Energia, Economia e Società: Alcuni processi in atto. Verona 13 Settembre 2008 Lorenzo Giovanni Bellù Economista FAO UN Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite Prezzo del Petrolio Average prices per barrel Crude oil price per barrel (OPEC reference basket) 120 Nominal price* US$ 100 80 Nominal price (€) 60 40 OPEC Adjusted real price (US$) 20 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 year Alcune domande • Quali sono le implicazioni socioeconomiche di questo cambiamento? a) Chi ci guadagna? b) Chi ci perde? c) Quali prospettive per il futuro? d) Cosa si puo’ fare? a) Chi ci guadagna? Si stima che, per molti paesi esportatori netti, l’aumento dei prezzo del greggio dal 2004 al 2007 abbia implicato un aumento dei proventi petroliferi dell’ordine di varie decine di miliardi di euro all’anno (dal 3 al 30% dei rispettivi PIL). Alcuni Paesi esportatori netti Profitti petroliferi addizionali nel 2006 (Stime su prezzi 2003) 80,000 70,000 60,000 50,000 40,000 30,000 20,000 10,000 s R ia te a SS rab ir U A m r i e E d rm au rab o S F A d ti e n U n it y i a ic o la a e Ira rwa ig er x u w e o ez N M Ku n N Ve q Ira la ia an tar ya r o b m a e g g Li O Q An Al Anno 2006,milioni di € Alcune Implicazioni socioeconomiche ed ambientali • Produzione di reddito “concentrato” (in assenza di trasparenza, sindacati, società civile ecc.) • Rafforzamento delle oligarchie nazionali • Perdita del controllo sociale sulle risorse • Spiazzamento degli altri settori economici d’esportazione (“Dutch Disease”) • Espansione permanente del potere su altre entità nazionali (es. “fondi sovrani”) • Ridotta attenzione ai consumi energetici (alta intensità di energia, es. circa +40% per unità di PIL rispetto ai paesi importatori ) Il caso della Nigeria: Costi e Margini I Costi di produzione del greggio sono molto bassi rispetto ai nuovi prezzi Split per barrel Govt profit from sale of crude 18% Petroleum Profit Tax (PPT) 4% Royalty 52% 10% Capital expenditure per bbl Operating expenditure per bbl Companies take 5% 11% Come si spartisce la torta? (al netto dei costi di produzione) Share of Oil Margins 2005 8,790 22% Government take Companies take 32,057 78% Il governo prende la fetta più grossa (quasi il triplo del “Poverty Gap”, il reddito che servirebbe per annullare la povertà (circa 12 mld $). Le compagnie estere prendono 2/3 del Poverty Gap Quanto rende il greggio alle compagnie petrolifere? (stime a prezzi del 2005) Return on Investment (per barrel) $18.00 $16.00 $14.00 $12.00 $10.00 $10.16 $8.00 $6.00 $4.00 $2.00 $0.00 ROI per bbl Investment per bbl $5.37 1 Private Sector Average I profitti delle maggiori compagnie petrolifere Profitti delle maggiori compagnie petrolifere (fonte OPEC) Milioni di dollari (prezzi correnti) 140,000 120,000 100,000 80,000 60,000 40,000 20,000 0 2003 2004 2005 Anni 2006 2007 Tornano i conti? • Non proprio. • La “Extractive Industry Transparency Initiative” (EITI) del promossa da molti paesi produttori nel 2002 (solo la Norvegia finora la sta attuando). • La Coalizione “Publish What You Pay” (PWYP) di ONG ed altri organismi per contrastare corruzione ed evasione. b) Chi ci perde? • I paesi importatori netti a basso reddito devono sostenere una “fattura petrolifera” addizionale di centinaia di milioni di euro (tra il 3% ed il 6% del loro PIL, per il 2006) (Tanzania, Burkina Faso, Kenya, Ghana, Senegal, ma anche Honduras, Paraguay, Guatemala, India, Filippine etc). • Per I paesi Europei non produttori e per gli USA, l’esborso addizionale si aggira attorno all’1% del PIL. • Verosimilmente questi valori saranno quasi raddoppiati nel 2008. Alcune Implicazioni • Deficit della bilancia commerciale • Deficit dei conti pubblici (sussidi ai carburanti) • Ridotta spesa