Indagine 09C315
Etica del Risparmio e
tutela del Cittadino
Sondaggio realizzato da TNS Abacus per
in occasione della 78a Giornata Mondiale del Risparmio
Sintesi dei risultati
Roma, ottobre 2002
Premessa
 ACRI rappresenta a livello nazionale le Fondazioni Bancarie e le
Banche del Sistema delle Casse di Risparmio e Banche del Monte
italiane.
 In occasione della 78ª Giornata Mondiale del Risparmio che si
svolgerà il 31 ottobre, ACRI presenterà i risultati di un’indagine di
opinione presso un campione della popolazione italiana adulta.
 ACRI ha chiesto ad Abacus di condurre tale indagine, i cui
principali obiettivi sono:
-
verificare, ad un anno di distanza dalla rilevazione precedente,
come
si
è
evoluto
l’atteggiamento
degli
italiani
nei
confronti del risparmio e dei suoi impieghi;
-
fare un bilancio, a quasi un anno dall’introduzione dell’Euro,
degli atteggiamenti degli italiani verso la moneta unica
-
cogliere le percezioni dei cittadini sull’etica aziendale in
generale ed in particolare le implicazioni sul risparmio
2
Scheda tecnica del sondaggio
Tecnica di rilevazione

Interviste telefoniche con tecnologia CATI – Computer Assisted
Telephone Interviews
Periodo di rilevazione

Prima settimana di Ottobre 2002
Campione

1.000 interviste presso un campione rappresentativo della popolazione italiana
di età pari e superiore ai 18 anni, stratificato in base ai seguenti criteri:

area geografica per ampiezza del centro

sesso per età
Ponderazione dei risultati

In corso di elaborazione dei risultati si è proceduto ad una ponderazione degli
stessi al fine di riprodurre esattamente l’universo di riferimento.
3
Caratteristiche
del campione
4
Caratteristiche del campione
Area geografica
Sud e
Isole
34%
Ampiezza centri
Nord
Ovest
27%
33%
21%
22%
16%
8%
Centro
20%
Nord Est
19%
< 10,000
10 < 30.000 30 < 100.000
Base: Totale Campione (1000)
5
100 <
250.000
> 250.000
Caratteristiche del campione
Sesso
Età
Uomini
48%
35%
32%
33%
76%
Età media: 46 anni
Donne
52%
24%
Capofamiglia
18-34 anni
Base: Totale Campione (1000)
6
35-54 anni
55 anni e oltre
Caratteristiche del campione
Professione
Titolo di studio
Imprend., dir., lib. prof.
44%
Esercente, artigiano
7%
3%
Impiegato
32%
14%
Insegnante, docente
5%
Operaio, agricoltore
3%
Casalinga
12%
43%
11%
altro occupato
12%
OCCUPATI
16%
Pensionato
26%
Studente
Laurea
Diploma
Istruz. media
inf.
11%
Disoccupato
Istr. elem./
nessuna
4%
0%
Base: Totale Campione (1000)
7
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Il quadro generale
8
Note di commento
La maggior parte delle domande di questa prima sezione si presta ad un
confronto diretto con l’analoga rilevazione svolta nell’ottobre del 2001.
L’analisi può essere arricchita considerando le indagini congiunturali prodotte
dall’ISAE.
Per inquadrare la situazione partiamo proprio dall’estrema sintesi, cioè
dall’indice grezzo di fiducia dei consumatori espresso dall’ISAE. Il confronto
con lo scorso anno evidenzia una riduzione sostanziale del valore che passa da
122 (ottobre 2001) a 107 punti (ottobre 2002). Ricordiamo che l’indice base è
fissato a 100, quota di partenza stabilita nel 1980.
Con maggiore dettaglio, il nostro sondaggio evidenzia una riduzione della
soddisfazione del campione nei confronti della propria attuale situazione
economica. La maggioranza (55% degli intervistati) continua ad essere molto
o abbastanza soddisfatta, ma tali valori sono in sensibile riduzione rispetto
all’ottobre 2001 (-10%).
Analogo andamento si registra per le previsioni riferite ai prossimi 12 mesi
relativamente alla situazione economica personale, nazionale e mondiale. In
particolare aumentano le percentuali di chi si aspetta un peggioramento della
propria situazione personale (16% vs. 7% del 2001), della situazione
economica italiana (31% vs. 13% del 2001) e di quella mondiale (23% vs.
14% del 2001). L’andamento decrescente delle previsioni è anche evidenziato
dai valori medi calcolati su una scala da 1 a 5: il calo è di -0,2 punti sulla
situazione personale, -0,4 sulla situazione dell’Italia e –0,2 punti sulla
situazione economica mondiale.
