVVENTIZIA DEI VASI SANGUIGNI. I NOCICETTORI, CHE DANNO LUOGO ALL’ESPERIENZA DEL DOLORE ARTICOLARE SONO STIMOLATI DA: • SOSTANZE ALGOGENE; • STRESS MECCANICI; CLASSIFICAZIONE DEL DOLORE REUMATICO • ARTICOLARE/PERIARTICOLARE: » INFIAMMATORIO; » MECCANICO; • EXTRA-ARTICOLARE: » » » » DA COMPRESSIONE NERVOSA; SINDROMI SIMPATICHE RIFLESSE; FIBROMIALGIA; PILIMIALGIA REUMATICA; • PSICOGENO: » PRIMITIVO (IN CORSO DI PATOLOGIA PSICHIATRICA); » SECONDARIO A MALATTIE REUMATICHE ORGANICHE; • OSSEO. CARATTERISTICHE CLINICHE DEL DOLORE IN REUMATOLOGIA • • • • • INFIAMMATORIO: NOTTURNO; RIGIDITA’ MATTUTINA; ATTENUAZIONE CON L’ATTIVITA’ FISICA LEGGERA; INTERESSAMENTO DEI TESSUTI PERIARTICOLARI; PRESENZA DEI SEGNI DI FLOGOSI: – – – – TUMOR; RUBOR; CALOR; SEGNI DI LABORATORIO. • • • • • MECCANICO: DIURNO; AGGRAVATO DAL CARICO; MODICA RIGIDITA’; CONTRATTURE MUSCOLARI; ASSENZA O MODICA PRESENZA DEI SEGNI DI FLOGOSI. • Il riconoscimento delle malattie non può prescindere dalla nosografia dei quadri patologici. • Le migliori scelte terapeutiche sono consentite dalla conoscenza approfondita della patogenesi, ma la eziopatogenesi delle malattie reumatiche risulta eterogenea e non sempre intimamente nota. • La cronicità richiede spesso programmi terapeutici articolati. • La classificazione delle malattie reumatiche consente un preciso orientamento nella gestione di questi quadri clinici. LA CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE REUMATICHE Società Italiana di Reumatologia 1998 Malattie osteoarticolari e dei tessuti connettivi (Malattie reumatiche) Pubblicata su: Reumatismo 51, 1-12; 1999 1. ARTRITI PRIMARIE E SPONDILO-ENTESOARTRITI (REUMATISMI INFIAMMATORI ARTICOLARI) 2. CONNETTIVITI E VASCULITI (MALATTIE REUMATICHE SISTEMICHE) 3. ARTRITI DA AGENTI INFETTIVI 4. ARTROPATIE DA MICROCRISTALLI E DISMETABOLICHE 5. ARTROSI (OSTEOARTROSI) 6. AFFEZIONI DOLOROSE NON TRAUMATICHE DEL RACHIDE 7. REUMATISMI EXTRAARTICOLARI 8. SINDROMI NEUROLOGICHE, NEUROVASCOLARI E PSICHICHE 9. MALATTIE DELL’OSSO 10. MALATTIE CONGENITE DEL CONNETTIVO 11. NEOPLASIE E SINDROMI CORRELATE 12. ALTRE MALATTIE CON POSSIBILI MANIFESTAZIONI REUMATOLOGICHE 13. MISCELLANEA CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE REUMATICHE 1. ARTRITI PRIMARIE E SPONDILO-ENTESOARTRITI (REUMATISMI INFIAMMATORI ARTICOLARI) 1.1. Artriti croniche primarie dell’adulto 1.2. Artriti croniche primarie giovanili * 1.3. Spondiloartriti – entesoartriti dell’adulto * 1.4. Spondiloartriti – entesoartriti giovanili 1.5. Artriti transitorie o ricorrenti 2. CONNETTIVITI E VASCULITI (MALATTIE REUMATICHE SISTEMICHE) 3. ARTRITI DA AGENTI INFETTIVI 4. ARTROPATIE DA MICROCRISTALLI E DISMETABOLICHE 5. ARTROSI (OSTEOARTROSI) 6. AFFEZIONI DOLOROSE NON TRAUMATICHE DEL RACHIDE 7. REUMATISMI EXTRA-ARTICOLARI 8. SINDROMI NEUROLOGICHE, NEUROVASCOLARI E PSICHICHE 9. MALATTIE DELL’OSSO 10. MALATTIE CONGENITE DEL CONNETTIVO 11. NEOPLASIE E SINDROMI CORRELATE 12. ALTRE MALATTIE CON POSSIBILI MANIFESTAZIONI REUMATOLOGICHE 13. MISCELLANEA 1. ARTRITI PRIMARIE E SPONDILO-ENTESOARTRITI (REUMATISMI INFIAMMATORI ARTICOLARI) 1.1. Artriti croniche primarie dell’adulto 1.1.1. Artrite reumatoide e forme correlate 1.1.1.1. Artrite reumatoide 1.1.1.2. Sindrome di Felty 1.1.1.3. Sindrome di Caplan 1.1.1.4. Nodulosi reumatoide 1.1.2. Malattia di Still dell’adulto 1.1.3. Artrite cronica indifferenziata 1.2. ARTRITI CRONICHE PRIMARIE GIOVANILI * 2. CONNETTIVITI E VASCULITI (MALATTIE REUMATICHE SISTEMICHE) 3. ARTRITI DA AGENTI INFETTIVI 4. ARTROPATIE DA MICROCRISTALLI E DISMETABOLICHE 5. ARTROSI (OSTEOARTROSI) 6. AFFEZIONI