sociale ed investimenti per lo sviluppo; • Rallentamento dello sviluppo economico • Riduzione della spesa delle famiglie per consumi non energetici • Ridotta mobilità e relative opportunità (lavorocommercio, sanità, istruzione) • Aumento dei prezzi di molti beni di consumo • Pressione sulle risorse naturali (foreste, acqua) Ma anche: • Riduzione dei consumi di energia fossile (es. minore intensità energetica per unità di PIL, riduzione del consumo di carburanti delle famiglie, persino in USA); • Ricerca di fonti alternative: Biocarburanti in Brasile, Energia Nucleare in Africa, Italia (forse) • Cambiamento delle priorità di produzione verso beni esportabili a reddito “concentrato” (agricoltura industriale) Sintesi • Il settore pertolifero concentra il reddito: 1. dai paesi importatori verso quelli esportatori 2. Nei paesi produttori, nelle mani dei governi, spesso dittatoriali od oligarchici 3. Nei paesi consumatori, dai consumatori verso le compagnie petrolifere, ed i sistemi bancari – – In assenza di un quadro istituzionale forte, questa concentrazione implica disuguaglianza (e povertà, almeno relativa); Prezzi crescenti, in assenza di un cambiamento dei modelli di controllo, e/o produzione e/o consumo, aumentano disuguaglianza e marginalizzazione. c) Prospettive 1) 2) 3) Catastrofisti. Ulteriori Conflitti per il controllo del petrolio (Caucaso, Asia centrale, Sudan, Ciad, ma anche: Russia-Cina, Cina-India, Russia-Nato); Pesanti cambiamenti climatici, migrazioni massicce, conflitti per terra ed acqua. Ottimisti; Adattamento tecnologico nel lungo periodo; Sufficiente disponibilità di combustibili fossili per garantire transizione morbida. Cambiamenti climatici non drammatici; Conflitti globali quasi impossibili. Realisti: ulteriori conflitti, almeno locali; Riarmo, impoverimento e concentrazione della ricchezza; transizione culturale e tecnologica “forzata”. d) Cosa si può fare? • Fare “opinione” ed “azione”. Ma su cosa? Dove? Come? • Cosa Modelli di produzione e consumo (di energia, ma non solo) e sistemi di controllo, • Dove: operazioni congiunte in cooperazione con paesi meno industrializzati?. Per esempio: modelli energetici “decentrati” e/o controllo sociale dei sistemi di produzione di larga scala (vedi es. iniziative sulla trasparenza) per mezzo di nuove (e vecchie) forme di inclusione sociale ? • Come? Vecchie e nuove forme di cooperazione? Quale ruolo ha la comunicazione? e la raccolta di fondi “partecipata”? Qual’è la “scala” (dimensione) più adatta per muoversi su questi temi? La situazione è gravissima Stato Eritrea Congo, Dem. Republic of Burundi Comoros Tajikistan Sierra Leone Liberia Zambia Haiti Ethiopia Zimbabwe Central African Republic Mozambique Tanzania, United Rep of % 73 72 67 62 61 50 49 47 47 46 45 45 45 44 La situazione si è aggravata Negli ultimi dieci anni la percentuale di denutriti è aumentata in: Perché? E l’Iraq? Stato Tajikistan Uzbekistan Rep. Dem.Congo Guinea-Bissau Liberia Sierra Leone Moldavia Botswana Comorre Eritrea Pakistan Palestina Serbia-Montenegro Kazakhstan Burundi Rep. Dominicana Sudan Venezuela Var % 34 17 14 8 8 7 6 5 5 5 5 4 4 4 3 3 3 3 Situazione Corruzione/instabilità politica Corruzione/instabilità politica Conflitti internazionali / risorse Instabilità politica Guerra civile/internazionale Guerra civile Instabilità etnica, interessi russi HIV-AIDS Instabilità politica Instabilità, conflitto con Etiopia Instabilità interna/internazionale Occupazione internaz./instabilità Conflitti etnici/instabilità Dittatura, Petrolio Conflitti etnici/instabilità Corruzione/Interessi USA Conflitti etnici/petrolio/int.Cina/USA Instabilità/petrolio Cause • • • • • Conflitti internazionali Guerre civili, conflitti etnici Corruzione-malgoverno Instabilità