I dati di saldo dell’ISAE riferiti alla previsione per la situazione economica
italiana e per la propria famiglia, anche se calcolati con modalità differenti,
confermano la tendenza negativa: da –11% a –20% per l’Italia e da +10% a
–3% per la propria famiglia.
9
Note di commento
A questo quadro non particolarmente confortante si aggiunge una forte
preoccupazione (48% di molto preoccupati) per la situazione politica
internazionale e in particolare per i “venti di guerra” che la caratterizzano
attualmente.
Nelle pagine che seguono andremo a verificare le conseguenze puntuali
dell’incertezza economica e politica sugli atteggiamenti dei cittadini in materia
di risparmio e di investimento.
10
ISAE: Il clima di fiducia dei consumatori italiani
130
122,1
120,2
120
117,1
110
107,0
100
O
re
b
tto
99
9
1
O
re
b
tto
00
0
2
O
re
b
tto
01
0
2
Base: Indice base: 1980 = 100
11
O
re
b
tto
02
0
2
Soddisfazione riguardo la propria
attuale situazione economica
D1. Lei quanto è soddisfatto della Sua attuale situazione economica?
Molto
soddisfatto
4%
5%
51%
60%
Abbastanza
soddisfatto
Poco
soddisfatto
Per niente
soddisfatto
-9
33%
+6
27%
2002
2001
12%
+4
8%
Base: Totale Campione (1000)
12
Aspettative per i prossimi 3 anni
D2. Se pensa ai prossimi 3 anni, Lei pensa che la Sua situazione economica …
D3. E sempre nei prossimi 3 anni, Lei pensa che la situazione economica italiana…
D4. E sempre nei prossimi 3 anni, Lei pensa che la situazione economica internazionale…
Personale
2001
39% 36%
32%
33% 29%
6%
5% 5% 4%
Migliorerà molto
Italia
Mondo
53%
Migliorerà
abbastanza
Media 2001 personale: 3.4
Rimarrà più o
meno uguale
12% 13%
Peggiorerà
abbastanza
Media 2001 Italia: 3.4
1% 1% 1%
Peggiorerà
molto
3%
17%
10%
Non lo so
Media 2001 mondo: 3.4
46%
2002
31%29%28%
31%30%
25%
19%
13%
4% 2% 3%
Migliorerà molto
Migliorerà
abbastanza
Media 2002 personale: 3.2
Rimarrà più o
meno uguale
Peggiorerà
abbastanza
Media 2002 Italia: 3.0
Base: Totale Campione (1000)
13
16%
3% 6% 4%
Peggiorerà
molto
3%
7%
Non lo so
Media 2002 mondo: 3.1
ISAE – Previsioni per i prossimi 12 mesi
Situazione economica Italia prossimi
12 mesi (SALDO)
Situazione economica famiglia
prossimi 12 mesi (SALDO)
30
Ottobre 2001
Ottobre 2002
20
10
10
0
-3
-10
-20
-11
-20
-30
14
Preoccupazione per l’attuale situazione
politica internazionale
Parliamo ora della situazione politica internazionale ed in particolare di una possibile guerra
contro l’Iraq.
H1 In generale, lei quanto è preoccupato per l’attuale situazione politica internazionale?
Molto
preoccupato
48%
Abbastanza
preoccupato
38%
Poco
preoccupato
Per niente
preoccupato
Non ha
un’opinione/non
sa
10%
3%
1%
Base: Totale campione (1000)
15
Propensione e
atteggiamento nei
confronti del risparmio
16
Note di commento
L’analisi conferma una sostanziale tenuta della propensione al risparmio degli
italiani, se possibile ancora più accentuata rispetto ad un anno addietro. Quasi
il 30% degli intervistati dichiara infatti di non vivere tranquillo senza
risparmiare qualcosa, qualche punto in più rispetto all’ottobre del 2001 (29 vs.
26%). Parallelamente cala la percentuale di chi preferisce godersi al vita senza
eccessive preoccupazioni per il futuro.
Poco è mutato anche per quanto riguarda i comportamenti: quasi la metà degli
intervistati (47 vs. 48% del 2001) dichiara di essere riuscito a “mettere via
qualcosa” negli ultimi 12 mesi. Rimangono stabili anche coloro che hanno
speso tutto, chi ha intaccato i propri risparmi, chi è ricorso a prestiti.
Per il futuro le previsioni sono tuttavia decisamente al ribasso: aumentano di
ben 12 punti percentuali coloro che si aspettano di riuscire a risparmiare di
meno rispetto all’anno trascorso, fino a superare il 40% del totale. La
situazione è ancora più pessimistica se limitiamo l’analisi a chi ha
effettivamente risparmiato qualcosa negli ultimi 12 mesi.
