L’amore e la donna nella poesia
petrarchesca
La Vita e la Personalità
La Figura di Laura
L’amore nel Canzoniere
Petrarca “nella Rete”
La vita
Petrarca nacque ad Arezzo da una nobile
famiglia fiorentina nel 1304. Nel 1312 si
trasferì con la famiglia ad Avignone, da
sette anni nuova sede della corte papale,
luogo vivace sia culturalmente sia
mondanamente, dove egli conobbe la
donna ispiratrice della sua poesia, Laura,
di cui non si sa quasi nulla. Rimasto
presto orfano, per risolvere la situazione
economica della famiglia abbracciò la
carriera ecclesiastica: per parecchio
tempo fu cappellano presso il cardinale
Giovanni Colonna. Intanto compì
numerosi viaggi, in Italia (dove lo
colpirono soprattutto le antichità
romane) e in Europa (Parigi, Liegi,
Colonia).
La sua fama di poeta e studioso si diffuse:
nel 1341, a Roma, fu incoronato poeta in
Campidoglio. Ma fu proprio in seguito a
questo
riconoscimento
che
maturò
l'insoddisfazione di Petrarca, sempre più
colpito dalla distanza che separava i suoi
ideali fondati sulla cultura e sui classici dalle
amare esperienze della vita, segnata anche
dalla morte di persone a lui vicine. Trovò il
ripiego nei ritiri sempre più frequenti a
Valchiusa, in Provenza, dove studiava e
lavorava. Ciononostante aumentarono i
viaggi in Italia e gli incarichi diplomatici,
anche per conto del papa; durante una di
queste missioni passò da Firenze dove ebbe
occasione di conoscere Giovanni Boccaccio,
con cui strinse amicizia.
La corruzione della corte avignonese e i sempre più frequenti
soggiorni in Italia fecero sì che Petrarca decidesse di abbandonare
la Provenza per trasferirsi presso la corte di Giovanni Visconti,
signore di Milano: l'Italia, meta desiderata, si configurava sempre
più ai suoi occhi come l'erede culturale dell'impero romano. Arrivò
in città nel 1353, e vi rimase fino al 1361, con la speranza e il
desiderio di potersi finalmente dedicare a tempo pieno agli amati
studi e alla poesia, aspirazione che realizzò nonostante qualche
missione diplomatica e qualche viaggio privato. Allo scoppio della
peste nera, nel 1361, Petrarca fuggì prima a Padova e poi a
Venezia; come in precedenza, di tanto in tanto rivide l'amico
Boccaccio. Infine si stabilì, nel 1368, ad Arquà, sui colli Euganei,
ospite di Francesco da Carrara. A partire dal 1370 trascorse qui la
maggior parte del suo tempo, con la famiglia, dedicandosi alla
revisione definitiva delle sue opere. Morì nella notte tra il 18 e il 19
luglio 1374.
La figura di Laura
All’amore per Laura sono dedicati quasi tutti i componimenti del
Canzoniere e la voce dell’io che si rivolge al lettore è tutta segnata
dall’esperienza di amore. Tuttavia nei caratteri e nelle immagini
del mondo femminile è eliminata ogni traccia di realismo e di
concretezza fisica : atti, gesti, situazioni, si collocano su un piano
di astrazione simbolica, diventano segni di un’esperienza
interiore. Lo stesso nome della donna apre la strada a tutta una
serie di associazioni simboliche che alludono alla poesia e alle
ambizioni culturali del Petrarca: Laura infatti si identifica e si
confonde con il lauro, la pianta di Apollo e della poesia, la pianta
trionfale con cui lo stesso Petrarca venne incoronato poeta nel ’41.
Per questo alcuni contemporanei pensarono che l’amore per Laura
e il suo stesso nome fossero fittizi; ma lo stesso Petrarca risponde
a queste illazioni, con una lettera a Giacomo Colonna (Familiares,
2, 9), forse del 1336, in cui rivendica la realtà del suo amore.
Laura non è certo una finzione; ma Petrarca costruì, a partire
da un amore reale della giovinezza per una bolla avignonese,
un proprio sistema poetico e simbolico, un proprio repertorio
di luoghi e di situazioni costanti, di metafore e di immagini,
instaurando anche precise simmetrie cronologiche, legate da
schemi della tradizione medievale e stilnovistica (come quella
tra la data del suo primo incontro con Laura, 6 aprile 1327, e la
data della morte di lei, 6 aprile 1348). Vicina allo “stil novo” è
anche l’affermazione del “valore” eccezionale che l’amore
conferisce al poeta e alla sua poesia; ma questa “valore” non è
per Petrarca esterno all’individuo, non si lega a una superiore
forza “salvatrice”. A differenza di Beatrice, Laura non provoca
nell’amante modificazioni e scelte radicali; è invece
l’immagine costante di un desiderio che non è possibile
colmare, ma che nello stesso tempo diventa una ragione di vita:
grazie ad essa, infatti, l’io riconosce se stesso, come un dono e
come una condanna.
La rivelazione iniziale di Laura, il famoso incontro del 6 aprile
1327, si presenta come un momento originario che la poesia
affanna a ripetere, a ritradurre in figure, gesti, parole,
descrivendone gli effetti sull’anima del poeta. E la morte della
donna introduce il tema dell’essenza irrevocabile di quelle
immagini e situazioni, e il motivo del loro ritorno nel sogno o nella
vita ultraterrena.