DOLOROSE NON TRAUMATICHE DEL RACHIDE 7. REUMATISMI EXTRA-ARTICOLARI 8. SINDROMI NEUROLOGICHE, NEUROVASCOLARI E PSICHICHE 9. MALATTIE DELL’OSSO 10. MALATTIE CONGENITE DEL CONNETTIVO 11. NEOPLASIE E SINDROMI CORRELATE 12. ALTRE MALATTIE CON POSSIBILI MANIFESTAZIONI REUMATOLOGICHE 13. MISCELLANEA FREQUENZA DELLE DIVERSE FORME DI MALATTIE REUMATICHE IN ITALIA Forme morbose Distribuzione % “stimata” sul totale delle MR numero presumibile dei casi di malattie Artrosi 63.61 3.500.000 Reumatismi fibrositici 12.69 698.000 Artrite reumatoide 6.36 350.000 Gotta 4.47 246.000 Reumatismi secondari 3.03 167.000 Spondilite anchilosante 1.02 56.000 Connettiviti 0.31 17.000 R.A.A. 0.01 500 Altre reumoartropatie 8.50 468.000 TOTALE 100.00 5.512.000 Da “Cronaca di malattie dimenticate” edito da LIMaR e ANMAR, a cura del Prof. Roberto Marcolongo. Frequenza: Frequenza i malati: sono almeno 5.500.000, pari a 1/10 dell’intera popolazione italiana. Visite mediche: mediche sono circa 50 milioni l’anno; il 55% è costituito da ‘prime’ visite, cioè per una sintomatologia di natura reumatica accusata per la prima volta. Tipo di malattie reumatiche: reumatiche nel 63% dei casi si tratta di artrosi, nel 13% di forme fibrositiche, nel 16% di reumatismi infiammatori, nell’8% di altre forme reumatiche. Prevalenza secondo l’età: fino a 18 anni l’1%, da 19 a 60 il 18%(in questa fascia di età rientrano le malattie reumatiche a più alto rischio invalidante), oltre i 60 anni l’81%. Giorni di malattia: malattia secondo le statistiche più recenti, su oltre 84 milioni di giornate di malattia, ben 14,5 milioni (pari al 17%) sono dovute alla patologia reumatica. Le conseguenze delle malattie reumatiche (rischio invalidante e handicap): circa il 27% delle pensioni d’invalidità è determinato dalle malattie reumatiche. Nella graduatoria delle cause d’invalidità queste patologie figurano al secondo posto, dopo le malattie cardiovascolari. La spesa per malattie reumatiche: reumatiche più di 15.000 miliardi di lire l’anno per i soli costi diretti (ricoveri ospedalieri, farmaci, cure termali, indennità di malattia, invalidità); i costi indiretti a carico del singolo e della comunità sono valutabili circa il doppio dei costi diretti. •La cura delle malattie reumatiche si deve confrontare con eziologie eterogenee. •Raramente è possibile una prevenzione primaria (per evitare l’insorgenza delle malattie), più spesso si deve mirare alla migliore prevenzione secondaria (diagnosi e trattamento precoce delle malattie). •L’importanza della riabilitazione si inserisce nei programmi di cura, sia per il recupero di funzioni compromesse (disabilità), sia per la prevenzione dell’evoluzione biomeccanica di malattia (economia articolare). •Infine la conservazione anatomico-funzionale dell’apparato locomotore dipende dallo stile di vita, da norme igieniche di utilizzo e dal rapporto con l’ambiente. Da questa premessa risulta evidente come le figure mediche coinvolte nel riconoscimento e nella gestione delle malattie reumatiche risultino diverse e spesso di molteplice interazione. Nella pratica clinica quotidiana le più frequenti situazioni patologiche giungono all’osservazione del Medico di Medicina Generale, del Reumatologo e dell’Ortopedico e alla consulenza del Fisiatra. Altri operatori sanitari sono spesso coinvolti nella gestione dei malati reumatici, ma l’efficacia dei programmi terapeutici non può prescindere dalla scelta di un percorso razionale di gestione della malattia nel singolo malato. Conseguenze economiche di una gestione non coordinata della patologia reumatica cronica