LA POESIA
DELLE
AVANGUARDIE
Francesco Toscano
I presupposti filosofici



maestri del sospetto (Marx,
Freud, Nietzsche, Bergson) e
crisi delle certezze
crisi della scienza ‘esatta’:
teoria della relatività (1905) e
predominio dell’inconscio
«perdita di aureola» del poeta:
non ha né prestigio, né
funzione
Adesso chi è il poeta ?



«perdita di aureola» del poeta
(Baudelaire): non ha né prestigio,
né funzione e quindi lui stesso
non sa più chi sia
non è più l’«artiere» di Carducci,
né il «vate» di D’Annunzio
è un «saltimbanco», a cui «gli
uomini non domandano più nulla»
(Palazzeschi)
Dal «canto spiegato» …


il canto poetico « nasce da una
piena del sentimento che preme
alle dighe del linguaggio »
(G. Langella)
nell’800 è « spiegato » perché il
poeta vuole comunicare verità e
ha gli strumenti tradizionali per
farlo
… al canto « strozzato »



nel ‘900 è un canto che resta
nella « strozza » (Dante, If VII)
già con Pascoli il canto diventa
« singulto », bisbiglìo
per D’Annunzio si può parlare
più precisamente di eloquenza
oratoria
Il canto « strozzato » può

tacere
Sbarbaro, Taci anima stanca

tentare di esporre contenuti
negativi e inutili
Montale, Non chiederci la parola

in pochi casi, cercare di dire verità
Ungaretti, Campana, Luzi

mai rivelare il «come» comunicare
Futuristi
Le tre Avanguardie
FUTURISMO
Magma
di inizio
secolo
« VOCIANI »
CREPUSCOLARI
FUTURISMO
manifesti della letteratura (1909),
della sintassi, della pittura, della
scultura, del cinema, …
Le parole di Marinetti per definire il
Movimento
contrari alla contemplazione
estetizzante
FUTURISMO
Manifesto tecnico della letteratura futurista (11 maggio 1912)
In aeroplano, seduto sul cilindro della benzina, scaldato il ventre dalla
testa dell'aviatore, io sentii l'inanità ridicola della vecchia sintassi ereditata da
Omero. Bisogno furioso di liberare le parole, traendole fuori dalla prigione del
periodo latino! (…) Ecco che cosa mi disse l'elica turbinante, mentre filavo a
duecento metri sopra i possenti fumaiuoli di Milano. E l'elica soggiunse:
1. Bisogna distruggere la sintassi disponendo i sostantivi a caso,
come nascono.
2. Si deve usare il verbo all'infinito, perché si adatti elasticamente
al sostantivo e non lo sottoponga all'io dello scrittore che osserva o
immagina. Il verbo all'infinito può, solo, dare il senso della continuità della vita
e l'elasticità dell'intuizione che la percepisce.
3. Si deve abolire l'aggettivo, perché il sostantivo
nudo conservi il suo colore essenziale. L'aggettivo avendo
in sé un carattere di sfumatura, è inconcepibile con la nostra
visione dinamica, poiché suppone una sosta, una meditazione.
4. Si deve abolire l'avverbio, vecchia fibbia che
tiene unite l'una all'altra le parole. L'avverbio conserva
alla frase una fastidiosa unità di tono.
FUTURISMO
Manifesto tecnico della letteratura futurista (11 maggio 1912)
5. Ogni sostantivo deve avere il suo doppio, cioè il sostantivo deve
essere seguito, senza congiunzione, dal sostantivo a cui è legato per
analogia. Esempio: uomo-torpediniera, donna-golfo, folla-risacca, piazzaimbuto, porta-rubinetto.
Siccome la velocità aerea ha moltiplicato la nostra conoscenza dei
mondo, la percezione per analogia diventa sempre più naturale per
l'uomo. Bisogna dunque sopprimere il come, il quale, il così, il simile a.
Meglio ancora, bisogna fondere direttamente l'oggetto coll'immagine
che esso evoca, dando l'immagine in iscorcio mediante una sola parola
essenziale.
6. Abolire anche la punteggiatura. Essendo soppressi gli aggettivi, gli
avverbi e le congiunzioni, la punteggiatura è naturalmente annullata, nella
continuità varia di uno stile vivo che si crea da sé, senza le soste assurde delle
virgole e dei punti. Per accentuare certi movimenti e indicare le loro direzioni,
s'impiegheranno segni della matematica: + - x : = > <, e i segni musicali.
7. Gli scrittori si sono abbandonati finora all'analogia immediata. Hanno
paragonato per esempio l'animale all'uomo o ad un altro animale, il che
equivale ancora, press'a poco, a una specie di fotografia... (…) L'analogia non è
altro che l'amore profondo che collega le cose distanti, apparentemente diverse
ed ostili. Solo per mezzo di analogie vastissime uno stile orchestrale, ad un
tempo policromo, polifonico, e polimorfo, può abbracciare la vita della materia.
FUTURISMO
Manifesto tecnico della letteratura
futurista (11 maggio 1912)
Ci gridano: «La vostra letteratura
non sarà bella! Non avremo più la
sinfonia verbale, dagli armoniosi
dondolii, e dalle cadenze
tranquillizzanti!» Ciò è bene inteso! E
che fortuna! Noi utilizziamo, invece,
tutti i suoni brutali, tutti i gridi
espressivi della vita violenta che ci
circonda. Facciamo
coraggiosamente il «brutto» in
letteratura, e uccidiamo
dovunque la solennità. Via! non
prendete di quest'arie da grandi
sacerdoti, nell'ascoltarmi! Bisogna
sputare ogni giorno sull'Altare
dell'Arte! Noi entriamo nei dominii
sconfinati della libera intuizione.
Dopo il verso libero, ecco finalmente
le parole in libertà!
C. Govoni, Poesia visiva (1915)
FUTURISMO
distruzione del metro
e della sintassi
C. Govoni, Il palombaro, da Rarefazioni e parole in
libertà (1915)
F. T. Marinetti, Parole
in libertà (1919)
FUTURISMO
Boccioni, Visioni simultanee
Boccioni, Dinamismo di un giocatore di pallone
rivolti all’intervento, alla produzione, alla
guerra, alla macchina
CREPUSCOLARI
autoemarginazione in un
provincialismo esistenziale e
filosofico
 parlano con un « fil di voce »,
quasi con « vergogna »

