Allenamento e rehab
Le Olimpiadi
del Taping
a cura della redazione
foto by KT Tape
L’utilizzo del taping kinesiologico nello sport non è certo
una novità, ma mai come nelle ultime Olimpiadi si sono
visti tanti atleti d’élite “incerottati” con nastri di varie forme
e colori. C’è chi dice che si tratti di una moda come tante,
ma in realtà questa tecnica riabilitativa e rieducativa, nata
circa quarant’anni fa, si basa su principi ineccepibili e
solide validazioni scientifiche. Scopriamone i segreti con
l’aiuto del prof. Rosario Bellia, presidente dell’Associazione
Italiana Taping Kinesiologico.
Allenamento e rehab
PROPRIETÀ DEL
KINESIOLOGICO
Quando è nato il taping kinesiologico?
Il taping elastico è stato ideato nel
1973 da un chiropratico giapponese; fu poi sviluppato e divulgato in
tutto il mondo. Il suo ingresso ufficiale nel settore professionale internazionale è datato 1988, quando fu
utilizzato alle Olimpiadi di Seoul e
quindi diffuso negli Usa e in Europa.
Inizialmente utilizzata solo in ambito sportivo, oggi questa metodologia è applicata per il 25%
nello sport e per il 75% in riabilitazione generale. Il taping kinesiologico è un metodo innovativo ed
efficace di applicare il nastro elastico e ha la sua origine nella kinesiologia applicata, da cui prende il nome. Il suo ideatore ha attribuito
grande importanza alla muscolatura, in una visione funzionale globale:
i muscoli non sono solo necessari al
movimento, ma sono in grado di influenzare la circolazione sanguigna,
linfatica e la temperatura corporea.
Qual è il principio di base?
Una cattiva funzionalità muscolare è
spesso causa di disfunzioni che possono dare origine a infortuni. Quante
volte noi terapeuti, volendo velocizzare il recupero di un atleta e il suo ritorno all’attività agonistica, abbiamo
effettuato più sedute di fisioterapia
nello stesso giorno? Sulla base di
questa stessa idea è stato sviluppato un nastro elastico, che aiuta la
funzione muscolare senza limitare i
movimenti del corpo. Applicando il
nastro elastico a un atleta che ha
subito un trauma, il trattamento
continua nell’arco delle 24 ore,
poiché la tecnica ha benefici terapeutici che attivano i processi di
recupero dell’organismo durante i
movimenti fisiologici normali
(equilibrio omeostatico). Attualmente nel mondo esistono diverse tecniche di applicazione del nastro elastico, anche se i principi applicativi sono due, giapponese e coreano, con
tutte le varianti che successivamente
sono state apportate.
Che funzione svolgono i nastri?
La funzione dei nastri sui muscoli è
ben riassunta da questa frase:
“qualsiasi nastro applicato sulla cute produce un’azione di sostegno e
di conseguenza una variazione della funzione muscolare”. Bisogna
considerare che la pelle, la mucosa
e i meridiani sono il riflesso superficiale dello stato profondo di salute
degli organi, muscoli, articolazioni,
capsule. Di conseguenza lo stato
patologico di un muscolo, articolazione, organo si manifesta con una
debolezza muscolare associata all’area; un muscolo contratto patologicamente proietta sulla pelle
o sulla mucosa una perturbazione neurologica che modifica il
potenziale di contrazione muscolare. Una stimolazione muscolare o
linfatica può ripristinare il potenziale
di contrazione del muscolo, se eseguita correttamente. Inoltre, il nastro stimola il sistema analgesico
endogeno attraverso stimoli sensoriali sugli esterocettori (meccano
recettori, termorecettori, nociocettori, chemocettori, recettori elettromagnetici) e l’attivazione di sistemi
complessi (sistema inibitore discendente).
In quali casi si utilizza il taping nella traumatologia sportiva?
Per un paziente sportivo l’applicazione del taping kinesiologico può
rendersi necessaria sia durante l’attività che nelle fasi di riabilitazione o
recupero; si devono quindi considerare due differenti approcci.