invalidante Diagnosi tardiva Programma terapeutico non ottimale Evoluzione del danno Spese reiterate per la diagnostica Spese inutili per interventi non mirati Spese maggiorate per la gestione di un handicap evoluto PERCORSI DEI MALATI CON PATOLOGIA OSTEO-ARTICOLARE E SINTOMI MUSCOLOSCHELETRICI ALTRI SPECIALISTI REUMATOLOGO Patologia medica Invasività non chirurgica MEDICO DI MEDICINA GENERALE Gestione autonoma RIABILITAZIONE Recupero funzionale Patologia che necessita di un confronto medico-chirurgico FISIOTERAPISTA PODOLOGO TECNICO O. Prevenzione del danno secondario ORTOPEDICO Traumatologia (P. S.) Chirurgia programmata …appare necessario uno strumento che: • garantisca un’assistenza integrata del malato (percorso assistenziale); • sia mirato alla soluzione del problema nella sua interezza; • con un follow-up continuo del paziente nell’arco dell’intera malattia; Con una RETE DI ASSISTENZA INTEGRATA si può evitare il sommarsi di momenti isolati di intervento terapeutico. PIANO SANITARIO 2002-2004 REGIONE TOSCANA (AZIONI PROGRAMMATE) 5.3.2.14. Le malattie reumatiche Consiglio Sanitario Regionale Regione Toscana (commissione tecnica consultiva) LINEE GUIDA: • Linee Guida per la diagnosi e cura Delle Malattie Reumatiche • Linee Guida sulla diagnosi e cura di patologia di interesse immuno-reumatologico Piano Sanitario Regionale 2008-2010: la Sanità di Iniziativa per il contrasto delle malattie croniche AZIONI DEL PIANO SANITARIO REGIONALE 2008-2010 (Deliberazione del Consiglio Regionale n.53 del 16 luglio 2008) Stili di vita e Piramide della cronicità ADI Progetto personalizzato Fondo non autosufficienza 3-5% Follow up, Cure primarie integrate 70-80% PATOLOGIA CONCLAMATA FASI INIZIALI DELLA PATOLOGIA •Supporto alla auto cura •Paziente esperto •AFA 100% •Progetto PASSI ESPOSTI AL RISCHIO PROMOZIONE DELLA SALUTE •Guadagnare salute •PIS DECORSO 15-20% La lotta alle malattie reumatiche, schematicamente, pone un problema di equilibrio fra due aspetti principali: 1) da una parte esistono forme di malattie rare, o di alta competenza specialistica con necessità di sviluppo di ricerca scientifica, o che richiedono complessi livelli organizzativi e di alta tecnologia per consentire la sopravvivenza dei malati o la prevenzione di gravi invalidità; 2) dall’altra esistono forme di malattia molto frequenti, a minore rischio salute (purché correttamente gestite), che richiedono risorse territoriali, coordinate e capillarmente distribuite, per essere affrontate e impedire lo sviluppo di handicap. La malattia reumatica a più alto impatto sociale, per rischio invalidante e frequenza e anche per le nuove cure, tale da richiedere una revisione delle strategie di lotta finora praticate, può essere l’artrite reumatoide (e tutti i reumatismi infiammatori articolari). articolari) Percorsi assitenziali per le malattie reumatiche MEDICO DI MEDICINA GENERALE (MMG) Gestione autonoma Gestione referenziale REUMATOLOGO Diagnosi Governo clinico Invasività non chirurgica Riabilitazione dedicata 1) Distretto: I livello specialistico 2) Ospedale: II livello specialistico 3) Struttura di riferimento di Area Vasta: III livello specialistico Chronic Care Model PRONTO SOCCORSO ORTOPEDICO Traumatologia (PS) Chirurgia programmata ALTRI SPECIALISTI Coinvolti nella gestione delle complicanze sistemiche e comorbilità FASI DI MALATTIA Malato e malattia reumatica cronica AZIONI RIABILITAZIONE Recupero funzionale REUMATOLOGO FISIATRA FISIOTERAPISTA TECNICO O. Prevenzione del danno secondario REFERENTI ASSISTENZIALI Esordio diagnosi - incidenza MMG, MMG altri spec, PS → Reumatologo