politica interna Malattie Cause delle cause • Conflitti internazionali – Accesso alle risorse terra, acqua, petrolio e delle altre risorse minerarie; Influenze geo-politiche/strategiche; scarso peso delle istituzioni internazionali; mercato internazionale delle armi • Guerre civili conflitti etnici – Accesso alle risorse, decolonizazione; cambiamenti climatici (desertificazione, inondazioni) • Corruzione-malgoverno – posizioni dominanti di gruppi sociali, etnie. – ruolo delle imprese estere, commercio iniquo, Protezioni internazionali. • Instabilità politica interna – Debolezza delle istituzioni, transizione tra sistemi diversi; corruzione e malgoverno; disuguaglianza di accesso alle risorse • Malattie – Mancanza di istruzione, scarso accesso alle cure, mancanza di igiene e promisquità, mancanza di acqua potabile, spese militari E i prezzi? • • • • • Fatti Cause (domanda ed offerta) Prospettive Impatti socio-economici Azioni richieste FATTI (1) FATTI (2) CAUSE (1): Offerta • Costi energetici (impatti sui costi di produzione, trasporto domestico ed internazionale di inputs e outputs) • Fattori contingenti (?) (ma solo nel 2005 e 2006: cause climatiche) Costi energetici CAUSE (2) domanda • Sostituzione di cereali “poveri”, (es: sorgo, miglio) con cereali “ricchi” (es: grano, riso); • Aumento della domanda di carni (rosse in particolare); • Bio-carburanti: aumento della domanda di mais (es. US 23% dei cereali, Brasile, 54% della canna da zucchero), soia, olio di palma. Sussidi Europa 0.5-0.7 €/litro); • Svalutazione del dollaro • Aumento della popolazione (?) • Ripristino degli stocks (cereali) PROSPETTIVE • Rallentamento della crescita/ leggera riduzione possibile nel prossimo anno • Livelli sostenuti per i prossimi anni a causa di aspetti strutturali menzionati prima; • Impatto dei cambiamenti climatici; • Vincoli sulle risorse (terra ed acqua) • Desertificazione/salinizzazione dei suoli; IMPATTI SOCIO-ECONOMICI • Difficoltà a mantenere I livelli di consumo alimentare; • Instabilità sociale; • pressione sulle risorse naturali; • soluzioni di breve periodo; • Rischi di strumentalizzazione (governiorganismi); AZIONI • Politiche di supporto di redditi più bassi (schemi di sicurezza sociale, sussidi, buoni pasto ecc.) • Distribuzione di semi e fertilizzanti (breve termine) e supporto degli investimenti nel settore agricolo (medio-lungo termine) • Miglioramento delle politiche commerciali (eliminazione delle restrizioni alle esportazioni); • Eliminazione dei sussidi sui bio-combustibili; • Maggiore equità ed opportunità per I piccoli agricoltori nella produzione di bio-carburanti (per esempio; contratti a termine) Cosa si deve cambiare realmente? • Quanto si mangia? • Quanto si consuma? • Quanto si inquina? Quanto si mangia Quanto si consuma Quanto si inquina Popolazione CO2 Il 10% della popolazione mondiale emette il 40% di anidride carbonica Cambiare con impatto 1. Conoscenza: documentazione, dibattito, diffusione 2. Comportamento quotidiano: consumo responsabile, inquinamento, educazione dei figli 3. Ridistribuzione: solidarietà, scambio, accoglienza, attenzione, intervento diretto 4. Partecipazione: quali scelte politiche, locali e nazionali? chi deleghiamo? quali aspetti consideriamo nel valutare programmi, partiti etc.? Quali richieste facciamo ai dirigenti? (conflitti, armi, inquinamento, solidarietà, immigrazione, posizione internazionale, supporto alle istituzioni internazionali, scuola, qualità dell’informazione....) Riferimento Utile Documentazione http://www.fao.org/foodclimate Quanto si spende per mangiare? Noi: meno del 20% delle nostre spese totali gli altri: fino al 90% delle loro spese totali Quanto ricevono i paesi più poveri ? • Circa 90 miliardi di dollari all’anno