Guido Gozzano
richiami al fanciullino pascoliano e al Poema
paradisiaco dannunziano
 sintassi prosaica, studiata sciatteria, epiteto
diminutivo, metrica pedestre
 ridurre tutto dal magnifico al quotidiano
 assenza della donna fatale

CREPUSCOLARI
Sei quasi brutta, priva di lusinga
nelle tue vesti quasi campagnole,
ma la tua faccia buona e casalinga,
ma i bei capelli di color di sole,
attorti in minutissime trecciuole,
ti fanno un tipo di beltà fiamminga ...
E rivedo la tua bocca vermiglia
così larga nel ridere e nel bere,
e il volto quadro, senza sopracciglia,
tutto sparso d'efelidi leggiere
e gli occhi fermi, l'iridi sincere
azzurre d'un azzurro di stoviglia ...
Tu m'hai amato. Nei begli occhi fermi
rideva una blandizie femminina.
Tu civettavi con sottili schermi,
tu volevi piacermi, Signorina:
e più d'ogni conquista cittadina
mi lusingò quel tuo voler piacermi!
G. Gozzano
La signorina Felicita ovvero la Felicità (1911)
S. Lega, Ragazza che cuce
« VOCIANI »
Prezzolini fonda « La Voce » nel 1908
 non costituiscono movimento o scuola
 riprendono dall’espressionismo tedesco
(linguaggio violento, crudamente realistico,
contro la norma, …), ma sono meno ribelli
 contraddizione fra esigenza anarchica di
rottura e bisogno di ordine
 oscillazione fra verso e prosa poetica
 si afferma la « poetica del frammento »

C. SBARBARO (1888 – 1967)
resta lontano dai « vociani »
 crede nell’impossibilità che la
poesia comunichi (Taci)
 indifferenza nei confronti degli
altri e del mondo in genere
(sonnambulo)

il tono è medio, il lessico
banale e quotidiano, lo
stile prosastico, la metrica
tradizionale

C. SBARBARO (1888 – 1967)
Talor, mentre cammino per le strade
della città tumultuosa solo,
mi dimentico il mio destino d'essere
uomo tra gli altri, e, come smemorato,
anzi tratto fuor di me stesso, guardo
la gente con aperti estranei occhi.
Pianissimo, 1913
Io che come un sonnambulo cammino
per le mie trite vie quotidiane,
vedendoti dinnanzi a me trasalgo.
Tu mi cammini innanzi lenta come
una regina.
Resine, 1911
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Una carrellata di testi, foto, suoni, immagini legate alle tre grandi