Durante l’attività fisica il nastro si
applica con modalità compressiva o stabilizzante per sostenere il
muscolo e correggere i problemi
di articolazioni e tendini. In questo
modo si può:
- migliorare la contrazione muscolare nei muscoli indeboliti, riducendo
l’affaticamento;
- ridurre l’eccessiva estensione e
contrazione del muscolo e conseguente insorgenza di crampi e lesioni muscolari;
- aumentare la ROM (ampiezza di
movimento);
- migliorare gli allineamenti imprecisi causati da spasmi e muscoli accorciati;
TAPE
a) 100% cotone e senza latex;
b) elasticità sopra il 30-40% e 70 %
della sua lunghezza;
c) permette alla pelle di traspirare;
d) impermeabile;
e) privo di farmaci;
f) adesivo acrilico attivato dal calore
della pelle (si può migliorare frizionando dopo l’applicazione oppure
applicando l’infrarosso);
g) facilmente tollerabile, ipoallergico;
h) permette l’aumento della ROM;
i) può essere applicato per più giorni;
l) regola la temperatura cutanea;
m) cromoterapia (blu - riflette la luce,
raffredda, per l’infiammazione, sensazione di fresco; fucsia – assorbe la
luce, genera calore, decontrattura);
n) il nastro è attaccato alla carta, di
fabbrica, con la tensione del 10%
(paper off).
Una volta realizzata l’applicazione, il
nastro non può essere rimosso per
essere nuovamente riapplicato, in
quanto aderisce una sola volta. Si può
tenere la benda per diversi giorni, se
non è utilizzata durante la competizione e comunque a tensione che non
supera il 50%, altrimenti deve essere
rimossa dopo il completamento della
gara. Nel caso di trattamenti a lungo
termine, si consiglia di rinnovare il
nastro ogni quattro o cinque giorni.
- sostenere i tendini lesionati e indeboliti;
Questa tecnica mira a ottenere
un effetto globale di normalità a
livello muscolo-tendineo e articolare: un’attività fisica sostenuta è
alleviata dal dolore. Dopo la fase
agonistica il bendaggio viene rimosso per evitare delle controindicazioni circolatorie, se supera il 50% di
tensione del nastro.
Nella fase riabilitativa o di recupero, il taping kinesiologico si
applica con modalità decompressiva per rimuovere la congestione della circolazione dei fluidi
corporei, per azionare i sistemi
analgesici endogeni, stimolare il
sistema inibitore spinale e il si-
Allenamento e rehab
CROMOTERAPIA
Si sta sviluppando una scuola di pensiero che applica i nastri secondo i colori, seguendo i principi della cromoterapia.
Blu: colore della calma, rilassante,
freddo, particolarmente indicato nei
casi di infiammazione acuta, o varici,
per i suoi effetti analgesici, rinfrescanti e rilassanti.
Rosso: stimola la forza fisica e la circolazione del sangue; ottimo nei dolori
cronici, degenerativi, artrosi, gonalgia
e in tutte le patologie in cui si risente di
una riduzione del microcircolo.
Verde: sintesi perfetta tra colori caldi e
freddi; è indicato per ripristinare
l’equilibrio tra le funzioni dell’organismo; ottimo nelle contratture muscolari e nelle malattie croniche.
Giallo: caldo, incrementa il tono muscolare negli sportivi, migliora i riflessi,
non deve essere utilizzato nei dolori
cronici.
Nero: forte adesività, indicato nelle traiettorie stabilizzanti e in particolare a
livello articolare.
Beige: apprezzato dagli anziani, conferisce al nastro una minore adesività, è
quindi indicato per le pelli sensibili,
nelle patologie vascolari e dopo interventi di chirurgia estetica.