Stato malattia cronica Terapia, monitoraggio Reumatologo ↔ MMG Evoluz. e complicanze controlli e piani terap. Reumatologo ↔ altri spec, PS ↔ MMG Per ogni malattia o gruppo di patologie, si può proporre il referente di governo del percorso (Progettiamo insieme) APPARE NECESSARIO CHIARIRE LE COMPETENZE E GLI IMPEGNI RECIPROCI DELLE VARIE FIGURE PROFESSIONALI COINVOLTE NEL PERCORSO ASSISTENZIALE: • CHI FA (ATTRIBUZIONE DEI COMPITI, SECONDO ACCORDI); • CHE COSA FARE, QUANDO E COME (AZIONI PER GRUPPI DI PATOLOGIE, SECONDO LE EVIDENZE SCIENTIFICHE E LE LINEE GUIDA); • ORGANIZZAZIONE (PROCEDURE); • MONITORAGGIO (OUTCOME E RISK-MANAGEMENT); • AMMINISTRAZIONE (VALUTAZIONE DEI DATI SENSIBILI); • SOSTENIBILITA’ (GOVERNANCE). UNA ORGANIZZAZIONE, funzionale alla gestione dei problemi, consente di applicare capillarmente le opportunità che la ricerca scientifica sviluppa continuamente, finalizzando i vari contributi. Nei pazienti con sintomi muscolo-scheletrici occorre innanzitutto discriminare se la sintomatologia è dovuta a un problema prevalentemente meccanico o infiammatorio, a un problema funzionale o a una malattia sistemica. Ciò si ottiene, in buona parte dei casi, con una anamnesi ed un esame obiettivo accurato. ANAMNESI -Sintomi generali -Modalità di esordio -Precedenti -Familiarità -Traumatismi -Malattie infettive -Distribuzione dell’impegno articolare -Segni di flogosi ESAME OBIETTIVO -Manovre valutative ed evocative -Coinvolgimento di altri organi ed apparati (cute, occhio, uretra, intestino, ecc.) ESAMI DI LABORATORIO SOSPETTO DIAGNOSTICO ESAMI STRUMENTALI DIAGNOSI SCHEMA DI INTERPRETAZIONE INIZIALE DEI SINTOMI E SEGNI MUSCOLOSCHELETRICI (American College of Rheumatology da Art. Rheum. No 1, 1996) Patologia meccanica, funzionale Patologia degenerativa Patologia infiammatoria Rigidità mattutina Focale, breve Focale, breve Prolungata Sintomi generali (astenia febbre) Assenti Assenti Presenti Esacerbazione del dolore All’uso Dopo uso prolungato Dopo riposo prolungato Disfunzione, blocco, instabilità Focale, breve Incongruenza, corpi mobili, lussazione Nell’evoluzione delle forme erosive Simmetria Non comune Occasionale Comune dolorabilità Focale, periarticolare, tender points Inusuale Su tutta l’articolazione Segni di flogosi Tendini o borse Inusuale Articolazioni Malattia multisistemica No No Frequente SINTOMI SEGNI I PRINCIPALI CONCETTI DI PATOLOGIA DA SOVRACCARICO FUNZIONALE • Cava: risultato di microtraumi ripetuti che agiscono con meccanismo cumulativo; • Malgrati: conseguenza di un’azione ripetitiva che,per tempi e intensità, supera la resistenza dei tessuti e la possibilità di adattamento; • Lazzari: lesione data da una alterazione della postura ideale al migliore espletamento delle funzioni motorie, per lo più dovuta a errata esecuzione dei gesti CAUSE: • INTRINSECHE (difetti di assialità assialità, dismetrie degli arti inferiori) • ESTRINSECHE (gestualità (gestualità errata, allenamento scorretto, età età, attrezzi non idonei) PATOGENESI DELLA LESIONE DA SOVRACARICO • SCARICO DEI MICROTRAUMI NEI SISTEMI OSTEOMUSCOLO-TENDINEI; • ACCUMULO DELLE MICROLESIONI; • ACCENTUAZIONE DEI FENOMENI DA ALTERATI RAPPORTI ARTICOLARI NELLE POSTURE SCORRETTE. Da una parte viene alterata la capacita’ capacita’ della giunzione muscolotendinea di assorbire le forze di tensione che si devono trasformare in energia energia cinetica. Dall’ Dall’altra si altera la capacità capacità della giunzione osteoosteo-tendinea di ammortizzare la vibrazione che assicura resistenza e stabilità stabilità nella fase di impatto. (Saggini, Vecchiet) Vecchiet) LA