Anche questi dati sono confermati dall’inchiesta ISAE: diminuisce la
percentuale di chi considera sicuro o probabile risparmiare nei prossimi 12
mesi; mentre rimane stabile il valore relativo alla convenienza attuale
percepita del risparmio.
Come agiscono le situazioni economiche e politiche internazionali su questi
atteggiamenti? Gli effetti di una maggiore incertezza economica determinano
un consistente incremento rispetto al 2001 di chi cercherà di risparmiare di più
(da 22 a 35%), ma anche un aumento dei realisti che si attendono una
riduzione della effettiva possibilità di risparmio (da 7 a 18%). L’incerta
situazione politica internazionale sembra invece rafforzare la volontà di
risparmiare di più o in misura uguale rispetto all’ultimo anno.
17
Note di commento
Interpretando questi dati in massima sintesi, possiamo concludere che mentre
la propensione “culturale” al risparmio degli italiani rimane immutata a livello
intenzionale, il confronto con la realtà induce a un tendenziale pessimismo
sulle concrete possibilità di realizzarlo.
18
Atteggiamento verso il risparmio
A3. In fatto di risparmio, quale di queste 3 affermazioni descrive meglio il Suo pensiero?…
2002
59%
2001
60%
+3
29%
26%
10%
Non vivo tranquillo se non metto da
parte qualche risparmio
Faccio dei risparmi ma senza
troppe rinunce
Base: Totale Campione (1.000)
19
12%
Preferisco godermi la vita senza
preoccuparmi troppo del futuro
Risparmio negli ultimi 12 mesi
A1. Negli ultimi 12 mesi Lei/ la sua Famiglia è riuscito/a a risparmiare parte del reddito guadagnato?
2002
2001
47% 48%
38% 38%
11% 10%
3%
Sì, sono riuscito
No, ho
a risparmiare
consumato tutto
il reddito
No, ho dovuto
ricorrere a
risparmi
accumulati
No, ho dovuto
ricorrere a
prestiti
Base: Totale Campione (1.000)
20
3%
1%
1%
Non indica
Risparmio nei prossimi 12 mesi
A2. E nel corso dei prossimi 12 mesi, cioè nel 2003, Lei pensa di riuscire a risparmiare di più o di
meno rispetto a quest’anno?
2002
2001
41%
32%
34%
39%
29%
25%
Di più
+12
Di meno
Nella stessa misura
Base: Totale Campione (1000)
43%
+15
33%
28%
24%
Di più
Di meno
39%
33%
Nella stessa misura
Base: Hanno risparmiato nell’anno corrente (2002: 472; 2001: 475)
21
ISAE – Risparmio
Possibilità risparmio prossimi 12
mesi (cert.+prob.)
Convenienza attuale risparmio
(cert.+prob.)
100
90
80
Ottobre 2001
Ottobre 2002
70
60
50
40
43
37
30
20
10
0
22
78
77
Risparmio e incertezza della situazione economica
A6. Data la situazione attuale dell’economia, Lei/LA Sua famiglia…
2002
2001
63%
43%
35%
22%
18%
7%
cercherà di risparmiare di
più
cercherà di risparmiare
come prima
risparmierà meno di prima
Base: Percettori di reddito (2002: 693; 2001:741)
23
4%
6%
non sa
Risparmio e situazione politica internazionale
H2. Data la situazione politica internazionale, Lei e la sua famiglia…
59%
32%
6%
Cercherà di risparmiare di
più
Cercherà di risparmiare
come prima
Risparmierà meno di
prima
Base: Totale Campione (1.000)
24
3%
Non sa
Gli investimenti
25
Note di commento
Anche sull’impiego del risparmio si osservano variazioni evidenti rispetto
all’ottobre del 2001.
In primo luogo una maggiore propensione a mantenere i propri risparmi in
forma liquida (dal 47 al 52% degli intervistati) e parallelamente una minore
propensione al reinvestimento della maggior parte delle proprie risorse
accantonate.
Entrando poi nello specifico dei comportamenti, oltre il 40% degli intervistati
che percepiscono reddito continua ad avere sostanziale fiducia nelle proprie
capacità di decidere gli impieghi ottimali (“esperti”, “capaci di cavarsela”,
“nella media”). Le decisioni sono comunque nella maggior parte dei casi
(70%) collegiali, cioè coinvolgono altri membri della famiglia.
L’incertezza attuale si traduce da un lato nell’incremento del ricorso a supporti
consulenziali esterni, dall’altro in una minore propensione ad affidarsi
completamente a questi: tra i percettori di reddito aumenta la percentuale di
chi afferma di consigliarsi nelle proprie decisioni (da 67 a 72%) e contemporaneamente diminuisce la percentuale di chi si affida completamente all’esterno
(16% vs. 20% del 2001).