Dalle ultime ricerche che stiamo conducendo, si sta evidenziando come “il
pigmento del colore”, avendo un’azione direttamente sulla colla acrilica,
conferisce ai nastri delle caratteristiche diverse. Questo aprirà certamente
nuove soluzioni tecniche e metodologiche nel prossimo futuro.
stema inibitore discendente e
correggere i problemi delle articolazioni. In questa fase si applica
il taping kinesiologico combinato a
tecniche di stretching e drenaggio
per sostenere la terapia fisica.
Fondamentale è ristabilire l'equilibrio agonista-antagonista e migliorare le sinergie del gesto sportivo,
allineare correttamente le articolazioni e quindi bilanciare le tensioni
che sviluppano i tendini, i legamenti e le strutture fasciali. Questa fase
è la più importante per il recupero di
un atleta, e le prove funzionali e i
carichi di lavoro crescenti migliorano il recupero aerobico, anaerobico
e l'intensità del lavoro allenante.
L’aumento esagerato dei carichi del
lavoro fisico può provocare allo
sportivo un ritardo nei tempi di recupero, quindi è fondamentale la
gradualità. L'applicazione del taping kinesiologico deve avvenire
con la massima attenzione per
evitare di provocare squilibri che
possono causare una “ricaduta”
e quindi un ritorno della sintomatologia.
In che modo il taping può intervenire sulla postura?
L'incapacità di mantenere una postura corretta avviene se non si ha
un buon equilibrio tonico-muscolare tra muscoli agonisti e antagonisti, oltre a una fisiologica mobilità
fasciale durante il movimento. Si
possono evidenziare gli squilibri
strutturali relativi alla contrattura e/o
alla debolezza di alcuni gruppi muscolari. Quando abbiamo un muscolo contratto, cerchiamo di normalizzare il tono attraverso diverse
tecniche: farmacologiche (miorilassanti), terapia fisica (applicazioni di
calore, massaggi, elettroterapia
ecc.). Nella maggior parte dei casi,
i risultati sono solo temporanei e
parziali poiché la contrattura può
essere anche secondaria alla debolezza del muscolo antagonista. La corretta applicazione del
bendaggio neuromuscolare permette, una volta riconosciuta la
causa di questa debolezza, di
trattarla correttamente; la con-
trattura tende a normalizzarsi e
scompare, dando origine al ripristino della corretta postura.
Si può sostenere che il taping kinesiologico svolge anche una funzione a livello linfatico?
Certamente! Per ripristinare la funzione dei tessuti è essenziale, durante le prime fasi del trauma, utilizzare dei metodi che favoriscano il
movimento dei fluidi (sangue e linfa),
per facilitare l'eliminazione dei componenti dannosi dalla zona di lesione e, migliorando l’arrivo di sostanze benefiche (come i fibroblasti durante il secondo e il terzo giorno), favorire la migrazione e la sintesi della
matrice di collageno per riparare i
tessuti danneggiati. L’ostruzione
della circolazione dei fluidi può derivare da fattori intrinseci (all’interno
dei tessuti) o a fattori estrinseci, che
esercitano una pressione interna. Il
processo infiammatorio è il fattore
principale di “perturbazione” della
circolazione dei fluidi e dà origine,
dopo la fase acuta, ad aderenze,
contratture, squilibri muscolari ed
edema interstiziale. La superficie
corporea coperta dal taping kinesiologico forma convoluzioni nella pelle che aumentano lo spazio
interstiziale; la riduzione di pressione permette al sistema linfatico e sanguigno di drenare liberamente i fluidi. Si crea così un “volano” di azioni che permette al
corpo di auto guarirsi biomeccanicamente.
Come si posiziona il bendaggio nell’atleta che deve svolgere l’attività
sportiva?