PATOLOGIA DA SOVRACCARICO FUNZIONALE NELLA CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE REUMATICHE DELLA S.I.R. S.I.R. • REUMATISMI EXTRAEXTRA-ARTICOLARI – – – – Reumatismi extra-articolari localizzati Sindromi dolorose loco-regionali Reumatismi extra-articolari generalizzati Ecc. • AFFEZIONI DOLOROSE NON TRAUMATICHE DEL RACHIDE – Lombalgie • Da alterata biomeccanica • Da cause muscolari – Cervicalgie – Dorsalgie – Ecc. CONSEGUENZE DELLE LESIONI DA SOVRACARICO: • L’UNITA’ MUSCOLO-TENDINEA REAGISCE CON SPASMO E ACCORCIAMENTO; • RIDUZIONE DELLA CAPACITA’ DI CARICO E DI MOVIMENTO DI UNO O PIU’ DISTRETTI ARTICOLARI; • PATOLOGIA DEGENERATIVA CON ALTERAZIONI ANATOMO MORFOLOGICHE DELLE STRUTTURE ARTICOLARI E MUSCOLOTENDINEE. DA CUI DERIVANO ALTERAZIONI FUNZIONALI ! RIDUZIONE DELLE ABILITA’ ABILITA’ • DEI MUSICISTI (Allieu); • DELLE ARTI E MESTIERI (Medicina del Lavoro); • DELLE CAPACITA’ FUNZIONALI (Medicina Legale). SINTOMATOLOGIA NELLO SPORT • STADIO I°: si avverte il dolore solo durante l’attività sportiva; • STADIO II°: si avverte il dolore all’inizio dell’attività sportiva, scompare con il riscaldamento, ma condiziona la prestazione atletica; • STADIO III°: si avverte il dolore durante e dopo l’attività sportiva con riduzione significativa della prestazione; • STADIO IV°: si avverte dolore continuo durante l’arco della giornata con riduzione significativa della prestazione del distretto interessato. (Curvin, Stanish) I.C.F - Classificazione Internazionale delle Funzioni (OMS) MENOMAZIONE (è qualsiasi mancanza o alterazione di strutture o di funzioni psicologiche, fisiologiche) ATTIVITA’ (capacità di svolgere azioni nel modo e nella misura considerata normale per un essere umano ) FATTORI CONTESTUALI a) ambientali b) personali PARTECIPAZIONE (svolgimento di un ruolo nelle situazioni della vita) L’handicap è uno svantaggio che risulta, per una data persona, da menomazioni, disabilità o incapacità di partecipazione, variabile per natura, durata o qualità. MENTRE IL TRAUMA ACUTO E’ INDIVIDUABILE PER UN EVENTO DI EVIDENTE SOLLECITAZIONE MECCANICA CHE HA SUPERATO IL “LIVELLO SOGLIA”, IL MICROTRAUMA NECESSITA DELLA “SOMMAZIONE SUFFICIENTE”, PER ENTITA’ E FREQUENZA, DI EVENTI NON SEMPRE EVIDENTI. PATOLOGIA SECONDARIA DEL SOVRACARICO AMBEDUE LE SITUAZIONI SONO CONDIZIONABILI DA FATTORI PREDISPONENTI (1° (1°-COSTITUZIONALI E 2° 2°-DI PATOLOGIA), PATOLOGIA) NEL SECONDO CASO QUESTI SONO DETERMINANTI NELLA PROGRAMMAZIONE TERAPEUTICA. NEI SOGGETTI CON MALATTIE REUMATICHE: REUMATICHE DEGENERATIVE O INFIAMMATORIE LA PATOLOGIA DA SOVRACARICO DELL’APPARATO LOCOMOTORE ASSUME UN RUOLO DI CONCAUSA NELLA EVOLUZIONE DI MALATTIA. Può essere di vario tipo (con varie competenze): • • • • • • • Farmacologico (dolore, flogosi e contratture); Trattamento della patologia concomitante; Microinvasivo (infiltrazioni); Chirurgico; (correttivo e ricostruttivo) Riabilitativo (cinesi e fisioterapia); Manipolativo; (DIM, ecc.) Posturologia (multidisciplinare); • Ortesico (T.O., fisioterapista, …); • Educazionale (varie figure professionali). ORTESI (SPLINT) PROTESI AUSILI Strumenti tecnici Presidi somatici personalizzati o situazioni operative volte a ridurre la Condizione Condizione stabile disabilità mutevole Attorno a ...... In presenza di... Al posto di.... In sostituzione di Al di fuori del “soggetto” (BOCCARDI) Ortesi del rachide Ortesi del rachide CHE TENGONO CONTO DEGLI STIMOLI PROPRIOCETTIVI POSTURALI Arto superiore • ORTESI DI SPALLA • ORTESI DI GOMITO Ortesi della mano • DA RIPOSO Schema delle alterazioni dinamiche alla mano nell’artrite