L’atteggiamento “giusto” di fronte all’incertezza dell’andamento dell’economia
è fondamentalmente l’attendismo, cioè il rimanere fermo sulle proprie
posizioni (57%). Il 22% è sufficientemente maturo per considerare i bassi
corsi delle quotazioni come una occasione per investire. Solo il 12% è
propenso al disinvestimento.
Quando gli intervistati vengono indotti a pensare anche alla situazione politica
internazionale e alle prospettive di un conflitto, la quota degli attendisti
aumenta ulteriormente, e in modo rilevante: 72% del totale.
26
Note di commento
In definitiva, verso quali impieghi specifici gli italiani preferirebbero destinare i
propri risparmi?
Non stupisce un incremento considerevole degli investimenti immobiliari che
raccolgono oltre il 50% delle preferenze contro il 39% di un anno addietro.
Tutti gli altri impieghi di carattere mobiliare subiscono una contrazione nelle
indicazioni, anche quelli per definizione “sicuri” (dal 29 al 20%) come titoli di
Stato, certificati di deposito, obbligazioni e previdenza integrativa. Più
scontata la riduzione degli strumenti a rischio come azioni e fondi comuni.
Per quanto riguarda l’interesse verso il “come” i propri risparmi vengono
impiegati, si osserva una maggiore attenzione verso il rendimento in sé e una
parallela contrazione di chi ha “scrupoli” su come verranno investiti (da 40%
del 2001 al 34% del 2002).
Chi si preoccupa del modo in cui sono investiti i propri soldi sembra essere
molto meno preoccupato del fatto che possano contribuire ad attività illecite
(16% vs. 30% del 2001) e molto più interessato al fatto che in qualche modo
contribuiscano allo sviluppo dell’economia nazionale (26% vs. 18% del 2001).
Continuano a mantenere un peso rilevante il supporto ad attività del Terzo
Settore (27%) e il contributo allo sviluppo locale (21%).
27
Dal risparmio all’investimento
A4. In generale, Lei reinveste almeno una parte dei suoi risparmi, oppure li mantiene liquidi, sul
conto corrente?
2002
2001
+5
52%
-2
47%
26%
26%
20%
22%
2%
Tengo i miei risparmi
liquidi
Reinvesto una piccola
parte dei miei risparmi
Reinvesto la maggior
parte dei miei risparmi
Base: Percettori di reddito (2002: 693; 2001:741)
28
4%
Non sa/non indica
Esperienza negli investimenti
B1. In materia di investimenti, Lei si considera …
2001
2002
Ha fiducia in sé stesso
2002:
42%
2001:
41%
Non ha fiducia in sé stesso
2002:
57%
2001:
58%
26% 27%
26% 27%
Nella media
Un principiante
31% 31%
14% 13%
2%
1%
Un esperto
Uno che se la cava
Base: Percettori di reddito (2002: 693; 2001:741)
29
Uno che ne capisce
poco o niente
Decisioni sugli investimenti
B2. In generale, quando si tratta di decidere come impiegare i risparmi lei.....
B3. Per quanto riguarda le Sue decisioni
sugli investimenti, Lei …
Decide senza consultarsi
con altri
23%
Decide dopo essersi
consultato con altri
familiari
Dà un’opinione ma lascia
decidere ad un altro
familiare
Non se ne interessa
lascia decidere ad un
altro familiare
70%
Chiede consiglio a qualcuno
che ritiene più esperto, ma
poi è lei a decidere
60%
Decide in piena autonomia
29%
Si affida completamente a
qualcuno che ritiene più esperto
10%
Non indica
1
B4. E in particolare a chi si affida?
4%
3%
Consulente finanziario
della Banca
51%
Amici, conoscenti
37%
Promotore finanziario
9%
Non indica
3%
Base B2: Percettori di reddito (693)
Base B3: Decidono come impiegare i risparmi (645)
Base B4: Chiedono consiglio o si affidano completamente (447)
30
Processo decisionale dell’investimento
2001
2002
Autonomo
11%
10%
Si
consiglia
Si affida
72%
+5
-4
16%
Si affida al
consulente
della banca
33%
Si affida
ad altri
32%
67%
20%
Base: Percettori di reddito (2002: 693; 2001:741)
31
Investimenti e incertezza
della situazione economica
A9. E secondo lei qual è l’atteggiamento migliore da tenere?
Bisogna
rim anere ferm i
sulle proprie
posizioni
57%
E’ il m om ento
giusto per
effettuare nuovi
investim enti
E’ m eglio
disinvestire e
tenere i soldi sul
conto corrente
non sa
22%
12%
9%
Base: Totale Campione (1.000)
32
Investimenti e situazione politica internazionale
H3. Ed in questa situazione, secondo lei qual è l’atteggiamento migliore da tenere?