Questa ruotare intorno all’immagine assoluta di Laura – che pare
rivelarsi e insieme nascondersi, inafferrabile – esprime anche la
perdita di sé, l’oscillazione perpetua che nega qualsiasi pace al
poeta. Nella stessa astrazione simbolica in cui il egli sospende i
gesti dell’amata, permane un’irriducibile elemento erotico, un
ostinato desiderio della bellezza terrena, che si scontra sempre più
aspramente, specie nella seconda parte del Canzoniere, col senso
della vanità del mondo e col pentimento religioso.
Nel Canzoniere Petrarca semplifica, depura, trasforma, tutto il
repertorio della lirica amorosa volgare, definendo così modelli che si
imporranno per secoli in tutta la letteratura europea. La donna è
splendente e preziosa; in primo piano sono i suoi “capei d’oro a
l’aura sparsa”, le nobili vesti, la bianca carnagione del volto, gli occhi
luminosi; su tutte le cose che essa tocca si posa qualcosa di tenero, di
leggero; i suoi movimenti si svolgono secondo pause e cadenze
soavi; i fiori si raccolgono intorno a lei; ella appare su sfondi di
natura appartata, dai contorni elementari e antirealistici, lontana dai
rumori della folla e piena di delicata mollezza, in cui dominano
erbette, aure, fronde, boschi ombrosi, ecc.; una serie di metafore
ricorrenti accompagna la sua vocazione (il lauro, la fenice, la pietra,
il diamante, ecc.) mentre ritornano insistentemente alcuni elementari
giochi di parole (essenziale è quello Laura, il lauro, l’auro, cioè
“l’oro”, e l’aura, cioè “l’aria”).
I dati psicologico-fisiologici tanto cari alla poesia stilnovistica
vengono ridotti al minimo; e non c’è nessun interesse per la
problematica filosofico- teorica propria dello “stil novo”. Una serie
di metafore sottolineano il carattere contraddittorio de paradossale
del rapporto con la donna, che è “dolce nemica”, che consola e
distrugge, che dà nello stesso tempo vita e morte, che fa bruciare
come fuoco e gela come ghiaccio. Il gioco di paradossi e di
antitesi, che era stato alla base di tutta la precedente tradizione
amorosa e cortese, viene dal Petrarca organizzato in un vero e
proprio sistema, dove l’io poetico sospende ogni suo rapporto con
la vita sociale e tende a rifiutare ogni giustificazione o fondamento
esterno; ma nello stesso tempo esso si sente insidiato e turbato da
quelle immagini splendide e caduche e dal suo persistente
attaccamento all’effimera bellezza terrena di Laura.
L’amore nel Canzoniere
Oltre alla distinzione fatta esplicitamente dall’autore, tra prima e
seconda parte, nel Canzoniere è possibile individuare delle vere e
proprie sezioni, in base a criteri stilistici, tematici e cronologici (ma
si tratta di una cronologia ideale, che non sempre corrisponde alla
reale cronologia delle prime stesure dei componimenti).
1- Nella prima sezione può essere rappresentata dai primi sessanta
componimenti. Qui sono più espliciti i legami con la tradizione
poetica provenzale e stilnovistica: una certa ricchezza di elementi
figurativi e metaforici; numerose citazioni dai classici antichi e
frequenti richiami di tipo storico e mitologico (l’identificazione tra
Laura e il lauro che richiama il mito di Apollo e Dafne).
2- La sezione successiva (da 61 a 129) è inaugurata dal sonetto
Benedetto sia ‘l giorno, e’l mese, et l’anno,che celebra il primo
incontro con Laura; questi componimenti evocano l’immagine
della donna e dell’amore per lei, Petrarca esalta quel momento
originario di ineffabile rivelazione per farlo sopravvivere al di là
di tutti i limiti del tempo e dello spazio. Infine la parola poetica si
interroga sul proprio potere di evocazione oscillante tra realtà e
illusione.
3- La terza sezione (dal numero 130 al 247) si apre con due
sonetti che danno nuovo avvio al ‘canto’ d’amore, svolto ora
attraverso la lode di Laura e la sua celebrazione più assoluta.La
condizione dell’innamorato e la figura luminosa della donna si
fissano come simboli perfetti al di fuori del tempo. In questa
parte si trova uno dei sonetti più importanti: Pace non trovo, et
non ò da far guerra.
4- La quarta sezione (dal 248 al 266) è di raccordo tra la prima e la
seconda parte del Canzoniere; nei sonetti finali della prima parte si
introducono il motivo del presentimento della perdita di Laura e
una esaltazione della sua castità. Prende così avvio la tematica del
pentimento, della vergogna, della aspirazione alla salvezza
dell’anima.
5- La quinta sezione (dal numero 267 al 349) può essere
identificata con quasi tutta la Seconda parte dove iniziano gli scritti
in morte di Laura. Si tratta di testi eccezionali, in cui il pentimento
e l’aspirazione alla salvezza si intrecciano con la visione della
donna che riappare in vesti diverse. L’ossessione di ricreare
immagini e situazioni distrutte dalla morte e dal tempo si risolve in
un percorso di redenzione e la sofferenza dell’innamorato si risolve
in cammino verso Dio.
6- Nella sesta sezione (350-366) compaiono rime più
direttamente rivolte all’analisi interiore, alla ricerca di una pace
assoluta che ponga fine per sempre a turbamenti e a
contraddizioni. Laura si è trasformata sempre più in
un’immagine che conforta e guida il poeta all’esame di sé e alla
salvezza.
Petrarca “nella Rete”
In questa sezione è possibile trovare alcuni siti internet inerenti
all’autore fiorentino.
- Petrarca nella letteratura italiana
- I manoscritti del Petrarca
- La casa natale di Arezzo
- Vita del poeta
- Bibliografia e opere
Calloni Lorenzo
&
Bairati Alberto
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L`amore e la donna in Petrarca