reumatoide. • DI PROTEZIONE FUNZIONALE • DI RIEDUCAZIONE DINAMICA Il sovracarico funzionale favorisce il danno articolare (CONCAUSA). Ortesi dell’anca • DELL’ETA’ EVOLUTIVA • TUTORE PER L’ADULTO • AUSILIO PER L’ADULTO Ortesi del ginocchio • DA BLOCO FUNZIONALE • DI PROTEZIONE VARIA Ortesi della caviglia Ortesi del piede • Patologie distrettuali • Patologie favorenti i fenomeni distrettuali Ulcere trofiche nel diabete m. • Patologie determinanti lesioni locali Vasculiti necrotizzanti Ortesi del piede Piedi con artrite reumatoide Il sovracarico funzionale è una importante concausa di danno biomeccanico locale, attraverso il quale può evolvere anche la malattia generale. Piedi con artrite e artrosi secondaria (post artritica) La malattia artrosica oggi 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Una definizione controversa Una malattia frequente, che accompagna l'invecchiamento della popolazione Fattori di rischio ben identificati Un coinvolgimento profondo dell'articolazione Fisiopatologia del dolore: cause multiple Clinica: 1° tempo della diagnosi Radiografia convenzionale: 2° tempo della diagnosi Indagini diagnostiche di secondo livello: poco spazio in Medicina Generale Qualità della vita: valutarla per preservarla meglio La gestione dell’artrosi: • Punti di vista convergenti secondo EBM; • Trattamento da programmare negli anni. DEFINIZIONE E EVOLUZIONE DELL’ARTROSI Gruppo di distinte patologie sovrapposte, con diverse eziologie, variamente combinate (costituzionali, dismetaboliche, biomeccaniche) e comuni aspetti biologici, morfologici e clinici. L’evoluzione di malattia interessa tutti gli elementi dell’articolazione: dalla cartilagine articolare, all’osso subcondrale, alla membrana sinoviale, ai legamenti, alla capsula, e ai muscoli periarticolari. La cartilagine articolare va incontro a degenerazione con fibrillazione, fissurazione, ulcerazione e perdita a tutto spessore della superficie articolare. Meccanismi diversi del dolore non sempre infiammatori (1) 1) O’Reilly S. et coll. Clinical features of osteoarthritis and standard approaches to the diagnosis. Pages 198-199. Clinica: 1°tempo della diagnosi Fattori meccanici Intensità del dolore Fattori infiammatori Tempo Un groviglio di fattori meccanici e infiammatori… infiammatori (1) Evoluzione principalmente meccanica (e infiammatoria?) Episodi di esacerbazione legati a fattori infiammatori 1) Moskowitz RW and al. Osteoarthritis. Diagnosis and medical/surgical management. 3rd edition. 2001. W.B. Saunders Ed. p 40 Fisiopatologia del dolore: cause multiple Il circolo vizioso del dolore Degenerazione della cartilagine dolore meccanico e/o sintomi infiammatori sedentarietà Fisiopatologia del dolore: cause multiple Spezzare il circolo vizioso del dolore X Degenerazione della cartilagine dolore meccanico X e/o sedentarietà sintomi infiammatori gestione globale del dolore, riabilitazione mobilità Radiografia convenzionale: 2° tempo della diagnosi Sempre immagini bilaterali comparative Radiografie da richiedere: (1,2) Anca: Bacino in piedi frontale con arto inferiore in rotazione interna di 20° Falso profilo di Lequesne (che valuti la copertura anteriore della testa femorale) Frontale centrale e/o profilo chirurgico dell'anca Ginocchio: Incidenza assiale 30°o 60° Incidenza frontale e di profilo delle ginocchia caricate Immagine in schuss (frontale in carico, flessione 30°) per studiare il comparto posteriore 1) Collège Français des Enseignants en Rhumatologie. Rhumatologie. Collection Abrégé. Editions Masson. Chapitres 49, p 195-196. Mai 2002 2) O’Reilly S. et