Bisogna rimanere fermi sulle
proprie posizioni
72%
E’ il momento giusto per
effettuare nuovi investimenti
E’ meglio disinvestire e tenere i
soldi liquidi o sul conto corrente
Meglio spendere i soldi subito
non sa
10%
9%
3%
6%
Base: Totale campione (1.000)
33
Come investire il risparmio
in situazione di incertezza economica
A8. E oggi, alla luce della attuale situazione economica, in quale di questi modi è
meglio investire i propri risparmi?
2002
2001
Immobili
Titoli di Stato
Certificati di deposito, obbligazioni
Polizze vita/Pensioni private
Tenerli liquidi
Meglio spendere
Fondi comuni
Azioni
39%
9%
15%
6%
5%
5%
9%
53%
+14
STRUMENTI FIN. SICURI:
2002:
20%
2001:
29%
8%
12%
4%
9%
4%
7%
3%
4%
Base: Totale Campione (1.000)
34
STRUMENTI FIN. A RISCHIO:
2002:
7%
2001:
11%
Interesse verso come sono impiegati i risparmi
B5. Nel momento in cui investe dei risparmi, Lei si interessa principalmente di quanto
rendono, oppure tiene in considerazione anche dove verrà investito il suo denaro?
Interessato
principalmente
rendimento
55%
50%
Considera
dove verrà
investito
34%
40%
11%
Non sa
10%
2002
2001
Base: Percettori di reddito (2002: 693); 2001:741)
35
+5
Destinazione degli investimenti
B6. Lei mi ha detto di considerare importante come investe il suo denaro chi gestisce il suo
investimento. Mi potrebbe dire con quale delle seguenti affermazioni si trova più d’accordo?
27%
Contributo ...alle cooperative nel terzo m ondo,
le organizzazioni benefiche, finanza etica, chi
si occupa di agricoltura biologica
25%
26%
Contributo allo sviluppo econom ico dell'Italia
18%
21%
24%
Contributo allo sviluppo della zona in cui
risiedo
16%
No attività illecite
30%
Non finanziare industrie ed attività che non
condivido
+8
10%
5%
Base: Considerano dove verranno investite i propri risparmi
(2002: 234; 2001: 299)
36
-14
L’Euro
37
Note di commento
Le domande sull’Euro avevano lo scopo di fare un bilancio sintetico a quasi un
anno dall’introduzione.
Il problema è stato inizialmente affrontata in prospettiva più ampia. Prima di
parlare nel concreto di Euro, abbiamo verificato la percezione relativa
all’andamento dei prezzi. Solo il 12% degli intervistati percepisce prezzi
costanti, in diminuzione o aumentati in misura fisiologica (1 o 2%) dall’inizio
dell’anno. La grandissima maggioranza (65%) percepisce incrementi
sostanziali, addirittura il 30% ritiene di spendere oltre il 20% in più nei propri
acquisti abituali.
In modo spontaneo, gli aumenti vengono subito e genericamente imputati
all’introduzione dell’Euro (77%). Solo in misura minoritaria vengono indicati
come responsabili il commercio (18%), il Governo (5%) o fattori esogeni come
crisi internazionali a livello politico o economico.
A titolo di curiosità abbiamo anche chiesto di stimare una cifra relativa alle
proprie spese per prodotti alimentari o per la casa e per il telefono. In media
quasi il 70% indica la cifra in Euro mentre circa 1/4 del campione si esprime
ancora in Lire.
Per completare il quadro abbiamo verificato l’effetto percepito dell’Euro sul
valore dei risparmi. In questo caso il confronto viene effettuato rispetto ad una
analoga domanda che nel 2001 si riferiva alle attese degli intervistati. Come
era logico attendersi, la maggioranza relativa degli intervistati (45%) pensa
che i propri risparmi abbiano ora meno valore. La differenza rispetto alle
attese manifestate nel 2001 sullo stesso item è di oltre 35 punti percentuali.
Da questa prima serie di risultati, il bilancio appare dunque decisamente
negativo.
38
Note di commento
Ma se consideriamo i risultati di 2 domande che cercano di fare un bilancio
complessivo dell’introduzione dell’Euro, il quadro sembra essere più equilibrato.
In primo luogo quasi la metà degli intervistati si dichiara, tutto sommato,
soddisfatto della Moneta Unica (10%+37%=47%).
In secondo luogo il 43% ritiene che, in una situazione di incertezza economica
e politica internazionale come quella attuale, sia vantaggioso il fatto di essere
passati all’Euro che sicuramente viene percepito come un fattore di maggiore
forza e stabilità rispetto alla vecchia valuta nazionale.