L’applicazione del taping kinesiologico sarà realizzata sulla pelle che ricopre le strutture interessate (muscoli, articolazione, legamenti, tendini ecc.), rasata e pulita, per cercare di ridurre le sollecitazioni sulle
strutture coinvolte dal trauma. È
molto importante non applicare il
nastro sulle cicatrici che si trovano
sopra il muscolo, perché, avendo
meno elasticità della pelle, l'effetto
del bendaggio sarà alterato. Se ciò
è difficile da evitare, si posiziona so-
Allenamento e rehab
NASTRI: TUTTI UGUALI?
pra la cicatrice una piccola benda,
in modo da limitare l'azione di trazione del nastro. Per applicare correttamente il bendaggio sopra la zona dolorosa, si deve chiedere all'atleta di effettuare il gesto sportivo
per individuare l'area esatta del dolore, che non riguarda necessariamente un singolo muscolo. La gestualità sportiva è spesso complessa e quindi saranno coinvolte le fibre
muscolari di numerosi muscoli sinergici del movimento. Questo è un
principio importante: è necessario
bendare il movimento doloroso
globalmente e riferito al gesto
tecnico specifico di quello sport.
Possiamo parlare di “bendaggio
globale”?
Il concetto moderno di bendaggio
non fa riferimento al muscolo analiticamente, ma al movimento in una
visione globale e tridimensionale,
considerando le catene cinetiche
muscolari (concetto olistico). Il taping kinesiologico, con i concetti di
globalità di analisi del “sintomo” e di
tridimensionalità dell’applicazione
del tape, rispetta questa visione “fasciale”. La fascia è un tessuto connettivo che avvolge tutti gli organi in
senso tridimensionale e permette
agli stessi di essere correttamente
posizionati nelle varie aree anatomiche del corpo per il loro corretto
funzionamento. Ogni muscolo e
ognuna delle sue fibre e miofibrille è avvolto dalla fascia. Questo
importante tessuto è presente
senza soluzione di continuità in
tutto il corpo e, per questo motivo, qualsiasi cambiamento in una
parte anatomica del soggetto,
può produrre restrizioni in aree
distanti dalla stessa. Dal punto di
vista della biomeccanica del sistema miofasciale, consideriamo che
ogni contrazione del muscolo produce un’azione di mobilizzazione
del sistema e che ogni restrizione
miofasciale disturba il corretto funzionamento del muscolo stesso.
Per definire le applicazioni più efficaci
di ogni nastro in base alle caratteristiche tecniche ed elastiche, è in corso di
svolgimento uno studio internazionale
che analizza i nastri delle migliori marche per determinarne caratteristiche e
differenze. In questo studio sono analizzati i quattro colori base: rosso, nero,
blu e beige. I primi risultati emersi indicano che ogni colore ha un peso
(g/cm2) diverso oltre che una diversa
estensione (indice elastico). Mentre
nella letteratura internazionale si rileva
che il nastro ha un allungamento medio
del 40%, raggiungendo circa il 60%, i
risultati di questo studio rivelano che ci
sono marche e tipologie di nastri che
non raggiungono il 40%, mentre altre
che superano di gran lunga il 60%.
Sono state rilevate anche notevoli differenze nelle capacità adesive di ogni
nastro. Per questi motivi non è possibile utilizzare qualsiasi colore per il bendaggio di un atleta durante la competizione, considerando che il bendaggio
dovrebbe sopportare lo stress e l’allungamento muscolare imposti durante
l'attività sportiva. I risultati completi e
le informazioni contenute in questa ricerca saranno pubblicati una volta ultimata la fase di tabulazione dei dati e la
revisione in ambito metodologico. Dalle
indicazioni evidenziate potrebbe cambiare il modo di applicare il taping elastico a livello metodologico.
ROSARIO
BELLIA
Presidente
dell’Associazione
Italiana Taping
Kinesiologico, è
fisioterapista della nazionale italiana di
pattinaggio a rotelle corsa e insegnante
di educazione fisica; è docente presso
l’Università di Napoli Federico II e presso
l’Università di Palermo al Master di
Posturologia Clinica di taping kinesiologico. Con Alea edizioni ha pubblicato “Il
taping kinesiologico nella traumatologia
sportiva (2011) e “Taping kinesiologico,
il Metodo Koreano” (2012). Svolge corsi
di formazione per specialisti del settore
a livello nazionale e internazionale
www.kinesiobellia.com
Scarica

Per il del pdf clicca qui!