coll. Clinical features of osteoarthritis and standard approaches to the diagnosis. Pages 205-206, 214. Radiografia convenzionale: 2° tempo della diagnosi • Artrosi femoro-patellare Score radiografico di Kellgren e Lawrence Il grado di gravità radiologica non contribuisce,in modo indipentente, alla limitazione funzionale nell’ OA • Creamer P, Lethbridge-Cejku M, Hochberg MC, Rheumatology, 2000 • Jordan JM, Luta G et al., Arthritis Care Res, 1996 • Mc Alindon TE, Cooper C et al, Ann Rheum Dis, 1993 Determinanti di disabilità dell’OA (ginocchio) Dolore Lamb SE et al., Ann Rheum Dis, 2000 Jordan JM et al., Arthritis Care Res, 1996 Briganti MP et al., Studio ICARe Dicomano, 2000 Ipostenia del quadricipite Fattori psicosociali McAlindon TE et al. Ann Rheum Dis, 1993 Slemenda C et al.Ann Intern Med, 1997 Briganti MP et al., Studio ICARe Dicomano, 2000 Salaffi F et al. J Rheumatol, 1991 Creamer P et al. Rheumatology, 2000 Altri esami paraclinici (specialisitici): Altri esami per immagini: RMN (1) TAC Ecografia Artrografia con Artroscanner 1) Moskowitz RW and al. Osteoarthritis. Diagnosis and medical/surgical management. 3rd edition. Chap. 24 B, p 530. 2001. W.B. Saunders Ed. Altri esami paraclinici: BIOLOGIA: (1,2) VES: normale PCR: il valore può essere elevato Esame del liquido sinoviale Nessun test biologico attualmente disponibile che permetta di valutare il grado di degenerazione della cartilagine 1) Moskowitz RW and al. Osteoarthritis. Diagnosis and medical/surgical management. 3rd edition. p 273-277. 2001. W.B. Saunders Ed. 2) O’Reilly S. et coll. Clinical features of osteoarthritis and standard approaches to the diagnosis. Pages 214-215. Qualità della vita: valutarla per preservarla meglio Coinvolgere il paziente nel processo terapeutico 1. Spiegare la fisiopatologia, la malattia e la sua evoluzione, i trattamenti Mettere in campo una vera e propria strategia terapeutica di supporto alla gestione del dolore e della disabilità 2. Ascolto Dialogo Valutazione Valutazione 1. Indice clinico algo-funzionale di monitoraggio di Lequesne Valutazione accurata del disturbo funzionale del paziente Monitoraggio del paziente Supporto alla decisione terapeutica 2. Scala della qualità della vita EuroQol 1) K Brandt et al Management of Osteoarthritis; Introduction: The Comprehensive approach Osteoarthirtis II Edition Oxford University Press Misure terapeutiche nella prassi quotidiana: Obiettivi della gestione terapeutica RACCOMANDAZIONI DELL'EULAR Obiettivi del trattamento: migliorare la funzione articolare e la qualità della vita (1) Personalizzazione della gestione di ciascun paziente In funzione dell'età, della comorbilità, dell'infiammazione (1) Considerazione del carattere cronico dell'evoluzione a volte trent'anni utilità di «ragionare in anni» Associazione di misure farmacologiche e non farmacologiche adattate alla vita del paziente 1) EULAR recommendations for the management of knee osteoarthritis : report of a task force of the Standing Committee for International Clinical Studies Including Therapeutic Trials (ESCISIT). Annals of the Rheumatic Diseases, 2000. 59 (12) : 936-944. 2) Hinton R. Osteoarthritis : diagnosis and therapeutic considerations. American Family Physician. 2002, 65 (5) : 841-848. Misure terapeutiche nella prassi quotidiana: Misure non farmacologiche - “una priorità“ Sostenute dall’EULAR - efficacia comprovata in studi randomizzati (1) - rafforzamento dell'efficacia del trattamento farmacologico: economia di altri trattamenti Educazione del paziente 1. 2. 