39
Andamento dei prezzi nell’ultimo anno
C1.1 Secondo lei, nel 2002 i prezzi dei prodotti che acquista abitualmente sono cambiati?
E sono aumentati o diminuiti? Di quanto sono aumentati i prezzi? La preghiamo di
utilizzare una percentuale nel rispondere
Sono diminuiti
Sono rimasti
uguali
1%
12%
3%
Sono aumentati
dell’1-2%
8%
Sono aumentati
del 3-5%
18%
Sono aumentati
del 6-10%
20%
Sono aumentati
del 11-20%
15%
Sono aumentati
oltre il 20%
Non sa/non
risponde
18%
65%
30%
5%
Base: Totale Campione (1.000)
40
Andamento dei prezzi nell’ultimo anno
C1.2 E secondo Lei, qual è stata la causa principale dell’aumento dei prezzi?
77%
L'EURO/ LA MONETA UNICA /LA BCE
22%
FATTORI ECONOMICI NAZIONALI
18%
I com m ercianti / i negozi / superm ercati
5%
L’operato del governo italiano / m inistri
15%
CRISI ESTERNE
9%
Le crisi politiche internazionali/ guerre/ terrorism o
5%
Le crisi econom iche internazionali
3%
Le calam ità naturali
Norm ale inflazione/costo della vita
1%
4%
Non sa/non risponde
Base: Chi considera che i prezzi sono aumentati (919)
41
Percezione dell’Euro
C1. E nell’ultimo mese quanto ha speso, all’incirca, per prodotti alimentari e prodotti per la
casa? e quanto ha speso invece per il telefono?
Risponde
in Lire
27%
Non so
5%
Risponde
in Euro
68%
Base: Totale Campione (1.000)
42
L’Euro e il valore del Risparmio
C3. Secondo Lei con l’introduzione dell’Euro, i nostri risparmi hanno acquistato (2001:
avranno….) …?
Più valore
Meno
valore
11%
12%
45%
10%
37%
Lo stesso
valore
Non so
+35
-27
64%
2002
7%
14%
2001
Base: Totale Campione (1.000)
43
Soddisfazione dell’Euro
C2 Lei quanto si ritiene soddisfatto sull’introduzione dell’Euro e sulle sue conseguenze?
Molto
soddisfatto
10%
47%
Abbastanza
soddisfatto
37%
Poco
soddisfatto
32%
52%
Per niente
soddisfatto
20%
Base: Totale Campione (1.000)
44
Il ruolo dell’Euro in situazione di incertezza
H4. E secondo Lei, in questa situazione, è un vantaggio essere passati all’Euro o sarebbe stato
meglio avere ancora la Lira?
E’ un
vantaggio
essere
passati
all’euro
43%
Sarebbe
stato meglio
avere la Lira
30%
E’
ininfluente
avere la lira
o l’Euro
Non so /
non
risponde
19%
7%
Base: Totale campione (1.000)
45
Il comportamento delle
imprese e la tutela
del cittadino risparmiatore
46
Note di commento
I cittadini, in generale e nella loro veste di risparmiatori, si sentono tutelati dal
comportamento delle imprese?
In questo ambito, il modo in cui le imprese comunicano verso l’esterno è
fondamentale. Quanto viene ritenuta trasparente la comunicazione delle
aziende italiane?
Si tratta di una materia difficile da trattare dal punto di vista pratico all’interno
di una ricerca di opinione. Siamo dovuti ricorrere a semplificazioni e domande
indirette e abbiamo dovuto per necessità allargare un po’ il tema parlando
anche di etica aziendale.
Nondimeno, i risultati emersi sono interessanti e forniscono indicazioni
sufficientemente precise sul pensiero dei risparmiatori.
Per alcune domande i risultati sono arricchiti da un confronto con un analogo
sondaggio (più breve) realizzato in Francia nel 2000 da Sofres SA.
Segnaliamo fin da subito che il quadro generale dell’opinione degli intervistati
sui comportamenti delle imprese è sostanzialmente negativo. I segnali sono
molteplici:
1.
In primo luogo si osserva che la gente non ha fiducia nei programmi con i
quali le imprese si impegnano, anche pubblicamente, a rispettare norme
morali e comportamenti etici: il 57% considera, infatti, tali programmi
come semplici “trovate pubblicitarie”.
2.
In secondo luogo, oltre la metà del campione (54%) pensa che le imprese
socialmente responsabili siano solo una minoranza in Italia, molto più
pessimisti rispetto alla Francia.
47
Note di commento
3.
In terzo luogo, esiste una sostanziale discrepanza tra gli interlocutori
verso cui il campione degli intervistati ritiene che le imprese abbiano dei
doveri (l’ideale) e gli interessi che in realtà si ritiene vengano meglio
tutelati (la realtà). Secondo gli intervistati l’impresa ha idealmente dei
doveri soprattutto nei confronti dei propri dipendenti, mentre tutela in
assoluto di più gli azionisti (qui intesi come “padroni”).
4.
Per completare il quadro, il 77% del campione ritiene che in economia non
ci siano regole sufficienti e che le maggiori carenze di norme
comportamentali riguardino proprio il modo in cui le aziende si muovono
nei confronti dei mercati finanziari (insieme all’ambiente e all’utilizzo
della rete Internet).
Le recenti vicissitudini che hanno interessato grandi imprese americane ed
europee, rendono particolarmente interessante il tema specifico della
trasparenza percepita nelle comunicazioni delle aziende verso l’esterno e sugli
effetti che ciò può avere sul “sentiment” dei risparmiatori.
Iniziamo col dire che uno dei comportamenti considerati come più inaccettabili
da parte delle imprese - dopo l’utilizzo dei bambini dei Paesi poveri e in linea
con il finanziamento illecito e il nascondere problemi dei propri prodotti - è
proprio la non trasparenza cioè il “far credere ai risparmiatori che la situazione
dell’azienda sia migliore di quanto non sia nella realtà”.
L’estrema sensibilità degli italiani sul tema è confermata dal fatto che l’azione
ritenuta in assoluto più dannosa per il sistema economico sia la mancata
trasparenza dei bilanci aziendali, ancora di più della diffusione di informazioni
false sul prodotto e della concorrenza sleale.
48
Note di commento
Anche l’impatto negativo sull’andamento delle Borse di informazioni poco
trasparenti viene ritenuto considerevole: in media quasi 8 punti su una scala
da 1 a 10.
A rimedio di queste situazioni gli intervistati pensano che una legislazione più
severa porterebbe non solo a rendimenti più certi e sicuri dei propri
investimenti (31%), ma addirittura a guadagni più elevati (29%).
Anche su questo aspetto le aziende mostrano molte carenze nella percezione
del campione: a domanda diretta, solo il 35% ritiene che le informazioni
fornite dalle aziende sui propri prodotti e servizi siano molto/abbastanza
veritiere e attendibili.
Ancora meno sono coloro che pensano che siano veritiere le informazioni
fornite relativamente alla situazione economica delle aziende: quasi il 70%
(68%) le ritiene poco o per niente attendibili.
In questo senso le aziende italiane non sembrano discostarsi molto dalle
aziende straniere per il 41% degli intervistati. Inoltre la percentuale di chi
pensa che le aziende italiane siano più trasparenti (18%) è inferiore a quella
di chi considera le aziende straniere più attendibili (25%), con un “saldo”
negativo del 7%.
49
Il rispetto delle norme morali e dei
comportamenti etici da parte delle imprese
E5. Alcune imprese sviluppano dei programmi con i quali si impegnano a rispettare delle norme
morali o dei comportamenti etici. In generale, Lei direbbe che…..
Si fida, perché è
nell’interesse
dell’impresa
rispettare queste
norme
34%
Non si fida, perché
li vede come un
mezzo da parte
dell’impresa per
farsi della
pubblicità
Non sa
57%
9%
Base: Totale Campione (1.000)
50
Le imprese “socialmente responsabili” in Italia
E6. Secondo Lei quante sono le imprese socialmente responsabili in Italia?
Italia - Ott.2002
Francia - Dic.2000
54%
43%
38%
23%
6% 5%
Quasi tutte
La maggioranza
Una minoranza
10% 6%
7% 8%
Quasi nessuna
Non sa
Base: Totale Campione (1.000)
51
Doveri dell’impresa “ideale”
E2. Secondo Lei un’azienda verso quali delle categorie di interlocutori che Le leggerò ha
principalmente dei doveri?
75%
Verso i suoi dipendenti
Verso l’ambiente
62%
Verso la comunità presso cui
svolge la sua attività
56%
51%
Verso i suoi clienti
Verso gli azionisti
18%
Base: Totale Campione (1.000)
52
Chi tutelano le aziende in realtà
E8. In generale lei pensa che le grandi aziende italiane difendano bene, abbastanza bene,
abbastanza male o decisamente male gli interessi di …?