3. Valutata negli studi «versus placebo» (2,3) Reclamata dal paziente (4) Fattore di adesione al trattamento di lunga durata (2) Perdita di peso 1. Interesse indiscutibile per ridurre il progresso della gonartrosi (5) Esercizio fisico (6) 1. 2. Effetto benefico a breve termine (6 mesi) sul dolore e la funzionalità Interesse nel paziente obeso 1) EULAR recommendations for the management of knee osteoarthritis : report of a task force of the Standing Committee for International Clinical Studies Including Therapeutic Trials (ESCISIT). Annals of the Rheumatic Diseases, 2000. 59 (12) : 936-944. 2) Ravaud P. Impact de l’éducation du malade arthrosique. La revue du praticien 2002, 5 : S21-S22. 3) Mazzuca SA et coll. Effects of self-care education on the health status of inner-city patients with osteoarthritis of the knee. Arthritis Rheum 1997, 40 : 1466-1474. 4) Gibert E et al. Interprétation de la plainte et de l’attente du patient arthrosique. 6ème congrès international : recherche et thérapeutiques dans l’arthrose. La Revue du Praticien. 1999, 49, S31,S32. 5) Ravaud P. Exercice physique et arthrose. La revue du praticien 2000, 5 : S27-S29. 6) Ravaud P. Traitements non pharmacologiques de l’arthrose. Presse medicale2002; V.31 (39 pt.2):4510-4512. Misure terapeutiche nella prassi quotidiana: Misure non farmacologiche - “una priorità“ Sostenute dall’EULAR, di efficacia comprovata di recente in studi randomizzati... (1) Riposo quotidiano (2) Calzature e plantari (3) che assorbano gli urti - plantari ammortizzanti o in para Ortesi del ginocchio (3) semplici ginocchiere od ortesi di valgizzazione in caso di artrosi femoro-tibiale interna Contenzione interna della rotula (3) Bastone (3) sul lato controlaterale all'articolazione dolorante 1) EULAR recommendations for the management of knee osteoarthritis : report of a task force of the Standing Committee for International Clinical Studies Including Therapeutic Trials (ESCISIT). Annals of the Rheumatic Diseases, 2000. 59 (12) : 936-944. 2) Hosie G. and Dickson J. Managing osteoarthritits in primary care. 2000. Blackwell Science Ed. p 70. 3) Ravaud P. Traitements non pharmacologiques de l’arthrose. Journée montpellieraine de rhumatologie. Sauramps médical. 2002. Misure terapeutiche nell’artrosi Terapia di fondo Terapia sintomatica Terapia Occupazionale Terapia fisica Misure ortopediche Informazione del malato Correzione fattori di rischio Terapia mirata dell’artrosi Norme di vita Terapia non tradizionale Terapia chirurgica Terapia intrarticolare Chinesiterapia Terapia termale Economia articolare CHI FA CHE COSA Nel percorso assistenziale per il Paziente con artrosi appare necessario orchestrare varie competenze che consentano di acquisire tutti gli elementi utili alla valutazione clinica e funzionale e alla programmazione delle cure farmacologiche o riabilitative-educazionali. Si propone come centrale il ruolo del medico di medicina generale (per le necessità poste dall’epidemiologia così ampia dell’artrosi), Sempre in collegamento con l’ortopedico per le possibili necessità chirurgiche, è in primo piano lo specialista reumatologo per le valutazioni clinico-strumentali più approfondite e per la proposizione e gestione delle cure più impegnative, ma appare necessaria anche una figura professionale, che si faccia carico della valutazione funzionale (raccogliendo anche i dati utili a costruire gli indici clinimetrici) e degli aspetti educazionali e comportamentali nella vita quotidiana, tale figura può essere bene interpretata dal fisioterapista, che sarà il responsabile del progetto riabilitativo condiviso con il medico. medico GRAZIE PER L’ATTENZIONE