Molto bene
35%
I propri
dirigenti
78%
19%
I propri
azionisti
I propri
clienti
I propri
dipendenti
Molto bene+Abbastanza bene
63%
13%
67%
9%
50%
Base: Totale Campione (1.000)
53
Regolamentazione nell’economia
E9.Per quanto riguarda l’economia in generale,
Lei ha la sensazione che ci siano …
E10. In particolare, per ciascuno dei seguenti aspetti,
mi dica se ci sono regole a sufficienza oppure no per
regolare il modo in cui si comportano le aziende
Sì
Non so
5%
I diritti dei
dipendenti
Regole
sufficienti
18%
39%
La sicurezza
di chi usa i
prodotti
36%
Il commercio
internazionale
Regole
insufficienti
77%
Internet
26%
I mercati
finanziari
26%
Il rispetto
dell’ambiente
Base: Totale Campione (1.000)
54
30%
21%
Comportamenti socialmente inaccettabili
E4. E quali sono invece i comportamenti che Lei definirebbe socialmente inaccettabili? Può rispondere sempre
utilizzando un punteggio da 1 a 10, dove 10 significa che Lei ritiene il comportamento ‘perfettamente
accettabile’ ed 1 vuol dire che lo ritiene ‘estremamente inaccettabile’.
Francia
Voto medio
Utilizzare bambini nei paesi in via di
sviluppo come lavoratori per
contenere i costi
Finanziare delle associazioni o dei
partiti politici per ottenere dei favori
Nascondere alcune problematiche
dei prodotti
Far credere ai risparmiatori che la
situazione dell’azienda sia migliore
di quanto non lo sia in realtà
1,4
3°
1,8
-
1,9
1°
2,3
2°
Cessare l’attività di un’azienda
perché non più sufficientemente
profittevole
4,6
5°
Dare delle azioni dell’azienda ai
propri dirigenti, oltre allo stipendio
4,6
6°
Spostare l’attività aziendale in paesi
del Terzo Mondo
Base: Totale Campione (1000)
55
5,0
4°
Azioni più dannose per il sistema
G6 Quale di queste azioni ritiene più dannosa per il
sistema economico?
La mancata
trasparenza dei
Bilanci aziendali
30%
La diffusione di
informazioni false
sui prodotti
23%
Media: 7.8
La Concorrenza
sleale
17%
14%
Il Monopolio
L’atteggiamento
scandalistico della
stampa
Nessuno di questi
G5.E in che misura ritiene che
informazioni poco trasparenti
possano influenzare l’andamento
della Borsa? (Scala 1:10)
9%
7%
Base: Totale Campione (1.000)
56
Influenza di una legislazione più severa sul
rendimento degli investimenti
G7. Se ci fosse una legislazione più severa Lei pensa che il rendimento dei suoi investimenti
cambierebbe?
60%
29%
31%
28%
10%
2%
Sì, renderebbero di
Si, i rendimenti
più
sarebbero più sicuri/
più certi
Sì, renderebbero di
meno
No, non
cambierebbe nulla
Base: Totale Campione (1.000)
57
non sa
Le informazioni delle aziende verso l’esterno
G1 Secondo lei le informazioni che le aziende danno all’esterno ad es. alla stampa e ai media
riguardo ai propri prodotti o servizi, quanto sono veritiere/attendibili ?
G2 E quanto ritiene veritiere ed attendibili le informazioni che le aziende danno all’esterno
riguardo la propria situazione economica?
prodotti o servizi
situazione economica
54%56%
35%
32%
27%
29%
9% 12%
3% 2%
Molto
Abbastanza
Poco
Per niente
Base: Totale Campione (1.000)
58
2% 3%
Non sa
Attendibilità delle informazioni
G3. E nel complesso, ritiene che le aziende italiane diano informazioni più veritiere ed
attendibili delle aziende straniere, o meno?
Sono attendibili più o
meno allo stesso modo
Più veritiere ed attendibili
le informazioni delle
aziende straniere
Più veritiere ed attendibili
le informazioni delle
aziende italiane
Non sa
41%
25%
18%
16%
Base: Totale Campione (1.000)
59
Nota informativa
In ottemperanza al regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle
Comunicazioni in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi
di comunicazione di massa: delibera 153/02/CSP,
allegato A, art. 2,
pubblicato su G.U. 185 del 8/8/2002.
Autore:
Committente
Acquirente
Abacus Spa
ACRI
ACRI
Tipo e metodo di rilevazione: sondaggio di opinione tramite interviste
telefoniche (CATI)
Universo di riferimento: popolazione italiana residente in età di voto (fonte:
annuario ISTAT 2000)
Tipo di campione: campione casuale rappresentativo dell’universo di
riferimento; campionamento per quote di genere, età, area geografica,
dimensione del comune di residenza
Estensione territoriale: nazionale
Numero persone contattate:
- totale contatti effettuati:
- interviste complete:
-rifiuti/sostituzioni:
5.812
1.000 (17,2 %)
3.052 (52,5 %)
Date di realizzazione sondaggio: dal 1 al 15 Ottobre 2002
Testo integrale delle domande rivolte agli intervistati:
Il testo delle domande è riportato in ciascuno dei grafici che descrivono i
risultati. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio è
presente sul sito: www.agcom.it
60
Scarica

Sondaggio